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Reis, Rafael Vidal dos. "A interculturalidade entre a literatura italiana do Duecento e a literatura árabe-siciliana do Emirado da Sicília." Revista Italiano UERJ 12, no. 1 (September 5, 2021): 19. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.62147.

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Abstract:
RESUMO: Neste artigo, busca-se apresentar e confirmar as seis marcas da literatura e da cultura árabe, do período do Emirado da Sicília para o nascimento da literatura italiana no Duecento, período que remete a Scuola Siciliana. Os objetivos são comprovar a inserção das seis marcas utilizadas por Ibn Hamdis, mas que a partir do processo de interculturalidade e transferência cultural, e a adoção dos seus conceitos foi possível comprovar as contribuições/heranças árabes para o nascimento da Literatura Italiana, além de refutar a hipótese de que a poesia lírica amorosa ter sido originada da Literatura Provençal, assim como, colocar a Literatura Árabe Clássica no mesmo pé de igualdade das Literaturas Clássicas: Grega e Latina para a fundação da Literatura Italiana no mapa literário.Palavras-Chave: Poesia Lírica. Poesia Sarcástica. Scuola Siciliana. Duecento. Interculturalidade. ABSTRACT: In questo articolo cerca di presentare e confermare le sei marche della Letteratura e Cultura Araba nel periodo dell’Emirato di Sicilia per il nascimento della Letteratura Italiana nel Duecento, periodo che fa riferimento alla Scuola Siciliana. Gli obbiettivi sono verificare le inserzioni delle sei marche usati per Ibn Hamdis, ma che attraverso del processo d’interculturalità e di trasferimento culturale ed adozione dei suoi concetti fu possibile dimostrare i contributi arabi per il nascimento della Letteratura Italiana, oltre di rifiutare l’ipotesi di che la poesia lirica amorosa fu originata della Letteratura Provenzale, così come a mettere la Letteratura Classica Araba nella stessa egualità delle Letterature Classiche: Greca e Latina per la fondazione della Letteratura Italiana nel cammino letterario.Parole-Chiave: Poesia Lirica. Poesia Sarcastica. Scuola Siciliana. Duecento. Interculturalità. ABSTRACT: In this article, we will intend to present and confirm the six signatures of Arab literature and culture, from the Sicily emirate to the birth of the Italian Literature during the Duecento, the age of Scuola Siciliana. Our main goal is to prove the insertion of the six signatures used by Ibn Hamdis. Through the process of interculturality and cultural transfer as well as the adoption of his concepts, it was possible to inform the Arab contributions and heritages tot the birth of Italian literature; on the other side, we want to refute the hypothesis that the lyric poetry had its origin in the Provençal poetry. Furthermore, we intend to match the Classical Arab literature with Greek and Latin literatures regarding of the foundation of Italian literature in the studies of literature.Keywords: Lyric poetry. Satirical poetry. Scuola Siciliana. Duecento. interculturality.
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Ventura, Renato. "L'Europa che comincia e finisce: la Sicilia. Approcci transculturali alla letteratura siciliana (review)." Italian Culture 24, no. 1 (2007): 222–26. http://dx.doi.org/10.1353/itc.2007.0009.

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Bancheri, Salvatore. "Un viaggio nel mio nostos. La comunità siciliana globale di Delia tra tradizioni, teatro, dialetto ed italiese." Italian Canadiana 35 (August 18, 2021): 129–51. http://dx.doi.org/10.33137/ic.v35i0.37223.

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Abstract:
L'articolo prende avvio da una riflessione privata sul sentimento del nostos che ha caratterizzato (e continua a caratterizzare) la vita di migliaia di italiani in emigrazione. La dimensione privata è però solamente un input per considerare il nostos e la sua valorizzazione anche da un punto di vista istituzionale e accademico, sia di ricerca letteraria che linguistica. Sono analizzate le opere in chiave migratoria della letteratura siciliana moderna e contemporanea, in particolare di due scrittori di Delia: Stefano Vilardo e Lina Riccobene. Sul piano linguistico è proposto un riferimento all’italiese come linguaggio creativo del nostos, una lingua a sé stante nello spazio linguistico italiano globale, capace di creare identità personale e sociale a gruppi di persone intragenerazionali.
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Bombara, Daniela. "Il topos della giustizia negata o deviata negli scenari siciliani di Nino Martoglio e Ugo Fleres." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 53, no. 2 (March 4, 2019): 425–42. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819831609.

