Academic literature on the topic 'LINGUA E LETTERATURA ARABA'

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Journal articles on the topic "LINGUA E LETTERATURA ARABA"

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Mezei, Regina. "Somali Language and Literacy." Language Problems and Language Planning 13, no. 3 (January 1, 1989): 211–23. http://dx.doi.org/10.1075/lplp.13.3.01mez.

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Abstract:
RESUMO La Somalia lingvo kaj alfabetigo La 21-an de oktobro 1972, la dekdujara registaro de Somalio finis jam longan debaton kaj decidiĝis pri latina alfabeto por reprezenti la sonojn de la Somalia lingvo. Antaŭe, la somalian oni pludonis de generacio al generacio per buŝa tradicio sen skriba formo, dum la urbanigita, klera elito skribis angle, itale aŭ arabe. Plejparte la lando restis analfabeta je nivelo de 90% ĝis 95%. Post starigo de la oficiala ortografio, signifaj sanĝoj okazis en la lernejoj, kaj oni lancis nacian alfabetigan kampanjon, kiu atingis ankaŭ la somaliajn nomadojn. Mezlernejanoj fariĝis instruistoj en la servo de la stato, la amasmedioj prezentis specialajn programojn kaj lecionojn, anoj de la registaro kaj la armeo estis devigataj lerni la lingvon, kaj plenkreskula edukado trovis lokon en la eduka sistemo. Takso de la Somalia kleriga kampanjo prezentas varian bildon. Kvankam la registaro en Mogadiŝu pretendis 60-procentan alfabetecon post la kampanjo de la mezaj 70-aj jaroj, tiu cifero estas pridubinda, kaj pli aktualaj studoj sugestas, ke la nuna alfabeteco povus esti ne pli ol 30 % . Tamen, tiu cifero altas en Afriko, kaj konsistigas signifan atingon en nomada socio plagumita laŭvice de sekeco, malrico kaj militaj konfliktoj. Nedisputata estas la sukcesa konverto de la lernejoj, de la elementa nivelo gis la Nacia Universitato, al la Somalia lingvo kiel instrumedio, cio ci kun signifa kresko de la nombro de lernejanoj. En la skribo de la lingvo, somaliaj ortografoj liveris la rimedojn, per kiuj lingvo bazita je paŝta vortaro povus esti vastigita por plenumi la lingvajn bezonojn de moderniĝanta socio. Tion ili faris ĉefe per ekspluato de la apartaj strukturo kaj dinamismo de la somalia. Krome, la Somalia "literaturo," precipe la poezio, estis nun transdonebla en skriba formo, tiel garantiante pliajn generaciojn de pluvivo. Certe, la Somalia sperto estas unika. Tamen, ĝi proponas valorajn enrigardojn en ling-voinstruadon kaj alfabetigon en ĉiuj kulturoj, emfazante la gravecon de forta registara engaĝiĝo, uzo de la amasmedio, starigo de alfabetiga korpuso, utiligo de arta esprimiĝo, kaj rekono de ortografio kiel ŝlosila elemento en lernado. SOMMARIO Lingua ed alfabetismo somalesi Il 21 Ottobre del 1972, il giovane governo somalese, al potere da solo 12 anni, ha risolto un dibatito interminabile; cioè, il governo decise di adoperare grafemi latini per rap-presentare fonemi somalesi. Generazioni anterior