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Dissertations / Theses on the topic 'Letteratura portoghese e brasiliana'

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Magnante, Chiara <1983&gt. "«L’impero portatile» dei portoghesi: articolazione e figure narrative nell’immaginario coloniale portoghese." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5423/1/magnante_chiara_tesi.pdf.

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Abstract:
A partire da una ricognizione storica sull’ultimo impero coloniale portoghese, la tesi intende analizzare come il mito dell’impero abbia contribuito a definire l’identità nazionale del Portogallo e il suo patrimonio culturale e letterario. Il mito viene indagato in particolar modo nella sua componente linguistica e discorsiva, come modalità peculiare di costruire “costellazioni” di immagini. In questo contesto la letteratura assume una rilevanza specifica, poiché le sue risorse formali le permettono di contrapporre alla fissità del mito una potente articolazione in grado di scardinare gli automatismi legati ad una translatio imperii volta a reiterare l’immaginazione del centro. L’analisi di un corpus letterario afferente a quella che potremmo chiamare la letteratura “dei retornados”, che si concentra soprattutto sulla definizione della focalizzazione narrativa e sulla rielaborazione delle figure narrative, intende ricercare le diverse forme di assumere criticamente il canone imperiale e di oltrepassarlo.
Starting from an historical overview about last Portuguese colonial empire, the thesis intend to show how the myth of empire contributed in defining Portuguese national identity and Portuguese cultural and literary patrimony. Myth is mostly investigated in its linguistic and discursive components, as being a peculiar way of constructing “constellations” of images. In such context, literature takes on a specific importance, as its formal resources may enable it to oppose its powerful articulation to mythical fixity and to the automatisms of translation imperii, which reproduce the “imagination of the centre”. Then, by pointing up narrative focalisation and narrative figures of a literary corpus of novels belonging to the so called “retornados literature”, I intend to research different ways of critically assuming imperial canon and of going beyond it.
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Magnante, Chiara <1983&gt. "«L’impero portatile» dei portoghesi: articolazione e figure narrative nell’immaginario coloniale portoghese." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5423/.

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Abstract:
A partire da una ricognizione storica sull’ultimo impero coloniale portoghese, la tesi intende analizzare come il mito dell’impero abbia contribuito a definire l’identità nazionale del Portogallo e il suo patrimonio culturale e letterario. Il mito viene indagato in particolar modo nella sua componente linguistica e discorsiva, come modalità peculiare di costruire “costellazioni” di immagini. In questo contesto la letteratura assume una rilevanza specifica, poiché le sue risorse formali le permettono di contrapporre alla fissità del mito una potente articolazione in grado di scardinare gli automatismi legati ad una translatio imperii volta a reiterare l’immaginazione del centro. L’analisi di un corpus letterario afferente a quella che potremmo chiamare la letteratura “dei retornados”, che si concentra soprattutto sulla definizione della focalizzazione narrativa e sulla rielaborazione delle figure narrative, intende ricercare le diverse forme di assumere criticamente il canone imperiale e di oltrepassarlo.
Starting from an historical overview about last Portuguese colonial empire, the thesis intend to show how the myth of empire contributed in defining Portuguese national identity and Portuguese cultural and literary patrimony. Myth is mostly investigated in its linguistic and discursive components, as being a peculiar way of constructing “constellations” of images. In such context, literature takes on a specific importance, as its formal resources may enable it to oppose its powerful articulation to mythical fixity and to the automatisms of translation imperii, which reproduce the “imagination of the centre”. Then, by pointing up narrative focalisation and narrative figures of a literary corpus of novels belonging to the so called “retornados literature”, I intend to research different ways of critically assuming imperial canon and of going beyond it.
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Soffritti, Agnese <1981&gt. "I materiali dell'assenza nella poesia della fine secolo portoghese." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4656/1/soffritti_agnese_tesi.pdf.pdf.

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Abstract:
Il presente studio ha come obiettivo quello di chiarire le dinamiche culturali iscritte nella fine secolo portoghese a partire dall’analisi di alcune opere letterarie -in particolar modo poetiche - tra cui spicca il Só di António Nobre. L’Ultimatum inglese del 1890 mandando in frantumi il progetto imperiale in Africa, scatena un conflitto che si manifesta non solo a livello di un confronto con l’Altro, ma soprattutto, per le sue implicazioni simboliche, nei termini di un confronto interno proprio con l’immaginario nazionale. L’Ultimatum mette in crisi l’iperidentità descritta da Eduardo Lourenço come il frutto di una storia marcata da una deriva atlantica rispetto al resto d’Europa ed elaborata durante secoli di letteratura come il volto più autentico del Portogallo. Contemporaneamente segna inesorabilmente la distanza da quell’immaginario europeo e moderno che in stretto legame con il progetto imperiale ne costituiva le fondamenta. La poesia dell’epoca segue il paradigma apocalittico che associa al pianto e all’invettiva gli elementi di un’aspettativa messianica di riscatto: alla rabbia segue l’invito di riporre l’attenzione nelle glorie di un tempo in modo da rafforzare il Portogallo decaduto. La rivisitazione in chiave rigeneratrice del passato e dello spazio nazionale è una costante della letterautra neoromantica, l’opera di Antonio Nobre tuttavia non può essere affrontata secondo questa lettura: non si tratta qui di nessun recupero dell’età dell’oro, al contrario, la modernità dell’autore sta nel dichiarare l’impraticabilità di un immaginario che più che perduto non è mai esistito e si rivela dunque nella sua natura di feticcio.
This study is intended to clarify the cultural dynamics belonging to end of the century, examining some literatures, especially poetic literature, one of the most important being Só by António Nobre. In 1890 the English Ultimatum destroys the Imperial plan for Africa, causing a conflicts whose results are noticed not only by a comparison with the Other, but most of all, because of its symbolic implications, in terms of a comparison of National perceptions itself. Ultimatum questions the iper identity described by Eduardo Lourenço as the result of the history featuring an atlantic deviation in relation to the rest of Europe and resulting from centuries of literature as the most authentic image of Portugal. Simultaneously it marks the distance from European modern image that tightly connected to Imperial plan was the foundations of identity. The poetry of that period follows the apocalyptic paradigm that associates crying and the invective as elements of a Messianic expectation of redemption: anger is followed by invitation to look back to past glories so to strengthen decayed Portugal. Reviewing the past and the National space as a rinvigorating period is a constant feature of neo romantic literature, however the poetry of Antonio Nobre can’t be viewed as such interpretation: there is no recovery of a golden age, on the contrary, the author proof to be modern declaring that it is not possible to purse an image that rather than lost never existed and therefore proove its fetish nature.
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Soffritti, Agnese <1981&gt. "I materiali dell'assenza nella poesia della fine secolo portoghese." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4656/.

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Abstract:
Il presente studio ha come obiettivo quello di chiarire le dinamiche culturali iscritte nella fine secolo portoghese a partire dall’analisi di alcune opere letterarie -in particolar modo poetiche - tra cui spicca il Só di António Nobre. L’Ultimatum inglese del 1890 mandando in frantumi il progetto imperiale in Africa, scatena un conflitto che si manifesta non solo a livello di un confronto con l’Altro, ma soprattutto, per le sue implicazioni simboliche, nei termini di un confronto interno proprio con l’immaginario nazionale. L’Ultimatum mette in crisi l’iperidentità descritta da Eduardo Lourenço come il frutto di una storia marcata da una deriva atlantica rispetto al resto d’Europa ed elaborata durante secoli di letteratura come il volto più autentico del Portogallo. Contemporaneamente segna inesorabilmente la distanza da quell’immaginario europeo e moderno che in stretto legame con il progetto imperiale ne costituiva le fondamenta. La poesia dell’epoca segue il paradigma apocalittico che associa al pianto e all’invettiva gli elementi di un’aspettativa messianica di riscatto: alla rabbia segue l’invito di riporre l’attenzione nelle glorie di un tempo in modo da rafforzare il Portogallo decaduto. La rivisitazione in chiave rigeneratrice del passato e dello spazio nazionale è una costante della letterautra neoromantica, l’opera di Antonio Nobre tuttavia non può essere affrontata secondo questa lettura: non si tratta qui di nessun recupero dell’età dell’oro, al contrario, la modernità dell’autore sta nel dichiarare l’impraticabilità di un immaginario che più che perduto non è mai esistito e si rivela dunque nella sua natura di feticcio.
This study is intended to clarify the cultural dynamics belonging to end of the century, examining some literatures, especially poetic literature, one of the most important being Só by António Nobre. In 1890 the English Ultimatum destroys the Imperial plan for Africa, causing a conflicts whose results are noticed not only by a comparison with the Other, but most of all, because of its symbolic implications, in terms of a comparison of National perceptions itself. Ultimatum questions the iper identity described by Eduardo Lourenço as the result of the history featuring an atlantic deviation in relation to the rest of Europe and resulting from centuries of literature as the most authentic image of Portugal. Simultaneously it marks the distance from European modern image that tightly connected to Imperial plan was the foundations of identity. The poetry of that period follows the apocalyptic paradigm that associates crying and the invective as elements of a Messianic expectation of redemption: anger is followed by invitation to look back to past glories so to strengthen decayed Portugal. Reviewing the past and the National space as a rinvigorating period is a constant feature of neo romantic literature, however the poetry of Antonio Nobre can’t be viewed as such interpretation: there is no recovery of a golden age, on the contrary, the author proof to be modern declaring that it is not possible to purse an image that rather than lost never existed and therefore proove its fetish nature.
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Lupati, Federica <1985&gt. "Edição e receção de autores angolanos em Portugal antes e depois do 25 de abril: o caso Ondjaki." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3811.

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Abstract:
Breve introduzione teorica sul concetto di letteratura e le sue frontiere, a cui segue una panoramica sulla pubblicazione di autori angolani in Portogallo prima e dopo la caduta della dittatura e il ruolo delle istituzioni letteraria nella ricezione delle opere. Il caso presentato è quello del giovane autore contemporaneo Ondjaki, il cui successo e la cui pubblicizzazione oggi permettono di sollevare alcune questioni culturali e ideologiche.
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Dai, Pre' Debora <1992&gt. "O Homem e a Terra. Uma leitura comparada de José Saramago e Leonardo Boff." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12556.

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Abstract:
O que inspira este trabalho de comparação literária é a intuição da possibilidade de um diálogo extraordinariamente frutuoso entre as obras de José Saramago, escritor português que sempre se definiu com muita convicção ateu e as de Leonardo Boff, teólogo cristão e expoente da teologia da libertação no Brasil. Se as opiniões dos autores parecem ser diametralmente opostas em relação á religião, não se pode dizer o mesmo das posições políticas, já que ambos nas suas vidas manifestaram interesse pela ideologia comunista. Mas posto que muito já foi dito sobre o José Saramago ateu e comunista e também sobre a corrente teológica da libertação e a sua proximidade ao comunismo, o desafio será acrescentar algum elemento mais, colocando as obras em relação e criando um diálogo literário inovativo e estimulante. Concretamente o primeiro capítulo terá um caráter introdutivo, o segundo será dedicado à figura do frade Francisco de Assis, que levou ambos autores a desenvolver uma reflexão sobre o tema da pobreza e o terceiro abordará questões relacionadas à Terra, do ponto de vista ambiental-ecológico, mas também na perspetiva da necessidade de redistribuição das terras. O propósito final será destacar as afinidades entre as visões dos dois autores que, embora inspirados a valores diferentes, se opõem com a mesma indignação às dinâmicas de injustiça, abuso e repressão e acreditam no poder da palavra como forma de divulgação de uma mensagem de luta e oposição necessária e imprescindível.
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Lucotti, Eugenio <1992&gt. "O descompasso da formação: leitura de "Amar, verbo intransitivo" de Mário de Andrade." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13052.

