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Mezei, Regina. "Somali Language and Literacy." Language Problems and Language Planning 13, no. 3 (January 1, 1989): 211–23. http://dx.doi.org/10.1075/lplp.13.3.01mez.

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Abstract:
RESUMO La Somalia lingvo kaj alfabetigo La 21-an de oktobro 1972, la dekdujara registaro de Somalio finis jam longan debaton kaj decidiĝis pri latina alfabeto por reprezenti la sonojn de la Somalia lingvo. Antaŭe, la somalian oni pludonis de generacio al generacio per buŝa tradicio sen skriba formo, dum la urbanigita, klera elito skribis angle, itale aŭ arabe. Plejparte la lando restis analfabeta je nivelo de 90% ĝis 95%. Post starigo de la oficiala ortografio, signifaj sanĝoj okazis en la lernejoj, kaj oni lancis nacian alfabetigan kampanjon, kiu atingis ankaŭ la somaliajn nomadojn. Mezlernejanoj fariĝis instruistoj en la servo de la stato, la amasmedioj prezentis specialajn programojn kaj lecionojn, anoj de la registaro kaj la armeo estis devigataj lerni la lingvon, kaj plenkreskula edukado trovis lokon en la eduka sistemo. Takso de la Somalia kleriga kampanjo prezentas varian bildon. Kvankam la registaro en Mogadiŝu pretendis 60-procentan alfabetecon post la kampanjo de la mezaj 70-aj jaroj, tiu cifero estas pridubinda, kaj pli aktualaj studoj sugestas, ke la nuna alfabeteco povus esti ne pli ol 30 % . Tamen, tiu cifero altas en Afriko, kaj konsistigas signifan atingon en nomada socio plagumita laŭvice de sekeco, malrico kaj militaj konfliktoj. Nedisputata estas la sukcesa konverto de la lernejoj, de la elementa nivelo gis la Nacia Universitato, al la Somalia lingvo kiel instrumedio, cio ci kun signifa kresko de la nombro de lernejanoj. En la skribo de la lingvo, somaliaj ortografoj liveris la rimedojn, per kiuj lingvo bazita je paŝta vortaro povus esti vastigita por plenumi la lingvajn bezonojn de moderniĝanta socio. Tion ili faris ĉefe per ekspluato de la apartaj strukturo kaj dinamismo de la somalia. Krome, la Somalia "literaturo," precipe la poezio, estis nun transdonebla en skriba formo, tiel garantiante pliajn generaciojn de pluvivo. Certe, la Somalia sperto estas unika. Tamen, ĝi proponas valorajn enrigardojn en ling-voinstruadon kaj alfabetigon en ĉiuj kulturoj, emfazante la gravecon de forta registara engaĝiĝo, uzo de la amasmedio, starigo de alfabetiga korpuso, utiligo de arta esprimiĝo, kaj rekono de ortografio kiel ŝlosila elemento en lernado. SOMMARIO Lingua ed alfabetismo somalesi Il 21 Ottobre del 1972, il giovane governo somalese, al potere da solo 12 anni, ha risolto un dibatito interminabile; cioè, il governo decise di adoperare grafemi latini per rap-presentare fonemi somalesi. Generazioni anterior tramandavano la loro lingua oralmente, mentre l'elite della nazione si serviva dell'inglese, dell'italiano o dell'arabo per le loro co-municazioni scritte. Per il resto del paese il tasso dell'analfabetismo toccava dal 90 al 95 per cento della popolazione. Stabilità l'ortografia ufficiale, cambiamenti di maggior peso si sono introdotti nelle scuole ed una lotta contro l'analfabetismo si e lanciata, arrolgendo tutti i ceti sociali, anche quello nomade. Studenti di liceo diventarono insegnanti, i mass media presentarono pro-grammi e lezioni particolari, impiegati statali e dipendenti militari furono costretti ad im-parare la lingua e scuole per adulti si formarono in tutto il paese. Una valutazione di questi sforzi svolti dalle autorità somalesi nella loro lotta contro l'analfabetismo ci rende risultati ambigui. Benchè il governo centrale abbia rivendicato che l'alfabetismo sia salito a circa 60 per cento dopo la suddetta campagna alla meta degli anni settanta, le cifre sono state contestate da critici competenti e ricerche recenti suggeriscono che l'attuale tasso di alfabetismo sfiori il 30 per cento. Nonostante ciò, il tasso e segnalatamente elevato quando lo si paragona con altri paesi africani. In somma, l'ultima cifra mostra chiaramente un notevole successo, particolarmente se si rende conto che quella società nomade era nel contempo afflitta da povertà perenne, lotte intestine continue, e da una seccita durante decenni. In oltre, nessuno, nemmeno i più accaniti critici, può mettere in dubbio ne'lla riuscita inserzione della lingua nazionale a tutti i livelli dell'insegnamento, dalle scuole elementari fino all'università, né l'aumento cospicuo delle matricolazioni. Nello scrivere della loro lingua, gli ortografi somalesi hanno saputo sfruttare gli elementi strutturali e dinamici della lingua nazionale, fornendo mezzi con cui trasformare una lingua fondamentalmente nomade e pastorale. Per runderla più risponsiva ai bisogni di una società in via di trasformazione. Altro fatto notevole è che la letteratura di questo popolo, particolarmente la sua poesia, fin allera tramandata oralmente, oggi e documen-tata, così assicurandosi la sopravvivenza fra generazioni futuri. L'esperienza somalese ci può sembrare un caso unico, ma, infatti, ci presenta con alcuni informazioni pregeroli sull'insegnamento e la diffusione di una lingua. Mette in rilievo l'importanza dell'impegnamento decisivo di un governo, lo sfruttamento utile e sagace dei mass media e quello d'un corpo d'insegnanti, l'uso didattico dell'espressività artistica, e in fine, Fimpostazione di uno standard ortografico—tutti funzioni essenziali per Finsegnamento e Fapprendimento in qualunque centesto culturale.
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Zanelli, Patrizia. "La letteratura araba contemporanea a Fondamenta." Oriente Moderno 82, no. 2 (August 12, 2002): 470–72. http://dx.doi.org/10.1163/22138617-08202013.

