Academic literature on the topic 'Leonardo Sciascia'
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Journal articles on the topic "Leonardo Sciascia"
Chambet, Daniel. "Leonardo Sciascia." Esprit Août-sptmbr, no. 8 (2015): 179. http://dx.doi.org/10.3917/espri.1508.0179.
Full textLazzaro-Weis, Carol, and Joseph Farrell. "Leonardo Sciascia." Italica 74, no. 3 (1997): 441. http://dx.doi.org/10.2307/479960.
Full textPace-Jordan, Rosetta Di, and Joseph Farrell. "Leonardo Sciascia." World Literature Today 71, no. 2 (1997): 367. http://dx.doi.org/10.2307/40153104.
Full textFrancese, Joseph. "Leonardo Sciascia's L'affaire Moro: Re-writing fact, which can be stranger than fiction." Modern Italy 17, no. 3 (August 2012): 383–98. http://dx.doi.org/10.1080/13532944.2012.659449.
Full textBottacin, Annalisa. "Leonardo Sciascia, L’Adorabile Stendhal." Studi Francesi, no. 144 (XLVIII | III) (December 15, 2004): 628–29. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.37907.
Full textMontante, Michela. "Leonardo Sciascia: The Writer." World Literature Today 65, no. 1 (1991): 65. http://dx.doi.org/10.2307/40146124.
Full textMontante, Michela. "Leonardo Sciascia: "The Intellectual Writer"." World Literature Today 71, no. 2 (1997): 335. http://dx.doi.org/10.2307/40153055.
Full textSchembari, Andrea. "Maestri del dissenso: Leonardo Sciascia e la lezione degli scrittori polacchi." Poznańskie Studia Polonistyczne. Seria Literacka, no. 39 (December 15, 2020): 39–59. http://dx.doi.org/10.14746/pspsl.2020.39.3.
Full textMacaluso, Sarina. "Spagna nel cuore di Leonardo Sciascia." Quaderns d’Italià 27 (December 22, 2022): 41–54. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.546.
Full textCampione, Francesco Paolo. "Leonardo Sciascia: la collezione come condizione." Quaderns d’Italià 27 (December 22, 2022): 55–70. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.545.
Full textDissertations / Theses on the topic "Leonardo Sciascia"
Ben, Ahmed Samir. "Sciascia : potere e letteratura." Thesis, National Library of Canada = Bibliothèque nationale du Canada, 1997. http://www.collectionscanada.ca/obj/s4/f2/dsk2/ftp02/NQ44362.pdf.
Full textBen, Ahmed Samir. "Ragione e scrittura : l'opera di Leonardo Sciascia." Thesis, McGill University, 1993. http://digitool.Library.McGill.CA:80/R/?func=dbin-jump-full&object_id=68073.
Full textSorrentino, Christian. "Voir, tuer, écrire : "L’antimonio" de Leonardo Sciascia." Grenoble 3, 2003. http://www.theses.fr/2003GRE39000.
Full textDionísio, Maria Amelia. "Os movimentos indiciários de/em Leonardo Sciascia." reponame:Repositório Institucional da UFSC, 2013. https://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/122769.
Full textMade available in DSpace on 2014-08-06T17:21:11Z (GMT). No. of bitstreams: 1 324684.pdf: 1025162 bytes, checksum: 37156b91df673593f20313bff8e6db45 (MD5) Previous issue date: 2013
Esse trabalho busca analisar os elementos indiciários do escritor Leonardo Sciascia em seu trabalho de reflexão sobre os poderes que controlam a sua terra natal, a Sicília, e seu país, a Itália, bem como indagar sobre os movimentos indiciários que ocorrem dentro da própria estrutura narrativa ficcional. O modelo teórico de pesquisa foi pensado a partir das explanações do historiador Carlo Ginzburg, o qual cria um modo interpretativo denominado de "paradigma indiciário". Com as obras Favole della dittatura (1950) e Le parrocchie di Regalpetra (1956), foi analisado em que medida Sciascia procura delimitar a articulação dos poderes que manipulam as realidades da população. Sendo herdeiro de uma veia neorrealista contestatória, Sciascia emprega para colocar em funcionamento seu movimento indiciário, o molde dos romances policiais ? porém, a seu modo ? em Il giorno della civetta (1961) e Todo Modo (1974). Nessas obras, se buscou encontrar como se revela o aparato mafioso ficcionalizado pelo escritor, dando ênfase aos elementos que configuram a máfia como um sistema que faz uso de instrumentos de controle, entre eles a biopolítica. Além disso, foi indagado em que medida esse sistema é decifrado pelas lentes da literatura.
