Academic literature on the topic 'Letteratura di viaggio'
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Journal articles on the topic "Letteratura di viaggio"
Masetti, Lucia. "Montagne e treni: due topoi purgatoriali nel secondo Novecento italiano Lucia Masetti." Quaderni d'italianistica 41, no. 2 (June 11, 2021): 71–92. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v41i2.36772.
Full textJaran, Mahmoud. "ELIAS CANETTI E TONI MARAINI A MARRAKECH: UN VIAGGIO NELLA MEMORIA." Revista Internacional de Culturas y Literaturas, no. 14 (2013): 28–42. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2013.i14.03.
Full textCascio, Gandolfa, Ivana Cutugno, and Serena Vitulo. "Voci di viaggio. Un'esperienza di Photovoice con minori migranti." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (January 2021): 143–58. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-001009.
Full textIacobucci, Gabriella. "Il lungo viaggio di Ricci: vicende di una traduzione." Italian Canadiana 35 (August 18, 2021): 183–89. http://dx.doi.org/10.33137/ic.v35i0.37226.
Full textGuagnini, Elvio. "Carlo Levi nella letteratura di viaggio del NovecentoAlcuni appunti." Italies, no. 17/18 (October 1, 2014): 221–35. http://dx.doi.org/10.4000/italies.4755.
Full textBenvenuti, Giuliana. "O novo realismo italiano: de Pasolini a Saviano." Remate de Males 34, no. 1 (April 28, 2014): 235. http://dx.doi.org/10.20396/remate.v34i1.8635844.
Full textCalzati, Stefano. "Cross-medialità odeporica: dai blogs all’intelligenza artificiale." Texto Digital 15, no. 1 (August 21, 2019): 95–111. http://dx.doi.org/10.5007/1807-9288.2019v15n1p95.
Full textPiastra, Stefano. "Da "necropoli" a capitale. Nanchino nella letteratura di viaggio italiana (1864-1937)." STORIA URBANA, no. 146 (July 2015): 69–93. http://dx.doi.org/10.3280/su2015-146004.
Full textDi Vittorio, Arianna. "Turismo 2.0: le community on line dei viaggiatori e la condivisione dell'esperienza turistica." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 4 (December 2011): 147–67. http://dx.doi.org/10.3280/mc2011-004010.
Full textBartolotta, Salvatore, and Mercedes Tormo-Ortiz. "Egeria, testimonie dello scambio epistolare tra donne nell’antichità cristiana." Estudios Románicos 28 (December 19, 2019): 47–63. http://dx.doi.org/10.6018/er/379691.
Full textDissertations / Theses on the topic "Letteratura di viaggio"
Brugiolo, Chiara <1992>. "La letteratura di viaggio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17985.
Full textNardari, Annamaria <1961>. "<> La scrittura di viaggio di Cino Boccazzi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18487.
Full textBrocardo, Chiara <1993>. "L’Italia nel diario di viaggio di Zhu Ziqing. La letteratura cinese di viaggio, traduzione di Ouyouzaji 欧游杂记 (Venezia, Firenze, Pompei e Roma)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15536.
Full textCaselli, Cristina <1990>. "Unterwegs: letteratura di viaggio e turismo. Dai periploi greci ai tagebuchen tedeschi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5189.
Full textNuzzo, Giulia. "Percorsi identitari nella letteratura di viaggio ispanoamericana. Ricardo Rojas e Gabriela Mistral." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/193.
