Academic literature on the topic 'Lesioni spinali'

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Journal articles on the topic "Lesioni spinali"

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Taddei, G. L., A. Papucci, and D. Moncini. "Metastasi spinali: Introduzione epidemiologica ed anatomo-patologica." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 2 (April 1995): 141–44. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800202.

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Abstract:
Le metastasi spinali comprendono le neoplasie secondarie della colonna vertebrale e del midollo. I dati presenti in letteratura relativi all'incidenza delle metastasi spinali nei pazienti neoplastici sono molto variabili, comunque sempre elevati. L'interessamento vertebrale è presente nella quasi totalità dei casi. I tumori del polmone, della mammella, della prostata e del rene più frequentemente metastatizzano a livello spinale. La modalità di diffusione è prevalentemente ematica, più raramente perineurale, linfatica o liquorale. Le metastasi hanno sul tessuto osseo un effetto prevalentemente osteolitico, raramente osteocondensante (carcinoma prostatico e mammario). A livello del canale vertebrale le metastasi sono localizzate soprattutto in sede extramidollare e rappresentano le lesioni neoplastiche extradurali più frequenti nell'età adulto-avanzata. L'accertamento della primitività o secondarietà di queste lesioni può essere effettuato mediante biopsia a cielo aperto o agobiopsia, spesso per tentare di risolvere i casi dubbi è necessario l'ausilio di tecniche immunoistochimiche che permettono di evidenziare attraverso il citoscheletro cellulare la natura epiteliale, mesenchimale o nervosa delle cellule neoplastiche. Un ulteriore contributo l'anatomopatologo può fornirlo attraverso il riscontro autoptico. Durante tale esame diagnostico si possono evidenziare metastasi spinali in un paziente non rivelate attraverso gli esami clinici (Tomografia Assiale Computerizzata, Risonanza Magnetica), ovvero si può stabilire l'origine di una lesione spinale metastatica rimasta, fino all'obitus, a sede primitiva sconosciuta.
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Cecchini, A., and F. Zappoli. "Mielografia e Mielo-TC nelle metastasi spinali." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 2 (April 1995): 175–80. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800207.

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Abstract:
La mielografia e la mielo-TC sono indagini di rapida ed immediata esecuzione, dotate di bassa invasività, indenni da rischi e senza importanti effetti collaterali (ad eccezione della cefalea post-mielograflca) e, con un elevato apporto diagnostico. La RM con mdc è indubbiamente la metodica di scelta nella ricerca e nella dimostrazione di metastasi spinali, ma l'accoppiamento mielografia/mielo-TC consente una rapida esplorazione dell'intero asse spinale ed un bilancio spaziale della lesione metastatica, sufficienti per gli obbiettivi terapeutici. Data per scontata una decisa prevalenza della RM, la mielografia conserva alcune limitate indicazioni: — sintomatologia mielo-radicolare acuta in paziente con primitività nota; — ricerca di metastasi leptomeningee, in mancanza di RM, o con rilievi RM incerti; — mancanza di RM o controindicazioni al suo uso (protesi metallica, pace-maker, ecc…); — bilancio pre-operatorio rapido in paziente con lesioni vertebrali multiple (scelta del livello trattabile). L'accoppiamento mielografia / mielo-TC mantiene quindi valore nello studio, in particolare, delle lesioni intracanalari.
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Andreula, C. F., and A. Carella. "Lo studio RM delle metastasi spinali extradurali." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 2 (April 1995): 181–94. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800208.

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Abstract:
Lo studio delle metastasi vertebrali in risonanza magnetica permette di superare la rigida distinzione in lesioni osteolitiche e osteoaddensanti, uso che inizialmente proposto dalla radiologia tradizionale è stato mantenuto, pur se con critiche, anche con l'avvento di metodiche più moderne. La lesione osteorarefacente e la lesione osteosclerotica sono i due estremi di un continuum che prevede numerosi eventi di transizione non solo nell'ambito dello stesso paziente, ma addirittura in corso di malattia prima e dopo trattamento. Gli elementi di semeiotica RM sono le alterazioni di segnale e le alterazioni morfologiche. Nelle lesioni osteolitiche il processo di infiltrazione si evidenzierà come una tenue ipointensità nelle sequenze dipendenti dal T1 e netta iperintensità nelle sequenze dipendenti dalla densità protonica, dal T2 e dal T2 star. Qualora venga interessato completamente il corpo vertebrale sarà possibile apprezzare una deformazione morfologica dello stesso. Tale alterazione risentirà dei tempi di infiltrazione midollare caratterizzandosi o come esuberante con allargamento degli angoli diedri somatici dando un aspetto di vertebra «rigonfia» o come riduttiva con crollo vertebrale da collasso inizialmente interno. La somministrazione di mdc determinerà una ricostruzione morfologica del corpo vertebrale nel caso di infiltrazione totale e di omogeinizzazione di segnale con la parte sana restante della vertebra nei casi di infiltrazione parziale. Tale comportamento alla somministrazione di mdc spiega la necessità di eseguire preliminarmente le sequenze dipendenti dal T1 prima del mdc e induce ad un atteggiamento critico sulla utilità delle sequenze dopo contrasto. Le lesioni osteoddensanti o osteosclerotiche saranno caratterizzate da segnale nettamente ipointenso nelle sequenze appesantite in T1, e ipointenso nelle sequenze appesantite in T2. Tale comportamento rispecchia la formazione di tessuto osseo prodotto dagli osteoblasti, attivati o da sostanze secrete dal tumore o dalla presenza di tessuto «diverso» dal midollo osseo a capacità irritante. La somministrazione di mdc non determina variazioni del quadro in T1 per l'assenza di fenomeni reattivi vascolari. L'estrinsecazione extradurale è la complicanza più frequente della localizzazione vertebrale metastatica: le neoplasie che più frequentemente causano questo aspetto sono i carcinomi e tra questi l'origine mammaria e polmonare coprono da sole il 50% delle lesioni. Il segnale RM di questo tessuto neoformato risentirà dell'alta componente acquosa della lesione con ipointensità nelle sequenze dipendenti dal T1 e iperintensità nelle sequenze dipendenti dal T2; la somministrazione di mdc determinerà intensa impregnazione sia per l'assenza di barriera nei capillari neoformati, riproducenti il tessuto di origine extraneurale, sia per l'ampio spazio extracellulare. La localizzazione leptomeningea delle metastasi è evento oltremodo raro. Le neoplasie che più frequentemente possono dare disseminazione leptomeningea sono distinguibili in extraneurali, neurali ed ematologiche. Le lesioni hanno aspetto nodulare o a placca, oppure possono estendersi a panno sull'aracnoide, avvolgendo le radici di emergenza. Sedi più frequenti sono le parti più declivi come il cul-di-sacco durale e la cauda equina (73%), verosimilmente per motivi gravitari. In RM le lesioni appaiono come agglomerati focali di segnale isointenso al midollo nelle immagini dipendenti dal T1, e di alto segnale possono mimetizzarsi col liquor nelle sequenze dipendenti dal T2. La somministrazine di mdc rende tali noduli palesi, per l'alto tasso di impregnazione, e permette di svelare lesioni di piccole dimensioni talvolta mimetizzate per la contiguità con strutture di segnale simile. Più difficile è la semeiotica RM della cosiddetta «carcinomatosi» meningea. La diagnosi differenziale nei casi di metastasi leptomeningee nodulari, ad anamnesi oncologica muta, si pone con i neurinomi (schwannomi) della cauda; con i neurinomi multipli della neurofibromatosi tipo 2, con i piccoli ependimomi della cauda. Nel caso della carcinomatosi leptomeningea vanno scartate le leptomeningiti granulomatose (tubercolosi e sarcoidosi) e le aracnoiditi reattive e postchirurgiche.
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Vattimo, A., L. Burroni, P. Bertelli, D. Volterrani, and A. Vella. "Metastasi spinali: Ruolo della medicina nucleare." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 2 (April 1995): 157–60. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800204.