Riassunto : L'obiettivo di questa tesi è riflettere sugli elementi indiziari tipici dello scrittore Leonardo Sciascia e presenti nella sua ricerca voltata all'analisi dei poteri che controllano la sua regione e il suo paese, la Sicilia e l'Italia, oltre a indagare i paradigmi indiziari propri della struttura narrativa della finzione. Il modello teorico di ricerca è pensato partendo dalle spiegazioni dello storico Carlo Ginzburg, il quale ha creato un'interpretazione nominata "paradigma indiziario". Nelle opere Favole della dittatura (1950) e Le parrocchie di Regalpetra (1956), è stato analizzato in che modo l'autore cerca di delimitare l?articolazione dei poteri che manipolano la popolazione. Erede di una vena neorealista contestatoria, ne Il giorno della civetta (1961) e Todo Modo (1974), Sciascia utilizza - sebbene a suo modo - il modello del romanzo poliziesco per poter utilizzare il suo paradigma indiziario. Attraverso le opere analizzate si è cercato di individuare, all'interno dell'apparato mafioso creato dallo scrittore, gli elementi che configurano la mafia come un sistema che usa strumenti di controllo - come la biopolitica - e in che modo questo sistema di potere viene visto attraverso la lente della letteratura.
Verri, Andrea <1979>. "Manzoni, Belli e Verga secondo Leonardo Sciascia." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/8301.
Full textRICCIO, Elena. "La ricezione di Leonardo Sciascia. Il viaggio dell'opera nello spazio e nel tempo attraverso la collezione Leonardo Sciascia - recensioni." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2020. http://hdl.handle.net/10447/394666.
Full textVettore, Enrico. "The aesth/ethics of Leonardo Sciascia's writing : how Alessandro Manzoni and Jorge Luis Borges created a Sicilian writer /." view abstract or download file of text, 2005. http://wwwlib.umi.com/cr/uoregon/fullcit?p3190551.
Full textTypescript. Includes vita and abstract. Includes bibliographical references (leaves 218-224). Also available for download via the World Wide Web; free to University of Oregon users.
Bossi, Lise. "Formes et significations de l'enquête dans l'oeuvre de Leonardo Sciascia." Paris 4, 1994. http://www.theses.fr/1994PA040344.
Full textThe study of the work of leonardo sciascia as a whole brings out the use of inquiry as one of its dominant features; not only because the author resorts to this process with remarkable consistency. But also because it seems a fully appropriate expression of his forma mentis. The purpose of this study is to look into the reasons behind such appropriateness : apparently, they are to be found in the formal codes as well as in the moral assumptions specific to the inquiry process, both in the form of a police investigation - in the manner of e. A. Poe - and in the form of a philogical investigation in the manner of manzoni and borges. Sciascia sets himself the task of restoring reason, truth and justice amid a chaotic world that has fallen a prey to the liers of the power, thus denying its claim to belong to the state by right. The method of the inquiry meets the writer's expectations, in so far as it is a rational questioning process which aims at bringing out the truth and denouncing the culprits in order to restore social order. Taken on the level of language itself it provides sciascia with a universally valid, coherent pattern of interpretation of facts as well as their literary representation. So it is to be read as the metaphorical expression of the writer's undertaking to find truth and to obtain redemption, as it brings order and meaning into the outer world, making it intelligible in the process
Pellegrin, Sofia. "Uno Sguardo Dalle Radici. Gli Scritti D'Arte di Leonardo Sciascia." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424171.