Full textUna premessa non inedita, ma comunque importante, del lavoro di tesi è non soltanto la rilevanza della soggezione ad una vera e propria “ossessione identitaria” nella storia della cultura latinoamericana postcoloniale, ma anche, proprio in ragione della pressanza di tale “ossessione”, il fatto che questa sia stata estremamente feconda di creazioni intellettuali e artistiche. Il dibattito sulla “specificità” del “ser” latinoamericano, per la sua imponenza, per l’ampiezza degli ambiti teorici e discorsivi investiti, per l’intensità delle espressioni artistiche in cui si è riflesso, in particolare nelle sue più mature configurazioni novecentesche, probabilmente non conosce uguali in altri contesti storici segnati da dominazioni coloniali. La grandissima estensione e varietà di interventi sulla materia sollecita ulteriori contributi di studio su stagioni, vicende, autori, testi, meritevoli di indagine o approfondimenti critici, e la continuazione del dibattito attorno a più generali prospettive teoriche e metodiche. E, in questa prospettiva critica, sicuramente risulta del più grande interesse un lavoro di ricognizione sistematica che investa i modi in cui la letteratura odeporica, e più in generale l’insieme di scritture nate dall’esperienza diretta con i paesi europei (naturalmente a partire in primo luogo dalla “madre” ispanica), si sia resa un tramite privilegiato delle ricerche identitarie degli intellettuali latinoamericani. In questa direzione il lavoro di tesi aspira a presentare una prima ricostruzione analitica ed interpretazione organica dei principali testi che in proposito possono essere studiati di due diverse figure della cultura del mondo latinoamericano: l’argentino Ricardo Rojas e la ben più nota cilena Gabriela Mistral. Prima di inoltrarsi nella disamina della loro produzione segnata dalla cifra del viaggio, si è ritenuto però indispensabile disporre una sezione introduttiva che presentasse lo scenario problematico e concettuale delle discussioni attorno alle identità latinoamericane ripensate e discusse in primo luogo nel rapporto con le patrie europee, e quindi delle principali posizioni configuratesi sul versante europeo attorno alle identità nazionali, culturali, etc. In tal modo si è potuto anche presentare in iscorcio una ricostruzione dell’ampio spaccato di scritture di viaggio (e sul viaggio) di autori ispanoamericani in Europa: dunque una ricognizione di alcuni momenti nodali e altamente rappresentativi di esse è stata presentata a chiusura di tale sezione iniziale. Si è ritenuto che in tal modo questa, con tale ampia apertura panoramica, potesse assolvere alla funzione di introdurre adeguatamente le più specifiche disanime critiche delle esperienze “odeporico-identitarie” di Rojas, nella seconda sezione, e quindi della Mistral, nella terza e ultima. Tali ricognizioni possono così essere considerate anche come momenti significativi di un lavoro ulteriormente destinato all’esplorazione di un’importante costellazione di testi occasionati dall’esperienza del viaggio o dalla rivisitazione letteraria delle patrie europee nel vastissimo scenario della cultura ispanoamericana del primo ‘900. È in questo contesto problematico e critico che va rinnovatamente studiata l’importante esperienza intellettuale di Rojas, il cui impegno teorico rispose innanzitutto all’esigenza di rafforzare le strutture umanistiche della cultura della nazione argentina, della cui genealogia produceva un’impegnativa rappresentazione, certamente anche mitologizzata nel riferimento ad un principio atavico e indissolubile dell’argentinidad. L’impegno nazionalistico di Rojas non è dissociabile però da un afflato americanistico, dal riferimento ad una comune identità di vincoli genetici ed esperienze storico-culturali dei paesi ispanoamericani, dalla cifra di un “tellurismo” comune alla più parte delle coeve rivendicazioni autoctone del sud del continente: da cui la rivendicazione americanistica, peculiarmente sincretistica e universalistica, “eurindiana”, dello scrittore argentino. Rispetto a tale plesso problematico comunque è mancato nella letteratura critica sull’autore un esame adeguato delle opere emerse dal suo viaggiare, le Cartas de Europa, del 1908, ed il Retablo español, di trent’anni più tardo. Se va riconosciuta la sostanziale povertà letteraria di tali testi, non vanno elusi altri livelli in cui può essere colto un loro interesse: la dinamica gestazione della riflessione sulla “filosofia della nazione argentina” che si sarebbe espressa quasi contemporaneamente nella Restauración Nacionalista e poi in Blasón de plata, La argentinidad e Eurindia; il valore paradigmatico che assume in Retablo español l’esperienza “iniziatica” del viaggio in Spagna in direzione del processo di conciliazione tra il mondo ispaoamericano e la ex madrepatria spagnola; i caratteri e significati della profonda incidenza del debito assunto da Rojas verso l’esperienza degli intellettuali del regeneracionismo e della generación del 98 spagnola, oggetto di un sostanziale silenzio in sede critica. La vita nomadica di Gabriela Mistral si presta ad essere riattraversata, approfondita criticamente, in quanto rispose tanto alla ricerca delle forme dell’identità ispanoamericana, nelle sue radici autoctone, e nelle sue possibili coniugazioni alle culture del vecchio mondo, tanto a quella di una difficile inchiesta esistenziale, segnata dall’esperienza sradicante, ma allo stesso tempo ricca di spunti vitali, dell’«extranjería». Non è certo una novità critica che la Mistral assurse già in vita a figura esemplare del movimento americanistico, delle sue istanze telluriche, popolari e indigeniste. Tuttavia dell’essenziale navigazione di Gabriela Mistral tra diversi paesi dell’Europa sono testimonianza una serie di scritti di viaggio (di tutt’altra tempra letteraria rispetto a quelli di Rojas) anche questi non ancora sistematicamente affrontati dagli studiosi. Seguendoli ravvicinatamente si è cercato di mostrare come essi mettano sulle tracce della complicata trama di riferimenti alle patrie europee che sottendono e accompagnano la modulazione del suo ethos americanistico. L’esperienza di viaggio e d’identità della Mistral, ben diversamente da quella di Rojas, mette tra l’altro in luce un nazionalismo ispanoamericanistico in cui si copre un rapporto estremamente conflittuale con la patria cilena. D’altra parte la prosa e la poesia della poetessa cilena continueranno a nutrirsi del calore terrestre delle radici contadine della memoria della sua terra, in una vicenda complessa in cui giocano un ruolo di primo piano le esperienze delle terre mediterranee, valorizzate nel loro ancoraggio alle espressioni parche della civiltà contadina e della religiosità francescana. Nelle pagine dedicate alla Mistral si sostiene che quel suo peculiare “tellurismo” fu anche una chiave decisiva di esperienza e di lettura delle varie patrie europee divenute elettive, e che quel nomadismo avrebbe assunto infine il senso di uno stare al mondo nel contatto essenziale con la sua pura natura, irriducibile alla logica politica dell’appartenenza patria.