tramandavano la loro lingua oralmente, mentre l'elite della nazione si serviva dell'inglese, dell'italiano o dell'arabo per le loro co-municazioni scritte. Per il resto del paese il tasso dell'analfabetismo toccava dal 90 al 95 per cento della popolazione. Stabilità l'ortografia ufficiale, cambiamenti di maggior peso si sono introdotti nelle scuole ed una lotta contro l'analfabetismo si e lanciata, arrolgendo tutti i ceti sociali, anche quello nomade. Studenti di liceo diventarono insegnanti, i mass media presentarono pro-grammi e lezioni particolari, impiegati statali e dipendenti militari furono costretti ad im-parare la lingua e scuole per adulti si formarono in tutto il paese. Una valutazione di questi sforzi svolti dalle autorità somalesi nella loro lotta contro l'analfabetismo ci rende risultati ambigui. Benchè il governo centrale abbia rivendicato che l'alfabetismo sia salito a circa 60 per cento dopo la suddetta campagna alla meta degli anni settanta, le cifre sono state contestate da critici competenti e ricerche recenti suggeriscono che l'attuale tasso di alfabetismo sfiori il 30 per cento. Nonostante ciò, il tasso e segnalatamente elevato quando lo si paragona con altri paesi africani. In somma, l'ultima cifra mostra chiaramente un notevole successo, particolarmente se si rende conto che quella società nomade era nel contempo afflitta da povertà perenne, lotte intestine continue, e da una seccita durante decenni. In oltre, nessuno, nemmeno i più accaniti critici, può mettere in dubbio ne'lla riuscita inserzione della lingua nazionale a tutti i livelli dell'insegnamento, dalle scuole elementari fino all'università, né l'aumento cospicuo delle matricolazioni. Nello scrivere della loro lingua, gli ortografi somalesi hanno saputo sfruttare gli elementi strutturali e dinamici della lingua nazionale, fornendo mezzi con cui trasformare una lingua fondamentalmente nomade e pastorale. Per runderla più risponsiva ai bisogni di una società in via di trasformazione. Altro fatto notevole è che la letteratura di questo popolo, particolarmente la sua poesia, fin allera tramandata oralmente, oggi e documen-tata, così assicurandosi la sopravvivenza fra generazioni futuri. L'esperienza somalese ci può sembrare un caso unico, ma, infatti, ci presenta con alcuni informazioni pregeroli sull'insegnamento e la diffusione di una lingua. Mette in rilievo l'importanza dell'impegnamento decisivo di un governo, lo sfruttamento utile e sagace dei mass media e quello d'un corpo d'insegnanti, l'uso didattico dell'espressività artistica, e in fine, Fimpostazione di uno standard ortografico—tutti funzioni essenziali per Finsegnamento e Fapprendimento in qualunque centesto culturale.
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Zanelli, Patrizia. "La letteratura araba contemporanea a Fondamenta." Oriente Moderno 82, no. 2 (August 12, 2002): 470–72. http://dx.doi.org/10.1163/22138617-08202013.