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Abstract:
Lettura del romanzo "Amar, verbo intransitivo" dello scrittore modernista Mário de Andrade, riflettendo sul rapporto dialettico che si crea all'interno della letteratura brasiliana tra la necessità di esprimere la realtà contingente e i modelli culturali stranieri.
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Golin, Mattia <1991&gt. "Prisão, exílio e literatura em Luandino Vieira: uma leitura crítica de 'Papéis de prisão'." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14791.

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Abstract:
Esta dissertação quer enfrentar a vida do escritor angolano José Luandino Vieira que cumpriu, como preso político e culpado de ser um terrorista por causa do seu laço com o Movimento pela Libertação de Angola na altura do regime salazarista, quase doze anos de prisão, de 1961 até 1972, nas cadeias de Angola e no Campo de Trabalho de Chão Bom no Tarrafal, em Cabo Verde. Para isso se tornar possível, utilizou-se como ponto focal do trabalho uma obra, Papéis da prisão, de 2015, que graças a dois anos de trabalho da equipe composta por Margarida Calafate Ribeiro, Mónica V. Silva e Roberto Vecchi foi possível reunir todos os fragmentos e as cartas compostos pelo autor e afortunadamente conservados. Depois ter introduzido os factos históricos daquela época, tanto em Portugal quanto em Angola e ter apresentado o autor e sua obra, o trabalho analisará em detalhe os dois tempos da prisão do autor. O primeiro refere-se à época de Luanda, com o autor que apesar de se encontrar preso pelo menos ficava na sua cidade, junto com a família dele. O segundo ocupar-se-á dos anos em Cabo Verde, aqui afastado dos seus familiares e da sua terra. A intenção é ver como os dois contextos diferentes tiveram influência no homem Luandino e também na sua produção literária.
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Bazzacco, Alessandra <1995&gt. "REPRESENTAR OS RETORNADOS: UMA PROPOSTA DE TRADUÇÃO DO ROMANCE A GORDA DE ISABELA FIGUEIREDO." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18877.

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Abstract:
Uma das consequências da descolonização dos países africanos foi o aparecimento na realidade portuguesa de um novo grupo social, constituído pelos cidadãos que regressaram ao país depois de ter abandonado as colónias onde tinham construído as suas vidas. Para definir estas pessoas entrou em uso o termo ‘retornado’, que se revelou em muitas ocasiões aproximativo, não conseguindo representar uma categoria tão heterogênea, e que amiúde assumiu conotações negativas, devido à quantidade de incompreensões ligadas ao complexo período histórico, político e social em que se verificou o retorno. A presente tese propõe-se portanto formular uma proposta de representação destas figuras que, graças às suas vivências, se configuram como uma ponte entre passado e presente e resultam fundamentais para a compreensão da identidade portuguesa pós-colonial. O primeiro capítulo será dedicado inicialmente à análise histórico-política das fases dos projetos coloniais desenvolvidos entre os séculos XIX e XX, com maior enfoque no contexto moçambicano, até chegar ao ponto de rotura representado pela Revolução dos Cravos, que levou ao êxodo dos nacionais residentes nas províncias ultramarinas. Em segundo lugar será aprofundado de forma crítica o processo de reinserção social dos retornados, evidenciando os êxitos e as falhas de uma inclusão que por muitos ainda está por chegar. O segundo capítulo abordará o surgimento da ‘literatura dos retornados’, o subgénero que reúne as vozes dos autores que nas últimas décadas têm compartilhado as suas experiências de vida ligadas a este crítico processo. Finalmente, no terceiro capítulo será avançada uma proposta de tradução para o italiano do romance A Gorda (2016) de Isabela Figueiredo, escritora contemporânea reconhecida como uma das representantes deste grupo literário pós-colonial.
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Reali, Niccolo' <1994&gt. "Colonialidade Portuguesa e Guerra: as Mulheres na Perspeitiva de uma Memoria Coletiva." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19222.

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Abstract:
Quando falamos do papel da mulher – portuguesa e africana, negra e branca – na Guerra Colonial e no processo decolonial africano estamos perante o filho indesejado dum duplo silêncio ensurdecedor: um ligado às contingências que levaram o governo português ao sacrifício duma inteira geração numa guerra absurda; o outro, ainda mais intenso, ligado à mudança da função social e da representação do sujeito feminino na sociedade portuguesa ao longo dos séculos aqui interessados. É preciso quebrar novamente esse duplo silêncio para escutar, compreender, interpretar a importante mensagem das mulheres e revelar as profundas implicações histórico-culturais do drama dessa “prole esquecida”. A pesquisa seguirá, portanto, três direções complementares: evidenciar o forte entrelaço entre as políticas coloniais de Portugal e a progressiva erosão do papel da mulher na sociedade; subverter o discurso canónico – masculino e individual – sobre a Guerra Colonial, mostrando a importância do sujeito feminino na realidade histórica do período do conflito; analisar a representação narrativa da condição feminina durante a Guerra Colonial, focando a atenção no trabalho da geração nascida no período da guerra. O objetivo último deste trabalho é mostrar uma perspetiva diferente – feminina e coletiva – da colonização portuguesa e do drama da Guerra Colonial, fornecendo um instrumento potencialmente útil na perspetiva dum pensamento decolonial especificamente lusitano.
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Libralesso, Erica <1994&gt. "Luandino Vieira, “Vidas Novas” Aspetos da narrativa pós-colonial em lingua portuguesa: textos e traduções Uma linguagem escondida durante a época colonial: tradução e análise." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19432.

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Abstract:
Os oito contos que compõem o livro Vidas Novas são narrativas de caráter realista que descrevem o regime da ditatura salazarista, produzidas entre junho e julho de 1962 dentro do Pavilhão Prisional da PIDE, em Luanda, nos contextos iniciais da guerra pela independência de Angola. De facto, durante o período da Segunda Guerra Mundial começa a formar-se um pensamento anti-colonial, porque muitos povos tinham experenciado o que foi a guerra contra o fascismo (uma opressao interna de Europa) e os movimentos de resistencia europeus inspiraram os movimentos de resistencia nas ex-colonias onde o ser humano é constantemente menosprezado a partir de uma suposta superioridade europeia. De facto, a negritude nasce como ato de resistência e redescoberta das raízes culturais que foram destruídas daquele que se define epistemicídio, ou seja o genocídio do conhecimento levado a cabo pelos colonizadores, que assim submetem o mundo colonial à visão branca. O objectivo do meu trabalho é evidenciar como no desenvolver da narração, a identidade negra começa a valorizar-se e a reivindicar-se apesar das ameaças do povo branco, sobretudo a nível linguístico e cultural, criando assim aquela que podemos definir autoconsciência histórica.
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Miazzo, Luca <1995&gt. "Literatura e censura nas ditaduras franquista e salazarista." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19487.

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Abstract:
Questa tesi si propone di realizzare una comparazione tra letteratura e censura nelle dittature salazarista e franchista. La strutturazione è articolata su tre capitoli: il primo è incentrato principalmente su dimostrare come lo scoppio della Prima Guerra Mondiale e le situazioni politiche ed economiche di Spagna (includendo anche la Catalogna) e Portogallo, hanno determinato la totale rovina dell’esperienza democratica; il secondo capitolo verte sul meccanismo della censura che, in quegli anni, rappresentò l’organo repressivo principale che permise alle dittature di Francisco Franco e Antonio de Oliveira Salazar di mantenere saldo il potere per una buona parte del XIX° secolo. In correlazione a questi avvenimenti, la tematica si focalizza, in seguito, su alcune reazioni letterarie di autori di ambo i paesi: da un lato, José Saramago e José Cardoso Pires per il Portogallo, dall’altro, Manuel de Pedrolo e José Maria Gironella per la Spagna (Catalogna). Nel terzo e ultimo capitolo di questa tesi, viene discussa la questione dell’esilio portoghese e spagnolo-catalano; in conclusione vengono messe a confronto le possibili convergenze e divergenze tra i due stati durante le due dittature. O objeto de investigação desta tese é argumentar a ligação entre a literatura e a censura nas ditaduras salazarista e franquista. A estrutura é dividida em três capítulos: o primeiro capítulo introduz as grandes mudanças devidas à eclosão da Primeira Guerra Mundial, que fizeram afundar Espanha (incluindo também a Catalunha) e Portugal numa crise política e económica; o segundo capítulo trata das consequências inevitáveis que levaram à imposição de estruturas de governo de carácter ditatorial, o Estado Novo salazarista português e o Franquismo espanhol e, a criação de formas de repressões e violências, entre todas, a censura que representou a forma mais brutal e eficaz capaz de aniquilar o panorama literário. Logo a seguir, o discurso concentra-se na reação literária de alguns autores, entre os quais, por um lado: José Cardoso Pires e José Saramago no regime salazarista, por outro Manuel de Pedrolo e José Maria Gironella sob o regime franquista. No terceiro capítulo toca-se tema do exílio português e espanhol-catalão e, em conclusão, a comparação das convergências e divergências entre as duas realidades durante as ditaduras.
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Mariotti, Elisa <1995&gt. "Um olhar contemporâneo sobre a questão indígena: diálogo entre Macunaíma e a narração antropológica pós-estruturalista." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19698.

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Abstract:
Presenteremo il pensiero di Mário de Andrade e la sua ricezione dell'identità brasiliana nel romanzo Macunaíma, che oggi ha acquisito maggiore interesse grazie alla critica dell'ideale romantico in relazione ai popoli indigeni e del concetto di autenticità nel pensiero collettivo brasiliano. Intendiamo, in particolar modo, cogliere l'argomento della questione indigena dal punto di vista di uno dei rappresentanti del primo Modernismo brasiliano, dopo quasi un secolo dalla realizzazione della Settimana di Arte Moderna a San Paolo. Vivendo un momento di transizione politica e culturale, Mário de Andrade riuscì a sintetizzare il sentimento di appartenenza nella ex-colonia, di matrice nazionalista, finalizzato a riscattare la cultura nativa del Brasile e, di conseguenza, l'ibridazione etno-culturale. Essendo un autore caratterizzato da una natura poliedrica, verrà considerata sia la sua prospettiva intellettuale che quella di etnografo, per poi riflettere sulla complessità storica e culturale della questione indigena, che interessa anche l'identità brasiliana in sé, poiché necessita strumenti diversi di analisi. Così, la riflessione proposta si baserà sulla visione antropologica post-strutturalista di Eduardo Viveiros de Castro per ottenere un confronto, non solo per ciò che riguarda una lettura contemporanea di Macunaíma e dei suoi temi principali, ma anche per proporre nuovi metodi narrativi conquistati dall'antropologia nella rilettura della corrente modernista. Apriremo, quindi, un dialogo tra la rapsodia dell'eroe deandradiano e le nuove costruzioni narrative dell'antropologia moderna. Apresenta-se o pensamento de Mário de Andrade e sua recepção da identidade brasileira no romance Macunaíma, que ganhou mais solidez na atualidade graças à crítica ao ideal romântico dos povos indígenas e ao conceito de autênticidade no pensamento coletivo brasileiro. Pretende-se em especial capturar o tema da questão indígena do ponto de vista de um dos representantes do primeiro Modernismo brasileiro, após quase um século desde a realização da Semana da Arte Moderna em São Paulo. Vivendo um momento de transição política e cultural, Mário de Andrade ainda conseguiu sintetizar os sentimentos de pertença, de matriz nacionalista, finalizados a resgatar a cultura nativa do Brasil e, por consequinte, a miscigenação etno-cultural. Tratando-se de um autor caraterizado pela natureza poliédrica, será aqui considerada quer a sua perspetiva de intelectual, quer a de etnógrafo, para, em seguida, refletir sobre a complexidade a nível histórico e cultural do tópico da questão indígena, e também brasileira, que exige instrumentos diferentes de análise. Deste modo, a reflexão proposta apoia-se no olhar antropológico pós-estruturalista de Eduardo Viveiros de Castro para obter uma comparação, não apenas de adaptação contemporânea de Macunaíma e suas temáticas principais, mas também visualizar os novos métodos narrativos conquistados pela antropologia. Nesse sentido, abriremos um diálogo entre a rapsódia do héroi deandradiano e as novas construções narrativas da antropologia da atualidade.
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Zeferino, Luiza <1994&gt. "O saci de Monteiro Lobato: uma proposta de tradução." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20779.

