Academic literature on the topic 'Letteratura italiana antica'

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Journal articles on the topic "Letteratura italiana antica"

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Trousselard, Sylvain. "Michelangelo Zaccarello, Reperta. Indagini, recuperi, ritrovamenti di letteratura italiana antica." Italies, no. 14 (December 1, 2010): 581–83. http://dx.doi.org/10.4000/italies.4147.

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Bombara, Daniela. "‘Brume nordiche’ sullo Stretto. Le radici settentrionali del Romanticismo siciliano." Italianistica Debreceniensis 26 (December 1, 2020): 28–46. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2020/9379.

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Abstract:
Il presente saggio si propone di tracciare le influenze del romanticismo nordeuropeo sulle opere di alcuni autori siciliani del primo Ottocento. L'obiettivo è sfatare il mito di un livello "inferiore" della letteratura romantica italiana rispetto alla letteratura nordica, poiché non è incentrata sulla rappresentazione delle aree oscure del sé, di temi soprannaturali, fantastici e irrazionali che sono presenti nella realtà. Vengono esaminate alcune ballate di Felice Bisazza (1809-1867) e Vincenzo Navarro (1800-1867). In queste opere la narrazione di leggende popolari mette in luce un universo spettrale e orribile, rispecchiando situazioni reali, come la violenza della classe nobile e del patriarcato, o l'ingiustizia della disuguaglianza sociale. Si parlerà poi di un'opera teatrale di Giuseppe La Farina (1815-1863), intitolata L'abbandono di un popolo (1845); l'autore ritrae la rivolta anti-spagnola del 1676 a Messina concentrandosi sulle forze inquietanti e sotterranee che si intersecano con i movimenti rivoluzionari. Verrà infine analizzata la produzione di Tommaso Cannizzaro (1838-1921) come traduttore: lo scrittore mette a disposizione del pubblico siciliano e italiano l'affascinante mondo della mitologia scandinava, attraverso le traduzioni di alcuni canti dell'Edda antica medievale.
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Łukaszewicz- Chantry, Maria. "Les petites filles dans la poésie latine de la Renaissance italienne inspirée de la tradition antique." Collectanea Philologica 15 (January 1, 2012): 51–64. http://dx.doi.org/10.18778/1733-0319.15.05.

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Abstract:
L’articolo presenta una serie di ritratti di fanciulle creati da umanisti italiani quali Giovanni Pontano (Massila, Tranquilla, Penthesilea, Rosa) e analizza in che modo i poeti rinascimentali si riferivano alla letteratura antica, ad esempio sfruttando il motivo del fiore, simbolo di bellezza, ma anche della brevità della vita.
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Toso, Fiorenzo. "Parole ritrovate." Linguistica 49, no. 1 (December 29, 2009): 235–45. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.49.1.235-245.

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Abstract:
L'articolo propone una serie di voci raccolte nel dialetto di Arenzano, un centro della Riviera ligure a pochi chilometri da Genova: tali parole corrispondono a forme presenti nella letteratura antico-genovese (secc. XIII-XV) che non sono più documentate nei repertori e nei testi successivi, e in particolare nei vocabolari sui quali è venuto fissandosi, negli ultimi duecento anni, il canone del genovese scritto. Tutte queste voci presentano comunque interessanti evoluzioni semantiche, il cui interesse va al di là della facile individuazione dell'etimo originario: alcune inoltre sono ancora presenti in aree laterali estreme della Liguria, mentre altre risultano attestate, allo stato attuale, nel solo dialetto di Arenzano. Questi elementi propongono alcuni spunti di riflessione in merito al rapporto che intercorre tra aree particolarmente conservative e aree innovative, e confermano al tempo stesso la possibilità di reperire, anche in dialetti apparentemente ben noti e documentati, motivi di interesse e contributi allo sviluppo dell'analisi in prospettiva sincronica e diacronica, di fenomeni di più vasta portata. Esemplare in tal senso è il caso della voce siömma, un continuatore del grecismo CELEU(S)MA col quale si riapre in certo qual modo il problema della storia e dell'irradiazione di una serie di continuatori, tra i quali la ben nota voce italiana ciurma 'equipaggio di mare'.
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Dissertations / Theses on the topic "Letteratura italiana antica"

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Corrent, Vinicio. "La riscoperta della poesia antica italiana nei compositori del primo Novecento in Italia : dalla generazione dell’Ottanta a Luigi Dallapiccola." Thesis, Toulouse 2, 2017. http://www.theses.fr/2017TOU20091.