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Abstract:
Per lo studio delle metastasi scheletriche ed in particolare del rachide la medicina nucleare riesce a dare il suo apporto mediante la scintigrafia scheletrica con MDP-Tc99m e gamma-camera tradizionale e con F-18 e PET. Il midollo osseo può a sua volta essere indagato con microcolloidi marcati con Tc99m. Siccome numerosi tumori (mammella, prostata, polmone, rene e tiroide) metastatizzano frequentemente nello scheletro e prevalentemente nel midollo rosso, con il rachide come segmento più spesso coinvolto, la scintigrafia scheletrica rappresenta una indagine fondamentale per la stadiazione della malattia. Tale metodica presenta infatti una sensibilità molto elevata (maggiore del 95%) nel rilevare le lesioni ossee ed una specificità egualmente alta quando si tratta di lesioni multiple. Per le metastasi del rachide, la tecnica SPET è più sensibile e più accurata nel rilevare la lesione. Scarsa sensibilità e specificità si hanno invece nel mieloma multiplo. Dal punto di vista scintigrafico la lesione ossea si manifesta come un aumento focale di fissazione dell'indicatore radioattivo, dovuto alla reazione osteoblastica, alla neoformazione di osso ed all'aumento del flusso ematico. Meno frequentemente la lesione si manifesta come riduzione di fissazione dell'indicatore per la sostituzione di minerale in assenza di rimaneggiamento osseo circostante. Nel caso di una lesione unica, in cui la specificità della metodica è meno elevata, si procede alla esecuzione di una scintigrafia del midollo osseo per valutare il grado di invasione midollare. Alcune metastasi (carcinomi tiroidei, surrenalici, intestinali) possono infine essere studiate con indicatori positivi, in grado di legarsi alle cellule tumorali per le loro caratteristiche fisico-chimiche e/o fisiopatologiche.
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Pansini, A., P. Conti, F. Lo Re, R. Conti, S. Mangiafico, S. Carnesecchi, P. Bono, F. Cioffi, P. Gallina, and J. Buric. "Cisti aracnoidee spinali." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 1 (February 1996): 59–77. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900107.

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Abstract:
Le cisti aracnoidee spinali costituiscono una causa rara di compressione midollare. Viene discussa la classificazione di questa entità patologica e presentate quattro osservazioni: una cisti intradurale dorsale, una in corrispondenza del tratto lombare, sempre intradurale, una extradurale con doppia localizzazione a livello del tratto dorsale ed una quarta intradurale in corrispondenza del foro di co-niugazione di C6. Dopo aver discusso l'eziopatogenesi delle cisti aracnoidee secondo i diversi autori, viene analizzato il meccanismo di crescita di queste cisti e le lesioni vertebrali associate. La presenza di concomitanti dismorfie vertebrali, il riscontro di una piccola massa lipomatosa in prossimità del polo inferiore della cisti, e l'osservazione della stessa lesione in consanguinei, fanno ritenere estremamente probabile l'eziopatogenesi disembriogenetica. Dopo aver descritto gli aspetti clinici e le diverse indagini neuroradiologiche utili per lo studio delle cisti aracnoidee, vengono riportati i principi di tecnica chirurgica ed i risultati ottenuti.
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Magnaldi, S., and M. Ukmar. "La tomografia computerizzata nella diagnostica delle metastasi spinali." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 2 (April 1995): 167–74. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800206.