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Abstract:
Este trabalho propõe a tradução para a língua italiana d' O Saci, um dos volumes do Sítio di Picapau Amarelo do escritor brasileiro Monteiro Lobato. A esse capítulo central foi adicionada uma análise sobre a literatura para infância, a partir de uma perspectiva histórica e de uma definição dos elementos caracterizadores desse gênero literário. Ademais, se apresentou uma crítica sobre a tradução, tendo em consideração que a obra escolhida se trata de uma narração para crianças.
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Zerbetto, Emma <1996&gt. "Violência epistemológica e ficção literária: uma análise de Como se o mundo não tivesse leste de Ruy Duarte de Carvalho." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21243.

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Abstract:
O objetivo do presente trabalho é analisar a violência epistemológica no âmbito da ficção literária. O caso de estudo objeto da tese é constituído por Como se o mundo não tivesse leste, obra de estreia na narrativa do autor angolano Ruy Duarte de Carvalho, publicado pela primeira vez em 1977. Carvalho representa um caso especialmente interessante no âmbito de autores e autoras pós-coloniais enquanto português por nascimento mas angolano por vocação. O primeiro capítulo é uma apresentação da biografia do autor, da sua obra e da sua experiência de imersão no contexto agro-pastoril angolano, quer por meio dos longos períodos de tempo passados na região semiárida namibiana, quer através dos seus estudos como antropólogo. Os três capítulos seguintes consistem na análise das três narrativas que compõem o livro, detendo-se nas passagens cruciais que evidenciam a afirmação da violência colonial na sua aceção política e ideológica. A análise dos textos literários permitirá finalmente, no último capítulo, inferir a linha de pensamento subjacente, quer dizer, a particular relevância da violência epistemológica como característica definidora da colonialidade.
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Perozzo, Stefania <1997&gt. "Vozes negras em movimento: reivindicações feministas e ancestrais nas performances do coletivo “Sarau das Pretas”." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21379.

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Abstract:
A presente pesquisa tem como objetivo analisar a produção literária e artística do coletivo Sarau das Pretas, criado em São Paulo em 2016. Formado por quatro mulheres negras e um homem trans, todas/os periféricas/os, o grupo é uma das demonstrações mais interessantes do dinamismo do atual panorama da literatura de periferia brasileira, sobretudo aquela de autoria feminina e negra. A arte do coletivo – que conjuga em si várias linguagens, como poesia, dança, música – proporciona reflexões sobre a identidade da mulher negra, pautando temáticas relacionadas com o corpo, o feminino, a ancestralidade e a cultura de matriz africana, ao passo que denuncia o racismo e a violência machista presentes na sociedade brasileira. O Sarau configura-se, assim, como espaço de protagonismo da mulher negra, incentivando a sua produção literária e artística e favorecendo a criação de um ambiente de escuta, diálogo, partilha e empoderamento. Além de sublinhar a qualidade artística do trabalho do coletivo – analisando-o a partir do campo de estudos de performance –, minha pesquisa pretende evidenciar as suas importantes reivindicações políticas, sociais e culturais, juntamente com suas mensagens de orgulho, respeito e cuidado pela identidade negra.
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MILANI, ADA. "La formazione della letteratura mozambicana e la rivista "Itinerario" 1941-1955." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2018. http://hdl.handle.net/11567/930599.

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Girotto, Alice <1987&gt. "Forme di rappresentazione del potere in Angola : viaggio dalla letteratura alle arti visive (e ritorno)." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/15028.

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Abstract:
La lettura comparata di opere letterarie e artistiche proposta nella mia tesi ha lo scopo di rilevare preoccupazioni e tendenze comuni nella produzione culturale angolana contemporanea, intendendo per “contemporaneo” colui che percepisce le tenebre del suo tempo come un qualcosa che lo circonda e che lo interroga (Agamben). L’approccio interartes è particolarmente adeguato trattandosi di uno studio di tipo tematico, incentrato sulla rappresentazione del potere che, dopo la fine della guerra civile in Angola (2002), è stato al centro di numerose realizzazioni di scrittori e artisti. Alla definizione dei fondamenti teorici della ricerca e della metodologia usata per esaminare il corpus selezionato (opere letterarie in prosa – romanzi e racconti – e opere delle arti visive – pittura, scultura, fotografia, video e installazioni), seguono tre percorsi di analisi, secondo diverse “complicità narrative” che uniscono le opere. Il primo continua un precedente lavoro sulla città di Luanda in letteratura e si concentra sulle relazioni fra potere e spazialità, tentando una nuova lettura di un tema ormai classico attraverso la ridefinizione delle frontiere tradizionali e l’analisi delle interpretazioni distopiche della contemporaneità. Nel secondo percorso si evidenzia come le varie tecniche di rappresentazione abbiano realizzato la personificazione del potere mettendo in risalto un unico personaggio (“tipo” o icona politica) e ricorrendo a uno stesso stile ironico. Infine, articolando il concetto di utopia, nel terzo percorso si prendono in considerazione opere che propongono visioni di altri mondi possibili, in cui il potere si manifesta in modo alternativo rispetto ai due nuclei tematici precedenti.
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Benatti, Marica <1973&gt. "Simulacri imperiali portoghesi: la "Entrada Real" di Lisbona del 1619 e la Monarchia Duale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/58/1/Microsoft_Word_-_Tesi_def.pdf.

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Benatti, Marica <1973&gt. "Simulacri imperiali portoghesi: la "Entrada Real" di Lisbona del 1619 e la Monarchia Duale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/58/.

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Benvenuti, Anna <1977&gt. "Sulle soglie della poesia: prologhi e poetiche del secondo Ottocento spagnolo (1850-1872)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/59/1/sullesogliedellapoesia%5B1%5D%5B1%5D.annabenvenuti.pdf.

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Benvenuti, Anna <1977&gt. "Sulle soglie della poesia: prologhi e poetiche del secondo Ottocento spagnolo (1850-1872)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/59/.

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Crescentini, Anderlini Giulia <1973&gt. "L'immagine dell'Oriente nelle lettere della Compagnia di Gesù." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/506/1/Crescentini_Anderlini_Giulia_tesi.pdf.

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Crescentini, Anderlini Giulia <1973&gt. "L'immagine dell'Oriente nelle lettere della Compagnia di Gesù." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/506/.

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Magalhães, De Paula Marcela <1983&gt. "Literaturas no Atlântico Sul: o caso da formação da literatura em São Tomé (e seus refluxos no Brasil)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5485/1/MAGALHAES_DE_PAULA_MARCELA_TESI.pdf.

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Abstract:
Diferencialmente conjugando a combinação de três contextos de análise: Brasil, Portugal e África. Esta tese aborda a relação criada entre os espaço histórico-políticos do "Atlântico Sul e suas formas de representação nos diferentes contextos nacionais que envolvem o desenvolvimento de novas perspectivas teóricas de investigação interdisciplinar, entre a literatura e história, especialmente nos espaços da geografia e literatura de São Tomé e Príncipe e Brasil.
Coniugando differenzialmente tre contesti analitici: il Brasile, il Portogallo e l'Africa. Questa tesi risulta dell'analisi fra i rapporti creati tra il spazio storico-politico del' Atlantico Sud e le forme rappresentazione dei diversi contesti nazionali che esso coinvolge, mettendo a punto le nuove prospettive anche teoriche di indagine interdisciplinare, tra letteratura e storia, sopratutto os espaços di San Tome e Principe ed il Brasile.
Differentially combining three analytical contexts: Brazil, Portugal and Africa. This thesis is the analysis between the relationship created between the historical-political space of the 'South Atlantic and forms of representation of the different national contexts that it involves developing new theoretical perspectives also interdisciplinary investigation, between literature and history, especially os espaços of San Tome and Principe and Brazil.
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Magalhães, De Paula Marcela <1983&gt. "Literaturas no Atlântico Sul: o caso da formação da literatura em São Tomé (e seus refluxos no Brasil)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5485/.

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Abstract:
Diferencialmente conjugando a combinação de três contextos de análise: Brasil, Portugal e África. Esta tese aborda a relação criada entre os espaço histórico-políticos do "Atlântico Sul e suas formas de representação nos diferentes contextos nacionais que envolvem o desenvolvimento de novas perspectivas teóricas de investigação interdisciplinar, entre a literatura e história, especialmente nos espaços da geografia e literatura de São Tomé e Príncipe e Brasil.
Coniugando differenzialmente tre contesti analitici: il Brasile, il Portogallo e l'Africa. Questa tesi risulta dell'analisi fra i rapporti creati tra il spazio storico-politico del' Atlantico Sud e le forme rappresentazione dei diversi contesti nazionali che esso coinvolge, mettendo a punto le nuove prospettive anche teoriche di indagine interdisciplinare, tra letteratura e storia, sopratutto os espaços di San Tome e Principe ed il Brasile.
Differentially combining three analytical contexts: Brazil, Portugal and Africa. This thesis is the analysis between the relationship created between the historical-political space of the 'South Atlantic and forms of representation of the different national contexts that it involves developing new theoretical perspectives also interdisciplinary investigation, between literature and history, especially os espaços of San Tome and Principe and Brazil.
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Sorrini, Alfredo <1966&gt. "Forma breve e fotografia: una narrativa del Mozambico." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5883/1/Sorrini_Alfredo_tesi.pdf.