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Abstract:
L’objectif principal de cette recherche était d’étudier les motivations et les besoins qui ont conduit un groupe de compositeurs italiens, nés autour de 1880, et par cette coïncidence chronologique définis par Massimo Mila comme les compositeurs de « la génération des années quatre-vingt », à utiliser pour leurs œuvres chantées des textes de la poésie italienne du Moyen Age et de la Renaissance. Il s’est agi d’une enquête qui a dû tenir compte de nombreux facteurs, surtout étant donné l’imbrication des intérêts artistiques et littéraires et de la complexité historico-culturelle du contexte de la fin du XIXe et début du XXe siècle.En première instance, il a été fondamental de fixer les termes chronologiques d’un changement, voire d’une véritable rupture déterminée au niveau européen par la crise générale du positivisme exprimée de différentes manières en Italie, sous la forme d’une forte réaction au Vérisme dans le domaine littéraire et au mélodrame dans celui plus spécifiquement musical.Une première donnée importante sur laquelle nous nous sommes concentrés a été celle qui traitait globalement des compositeurs qui créaient non seulement des œuvres chantées pour le théâtre, mais également instrumentales de chambre et symphoniques. En conclusion, on observe qu’il est impossible de reconduire l’explication de la revalorisation des textes de la poésie ancienne italienne chez les compositeurs du début du XXe siècle à un seul élément: il faut donc plutôt rechercher une pluralité d’aspects très souvent dépendants d’exigences socio-économiques, culturelles et historiques bien précises. L’intérêt général pour cette période de la littérature fut élaboré de façon totalement personnelle par chaque compositeur et dans cette recherche, nous pensons avoir donné une contribution significative à l’étude de cet aspect de la musique du XXe siècle
The main purpose of this research was to study the motivations and requirements of a group of Italian composers, born around the years 1880's; for this chronological coincidence defined by Massimo Mila as the composers of the generation of the eighties recognizing the texts of ancient Italian poetry for some of their operas' lyrics. It was a path of investigation taking into account many factors, in particular the interweaving of artistic and literary interests and the cultural historical complexity of the context of the late nineteenth and the early twentieth centuries. Fundamental in the first place was the need to set up chronological indicative terms of the change, in fact, of the real breakthrough determined at European level by the general crisis of positivism reflected in various ways in Italy in the form of a strong reaction to Verismo in literature and to Melodramma specifically within the music. One of the first important aspect that we focused on in the present work was the fact that the composers we took into consideration were creating not only pieces made for the theatre, but also symphonic and instrumental compositions.In conclusion, it was found that the desire of the composers of the beginning of the 20th century to approach to the texts of ancient Italian poetry has been conditioned by many factors, affected by the social, economic, cultural and historical aspects.If there was a merely general interest in that period as far as the literature is concerned, then the same rough times were perceived by each composer in a very unique, personal way and in this research we believe that the significant contribution to the study of this aspect of the 20th century music has been given to a certain extent
Lo scopo principale della presente ricerca è stato quello di studiare le motivazioni e le esigenze che hanno portato un gruppo di compositori italiani, nati intorno al 1880, e per questa coincidenza cronologica definiti da Massimo Mila, come i compositori de « la generazione dell’Ottanta » a utilizzare per le loro opere cantate testi della poesia antica italiana. Si è trattato di un percorso di indagine che ha dovuto tenere conto di numerosi fattori dato soprattutto l’intreccio di interessi artistici e letterari e la complessità storico culturale del contesto di fine Ottocento e inizio Novecento. Fondamentale in prima istanza è stata l’esigenza di fissare dei termini cronologici indicativi di un cambiamento, anzi di una vera e propria rottura determinata a livello europeo dalla generale crisi del positivismo riflessasi in vario modo in Italia nelle forme di una forte reazione al verismo in ambito letterario e al melodramma in quello più specificamente musicale. Un primo dato importante su cui ci si è concentrati nel nostro lavoro è stato quello che si trattava di compositori a tutto tondo, che creavano non solo opere cantate per il teatro, ma anche strumentali da camera e sinfoniche. In conclusione si è riscontrato che il desiderio dei compositori del primo Novecento di rifarsi e riprendere i testi dell’antica poesia italiana per le loro opere, non va attribuito a un solo elemento, ma deve essere riferito a una pluralità di aspetti molto spesso dipendenti da esigenze socio economico culturali e storiche. Se vi fu un generale interesse per quel periodo della letteratura lo stesso fu poi elaborato in modo del tutto personale da ogni compositore e in questa ricerca crediamo di aver dato per quello che abbiamo considerato un significativo contributo allo studio di questo aspetto della musica del Novecento
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GHIONE, MARCO. "Natura di Anima e Numero nella letteratura aritmologica italiana del secondo Rinascimento (1500-1630)." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2021. http://hdl.handle.net/11567/1046269.