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Abstract:
Nella diagnosi delle metastasi spinali la TC presenta alcuni punti deboli, che emergono soprattutto nel caso di un suo impiego scorretto. L' avvocato del diavolo deve individuare le indicazioni più corrette della TC e descriverne i limiti. I protocolli diagnostici si differenziano a seconda che il paziente abbia o meno una neoplasia primitiva nota. La ricerca di metastasi ossee in un paziente con neoplasia primitiva nota inizia con la scintigrafia ossea. Se essa risulta negativa, non occorrono altre indagini, soprattutto se alla negatività scintigrafica si associa quella di altri esami di laboratorio. Se la scintigrafia è positiva, si possono eseguire dei radiogrammi mirati ed eventualmente una tomografia convenzionale nelle aree sospette. Se il risultato di queste indagini è positivo, il paziente viene avviato all'oncologo; solo talora può essere utile una TC per una migliore definizione morfologico-volumetrica delle lesioni. Se l'esame radiologico convenzionale è negativo, si preferisce la RM, più panoramica e sensibile. Nel paziente senza una neoplasia primitiva nota ma con sintomi riferiti al rachide, dopo un esame clinico, vengono in genere eseguiti dei radiogrammi convenzionali. Se essi risultano negativi, il paziente può essere sottoposto ad una visita specialistica, ad esempio neurologica o ortopedica; se anche queste indagini risultassero negative, può essere avviata una terapia medica e ulteriori indagini possono essere programmate solo se la sintomatologia non regredisce. Se l'esame neurologico è positivo, si possono eseguire una TC, se la sede della lesione è clinicamente precisabile, o una RM, se il livello della lesione non è clinicamente precisabile. Se nel radiogramma convenzionale si evidenziano dei reperti patologici, il protocollo si differenzia a seconda del loro numero: nel caso di lesioni multiple con l'aspetto delle metastasi, il paziente può essere avviato all'oncologo senza altre indagini di imaging a livello rachideo. Solo in casi selezionati può essere utile il ricorso ad una RM, per visualizzare compressioni o infiltrazioni del midollo o della cauda. Se il radiogramma convenzionale evidenzia una lesione isolata, l'indagine più utile è la scintigrafia ossea. Dai risultati di quest'ultima indagine dipendono le decisioni successive, tra le quali la TC dovrebbe essere eseguita solo come guida per un'eventuale biopsia. Solo raramente dunque la TC è indicata in prima battuta nello studio delle metastasi vertebrali, ponendosi piuttosto a cavallo tra le indagini di primo livello, con scopi diagnostici, e quelle di secondo livello, con finalità terapeutiche. La TC ha anche alcuni limiti. A causa delle acquisizioni sul piano assiale e della qualità non sempre soddisfacente delle ricostruzioni elettroniche su piani diversi, situazioni parafisiologiche possono essere scambiate con metastasi litiche. La scarsa panoramicità della TC può causare il mancato riconoscimento di lesioni a distanza da quella/e responsabile/i della sintomatologia. La sensibilità della TC, sebbene superiore a quella del radiogramma convenzionale, è inferiore a quelle della scintigrafia ossea e della RM soprattutto per quelle con estensione all'interno dello speco vertebrale. La specificità della TC è sovrapponibile a quella delle altre indagini finora considerate: la diagnosi di metastasi spinali è favorita da un'anamnesi positiva del paziente e dalla molteplicità delle lesioni. Le lesioni vertebrali con l'aspetto TC delle metastasi possono porre problemi diagnostici differenziali con numerose altre condizioni patologiche, come i tumori ossei primitivi, le localizzazioni scheletriche di malattie ematologiche, i processi flogistici ossei, gli esiti di traumi, i crolli vertebrali su base osteopenica, le malformazioni congenite, la malattia di Paget e le malattie metaboliche. Gli aspetti che più spesso si associano a processi patologici non metastatici sono l'unicità delle lesioni, la sede cervicale, la localizzazione all'arco vertebrale, il coinvolgimento congiunto di piatti vertebrali contigui e l'interessamento del disco intervertebrale.
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Bernardi, B., and A. Zimmerman. "Valutazione RM delle malformazioni midollari dell'infanzia (0–2 anni)." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 1_suppl (April 1992): 57–64. http://dx.doi.org/10.1177/19714009920050s111.

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Abstract:
Le malformazioni vertebro-midollari possono essere classificate in diversi gruppi, le forme phù comuni sono comprese in due grandi categorie: 1- disrafismi spinali (spina bifida aperta, disrafismo spinale occulto), 2- altre anomalie spinocaudali. La conoscenza sia dell'embriologia normale che degli aspetti anatomici delle lesioni congenite porta alla comprensione del momento e della fase di sviluppo in cui la normale sequenza era stata interrotta e permette la classificazione delle malformazioni midollari. La risonanza magnetica fornisce la migliore descrizione delle relazioni anatomiche nelle lesioni congenite e quindi rappresenta il modo migliore per pianificare ii trattamento. Alcune anomalie congenite, sebbene presenti alla nascita, non giungono all'attenzione clinica fino all'età adulta. Altre lesioni sono tipicamente evidenti alla nascita o nei primi anni di vita. Il diffuso uso della RM riduce la diagnosi tardiva delle malformazioni occulte e fornisce le informazioni richieste per la pianificazione chirurgica. La proposta di questo lavoro è di utilizzare l'esperienza acquisita dalla revisione della casistica del Children's Hospital di Philadelphia per evidenziare il ruolo della RM nella scoperta e nella valutazione delle malformazioni midollari nei primi due anni di vita. I problemi diagnostici per la giovane eta dei pazienti (0–2 anni), particolarmente importanti nello studio del neonato sono dovuti a considerazioni anatomiche sulla colonna in sviluppo ed alla necessità di ottenere immagini in tempi brevi per avere un controllo del movimento senza anestesia. Sono stati valutati retrospettivamente 64 esami RM di 52 pazienti con evidente o sospetto disrafismo spinale. Sedici presentavano alla nascita una massa dorsale coperta o non coperta da cute. Trentasei erano disrafismi spinali sospetti senza massa dorsale associata (disrafismi spinali occulti) di cui nove presentavano una RM negativa. La RM è attualmente una procedura diagnostica sicura, sensibile e di facile esecuzione e pertanto va utilizzata non appena se ne renda evidente la necessità.
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Magnaldi, S., and M. Ukmar. "La tomografia computerizzata nella diagnostica delle metastasi spinali." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 2 (April 1995): 161–66. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800205.