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Abdo, Samah Mohammed Ibrahim. "PROBLEMATICHE DI TRADUZIONE LETTERARIA DALL’ITALIANO IN ARABO IN UN MODELLO DIDATTICO APPLICATO." Italiano LinguaDue 13, no. 2 (January 26, 2022): 54–73. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17129.

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Abstract:
Il presente articolo ha come oggetto di studio l’analisi delle problematiche di natura semantica-lessicale nella traduzione letteraria compiuta da 7 gruppi di studenti egiziani e arabofoni al quarto anno del corso di Lingua e letteratura italiana, a. a. 2019/2020, presso l’ateneo di Ain Shams, al Cairo. Si sono analizzate le traduzioni, intere o in parte, di: Favole al telefono e Le avventure di Cipollino di G. Rodari, Racconti sardi di G. Deledda, Fiabe Italiane di I. Calvino, I racconti di I. Svevo, Novelle per un anno di L. Pirandello, Il grande Belzoni, Romanzo a fumetti di W. Venturi. L’articolo si focalizza sull’analisi delle difficoltà di traduzione delle espressioni idiomatiche, delle polisemie, dei giochi di parole, degli antroponimi e delle onomatopee. Oltre alle lacune che alcuni dizionari monolingue presentano, la maggior parte dei dizionari bilingui italiano-arabo non raccolgono le espressioni idiomatiche. Traducendo le parole/espressioni polisemiche, lo studente deve cercare spunti nel contesto per scegliere il significato adatto. Non basta consultare il dizionario. Optare per una traduzione inappropriata di un termine polisemico, potrebbe essere dovuto ad un equivoco tra la lingua madre e l’italiano come LS. Con i giochi di parole gli studenti riescono a trovare delle soluzioni facendo riferimento ad un pubblico infantile e adeguate alla cultura d’arrivo. A volte si riesce a riprodurre identico il gioco, a volte viene sostituito con un altro; sono delle «supertraduzioni» per cui il traduttore si sovrappone all’autore adattando lo stile e i valori del testo originale alla lingua di arrivo. Con le parole inventate è necessario creare un neologismo soprattutto quando si tratta di un lemma culturalmente marcato che non ha un corrispondente nella lingua d’arrivo. Tuttavia non mancano gli esempi in cui la rinuncia al gioco di parole nella traduzione risulta una scelta obbligata. In Le avventure di Cipollino gli studenti dovevano mantenere le connotazioni dei nomi. Le strategie adottate nella traduzione degli antroponimi hanno l’obiettivo di facilitare, in qualche misura, la lettura del testo tradotto nella cultura di destinazione. In Il grande Belzoni gli studenti affrontano in modo particolare la problematica della traduzione delle onomatopee. Due sono le strategie: optare per le onomatopee derivate equivalenti o ricalcare le onomatopee di origine inglese. Con questo corso, molto vicino ad un laboratorio di traduzione, gli studenti si lanciano in territori mai esplorati e sperimentano strategie nuove per un pubblico giovanile e ricettivo e sviluppano un certo gusto per l’etimologia e la ricerca di somiglianze e differenze lessicali e strutturali tra italiano LS e l’arabo L1. Problems of literary translation from Italian into Arabic in an applied didactic model This article analyzes the semantic-lexical problems in t literary translation by 7 groups of Egyptian and Arabic-speaking students in the fourth year in Italian Language and Literature course, a. a. 2019/2020, at Ain Shams University, in Cairo. The analysis regarded the translation, whole or in part, of: Favole al telefono e Le avventure di Cipollino (G. Rodari), Racconti sardi (G. Deledda), Fiabe Italiane (I. Calvino), I racconti (I. Svevo), Novelle per un anno (L. Pirandello), Il grande Belzoni, Romanzo a fumetti (W. Venturi). The article focuses on the analysis of the translation difficulties regarding idiomatic expressions, polysemy, puns, anthroponym and onomatopoeia. Most bilingual Italian-Arabic dictionaries do not collect idiomatic expressions. When translating polysemic words/expressions, the student must look for clues in the context to choose the appropriate meaning. Consulting the dictionary is not enough. Choosing an inappropriate translation of a polysemic term could be due to misunderstanding between the native language and Italian SL. With puns, students were able to formulate assumptions assimilated by the childish public and adapted to the arrival culture. Sometimes it was possible to reproduce the puns identically, sometimes they were replaced with another Arabic pun. These are “supertranslations”; the translator overlaps the author by adapting the style and values of the original text to the arrival language. With invented words, it was necessary to create a neologism, especially when it came from a lemma of cultural background that did not have a correspondent in the arrival language. However, there was no shortage of examples where it was mandatory to renounce the pun in translation. In Le avventure di Cipollino, the students had to keep the connotations of the names. The strategies adopted in the translation of anthroponym aimed to facilitate the reading of the translated text in the target culture. In Il grande Belzoni, the students faced the problem of the translation of onomatopoeia. There were two strategies: opting for the equivalent derived onomatopoeia or reusing the onomatopoeia of English origin. This course, almost a translation lab, students launched themselves into territories never explored and experimented with new strategies that affect young and receptive readers, and they developed a certain inclination for etymology and the search for lexical and structural similarities and differences between Italian SL and Arabic L1.
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Langone, Angela Daiana. "Lingua araba in vecchi e nuovi media." Annali Sezione Orientale 76, no. 1-2 (November 28, 2016): 51–76. http://dx.doi.org/10.1163/24685631-12340003.