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Abstract:
The dissertation aims to survey the ontological and cognitive relationships between soul and number in the framework of late Renaissance thought, during XVI and XVII Centuries, the crucial age of development and progressive affirmation of modern science. Mainly receiving the doctrines of Neoplatonic philosophers, especially Porphyry, Iamblichus and Proclus, during the Renaissance emerges a current of thought that combines metaphysical investigation on the soul and theories about numerical, geometrical and harmonic proportions. After a general introduction and a presentation of the status quaestionis, the study explores the main works dealing with the theme, from Cristoforo Marcello’s De anima traditionis Opus (1508) to the De Harmonia mundi of Francesco Zorzi (1525) and the Hebdomades of Fabio Paolini (1589), focusing particularly on numerical symbolism. Finally, the last chapter examines the faculties of the soul in treatises and collections concerning mathematical correspondences and analogies.
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Calderoni, Elisabetta <1985&gt. "Raccontare gli Antichi: le "Imagini" di Vincenzo Cartari." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6782/1/calderoni_elisabetta_tesi.pdf.

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Abstract:
Con le "Imagini degli dei degli antichi", pubblicate a Venezia nel 1556 e poi in più edizioni arricchite e illustrate, l’impegnato gentiluomo estense Vincenzo Cartari realizza il primo, fortunatissimo manuale mitografico italiano in lingua volgare, diffuso e tradotto in tutta l’Europa moderna. Cartari rimodula, secondo accenti divulgativi ma fedeli, fonti latine tradizionali: come le ricche "Genealogie deorum gentilium" di Giovanni Boccaccio, l’appena precedente "De deis gentium varia et multiplex historia" di Lilio Gregorio Giraldi, i curiosi "Fasti" ovidiani, da lui stesso commentati e tradotti. Soprattutto, però, introduce il patrimonio millenario di favole ed esegesi classiche, di aperture egiziane, mediorientali, sassoni, a una chiave di lettura inedita, agile e vitalissima: l’ecfrasi. Le divinità e i loro cortei di creature minori, aneddoti leggendari e attributi identificativi si susseguono secondo un taglio iconico e selettivo. Sfilano, in trionfi intrisi di raffinato petrarchismo neoplatonico e di emblematica picta poesis rinascimentale, soltanto gli aspetti figurabili e distintivi dei personaggi mitici: perché siano «raccontate interamente» tutte le cose attinenti alle figure antiche, «con le imagini quasi di tutti i dei, e le ragioni perché fossero così dipinti». Così, le "Imagini" incontrano il favore di lettori colti e cortigiani eleganti, di pittori e ceramisti, di poeti e artigiani. Allestiscono una sorta di «manuale d’uso» pronto all’inchiostro del poeta o al pennello dell’artista, una suggestiva raccolta di «libretti figurativi» ripresi tanto dalla maniera di Paolo Veronese o di Giorgio Vasari, quanto dal classicismo dei Carracci e di Nicolas Poussin. Si rivelano, infine, summa erudita capace di attirare appunti e revisioni: l’antiquario padovano Lorenzo Pignoria, nel 1615 e di nuovo nel 1626, vi aggiunge appendici archeologiche e comparatistiche, interessate al remoto regno dei faraoni quanto agli esotici idoli orientali e dei Nuovi Mondi.
With his work "Imagini degli dei degli antichi" published in Venice in 1556 and, later, in multiple extended and illustrated editions, the committed Vincenzo Cartari, protégé of the Este dukes, created the first Italian mythographic volume in vulgar language, circulated and translated in all modern Europe. Cartari revised the traditional Latin sources with educational intents and accuracy towards the sources: like the detailed "Genealogie deorum gentilium" by Giovanni Boccaccio, the previous "De deis gentium varia et multiplex historia" by Lilio Gregorio Giraldi, the remarkable "Fasti" by Ovid, which he also commented and translated. Above all, he introduced the fantastic heritage of fables and commentaries of the Classics, with Egyptian, Middle-Eastern, Saxon influences to a bright and lively original interpretation: the Ekphrasis. The Gods and the procession of inferior creatures, the legendary tales and their attributes follow one another with an iconic and selective approach. In a triumph of refined Neoplatonic Petrarchism and classic Renaissance picta poesis, he represented only the conceivable and distinctive attributes of these mythical figures: so that all matters relevant to the ancient figures are «thoroughly explained», «with images of almost all the gods and the reasons they were thus depicted». Hence, "Imagini" was favoured by elegant educated courtiers as well as artists and writers, ceramists and artisans. It staged a sort of «user manual» ready for the ink of the poet or the brush of the painter, an evocative collection of «figurative booklets» evoked by Paolo Veronese and Giorgio Vasari, the Carracci and Nicolas Poussin. Finally, it proved to be an erudite summa that attracts criticism and revisions: the antiquarian Lorenzo Pignoria from Padua, in 1615 and again in 1626, added archeological and comparative appendices with regard to the Ancient Reign of the Pharaohs and the exotic idols of the Orient and the New World.
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Calderoni, Elisabetta <1985&gt. "Raccontare gli Antichi: le "Imagini" di Vincenzo Cartari." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6782/.