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Abstract:
La TC si rivela di particolare utilità nello studio delle metastasi spinali che coinvolgono i tessuti molli paravertebrali, lo scheletro del rachide e lo spazio epidurale. L'esecuzione della TC prevede uno scout view o topogramma di localizzazione, sul quale si scelgono dei piani assiali focalizzati su un particolare livello. Le scansioni devono essere acquisite e documentate in modo da poter visualizzare sia le parti molli che le strutture scheletriche. Nelle maggior parte dei casi è sufficiente l'esame TC diretto; talora possono essere utili la TC dopo mezzo di contrasto per via endovenosa o la mielo-TC, come pure le ricostruzioni elettroniche su piani diversi da quello assiale. L'aspetto TC delle metastasi vertebrali, che sono le più frequenti, è multiforme e comprende l'osteolisi (che può essere lacunare, a tarlatura o infiltrativa), l'osteosclerosi (che può presentarsi sotto forma di orletto sclerotico, di nodulo sclerotico o di sclerosi diffusa), le deformazioni e i crolli vertebrali (che derivano dall'infiltrazione del tessuto osseo normale da parte del tessuto neoplastico, con conseguenti fratture patologiche) e lo sconfinamento extravertebrale nelle parti molli pre e paravertebrali e verso lo speco vertebrale. Le metastasi vertebrali presentano inoltre aspetti caratteristici per sede rachidea (più spesso multiple e a livello lombare) e localizzazione nell'ambito della singola vertebra (interessamento preferenziale del corpo vertebrale). Nella diagnostica delle metastasi vertebrali, la TC presenta sia vantaggi che limiti. I vantaggi, dovuti all'assenza di fenomeni di sovrapposizione, sono rappresentati dall'ottima dimostrazione di lesioni in «sedi difficili» per la radiologia convenzionale (peduncoli, processi trasversi o passaggio lombo-sacrale), dall'esatta valutazione della presenza e del numero delle lesioni, dalla migliore definizione della natura delle lesioni (valutazione densitometrica e potenziamento delle lesioni solide dopo mezzo di contrasto) e dal bilancio di estensione. I limiti della TC sono rappresentati dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti, dalla qualità talora subottimale delle ricostruzioni elettroniche, dalla scarsa panoramicità e dall'insufficiente sensibilità (soprattutto per lesioni con estensione all'interno dello speco vertebrale) e specificità. La TC si pone in una posizione di passaggio tra le indagini cosiddette di primo livello, con scopi meramente diagnostici, e quelle di secondo livello, con finalità terapeutiche. La TC è utile, soprattutto per le lesioni ossee, nella valutazione morfologico-volumetrica della/e metastasi, nella definizione dell'estensione extravertebrale delle lesioni, nella guida alle biopsie e nell'eventuale controllo dopo radioterapia e riveste inoltre un ruolo importante nella pianificazione di ulteriori provvedimenti terapeutici (interventi chirurgici di decompressione e radioterapia).
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Milella, D., A. Tarantino, C. F. Andreula, and A. Carella. "Metastasi del midollo spinale: Studio RM." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 2 (April 1995): 235–40. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800215.

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Abstract:
Le metastasi intramidollari, con l'utilizzo della RM, stanno acquisendo sempre più una loro identità nosologica anche per il neuroradiologo, perdendo così la connotazione di patologia di interesse prevalentemente dell'anatomo patologo. La loro frequenza fra le complicanze di un processo neoplastico, è comunque sempre molto rara con un'incidenza infatti che varia dallo 0,9 all'8,5%. Questa rarità di riscontri neuroradiologici è in parte dovuto anche al mezzo tecnico «RM», che deve essere utilizzato sfruttando al massimo le sue potenzialità alla ricerca di queste lesione sovente molto piccole. La neoplasia che più frequentemente realizza lesioni secondarie a livello del midollo spinale è il cancro polmonare, segue poi il cancro mammario, il melanoma, il linfoma, cancro del colon etc. Il nostro studio è stato condotto con un'analisi retrospettiva di 165 esami RM spinali e midollari effettuati a pazienti con una neoplasia primitiva già diagnosticata o la cui diagnosi è scaturita proprio successivamente al riscontro neuradiologico. La sintomatologia di avvio all'esame era quasi sempre aspecifica, priva cioè di un indicazione precisa di sofferenza midollare, ma caratterizzata solitamente da dolore radicolare. Il nostro riscontro è stato di 6 metastasi intramidollari con una percentuale quindi di incidenza di lesioni intramidollari nella nostra casistica del 3,8%. I nostri rilievi neuroradiologici sono stati caratterizzati da alterazione morfologica del midollo spinale, alterazione di segnale, o evidenziazione diretta della lesione dopo somministrazione di mdc. La semeiotica neuroradiologica della lesione midollare sicuramente non patognomonica, ma ugualmente particolare, è comunque elemento indispensabile nell'ambito della diagnosi differenziale, con tutte le altre lesioni intramidollari, che bisogna sempre operare. Tale patologia quindi deve sempre essere tenuta sempre in cosiderazione dal neuroradiologo ogni qual volta viene eseguita una RM del rachide e midollo per la ricerca di metastasi. RM che è da considerare senza alcun dubbio come esame di scelta nella ricerca di possibili lesioni secondarie intramidollari, ma che deve essere eseguita sempre con la massima accortezza e completata con somministrazione ev di mdc paramagnetico, in relazione alle dimensioni solitamente piccole di queste lesioni.
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Gozzoli, L., L. Ambrogio, G. Albertino, M. Borrelli, A. Riva, and C. Ferro. "Sarcoidosi sistemica con localizzazioni encefaliche e spinali." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 1 (February 1996): 95–100. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900113.

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Abstract:
Gli autori presentano un caso di sarcoidosi con localizzazioni encefaliche e midollare; vengono descritti gli aspetti clinici e neuroradiologici ed in particolare viene posta l'attenzione sulla localizzazione midollare di raro riscontro in letteratura. L'orientamento diagnostico è basato su una serie longitudinale di esami RM che documentano una progressiva riduzione delle dimensioni delle lesioni dopo terapia corticosteroidea.
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Dissertations / Theses on the topic "Lesioni spinali"

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Benfield, John E. C. "Spinal inhibitory mechanisms following cord transection in man." Thesis, University of Southampton, 1990. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.280513.