Full textLa presente ricerca si è occupata di raccogliere e analizzare le pagine che Leonardo Sciascia, nel corso del proprio lungo e articolato impegno intellettuale ha voluto dedicare alla riflessione sulle arti figurative. In questa sede ci si è proposti di incrociare alcuni dei dati di ordine sia categoriale che cronologico messi a disposizione dai dettagliati inventari per voci bibliografiche realizzati da Francesco Izzo e da Antonio Motta, per cercare di mettere maggiormente in rilievo le peculiarità dei diversi scritti, e realizzare così la nostra istanza prima, ossia critica, su di essi. Per rendere meglio conto dei contributi sciasciani sull’arte nella singolarità di ogni caso e nella loro specificità testuale, si è proceduto alla descrizione degli interventi ad uno ad uno, restituendone la vicenda editoriale ed evidenziandone i nuclei tematici e interpretativi. Al contempo si è voluta costruire una mappatura del corpus degli scritti che isolasse, complessivamente, linee di continuità prospettica, segnalate con un sistema di rimandi in nota. Al fine di articolare le ‘metodiche’ di ordine generale e la postura d’insieme tenuta da Sciascia nei riguardi dell’esperienza artistica, si è allestita una zona preliminare intitolata Fantasie di avvicinamento in cui si è provato a far reagire alcuni dei consolidati paradigmi della critica d’arte (l’idealismo, il purovisibilismo, il (neo) realismo, ecc.) con l’esercizio riflessivo, a-metodico e dilettante, di Sciascia, tenendo presente, in particolare, la dimensione scritturale e testuale in cui si svolge, la tensione ‘longhianemente’ letteraria che lo anima. Assumendo questo punto di vista, si è fatto del magistero di Longhi un modello ‘a contrasto’ attraverso cui disporsi alla possibilità di guardare alla scrittura di argomento artistico per il tramite delle categorie stilistiche continiane coniate proprio sulla sua scorta. La forte identità autoriale di Sciascia tale per cui in queste pagine viene riversato un riconoscibile sistema di temi e figure ha permesso di elaborare una linea interpretativa unitaria in cui primario è il riconoscimento di una processualità critico-inventiva trasformativa e metamorfica in costante controcanto con un principio di arresto. Il concetto di metamorfosi risulta utile in termini tanto di dispositivo simbolico quanto di struttura cognitiva che descrive una modalità gnoseologica non dialettica fondata su un movimento a legare più che a contrapporre. In questo senso, esso risulta solidale all’influenza che il materiale iconico evocato esercita sul flusso argomentativo e sulle strutturazioni sintattiche. L’impostazione divagante delle riflessioni sciasciane, con il loro apparente non soffermarsi sulla fisionomia materiale delle opere, costituisce la modalità attraverso cui la critica sciasciana realizza la propria tensione conoscitiva e appropriativa: l’incontro con i manufatti artistici diviene così vera esperienza di alterità intesa sia come epoché fenomenologica sia come dimensione che permette di rappresentare la dinamica dell’interazione con la realtà, con la sua struttura. L’articolazione in due parti del capitolo ha inteso a riguardo mostrare da un lato, in Scrittura d’arte come critica, il modo in cui le strutture inventive profonde della critica d’arte sciasciana siano indistricabilmente intrecciate con la coeva ricerca che l’autore porta avanti sul fronte creativo della propria produzione, caratterizzata da un ricorso mescidante dei generi e da una ispirazione saggistica che sperimenta in particolare sulla possibilità rivelativa e ri-cosrtuttiva della parola attraverso il modello della commistione tra documento e finzione, proprio già del romanzo storico; dall’altro, in Una scrittura allo specchio: in funzione d’altro?, verificare quanto l’«astanza» delle opere di cui si parla costituisca un modificatore importante nello statuto della scrittura che in questo senso, continianamente, tende alla messa in opera di un particolare equilibrio di «diligenza e voluttà». Per Sciascia, amatore d’arte, si tratta allora di disporre le proprie considerazioni e divagazioni come nella successione di una catena di specchi che rimandi immagini di gesti critici ‘vicendevoli’: da tale reciprocità emerge quel carattere di approssimazione che li rende trasparente figura di un rapporto con la verità mai esauribile, di uno spazio ‘aperto’ a costituire una scena praticabile di interpretazione. Rispetto alla giacitura complessiva dell’esercizio