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Abstract:
La relazione interdisciplinare tra letteratura e fotografia, nella rilettura della storia recente del Mozambico, è l’oggetto di studio della presente tesi. Il presupposto coincide in primo luogo con la disamina interna della dialettica esistente tra archivio coloniale e oralità, modalità narrativa in parte transitata nella estória, declinazione lusofona della forma breve che permette di recuperare l’eredità popolare del racconto tradizionale. Il dialogo tra verbale e visuale consente a sua volta di stabilire nuovi paradigmi interpretativi nel dibattito postcoloniale tra memoria, trauma e rappresentazione. L’analisi comparativa tra la narrativa di João Paulo Borges Coelho e la fotografia di Ricardo Rangel rivela sguardi diversi sul mondo circostante, ma anche convergenze contemplative che si completano nell’incorporazione reciproca delle “omologie strutturali” comuni alle due modalità espressive. La fotografia colma delle lacune fornendoci delle visioni del passato, ma, in quanto “rappresentazione”, ci mostra il mondo per come appare e non per come funziona. Il testo letterario, grazie al suo approccio dialogico-narrativo, consente la rielaborazione museologica della complessa pletora di interferenze semantiche e culturali racchiuse nelle immagini, in altre parole fornisce degli “indizi di verità” da cui (ri)partire per l’elaborazione di nuovi archetipi narrativi tra l’evento rappresentato e la Storia di cui fa parte. Il punto di tangenza tra i due linguaggi è la cornice, espediente fotografico e narrativo che permette di tracciare i confini tra l’indicibile e l’invisibile, ma anche tra ciò che si narra e ciò che sta fuori dalla narrazione, ovvero fuori dalla storia. La tensione dialettica che si instaura tra questi due universi è seminale per stabilire le ragioni della specificità letteraria mozambicana perché, come afferma Luandino Vieira, “nel contesto postcoloniale gli scrittori sono dei satelliti che ruotano intorno ai «buchi neri della storia» la cui forza di attrazione permette la riorganizzazione dell’intero universo letterario.
This thesis focuses on the interdisciplinarity between literature and photography according to a re-reading of the recent history of Mozambique.It starts from an enquiry into the colonial archive and the oral tradition partly merged with the “estoria” through which the popular heritage of the traditional narrative is recovered. The dialogue between verbal and visual expression allows new possible interpretations in the post- colonial debate between memory, trauma and representation. A comparative analysis between Coelho’s narrative and Rangel’s photography reveals different views of the external world but also convergencies marked by common forms of expression. Photography fills some gaps bringing about a certain vision of the past which is however just a representation of reality and not reality itself. The literary text thanks to its dialogic approach allows a complex re-elaboration of both semantic and cultural data supplying clues for a re-writing of History. The convergence between the visual and the narrative expression marks the boundaries of what can actually be communicated. The dialogue between those forms establishes the peculiarity of the Mozambican literature which according to Luandino Viera’s “...in the postcolonial context writers are satellites in orbit round the black holes of history” whose force of attraction allows a new organization of the entire literary heritage.
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Sorrini, Alfredo <1966&gt. "Forma breve e fotografia: una narrativa del Mozambico." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5883/.

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Abstract:
La relazione interdisciplinare tra letteratura e fotografia, nella rilettura della storia recente del Mozambico, è l’oggetto di studio della presente tesi. Il presupposto coincide in primo luogo con la disamina interna della dialettica esistente tra archivio coloniale e oralità, modalità narrativa in parte transitata nella estória, declinazione lusofona della forma breve che permette di recuperare l’eredità popolare del racconto tradizionale. Il dialogo tra verbale e visuale consente a sua volta di stabilire nuovi paradigmi interpretativi nel dibattito postcoloniale tra memoria, trauma e rappresentazione. L’analisi comparativa tra la narrativa di João Paulo Borges Coelho e la fotografia di Ricardo Rangel rivela sguardi diversi sul mondo circostante, ma anche convergenze contemplative che si completano nell’incorporazione reciproca delle “omologie strutturali” comuni alle due modalità espressive. La fotografia colma delle lacune fornendoci delle visioni del passato, ma, in quanto “rappresentazione”, ci mostra il mondo per come appare e non per come funziona. Il testo letterario, grazie al suo approccio dialogico-narrativo, consente la rielaborazione museologica della complessa pletora di interferenze semantiche e culturali racchiuse nelle immagini, in altre parole fornisce degli “indizi di verità” da cui (ri)partire per l’elaborazione di nuovi archetipi narrativi tra l’evento rappresentato e la Storia di cui fa parte. Il punto di tangenza tra i due linguaggi è la cornice, espediente fotografico e narrativo che permette di tracciare i confini tra l’indicibile e l’invisibile, ma anche tra ciò che si narra e ciò che sta fuori dalla narrazione, ovvero fuori dalla storia. La tensione dialettica che si instaura tra questi due universi è seminale per stabilire le ragioni della specificità letteraria mozambicana perché, come afferma Luandino Vieira, “nel contesto postcoloniale gli scrittori sono dei satelliti che ruotano intorno ai «buchi neri della storia» la cui forza di attrazione permette la riorganizzazione dell’intero universo letterario.
This thesis focuses on the interdisciplinarity between literature and photography according to a re-reading of the recent history of Mozambique.It starts from an enquiry into the colonial archive and the oral tradition partly merged with the “estoria” through which the popular heritage of the traditional narrative is recovered. The dialogue between verbal and visual expression allows new possible interpretations in the post- colonial debate between memory, trauma and representation. A comparative analysis between Coelho’s narrative and Rangel’s photography reveals different views of the external world but also convergencies marked by common forms of expression. Photography fills some gaps bringing about a certain vision of the past which is however just a representation of reality and not reality itself. The literary text thanks to its dialogic approach allows a complex re-elaboration of both semantic and cultural data supplying clues for a re-writing of History. The convergence between the visual and the narrative expression marks the boundaries of what can actually be communicated. The dialogue between those forms establishes the peculiarity of the Mozambican literature which according to Luandino Viera’s “...in the postcolonial context writers are satellites in orbit round the black holes of history” whose force of attraction allows a new organization of the entire literary heritage.
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Maini, Matilde <1986&gt. "Expressões da periferia na literatura brasileira contemporânea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7441/1/MAINI_MATILDE_TESI.pdf.

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Abstract:
A partir da sua conceituação inevitavelmente relacional que a opõe ao centro, o estudo que aqui se apresenta pretende investigar as modalidades da representação da periferia na literatura brasileira contemporânea, tendo em vista ao mesmo tempo a sua projeção no mercado editorial nacional e internacional. O trabalho enfoca, em particular, a obra de quatro autores brasileiros contemporâneos (Rodrigo Ciríaco, Marcelino Freire, Ana Paula Maia e Patrícia Melo) que, pelos seus percursos pessoais e criativos, podem ser colocados em pontos diferentes de um continuum entro o polo “centro” e o polo “periferia”, ora mais próximo de um, ora de outro, mas sempre pressuppondo ambos os termos, tidos como mutuamente implicados nas várias configurações identitárias de cada autor, fora de qualquer lógica dicotómica. O percurso começa pela literatura periférica enquanto terminus a quo, não só do ponto de vista cronológico, de toda abordagem histórico-cultural do tema, chegando depois a acompanhar a progressiva reestruturação (ou desestruturação?) desse relacionamento osmótico entre a escrita e o lugar, conforme acontece, por exemplo, em uma autora como Patrícia Melo, em que a periferia não passa de um simples pano de fundo, desvencilhado de qualquer função conhecedora. Por fim, no último capítulo, a análise debruça-se sobre a presença de autores brasileiros, e em particular de representantes do movimento da literatura periférica, no mercado editorial mundial, por meio da tradução e da participação de eventos culturais internacionais como a Feira do Livro de Frankfurt e o Salão do Livro de Paris.
Starting from the concepts of the centre and the periphery, this thesis analyses their representation in Brazilian contemporary literature and their relationship in the Brazilian and international publishing market. Focusing on four Brazilian contemporary writers with different personal and creative paths – Rodrigo Ciríaco, Marcelino Freire, Ana Paula Maia e Patrícia Melo – this research aims to demonstrate that they can be placed on an imaginary line, which develops through multiple gradations. Therefore, this continuum is opposed to a binary opposition’s point of view. From this perspective, the emergence of a new literary movement from the suburbs of Brazilian big cities, the literatura periférica, is analyzed in order to try to understand how it is different, or not, from other literary discourses. Finally, the thesis observes the presence of Brazilian writers, especially exponents of literatura periférica, in the international publishing market, through their translation and participation in major international cultural events such as Frankfurt Book Fair and Paris Book Fair.
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Maini, Matilde <1986&gt. "Expressões da periferia na literatura brasileira contemporânea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7441/.

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Abstract:
A partir da sua conceituação inevitavelmente relacional que a opõe ao centro, o estudo que aqui se apresenta pretende investigar as modalidades da representação da periferia na literatura brasileira contemporânea, tendo em vista ao mesmo tempo a sua projeção no mercado editorial nacional e internacional. O trabalho enfoca, em particular, a obra de quatro autores brasileiros contemporâneos (Rodrigo Ciríaco, Marcelino Freire, Ana Paula Maia e Patrícia Melo) que, pelos seus percursos pessoais e criativos, podem ser colocados em pontos diferentes de um continuum entro o polo “centro” e o polo “periferia”, ora mais próximo de um, ora de outro, mas sempre pressuppondo ambos os termos, tidos como mutuamente implicados nas várias configurações identitárias de cada autor, fora de qualquer lógica dicotómica. O percurso começa pela literatura periférica enquanto terminus a quo, não só do ponto de vista cronológico, de toda abordagem histórico-cultural do tema, chegando depois a acompanhar a progressiva reestruturação (ou desestruturação?) desse relacionamento osmótico entre a escrita e o lugar, conforme acontece, por exemplo, em uma autora como Patrícia Melo, em que a periferia não passa de um simples pano de fundo, desvencilhado de qualquer função conhecedora. Por fim, no último capítulo, a análise debruça-se sobre a presença de autores brasileiros, e em particular de representantes do movimento da literatura periférica, no mercado editorial mundial, por meio da tradução e da participação de eventos culturais internacionais como a Feira do Livro de Frankfurt e o Salão do Livro de Paris.
Starting from the concepts of the centre and the periphery, this thesis analyses their representation in Brazilian contemporary literature and their relationship in the Brazilian and international publishing market. Focusing on four Brazilian contemporary writers with different personal and creative paths – Rodrigo Ciríaco, Marcelino Freire, Ana Paula Maia e Patrícia Melo – this research aims to demonstrate that they can be placed on an imaginary line, which develops through multiple gradations. Therefore, this continuum is opposed to a binary opposition’s point of view. From this perspective, the emergence of a new literary movement from the suburbs of Brazilian big cities, the literatura periférica, is analyzed in order to try to understand how it is different, or not, from other literary discourses. Finally, the thesis observes the presence of Brazilian writers, especially exponents of literatura periférica, in the international publishing market, through their translation and participation in major international cultural events such as Frankfurt Book Fair and Paris Book Fair.
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Zampieri, Lucia Viola <1983&gt. "Antonio Lobo Antunes, memorie che si narrano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/7973/1/tesi%20dottorato%20Lobo%20Antunes%20memorie%20che%20si%20narrano.pdf.