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Gibson, Claire. "Interactions between afferent pathways in spinal cord development." Thesis, University of Newcastle Upon Tyne, 2000. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.311132.

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Valtonen, Kirsi. "Medical problems associated with spinal cord lesions : impact on functioning /." Göteborg: Dept. of Primary Health Care, The Sahlgrenska Academy at Göteborg University, Sahlgrenska University Hospital, 2006. http://hdl.handle.net/2077/684.

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Montanari, Giovanni. "Deep Transfer Learning for Automated Detection of Spinal Lesions from CT scans." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
In this thesis we implement an automated Computer-Aided Detection (CADe) system for spine lesions using Computed Tomographies (CTs) and Convolutional Neural Networks (CNNs). To this end, we conceptualize an algorithmic approach for the whole process of extraction and processing of the vertebrae from CT scans, which also manages the detection step for the whole vertebral body. For training and testing purposes, we generated a dataset composed of several CTs in collaboration with the Rizzoli Orthopaedic Insitute of Bologna, Italy. The vertebrae, either healthy or containing lesions (e.g. metastases, primary tumors, lytic and sclerotic lesions) were extracted from CT scans with a toolbox developed ad hoc to automatize the process. The resulting dataset is composed of slices from the previously extracted volumes containing the vertebrae. Slices were processed with contrast enhancement and data augmentation techniques, and subsequently used to train the Neural Network. For the purpose of detection, we perform an in-depth comparative study by implementing 4 pre-trained networks and exploiting Transfer Learning techniques. To prove the great advantages of Transfer Learning, we show how the pre-trained networks outperform a network trained from scratch, reaching 95.97% accuracy and F1 score of 94.22%. Finally, we equip the CADe system with an intuitive Graphical User Interface (GUI) to allow physicians to use the automated detection software as a support tool for diagnoses on new patients.
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Alisauskaite, Neringa [Verfasser]. "Chronic intramedullary lesions following spinal cord injury in dogs / Neringa Alisauskaite." Hannover : Bibliothek der Tierärztlichen Hochschule Hannover, 2015. http://d-nb.info/1073724646/34.

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Aguilar, Salegio Ernest Antonio, and Ernest Aguilar@flinders edu au. "Pre-Conditioned Lesion: Inflammatory Effects on CNS Regeneration." Flinders University. School of Medicine, 2009. http://catalogue.flinders.edu.au./local/adt/public/adt-SFU20100621.024316.

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Abstract:
In the adult central nervous system (CNS) several factors are implicated in the failure of neurons to regenerate after spinal cord injury (SCI). However, this reduced ability of injured CNS neurons to regenerate can be improved by under certain conditions. For instance, in adult dorsal root ganglion (DRG) neurons, injury to its peripheral branch (unilateral conditioning lesion) prior to injury of its central DRG branch (dorsal column cut) enhances the intrinsic capability of some but not all CNS afferent neurons to regenerate. The exact mechanism mediating this type of response is not known. However, previous studies by other groups have proposed that the regeneration of these CNS afferent neurons might be associated with the inflammatory response following injury to the peripheral DRG branch. Our general aim, was to examine the involvement of the immune response in the regeneration of the CNS DRG branch, as part of the pre-conditioned lesion model. To test this, three questions/hypotheses were investigated. Firstly, we investigated the effects of vaccination in pre-conditioned lesion animals using a peripheral nerve homogenate (PNH, sciatic nerve) as the immunogen. Given the regenerative capabilities of peripheral nerves, we proposed that exposure to this homogenate could enhance the limited regeneration of CNS fibres, after pre-conditioning of DRG neurons. Our results showed that in adult and/or neonatal Sprague Dawley (SD) rats PNH-vaccinated, had greater number of regenerated fibres, as compared to injury matched saline-vaccinated controls. Conversely, passive exposure to PNH through parental vaccination resulted in the suppression of this regenerative trigger. This suppressed competence of CNS fibres to regenerate was indirectly correlated with a reduced number of macrophage cells throughout the SCI epicentre, as compared to greater macrophage numbers found in the adult and/or neonatal treated groups. Secondly, we explored the possibility that a systemic inflammatory effect originating from the peripheral conditioning lesion, might be able to contribute to the regeneration of other injured neurons within the matured CNS. Again, using adult SD rats, we pre-conditioned the peripheral DRG branch as previous and changed the location of the CNS injury from the spinal cord to the optic nerve. Where alike any other injured neuron within the CNS, fails to regenerate. Unfortunately, our results from anterograde or retrograde labelling did not find any regenerated optic nerve fibres, although, we did find macrophage numbers to be higher in pre-conditioned lesion animals as compared to sham-operated animals. Therefore, it is possible that the pre-conditioning peripheral lesion might be allowing for a greater macrophage infiltration into the CNS compartment. Finally, we determined whether an early macrophage infiltration into the CNS compartment could be correlated with the observed CNS regeneration, characteristic of the pre-conditioned lesion model. To test this, we temporarily depleted macrophages before, during and after peripheral nerve lesion, via liposomal clodronate delivery. Our results from anterograde and retrograde labelling of spinal cord fibres revealed no regenerated CNS fibres in macrophage depleted animals, only in injury matched controls. In conclusion, macrophage cells play a beneficial role in the regeneration of CNS afferent fibres of pre-conditioned lesion DRG neurons. This most likely occurs through activation of intrinsic somatic DRG responses, as well as, an increased macrophage activation. We believe this inflammatory response to be of favourable phenotypic characteristic to the regeneration of injured CNS neurons, especially those in proximity to the DRG cell body. In addition, we propose that the conditioning peripheral lesion permits an influx of macrophage cells into the CNS compartment before injury of the CNS DRG branch, which is also likely to be supporting regeneration of afferent fibres. Future studies should evaluate the possibility that activated inflammatory cells might be infiltrating into the CNS under minimal blood-brain barrier disruption. It is clear that a complex communication between the nervous and immune system is occurring after the initial peripheral injury.
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Momin, Abul Khair Mohammad. "The levels of integration of people with spinal cord lesion in Bangladesh." Thesis, University of Leeds, 2003. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.396940.