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Abdo, Samah Mohammed Ibrahim. "PROBLEMATICHE DI TRADUZIONE LETTERARIA DALL’ITALIANO IN ARABO IN UN MODELLO DIDATTICO APPLICATO." Italiano LinguaDue 13, no. 2 (January 26, 2022): 54–73. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17129.

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Abstract:
Il presente articolo ha come oggetto di studio l’analisi delle problematiche di natura semantica-lessicale nella traduzione letteraria compiuta da 7 gruppi di studenti egiziani e arabofoni al quarto anno del corso di Lingua e letteratura italiana, a. a. 2019/2020, presso l’ateneo di Ain Shams, al Cairo. Si sono analizzate le traduzioni, intere o in parte, di: Favole al telefono e Le avventure di Cipollino di G. Rodari, Racconti sardi di G. Deledda, Fiabe Italiane di I. Calvino, I racconti di I. Svevo, Novelle per un anno di L. Pirandello, Il grande Belzoni, Romanzo a fumetti di W. Venturi. L’articolo si focalizza sull’analisi delle difficoltà di traduzione delle espressioni idiomatiche, delle polisemie, dei giochi di parole, degli antroponimi e delle onomatopee. Oltre alle lacune che alcuni dizionari monolingue presentano, la maggior parte dei dizionari bilingui italiano-arabo non raccolgono le espressioni idiomatiche. Traducendo le parole/espressioni polisemiche, lo studente deve cercare spunti nel contesto per scegliere il significato adatto. Non basta consultare il dizionario. Optare per una traduzione inappropriata di un termine polisemico, potrebbe essere dovuto ad un equivoco tra la lingua madre e l’italiano come LS. Con i giochi di parole gli studenti riescono a trovare delle soluzioni facendo riferimento ad un pubblico infantile e adeguate alla cultura d’arrivo. A volte si riesce a riprodurre identico il gioco, a volte viene sostituito con un altro; sono delle «supertraduzioni» per cui il traduttore si sovrappone all’autore adattando lo stile e i valori del testo originale alla lingua di arrivo. Con le parole inventate è necessario creare un neologismo soprattutto quando si tratta di un lemma culturalmente marcato che non ha un corrispondente nella lingua d’arrivo. Tuttavia non mancano gli esempi in cui la rinuncia al gioco di parole nella traduzione risulta una scelta obbligata. In Le avventure di Cipollino gli studenti dovevano mantenere le connotazioni dei nomi. Le strategie adottate nella traduzione degli antroponimi hanno l’obiettivo di facilitare, in qualche misura, la lettura del testo tradotto nella cultura di destinazione. In Il grande Belzoni gli studenti affrontano in modo particolare la problematica della traduzione delle onomatopee. Due sono le strategie: optare per le onomatopee derivate equivalenti o ricalcare le onomatopee di origine inglese. Con questo corso, molto vicino ad un laboratorio di traduzione, gli studenti si lanciano in territori mai esplorati e sperimentano strategie nuove per un pubblico giovanile e ricettivo e sviluppano un certo gusto per l’etimologia e la ricerca di somiglianze e differenze lessicali e strutturali tra italiano LS e l’arabo L1. Problems of literary translation from Italian into Arabic in an applied didactic model This article analyzes the semantic-lexical problems in t literary translation by 7 groups of Egyptian and Arabic-speaking students in the fourth year in Italian Language and Literature course, a. a. 2019/2020, at Ain Shams University, in Cairo. The analysis regarded the translation, whole or in part, of: Favole al telefono e Le avventure di Cipollino (G. Rodari), Racconti sardi (G. Deledda), Fiabe Italiane (I. Calvino), I racconti (I. Svevo), Novelle per un anno (L. Pirandello), Il grande Belzoni, Romanzo a fumetti (W. Venturi). The article focuses on the analysis of the translation difficulties regarding idiomatic expressions, polysemy, puns, anthroponym and onomatopoeia. Most bilingual Italian-Arabic dictionaries do not collect idiomatic expressions. When translating polysemic words/expressions, the student must look for clues in the context to choose the appropriate meaning. Consulting the dictionary is not enough. Choosing an inappropriate translation of a polysemic term could be due to misunderstanding between the native language and Italian SL. With puns, students were able to formulate assumptions assimilated by the childish public and adapted to the arrival culture. Sometimes it was possible to reproduce the puns identically, sometimes they were replaced with another Arabic pun. These are “supertranslations”; the translator overlaps the author by adapting the style and values of the original text to the arrival language. With invented words, it was necessary to create a neologism, especially when it came from a lemma of cultural background that did not have a correspondent in the arrival language. However, there was no shortage of examples where it was mandatory to renounce the pun in translation. In Le avventure di Cipollino, the students had to keep the connotations of the names. The strategies adopted in the translation of anthroponym aimed to facilitate the reading of the translated text in the target culture. In Il grande Belzoni, the students faced the problem of the translation of onomatopoeia. There were two strategies: opting for the equivalent derived onomatopoeia or reusing the onomatopoeia of English origin. This course, almost a translation lab, students launched themselves into territories never explored and experimented with new strategies that affect young and receptive readers, and they developed a certain inclination for etymology and the search for lexical and structural similarities and differences between Italian SL and Arabic L1.
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Langone, Angela Daiana. "Lingua araba in vecchi e nuovi media." Annali Sezione Orientale 76, no. 1-2 (November 28, 2016): 51–76. http://dx.doi.org/10.1163/24685631-12340003.