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Abstract:
Since the first years of the 21st century, the presence of the dialect varieties of Arabic (the so-called ʿāmmiyya or dāriǧa) outside the purely literary production increased a lot, and these informal varieties are nowadays frequently used in press, mass media, and obviously social networks. This article intends to offer a general overview on the modalities by which, at the beginnings of this (relatively) new phenomenon, the Arabic dialects penetrated in both the old and new media. After a focus on the graphic problems issued during the first attempts of written registration of the Arabic dialects (like in 3arabizi and e-darija), it deals also with the initiatives encouraged by some Moroccan magazines and newspapers (such as Ḫbār blādna, al-Amal, TelQuel and Nichane) that developed a highly controversial debate on the future of the linguistic policies in the country.
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Corrao, Francesca Maria. "Materiali per lo Studio Della Letteratura Araba: Libano." Oriente Moderno 69, no. 1-6 (August 12, 1989): 121–23. http://dx.doi.org/10.1163/22138617-0690106011.

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Trentin, Bijoy M. "Progettare un curricolo di lingua e letteratura greca." Euphrosyne 36 (January 2008): 333–47. http://dx.doi.org/10.1484/j.euphr.5.124598.

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Klingebiel, Kathryn. "Letteratura medievale in lingua d'oc (review)." Tenso 19, no. 1-2 (2004): 22–27. http://dx.doi.org/10.1353/ten.2004.0003.

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Diana, Elvira. "Alcune considerazioni sull’influenza della letteratura russa sui pionieri della nahdah araba." Il segno e le lettere - Saggi 9788879168342 (December 2017): 211–23. http://dx.doi.org/10.7359/834-2017-dian.

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Amoretti, Biancamaria Scarcia. "Book review: La fantascienza nella letteratura araba, written by Ada Barbaro." Oriente Moderno 94, no. 1 (July 2, 2014): 253–57. http://dx.doi.org/10.1163/22138617-12340049.

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Olsan, Lea T. "Book Review." Incantatio. An International Journal on Charms, Charmers and Charming 9 (December 2021): 139–42. http://dx.doi.org/10.7592/incantatio2020_9_olsan.

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Edres, Nijmi. "Identità in transito: lingua araba e comunità nazionale palestinese in Israele." LCM - La Collana / The Series 9788879167000 (February 2015): 185–200. http://dx.doi.org/10.7359/700-2014-edre.

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Reis, Rafael Vidal dos. "A interculturalidade entre a literatura italiana do Duecento e a literatura árabe-siciliana do Emirado da Sicília." Revista Italiano UERJ 12, no. 1 (September 5, 2021): 19. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.62147.

