Academic literature on the topic 'Letteratura africana'

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Journal articles on the topic "Letteratura africana"

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Barcellona, Francesco Scorza. "Sogni e Visioni nella Letteratura Martirologica Africana Posterlore al III Secolo." Augustinianum 29, no. 1 (1989): 193–212. http://dx.doi.org/10.5840/agstm1989291/311.

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Biondi, Carminella. "Valeria Sperti, La letteratura africana in francese. Dalla Négritude ai giorni nostri." Studi Francesi, no. 174 (LVIII | III) (November 1, 2014): 643. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.1645.

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Finozzi, Anna. "Riscrivere la storia coloniale tramite l’uso dell’oralità: Il caso di Adua (2015)." Memoria y Narración. Revista de estudios sobre el pasado conflictivo de sociedades y culturas contemporáneas, no. 2 (March 5, 2021): 131–45. http://dx.doi.org/10.5617/myn.8669.

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Abstract:
L’articolo si propone di analizzare l’uso dell’oralità nel romanzo Adua (2015) di Igiaba Scego. Tradizionalmente, il testo letterario postcoloniale è stato considerato come una ‘traduzione’ da una lingua orale Africana ad una scritta Europea. Lo scopo dell’articolo è spostare l’attenzione dall’oralità come segno di alterità all’oralità come modalità di trasmissione; questo slittamento critico è necessario per una rivalutazione della letteratura postcoloniale italiana, di cui spesso si considera più la portata documentaristica di quella letteraria. Attraverso i Memory Studies, e in particolare concetti quali la postmemory di Marianne Hirsch, la countermemory di Yael Zerubavel e la travelling memory di Astrid Erll, l’analisi mostra come Adua sia modellata dalla comunicazione orale della memoria attraverso i dialoghi dei personaggi e da altre immagini connesse all’atto di ascoltare e tramandare. Infine, la dicotomia oralità-africanità viene respinta in favore di quella oralità-trasmissione.
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Ali, Ashna. "Activist by Default." Minnesota review 2020, no. 94 (May 1, 2020): 157–66. http://dx.doi.org/10.1215/00265667-8128491.

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Abstract:
This interview with Igiaba Scego, renowned Italian author and journalist of Somali descent, explores the relationship between letteratura della migrazione, the italophone migrant literary movement of the 1990s and early 2000s, and migritude, a burgeoning global literary genre and field of scholarship that addresses contemporary discourses of migration and their colonial histories. Scego discusses her resistance to the category of “migrant writer” and the challenge of retelling stories of postcolonial African diaspora to Italy in the context of Italian colonialism in the Horn of Africa. She discusses what it means to claim the city of Rome as one’s own as a black Italian, and places stories of flight and belonging in a global and historical context. This interview was conducted over WhatsApp, transcribed, and translated into English in February 2019.
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Mezei, Regina. "Somali Language and Literacy." Language Problems and Language Planning 13, no. 3 (January 1, 1989): 211–23. http://dx.doi.org/10.1075/lplp.13.3.01mez.