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Abstract:
Since the first years of the 21st century, the presence of the dialect varieties of Arabic (the so-called ʿāmmiyya or dāriǧa) outside the purely literary production increased a lot, and these informal varieties are nowadays frequently used in press, mass media, and obviously social networks. This article intends to offer a general overview on the modalities by which, at the beginnings of this (relatively) new phenomenon, the Arabic dialects penetrated in both the old and new media. After a focus on the graphic problems issued during the first attempts of written registration of the Arabic dialects (like in 3arabizi and e-darija), it deals also with the initiatives encouraged by some Moroccan magazines and newspapers (such as Ḫbār blādna, al-Amal, TelQuel and Nichane) that developed a highly controversial debate on the future of the linguistic policies in the country.
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Corrao, Francesca Maria. "Materiali per lo Studio Della Letteratura Araba: Libano." Oriente Moderno 69, no. 1-6 (August 12, 1989): 121–23. http://dx.doi.org/10.1163/22138617-0690106011.

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Trentin, Bijoy M. "Progettare un curricolo di lingua e letteratura greca." Euphrosyne 36 (January 2008): 333–47. http://dx.doi.org/10.1484/j.euphr.5.124598.

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Klingebiel, Kathryn. "Letteratura medievale in lingua d'oc (review)." Tenso 19, no. 1-2 (2004): 22–27. http://dx.doi.org/10.1353/ten.2004.0003.

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Diana, Elvira. "Alcune considerazioni sull’influenza della letteratura russa sui pionieri della nahdah araba." Il segno e le lettere - Saggi 9788879168342 (December 2017): 211–23. http://dx.doi.org/10.7359/834-2017-dian.

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Amoretti, Biancamaria Scarcia. "Book review: La fantascienza nella letteratura araba, written by Ada Barbaro." Oriente Moderno 94, no. 1 (July 2, 2014): 253–57. http://dx.doi.org/10.1163/22138617-12340049.

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Olsan, Lea T. "Book Review." Incantatio. An International Journal on Charms, Charmers and Charming 9 (December 2021): 139–42. http://dx.doi.org/10.7592/incantatio2020_9_olsan.

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Dissertations / Theses on the topic "LINGUA E LETTERATURA ARABA"

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Sabella, Serena <1988&gt. "Islam e omosessualità: il profeta Lot nella letteratura religiosa in lingua araba." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4733.

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Abstract:
Interrogando alcuni testi fondativi in lingua araba, il presente lavoro intende investigare come la tradizione musulmana abbia dato forma al proprio modo di concepire l’ omosessualità. Oltre che per comprendere la tradizione, si ritiene che tale indagine sia fondamentale per introdursi al mondo musulmano contemporaneo, in particolare al modo in cui esso si rappresenta i rapporti tra individui dello stesso sesso oggi. L’idea parte da moderne tendenze esegetiche che invitano ad una cosiddetta “ermeneutica queer” delle fonti primarie dell’ islam. Se per molti l’ipotesi è ancora azzardata, tuttavia questo orientamento è indice di quanto il discorso sul rispetto dei diritti fondamentali e quello sulla necessità di un mondo inclusivo siano parte del dibattito tanto presso gli studiosi quanto presso la società civile di religione musulmana. Le tendenze esegetiche moderne provano, infatti, a rispondere ai bisogni espressi dai movimenti associativi dando vita a una dinamica attiva su scala transnazionale. Una molteplicità di intersezioni ha così luogo, coinvolgendo non solo i musulmani della diaspora ma anche i paesi a maggioranza musulmana. In considerazione di ciò, analizzando lingua e modalità di narrazione, il presente lavoro prende avvio dalla storia coranica del profeta Lot. Comune alla tradizione islamica e a quella ebraico-cristiana, questo episodio è un riferimento trasparente alle relazioni tra individui dello stesso sesso nel mondo musulmano diventando anzi un paradigma di interpretazione negativa. La storia di Lot si ritrova in molteplici fonti primarie oltre che nel Corano: tafsīr (pl. tafāsīr) o commentari coranici, Qiṣaṣ al-Anbiyā’ o Storie dei Profeti, liste dei maggiori vizi/peccati note come al-Kabā’ir o Enormità. Con attenzione al lessico e ai contenuti estratti da questi generi, la storia di Lot viene qui declinata e la posizione degli ulema analizzata in una prospettiva diacronica. // The main goal of the following work is to investigate how Muslim tradition has shaped its view upon homosexuality by enquiring some of the grounding texts of Islam in Arabic language, an essential key to understand both Muslim tradition and the contemporary Muslim world. Particularly, this is the groundwork to comprehend how same-sex relationships are nowadays represented within Muslim contexts. Such an idea draws on modern exegetical trends, that are inviting Muslims all over the world to apply a “queer hermeneutics” on Islam’s primary sources. Despite being largely considered unwise and imprudent, such a stance shows how active the narrative upon fundamental rights and social inclusion is among both Muslim scholars and civil society. Indeed, modern exegesis perspectives meet more and more social movements’ requests, taking the issue on a transnational scale. Consequently, such intersections between modern exegesis perspectives and social movements can be noticed among Muslim-majority countries and also within Muslim Diaspora. By providing an enquiry method based on language and contents analysis, the following research begins with investigating the qur’anic story of the prophet Lot. Belonging to Judaeo-Christian tradition as well as Muslim, it is indeed a ready-reference to same-sex relationships within the Muslim world, no doubt negatively portrayed. Lot’s story occurs in many primary sources other than the Qur’an: tafsīr (pl. tafāsīr) or exegetical works, Qiṣaṣ al-Anbiyā’ known as Stories of the Prophets, major vices lists or al-Kabā’ir, Enormities. Paying attention to lexis and contents, the present research investigates such major works and recounts the story of Lot together with ulama’s viewpoints.
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Zorgui, Asmaa <1991&gt. "Tra segni e realtà dialettali: la lingua araba dei segni." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12804.