VIII n.s.
Montagnaro, Laura <1984>. "Interconnessioni tra spazio e tempo nella letteratura di viaggio. Tre casi di studio: Vittorini, Levi, Moravia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8232.
Full textVeneri, Toni. "Geografia di stato. Il viaggio rinascimentale da Venezia a Costantinopoli fra letteratura e cartografia." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2011. http://hdl.handle.net/10077/4590.
Full textIl procedimento innovativo di spazializzazione testuale che emerge a Venezia nel Cinquecento e caratterizza il nuovo trattamento rinascimentale delle informazioni geografiche, trova nell’Oriente e nel suo ampio e stratificato bagaglio di conoscenze precostituite un ambito privilegiato di applicazione, che si sviluppa lungo tre principali direttrici (Gerusalemme, Cambaluc, Bisanzio). Nel contesto di un declino delle utopie religiose (esemplificato dall’incontro fra il geografo Giovanni Battista Ramusio e il falso messia David Reubeni), di una rivalutazione dell’utopia politica imperiale (la riproposizione, da parte di Ramusio, dei viaggi di Marco Polo) e della tecnica di spazializzazione geografica del racconto medievale (il cronotopo storiografico dellla Quarta Crociata fissato dal figlio di Giovanni Battista, Paolo Ramusio), un importante investimento teorico e simbolico viene condotto nel Rinascimento – e attraverso i generi più diversi della produzione geografica e cartografica di cui la città è all’epoca capitale indiscussa – sull’itinerario che da Venezia si snoda lungo l’Adriatico orientale e, a seconda delle circostanze, attraversa i mari Ionio ed Egeo oppure valica per via di terra i Balcani, per raggiungere infine Costantinopoli, capitale dell’impero ottomano. Pellegrinaggio moderno e secolarizzato, questo viaggio si offre alla descrizione e al racconto, e quindi all’analisi, come oggetto unitario e discorsivo da contestualizzare nell’ambito umanistico del rinnovamento cinquecentesco delle conoscenze geografiche, della nascita dell’istituto diplomatico veneziano e dell’elaborazione di nuovi generi di scrittura letteraria. Il valore della ricerca e dell’individuazione di questo corpus si giustifica alla luce sia del suo significato quantitativo (l’itinerario da Venezia a Costantinopoli è quello che, soppiantando il tradizionale pellegrinaggio in Terrasanta, viene più descritto e narrato in assoluto durante il Rinascimento) sia del suo significato qualitativo (è il terreno di scrittura e rappresentazione in cui si sviluppa la moderna geopolitica, si promuove un discorso imperialista veneziano, si mettono alla prova nuove concettualizzazioni geografiche, si gettano le fondamenta del futuro discorso orientalista e della scrittura etnografica in generale). Oltre alle evidenti ragioni politiche ed economiche che giustificano la pratica di questo viaggio – ma non la sua incessante riscrittura – è possibile individuare gli elementi testuali che concorrono ad attribuire all’itinerario in questione un’immagine e una densità simbolica senza eguali: un contenuto utopico, veicolato principalmente dalla rappresentazione cartografica e dalle descrizioni impersonali, legato tanto al mito di Venezia quanto a quello imperiale di Costantinopoli e alla fortuna della rappresentazione idealizzata dell’isola come microcosmo; un corrispondente contenuto eterotopico che invece emerge dai racconti in prima persona che registrano l’esperienza materiale dei viaggiatori in quegli stessi spazi trasformati in luoghi dalla loro presenza; contenuti che vengono entrambi potenziati da drammatizzazioni storiografiche che svolgono un preciso ruolo politico e propagandistico nell’agenda governativa della Repubblica. Da un punto di vista metodologico questo corpus incoraggia l’integrazione di tre modalità di approccio critico (storico-letterario, teorico, interdisciplinare) che prevedono altrettanti terreni d’indagine: 1) L’analisi testuale delle descrizioni e dei racconti del viaggio cinquecentesco a Costantinopoli, nella loro graduale acquisizione di autonomia formale e nelle conseguenti possibilità di contaminazione, si articola in tre momenti, uno strategico (i quadri, le