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Abstract:
RESUMO La Somalia lingvo kaj alfabetigo La 21-an de oktobro 1972, la dekdujara registaro de Somalio finis jam longan debaton kaj decidiĝis pri latina alfabeto por reprezenti la sonojn de la Somalia lingvo. Antaŭe, la somalian oni pludonis de generacio al generacio per buŝa tradicio sen skriba formo, dum la urbanigita, klera elito skribis angle, itale aŭ arabe. Plejparte la lando restis analfabeta je nivelo de 90% ĝis 95%. Post starigo de la oficiala ortografio, signifaj sanĝoj okazis en la lernejoj, kaj oni lancis nacian alfabetigan kampanjon, kiu atingis ankaŭ la somaliajn nomadojn. Mezlernejanoj fariĝis instruistoj en la servo de la stato, la amasmedioj prezentis specialajn programojn kaj lecionojn, anoj de la registaro kaj la armeo estis devigataj lerni la lingvon, kaj plenkreskula edukado trovis lokon en la eduka sistemo. Takso de la Somalia kleriga kampanjo prezentas varian bildon. Kvankam la registaro en Mogadiŝu pretendis 60-procentan alfabetecon post la kampanjo de la mezaj 70-aj jaroj, tiu cifero estas pridubinda, kaj pli aktualaj studoj sugestas, ke la nuna alfabeteco povus esti ne pli ol 30 % . Tamen, tiu cifero altas en Afriko, kaj konsistigas signifan atingon en nomada socio plagumita laŭvice de sekeco, malrico kaj militaj konfliktoj. Nedisputata estas la sukcesa konverto de la lernejoj, de la elementa nivelo gis la Nacia Universitato, al la Somalia lingvo kiel instrumedio, cio ci kun signifa kresko de la nombro de lernejanoj. En la skribo de la lingvo, somaliaj ortografoj liveris la rimedojn, per kiuj lingvo bazita je paŝta vortaro povus esti vastigita por plenumi la lingvajn bezonojn de moderniĝanta socio. Tion ili faris ĉefe per ekspluato de la apartaj strukturo kaj dinamismo de la somalia. Krome, la Somalia "literaturo," precipe la poezio, estis nun transdonebla en skriba formo, tiel garantiante pliajn generaciojn de pluvivo. Certe, la Somalia sperto estas unika. Tamen, ĝi proponas valorajn enrigardojn en ling-voinstruadon kaj alfabetigon en ĉiuj kulturoj, emfazante la gravecon de forta registara engaĝiĝo, uzo de la amasmedio, starigo de alfabetiga korpuso, utiligo de arta esprimiĝo, kaj rekono de ortografio kiel ŝlosila elemento en lernado. SOMMARIO Lingua ed alfabetismo somalesi Il 21 Ottobre del 1972, il giovane governo somalese, al potere da solo 12 anni, ha risolto un dibatito interminabile; cioè, il governo decise di adoperare grafemi latini per rap-presentare fonemi somalesi. Generazioni anterior tramandavano la loro lingua oralmente, mentre l'elite della nazione si serviva dell'inglese, dell'italiano o dell'arabo per le loro co-municazioni scritte. Per il resto del paese il tasso dell'analfabetismo toccava dal 90 al 95 per cento della popolazione. Stabilità l'ortografia ufficiale, cambiamenti di maggior peso si sono introdotti nelle scuole ed una lotta contro l'analfabetismo si e lanciata, arrolgendo tutti i ceti sociali, anche quello nomade. Studenti di liceo diventarono insegnanti, i mass media presentarono pro-grammi e lezioni particolari, impiegati statali e dipendenti militari furono costretti ad im-parare la lingua e scuole per adulti si formarono in tutto il paese. Una valutazione di questi sforzi svolti dalle autorità somalesi nella loro lotta contro l'analfabetismo ci rende risultati ambigui. Benchè il governo centrale abbia rivendicato che l'alfabetismo sia salito a circa 60 per cento dopo la suddetta campagna alla meta degli anni settanta, le cifre sono state contestate da critici competenti e ricerche recenti suggeriscono che l'attuale tasso di alfabetismo sfiori il 30 per cento. Nonostante ciò, il tasso e segnalatamente elevato quando lo si paragona con altri paesi africani. In somma, l'ultima cifra mostra chiaramente un notevole successo, particolarmente se si rende conto che quella società nomade era nel contempo afflitta da povertà perenne, lotte intestine continue, e da una seccita durante decenni. In oltre, nessuno, nemmeno i più accaniti critici, può mettere in dubbio ne'lla riuscita inserzione della lingua nazionale a tutti i livelli dell'insegnamento, dalle scuole elementari fino all'università, né l'aumento cospicuo delle matricolazioni. Nello scrivere della loro lingua, gli ortografi somalesi hanno saputo sfruttare gli elementi strutturali e dinamici della lingua nazionale, fornendo mezzi con cui trasformare una lingua fondamentalmente nomade e pastorale. Per runderla più risponsiva ai bisogni di una società in via di trasformazione. Altro fatto notevole è che la letteratura di questo popolo, particolarmente la sua poesia, fin allera tramandata oralmente, oggi e documen-tata, così assicurandosi la sopravvivenza fra generazioni futuri. L'esperienza somalese ci può sembrare un caso unico, ma, infatti, ci presenta con alcuni informazioni pregeroli sull'insegnamento e la diffusione di una lingua. Mette in rilievo l'importanza dell'impegnamento decisivo di un governo, lo sfruttamento utile e sagace dei mass media e quello d'un corpo d'insegnanti, l'uso didattico dell'espressività artistica, e in fine, Fimpostazione di uno standard ortografico—tutti funzioni essenziali per Finsegnamento e Fapprendimento in qualunque centesto culturale.
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Boraso, Silvia. "Luigi Gaffuri. Racconto del territorio africano." 22 | 2020, no. 1 (December 22, 2020). http://dx.doi.org/10.30687/tol/2499-5975/2020/22/040.

