Academic literature on the topic 'Letteratura araba contemporanea'

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Journal articles on the topic "Letteratura araba contemporanea"

1

Zanelli, Patrizia. "La letteratura araba contemporanea a Fondamenta." Oriente Moderno 82, no. 2 (August 12, 2002): 470–72. http://dx.doi.org/10.1163/22138617-08202013.

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2

Forte, Francesca. "Ibn Khaldūn e il pensiero marocchino contemporaneo." Doctor Virtualis, no. 17 (May 14, 2022): 185–209. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7362/17855.

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Abstract:
La moderna riscoperta del lavoro di Ibn Khaldūn da parte degli studiosi arabi si è sviluppata attorno a una vera e propria dicotomia: alcuni hanno descritto Ibn Khaldūn come un pensatore originale e anomalo tenendo conto del suo contesto e del suo tempo, o l’unico e più alto rappresentante del pensiero arabo-islamico, legittimando gli interessi di coloro che puntavano a mettere in ombra la restante parte della tradizione. Dall’altra parte si è assistito al tentativo opposto di ridimensionare la sua originalità rispetto al contesto evidenziando la sua piena appartenenza alla tradizione storiografica e di pensiero islamica. Questo contributo intende approfondire le interpretazioni di quattro importanti esponenti del pensiero marocchino contemporaneo che hanno dedicato a Ibn Khaldūn importanti studi: si tratta di Mohammed Aziz Lahbābi, Mohammed Abed al-Jābrī (importante esponente della scuola filosofica di Rabat), il noto intellettuale Abdallah Laroui, e il letterato Bensalem Himmich. Si fa riferimento in primo luogo a M.A. Lahbābi e al suo allievo più noto, M.A. al-Jābrī, al primo perché ha dato sicuramente un impulso importante allo studio dell’autore ed è tra i fondatori della scuola di Rabat, al secondo per la sistematicità e importanza della sua proposta teorica di critica della ragione araba. L’analisi proposta da A. Laroui, anch’egli rappresentante della scuola di Rabat, mette in luce caratteristiche diverse dell’opera di Ibn Khaldūn rispetto ai primi due studiosi, concentrandosi sui temi della modernità e dello Stato. Si è dato spazio infine a un’altra lettura, quella proposta da B. Himmich che all’autore ha dedicato uno studio e una biografia romanzata, a dimostrazione della sua attitudine a intrecciare ricerca accademica e letteratura. Si tratta di autori che hanno avuto grande riscontro e risonanza nel mondo arabo e che sono ben noti anche in quello occidentale, in particolare Laroui. The modern rediscovery and re-appropriation of Ibn Khaldūn’s work by Arab scholars has largely developed along the following dichotomy. On the one hand, some have described Ibn Khaldūn as an original and atypical thinker for his context and time, and as the only or highest representative of Arab-Islamic thought – thus partly reinforcing the view of many Western scholars who had minimized the role of the tradition to which he belonged. On the other hand, there has been an opposite trend that demotes his originality, by highlighting his complete adherence to the Islamic tradition of historiography and thought. This contribution studies four prominent contemporary Moroccan scholars who have systematically addressed Ibn Khaldūn’s philosophy: Mohammed Aziz Lahbābi, Mohammed Abed al-Jābrī, Abdallah Laroui, and Bensalem Himmich. The essay first considers Lahbābi and al-Jabri, Lahbābi’s most renowned pupil; the former due to his contribution to the advancement of the study of Ibn Khaldūn in general, and as one of the founders of the school of Rabat, and the latter due to the theoretical importance and systematic nature of his critical approach to Arab thought. Laroui, another representative of the school of Rabat, offers an analysis which highlights different characteristics of Ibn Khaldūn’s work, compared to the first two scholars, by focusing on the subjects of modernity and the State. Finally, the chapter examines Himmich’s reading. Himmich has written both an academic work as well as a literary/fictional biography of the Maghrebi figure in focus. All these four scholars have made a substantial impact on the Arab world, whilst also being wellknown in the West, Laroui in particular.
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3

Jaran, Mahmoud. "ELIAS CANETTI E TONI MARAINI A MARRAKECH: UN VIAGGIO NELLA MEMORIA." Revista Internacional de Culturas y Literaturas, no. 14 (2013): 28–42. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2013.i14.03.