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Abstract:
RESUMO: Neste artigo, busca-se apresentar e confirmar as seis marcas da literatura e da cultura árabe, do período do Emirado da Sicília para o nascimento da literatura italiana no Duecento, período que remete a Scuola Siciliana. Os objetivos são comprovar a inserção das seis marcas utilizadas por Ibn Hamdis, mas que a partir do processo de interculturalidade e transferência cultural, e a adoção dos seus conceitos foi possível comprovar as contribuições/heranças árabes para o nascimento da Literatura Italiana, além de refutar a hipótese de que a poesia lírica amorosa ter sido originada da Literatura Provençal, assim como, colocar a Literatura Árabe Clássica no mesmo pé de igualdade das Literaturas Clássicas: Grega e Latina para a fundação da Literatura Italiana no mapa literário.Palavras-Chave: Poesia Lírica. Poesia Sarcástica. Scuola Siciliana. Duecento. Interculturalidade. ABSTRACT: In questo articolo cerca di presentare e confermare le sei marche della Letteratura e Cultura Araba nel periodo dell’Emirato di Sicilia per il nascimento della Letteratura Italiana nel Duecento, periodo che fa riferimento alla Scuola Siciliana. Gli obbiettivi sono verificare le inserzioni delle sei marche usati per Ibn Hamdis, ma che attraverso del processo d’interculturalità e di trasferimento culturale ed adozione dei suoi concetti fu possibile dimostrare i contributi arabi per il nascimento della Letteratura Italiana, oltre di rifiutare l’ipotesi di che la poesia lirica amorosa fu originata della Letteratura Provenzale, così come a mettere la Letteratura Classica Araba nella stessa egualità delle Letterature Classiche: Greca e Latina per la fondazione della Letteratura Italiana nel cammino letterario.Parole-Chiave: Poesia Lirica. Poesia Sarcastica. Scuola Siciliana. Duecento. Interculturalità. ABSTRACT: In this article, we will intend to present and confirm the six signatures of Arab literature and culture, from the Sicily emirate to the birth of the Italian Literature during the Duecento, the age of Scuola Siciliana. Our main goal is to prove the insertion of the six signatures used by Ibn Hamdis. Through the process of interculturality and cultural transfer as well as the adoption of his concepts, it was possible to inform the Arab contributions and heritages tot the birth of Italian literature; on the other side, we want to refute the hypothesis that the lyric poetry had its origin in the Provençal poetry. Furthermore, we intend to match the Classical Arab literature with Greek and Latin literatures regarding of the foundation of Italian literature in the studies of literature.Keywords: Lyric poetry. Satirical poetry. Scuola Siciliana. Duecento. interculturality.
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Palmarini, Luca. ""Lu scïò" di Guido Milanesi tra letteratura e lingua." Italica Wratislaviensia, no. 7 (July 2, 2016): 123. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2016.07.07.

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Vanvolsem †, Serge. "Vent’anni di scritture migranti: una nuova letteratura, una nuova lingua." Recherches, no. 10 (June 30, 2013): 103–11. http://dx.doi.org/10.4000/cher.11253.

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Stefanini, Ruggero. "Studi di lingua e letteratura lombarda offerti a Maurizio Vitale." Italica 66, no. 3 (1989): 372. http://dx.doi.org/10.2307/479059.

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Blasi, Nicola De. "Note sulla lingua e sulla letteratura di Salvatore Di Giacomo." Italica 76, no. 4 (1999): 480. http://dx.doi.org/10.2307/480253.

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Larcher, Pierre. "Introduzione alla lingua araba : Origini, storia, attualità, nuova edizione, written by Martino Diez." Arabica 66, no. 3-4 (July 30, 2019): 395–403. http://dx.doi.org/10.1163/15700585-12341525.

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Kilibarda, Vesna. "TRADUZIONE MONTENEGRINA DELL’ODE PIEMONTE DI CARDUCCI CRNOGORSKI PREVOD KARDUČIJEVE ODE PIJEMONTU." Folia linguistica et litteraria XI, no. 30 (2020): 35–49. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.2.

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Abstract:
Il presente contributo prende in esame le circostanze in cui nel 1896 fu pubblicata in Montenegro una traduzione dell'ode Piemonte di Carducci, che fino ad oggi è rimasta l'unica versione di questa poesia dal famoso poeta italiano presso gli Slavi del Sud. Inoltre, si tratta dell'unica traduzione dalla lingua italiana del professor Živko Dragović, uno dei pochi traduttori di letteratura italiana in Montenegro fino alla fine dell’Ottocento che non si era formato intellettualmente nelle Bocche di Cattaro o in Dalmazia, dove lingua, letteratura e cultura italiana erano presenti da secoli. La pubblicazione della traduzione dell'ode di Carducci che celebra la dinastia Savoia e la regione piemontese, da cui è stata avviata la lotta per l'unificazione dell'Italia, è legata all'annuncio del matrimonio della principessa montenegrina Jelena Petrovic Njegoš con l’erede al trono italiano Vittorio Emanuele di Savoia, ma anche all'idea del piemontismo montenegrino, che all’epoca era caldeggiata dall’ideologia dinastica e dall’opera poetica del principe montenegrino Nikola I. Nell’articolo approfondiamo anche altri rari contributi su Carducci pubblicati nei periodici montenegrini fino all'inizio della prima guerra mondiale.
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Donatiello, Federico. "I primi contatti con il Teatro Occidentale in Romania: le traduzioni dei melodrammi di Pietro Metastasio nei Principati Danubiani alla fine del XVIII secolo/First contacts with western theatre in Romania: The translations of Pietro Metastasio's Melodrammi in Romanian Principates at the end of eighteenth century." Hiperboreea 1, no. 2 (December 1, 2014): 111–24. http://dx.doi.org/10.5325/hiperboreea.1.2.0111.