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M, Trizzino, and et al. "Epatite autoimmune in paziente con infezione da HIV: descrizione di un caso clinico." JHA - Journal of HIV and Ageing, November 2020. http://dx.doi.org/10.19198/jha31486.

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Abstract:
L’ipertransaminasemia nei pazienti con infezione da HIV è più comunemente riconducibile a cause virali, infezioni opportunistiche, steatosi epatica o danno indotto dai farmaci. L'epatite autoimmune (AIH) è riportata in letteratura come evento alquanto raro in questa tipologia di pazienti. L'AIH è caratterizzata dalla presenza di autoanticorpi circolanti, aumento delle gammaglobuline, risposta alla terapia steroidea e da un punto di vista istologico dalla presenza di epatite da interfaccia, infiltrato infiammatorio prevalentemente linfomonocitario e formazione di rosette. La terapia immunosoppressiva appare sicura nei pazienti HIV con AIH. Il nostro caso clinico riguarda un uomo africano di 41 anni, con infezione da HIV nota da diversi anni in terapia antiretrovirale, che clinicamente si presenta con un quadro di dolore addominale, astenia e ipertransaminasemia.
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Dissertations / Theses on the topic "Letteratura africana"

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Rossini, Ilaria <1983&gt. ""A la búsqueda de nuevos horizontes". La scrittura della migrazione africana in Spagna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6701/.