critico sciasciano si è ritenuto che l’evidente influenza di alcuni modelli autoriali (quello moralista di Montaigne, e quello ‘dilettante’ di Stendhal) andasse problematizzato in relazione alla forma-saggio cui si riferiscono gli scritti. Si è così predisposta una zona successiva intitolata I maestri del «diletto»: una critica in dialogo, in cui ripensare quelle fonti ‘stilistiche’ in rapporto alla presenza-assenza limite che in queste pagine, a ragione dei termini elusivi (non ekphrastici, quindi) in cui viene evocata, è la ricorrenza iconica. L’interazione tra scrittura immagine che vi si delinea è invero fortemente improntata dalle dinamiche scetticamente esplorative e ‘amorosamente’ divaganti proprie di quei maestri elettivi. Si è quindi cercato di accertare come il linguaggio realizzi le potenzialità ‘significative’ dell’immagine a livello logico-sintattico e semantico semiologico, come la ‘lettura’ associativa, proliferante e inventiva del dato iconico arrivi a figurare una ‘lettura’ del reale nella sua essenza sincronica e simultanea. Dal particolare statuto ibrido di critica e invenzione che ne risulta, scaturisce infatti una singolare restituzione di realtà, una forma di ‘realismo’ inteso come codice espressivo che salva sia dalla dispersione affastellante sia dal regresso erudito. Sciascia sembra insomma voler scoprire la vocazione al ‘senso’ di ogni immagine, ricostruendola come storia, come forma-tempo che ferma e realizza il potenziale trasformativo insito nella sua costituzione. Una simile attenzione all’essenza metamorfica della messa in forma - naturalmente ossimorica nel tenere insieme movimento e stabilizzazione - trova un precipitato diretto anche in alcune ricorrenti costruzioni sintattiche, ed è, soprattutto, foriera di una estensiva interpretazione del fenomeno artistico tout-court (cfr. Un’idea di metamorfosi). Ma, ancora più importante, l’ottica trasformativa assume in termini ‘visuali’ la misura intimamente pragmatica che connota la postura intellettuale di Sciascia. Se le espressioni dell’arte si legano tipicamente alla possibilità di prefiguare l’a-venire ricollocando il dato percettivo, lo spazio della critica fa posto al «diverso», articolando la dimensione visiva e intera dell’opera, ‘linguisticamente’ e ‘sintatticamente’. Per questa via Sciascia sembra poter scommettere su una di-fferente promessa di senso, grazie ad un sforzo di contestualizzazione su base genealogica e filologia che svelando l’impronta informante delle radici (geografico-sociali) ne libera al contempo le possibilità generative. Nel porsi dunque fuori da un canonico esercizio di critica d’arte Sciascia riscuote ancora una volta il potenziale ermeneutico celato nel decentramento prospettico, nella marginalità fisica e ideale rispetto ai centri di elaborazione culturale. Per tale ragione si occupa di preferenza di pittori, incisori, scultori locali: oltre a saperne, appunto, ben comprendere ‘le radici’, condivide con essi quello stesso pervasivo sentimento di confine. Così impostata la riflessione di Sciascia si pone ‘fuori’ anche riguardo al mercato dell’arte, alle sue tendenze e ai suoi interessi. L’avvicinamento, l’attenzione a un artista scatta infatti quasi sempre come un interesse alla persona, nel riconoscimento di una comunione emotiva. Lo slancio empatico che dunque presiede alla scrittura delle pagine sciasciane ridimensiona se non annulla la necessità di stabilire gerarchie di valore o di fondare ‘letture’ complessive (e conclusive) di un’esperienza artistica. Gli stessi scritti del resto possono avvalersi della loro posizione liminare rispetto al resto dell’opera per interrogarla e tentarne una comprensione differente: verificando e approfondendo, per esempio, il valore di quella impostazione complessivamente «galileiana» della scrittura sciasciana emersa dalla loro analisi. Endogena agli scritti la prospettiva dal ‘margine’ si rivela allora altrettanto feconda come modello per una critica su Sciascia, che non potrebbe non beneficiare di uno spostamento dai propri consueti punti di partenza. Affrontare trasversalmente l’opera sciasciana alla luce delle categorie della «presenza» e dell’«astanza» che informano le pagine d’arte potrebbe forse permettere di riscoprirla nella sua più autentica dimensione critica, ovvero partecipativa, aprendo simmetricamente ad un tentativo valutativo che la metta in relazione con ogni aspetto di quella partecipazione, attraverso tutto quanto è dato sapere del pensiero.