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Abstract:
L'intento di questa tesi è di studiare la rielaborazione della memoria traumatica del conflitto coloniale in Angola, nell'opera letteraria di António Lobo Antunes. Abbiamo utilizzato un approccio genealogico allo studio della letteratura, prendendo spunto dallo studio che Foucault fece della genealogia di Nietzsche nel suo saggio: Nietzsche, la genealogia, la storia. La genealogia di Foucault ci è stata utile per pensare alla letteratura come un archivio, non ufficiale, di storie, in cui viene salvata dall'oblio la memoria. All'interno della grande varietà dell'opera di Lobo Antunes abbiamo deciso di soffermarci su tre romanzi: Os Cus de Judas, O Esplendor de Portugal e Comissão das Lágrimas. Os Cus de Judas è uno dei primi romanzi scritti sull'esperienza diretta della guerra coloniale. È un libro/testimonianza che riempie un vuoto narrativo nel contesto portoghese. O Esplendor de Portugal è il testo centrale di questa triade, nel quale emergono varie tematiche, fra queste: la disgregazione del colonialismo, i retornados (gli ex-coloni portoghesi ritornati in patria dopo l'indipendenza dell'Angola) e la loro difficile integrazione nel tessuto sociale portoghese. Comissão das Lágrimas è il punto di arrivo del nostro percorso. È un romanzo composto dalle voci dei narratori. La cornice storica è quella del periodo post-indipendenza in Angola e il tema che viene indagato è quello delle violenze commesse dal governo nei confronti degli oppositori politici.
The aim of this dissertation is to study the reinterpretation of the traumatic memory of the colonial war in Angola in António Lobo Antunes' literature. We use a genealogic approach based on Foucault's essay on Nietzsche, geneaology and history. By means of Foucault's genealogy we can reconsider literature as a non-official archive of stories, so saving memory from oblivion. We study three novels by Lobo Antunes: Os Cus de Judas, O Esplendor de Portugal and Comissão das Lágrimas. Os Cus de Judas is one of the first novels based on the direct experience of the colonial war. O Esplendor de Portugal is the central text of this trio, in which various topics emerge. Most notably the disintegration of the colonialism, and the difficult integration in the Portugues society of the “retornados” (settlers back to the homeland after the indipendence of Angola). Comissão das Lágrimas is the final step of our journey. It's a novel composed by the voices the narrators which describes the violences committed by the government against the political opponents.
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Di, Eugenio Alessia <1989&gt. "Spettri dell'Antropofagia: miti interpretativi, appropriazioni ed eredità contemporanee." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8582/1/Spettri%20dell%E2%80%99Antropofagia.pdf.

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Abstract:
Lo spettro offerto da un’approfondita tradizione critica è il concetto con cui si definiscono usi e appropriazioni dell’Antropofagia oswaldiana inaugurata dal Manifesto Antropófago del 1928. L’indagine proposta è, infatti, un’analisi approfondita delle molteplici letture, interpretazioni critiche e intellettuali e riproposizioni artistiche che sono avvenute, incessantemente, a partire dalla riscoperta delle opere di Oswald de Andrade negli anni ’50. Partendo dalla constatazione delle ambiguità costruite tra le letture dell’Antropofagia e le principali immagini interpretative che hanno generato miti e stereotipi sul Brasile, sono state indagate le molteplici appropriazioni artistiche e teoriche della metafora antropofagica – dal Tropicalismo alle più recenti applicazioni psicanalitiche – per comprendere come l’Antropofagia si sia trasformata nella contemporaneità e in scenari storici e politici mutati. La ricerca non è, dunque, solo un’indagine degli scritti oswaldiani, piuttosto un’analisi di ciò che l’Antropofagia è divenuta a partire dal loro “successo” e dalla loro incerta e ambigua ricezione con l’obiettivo di farne un bilancio e di mostrare quali siano le contemporanee impasse delle sue più recenti appropriazioni.
The spectrum offered by an in-depth critical tradition is the concept used to define uses and appropriations of the Oswaldian Anthropophagy inaugurated by the Manifesto Antropófago of 1928. The proposed research comprises, in fact, an in-depth analysis of the multiple readings, critical and intellectual interpretations and artistic re-creations that have taken place incessantly since the rediscovery of Oswald de Andrade’s works in the 1950s. Beginning with an appreciation of the inherent ambiguities among the readings of the Anthropophagy and the main interpretative images that have long generated myths and stereotypes about Brazil, the multiple artistic and theoretical appropriations of the anthropophagic metaphor – from the Tropicalism fashionable in the 1960s to the latest psychoanalytic applications – are investigated to understand how Anthropophagy has been transformed into modernity and changed historical and political scenarios. This research is therefore not just an investigation of the Oswaldian writings, but rather an analysis of what Anthropophagy as an ethos as well as methodology for ethnography and cultural interaction has become since its rediscovery and their uncertain and ambiguous reception with the aim of making an analysis and to explore and elucidate the contemporary impasses generated by most recent appropriations.
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ALBERANI, ELISA. "IL CONTRIBUTO ITALIANO ALLA COSTRUZIONE DEL MITO LETTERARIO PESSOANO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/267687.

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Abstract:
This research aims at enlarging the understanding of the value and importance of the Italian contributions which helped create the literary myth of Fernando Pessoa. This kind of research was carried out with a practical approach, in order to collect every Italian publication, in particular works by Pessoa translated into Italian, critical essays about the Portuguese poet, anthologies text book extracts, journal articles, tourist guides and intertextual operations (narrative works, movies, songs, plays…) where Fernando Pessoa’s works and personality are remediated. From a methodological point of view, it was necessary to create a database to collect and analyse the materials and therefore understand the reception of the Portuguese author in our country. The chronological boundaries were established during the works analysis and were determined from the end of the 1930s (the years of the first Italian translation of a Pessoa’s poem) to the present day. The study reveals the main Italian key to the interpretation of Pessoa’s works, while at the same time suggesting to what extent the Italian interpretations were fundamental in the construction of Pessoa’s myth. This research therefore revolves around conceptualizing how the figure of the Portuguese writer is perceived by Italian readers. And which Italian ‘filters’ returned to the reader, and in general to the Italian ‘imaginary’, the Portuguese writer.
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Faiolo, Chiara <1976&gt. "Libro, diaspora e ri-costruzioni identitarie. Per una storia della tipografia sefardita portoghese nell'Italia del Cinquecento." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2638/1/faiolo_chiara_tesi.pdf.

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Abstract:
Il lavoro ripercorre le tracce che gli ebrei portoghesi, esuli dopo il biennio 1496-97, lasciarono nel loro cammino attraverso l'Europa. In particolare, l'interesse si concentra sulla breve parentesi italiana, che grazie all'apertura e alla disponibilità  di alcuni Signori, come i Gonzaga di Mantova, i Medici, i Dogi della Serenissima e gli Este, risulta ricchissima di avvenimenti e personaggi, decisivi anche per la storia culturale del Portogallo. L'analisi parte evidenziando l'importanza che ebbe la tipografia ebraica in Portogallo all'epoca della sua introduzione nel Paese; in secondo luogo ripercorre la strada che, dal biennio del primo decreto di espulsione e del conseguente battesimo di massa, porta alla nascita dell'€™Inquisizione in Portogallo. Il secondo capitolo tenta di fare una ricostruzione, il più possibile completa e coerente, dei movimenti degli esuli, bollati come marrani e legati alle due maggiori famiglie, i Mendes e i Bemveniste, delineando poi il primo nucleo di quella che diventerà  nel Seicento la comunità  sefardita portoghese di Amsterdam, dove nasceranno le personalità  dissidenti di Uriel da Costa e del suo allievo Spinoza. Il terzo capitolo introduce il tema delle opere letterarie, effettuando una rassegna dei maggiori volumi editi dalle officine tipografiche ebraiche stanziatesi in Italia fra il 1551 e il 1558, in modo particolare concentrando l'attenzione sull'€™attività  della tipografia Usque, da cui usciranno numerosi testi di precettistica in lingua ebraica, ma soprattutto opere cruciali come la famosa «Bibbia Ferrarese» in castigliano, la «Consolação às Tribulações de Israel», di Samuel Usque e la raccolta composta dal romanzo cavalleresco «Menina e Moça» di Bernardim Ribeiro e dall'ecloga «Crisfal», di un autore ancora non accertato. L'ultimo capitolo, infine, si propone di operare una disamina di queste ultime tre opere, ritenute fondamentali per ricostruire il contesto letterario e culturale in cui la comunità  giudaica in esilio agiva e proiettava le proprie speranze di futuro. Per quanto le opere appartengano a generi diversi e mostrino diverso carattere, l'€™ipotesi è che siano parte di un unicum filosofico e spirituale, che intendeva sostanzialmente indicare ai confratelli sparsi per l'Europa la direzione da prendere, fornendo un sostegno teoretico, psicologico ed emotivo nelle difficili condizioni di sopravvivenza, soprattutto dell'integrità religiosa, di ciascun membro della comunità.
The work traces the route that the Portuguese Jews, exiles after the 1496-97 biennium, followed on their journey through Europe. In particular, interest focuses on the brief Italian period, which is rich in events and characters decisive also for the cultural history of Portugal, thank to the openness of some Princes and Lords, as the Gonzaga of Mantua, the Medicis, the Doges of Venice and the Este family. The analysis starts by highlighting the importance that the Hebrew typography had in Portugal at the time of its introduction in the country, than traces the path that leads to the birth of Inquisition in Portugal, starting from the first expulsion act and the subsequent forced mass baptism. The second chapter tries a reconstruction as complete and consistent as possible of the wanderings of exiles, branded as Marranos and linked to two major families, Mendes and Bemveniste, outlining the nucleus of what will become in the seventeenth century the Sephardic Portuguese community in Amsterdam, which gave the dissident personalities of Uriel da Costa and his student Spinoza. The third chapter introduces the theme of literary works, performing a survey of the main volumes published by the Jewish presses who settled in Italy between 1551 and 1558, especially focusing on the activity of the Usque typography, which produced many Hebrew prayer books, and works as crucial as the famous Spanish Ferrara Bible, Samuel Usque’s Consolação às Tribulações de Israel, and the collection composed by Bernardim Ribeiro’s knight novel Menina e Moça and the eclogue Crisfal, written by an author not yet identified. The last chapter, finally, tries to analyze these three works, which are fundamental to reconstruct the literary and cultural context in which the exile Jewish community acted and projected its hopes for the future. Even if the three works belong to different genres and show different character, the hypothesis is that they are part of a philosophical and spiritual unicum, which basically aimed to show the brethren scattered across Europe the way to go, providing a theoretical, psychological and emotional support in the difficult survival conditions, especially of the religious integrity of each member of the community.
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Faiolo, Chiara <1976&gt. "Libro, diaspora e ri-costruzioni identitarie. Per una storia della tipografia sefardita portoghese nell'Italia del Cinquecento." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2638/.