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Abstract:
É noto come la letteratura siciliana postunitaria esprima una relazione conflittuale con le istituzioni statali che appaiono sovraimposte e distanti dalla realtà locale; ne deriva una risentita diffidenza verso apparati giudiziari spesso inadatti a gestire la diversità dell’universo isolano, con sue proprie regole e codici comportamentali. L'applicazione di norme giuridiche continentali individua negativamente tale diversitá, in accordo ad un processo di orientalizzazione della realtá siciliana che segue alla fase unitaria. La tematica, centrale in Verga, si trasforma con le opere di Pirandello in antitesi fra la Legge e i suoi apparati, intesi come forme statiche e rigide, e la fluidità e mutevolezza dell’esistenza, che il diritto pretende di irreggimentare; la coscienza individuale non è invece mai riconducibile ad una norma uguale per tutti. Un motivo sviluppato ampiamente dalla novella pirandelliana Il dovere del medico del 1902, ma già trattato nel racconto di Ugo Fleres (1857–1939) Peccato veniale del 1891, che il presente articolo si propone di analizzare. Ancora legato ad un “discorso di classe”, ma al tempo stesso in qualche modo antesignano del relativismo pirandelliano, appare il lavoro giovanile di Nino Martoglio (1870–1921), I civitoti in pretura del 1893. Il dibattito processuale, bloccato da fraintendimenti linguistici fra parlanti in dialetto e in lingua, individua come difficoltà primaria nell’esercizio della legge l’incomunicabilità a livello di codice comunicativo fra i popolani catanesi e i magistrati che provengono da ‘nfora regnu. Si consideri inoltre che il pubblico del processo, attivo con commenti e risa, “si supponi ‘ntra la platea”; la rottura dell’illusione scenica rende i fruitori dello spettacolo parte attiva di un procedimento giudiziario comico, quindi per esigenze di copione dileggiato e sconfessato. Si intende infine prendere in analisi il romanzo fleresiano “Giustizia” (1909), ambientato nel paese siciliano di Riva: il titolo risulta antifrastico, considerando che l’opera racconta tortuose vicende di errori giudiziari intorno all’omicidio di una baronessa, per il quale magistrati inetti trovano diversi capri espiatori; il vero colpevole rivela invece il suo delitto solo in confessione, facendo collidere giustizia umana e divina. Il processo continuamente riformulato non si vede mai in scena, ma il romanzo è punteggiato da dibattiti informali di ambito giuridico, agiti in luoghi atipici, quali la farmacia o i salotti del paese; il lontano evento processuale, deviato dalle sue autentiche funzioni, diventa occasione di sfoggio e promozione sociale dei Rivesi. L’unico personaggio realmente giudicato proprio chi non può difendersi: la defunta baronessa, la cui reputazione viene distrutta nel corso dell’inchiesta. L’immagine letteraria primonovecentesca di una giustizia caotica, inefficace, inesistente, che “resta confinata in un oltre” (Borsellino, 1997), riflette la visione problematica di un’esistenza priva di valori di riferimento, ma agisce anche come efficace strumento ermeneutico per evidenziare l’interno dinamismo di una realtà prismatica, che si ricrea incessantemente dall’incrocio e dallo scontro delle opposte verità.
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Bombara, Daniela. "‘Brume nordiche’ sullo Stretto. Le radici settentrionali del Romanticismo siciliano." Italianistica Debreceniensis 26 (December 1, 2020): 28–46. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2020/9379.