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Abstract:
La migrazione genera spesso nei soggetti migranti forme di spaesamento, poiché lo spostamento fisico condiziona la sfera emotiva: in loro può emergere il senso di nostalgia verso la patria e il desiderio del ritorno, oppure la volontà di annullare le proprie radici e di conformarsi ai modelli della società ricevente. Spesso tali sensazioni di spaesamento possono essere superate grazie alla pratica creativa della scrittura; è per questo che nelle varie realtà di immigrazione ha preso campo la pratica della scrittura migrante, dove si dà spazio all’altro che cerca di far sentire la propria voce, ricorrendo alla lingua del Paese d’arrivo, senza rinunciare ai tratti distintivi della sfera culturale d’origine, creando testi ibridi, che disegnano un ponte tra le culture. Focus della ricerca è la scrittura della migrazione africana in Spagna, studiata sia in prospettiva generale che specifica, mediante quattro autori e le relative opere selezionate: Laila (2010) della marocchina Laila Karrouch, Las tres vírgenes de Santo Tomás (2008) dell’equatoguineana Guillermina Mekuy, Una vida de cuento (2006) del camerunese Boniface Ofogo, Amina (2006) del senegalese Sidi Seck. L’analisi dei testi è effettuata sulla base di due filoni tematici, la famiglia e il rapporto con la società d’arrivo, ed è corredata dallo studio del lessico relativo ai due temi di riferimento. Leggere fra le righe il microcosmo della famiglia significa porre l’attenzione sulle diverse dinamiche affettive che stanno dietro alla parola “migrazione” e sulle particolari dimensioni familiari che caratterizzano la vita odierna, dove spesso avviene il contatto fra più culture. Un contatto che si riflette nel macrocontesto della realtà ospite dove si ha modo di avviare un dialogo fra nativi e stranieri, poiché spesso le iniziali forme di contrasto si tramutano in sete di conoscenza e volontà di avvicinarsi, facendo emergere l’idea che la diversità non separa ma arricchisce.
Migration is a complex and circumstantial phenomenon generating somehow forms of disorientation on the migrants, since the physical relocation influences also the emotional sphere. On one hand, migrants might feel the raising of homesickness and the desire to go back home, but, on the other hand, the willingness to cancel their roots and to broadly adapt themselves to the new society. These feelings of disorientation might be positively overcome through the practice of the creative writing, giving the chance to everybody to express themselves in hybrid texts through the host country language, shaping, in this way, a unique cross-cultural bridge thanks to distinctive cultural and literary features of their homeland. The research framework is focusing, from both a general and specific perspective, on the African migrant writing in Spain through the selected works of four authors: Laila (2010) by the Moroccan writer Laila Karrouch, Las tres vírgenes de Santo Tomás (2008) by Guillermina Mekuy from Equatorial Guinea, Una vida de cuento (2006) by the Cameroonian Boniface Ofogo and Amina (2006) written by the Senegalese Sidi Seck. The analysis of these texts is well-framed within two main flows: the family and the relationship with the host society, linked to the study of the vocabulary related to the above mentioned themes. The reader can feel emotional dynamics and domestic dimensions inside the family microcosm which are beyond the mere concept of “migration”, but where most of cultural pattern contacts arise. The host reality reflects this contact through the dialogue between natives and foreigners, whereas initial conflicts become afterwards opportunities to get closer and to better know each other, leading to the concept that diversity does not divide but connects and improve.
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Storti, Silvia. "Il polar africano "Vengeance à Yaoundé" di Marie Ottou: proposta di traduzione." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/12794/.

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Abstract:
Il presente elaborato si concentra sul romanzo poliziesco francofono in Africa nera e sulla traduzione editoriale dal francese in italiano. Inizialmente presenta il genere poliziesco e la narrativa africana francofona dell’area subsahariana. In seguito analizza il polar noir e il caso del romanzo "Vengeance à Yaoundé". Successivamente propone la traduzione di alcuni capitoli di tale romanzo. Infine studia la traduzione del poliziesco, in linea teorica e pratica. Il poliziesco africano è nato negli anni ’70 e si sviluppa negli anni ’80-’90. È attualmente in espansione, ma ancora poco studiato. È di ambientazione prevalentemente africana e d’ispirazione occidentale. Offre spesso l'analisi socioculturale ed economica dell’Africa e ha intento divulgativo e di denuncia. È più influenzato dalla letteratura africana che dal genere poliziesco, tuttavia ne mescola i caratteri e le difficoltà traduttive. "Vengeance à Yaoundé" è un afropolar sentimentale, di sottogenere suspense, scritto dalla giovane autrice camerunese Marie Ottou e pubblicato da Dagan nel 2013. Le peculiarità del romanzo sono la riproduzione dell’oralità, l’eterolinguismo e la presenza di lessico giuridico. Le ultime due caratteristiche, “ibride”, hanno richiesto approcci e strategie traduttivi tipici della traduzione settoriale: rispettivamente glossario e ricerche terminologiche. Ciò ha spinto a riflettere sul fatto che talvolta il confine tra la traduzione letteraria e la traduzione settoriale non è del tutto definito. In ottica traduttiva, oltre al rispetto delle norme del genere poliziesco, è stata fondamentale la conoscenza del contesto socioculturale, linguistico e letterario dell’opera, possibile anche grazie al rapporto diretto con l’autrice. L’intento è stato che la traduzione proposta fosse un punto d’incontro tra il “mondo” linguistico e culturale di partenza e quello d’arrivo.
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Motuo, Fanmegne Lucienne Martel. "Racconti tradizionali del Camerun: Proposta di traduzione." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11402/.