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Abstract:
Con le "Imagini degli dei degli antichi", pubblicate a Venezia nel 1556 e poi in più edizioni arricchite e illustrate, l’impegnato gentiluomo estense Vincenzo Cartari realizza il primo, fortunatissimo manuale mitografico italiano in lingua volgare, diffuso e tradotto in tutta l’Europa moderna. Cartari rimodula, secondo accenti divulgativi ma fedeli, fonti latine tradizionali: come le ricche "Genealogie deorum gentilium" di Giovanni Boccaccio, l’appena precedente "De deis gentium varia et multiplex historia" di Lilio Gregorio Giraldi, i curiosi "Fasti" ovidiani, da lui stesso commentati e tradotti. Soprattutto, però, introduce il patrimonio millenario di favole ed esegesi classiche, di aperture egiziane, mediorientali, sassoni, a una chiave di lettura inedita, agile e vitalissima: l’ecfrasi. Le divinità e i loro cortei di creature minori, aneddoti leggendari e attributi identificativi si susseguono secondo un taglio iconico e selettivo. Sfilano, in trionfi intrisi di raffinato petrarchismo neoplatonico e di emblematica picta poesis rinascimentale, soltanto gli aspetti figurabili e distintivi dei personaggi mitici: perché siano «raccontate interamente» tutte le cose attinenti alle figure antiche, «con le imagini quasi di tutti i dei, e le ragioni perché fossero così dipinti». Così, le "Imagini" incontrano il favore di lettori colti e cortigiani eleganti, di pittori e ceramisti, di poeti e artigiani. Allestiscono una sorta di «manuale d’uso» pronto all’inchiostro del poeta o al pennello dell’artista, una suggestiva raccolta di «libretti figurativi» ripresi tanto dalla maniera di Paolo Veronese o di Giorgio Vasari, quanto dal classicismo dei Carracci e di Nicolas Poussin. Si rivelano, infine, summa erudita capace di attirare appunti e revisioni: l’antiquario padovano Lorenzo Pignoria, nel 1615 e di nuovo nel 1626, vi aggiunge appendici archeologiche e comparatistiche, interessate al remoto regno dei faraoni quanto agli esotici idoli orientali e dei Nuovi Mondi.
With his work "Imagini degli dei degli antichi" published in Venice in 1556 and, later, in multiple extended and illustrated editions, the committed Vincenzo Cartari, protégé of the Este dukes, created the first Italian mythographic volume in vulgar language, circulated and translated in all modern Europe. Cartari revised the traditional Latin sources with educational intents and accuracy towards the sources: like the detailed "Genealogie deorum gentilium" by Giovanni Boccaccio, the previous "De deis gentium varia et multiplex historia" by Lilio Gregorio Giraldi, the remarkable "Fasti" by Ovid, which he also commented and translated. Above all, he introduced the fantastic heritage of fables and commentaries of the Classics, with Egyptian, Middle-Eastern, Saxon influences to a bright and lively original interpretation: the Ekphrasis. The Gods and the procession of inferior creatures, the legendary tales and their attributes follow one another with an iconic and selective approach. In a triumph of refined Neoplatonic Petrarchism and classic Renaissance picta poesis, he represented only the conceivable and distinctive attributes of these mythical figures: so that all matters relevant to the ancient figures are «thoroughly explained», «with images of almost all the gods and the reasons they were thus depicted». Hence, "Imagini" was favoured by elegant educated courtiers as well as artists and writers, ceramists and artisans. It staged a sort of «user manual» ready for the ink of the poet or the brush of the painter, an evocative collection of «figurative booklets» evoked by Paolo Veronese and Giorgio Vasari, the Carracci and Nicolas Poussin. Finally, it proved to be an erudite summa that attracts criticism and revisions: the antiquarian Lorenzo Pignoria from Padua, in 1615 and again in 1626, added archeological and comparative appendices with regard to the Ancient Reign of the Pharaohs and the exotic idols of the Orient and the New World.
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Favaretto, Matteo <1978&gt. "I più antichi volgarizzamenti in versi di Terenzio." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2007. http://hdl.handle.net/10579/518.