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Abstract:
Il presente saggio si propone di tracciare le influenze del romanticismo nordeuropeo sulle opere di alcuni autori siciliani del primo Ottocento. L'obiettivo è sfatare il mito di un livello "inferiore" della letteratura romantica italiana rispetto alla letteratura nordica, poiché non è incentrata sulla rappresentazione delle aree oscure del sé, di temi soprannaturali, fantastici e irrazionali che sono presenti nella realtà. Vengono esaminate alcune ballate di Felice Bisazza (1809-1867) e Vincenzo Navarro (1800-1867). In queste opere la narrazione di leggende popolari mette in luce un universo spettrale e orribile, rispecchiando situazioni reali, come la violenza della classe nobile e del patriarcato, o l'ingiustizia della disuguaglianza sociale. Si parlerà poi di un'opera teatrale di Giuseppe La Farina (1815-1863), intitolata L'abbandono di un popolo (1845); l'autore ritrae la rivolta anti-spagnola del 1676 a Messina concentrandosi sulle forze inquietanti e sotterranee che si intersecano con i movimenti rivoluzionari. Verrà infine analizzata la produzione di Tommaso Cannizzaro (1838-1921) come traduttore: lo scrittore mette a disposizione del pubblico siciliano e italiano l'affascinante mondo della mitologia scandinava, attraverso le traduzioni di alcuni canti dell'Edda antica medievale.
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ABBRI, FERDINANDO. "STANISLAO CANNIZZARO, Sunto di un corso di filosofia Chimica. Commento e nota storica di Luigi Cerruti. Introduzione di Leonello Paoloni, Palermo, Sellerio Editore, 1991, 286 pp. («Biblioteca siciliana di storia e letteratura» 27)." Nuncius 6, no. 2 (1991): 378–79. http://dx.doi.org/10.1163/182539191x01073.

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Vitagliano, Daniela. "L’invenzione della Sicilia. Letteratura, mafia, modernità." Italies, no. 20 (December 1, 2016): 198–99. http://dx.doi.org/10.4000/italies.5665.

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Monzone, Chiel. "Los hispanismos en la obra del poeta siciliano Domenico Tempio." Revista de Filología Románica 37 (October 5, 2020): 169–80. http://dx.doi.org/10.5209/rfrm.71888.

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Abstract:
L’idioma siciliano è ricchissimo di prestiti linguistici, eredità del passaggio delle varie popolazioni dominatrici avvenuto nel corso dei secoli. Tra di essi, quelli ispanici. Il saggio intende focalizzare la loro presenza in letteratura attraverso l’esame dell’opera del poeta Domenico Tempio e dimostra il composito ingresso di innumerevoli termini di provenienza iberica.
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Croazzo, Giamina. "I buccheri messicani nelle collezioni siciliane: la lettura degli inventari." ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, no. 1 (May 2021): 187–91. http://dx.doi.org/10.3280/asso2020-001021.

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Abstract:
Presso il Museo Civico di Catania è conservato un numero cospicuo di manufatti messicani in terracotta, riflesso di una moda molto diffusa tra Sei e Settecento, descritta in letteratura e documentata nelle nature morte dipinte. La fama di tali manufatti andò scemando dalla seconda metà dell'Ottocento, tanto che gli inventari siciliani tra fine secolo e quello successivo perdono memoria della loro provenienza.
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Rodrigues, Rodrigo Vicente. "A atualidade de Vitaliano Brancati: figurações do masculino e do feminino em Il bell’Antonio e a construção de gêneros na sociedade brasileira." Revista Italiano UERJ 12, no. 2 (July 13, 2022): 18. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.67583.