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Abstract:
Non si può non comunicare, non esiste un comportamento che non sia comunicativo.” È il primo degli assiomi della comunicazione messi sotto definizione da Paul Watzlawick nel testo “Pragmatica della comunicazione umana. Studio dei modelli interattivi, delle patologie e dei paradossi” del 1971 ispirato dalla scuola di Palo Alto. Tra i vari tipi di sistemi comunicativi si sceglie da mettere sotto tesi, quello silente basato su sguardi e gesti. Il soggetto del presente lavoro è la lingua dei segni e in particolare un progetto iniziato più di dieci anni nei paesi arabofoni. L’intento è quello di unificare per rendere standard il sistema linguistico usato dai sordi che vivono in tutti quei paesi che riconoscono a livello costituzionale l’arabo come lingua ufficiale. Può sorgere un interrogativo abbastanza comune tra gli udenti in merito all'esistenza o meno di una lingua universale e comune a tutti i sordi senza distinzione di cultura o altro. La risposta è negativa seppur positivo è il fatto che ogni lingua dei segni è in parte ispirata dalla rispettiva lingua parlata di un determinato paese. Ad esempio;il nome Treviso in lingua dei segni si indica portando le tre dita all'altezza del volto e facendo girare la mano in senso orario giocando e dividendo il nome in “tre” e “viso”. Una definizione più precisa e completa è presa in prestito da Virginia Volterra alla quale spetta il primato della definizione “lingua dei segni” nel 1987. Di seguito: “Abbiamo scelto di usare il termine lingua dei segni proprio per sottolineare che si tratta di una lingua a tutti gli effetti e per differenziarci da un tipo di tradizione che non ha mai voluto riconoscere a questa forma di comunicazione lo stesso status della lingua vocale. Se intendiamo con il termine lingua un sistema di simboli relativamente arbitrario e di regole grammaticali che mutano nel tempo e che i membri di una comunità condividono e usano per scopi diversi per interagire gli uni con gli altri,[…] per trasmettere la loro cultura di generazione in generazione, non c’è dubbio che la comunicazione usata dai sordi è una lingua” (Volterra, 1987, pp. 12-13).
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Calamelli, Elisabetta <1985&gt. "Lingua araba e cultura marocchina in classe: il mantenimento della lingua e cultura d'origine per i figli di migranti. Storia di un'esperienza veneta." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1862.