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Abstract:
Il lavoro ripercorre le tracce che gli ebrei portoghesi, esuli dopo il biennio 1496-97, lasciarono nel loro cammino attraverso l'Europa. In particolare, l'interesse si concentra sulla breve parentesi italiana, che grazie all'apertura e alla disponibilità  di alcuni Signori, come i Gonzaga di Mantova, i Medici, i Dogi della Serenissima e gli Este, risulta ricchissima di avvenimenti e personaggi, decisivi anche per la storia culturale del Portogallo. L'analisi parte evidenziando l'importanza che ebbe la tipografia ebraica in Portogallo all'epoca della sua introduzione nel Paese; in secondo luogo ripercorre la strada che, dal biennio del primo decreto di espulsione e del conseguente battesimo di massa, porta alla nascita dell'€™Inquisizione in Portogallo. Il secondo capitolo tenta di fare una ricostruzione, il più possibile completa e coerente, dei movimenti degli esuli, bollati come marrani e legati alle due maggiori famiglie, i Mendes e i Bemveniste, delineando poi il primo nucleo di quella che diventerà  nel Seicento la comunità  sefardita portoghese di Amsterdam, dove nasceranno le personalità  dissidenti di Uriel da Costa e del suo allievo Spinoza. Il terzo capitolo introduce il tema delle opere letterarie, effettuando una rassegna dei maggiori volumi editi dalle officine tipografiche ebraiche stanziatesi in Italia fra il 1551 e il 1558, in modo particolare concentrando l'attenzione sull'€™attività  della tipografia Usque, da cui usciranno numerosi testi di precettistica in lingua ebraica, ma soprattutto opere cruciali come la famosa «Bibbia Ferrarese» in castigliano, la «Consolação às Tribulações de Israel», di Samuel Usque e la raccolta composta dal romanzo cavalleresco «Menina e Moça» di Bernardim Ribeiro e dall'ecloga «Crisfal», di un autore ancora non accertato. L'ultimo capitolo, infine, si propone di operare una disamina di queste ultime tre opere, ritenute fondamentali per ricostruire il contesto letterario e culturale in cui la comunità  giudaica in esilio agiva e proiettava le proprie speranze di futuro. Per quanto le opere appartengano a generi diversi e mostrino diverso carattere, l'€™ipotesi è che siano parte di un unicum filosofico e spirituale, che intendeva sostanzialmente indicare ai confratelli sparsi per l'Europa la direzione da prendere, fornendo un sostegno teoretico, psicologico ed emotivo nelle difficili condizioni di sopravvivenza, soprattutto dell'integrità religiosa, di ciascun membro della comunità.
The work traces the route that the Portuguese Jews, exiles after the 1496-97 biennium, followed on their journey through Europe. In particular, interest focuses on the brief Italian period, which is rich in events and characters decisive also for the cultural history of Portugal, thank to the openness of some Princes and Lords, as the Gonzaga of Mantua, the Medicis, the Doges of Venice and the Este family. The analysis starts by highlighting the importance that the Hebrew typography had in Portugal at the time of its introduction in the country, than traces the path that leads to the birth of Inquisition in Portugal, starting from the first expulsion act and the subsequent forced mass baptism. The second chapter tries a reconstruction as complete and consistent as possible of the wanderings of exiles, branded as Marranos and linked to two major families, Mendes and Bemveniste, outlining the nucleus of what will become in the seventeenth century the Sephardic Portuguese community in Amsterdam, which gave the dissident personalities of Uriel da Costa and his student Spinoza. The third chapter introduces the theme of literary works, performing a survey of the main volumes published by the Jewish presses who settled in Italy between 1551 and 1558, especially focusing on the activity of the Usque typography, which produced many Hebrew prayer books, and works as crucial as the famous Spanish Ferrara Bible, Samuel Usque’s Consolação às Tribulações de Israel, and the collection composed by Bernardim Ribeiro’s knight novel Menina e Moça and the eclogue Crisfal, written by an author not yet identified. The last chapter, finally, tries to analyze these three works, which are fundamental to reconstruct the literary and cultural context in which the exile Jewish community acted and projected its hopes for the future. Even if the three works belong to different genres and show different character, the hypothesis is that they are part of a philosophical and spiritual unicum, which basically aimed to show the brethren scattered across Europe the way to go, providing a theoretical, psychological and emotional support in the difficult survival conditions, especially of the religious integrity of each member of the community.
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Peretti, Marco. "Le relazioni degli esploratori portoghesi e il Mapa Cor-de-Rosa: proposta per una cartografia dell'immaginario africano fin-de siècle." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2013. http://hdl.handle.net/10556/1208.

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Abstract:
2010 - 2011
Questo lavoro mostra come alcuni resoconti di fine Ottocento elaborati dagli esploratori portoghesi abbiano contribuito al tentativo di realizzazione del progetto coloniale del Mapa cor-de-rosa (simulazione cartografica delle pretese di sovranità del Portogallo sui territori situati tra Angola e Mozambico), smentendo così il mito di un esploratore guidato esclusivamente da scopi scientifici e di conoscenza. Attraverso un approccio storico e dialettico si è cercato di dimostrare come il dato scientifico non sia la causa determinante di queste pubblicazioni, alle quali i critici letterari hanno sempre mostrato poco interesse proprio a causa della loro presunta “scientificità”, definendole al più come paraletteratura. L’analisi di questi testi, nella comparazione con i diversi generi letterari dai quali attingono gli esploratori, oltre a testimoniare il perdurare di coordinate mentali “positivistiche” che inducono a una rinnovata assunzione dell’Altro e dell’Altrove come involuti antecedenti logico-storici del Sé occidentale, rivela al contrario la presenza di un alto tasso di letterarietà che li rende, anche per il loro valore perlocutivo, del tutto simili a romanzi d’avventura piuttosto che a trattati scientifico-accademici. [a cura dell'autore]
X n.s.
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Imbrogno, Mara. "L’immagine letteraria della prostituta a Buenos Aires: dalla denuncia alla nostalgia." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/204.

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Abstract:
2009 - 2010
La mia tesi è incentrata sulla rappresentazione letteraria della prostituta a Buenos Aires e prende in considerazione la produzione narrativa argentina lungo un arco temporale che va dagli anni Venti agli anni Ottanta del secolo scorso. L’obiettivo dello studio è stato quello di analizzare le trasformazioni riguardanti la rappresentazione di un personaggio marginale della società, la prostituta, che però ha ricoperto a lungo un ruolo da protagonista nello scenario porteño – a cavallo tra il XIX ed il XX secolo Buenos Aires ha rappresentato, a causa dell’intensa attività postribolare sviluppatasi per far fronte alle necessità di una massa migratoria prevalentemente maschile, una delle capitali mondiali della prostituzione –, ripresentandosi inoltre puntualmente nel panorama letterario n argentino. La mia analisi si è inizialmente focalizzata sulla produzione realista ed avanguardista degli anni Venti e Trenta, nella quale la prostituta viene utilizzata come veicolo di denuncia delle ingiustizie sociali e dei danni della modernizzazione incessante, o come strumento per impadronirsi di nuovi spazi letterari e per sfruttare il potenziale narrativo racchiuso nelle figure marginali; si è poi rivolta alla letteratura degli anni Sessanta, nella quale l’attenzione si sposta dalla città e dalle sue zone della mala vida alle vicende individuali della prostituta e che porta avanti una critica dell’ipocrisia borghese; infine si è concentrata sulla produzione letteraria che nella seconda metà del secolo inserisce la prostituta nella cornice del romanzo poliziesco o della novela a enigma, nell’ambito di testi che utilizzano però il personaggio e l’ambientazione policial per effettuare esperimenti metaletterari, proporre al lettore riflessioni sulle grandi tematiche esistenziali o recuperare nostalgicamente il passato degli scrittori e della stessa nazione argentina. In questa tesi, che non segue nell’esame dei testi uno stretto criterio cronologico, e si sofferma anche a riflettere sui rapporti della letteratura con il tango o con il mito, l’attenzione viene rivolta in particolare al modo in cui gli scrittori, attraverso la rappresentazione della prostituta – figura affascinante, che viene considerata una porta d’accesso all’ambiente dell’arrabal, del sobborgo –, recuperino problematiche e figure occultate dalla retorica ufficiale, organizzando una contro-narrazione della storia nazionale e rendendo visibili le contraddizioni di una società che cerca di affermarsi sullo scenario internazionale. La mia attenzione si è focalizzata anche sull’immagine restituita nei testi della città di Buenos Aires, dei suoi sobborghi, delle sue zone postribolari, e delle trasformazioni che hanno portato la capitale della giovane nazione argentina a diventare con gli anni una frenetica metropoli, mostrando inoltre i cambiamenti del concetto di frontiera il quale, da sempre presente nella storia e nella letteratura nazionale, viene riproposto in gran parte dei testi analizzati. [a cura dell'autore]
IX n.s.
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SCARAMUCCI, MARIANNA. "K. RELATO DE UMA BUSCA E NÃO FALEI: DUE NARR(AZIONI) DEL TRAUMA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2018. http://hdl.handle.net/2434/571540.

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Abstract:
Lo studio analizza due romanzi brasiliani degli anni Duemila, K. Relato de uma busca, di Bernardo Kucinski (2011) e Não falei, di Beatriz Bracher (2004), che raccolgono la memoria dei traumi delle vittime della dittatura militare che ha segnato il Brasile dal 1964 al 1985. L’analisi si snoda dalla problematizzazione del panorama della memoria collettiva della dittatura militare nel Brasile contemporaneo, dal punto di vista della giustizia di transizione e da quello culturale e letterario. Se confrontato con altri paesi del Cono Sud, il Brasile si presenta come un paese sui generis nella collettivizzazione dei traumi legati alle esperienze dittatoriali che hanno accomunato la loro storia nel secondo Novecento. L’“eccezione brasiliana” è messa in luce presentando in parallelo la traiettoria storica dittatoriale e la produzione romanzesca di resistenza al regime, e mettendo in relazione le specificità della transizione alla democrazia con quelle del trattamento della memoria dittatoriale nel romanzo. Il romanzo degli anni Duemila viene poi contestualizzato nel paesaggio mnemonico brasiliano e messo in relazione con l’insufficienza delle politiche della memoria e con il sussistere di politiche di silenziamento e oblio che presentano forti elementi di continuità l’epoca dittatoriale. In un panorama letterario che pare riprendere interesse nel raccogliere il testimone dell’esperienza delle vittime del regime, i due romanzi che compongono il corpus sono stati scelti come rappresentativi della forza con cui il testo letterario può inserirsi nella costruzione della memoria collettiva, intervenendo performativamente in un precario paesaggio mnemonico e problematizzandolo narrativamente. L’ipotesi è quella di analizzare entrambi i testi come gesti narrativi, narr(azioni), pensandoli nei termini di una «literature of testimony», poiché raccolgono il testimone delle vittime di specifici traumi legati alla violenza dittatoriale – la sparizione forzata e la tortura – e ne problematizzano la dicibilità. Due sono i gesti attraverso cui l’analisi indaga i romanzi: restituzione e vocalizzazione. In K. Relato de uma busca, il gesto individuato è quello della “restituzione”, come possibilità di parziale ricostituzione di una memoria traumatica radicata nella catastrofe della sparizione forzata. L’analisi lo inquadra come il primo tentativo di inscrivere la storia silenziata del desaparecimento in Brasile attraverso una denuncia esplicita dei suoi meccanismi e la loro narrativizzazione attraverso la figura del protagonista. In Não falei, l’analisi riconosce un atto di “vocalizzazione”, come capacità di problematizzare il silenzio legato alla condizione del sopravvissuto alla tortura e di vocalizzarlo, attraverso la narrazione e la vasta indagine delle reticenze che questo ritorno alla parola comporta. Il romanzo di Bracher è analizzato a partire dalla dicotomia falar/não falar, per mettere in luce come, nel testo, il problema della testimonianza, della dicibilità del trauma, del paradosso della sopravvivenza, siano declinati attraverso la sfera della voce. Lo studio esamina infine le specifiche modalità di frammentazione letteraria, gli elementi di discontinuità e la metariflessione sul linguaggio e il genere letterario che i due romanzi presentano, interpretandoli nell’alveo di quel sapere precario a cui la scrittura del trauma risponde.
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Torelli, Gloria. "Proposta di traduzione commentata in italiano dell'opera teatrale "A viagem de um barquinho" della scrittrice brasiliana Sylvia Orthof." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18362/.