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Abstract:
Abstract Uno dei fenomeni più importanti che hanno favorito l'occidentalizzazione romanza della lingua letteraria romena è stato il largo affluire di traduzioni di letteratura francese e italiana. Nel Settecento predomina la figura del poeta italiano Pietro Metastasio con ben nove testi tradotti: il melodramma italiano arriva nei Principati con modalità peculiari in quanto le traduzioni non sono destinate tanto alla rappresentazione scenica quanto alla sola lettura; esse si basano inoltre non sul testo italiano originale ma su alcune traduzioni intermediarie in lingua neogreca. La penetrazione delle opere di Metastasio nei Principati, come pure di molta cultura occidentale, è perciò legata indissolubilmente alla cultura neogreca e ai gusti della nobiltà fanariota. per modesti compilatori come Slǎtineanu o Beldiman; la scomparsa del neogreco come lingua di cultura favorirà ulteriormente il processo di rinnovamento linguistico e letterario.
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Monegato, Emanuele. "Segnalazioni/Informes/Rapports/Reports." Altre Modernità, no. 28 (November 30, 2022): 556–57. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7680/19177.

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Abstract:
Alessandra Di Maio, La letteratura nigeriana in lingua inglese, Firenze, le Lettere, 2020, 144 pp. ISBN 978-889-366-1317 John K. Cooley, Una guerra empia, elèuthera edizioni, 2000, 400 pp. ISBN 888-506-042-0 Stefano Boni, Orizzontale e verticale. Le figure del potere, elèuthera edizioni, 2021, 280 pp. ISBN 883-302-120-3
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Ruotolo, Roberta Angelica. "Il catalogo muliebre nella Napoli del xvi secolo: un contributo di Benedetto Croce." Quaderns de Filologia - Estudis Literaris 22 (January 7, 2018): 89. http://dx.doi.org/10.7203/qdfed.22.11254.

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Abstract:
La letteratura napoletana è ricca testi incentrati sulle lodi delle donne della città, genere che si vitalizza a contatto con il vivace quadro della società aristocratica del Vicereame. È Benedetto Croce, coadiuvato da Giuseppe Ceci, ad occuparsi tra i primi di quella serie di rime, poemetti, capitoli ed epigrammi incentrati sul catalogo muliebre perché consapevole del loro apporto alla storia del costume e della letteratura nella Napoli del XVI secolo. In Lodi di dame napoletane del secolo decimosesto vengono analizzate quelle opere che la nobiltà napoletana e spagnola si beava di leggere vedendo in queste, e nella raffinata lingua petrarchesca in cui erano scritte, uno specchio della propria elegante condotta.
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Afribo (book editor), Andrea, Emanuele Zinato (book editor), and Marcello Sabbatino (review author). "Modernità italiana. Cultura, lingua e letteratura dagli anni settanta a oggi." Quaderni d'italianistica 33, no. 2 (February 9, 2013): 275–77. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v33i2.19442.

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Camilotti, Silvia. "Letteratura della migrazione in lingua italiana. Questioni teoriche e pratiche decolonizzanti." MONDI MIGRANTI, no. 3 (March 2009): 205–32. http://dx.doi.org/10.3280/mm2008-003012.

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Abstract:
- The essay aims to give some insights into the topic of migration literature in Italian language, seen as a potential means of acknowledgement and social integration for migrant authors and as a decolonizing occasion for Italian readers. I'm going to question the issue of definition, which at the beginning focused on the concept of italophone literature and that afterward has become more complex. It's hard to reduce this literary phenomenon to strict etiquettes since it is constantly evolving. Moreover, limiting the literary works of first and second generation migrants in Italy to a rigid field runs the risk to betray the ambitions and the wishes of many authors, which instead refuse categories. In the first part of the article, starting from the thesis that these works mirror the social transformations which are going on, I'll seek to contextualize the phenomenon and stress some central aspects; in the second part I will show how artistic works not only reflect changes but also deconstruct and answer back to ethnic and Euro-centric visions, starting a decolonizing process into the readers.keywords Migrant writers in Italy (parola unica); Italophone literature (parola unica); Decolonization Italy Literature (parola unica)
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Vaccaro, Giulio. "Corpus di letteratura come corpus di lingua: il caso del Medioevo." Italica Wratislaviensia 11, no. 1 (June 30, 2020): 143–65. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2020.1.11.6.

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Vaccaro, Giulio. "Corpus di letteratura come corpus di lingua: il caso del Medioevo." Italica Wratislaviensia 11, no. 1 (June 30, 2020): 143–65. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2020.11.1.06.

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Vaccaro, Giulio. "Corpus di letteratura come corpus di lingua: il caso del Medioevo." Italica Wratislaviensia 11, no. 1 (June 30, 2020): 143–65. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2020.11.1.6.

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Vučetić, Zorica. "Milan Moguš, Povijest hrvatskoga književnoga jezika (Storia della lingua croata), /Globus/, Zagreb 1993, pp. 205." Linguistica 35, no. 2 (December 1, 1995): 329–31. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.35.2.329-331.