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Abstract:
Nel presente articolo, si prendono in esame due opere di due autori decisamente lontani l’uno dall’altra, ma che si incontrano negli stessi luoghi nei loro sentimenti. La prima opera è “Le voci di Marrakech” (1968), dello scrittore bulgaro di famiglia ebrea e premio Nobel per la Letteratura, Elias Canetti, mentre la seconda è “Ultimo tè a Marrakech”, un diario di viaggio uscito nel 2000, della scrittrice e poetessa italiana, Toni Maraini. Entrambi questi viaggi nel mondo arabo, sono ritratto socioculturale del Marocco contemporaneo, conditi da squarci di vita quotidiana, i quali in modi e forme differenti, offrono la possibilità di compiere una serie di analisi e di riflessioni che interessano la tesa relazione ontologica tra occidente e oriente, ma anche una vasta gamma di campi interdisciplinari: dal femminismo alla teoria postcoloniale;dalla politica ai cultural studies
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Abdelmontaleb, Saber Mahmoud. "Il plurilinguismo nella letteratura italiana contemporanea e problematiche di traduzione in arabo. L’esempio di Passavamo sulla terra leggeri di Sergio Atzeni." Journal of Languages and Translation 10, no. 1 (January 1, 2023): 1–19. http://dx.doi.org/10.21608/jltmin.2023.277580.

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5

Fiorani, Valeria Piacentini. "OMAN AS POLE OF CULTURAL, MERCANTILE AND ECONOMIC BUSINESS BETWEEN EAST AND WEST." Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e Lettere - Incontri di Studio, July 13, 2017. http://dx.doi.org/10.4081/incontri.2017.276.

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Abstract:
Per capire l’importanza dell’Oman come polo culturale e mercantile e, allo stesso tempo, come perno politico e strategico nelle relazioni fra Oriente e Occidente, non si può prescindere dalla sua configurazione geografica e dal habitat umano che caratterizzano questa regione, di cui si accenna brevemente in questo discorso e in quello che segue. Si tratta di peculiarità che hanno avuto un profondo impatto sulla vita e la storia della regione per oltre cinque millenni, facendone un unicum nel contesto culturale dei mari che lo circondano e della stessa Penisola Arabica. Le evidenze archeologiche che stanno venendo alla luce confermano il ruolo dell’Oman come crocevia delle vie di terra e di mare. Per quanto riguarda l’Occidente europeo, fino a circa il secolo diciannovesimo viaggiatori ed esploratori descrivevano l’Oman come uno scatolone di sabbia, sassi e rocce – quanto più di inospitale potesse esserci – sprofondato nella nebbia delle leggende Bibliche della Regina di Saba e delle miniere di Re Salomone. Tuttavia, riesaminando alcuni documenti dagli archivi Italiani, e la ricca letteratura contemporanea in lingue Araba e Persiana (essenzialmente cronache, resoconti di viaggiatori e geografi, e codici commerciali), emerge un’immagine ben diversa, e le fonti, anziché contraddirsi, si integrano perfettamente. Da questi emerge l’importanza della posizione strategica dell’Oman all’imboccatura del Golfo, una posizione che, anziché dar vita a una florida pirateria, evolvette in una oculata politica di intese e alleanze matrimoniali con i paesi gravitanti sui mari circostanti, quali i potentati della fascia costiera Iranica e del Balochistan meridionale, l’India e l’Asia sud-orientale, e le coste orientali dell’Africa. E quando le relazioni fra popolazione delle coste omanite e comunità del hinterland si strutturò in equilibri sociopolitici e complementarità di servizi, allora l’Oman divenne il vero e proprio perno di nuove realtà politiche che diedero vita a veri e propri sistemi di terra e di mare. Nel discorso che segue, si esaminano alcune fasi ben precise della storia Omanita, quali il periodo del dominio Buyide (X secolo CE), il sistema politico costruito dai turchi Selgiuchidi (XIXIII secolo CE), e il regno di Hormuz fino all’arrivo dei Portoghesi (XVI secolo CE). Questi si distinguono per alcune realtà ben puntualizzate dalle fonti letterarie e le evidenze archeologiche, realtà che – si può dire –costituiscono l’identità dell’Oman fino ai giorni attuali. Ad esempio: l’interazione fra le genti del mare e le genti del hinterland, basata su una complementarità di rapporti e “servizi”; l’abilità di alcuni sovrani di evitare di essere coinvolti “a favore” o “contro” in caso di conflitti regionali, e di perseguire una politica basata sulla “inclusività” e non sulla “esclusività”; donde anche, la vitalità e il cosmopolitismo che regnò in determinate corti, e il dinamismo della popolazione che le circondava, fatta di comunità che convivevano attivamente fra loro in un vivace rapporto inter-religioso, inter-culturale e inter-etnico. Una realtà ben viva ancora oggi. Se poi si paragonano questi aspetti con determinate tradizioni del pensiero Islamico, è possibile rapportare queste realtà all’influenza del pensiero Ibadita sulle comunità Omanite, come verrà esplicitato nel discorso che segue.
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Dissertations / Theses on the topic "Letteratura araba contemporanea"

1

MINETTI, STEFANO. "LA QUESTIONE MORALE IN ‘ABID AL‐JĀBIRĪ." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1066.