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Abstract:
RESUMO: Partindo da obra Il bell’Antonio, de Vitaliano Brancati, este artigo visa a verificar como são construídas as noções de feminino e masculino dentro do romance e a demonstrar como a nossa sociedade contemporânea ecoa muitos pontos do mundo siciliano do primo novecento evocados pelo escritor. Para tanto foram usados textos teóricos que focam a questão da construção dos gêneros como algo social e historicamente condicionado, o que se mostra particularmente importante neste momento, em que se vê um recrudescimento de discursos conservadores e uma guinada à direita no Brasil. Nesse sentido, demonstrar-se-á a atualidade da obra de Brancati e a importância da literatura como convite à alteridade e à reflexão para se pensar a própria realidade, mesmo apesar da distância temporal e da diferença de contextos entre a realidade que Il bell’Antonio encerra e a nossa.Palavras-chave: Masculinidade. Feminilidade. Literatura italiana. Machismo.ABSTRACT: Basato sul libro Il bell'Antonio, di Vitaliano Brancati, questo articolo si propone di verificare come le nozioni di femminile e maschile siano costruite all'interno del romanzo e di dimostrare come la nostra società contemporanea rifletta molti punti del mondo siciliano del primo novecento evocati in quest’opera. Pertanto, i testi teorici che si concentrano sulla costruzione di generi sono stati impiegati al fine di dimostrare che essa è qualcosa di condizionato socialmente e storicamente. Ciò è particolarmente importante in questo momento, quando in Brasile c'è un aumento dei discorsi conservatori e una svolta a destra. In questo contesto verrà dimostrata la rilevanza dell'opera di Brancati e l'importanza della letteratura come invito all'alterità e alla riflessione su la realtà attuale, a dispetto della distanza temporale e della differenza di contesti tra la realtà che Il bell 'Antonio mostra e la nostra.Parole-chave: Mascolinità. Feminilità. Letteratura italiana. Maschilismo.ABSTRACT: Based on the work Il bell'Antonio, by Vitaliano Brancati, this article aims to verify how the notions of feminine and masculine are constructed within the novel and to demonstrate how our contemporary society echoes many points of the Sicilian world evoked by the writer in his work. To do so, theoretical texts that focus on the issue of gender construction as something social and historically conditioned were used. This is particularly important at this moment, when the conservative discourses and the far-right increase in Brazil. In this context, the relevance of Brancati's work is evocated as something very current and the importance of literature as an invitation to otherness and reflection to think about the reality itself will be demonstrated, in spite of the temporal distance and the difference of contexts between the reality of Il bell 'Antonio and ours.Keywords: Masculinity. Femininity. Italian literature. Male Chauvinism.
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D. Todorović, Dušica. "RICONOSCERSI NELLA SCRITTURA: IMPLICAZIONI INTERTESTUALI E METATESTUALI NEI ROMANZI LJUDI GOVORE DI RASTKO PETROVIĆ E CONVERSAZIONE IN SICILIA DI ELIO VITTORINI." Филолог – часопис за језик књижевност и културу 12, no. 24 (December 30, 2021): 271–90. http://dx.doi.org/10.21618/fil2124271t.

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Abstract:
In un approccio comparatistico, con gli strumenti analitici della semiotica interpretativa e della narratologia, si prendono in esame i punti in comune di due testi modernisti appartenenti rispettivamente alla letteratura serba e a quella italiana: Ljudi govore (1931) di Rastko Petrović e Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini (1939). Si focalizzano procedimenti e implicazioni intertestuali e metatestuali delle due opere che ne confermano l’appartenenza alle poetiche del modernismo.
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Zampieri, Pier Paolo. "Imparare da favara. Radici culturali e prospettive di una rigenerazione urbana di successo." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 3 (January 2022): 119–29. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-003009.

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Abstract:
La fabula di una coppia innamorata, e ancor più innamorata della propria terra, che investe le proprie risorse per generare un futuro diverso nel proprio comune attraverso la creatività, l'architettura e l'arte trasformando un perimetro ottocentesco di ruderi e abusivismo, collocato in un centro storico abbandonato nella parte sudoccidentale della Sicilia, nel roboante "sesto posto al mondo come meta turistica culturale" https://blog.purpletravel.co.uk/ è, non solo mediaticamente, irresistibile. L'analisi proposta cercherà di sottrarsi al mantra celebrativo a cui è, giustamente, sottoposto dalla letteratura scientifica e dal carnivoro interesse mediatico, inserendo Farm Cultural Park in un processo che per quanto innervato di contemporaneità e in-tenzioni prospettiche trova le ragioni culturali del suo successo nell'emporio di Storia, segni e contraddizioni che hanno caratterizzato una regione ossimorica come la Sicilia, posta al centro del mediterraneo e al margine meridionale dell'Occidente.
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Del Vecchio, Annalice. "Mangiare e parlare: il cibo come simbolo in Conversazione in Sicilia." Revista Italiano UERJ 12, no. 2 (July 13, 2022): 11. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.67528.