descrizioni), uno tattico (i racconti, le narrazioni), uno discorsivo (pellegrinaggi e viaggi in Oriente): dall’emergenza di una nuova inquadratura dell’area non contemplata in precedenza né dalla cartografia nautica né da quella tolemaica, alla visualizzazione in sequenza delle tappe del viaggio che negli isolari e nelle raccolte di vedute funge, oltre che da possibile alternativa cosmografica (la frammentazione in microcosmi insulari contro o a complemento della visione totalizzante della cartografia tolemaica), da inventario delle possessioni marittime veneziane, veicolo del mito di Venezia cui risponde l’immagine in bilico fra utopia e distopia della capitale ottomana; dalla pura descrizione degli scali offerta dai portolani e amplificata dalla stabilità e dalla razionalizzazione della pagina stampata, al graduale sganciamento, grazie al bilanciamento fra istanza narrativa e “medaglioni” geografici, del racconto di viaggio sia dai “blocchi” descrittivi tipici della prosa diplomatica e della trattatistica etnostoriografica sui turchi (il testo preliminare), sia dalla pura contingenza cronachistica praticata dagli stessi autori, tutti uomini di stato, ambasciatori, segretari o loro accompagnatori, nella scrittura dei loro dispacci al governo; dalla formalizzazione e standardizzazione dei capitoli descrittivi che permette di classificare le strategie all’opera nei racconti di viaggio, all’emergenza dei luoghi irripetibili dell’esperienza, ovvero delle tattiche dei viaggiatori, per i quali è possibile solo una casistica topologica in cui prendono risalto le eterotopie sottintese (Venezia), o annunciate ma raramente realizzate (Costantinopoli, il Serraglio), i luoghi della metastruttura rituale del viaggio, quelli che ne assicurano il regolare svolgimento (alloggi, luoghi di ristoro, mezzi di trasporto, chiese e luoghi istituzionali), le paratopie spesso drammatiche che invece ostacolano o ritardano il viaggio (tempeste, intemperie, aggressioni, incidenti), i luoghi che emergono per un salto nel tempo, in un passato collettivo o personale (eterocronie antiquarie, politiche, familiari), e luoghi invece in cui il viaggiatore valuta o gode direttamente del paese visitato senza descriverlo in maniera distaccata e impersonale. 2) A questa analisi storica e testuale si accompagna un’interrogazione teorica sulle nozioni applicate dalla critica per descrivere i cambiamenti epistemologici collegabili a questi testi: la scomparsa di elementi storici e religiosi (Lefebvre) da uno spazio rinascimentale fondamentalmente quantitativo e perciò da contrapporre al mondo prevalente in età medievale (Farinelli), a quello spazio di localizzazione (Foucault) strutturato su rapporti oppositivi fra luoghi qualitativi che si caratterizzano per una densità simbolica provocata dalla drammatizzazione e dalla presenza manifesta del corpo (Tuan), una competizione che dà vita al racconto di viaggio come bilanciamento o tensione fra strategie e tattiche (Certeau), fra descrizione e narrazione (Marin); l’elaborazione, in queste operazioni di spazializzazione rinascimentale, di un nuovo nesso fra spazio e tempo storiografico (il cronotopo), che chiama in causa il ruolo stesso di quest’ultimo nell’ambito della ricerca (i concetti neostoricisti di aneddoto e master narrative); infine l’utilità che queste categorie svolgono nell’individuare il viaggio da Venezia a Costantinopoli come un discorso che rappresenta storicamente uno sviluppo in controtendenza nella secolarizzazione di un precedente discorso sul viaggio (la peregrinatio medievale) sfociato nel meraviglioso periplo orientale, e allo stesso tempo una riserva di immagini che verranno risemantizzate, attraverso una loro esotizzazione, dal più tardo discorso europeo sul viaggio in Oriente (l’orientalismo). 