Taglienti, Maria. "La Sicile, la mafia et au-delà de la mafia : Parcours littéraires." Thesis, Lille 3, 2012. http://www.theses.fr/2012LIL30024.
Full textThis study concerns the literature relates to Sicilian mafia and provides an analysis of the link between mafia and literature, in order to account for the different ways mafia has been depicted in diverse narrative works, and specially in Leonardo Sciascia's literary output. We will begin with a brief historical introduction so as to convey the general background in which this phenomenon took place. Then we will give a critical account for the history of mafia literature, chronologically progressing from the advent of mafia, which was attested in the days of Italian Unity up to the years 1990. We aim to see how, from a discourse which denies the existence of mafia to an apology for it, being either obvious or hidden, we have come to a clear denunciation of mafia, and how this denunciations has proceeded from literature to civil life
Books on the topic "Leonardo Sciascia"
Motta, Antonio. Ricordo di Leonardo Sciascia. Montichiari (Brescia): Zanetto, 2000.
Find full textDioguardi, Gianfranco. Ricordo di Leonardo Sciascia. Milano: Edizioni Rovello, 1993.
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Wild, Gerhard. "Sciascia, Leonardo." In Kindlers Literatur Lexikon (KLL), 1. Stuttgart: J.B. Metzler, 2020. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-476-05728-0_17889-1.
Full textMüller-Buck, Renate. "Leonardo Sciascia." In Kindler Kompakt Italienische Literatur 20. Jahrhundert, 164–66. Stuttgart: J.B. Metzler, 2016. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-476-05534-7_35.
Full textMüller-Buck, Renate. "Sciascia, Leonardo: Il contesto." In Kindlers Literatur Lexikon (KLL), 1–2. Stuttgart: J.B. Metzler, 2020. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-476-05728-0_17893-1.
Full textMüller-Buck, Renate. "Sciascia, Leonardo: Il consiglio d'egitto." In Kindlers Literatur Lexikon (KLL), 1–2. Stuttgart: J.B. Metzler, 2020. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-476-05728-0_17891-1.
Full textMüller-Buck, Renate. "Sciascia, Leonardo: Il giorno della civetta." In Kindlers Literatur Lexikon (KLL), 1–2. Stuttgart: J.B. Metzler, 2020. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-476-05728-0_17890-1.
Full textMüller-Buck, Renate. "Sciascia, Leonardo: A ciascuno il suo." In Kindlers Literatur Lexikon (KLL), 1–2. Stuttgart: J.B. Metzler, 2020. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-476-05728-0_17892-1.
Full textColuccello, Rino. "Leonardo Sciascia: The Writer as the Public Conscience." In Challenging the Mafia Mystique, 178–215. London: Palgrave Macmillan UK, 2016. http://dx.doi.org/10.1057/9781137280503_10.
Full textMüller-Buck, Renate. "Sciascia, Leonardo: Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia." In Kindlers Literatur Lexikon (KLL), 1–2. Stuttgart: J.B. Metzler, 2020. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-476-05728-0_17894-1.
Full textHarth, Helene. "Macht und Gewalt im politischen Imaginären eines Sizilianers. Leonardo Sciascia und die Moro-Affäre." In Gewalt der Geschichte — Geschichten der Gewalt, 149–66. Stuttgart: J.B. Metzler, 1998. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-476-04291-0_8.
Full textPioli, Marco. "DA MARIO PUCCINI A LEONARDO SCIASCIA:." In Interconexiones: Estudios comparativos de literatura, lengua y cultura italianas., 91–100. Dykinson, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv282jh27.12.
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