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Abstract:
Nel contesto di un’Italia plurilingue e multiculturale il tema delle seconde generazioni di migranti e di una loro inclusione nel sistema sociale ed economico italiano che ne rispetti e valorizzi specificità e competenze, è oggi una questione fondamentale per il sistema d’istruzione nazionale e per un'area caratterizzata da una forte presenza migratoria come il Veneto. Questa ricerca si propone di tracciare la traiettoria di due corsi di mantenimento della lingua e cultura d’origine per i figli di migranti arabofoni, realizzati dal 2006 ad oggi in Veneto. Nel primo caso si tratta di un progetto sperimentale, realizzato in una decina di scuole venete dal 2006 al 2009, in attuazione di un accordo di Cooperazione culturale tra il Regno del Marocco e la Repubblica italiana: in particolare la ricerca si focalizzerà sui corsi attuati nella scuola “Primo Maggio” di Treviso. Il secondo caso studiato è il corso attualmente in atto presso un’associazione marocchina che ha sede a Montebelluna, dove opera lo stesso docente inviato dal Regno del Marocco che era stato protagonista della precedente esperienza istituzionale, non rinnovata alla fine dell'a.s. 2008-2009. È stato scelto di utilizzare una metodologia di ricerca di tipo qualitativo, secondo la quale è stata svolta un’analisi approfondita dei casi di studio, attraverso la raccolta di dati e testimonianze degli attori protagonisti, lo studio del contesto e l’osservazione partecipante nella scuola dell’associazione di Montebelluna. L’obiettivo di questo elaborato è quello di analizzare alcune questioni salienti del dibattito oggi in atto sul mantenimento della lingua e cultura d’origine, a partire dall’esperienza osservata: la tesi, che è emblematicamente costruita secondo un constante dialogo tra teoria e prassi, porterà alla luce la distanza tra gli obiettivi asupicati nelle normative di riferimento e la situazione attualmente riscontrata, e si conclude con delle indicazioni precise sulle condizioni e le proposte decisive che potrebbero cambiare le sorti dell’iniziativa nel contesto specifico studiato. Infine l’elaborato si propone di aprire la strada ad un dibattito più approfondito sulle modalità e prerogative che dovrebbero caratterizzare dei corsi di mantenimento della lingua e cultura d’origine che mirino ad un’equilibrata inclusione sociale e ad una reale valorizzazione linguistica delle seconde generazioni di migranti arabofoni in Veneto.
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De, Sario Annalisa <1992&gt. "L'influenza della lingua araba in Italia: analisi etimologica di alcuni prestiti commerciali e scientifici." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11643.

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Abstract:
L'arrivo degli Arabi nel Mediterraneo durante l'alto Medioevo rappresenta un momento importantissimo per l' Occidente in quanto la loro cultura influenzerà in maniera significativa il mondo cristiano. La presenza araba in Italia ha contribuito alla diffusione di concetti, strumenti, materiali e tecniche del tutto nuove. Il presente studio si propone di descrivere in particolar modo l'influenza linguistica che gli Arabi hanno esercitato durante la loro dominazione nell'Italia settentrionale, presentando e analizzando, nei limiti del possibile, alcune voci di origine araba, che chiameremo arabismi, presenti nella lingua italiana. Il lavoro si apre con la descrizione dell'etimologia, la branca della linguistica che studia l'origine delle parole, e delle varie tendenze etimologiche moderne e prosegue con l'esposizione delle vicende storiche e culturali che hanno interessato l'Italia meridionale e gli Arabi. Lo studio procede con una lista di arabismi analizzati dal punto di vista storico ed etimologico, e si conclude con l'osservazione delle modalità con cui le voci arabe si sono integrate nel sistema linguistico italiano.
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Aqeel, Mohammad Shadi <1976&gt. "Didattica dell’arabo come lingua seconda. Metodi a confronto da Al-Ḥadīdī a Madkūr." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15517.