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Abstract:
La tesi illustra il pensiero del filosofo marocchino contemporaneo M.A. al-Jābirī (al-Jabri), uno dei principali filosofi arabi del XX secolo. Dopo una breve introduzione, la tesi illustra la struttura teoretica del pensiero di Jabiri e, dopo averlo contestualizzato nel panorama della filosofia araba contemporanea, si concentra sulla questione morale, illustrando come il pensatore marocchino ritenga si sia evoluta la filosofia morale in ambito arabo islamico. L’analisi si caratterizza per un approccio storico-filologico, benché i contributi teoretici elaborati da Jabri non siano trascurabili. Segue un ultimo capitolo che mette in evidenza alcune delle critiche mossegli – in particolare da un autore arabo, George Tarabishi, e da uno studioso italiano, Massimo Campanini – rispetto alla visione di Jabri. La tesi si conclude con alcune riflessioni personali del redattore di tesi.
The thesis illustrates the thinking of contemporary Moroccan philosopher M.A. al- Jābirī (al-Jabri), a major Arab philosopher of the twentieth century. After a brief introduction, the thesis presents the theoretical structure of his thought. Then it contextualizes Jabri’s thought in the framework of contemporary Arab philosophy. The second chapter focuses on Jabri’s theory of moral philosophy, illustrating how the Moroccan thinker considers the developing of moral philosophy through the ages in the Arab Islamic context. The analysis is characterized by a philological-historical approach, although theoretical contributions developed by Jabri are not negligible. A final chapter follows to highlight some of the criticisms made against him - in particular by an Arab author, George Tarabishi, and an Italian scholar Massimo Campanini - compared to the vision of Jabri. The thesis concludes with some personal reflections of the editor.
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Censi, Martina <1983&gt. "Rappresentazioni del corpo nel romanzo delle scrittrici siriane contemporanee." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3062.

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Abstract:
In this study, I consider the different representations of the body in a selection of Arabic novels, published by Syrian contemporary women writers: Kursī by Dīma Wannūs, Ḥurrās al-hawā’ by Rūzā Yāsīn Ḥasan, Banāt al-barārī by Mahā Ḥasan, Rāʼiḥat al-qirfa by Samar Yazbik, Imrāʼa min haḏā al-ʽaṣr by Hayfāʼ Bīṭār and Burhān al-ʽasal by Salwā al-Naʽīmī. Even if we can not talk about fundamental difference between “male writing” and “female writing”, the difference resides in women's position in the society which results from the action of several socio-symbolic pressures. Writing breaks the silence in which women have historically been relegated. Women's writing is, therefore, a twofold process of liberation from the pressures of the patriarchal system, on one hand, and from political censorship on the other. These writers deepen all the aspects of the body as a fundamental representation of the individual. The body is the place of negotiation between the individual and the collective dimensions and it becomes a metaphor of the individual as a "desiring subject" in opposition to the concept of "subdued".
Dans cette étude, j'envisage les différentes représentations du corps dans un corpus de romans en langue arabe des écrivaines syriennes contemporaines : Kursī de Dīma Wannūs, Ḥurrās al-hawā’ de Rūzā Yāsīn Ḥasan, Banāt al-barārī de Mahā Ḥasan, Rāʼiḥat al-qirfa de Samar Yazbik, Imrāʼa min haḏā al-ʽaṣr de Hayfāʼ Bīṭār et Burhān al-ʽasal de Salwā al-Naʽīmī. Pour l'analyse du corpus je m'appuie sur une méthodologie plurielle, capable d'intégrer la narratologie avec la théorie littéraire et la critique féministe. Même si le roman lui-même n'a pas de gender, la valeur d'un roman écrit par une femme peut se révéler différente de la valeur d'un roman écrit par un homme. L'écriture brise le silence dans lequel la femme a été historiquement reléguée en ressortant d'un double processus de libération : des pressions du système patriarcal et de la censure politique. Les écrivaines du corpus s'éloignent de la question nationale – centrale dans la production des années soixante-dix et quatre-vingt-dix – pour s'approcher de celle de l'individu. Le regard est dirigé vers le corps comme lieu fondamental de l'individu, en tant que « sujet désirant » en opposition à l'« assujetti ». Le corps est le lieu de négociation entre instances individuelle et collective.
In questo studio considero le diverse rappresentazioni del corpo all'interno di una selezione di romanzi, in lingua araba, di sei scrittrici siriane contemporanee: Imrāʼa min haḏā al-ʻaṣr di Hayfāʼ Bīṭār, Banāt al-barārī di Mahā Ḥasan, Burhān al-ʻasal di Salwā al-Naʻīmī, Kursī di Dīma Wannūs, Ḥurrās al-hawā’ di Rūzā Yāsīn Ḥasan e Rāʼiḥat al-qirfa di Samar Yazbik. Per l'analisi del corpus, mi servo di un approccio metodologico plurale, capace di integrare gli strumenti della narratologia e della teoria letteraria con quelli della critica femminista. Se infatti il romanzo non ha gender, la valenza di un romanzo scritto da una donna è diversa, in quanto la scrittura femminile proviene da un duplice atto liberatorio: dalle pressioni del sistema patriarcale e dalla censura politica. Le scrittrici arabe contemporanee si allontanano dai concetti di patria e di identità nazionale – centrali nella produzione degli anni Settanta e Ottanta – per concentrarsi sulla sfera individuale. In quest'ottica, il corpo diventa la rappresentazione primaria dell'individuo nella sua qualità di soggetto desiderante, in contrapposizione all'assoggettato. Il corpo è il terreno sul quale si gioca la negoziazione tra istanza individuale e collettiva.
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Pellegrino, Chiara <1984&gt. "Il tafsīr ‘ilmī nel pensiero islamico contemporaneo e le sue pretese origini classiche." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4651.