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Galteri, Giulia. "Analisi del cammino di pazienti con lesione spinale midollare incompleta attraverso i ciclogrammi." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16324/.

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Abstract:
L’avvento delle nuove tecnologie ha permesso lo sviluppo e il miglioramento dello studio del movimento umano, permettendo alla Gait Analysis di diventare un prezioso strumento in ambito medico. La Gait Analysis, definita come analisi computerizzata della deambulazione, mira a quantificare la meccanica del movimento per definire il pattern deambulatorio del soggetto in esame e individuare deviazioni dal normale andamento. Viene quindi utilizzata per la formulazione di diagnosi, prognosi e come supporto medico in terapie riabilitative. Questa pratica ha avuto riscontri positivi in diverse patologie che colpiscono il sistema muscolare come la lesione midollare incompleta. In questo elaborato è stato utilizzato uno strumento tradizionale e performante per l’analisi del cammino, ovvero la stereofotogrammetria Attraverso l’utilizzo del protocollo Outwalk, che si basa su un approccio funzionale per la stima della cinematica articolare, si è definito il sistema di coordinate anatomico/funzionale per ciascun segmento corporeo. Una volta acquisiti i dati stereofotogrammetrici sono state effettuate tre tipi di acquisizione: statica, flesso-estensione del ginocchio e dinamica. Successivamente è stato effettuato il tracking dei dati, l’elaborazione ed infine l’esportazione su Matlab per la stima della cinematica articolare e per la creazione dei Ciclogrammi. Lo scopo di questo elaborato è estrarre delle features per ciascun ciclogramma al fine di stratificare i pazienti in diversi gruppi di invalidità o danneggiamento,basandoci sulla presenza di caratteristiche specifiche geometriche e quantitative del ciclogramma, quali l’area totale e l’area nei singoli quadranti. Sono stati esaminati 5 soggetti sani e 10 pazienti con lesione midollare incompleta ed è stato effettuato un confronto tra i dati ottenuti, riscontrando una possibile classificazione dei pazienti in 4 categorie di compromissione.
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Reggi, Luca. "Analisi del cammino di pazienti con lesione midollare." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11936/.

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Abstract:
Nel trattamento e nella cura di pazienti con lesione spinale è fondamentale una corretta valutazione della lesione e delle disfunzionalità che questa produce. Il cammino è senza dubbio una delle funzionalità maggiormente ridotta a seguito di una lesione, che può portare sia ad una diminuzione di questa capacità sia ad una completa inabilità. Nella valutazione del cammino il clinico si avvale di diverse strumentazioni come sistemi stereofotogrammetrici, pedane di forza ed elettromiografi che gli permettono di svolgere un’analisi strumentale del passo ed indagare le cause muscolari e neurologiche che portano a delle anormalità nella deambulazione. Questo lavoro si propone di presentare questi sistemi e compiere una panoramica dei principali parametri cinematici (velocità del cammino, lunghezza del passo, fase di stance, angoli articolari, ciclogrammi intra-articolari) che influenzano il passo e le metodologie con più successo nel migliorarli. Inoltre verranno evidenziati i risultati ottenuti dall’analisi elettromiografica riguardo alla presenza di pattern muscolari comuni alla base del cammino riscontrabili anche in persone sane e come gli impulsi EMG siano modulabili in ampiezza e durata a seguito di training motori.
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Kleef, Maarten van. "Radiofrequency lesions of the dorsal root ganglion in the treatment of spinal pain." Maastricht : Maastricht : Rijksuniversiteit Limburg ; University Library, Maastricht University [Host], 1996. http://arno.unimaas.nl/show.cgi?fid=6271.

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Books on the topic "Lesioni spinali"

1

Sykes, Laura. Evaluation of a hybrid walking orthosis in patients with spinal cord lesions. Manchester: University of Manchester, 1996.

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2

Spinal cord injury: Functional rehabilitation. Norwalk, Conn: Appleton & Lange, 1992.

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3

Physiotherapy, Chartered Society of. Standards of physiotherapy practice for the management of people with spinal cord lesions. London: The Society, 1990.

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4

1938-, Kobayashi Shigeaki, ed. Neurosurgery of complex vascular lesions and tumors. New York: Thieme, 2005.

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5

Lynn, Phillips, ed. Spinal cord injury: A guide for patient and family. New York: Raven Press, 1987.

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6

S, Lanig Indira, ed. A practical guide to health promotion after spinal cord injury. Gaithersburg, Md: Aspen Publishers, 1996.

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7

1921-, Nicholas James A., and Hershman Elliott B, eds. The Lower extremity and spine in sports medicine. St. Louis: Mosby, 1986.

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8

Stephen, Hochschuler, ed. The Spine in sports. Philadelphia: Hanley & Belfus, 1990.

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9

H, Hochschuler Stephen, ed. The spine in sports. Philadelphia: Hanley & Belfus, 1990.

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Maddox, Sam. Guía de recursos sobre la parálisis. Springfield, N.J: Christopher Reeve Paralysis Foundation, 2003.

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Book chapters on the topic "Lesioni spinali"

1

Valk, Jaap. "Spinal Lesions." In MRI of the Brain, Head, Neck and Spine, 127–207. Dordrecht: Springer Netherlands, 1987. http://dx.doi.org/10.1007/978-94-009-3351-4_5.

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2

Oh, Seung-June. "Spinal Lesions." In Interpretation of Urodynamic Studies, 601–774. Singapore: Springer Singapore, 2018. http://dx.doi.org/10.1007/978-981-10-2284-5_11.

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3

Friede, Reinhard L. "Spina Bifida and Related Spinal Lesions." In Developmental Neuropathology, 248–62. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 1989. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-642-73697-1_21.