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Abstract:
Abstract Questo elaborato fa luce sui problemi dell’insegnamento della lingua araba, e sui metodi volti a risolvere e migliorare l’apprendimento attraverso una ricerca scientifica, riferita agli anni 50’-60’ e al periodo contemporaneo, per arricchire l’argomento si dedica un capitolo dell’elaborato alla traduzione dall'arabo all'italiano di una parte del libro dell’autore egiziano ʿAlī Al-Ḥadīdī intitolato: “Il problema dell’insegnamento della lingua araba per gli stranieri”, quest’opera tratta i principi fondamentali del metodo d’insegnamento, e illustra gli ostacoli e gli intralci che lo studente straniero incontra durante lo studio di questa lingua, l’intento è quello di affinare la comprensione degli studenti stranieri i quali hanno dimostrato un ampio interesse per l’aspetto culturale oltre che per quello linguistico della lingua araba in sé; tutto ciò viene incentivato per raggiungere esiti più elevati in minor tempo possibile.
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Shoul-Zarghani, Maral <1996&gt. "DA DĀR AL-FATĀ AL-‘ARABĪ AL TAMER INSTITUTE: LA LETTERATURA PER L’INFANZIA IN PALESTINA." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21577.

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Abstract:
Il mondo dell’editoria araba, e in particolare dell’editoria legata alla letteratura per l’infanzia e i giovani, conosce una svolta decisiva tra il 1973 e il 1974. In quegli anni una questione fondamentale smuove gli animi degli intellettuali arabi: quale futuro spetta ai giovani? Nasce così la prima e più importante casa editrice panaraba, Dār al-Fatā al-‘Arabī, che con le sue pubblicazioni per bambini si interroga sull’infanzia e su come indirizzarsi ai piccoli lettori arabi. La letteratura per l’infanzia è specchio della società in cui viene prodotta per cui le prime produzioni della casa editrice seguono da vicino la questione palestinese. Il solco tracciato da Dār al-Fatā al-‘Arabī è di impulso alla nascita di altre case editrici all’interno degli stati nazionali che danno vita ad un vero e proprio mercato editoriale. Il mondo dell’editoria in Palestina, però, ha avuto un suo sviluppo influenzato dalle questioni politiche. L’obiettivo di questa ricerca è di rintracciare le realtà dell’editoria infantile nate in un mondo caratterizzato da un lungo ed interminato conflitto, e in una società in cui il fattore demografico è di fondamentale importanza per gli sviluppi futuri, considerato l’elevato tasso di natalità della popolazione palestinese rispetto a quella israeliana: dopo un breve periodo di crescita del tasso di fertilità delle donne in Israele, nel 2018 ha raggiunto 3.09, contro 3.6 della Palestina . Quei bambini saranno gli adulti di domani. In questo campo, è stata ed è tutt’ora fondamentale l’attività di realtà editoriali e culturali come l’Istituto Tamer, la cui sede si trova nella città di Ramallah, che si occupa di aiutare la crescita dei bambini, una crescita all’insegna della lettura e dell’apprendimento. Nel fare ciò, si evidenzieranno non solo i principali attori di questo genere, scrittori e illustratori, ma anche i principali temi che vengono trattati, veicolando quegli stimoli cognitivi ed emotivi fondamentali nella crescita dei giovani. L’analisi di libri, scritti e pubblicati in periodi differenti mi permetterà di poterne rintracciare le tematiche ed evidenziare gli aspetti letterari ed artistici che verranno indagati anche sul piano formale.
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Iazzetta, Giacomo <1995&gt. "Lingua e identità nella Tunisia postcoloniale: il ruolo delle politiche linguistiche nella formazione dell'identità tunisina." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17390.

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Abstract:
La formazione dell’identità nazionale tunisina nell’epoca postcoloniale costituisce un elemento in continuo divenire, mutevole come gli atteggiamenti dei diversi governi che si sono succeduti nel corso degli anni. In un contesto multilingue come quello tunisino, le politiche linguistiche attuate in determinati settori della società possono rappresentare determinate volontà di manipolazione della società, laddove le lingue diffuse sul territorio nazionale non possiedono il medesimo statuto e riconoscimento. Le lingue, non solo possono essere intese come dei veicoli di un certo sistema di valori, ma possono di conseguenza contribuire a generare disuguaglianze e disparità in una comunità culturalmente e linguisticamente eterogenea. L’analisi proposta cerca di mettere in luce attraverso un iniziale excursus storico delle politiche linguistiche del paese e tramite un’osservazione mirata sul settore educativo attuale, le modalità e le motivazioni che hanno spinto lo stato tunisino alla creazione di uno specifico panorama linguistico-identitario nazionale.
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Cunetto, Marco <1987&gt. "La demagogia totalitaria nel discorso zanga zanga di Mu'ammar al-Qaḏḏāfī: un approccio pragmaretorico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1551.