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Abstract:
La presente tesi verte sulla cosiddetta “esegesi scientifica” (tafsīr ‘ilmī) del Corano, una delle tipologie ermeneutiche più innovative nel pensiero islamico, specialmente rappresentata a partire dal Novecento. Nata nel contesto coloniale, in seguito al più ravvicinato contatto del mondo islamico con le acquisizioni scientifiche e tecnologiche occidentali, essa è quella branca di studi che mira a comprendere il significato dei versetti coranici alla luce delle scienze sperimentali e ad affermare l’inimitabilità del Corano anche sotto il profilo scientifico (i‘ğāz ‘ilmī). Questo lavoro delinea il contesto storico di tale forma esegetica, ne illustra gli elementi più sintomatici, ne passa in rassegna i maggiori interpreti e ne traccia i presunti fondamenti tradizionali. Nella volontà di conferire uno statuto più elevato a una disciplina relativamente recente, gli esegeti scientifici pongono le loro riflessioni sotto l’egida delle opere dei più noti teologi, giuristi ed esegeti del passato come Abū Ḥāmid al-Ġazālī, Faḫr al-Dīn al-Rāzī e Ğalāl al-Dīn al-Suyūṭī.
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Ornaghi, Dario <1981&gt. "Variazione e mutamento linguistico nell’Egitto rurale contemporaneo: un’indagine sociolinguistica sulla diffusione dell’arabo egiziano standard in due località del Governatorato di al-Šarqiyya." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/952.

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Shoieb, Sara. "Letteratura e dialogo interculturale. Un percorso tra scritture e traduzioni." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1269979.

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Abstract:
In un’epoca come quella attuale caratterizzata dalla globalizzazione e dalle migrazioni internazionali, le scritture migranti hanno ricevuto una crescente attenzione letteraria in seguito alla crescita dei testi composti nella lingua del paese ospite, che osserva il desiderio di chi vive all’interno di una comunità migrante di intraprendere la propria espressione comunicativa attraverso le varie forme dei generi letterari. In questo studio, per una scelta di ordine metodologico si è deciso di prendere in considerazione il caso di alcuni testi in prosa di autori e autrici migranti italiani di origine araba, che avessero un minimo di diffusione e che i cui testi offrissero una certa riflessione interculturale. Si sono scelte, dunque, opere dell’algerino Amara Lakhous e dell’iracheno Younis Tawfik, mentre sul versante della letteratura migrante al femminile sono stati scelti i romanzi di due scrittrici di origine palestinese, Salwa Salem e Rula Jebreal. Nell’ultima parte della ricerca, invece, si sofferma sul ruolo della traduzione letteraria delle opere tra la cultura italiana e quella araba, sullo scambio che si realizza fra le due culture, quella di partenza e quella di arrivo, e la possibilità di comunicazione interculturale che la traduzione pone. Sono stati catalogati, quindi, diversi esempi del fertilissimo lavoro di traduzione di romanzi, racconti, poesie e opere teatrali dei più importanti autori e autrici arabi tradotti in italiano e viceversa, e il ruolo delle iniziative di traduzione promosse dalle piccole case editrici, al fine di osservare come il libro possa diventare un mezzo per la promozione di un efficace incontro/confronto/dialogo interculturale.
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FONTANA, CHIARA. "Un’analisi linguistica, retorica e metrica dell’opera sperimentale di Naǧīb Surūr: La “seconda nahḍa” degli anni ’60 e ’70 e l’evoluzione del testo in ʻāmmiyya e fuṣḥā." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1063151.