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Abstract:
Il libro del noto linguista Milan Moguš è un valido contributo alla storia della lin­ gua croata dall'iscrizione di Baška (Bašćanska ploča) fino ai nostri giorni. È la storia del croato scritto o letterario; essa è più complessa della storia della lingua standard dato che comprende anche i testi scritti la lingua dei quali non è stata soggetta alla stan­ dardizzazione. La letteratura croata, compresa in senso lato, come parte della ricca cul­ tura croata, contiene i testi scritti prima della standardizzazione, per cui in questo libro è descritto l'intero periodo della lingua croata scritta o letteraria. Alla base della lingua croata stanno tre parlate organiche (stocavo, caicavo e ciacavo) come dimostrano i testi scritti: i documenti, le lettere, le opere letterarie, le grammatiche, i dizionari ed altri testi. Nella sua storia la lingua croata era caratterizzata dalla continua compenetrazione di forti diversità e proprio da queste diversita il croato traeva una più profonda omo­ geneità. L'iscrizione di Baška (Bašćanska ploča) è un documento storico e linguistico che rappresenta con ragione il più antico monumento della lingua nazionale croata; ha tutte le caratteristiche della lingua a cavallo tra l' 11. e il 12. secolo. I primi testi nascono sul territorio del dialetto ciacavo, ma accanto ai testi con base ciacava appaiono ben presto quelli con base stocava.
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Brichese, Annalisa. "Didattica della letteratura attraverso l’apprendimento cooperativo e l’approccio ermeneutico." SPONDE 2, no. 1 (December 28, 2022): 45–64. http://dx.doi.org/10.15291/sponde.4088.

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Abstract:
Nel contributo, dopo una prima sintetica trattazione delle intersezioni fra educazione linguistica e letteraria in lingua italiana, è stata affrontata la dimensione metodologica attraverso l’analisi della didattica della letteratura e l’approccio ermeneutico e il metodo cooperativo e la loro integrazione mettendo in evidenza le caratteristiche qualificanti dell’approccio ermeneutico, le caratteristiche qualificanti dell’apprendimento cooperativo e il ruolo del docente in questo ambiente di apprendimento centrato sullo studente. Si è visto infine come l’approccio ermeneutico e il metodo cooperativo possono rappresentare un’ottima risorsa per far sì che la scuola alleni le abilità e le competenze richieste dal mondo del lavoro e dalla società.
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Nutton, Vivian. "La medicina dei Greci e dei Romani: Letteratura, lingua, scienza. Innocenzo Mazzini." Isis 90, no. 2 (June 1999): 355–56. http://dx.doi.org/10.1086/384347.

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Pavan, Luca. "“Falsi amici” nella lingua lituana e italiana: uno studio statistico tra gli apprendenti della lingua italiana." Verbum 1 (February 6, 2010): 106–13. http://dx.doi.org/10.15388/verb.2010.1.4945.

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Abstract:
Il seguente studio intende mostrare i risultati di un sondaggio effettuato tra gli apprendenti della lingua italiana presso l’Università di Vilnius. La letteratura specialistica sul tema dei “falsi amici”, seppure non vastissima, è reperibile per alcune lingue, ma al momento è pressoché inesistente per tutto quello che concerne le false analogie tra la lingua lituana e quella italiana. Lo scopo di questo studio è quello di introdurre al problema dei “falsi amici” tra l’italiano e il lituano attraverso la stesura di una lista che, seppure incompleta, può essere utilizzata come base per future ricerche. Un altro aspetto originale dello studio è il sondaggio effettuato tra vari gruppi di studenti lituani: agli apprendenti è stato fornito un test contenente un certo numero di termini da tradurre nella propria lingua madre. Una parte dei termini proposti sono stati scelti all’interno di una lista di “falsi amici”. Gli apprendenti erano di tre livelli diversi, dal principiante all’avanzato. Lo scopo del sondaggio è dimostrare che il problema dei “falsi amici” non riguarda solo la professione del traduttore, ma anche e soprattutto l’apprendimento stesso della lingua. I risultati vengono mostrati con diagrammi che riassumono la situazione dei tre livelli di apprendimento considerati e la situazione complessiva. Dai diagrammi risulta quanto possano pesare i “falsi amici” nello studio della lingua italiana da parte di apprendenti la cui lingua madre, avendo un’origine differente dalle lingue romanze, presenta ambiguità nell’interpretazione di alcune parole che spesso non derivano dal latino.
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Cignetti, Luca, Silvia Demartini, Simone Fornara, and Vincenzo Todisco. "Editoriale." DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no. 1 (November 9, 2021): VII—VIII. http://dx.doi.org/10.33683/didit.21.01.00.