3) L’individuazione e la valorizzazione di un corpus unitario e non univocamente letterario, ma anche cartografico e variamente scientifico o divulgativo, tanto manoscritto quanto a stampa, in relazione a un sistema umanistico di articolazione dei saperi mal tollerante rigide distinzioni disciplinari. Questo il contributo più importante che la tesi vuole offrire: oltre a indicare nella loro coerente totalità un insieme disperso di testi – alcuni dei quali per niente studiati o laddove oggetto di attenzione, frammentati in funzione di ristretti obiettivi disciplinari di volta in volta diversi – attirare l’attenzione sulle potenzialità teoriche ma anche storiografiche dell’analisi letteraria nella comprensione del ruolo politico e culturale svolto da questo corpus, fondamentale nella cultura europea per la definizione della propria geografia in base a una nuova idea di spazio e a nuove emergenti figure di alterità; mostrare che anche gli studi rinascimentali possono contribuire a dibattiti molto attuali su cosa sia lo spazio, dibattiti che sembrano esigere sempre di più operazioni di storicizzazione. Il repertorio bibliografico, pensato anche per alleggerire il discorso, offre infine uno stato aggiornato della bibliografia relativa ai testi e ai loro autori, permettendo di ripercorrerne il sostanziale intreccio in maniera più sequenziale.
XXII Ciclo
1981
Postiglione, Jessica. "Il popolo finlandese nella letteratura umoristica: proposta di traduzione di “Xenophobe's guide to the Finns”." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9821/.
Full textPasin, Chiara <1991>. ""Fra intime forèste de respiri" Viaggio nella poesia dialettale di Mario Meneghini." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15997.
Full textBevilacqua, Marco <1984>. "Tre vicentini in America. La scrittura di viaggio di Guido Piovene, Antonio Barolini e Goffredo Parise." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3418.
Full textBooks on the topic "Letteratura di viaggio"
Farnetti, Monica. Reportages: Letteratura di viaggio del Novecento italiano. Milano: Guerini studio, 1994.
Find full textLetteratura di vino: Un viaggio enoico tra le pagine della letteratura d'Italia. Firenze: Franco Cesati editore, 2014.
Find full textLodovica, Braida, ed. Amici di carta: Viaggio nella letteratura per i ragazzi. Milano: Università degli studi di Milano, 2007.
Find full textEnrica, D'Agostini Maria, Biondi Carminella, Università di Parma, Friedrich-Alexander-Universität Erlangen-Nürnberg, and Convegno La letteratura de viaggio (1986 : Parma, Italy), eds. La Letteratura di viaggio: Storia e prospettive di un genere letterario. Milano: Guerini, 1987.
Find full textCinquegrani, Alessandro, and Ilaria Crotti. «Un viaggio realmente avvenuto». Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-344-1.
Full textLa letteratura di viaggio in Italia: Dal Settecento a oggi. Brescia: Editrice La Scuola, 2012.
Find full textRacconti di spaesamento: Indagini sulla letteratura siciliana e sul viaggio. Acireale: Bonanno, 2012.
Find full textScarca, Diego. Agli antipodi dell'Occidente: Letteratura di viaggio e antropologia, 1789-1815. Paris: H. Champion, 1995.
Find full textIsenburg, Teresa, and Renato Pasta, eds. Immagini d'Italia e d'Europa nella letteratura e nella documentazione di viaggio nel XVIII e nel XIX secolo. Florence: Firenze University Press, 2004. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-028-3.
Full textL'immagine dell'Islam nella letteratura di viaggio tedesca tardomedievale: Prospettive a confronto. Göppingen: Kümmerle, 2005.
Find full textBook chapters on the topic "Letteratura di viaggio"
Manenti, Lorenzo. "Storia di un paradosso. Il mito di Giorgio Luti in Età Moderna." In Le vestigia dei gesuati, 267–81. Florence: Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-228-7.19.
Full textFiore, Peppe. "Il trip report come sottogenere della letteratura di viaggio." In La scommessa psichedelica, 75–92. Quodlibet, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv18phgjn.5.
Full textNider, Valentina. "Il viaggio dell’Imperatrice Margherita Teresa nella Relatione della Città e Stato di Milano (1666) di Galeazzo Gualdo Priorato Con uno sguardo alla Historia di Leopoldo Cesare (1670-1674) e alle relazioni italiane e spagnole coeve." In La res publica di Galeazzo Gualdo Priorato (1606-1678) Storiografia, notizie, letteratura. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-627-5/006.
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