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Abstract:
Il seguente elaborato ha l’obiettivo di presentare una proposta di traduzione del testo teatrale per bambini "A viagem de um barquinho", della scrittrice brasiliana Sylvia Orthof. A tale scopo, nell’elaborato, composto da quattro capitoli, si illustrano la biografia dell’autrice, lo stile e il linguaggio che caratterizzano le sue opere ed i riconoscimenti attribuiti alla sua letteratura. Si prende, inoltre, in analisi l’opera originale "A viagem de um barquinho", esponendone la trama, i temi affrontati e l’interessante combinazione fra elementi della letteratura per l’infanzia e quelli della letteratura del viaggio. Alla proposta di traduzione italiana del testo seguono, infine, riflessioni e spiegazioni a proposito delle difficoltà incontrate, delle strategie applicate e delle scelte attuate durante il processo traduttivo.
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Siega, Paula Regina <1974&gt. "O reflexo de Calibã no espelho de Próspero: estudo sobre a recepção italiana do Cinema Novo (1960-1970)." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1043.

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Abstract:
This research deals with the Italian reception of Cinema Novo, film movement of remarkable international projection. We have gathered and analyzed critical texts published in Italy, country that was important for European diffusion of the “cinemanovistas” films. The analysis of the way Italian critics received and interpreted the movement is also directed to inquire the relationship between European and Latin American cultures, in a period of heated intellectual debate. Using the “aesthetics of reception”, belonging to the literary theories and having in Hans Robert Jauss its main creator, we use the concepts of “aesthetic experience” and “horizon of expectations”, trying to seize the historicity of the meanings attributed to the films. Doing so we intend to individuate the horizon of expectations in which the Cinema Novo is received, and its successive changes. In this sense, the research is an opportunity of theoretical experimentation, applying tools of literary analysis to film history.
Questa ricerca si occupa della ricezione italiana del Cinema Novo, movimento cinematografico di considerevole proiezione internazionale. Sono riuniti e analizzati testi critici pubblicati in Italia, paese importante per la diffusione europea dei film “cinemanovisti”. L’analisi dei modi con cui la critica italiana ha ricevuto e interpretato il movimento è volta anche a indagare sui rapporti stabiliti tra cultura europea e cultura latino-americana, in un momento di acceso dibattito intellettuale. Utilizzando l’ “estetica della ricezione”, appartenente al campo delle teorie letterarie e avendo come principale ideatore Hans Robert Jauss, si impiegano i concetti di “esperienza estetica” e “orizzonte di attesa”, cercando di cogliere la storicità dei sensi attribuiti ai film. Si pretende, così, individuare l’orizzonte di attesa nel quale il Cinema Novo si inserisce, e i suoi successivi cambiamenti. In questo senso, la ricerca è un’opportunità di sperimentazione teorica, applicando alla storiografia cinematografica strumenti dell’analisi letteraria.
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Pasciolla, Francesca <1989&gt. "Descontinuidades no 'Livro do Desassossego' de Fernando Pessoa." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/14968.

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Abstract:
Gli studi pessoani possono aver trattato – e con successo – la frammentazione… le frammentazioni. Tuttavia, il frammentario è solo una sottocategoria, e spesso una maschera, della negletta archi-écriture del discontinuo. In questo lavoro, suggerisco – d’après Stéphane Mallarmé – che lo spazio (in bianco, ma mai vuoto) determini sia la scrittura, sia le conseguenti letture (sempre plurali) del testo; in contrasto con la sfera dell’oralità (pausa), nella scrittura c’è solo spazio. Il testo di Fernando Pessoa sarà trattato, à la Barthes, in quanto “écrit donc scriptible”. Sollecitando i lettori affinché partecipino attivamente alla creazione di significato, il Livro do Desassossego incita i suoi fruitori a godere del piacere di una molteplicità interpretativa (jouissance). Né dialogo, né monologo, il Livro è apertura a un va e vieni tra uno scrittore, che è un “King of Gaps”, e un lettore capace di intendere quello che Walter Benjamin definisce “die wolkige Stelle”, ovvero il punto nebuloso di un testo, in cui l’incomprensibile irrompe mediante una sospensione brutale dell’enunciato. Il Livro do Desassossego costringe il suo pubblico a cercare altrove – in vano – una coerenza artistica, ad avventurarsi al di sotto della superficie, a interrompere il semplice flusso della percezione orizzontale con una forte deviazione su più livelli… anche verticalmente.
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CUCCORO, CORRADO. "IL MITO CLASSICO NELLA DRAMMATURGIA DI LINGUA PORTOGHESE: I CICLI ARGONAUTICO, TEBANO E TROIANO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39111.

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Abstract:
Dall’inizio del XXI secolo, i drammi portoghesi e brasiliani ispirati all’antichità classica, prima trascurati o semplicemente ignorati dalla critica internazionale, sono stati oggetto di più ampio e sistematico studio, in relazione sia alle fonti antiche sia alla produzione moderna analoga. Nondimeno, in tale contesto hanno spesso prevalso prospettive o interessi nazionali; inoltre, la ricerca si è di solito concentrata su singoli miti, personaggi, motivi. Una ricognizione complessiva sarebbe a questo punto utilissima, ma non è ancora disponibile. La presente tesi è appunto volta a offrire un contributo in tale direzione, attraverso una mappatura ragionata della maggior parte delle opere pertinenti: tutte quelle concernenti i tre principali cicli mitici (argonautico, tebano, troiano). Secondo il mio censimento, il sorprendente corpus consta di tredici drammi (sei portoghesi e sette brasiliani) per il primo ciclo, ventuno (quattordici portoghesi e sette brasiliani) per il secondo e ventidue (diciotto portoghesi e quattro brasiliani) per il terzo.
Since the turn of the 21st century, the Portuguese and Brazilian dramas inspired by the classical antiquity, previously overlooked or simply ignored by international critics, have been subject of more widespread and systematic studies, in connection with both their ancient references and similar modern production. Nevertheless, in this context national perspectives or interests have often been predominant; furthermore, research has usually concerned individual narratives, characters or motives. A comprehensive survey would be now very useful, but it is not yet available. The present thesis is just meant to offer a contribution in this regard, by providing an annotated map of most of the relevant works: all those which belong to the three main mythical cycles (Argonautic, Theban, Trojan). According to my data, the striking corpus consists in thirteen plays (six Portuguese and seven Brazilian) for the first cycle; twenty-one (fourteen Portuguese and seven Brazilian) for the second, and twenty-two (eighteen Portuguese and four Brazilian) for the third.
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CUCCORO, CORRADO. "IL MITO CLASSICO NELLA DRAMMATURGIA DI LINGUA PORTOGHESE: I CICLI ARGONAUTICO, TEBANO E TROIANO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39111.

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Abstract:
Dall’inizio del XXI secolo, i drammi portoghesi e brasiliani ispirati all’antichità classica, prima trascurati o semplicemente ignorati dalla critica internazionale, sono stati oggetto di più ampio e sistematico studio, in relazione sia alle fonti antiche sia alla produzione moderna analoga. Nondimeno, in tale contesto hanno spesso prevalso prospettive o interessi nazionali; inoltre, la ricerca si è di solito concentrata su singoli miti, personaggi, motivi. Una ricognizione complessiva sarebbe a questo punto utilissima, ma non è ancora disponibile. La presente tesi è appunto volta a offrire un contributo in tale direzione, attraverso una mappatura ragionata della maggior parte delle opere pertinenti: tutte quelle concernenti i tre principali cicli mitici (argonautico, tebano, troiano). Secondo il mio censimento, il sorprendente corpus consta di tredici drammi (sei portoghesi e sette brasiliani) per il primo ciclo, ventuno (quattordici portoghesi e sette brasiliani) per il secondo e ventidue (diciotto portoghesi e quattro brasiliani) per il terzo.
Since the turn of the 21st century, the Portuguese and Brazilian dramas inspired by the classical antiquity, previously overlooked or simply ignored by international critics, have been subject of more widespread and systematic studies, in connection with both their ancient references and similar modern production. Nevertheless, in this context national perspectives or interests have often been predominant; furthermore, research has usually concerned individual narratives, characters or motives. A comprehensive survey would be now very useful, but it is not yet available. The present thesis is just meant to offer a contribution in this regard, by providing an annotated map of most of the relevant works: all those which belong to the three main mythical cycles (Argonautic, Theban, Trojan). According to my data, the striking corpus consists in thirteen plays (six Portuguese and seven Brazilian) for the first cycle; twenty-one (fourteen Portuguese and seven Brazilian) for the second, and twenty-two (eighteen Portuguese and four Brazilian) for the third.
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FREDERICO, GRAZIELE MEIRE. "NARRAR O ALZHEIMER BRASILEIRO SOBRE A DITADURA MILITAR: LITERATURA E MEMÓRIA NA OBRA DE B.KUCINSKI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2022. http://hdl.handle.net/2434/923103.