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Abstract:
Il progetto di ricerca realizzato ha per oggetto un’analisi linguistica e retorica e formale sull’opera sperimentale di Nağīb Surūr (1932 - 1978) - poeta, critico e drammaturgo egiziano attivo durante la stagione della “seconda nahḍa” (anni ’60 e ‘70) - pressoché ancora sconosciuto al pubblico occidentale. La ricerca è costituita da sei capitoli: il primo è dedicato alla medotologia olistica impiegata, il secondo alla ricostruzione del contesto socio-culturale e storico durante il quale fu attiva Ǧīl as-sittiniyyāt wa as-sab‛īniyyāt e tre ampi capitoli centrali sono interamente dedicati all’analisi testuale dei tratti retorici linguistici e metrici salienti rispettivamente nella poesia, nel teatro e nella prosa di Naǧīb Surūr. Il sesto capitolo, infine, è un corpus della produzione lirica dell’autore, per un totale di 634 versi tradotti e ordinati in ordine cronologico. Ad esso seguono due appendici contenenti alcuni interessanti approfondimenti di studio - propedeutici alla realizzazione della ricerca - quali quelli su ‛ilm al-‛arūḍ wa at-taf‛īlāt e sull’evoluzione del concetto di naẓm al-bayt in poesia come elemento di riflessione essenziale ai fini dell’analisi testuale, nonché un glossario di termini tecnici, prevalentemente attinenti all’ambito de al-balāgha e ‛ilm al-arūḍ wa at-taf‛īlāt. Gli studi sulla retorica e metrica araba e l’applicazione delle nozioni acquisite ai fini dell’analisi testuale, sono fra gli aspetti più innovativi del lavoro all'interno del quale sono stati indagati con precisione argomenti ancora poco osservati, soprattutto in chiave applicativa nelle analisi testuali, rendendo fruttuoso sotto il profilo metodologico quanto acquisito durante i tre anni di studio e approfondimento sui temi della retorica, metrica e letteratura araba contemporanea nonché sulla rivalutazione delle innovazioni letterarie della produzione degli anni '60 e '70 in Egitto formulata sia in ʻāmmiyya sia in fuṣḥā
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ABDELKADER, KENAWI MUHAMMAD ABDELLATIF. "L'Italiano in Egitto e Italiani d'Egitto. Autori e traduttori in epoca moderna tra l'una e l'altra sponda del Mediterraneo con una nuova traduzione in Arabo dell'Allegria di Giuseppe Ungaretti." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/11573/1033550.

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Abstract:
La tesi studia lo sviluppo della lingua italiana in Egitto a cavallo tra il 19° e il 20° secolo, con maggiore attenzione al lavoro letterario di alcuni figli e alcune figlie della comunità italiana ad Alessandria d'Egitto come Amalia Nizzoli, F. T. Marinetti, Enrico Pea, Fausta Cialente ed altri. Per concentrarsi dopo alla storia parallela del lavoro degli orientalisti italiani in Egitto e la nascita dei dipartimenti di lingua e cultura italiana, indicando il lavoro eccezionale di alcuni pionieri dell'Italianistica egiziana come Hassan Uthman e Taha Fawzi. Alla fine e come modello di questo incontro tra l'Egitto e l'Italia, si studia l'opera di Giuseppe Ungaretti, sia di prosa che di poesia, presentando in appendice un'antologia di poesie di Ungaretti tradotte in arabo dall'autore della tesi.
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Books on the topic "Letteratura araba contemporanea"

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D'Afflitto, Isabella Camera. Letteratura araba contemporanea: Dalla nahḍah a oggi. Roma: Carocci, 1998.

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Lutzoni, Silvia. L'Oriente allo specchio: Per una verifica del concetto di orientalismo nella letteratura araba contemporanea. Viterbo: Sette città, 2012.

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