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Abstract:
ABSTRACT: Questo articolo analizza il cibo come parte dei simboli e delle immagini presenti nel romanzo Conversazione in Sicilia, di Elio Vittorini. L’autore italiano utilizza il parlare di cibo, così come fa con altri temi del libro, per “dire senza dichiarare”, allorquando, metaforicamente, trasforma l’atto di mangiare, o di non poter mangiare, in critica sociale e politica, in un momento storico particolare per l’Italia, allora governata dal regime fascista. Il cibo, simbolo di abbondanza, quando non c’è diventa ancora più presente nel pensiero degli italiani poveri, come una smania, un’ossessione. Il cibo rappresenta anche un viaggio verso un tempo perduto, il tempo mitico dell’infanzia, quando i sapori, la consistenza e l’odore dei cibi fanno sì che il personaggio recuperi la memoria del passato e riacquisti in questo modo la capacità di sentire ciò che aveva perso durante un periodo di profonda apatia. Queste simbologie, da un lato politiche e sociali, dall’altro più psicologiche e soggettive, “si sovrappongono e si ripetono acquistando nuove sfumature”, come scrive Samy Ramez nell’articolo Simbolo e immagine in Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini.Parole chiave: Letteratura italiana. Neorealismo italiano. Elio Vittorini. Alimentazione. Cibo nella letteratura. RESUMO: Este artigo analisa a comida como parte dos símbolos e imagens que estruturam o romance Conversazione in Sicilia, de Elio Vittorini. Ao falar sobre comida, entre outros temas presentes no livro, o autor pode “dizer sem declarar”, criando metáforas que transformam o ato de comer (ou de não poder comer) em crítica social e política ao momento histórico que se vivia na Itália governada pelo regime fascista. O alimento, símbolo de abundância, quando ausente, torna-se ainda mais presente no pensamento dos italianos pobres, quase como uma obsessão. A comida também oferece uma viagem a um tempo perdido, o tempo mítico da infância, quando os sabores, a textura e os cheiros dos alimentos fazem o personagem recuperar a memória do passado e, assim, reconquistar a capacidade de sentir que havia perdido durante um período de profunda apatia. Essas simbologias, por um lado, políticas e sociais e, por outro, psicológicas e mais subjetivas, o tempo todo superpõem-se e se repetem “adquirindo novas nuances”, como escreve Samy Ramez no artigo Simbolo e immagine in Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini.Palavras-chave: Literatura italiana. Neorrealismo italiano. Elio Vittorini. Alimentazione. Cibo nella letteratura. ABSTRACT: This work analyses the presence of food among the symbols and images of Elio Vittorini’s novel Conversazione in Sicilia. The Italian author uses the act of talking about food, as he does with other subjects in the book, to “say without asserting”. He metaphorically transforms the act of eating (or not being able to eat) in a political and social critic to that historical moment in Italy when the country was governed by the fascists. When it lacks, food becomes even more alive in the mind of Italian poor people, like an obsession. Food also offers a trip to a lost time, the mythical time of childhood, as the flavors, the textures and the smell of food allow the character to recover the memory of his past and, doing so, regain the ability to feel. These symbols, on the one hand political and social, and on the other psychological and subjective, “overlap and repeat [throughout the book] gaining new nuances”, as writes Samy Ramez in the article Simbolo e immagine in Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini.Keywords: Italian literature. Italian Neorealism. Elio Vittorini. Food. Food in literature.
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SERRA, A., P. DI MAURO, D. SPATARO, L. MAIOLINO, and S. COCUZZA. "Riabilitazione vocale post laringectomia con voce protesica: 15 anni di esperienza della Clinica Otorinolaringoiatrica dell’Università di Catania. Analisi retrospettiva dei dati e revisione della letteratura." Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, no. 6 (December 2015): 412–19. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-680.

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Abstract:
L’obiettivo dello studio è stato quello di riportare 15 anni di esperienza, nel territorio Siciliano, con l’utilizzo della voce protesica (VP), analizzando le differenti variabili che hanno influenzato il successo o il fallimento riabilitativo vocale. L’analisi clinica retrospettiva è stata condotta revisionando le storie cliniche di 95 pazienti affetti da carcinoma laringeo, nei quali una protesi vocale era stata posizionata a mezzo di una puntura tracheoesofagea tra il 1998 e il 2013. Età, tipologia neoplastica, tipo di chirurgia, utilizzo di radioterapia, complicanze e cause di successo o fallimento protesico riabilitativo erano analizzate. I risultati hanno mostrato una Harrison-Robillard- Schultz (HRS) TEP rating scale media di 11,8 in TEP primaria e di 12,6 in TEP secondaria (P =0,613). PORT non ha influito sul successo riabilitativo globale. In questi pazienti l’HRS media è stata di 11.2 in primaria e 12 in TEP secondaria (P =0,648). Complessivamente, il successo a lungo termine è stato 87,5%, con 84% in primaria e 91% in TEP secondaria. I risultati ottenuti dall’analisi retrospettiva su 15 anni di attività protesico riabilitativa condotta nel territorio siciliano hanno evidenziato un elevato standard riabilitativo, in termini di complicanze intra e postoperatorie, patologia fistolo correlata e successo riabilitativo globale.
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Passa, Enzo. "Letteratura e società nella Sicilia greca tra VIII e V sec. a. C." Rivista di Filologia e di Istruzione Classica 139, no. 2 (July 2011): 478–98. http://dx.doi.org/10.1484/j.rfic.5.123079.