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Abstract:
The novel K., by Bernardo Kucinski, released in 2011, was one of the most read, translated, and studied literary text on the theme of the representation of the Brazilian military dictatorship in the last decade. It was also used as an annexed document in the final report of the National Truth Commission. Based on it, the author hypothesizes that Brazil suffers from a “Alzheimer’s disease” because it has not yet come to terms with its recent authoritarian past and persists in excluding memories of crimes committed by State terrorism in the sphere of public. Starting from the autobiographical story of the forced disappearance of his sister, Ana Rosa Kucinski Silva on April 22, 1974, the author fictionalizes a reflection on the two decades of State repression and terrorism and, over the last ten years, develops a galaxy of narratives to intervene in the representation or absence of the theme in public debates. In this context, I tried to extend this metaphor of Alzheimer's disease to analyse the memories that Bernardo Kucinski built about the civil-military dictatorship in his literature. I pointed out the current situation regarding the dispute of collective memories and a huge exclusion that hangs over public memory. The regime's secret service archives have not yet been made available to society. We still do not have access to information about the crimes carried out by the State at the time. In the articulation for re-democratization, the military managed to maintain the prerogative that they would not be judged for the crimes committed. Despite the insistent struggle of survivors and relatives of the politically disappeared, amnesty/amnesia continues to operate in contemporary. Trying to situate where Kucinski’s works fit in the Brazilian literary production on the subject, I point out an important demarcation: his works present a galaxy of voices and narratives about the civil-military dictatorship, but in his fiction, there is a protagonism of the relatives of the political disappeared, it is largely from this place that its narrators and protagonists speak. Looking at the decade-long literary project, from the six novels, three, K., Os visitantes and Júlia: no scampos conflagrados do Senhor are centered on the history and memory of repression, Nova ordem focuses its narrative on a radical authoritarianism implemented in Brazil from of the year 2019. The other two novels, Alice: não mais que repente and Pretérito imperfeito also bring important legacies of the dictatorial period, but in my view they allow a reading of two other pathological symptoms that have been exacerbating problems of the nation also discussed in the literature of B. Kucinski: the structural violence of patriarchate and racism in our society. In the last chapter, I focused my analysis on B. Kucinski's representations of resistance and opposition to authoritarianism. Starting from Fernando Reati's reflection on the beauty and utopia of the emblem "never again", I point to the important discussion that Kucinski's literary project claims for the treatment of memories about the crimes of the Brazilian military dictatorship in the public sphere, as an essential understanding from the past to the possibility of projecting a less excluding future. On the other hand, as stated by Heloísa Starling, the works of Bernardo Kucinski are not just a representation of the Brazilian civil-military dictatorship but are narratives for us to learn to be together, to fight against tyranny. I analyse the various alliances created for this struggle, especially the innovative role given to the association of the families of the disappeared and the representation of the shared world of hopes and struggle for organized militancy in dictatorial times. I conclude by understanding the decade of literature produced by the intellectual Bernardo Kucinski as an intervention in the public sphere, showing how essential it is to break with this excluding memory. We can no longer maintain this amnesia/amnesty, at the cost of this “national Alzheimer's disease” leading us to fatal apathy, because as the German psychiatrist showed over a hundred years ago, without memory there is no lucidity. The new topia – utopia – built by Kucinski’s characters and the alliance formed by them, does not push us towards a passive apocalyptic scenario, but opens wide our pathological heritage in insisting on the exclusion of the crimes of this recent past in the discussions about the country and the injustice about it, which the democratic return was articulated. Not even in the Nova ordem everything was put under the control of the dictators, they never managed to capture dreams and, following the advice of Ailton Krenak, I think B. Kucinski also perceives in dreams this breathing practice, this parachute to postpone the end of the world, or deadly apathy.
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Guidi, Giorgia. "Proposta di traduzione commentata del racconto "Menina Nina" dello scrittore e caricaturista brasiliano Ziraldo." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Il presente elaborato ha lo scopo di fornire una proposta di traduzione commentata del racconto per bambini “Menina Nina” dello scrittore e caricaturista brasiliano Ziraldo. Il progetto consta di un’introduzione che permetterà di contestualizzare l’opera facendo dapprima conoscere l’autore e le sue opere, per poi passare alla presentazione del libro stesso, dove verranno delineate le tematiche principali. Seguirà il corpo centrale dell’elaborato, in cui proporrò la mia traduzione in italiano di “Menina Nina” corredata di un intero capitolo dedicato al commento della stessa. Partendo dalle riflessioni sorte durante lo stadio traduttivo, verranno elencate tutte le fasi del processo che hanno portato dal primo approccio al libro alla stesura finale della traduzione. Al fine di mostrare tutto il duro lavoro che sta dietro ad una traduzione ben riuscita, verranno esposte le varie difficoltà e sfide incontrate durante il percorso e ne verranno spiegate le scelte traduttive in modo dettagliato, nonché le tecniche e le strategie con cui ho deciso di risolvere tali problemi, attraverso esempi concreti. I capitoli finali avranno invece lo scopo di introdurre la tipologia narrativa a cui fa riferimento “Menina Nina”, ovvero la letteratura per l’infanzia, con un approfondimento in particolare sulla letteratura illustrata, a cui seguirà una riflessione sulla traduzione nell’ambito della letteratura dedicata ai più piccoli.
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Ceccarini, Chiara. ""Il pipistrello dai mille colori" di Zélia Gattai: traduzione e commento delle scelte traduttive del racconto brasiliano di sensibilizzazione dell'infanzia verso il rispetto della natura." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9110/.

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Abstract:
Abstract in italiano L’oggetto del presente elaborato è una proposta di traduzione dal portoghese all’italiano di un racconto della scrittrice brasiliana Zélia Gattai intitolato "Pipistrelo das mil cores". Il libro ha come fine quello di educare i più piccoli alla tutela della fauna e porre un freno alla crudeltà sugli animali. Questo progetto si divide in tre capitoli: nel primo vengono presentate l’autrice e l’opera, nel secondo la traduzione e, nell’ultimo, vengono commentate le scelte traduttive con particolare attenzione al tipo di pubblico cui il testo è rivolto. Sinopse em português O tema desta dissertação é uma proposta de tradução de português para italiano dum conto da literatura infantil brasileira cujo título é "Pipistrelo das mil cores" escrito por Zélia Gattai. O livro tem o fim de sensibilizar as crianças sobre a salvaguarda da fauna e de pôr fim aos maus tratos infligidos aos animais. Este estudo encontra-se dividido em três capítulos: no primeiro, é apresentada a autora e a obra, no segundo, a tradução e, no terceiro, analizam-se as opções tradutivas com especial atenção para o tipo de leitores aos quais o texto está endereçado. Abstract in English The aim of this dissertation is to translate a piece of Brazilian children’s literature published under the title of "Pipistrelo das mil cores" written by Zélia Gattai from Portuguese into Italian. The objective of the book is to raise awareness of wildlife conservation and of cruelty to animals. This study is divided into three chapters. The first one introduces the author and the book, the second one presents a translation proposal and the last one analyses the translating choices with particular attention to the target audience.
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RONDINI, ALESSANDRA. "Per una traduzione di immagini. Il Nordest degli anni Trenta in Italia. Jorge Amado, Graciliano Ramos e José Lins Do Rego: il libro-archivio." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2019. http://hdl.handle.net/11567/942175.

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Abstract:
Translation allows that literary works created in one cultural context circulate in another cultural system that welcomes them. Translated literature goes through a complex journey with important and sometimes necessary changes, in order to integrate a different literary horizon. Several are the protagonists that play a role in this delicate journey called “translation” and there are numerous elements which determine how foreign literature is presented in the realm of true cultural mediation. This research aims to analyse the proposal made for Italian readers of 1930s Northeastern Brazilian regional literature through the translation works by Jorge Amado, Graciliano Ramos e José Lins do Rego. This reflection is based on the idea that book is an archive in constant change which opens itself up through its direct or indirect (and always relevant) paratexts, and which are, in some cases, instrumental to the creation of the image that this literature ended up having in Italian cultural landscape.
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Assuncao, Cecilio Livia <1981&gt. "L'Insegnamento della Lingua Portoghese nelle Università Italiane." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6094/1/Assuncao_Livia_Tesi.pdf.

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Abstract:
Il presente lavoro si prefigge di descrivere e analizzare la realtà dell’insegnamento della lingua portoghese nelle università italiane, con particolare attenzione alla presentazione della varietà brasiliana, nel quadro dell’educazione linguistico-culturale in senso lato. Per poter cogliere l’insieme interrelato di fattori che compongono il processo di insegnamento/apprendimento in questa specifica situazione, la ricerca si sviluppa in tre ambiti: i) riflessione sulle varietà della lingua portoghese, basata sugli studi attuali in ambito linguistico e sociolinguistico relativi all’area lusofona, mettendo a fuoco il portoghese brasiliano; ii) ricognizione dell’attuale stato dell’insegnamento del portoghese all’interno degli atenei italiani, attuata tramite una ricerca quantitativa basata su un questionario online; iii) indagine qualitativa sulle pratiche didattiche, in presenza e online, basate rispettivamente sull’analisi dei materiali didattici in uso negli atenei e sull’analisi culturale e linguistica delle interazioni fra studenti in teletandem. L’analisi dei dati ha permesso di tracciare un quadro rappresentativo dell’insegnamento del portoghese nel contesto accademico nonché di delineare percorsi formativi integrativi alle lezioni tradizionali, che mettano in evidenza lo stretto legame fra lingua e cultura, e quindi per meglio contestualizzare l’apprendimento della lingua e della cultura brasiliana in Italia.
This thesis describes and analyses the teaching of Portuguese in Italian universities, paying particular attention to the Brazilian variety. In order to capture the inter-related set of factors composing the teaching/learning process in these particular settings, our research takes three main angles: i) a reflection on the geographical varieties of Portuguese, in particular Brazilian, on the basis of contemporary linguistic and sociolinguistic studies in this area; ii) a survey of the current state of teaching of Portuguese in Italian universities, with quantitative analysis of the results of an online questionnaire; iii) a qualitative account of teaching practices, both face-to-face and online, based respectively on the linguistic and cultural analysis of teaching materials used in universities, and on that of interactions between students working in teletandem. Our work has allowed us to trace a representative picture of the teaching of Portuguese in academia, and to show how online activities can complement traditional teaching, emphasising the links between language and culture and thereby contextualising the learning of the language and culture of Brazil.
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Assuncao, Cecilio Livia <1981&gt. "L'Insegnamento della Lingua Portoghese nelle Università Italiane." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6094/.

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Abstract:
Il presente lavoro si prefigge di descrivere e analizzare la realtà dell’insegnamento della lingua portoghese nelle università italiane, con particolare attenzione alla presentazione della varietà brasiliana, nel quadro dell’educazione linguistico-culturale in senso lato. Per poter cogliere l’insieme interrelato di fattori che compongono il processo di insegnamento/apprendimento in questa specifica situazione, la ricerca si sviluppa in tre ambiti: i) riflessione sulle varietà della lingua portoghese, basata sugli studi attuali in ambito linguistico e sociolinguistico relativi all’area lusofona, mettendo a fuoco il portoghese brasiliano; ii) ricognizione dell’attuale stato dell’insegnamento del portoghese all’interno degli atenei italiani, attuata tramite una ricerca quantitativa basata su un questionario online; iii) indagine qualitativa sulle pratiche didattiche, in presenza e online, basate rispettivamente sull’analisi dei materiali didattici in uso negli atenei e sull’analisi culturale e linguistica delle interazioni fra studenti in teletandem. L’analisi dei dati ha permesso di tracciare un quadro rappresentativo dell’insegnamento del portoghese nel contesto accademico nonché di delineare percorsi formativi integrativi alle lezioni tradizionali, che mettano in evidenza lo stretto legame fra lingua e cultura, e quindi per meglio contestualizzare l’apprendimento della lingua e della cultura brasiliana in Italia.
This thesis describes and analyses the teaching of Portuguese in Italian universities, paying particular attention to the Brazilian variety. In order to capture the inter-related set of factors composing the teaching/learning process in these particular settings, our research takes three main angles: i) a reflection on the geographical varieties of Portuguese, in particular Brazilian, on the basis of contemporary linguistic and sociolinguistic studies in this area; ii) a survey of the current state of teaching of Portuguese in Italian universities, with quantitative analysis of the results of an online questionnaire; iii) a qualitative account of teaching practices, both face-to-face and online, based respectively on the linguistic and cultural analysis of teaching materials used in universities, and on that of interactions between students working in teletandem. Our work has allowed us to trace a representative picture of the teaching of Portuguese in academia, and to show how online activities can complement traditional teaching, emphasising the links between language and culture and thereby contextualising the learning of the language and culture of Brazil.
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Figueira, Colossi Diogo <1984&gt. "João Guimarães Rosa: la critica brasiliana, la ricezione in Italia e una proposta di ritraduzione del libro Primeiras Estórias." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15859.

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Abstract:
Lo scopo di questo lavoro è quello di presentare la prima ritraduzione italiana del libro Primeiras Estórias dello scrittore brasiliano João Guimarães Rosa. La nuova traduzione è preceduta da una riflessione teorica che verte sui seguenti argomenti: un'introduzione alla storiografia critica dello scrittore in Brasile, la sua ricezione in Italia, l'analisi delle prime traduzioni italiane di Edoardo Bizzarri a partire da una prospettiva teorica fondata sulla critica all'approccio tradizionale all'atto del tradurre di Antoine Berman, un breve studio della lingua dell'autore e, infine, una discussione sulla necessità di ritradurre Guimaraes Rosa.
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