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Abstract:
Prende l’avvio, con questo fascicolo, DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, una nuova rivista scientifica nata dalla collaborazione tra il Centro competenze didattica dell’italiano lingua di scolarizzazione del Dipartimento formazione e apprendimento della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana e l’Alta scuola pedagogica dei Grigioni. Alla rivista partecipano quindi due istituzioni universitarie che si occupano della formazione degli insegnanti del Ticino e dei Grigioni, i due cantoni svizzeri in cui l’italiano è lingua ufficiale (nei Grigioni accanto al tedesco e al romancio): un contesto del tutto particolare, che vede l’italiano insieme lingua di scolarizzazione e lingua prima (in Ticino e nel Grigioni italiano), lingua seconda (in Ticino) e lingua straniera nella scuola dell’obbligo (nella parte tedesca del Canton Grigioni). In una realtà così peculiare dal punto di vista linguistico e culturale, DIDIT intende offrire uno strumento di ricerca e aggiornamento rivolto a chi opera, per ragioni di studio o di lavoro, nell’ambito della didattica dell’italiano come lingua prima, come lingua seconda o come lingua straniera. Vista la particolare situazione linguistica del Canton Grigioni, del limitrofo Alto Adige e tenuto conto delle diverse altre lingue presenti sul territorio grigionese e ticinese accanto alle lingue ufficiali, la nuova rivista prende in considerazione anche la ricerca sulla didattica del plurilinguismo. In questo senso la rivista si presenta come luogo di scambio scientifico privilegiato e unico nel panorama delle pubblicazioni scientifiche presenti sul territorio nazionale svizzero e come uno dei pochi strumenti a livello internazionale che prendono in esame l’italiano nei diversi contesti di insegnamento; l’obiettivo sul medio-lungo termine è di configurarsi come un punto di riferimento nel campo degli studi sulla didattica dell’italiano e del plurilinguismo, caratterizzati dal costante connubio tra dimensione teorica e dimensione applicativa. DIDIT è divisa in tre sezioni: Studi e ricerche, Esperienze didattiche e Recensioni e segnalazioni. La prima, affidata alla penna di studiose e studiosi di chiara fama nel settore della didattica della lingua e della letteratura italiana (in questo primo numero Maria G. Lo Duca e Giuliana Fiorentino e, per la tematica del plurilinguismo, Ruth Videsott), accoglie approfondimenti teorici su temi afferenti agli ambiti didattici sopra ricordati. La seconda è dedicata a esempi di applicazioni e percorsi didattici, affidati a studiose e studiosi, ricercatrici e ricercatori, docenti attive e attivi nella scuola di ogni ordine e grado (in questo numero Livia Radici Tavernese, Daniele Dell’Agnola, Stefania Crameri e Daniela Kappler). La terza presenta, infine, recensioni di libri e studi che possono contribuire all’innovazione didattica nelle discipline di riferimento e a segnalazioni di opere – come albi illustrati, poesie, raccolte di racconti e romanzi – rivolte a lettori di diverse fasce di età. Tenuto conto dei contesti minoritari con cui si vede confrontato l’italiano in Svizzera, la rivista ambisce a diventare anche uno strumento per il sostegno e la promozione della lingua italiana in questo contesto nazionale, e non solo. In tal senso, si propone di estendere il proprio orizzonte agli studi sulla didattica dell’italiano in un’accezione ampia, che accolga prospettive plurali e sguardi capaci di spaziare dalla teoria all’applicazione pratica, avendo sempre come obiettivo di fondo un aggiornamento costante sulle strategie, sui metodi, sulle ricerche volte a migliorare e a innovare l’insegnamento dell’italiano. In tal modo la rivista garantisce lo scambio e la comunicazione tra il mondo della ricerca e quello della scuola, a livello nazionale e internazionale: attraverso la scelta dei temi, degli ambiti di ricerca e di riflessione, DIDIT vuole così rispondere alle sfide didattiche e teoriche poste alla disciplina e stimolare il dibattito scientifico e pubblico.
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Djuric, Zeljko. "Traduzioni dall’italiano di Joakim Vujic (I parte)." Prilozi za knjizevnost, jezik, istoriju i folklor, no. 83 (2017): 31–52. http://dx.doi.org/10.2298/pkjif1783031d.

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Abstract:
Nel lontano 1802, a Trieste, dove ha raggiunto la comunit? serba che guidata dall?illustre scrittore Dositej Obradovic cercava di assorbire la cultura razionalistica europe per trapiantarla poi, almeno in parte, nell? tesssuto della cultura serba, Joakim Vujic studia le lingue straniere (italiano, francese, inghlese) e appena compiuto con successo i primi passi si mette a tradurre un romanzo italiano che gli ? venuto sotto mano: per esercitarsi nella lingua e per offrire al pubblico serbo un testo divertente e utile. Si tratta del romanzo di Antonio Piazza intitolato Il vero amore o sia la storia amorosa d?Irene ? Filandro, un testo linguisticamente complicato, non lontano, per stile, dalla tradizione del romanzo barocco italiano. Nella situazione culturale quando la lingua serba stava vivendo il periodo della sua lenta ed incerta maturazione, Joakim Vujic, nel tradurre, ha continuamente dovuto fare le scelte tra le soluzioni del serbo slavo, la lingua del ceto intellettuale, e del serbo volgare che in quel periodo si faceva strada per entrare nella letteratura. Il nostro lavoro cerca di descrivere e di analizzare il suo coraggioso tentativo.
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Benedetti, Laura. "Il linguaggio dell’amicizia e della città: L’amica geniale di Elena Ferrante tra continuità e cambiamento." Quaderni d'italianistica 33, no. 2 (February 9, 2013): 171–87. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v33i2.19423.