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Alberghina, Mario. "Se il cavaliere Gioeni avesse riletto Linneo e Dezallier d’Argenville." Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 54, no. 384 (September 23, 2021): FP343—FP350. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v54i384.95.

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Abstract:
Ultimamente si è accumulato un certo numero di articoli divulgativi e citazioni di letteratura che riferiscono il giudizio del matematico Charles Babbage sulla frode scientifica del cavaliere Giuseppe Gioeni nel 1783. Un articolo recente (2021) e un passo di una biografia celebrativa (1842) del personaggio hanno tentato di riabilitare un naturalista presunto fraudolento per la scoperta di una nuova specie di mollusco rinvenuto sul litorale di Catania, già nota come Scaphander lignarus o Bulla lignaria di Linneo. È presentata una rassegna di commenti demolitivi in proposito. Nelle vicissitudini culturali e nelle traversie della vita pubblica e privata di Gioeni può trovarsi l’origine di un errore scientifico mai riconosciuto dall’autore, così come appare nei documenti di archivio oggi noti. Inoltre sono riportati un altro non riconosciuto errore malacologico a carico del chimico Carmelo Maravigna e alcune approvazioni sulla tassonomia ottocentesca adottata dallo zoologo Andrea Aradas a riguardo di nuovi molluschi siciliani.
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Zumbo, Nino Sottile. "Testimonianze e chiose sul futurismo: Nino Pino Balotta e Umberto Boccioni." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, no. 1 (March 22, 2020): 354–76. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910650.

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Abstract:
L’avanguardia futurista ha compiuto la rivoluzione copernicana delle arti; la sua grammatica, che ha innovato la lingua italiana, è stata un modello per la letteratura del tempo. Specchio della modernità, ha creato il mito dell’industrializzazione, della civiltà delle macchine, della tecnologia, del dinamismo universale, del vitalismo titanico, del bellicismo, del riscatto sociale, dell’italianismo, contro ogni nostalgia passatista. Come non si può staccare un fiore dalle radici, così nel movimento futurista non è possibile scindere nettamente il momento estetico dal contesto politico in cui è fermentato. La sua ideologia politica ha guardato a destra e a sinistra. Con gli occhi di Nino Pino Balotta, poeta e scienziato siciliano, personaggio controverso, ispirato dall’ideologia socialista, seguace e coscienza critica del movimento, viene qui letta una prima parte della vicenda futurista. Per la seconda, vale il racconto critico dalla genesi ai felici, odierni, esiti della poetica futurista, incluse le vicende storiche del futurismo di sinistra e di destra, con le posizioni non monolitiche di Filippo Tommaso Marinetti. Irrompe, nella terza, il vulcanico Umberto Boccioni, anch’egli socialista eterodosso.
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Lacagnina, Davide. "Milano, 1881: Courbet e Carpeaux tra le “macchiette” di Navarro della Miraglia." ACME 74, no. 2 (September 14, 2022): 123–45. http://dx.doi.org/10.54103/2282-0035/18664.

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Abstract:
Nel 1881, per i tipi dell’editore Brigola di Milano, vedeva la luce Macchiette parigine, un compendio di profili biografici che lo scrittore siciliano Emanuele Navarro della Miraglia (1838-1919) dedicava a eminenti personalità della cultura letteraria e artistica francese di metà Ottocento.Francesista, a lungo residente a Parigi (1864-1872), in contatto a Milano con gli ambienti della scapigliatura lombarda (1872-1882) e da ultimo professore di Lingua e letteratura francese presso l’Istituto superiore di magistero femminile di Roma (1883-1913), Navarro della Miraglia includeva fra le sue “macchiette” anche due ritratti d’artisti dedicati rispettivamente a Gustave Courbet e a Jean-Baptiste Carpeaux.Questo contributo si propone di definire il contesto e le ricadute di una lettura non allineata alla tempestiva e più “ortodossa” discussione della lezione di Courbet promossa da Diego Martelli presso i macchiaioli toscani, a beneficio di una geografia culturale diversamente articolata fra le aperture cosmopolite del naturalismo meridionale e le frange più avanzate della scapigliatura lombarda. Allo stesso modo il resoconto dell’atelier di Carpeaux è riconsiderato alla luce del coevo dibattito sulla scultura monumentale e delle ricerche in corso a Milano su un modellato più mosso e nervoso.
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Malicka, Paulina. ""A ccanciu ri Maria" e "l’Antologia" di Nino De Vita. Il caso di una scrittura “latitante” allo scoperto." Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis | Studia de Cultura 9, no. 3 (July 5, 2018): 256–65. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.3.24.