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Abstract:
Ho scelto di tradurre il libro Les Contes Du Camerun di Charles Binam Bikoi e EmmanuelSoundjock perché questo capolavoro della letteratura africana mi ha permesso di mettere sotto i riflettori la ricchezza del patrimonio culturale camerunense. I racconti del libro contengono insegnamenti che costituiscono una fonte di sapienza, di saggezza e valori di riferimento da cui trarre spunti
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Tarquini, Valentina. "I folli in cammino : saggio sulle rappresentazioni e i significati della figura del folle nelle letterature dell'Africa nera, francofone e anglofone, dalle indipendenze ai giorni nostri." Thesis, Strasbourg, 2012. http://www.theses.fr/2012STRAC011.

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Abstract:
La récurrence de la figure du fou errant dans le roman d’Afrique noire suscite bien des questionnements sur les raisons de sa mise en oeuvre dans l’époque tumultueuse des prétendues indépendances. Cette étude couvre un laps de temps allant des années 1950 à la première décennie du nouveau siècle ; et elle inclut les textes narratifs francophones et anglophones en vue de fournir une vue d’ensemble permettant de retracer l’évolution de la représentation du fou d’un point de vue diachronique. L’étude typologique de fous errants précède une analyse du discours dans le texte littéraire focalisée sur trois niveaux : le plan de l’énonciation,celui des techniques romanesques et le plan du langage de l’imaginaire. Il en résulte un dynamisme évoquant l’emprise du fou sur les trois instances du discours, d’où l’hypothèse du fou comme étant une figure de médiation dans les différents domaines de la société : médiateur spirituel et religieux ; interlocuteur intermédiaire avec l’autorité institutionnelle ; et enfin dispositif médian en littérature, aussi bien dans la pratique scripturale que dans l’institution littéraire. Le caractère marginal du fou dans la société et l’élan réformateur qu’il assume à l’époque contemporaine, font de lui un outil cognitif capable de créer un nouveau code littéraire et d’articuler le discours africain en quête d’autonomie. Les mêmes caractéristiques marquent en outre le statut des oeuvres africaines et du romancier dans la situation actuelle
The recurrence of wandering madmen and fools in the black African novel raises many questions about the reasons behind its implementation during the so-called independences. This study covers a time span ranging from the 1950s to the first decade of 2000. It includes Francophone and Anglophone fiction in order to gain an overview that allows one to observe an evolution in the representation of the fool with a diachronic perspective. The typological study of wandering fools precedes the discourse analysis in the literary texts, focusing on three levels: speech, narrative procedures and imagery. It fallows that the fool’s dynamism recalls his impact on the three modes of discourse. This leads to a hypothesis that he is a figure of mediation in many areas of society, being a spiritual and religious mediator, an intermediary to institutions of authority,and even an intermediary in literature, both in writing and in the literary institution. The social marginalization of the fool and the reformist zeal he takes in contemporary times, make him an instrument of knowledge that can create a new literary code and articulate the African discourse in its quest for autonomy. Moreover, these features mark the social status both of African works and of the novelist in the literary scene
La ricorrenza della figura del folle in cammino nel romanzo dell’Africa nera suscita numerosi interrogativi sulle ragioni della sua messa in opera nell’epoca turbolenta delle cosiddette indipendenze. Lo studio abbraccia un arco temporale che va dagli anni ’50 al primo decennio del 2000 e comprende la narrativa francofona ed anglofona al fine di ricostruire una panoramica che permetta di tracciare l’evoluzione della rappresentazione del folle sul piano della diacronia. A uno studio tipologico di folli erranti segue l’analisi del discorso nel testo letterario che si focalizza su tre piani: quello dell’enunciazione, quello dei procedimenti narrativi e quello del linguaggio dell’immaginario. Ne risulta un dinamismo che evoca il dominio del folle sulle tre istanze del discorso, da cui l'ipotesi del folle come una figura di mediazione nei diversi ambiti della società : mediatore spirituale e religioso ; interlocutore intermediario con l’autorità istituzionale ; infine strumento mediano in letteratura, tanto nella pratica della scrittura quanto nell’istituzione letteraria. Ilcarattere marginale del folle nella società e lo slancio riformista che egli assume nella contemporaneità, fanno di lui uno strumento conoscitivo in grado di creare un nuovo codice letterario e di articolare il discorso africano in cerca di autonomia. Le stesse caratteristiche segnano lo statuto delle opere africane e del romanziere nello scenario attuale
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Books on the topic "Letteratura africana"