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Borsa, P. "La nobiltà di Guinizzelli : dalla polemica antiguittoniana al "cor gentil"." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2004. http://hdl.handle.net/2434/23674.

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Abstract:
The first part of this work focuses on the relations between Guido Guinizzelli and Guittone d'Arezzo, Italian poets lived in the XIII century. The aim is to display that Guittone's sonnet 'S'eo tale fosse' is a clear criticism of Guinizzelli, guilty of comparing his lady to natural forms instead of declaring her superior to them, as the lyrical tradition had estabilished, and that Guido's sonnet 'Omo ch'è saggio' contains a polemical allusion to the 'frati gaudenti', the religious order - composed exclusively by noblemen - which Guittone had entered as a married friar. Moving from this consideration, the second part of the work shows that the topic of nobility, discussed by Guinizzelli in his canzone 'Al cor gentil', can not be considered as a mere commonplace, but must be related to a political and social debate that was fervent at those times (especially in the city of Bologna, where the 'gaudenti' had born) and involved the 'gaudenti' too. The analysis of this theme in connection with the two poets is preceded by a close examination and a deep study on the concept of nobility - from the classics to the troubadours, from the court of Frederic II to the medieval law tradition - and concluded by a chapter focused on the development of the debate in Bologna (civic and guild statutes, a new study on birth, ideology, growth and on the function of the order of 'frati gaudenti'). An appendix is dedicated to Guinizzelli's sonnet 'Chi vedesse a Lucia un var capuzzo', which portrays the poet dreaming about a rape (but suddenly repenting); a comparison with a sentence written by Guido just on a case of rape (as it is known, Guinizzelli was a judge) allows to infer an influence of law language and mentality on the sonnet's style.
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7

Tagliapietra, Ester <1987&gt. "la redazione inedita di Piccolo Mondo Antico di Antonio Fogazzaro: studio ed edizione della parte prima." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3504.

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8

Frau, Alessandro <1985&gt. "Cavalli e cavalieri: storia di un legame indivisibile Letture comparate dai classici antichi ai romanzi picareschi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1802.

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Abstract:
La seguente tesi vuole indagare sul rapporto indissolubile tra cavallo e cavaliere nella storia della Letteratura. I testi soggetti a comparazione sono stati selezionati perché esemplificazioni ideali per dimostrare l'indivisibilità di tale legame. Si è scelto inoltre un periodo di tempo ben preciso che parte dal classicismo per arrivare ai romanzi picareschi
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Barucci, G. "«Ad imitazione degli antichi poeti greci e latini». Il libro Hinni et ode di Bernardo Tasso." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2003. http://hdl.handle.net/2434/23670.