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Abstract:
Lo scopo dell’articolo è di segnalare l’importanza dell’ultima produzione in versi del poeta siciliano Nino De Vita considerato una delle voci liriche e narrative più originali nell’ambito della poesia dialettale e della letteratura in lingua italiana. La riflessione verrà articolata attorno al poemetto devitiano A ccanciu ri Maria pubblicato nel 2015 che coincide con la pubblicazione dell’Antologia bilingue del poeta percepita nei termini di un vero e proprio evento editoriale. Un evento che copre oltre trent’anni dell’attività poetica e narrativa segnata da un continuo intrecciarsi dell’esperienza di vita e di scrittura “in latitanza”."A ccanciu ri Maria" i "Antologia" Nina De Vity. Przypadek ujawnionego pisania „w ukryciu”Celem artykułu jest zwrócenie uwagi na ostatnie dokonania sycylijskiego poety Nina De Vity, uważanego za jeden z najbardziej oryginalnych głosów poetyckich – zarówno w pisarstwie dialektalnym, jak i w literaturze włoskiej. Refleksja dotyczy jego ostatniego opowiadania, pisanego wierszem A ccanciu ri Maria (W zamian za Marię), które ukazało się w 2015 roku. Publikacja ta zbiega się w czasie z innym ważnym wydarzeniem edytorskim, a mianowicie z ukazaniem się dwujęzycznej antologii obejmującej 30 lat twórczości poetyckiej i narracyjnej De Vity, naznaczonej nieustannym przenikaniem się doświadczeń życia i pisania „w ukryciu”.
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Guerra, Alessandro, Marco Meriggi, Christopher Calefati, Catherine Brice, Paolo Conte, Maria Pia Casalena, and Agnese Visconti. "Recensioni." IL RISORGIMENTO, no. 1 (May 2022): 153–87. http://dx.doi.org/10.3280/riso2022-001006.

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Abstract:
- Francesco Benigno e Daniele Di Bartolomeo, Napoleone deve morire. L'idea di ripetizione storica nella Rivoluzione francese, Roma, Salerno, 2020, 194 p. br/> - Salvatore Santuccio, Uno stato nello stato. Sette segrete, complotti e rivolte nella Sicilia di primo Ottocento, Acireale, Bonanno, 2020, 301 p.- Enrico Francia, Oggetti risorgimentali. Una storia materiale della politica nel primo Ottocento, Roma, Carocci, 2021, 180 p.- Jacopo De Santis, Tra altari e barricate. La vita religiosa a Roma durante la Repubblica romana del 1849, Firenze, Firenze University Press, 2021, 282 p.- Giampaolo Conte, Il credito di una nazione. Politica, diplomazia e società di fronte al problema del debito pubblico italiano. 1861-1876, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2021, 114 p. - Massimo Baioni, Vedere per credere. Il racconto museale dell'Italia unita, Roma, Viella, 2020, 266 p.- Gabriele B. Clemens, Geschichte des Risorgimento. Italiens Weg in die Moderne (1770-1870), Wien-Köln, Böhlau, 2021, 264 p.- Du "Grand Tour" au Traité de Rome: l'Europe au bout du voyage, sous la direction de Francis Démier et Elena Musiani, Rennes, Presses universitaires, 2021, 186 p.
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Takayama, Hiroshi. "The great administrative officials of the Norman Kingdom of Sicily." Papers of the British School at Rome 58 (November 1990): 317–35. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200011697.