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Olivieri, Simona <1988&gt. "Questioni di grammatica controverse: alcuni esempi dal Kitab al-insaf di al-Anbari (m. 577/1181)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1810.

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Negri, Andrea Maria <1986&gt. "Le maqmt indiane di Ab Bakr bin Musin Babd al-Alaw." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1964.

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Books on the topic "LINGUA E LETTERATURA ARABA"

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Gori, Alessandro. Studi sulla letteratura agiografica islamica somala in lingua araba. Firenze: Dipartimento di linguistica, Università di Firenze, 2003.

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2

Mion, Giuliano, and Durand Olivier. Una presenza, non un ricordo: Studi di lingua e letteratura araba in memoria di Sameh Faragalla. Roma: Aracne editrice, 2013.

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3

Borruso, Andrea. Arabeschi: Saggi di letteratura araba. Milano: F. Angeli, 2002.

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4

Nascita della letteratura araba moderna. Aprilia (Latina): Novalogos, 2011.

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5

La fantascienza nella letteratura araba. Roma: Carocci editore, 2013.

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6

Borruso, Andrea. Arabeschi: Saggi di letteratura araba. Milano: F. Angeli, 2002.

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7

Mario, Ricciardi, Busa Roberto, and Centro studi storico-letterari "Natalino Sapegno"., eds. Lingua, letteratura, computer. Torino: Bollati Boringhieri, 1996.

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8

D'Afflitto, Isabella Camera. Letteratura araba contemporanea: Dalla nahḍah a oggi. Roma: Carocci, 1998.

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9

Stussi, Alfredo. Lingua, dialetto e letteratura. Torino: G. Einaudi, 1993.

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10

Atzori, Gianni. Sardegna: Lingua, comunicazione, letteratura. Cagliari: Castello, 1995.

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More sources

Book chapters on the topic "LINGUA E LETTERATURA ARABA"

1

C., L. "I. PIZZI. — Letteratura araba." In Revue de l’Orient Chrétien (1896-1946), edited by René Graffin, 148. Piscataway, NJ, USA: Gorgias Press, 2010. http://dx.doi.org/10.31826/9781463220723-014.

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Grubmüller, Klaus. "Letteratura di erudizione in lingua tedesca." In Textes et Etudes du Moyen Âge, 15–26. Turnhout: Brepols Publishers, 2003. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.4.00088.

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3

Di Branco, Marco. "Alessandro/Ḏū 'l-Qarnayn, il paradiso e la fonte della vita nella letteratura araba medievale." In Les voyages d'Alexandre au paradis: Orient et Occident, regards croisés, 127–46. Turnhout: Brepols Publishers, 2013. http://dx.doi.org/10.1484/m.ar.1.101450.

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4

Scappaticcio, Maria Chiara. "Per i testi latini: un paleografo per gli storici della lingua, della letteratura e della cultura latina." In Per i testi latini: Prime riflessioni sul fondo inedito di Robert Marichal, 7–16. Turnhout: Brepols Publishers, 2017. http://dx.doi.org/10.1484/m.gifbib-eb.5.114973.

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5

Pennisi, Rosa. "6 • Note sulla lingua di Yaḥyā Ḥaqqī e scelte traduttive." In I grandi libri della letteratura araba. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-598-8/006.

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6

Suriano, Alba Rosa. "Introduzione." In I grandi libri della letteratura araba. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-240-6/001.

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7

Idrīs, Yūsuf. "Alcune note sulla rappresentazione della commedia." In I grandi libri della letteratura araba. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-240-6/002.

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Idrīs, Yūsuf. "Atto primo." In I grandi libri della letteratura araba. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-240-6/003.

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Idrīs, Yūsuf. "Atto secondo." In I grandi libri della letteratura araba. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-240-6/004.

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10

Pennisi, Rosa. "5 • Simboli, ripetizioni e parallelismi: osservazioni poetiche sulla novella." In I grandi libri della letteratura araba. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-598-8/005.

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