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Abstract:
The thesis concerns the book Hinni et ode by Bernardo Tasso (1493-1569) : it consists of 55 compositions plus 3 not included for various reasons in the definitive edition. It was elaborated collecting poems composed along the thirty years of poetic prodictivity of one of the most prolific authors of the Italian Renaissance (1530-1560). As declared by the title, the book gathers poems inspired by classical odes and hymns. The thesis tackles the many aspects of classical imitation present in the poems, compared with the poems by hte same author belonging to the Italian petrarchan tradition. The chapters treat : the remarks by Tasso on the theme included in deidcations and letters ; the metrical option aimed at reproducing the latin verses and strophes, contrasted with his predecessors ; the disposition of the ocmpositions in a structure that could remind the disposition of latin poetry books ; the relation between syntax and metre as well as the use if enjambement in order to free the system to the strophe ; the themes and the similitudes. All this topics show that Bernardo Tasso aimed at creating a kind of poetry which could sound as much as possible.
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10

Martin, Dominique <1990&gt. "Boccaccio, i poeti, le favole antiche e la tradizione cristiana. Lattanzio e Agostino nelle <>." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5491.

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Books on the topic "Letteratura italiana antica"

1

Spigolature di letteratura italiana antica. Roma: Aracne, 2010.

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2

Lanza, Antonio. Primi secoli: Saggi di letteratura italiana antica. Roma: Archivio Guido Izzi, 1991.

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3

Reperta: Indagini, recuperi, ritrovamenti di letteratura italiana antica. Verona: Fiorini, 2008.

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4

Pia, Ciccarese Maria, ed. La letteratura cristiana antica nell'università italiana: Il dibattito e l'insegnamento. Fiesole, FI: Nardini, 1998.

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5

Freschi e minii del Due, Tre e Quattrocento: Saggi di letteratura italiana antica. Fiesole (Firenze): Cadmo, 2002.

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6

Graziani, Michela, ed. Trasparenze ed epifanie. Florence: Firenze University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-473-2.

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Abstract:
Il volume Trasparenze ed epifanie. Quando la luce diventa letteratura, arte, storia, scienza riunisce trenta contributi presentati al convegno interdisciplinare organizzato all’Università degli Studi di Firenze in occasione dell’International Year of Light 2015. Studiosi delle scienze, della storia, storia dell’arte e del cinema, della filosofia, della filologia e della teoria della letteratura e delle letterature italiana, straniere e comparate, provenienti da sette dipartimenti dell'ateneo fiorentino, introducono alle varie accezioni e rappresentazioni simboliche della luce in epoca antica, medievale, moderna e contemporanea, e insieme propongono un “viaggio luminoso” nella civiltà del dialogo scientifico e culturale aperto.
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7

L' antico mascherato: Roma antica e moderna nel Settecento: letteratura, melodramma, teatro. Roma: Bulzoni, 2003.

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8

Tatti, Mariasilvia. L' antico mascherato: Roma antica e moderna nel Settecento: letteratura, melodramma, teatro. Roma: Bulzoni, 2003.

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9

Guerri, Domenico. Scritti danteschi e d'altra letteratura antica. Anzio (Roma): De Rubeis, 1990.

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10

Penna, Antonio La. Tersite censurato e altri studi di letteratura fra antico e moderno. Pisa: Nistri-Lischi, 1991.

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Book chapters on the topic "Letteratura italiana antica"

1

Azzetta, Luca. "Iniziative per un centenario. Dante al Dipartimento di Lettere e Filosofia." In L'illustre volgare, 21–33. Firenze: Società Editrice Fiorentina, 2022. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/978-88-6032-685-0.02.

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Abstract:
Il contributo presenta le iniziative maturate all’interno del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze in occasione del settimo centenario della morte di Dante. In particolare si sofferma su due iniziative: dapprima l’ampio ciclo di conferenze Dante e i poeti italiani del Novecento, dedicato al vario rapporto intrattenuto da venti poetesse e poeti del secolo scorso con la poesia dell’Alighieri; quindi la mostra Onorevole e antico cittadino di Firenze. Il Bargello per Dante, ospitata nelle sale del Museo del Bargello, che ricostruisce le modalità con cui Firenze, pochi anni dopo la morte di Dante, si riappropriò della memoria e della figura del poeta, dando vita a un profondo processo di rielaborazione della memoria: esso culmina con la consacrazione dell’Alighieri dovuta a Giovanni Boccaccio e ha ricadute decisive per la storia della letteratura e della cultura italiana, cioè del modo in cui ancora oggi si guarda a Dante e si legge la Commedia. All’interno di questo percorso di riappropriazione un aspetto rilevante è quello che riguarda le prime traduzioni dai classici latini, che intrattengono con la Commedia un rapporto privilegiato e complesso.
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