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Pajalich, Armando. Una letteratura africana coloniale di lingua inglese. Venezia, Italia: Supernova, 1991.

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italo-africano, Istituto. La letteratura africana nella biblioteca dell'Istituto italo-africano: Catalogo delle opere di autori africani e dei testi acquisiti nel decennio 1976-1985. Roma: L'Istituto, 1987.

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3

Letterature in lingue africane. Milano: Jaca Book, 1993.

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4

Commare, Giuseppina. I figli africani di Dante: Sulla letteratura migrante italofona. Catania: C.U.E.C.M., 2006.

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5

La donna nel romanzo africano in lingua inglese: Letteratura. Calliano, Italy: Manfrini, 1985.

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6

Haroutyunian, Sona, and Dario Miccoli. Orienti migranti: tra letteratura e traduzione. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-499-8.

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Abstract:
The book series, edited by Nicoletta Pesaro and sponsored by the Department of Asian and North African Studies, aims to give voice to a time-honoured branch of theoretical and practical research across the disciplines and research domains within the Department. The series aims to establish a platform for scholarly discussion and a space for international dialogue on the translation of Asian and North African languages. In doing so, the project aims to observe and verify the translingual and transcultural dynamics triggered by translation from and into said ‘languages-cultures’, as well as to identify and explore the deep cultural mechanisms and structures involved in interethnic behaviours and relationships. Translation is also a major research tool in the humanities. As a matter of fact, a hermeneutic potential in terms of cultural mediation is inherent in translation activities and in the reflection on translation: it is precisely this potential that allows scholars, in both their research and dissemination work, to bring to the surface the interethnic and intercultural dynamics regulating the relationships between civilisations, both diachronically and synchronically. The project is a continuation and a development of the research carried out in recent years by the former Department of East Asian Studies – now Department of Asian and North African Studies – of Ca’ Foscari University of Venice through a series of initiatives organised by the research group on the translation of Asian languages “Laboratorio sulla Traduzione delle Lingue orientali” (Laboratori sulle lingue orientali). Such activities involved periodical meetings on translation, whose objective was to introduce and discuss specific issues in translation from and into Asian languages, as well as several international events (workshops, conferences, and symposia).
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Todorov, Tzvetan. La letteratura fantastica. 5th ed. Milano: Garzanti, 1995.

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Turano, Maria R. Un' idea di Africa: Antropologia letteratura, teatro. [Taviano]: Grafo 7 Editrice, 1995.

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Lombardo, Agostino. Le orme di Prospero: Le nuove letterature di lingua inglese : Africa, Caraibi, Canada. Roma: Carocci editore, 2004.

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Giovanni, Nucci, and Barca Vincenzo, eds. Scritti d'Africa: Bibliografia cronologica della letteratura africana edita in Italia dal 1913. Roma: Istituto italiano per l'Africa e l'Oriente, 2001.

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