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4

Harrigan, Mark R., and John P. Deveikis. "Spinal Vascular Lesions." In Handbook of Cerebrovascular Disease and Neurointerventional Technique, 701–13. Totowa, NJ: Humana Press, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-60327-125-7_20.

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5

Prayson, Richard A., and Karl M. Napekoski. "Spinal Cord Lesions." In Frozen Section Library: Central Nervous System, 139–43. New York, NY: Springer New York, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-4419-7579-9_11.

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6

Sallabanda, Kita, Morena Sallabanda, and Peter Gerszten. "Intradural Spinal Lesions." In CyberKnife NeuroRadiosurgery, 473–80. Cham: Springer International Publishing, 2020. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-50668-1_41.

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7

Harrigan, Mark R., and John P. Deveikis. "Spinal Vascular Lesions." In Handbook of Cerebrovascular Disease and Neurointerventional Technique, 1049–72. Cham: Springer International Publishing, 2018. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-319-66779-9_20.

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8

Laquerrière, Annie, and Florent Marguet. "Spinal Cord Lesions." In Developmental Neuropathology, 179–86. Oxford, UK: John Wiley & Sons, Ltd, 2018. http://dx.doi.org/10.1002/9781119013112.ch17.

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9

Deveikis, John P. "Spinal Vascular Lesions." In Catheter-Based Cardiovascular Interventions, 819–29. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-642-27676-7_50.

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10

Harrigan, Mark R., and John P. Deveikis. "Spinal Vascular Lesions." In Handbook of Cerebrovascular Disease and Neurointerventional Technique, 803–21. Totowa, NJ: Humana Press, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-61779-946-4_20.

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Conference papers on the topic "Lesioni spinali"

1

Santos, Gabriela Emery Cavalcanti, Marcia Cristina Santos Pedrosa, Isabel Cristina Areia Lopes Pereira, Ana Clara Araujo Miranda, and Christiane Tiné Cantilino. "NODULAR FASCIITIS OF THE BREAST: A CASE REPORT." In XXIV Congresso Brasileiro de Mastologia. Mastology, 2022. http://dx.doi.org/10.29289/259453942022v32s1060.

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Abstract:
Nodular fasciitis (NF) is a benign proliferative lesion of fibroblasts and myofibroblasts, first described by Kornwaler et al in 1955. It can occur anywhere in the body, but it rarely happens in the breast. The precise mechanism is not well understood, but it is believed to develop in response to injury, although a history of trauma was described in only 10% of patients. The pathogenesis of NF is also related to a molecular modification as 74%–100% of cases harbor a gene rearrangement involving Ubiquitin-specific Peptidase 6 (USP6). NF commonly affects adults between 20 and 40 years of age, in equal proportion for men and women. It typically presents as a solitary lesion, less than 2 cm in diameter within the subcutaneous tissue, with rapid growth that may be painful or tender. On imaging, NF can mimic malignant lesions, appearing in most cases as a solid mass with a nonuniform shape and speculation. NF is rarely diagnosed by fine-needle aspiration (FNA) cytology or core-needle biopsy, because usually not all of the cells are properly represented or it shows only spindle cells, without more information to confirm the diagnosis. Consequently, commonly it is required to have an excisional biopsy for histologic confirmation. Histopathologically, NF is characterized by a cellular proliferation of mitotically active myofibroblastic/fibroblastic spindle cells that express smooth muscle actin (SMA). An immunohistochemical panel is often necessary for differential diagnosis, including p63, SMA, and CD34. In cases where the diagnosis is still not defined, fluorescence in situ hybridization may be helpful to detect USP6 rearrangement. The differential diagnosis includes the spindle cell lesions, like spindle cell carcinoma and sarcoma among malignant lesions, and fibromatosis and myofibroblastoma among benign lesions. NF has a self-limiting nature and in some cases, spontaneous regression was even described. For that reason, some authors suggest a conservative management with careful observation when NF is definitively diagnosed by FNA or core-needle biopsy. For cases that need a surgical excision for diagnosis, this procedure is already diagnostic and curative. Recurrence after spontaneous resolution or surgical excision has not been reported. A 43-year-old woman visited a breast surgeon with a self-detected painless palpable mass in the left breast of 3 months, without trauma history or systemic symptoms. She had no comorbidities or family history. On examination, there was a firm 4-cm mass in the upper inner quadrant of the left breast, near the parasternal region. The mammogram revealed just bilateral benign calcifications, designated BIRADS 2. Ultrasound demonstrated a 4×4×2.7 cm hypoechoic, irregular, and spiculated mass at 10:00 near the parasternal region and no cleavage plan to pectoralis major muscle, designated as BIRADS 5. There was no atypical lymph node. An ultrasound-guided core biopsy of the suspect nodule was obtained, which showed spindle cells, without atypia. Following this indeterminate finding, the patient underwent excisional biopsy, which histopathologic concluded spindle cells, without atypia, with an immunohistochemical panel showing negative beta-catenin, negative CD34, and positive SMA, suggesting the NF diagnosis. The patient is still in observation, with no evidence of recurrence since the surgical procedure.
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2

Sha, Gang, Junsheng Wu, and Bin Yu. "Spinal fracture lesions segmentation based on U-net." In 2020 IEEE International Conference on Artificial Intelligence and Computer Applications (ICAICA). IEEE, 2020. http://dx.doi.org/10.1109/icaica50127.2020.9182574.

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3

Sha, Gang, Junsheng Wu, and Bin Yu. "Detection of spinal fracture lesions based on SSD." In ICASIT 2020: 2020 International Conference on Aviation Safety and Information Technology. New York, NY, USA: ACM, 2020. http://dx.doi.org/10.1145/3434581.3434675.

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Ramos, Gabriel Bortoli, Rebecca Ranzani Martins, Júlia Carvalhinho Carlos de Souza, Cesar Castello Branco Lopes, and Guilherme Diogo Silva. "Spinal cord lesion and ischemic stroke after chiropractic: a case report." In XIII Congresso Paulista de Neurologia. Zeppelini Editorial e Comunicação, 2021. http://dx.doi.org/10.5327/1516-3180.337.