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Abstract:
GLI ALTI FUNZIONARI AMMINISTRATIVE DEL REGNO NORMANNO IN SICILIAL'articolo riprende in esame la letteratura esistente riferita ai funzionari delle finanze nel regno normanno in Sicilia e descrive le responsabilità di questi alti ufficiali nella duana basata su una nuova interpretazione di questa organizzazione finanziaria e amministrativa. Il ad-diwan al-ma'mur, l'ufficio centrale predisposto per il lavoro generale e di routine a Palermo, era diretto dal ciambellano principale del palazzo reale, affiancato da due ciambellani subordinati. La duana de secretis, l'ufficio che a Palermo sovraintendeva agli speciali dazii riguardanti l'amministrazione della terra, era diretta da uno dei due ciambellani del palazzo reale. I suoi alti ufficiali erano chiamati magistri duane de secretis, ashab diwan at-tahqiq al-mἁ mur, οἱ ἐπὶ τοῦ μεγάλου σεκρέτου (οἱ ἐπὶ τοῦ σεκρέτου), O οἱ ἂρχοντες τοῦ σεκρέτον. La duana baronum, un ufficio distaccato a Salerno che doveva soddisfare l'ampia varietà di necessità amministrative locali della penisola, fu diretta dapprima dall'altro ciambellano della corte reale e successivamente dall'ammiraglio. Gli alti funzionari di questo ufficio erano chiamati magistri duane baronum oppure οἱ ἐπὶ τοû σεκρέτου τῶν ἀποκοπῶν.
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Rincón, Tomás. "STEFANO DI CHIARA, Opusculi sul diritto pubblico ecclesiastico e sulla letteratura del Medioevo in Sicilia, 3er. vol. de la sección histórica, XXXV + 291 págs. Ed. Parallelo 38, Reggio Calabria, 1971." Ius Canonicum 12, no. 24 (April 13, 2018): 333–34. http://dx.doi.org/10.15581/016.12.22045.

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Bazzano, Nicoletta. "La fondazione di Carlentini nella Sicilia di Juan De Vega. Nicola Aricò. Biblioteca dell’“Archivum Romanicum” Serie I: Storia, Letteratura, Paleografia 453. Florence: Olschki, 2016. xii + 278 pp. + 16 color pls. €33." Renaissance Quarterly 71, no. 2 (2018): 723–25. http://dx.doi.org/10.1086/699075.

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Lanzarini, Orietta. "Architettura del tardo Rinascimento in Sicilia: Giovannangelo Montorsoli a Messina (1547–57). Nicola Aricò. Biblioteca dell’“Archivum Romanicum” Serie 1: Storia, Letteratura, Paleografia 422. Florence: Leo S. Olschki, 2013. xiv + 224 pp. + 8 color pls. €28." Renaissance Quarterly 68, no. 2 (2015): 650–52. http://dx.doi.org/10.1086/682462.

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Marsico, Clementina. "Lucia Gualdo Rosa, La carriera di Giovanni Aurispa al servizio della Curia. Da Eugenio IV a Callisto III, con un ricordo di Germano Gualdo di Concetta Bianca, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2020Salvo Micciché, Giovanni Aurispa, umanista siciliano. Nuove ricerche bibliografiche con antologia di testi critici, prefazione di Michele R. Cataudella; postilla e nota iconografica di Augusto Guida; postfazione di Giuseppe Mariotta, Roma, Carocci, 2021." Giornale Italiano di Filologia 74 (January 2022): 557–64. http://dx.doi.org/10.1484/j.gif.5.130829.

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Kutzner, Olga. "L’amore al tempo della guerra nelle novelle di Federico De Roberto: «La Cocotte» e «L’Ultimo Voto»." Toruńskie Studia Polsko-Włoskie, December 17, 2020, 155–68. http://dx.doi.org/10.12775/tsp-w.2020.010.

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Abstract:
Federico De Roberto (1861–1927), autore dei «Viceré», è uno dei più importanti narratori siciliani. Nei primi anni della sua attività letteraria il riconoscimento da parte degli autori veristi garantisce al giovane scrittore una certa attenzione dei lettori. Col passare del tempo, però, egli viene considerato un epigono dei veristi, un letterato ottocentesco, le cui opere non attingono alle maggiori tendenze letterarie del primo Novecento. Non condivide l’interesse per i movimenti rinnovatori della letteratura italiana dell’epoca, tra cui i futuristi e la loro fascinazione per la modernità e la guerra; lo scrittore catanese assume una posizione antitetica nei loro confronti e così, all’indomani dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, si dichiara a favore dell’anti-interventismo.
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