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Abstract:
Context: Chiropractic is a form of spinal manipulation used to treat cervical pain. This therapy is considered safer than chronic use of anti-inflammatory drugs, opioids or spine surgery. However, chiropractic may cause severe complications such as myelopathy and ischemic stroke. Case report: A 48-year-old woman was admitted to our hospital due to acute tetraparesis. During a chiropractic session for chronic neck pain, patient referred lancinating cervical pain, weakness in the upper and lower limbs, and numbness below the level of the neck. Neurologic examination showed grade two tetraparesis with preserved arm abduction. Pain and vibratory sensation were reduced in trunk, upper and lower limbs. We considered a C5 level spinal cord injury. Cervical spine magnetic resonance imaging revealed a transdiscal fracture of C5-C6 vertebrae. The fracture led to an epidural hematoma and spinal cord compression. Cervical spine displayed ligamenta flava thickening, which may be associated with an undiagnosed ankylosing spondylitis. We also found bilateral vertebral occlusion of V1 and V2 segments. Cerebellar restricted diffusion suggested posterior circulation stroke. We believe that rigidity associated with ankylosing spondylitis favored spinal fracture during chiropractic. Patient was treated with 24mg/day of dexamethasone and 100mg/day of aspirin. Spinal cord decompression surgery was indicated. Unfortunately, in the last followup there was no improvement in patient motor status. Conclusions: Transdiscal C5-C6 fracture led to compressive myelopathy and cerebellar stroke. Safety of chiropractic should be better investigated in specific populations such as ankylosing spondylitis patients.
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5

Chen, Mao-Lin, Hung-Ting Tu, and Jee-Ray Wang. "Applied grey relational grade in spinal lesions imaging study." In 2009 IEEE International Conference on Grey Systems and Intelligent Services (GSIS 2009). IEEE, 2009. http://dx.doi.org/10.1109/gsis.2009.5408318.

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6

Sha, Gang, Junsheng Wu, and Bin Yu. "Detection of Spinal Fracture Lesions based on Improved Yolov2." In 2020 IEEE International Conference on Artificial Intelligence and Computer Applications (ICAICA). IEEE, 2020. http://dx.doi.org/10.1109/icaica50127.2020.9182582.

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7

Sha, Gang, Junsheng Wu, and Bin Yu. "Detection of Spinal Fracture Lesions Based on Improved Yolo-tiny." In 2020 IEEE International Conference on Advances in Electrical Engineering and Computer Applications (AEECA). IEEE, 2020. http://dx.doi.org/10.1109/aeeca49918.2020.9213684.

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8

Sha, Gang, Junsheng Wu, and Bin Yu. "Detection of Spinal Fracture Lesions Based on Improved Faster-RCNN." In 2020 IEEE International Conference on Artificial Intelligence and Information Systems (ICAIIS). IEEE, 2020. http://dx.doi.org/10.1109/icaiis49377.2020.9194863.

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Rys, J. P., A. M. Ellingson, D. J. Nuckley, and V. H. Barocas. "Biaxial Mechanical Testing of Single Annulus Fibrosus Layers." In ASME 2010 Summer Bioengineering Conference. American Society of Mechanical Engineers, 2010. http://dx.doi.org/10.1115/sbc2010-19551.

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Abstract:
The intervertebral disc (IVD), consisting of the inner nucleus pulposus and the outer annulus fibrosus, is subjected to multiaxial stress in vivo. The disc undergoes degenerative changes that account for impairment and disability in middle-aged and older individuals.4 In addition to age-related degeneration, the intervertebral disc is subject to the development of lesions due to partial displacement or rupture of the annulus fibrosus. Such occurrences, typically resulting from physical trauma, can yield disabling effects from impingement on spinal nerve structures. A greater understanding of the IVD and how it functions mechanically is crucial in prevention and repair of debilitating spinal disorders.
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Azpiroz, J., J. Krafft, M. Cadena, and A. O. Rodríguez. "3D visualization of Thoraco-Lumbar Spinal Lesions in German Shepherd Dog." In MEDICAL PHYSICS: Ninth Mexican Symposium on Medical Physics. AIP, 2006. http://dx.doi.org/10.1063/1.2356430.

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Reports on the topic "Lesioni spinali"

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Zheng, Ruo-xiang, Jia-wei Xu, Bi-yao Jiang, Wei Tang, Chun-li Lu, Xiao-yang Hu, and Jian-ping Liu. Mind-body therapies in traditional Chinese medicine for neuropathic pain: a systematic review of randomized controlled trials. INPLASY - International Platform of Registered Systematic Review and Meta-analysis Protocols, April 2022. http://dx.doi.org/10.37766/inplasy2022.4.0016.

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Abstract:
Review question / Objective: The purpose of this review is to comprehensively evaluate the effectiveness and safety on mind-body therapies of traditional Chinese medicine for neuropathic pain. Condition being studied: According to the definition by the International Association for the Study of Pain (IASP), neuropathic pain is a kind of pain caused by lesions or diseases affecting the somatosensory nervous system. It has brought considerable negative impacts on patients and society. Neuropathic pain is a prevalent disease and can be induced by a variety of clinical conditions such as spinal cord injury (prevalence rate: 53%), induced peripheral neuropathic pain (prevalence rate: 38%), diabetic peripheral neuropathic pain (prevalence rate: 10%-26%), chemotherapy postherpetic neuralgia (3.9-42.0/10,000 people per year), prosopalgia (3-5/10,000 people per year), and so on. However, current recommended medicines for neuropathic pain management could cause dependence and adverse events. Thus, alternatives would be helpful for both patients and clinicians. Mind-body therapy in traditional Chinese medicine (TCM) has a long history in clinical practice for relieving pain and their effectiveness has not been systematically reviewed.The purpose of this review is to comprehensively evaluate the effectiveness and safety on mind-body therapies of traditional Chinese medicine for neuropathic pain.
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