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Abstract:
L’ultimo romanzo di Elena Ferrante, L’amica geniale. Infanzia, adolescenza, continua una ricerca linguistica incentrata sulla dicotomia lingua/dialetto già evidente nella produzione precedente della scrittrice, mentre sposta l’attenzione dal rapporto madre-figlia a quello tra amiche, sentimento spesso trascurato nella letteratura, non solo italiana. Il saggio analizza gli elementi di continuità e cambiamento nella narrativa di Ferrante alla luce delle riflessioni elaborate del Gender Criticism (Virginia Woolf, Adrienne Rich, Marianne Hirsch, Janice Raymond e altri) e delle teorie sullo sviluppo della personalità (Diamond).
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Casciani, Santa, and Luisa Rapallino. "Una prospettiva concettuale nell'insegnamento della letteratura in un corso d'italiano come lingua straniera." Italica 71, no. 4 (1994): 433. http://dx.doi.org/10.2307/479664.

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Morchio, Bruno. "Note sull'evoluzione del genere crime: ieri oggi.. e domani?" EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 37 (September 2022): 207–21. http://dx.doi.org/10.3280/eds2022-037018.

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Abstract:
I libri assomigliano alle persone e la loro lettura richiede un setting che contestualizzi la relazione con il testo. L'autore si interroga sui possibili sviluppi del noir italiano, genere di grande successo. La serialità ha privilegiato i personaggi con i loro tic a scapito delle storie. Propugna un ritorno ai classici, compie una disamina dello sviluppo della letteratura crime e conclude che è arrivato il momento di liberare i romanzi crime dalla gabbia del genere, lavorando sulle strutture narrative, sulla lingua e sullo stile.
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Stanič, Daša. "Analisi degli errori nella produzione scritta degli studenti di italiano come ls a livello universitario." Journal for Foreign Languages 9, no. 1 (December 28, 2017): 255–85. http://dx.doi.org/10.4312/vestnik.9.255-285.

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Abstract:
All’inizio del contributo vengono esposte le premesse teoriche: la storia della concezione dell’errore nei diversi metodi dell’insegnamento della lingua straniera, i tipi di errori, i criteri i base ai quali è possibile identificare un errore e le cause degli errori. Di seguito sono presentati il corpus dei compiti scritti degli studenti e l’analisi degli errori più tipici e frequenti degli studenti slovenofoni con esempi. L’autrice è del parere che per raggiungere alti livelli di competenza in una lingua straniera sono indispensabili la consapevolezza dei propri errori e la riflessione linguistica su di essi da parte dell’apprendente, guidata da un insegnante che conosca gli errori tipici dei propri studenti (nel nostro caso si tratta di studenti slovenofoni del corso di Laurea Triennale in Lingua e letteratura italiana della Facoltà di lettere e Filosofia di Lubiana). Proprio per questa ragione il contributo si propone di descrivere gli errori più frequenti e di stabilire e descrivere le loro cause. Benché non sia stato possibile risalire a tutte le cause degli errori, l’analisi individua e conferma le tre principali fonti degli errori: la L1, altre lingue straniere che gli studenti studiano o conoscono e la lingua da apprendere. Nonostante il corpus fosse composto da un numero relativamente alto di compiti scritti, si è dimostrato troppo limitato per l’analisi di alcuni errori, specialmente per l’analisi degli errori nell’uso delle forme verbali.
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Shabaj, Flora. "Contatti linguistici e culturali tra le due sponde dell’Adriatico. L’italiano degli scrittori di origine albanese." Italianistica Debreceniensis 26 (December 1, 2020): 69–86. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2020/9382.

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Abstract:
La letteratura migrante è un potente mezzo di espressione che offre una grande varietà di interpretazioni e una grande fonte di ispirazione per gli studiosi per indagare i diversi aspetti della vita e quelli della società. Trovandosi nel mezzo, gli autori migranti hanno l'opportunità di vivere (in) due o più lingue e culture unendole, cambiandole e plasmandole. È proprio qui che avviene il contatto linguistico e dove si svolgono diverse strategie che diventano una parte interessante di una ricerca linguistica e letteraria. Questo articolo indaga il contatto tra la lingua albanese e quella italiana attraverso l'analisi di alcune opere di Ornela Vorpsi, Artur Spanjolli, Ron Kubati e Anilda Ibrahimi. Considerando il fatto che questi autori hanno deciso di utilizzare l'italiano come lingua di espressione, questa indagine offre alcune considerazioni su cosa questo significhi per loro e sull'impatto su entrambe le lingue. Considerando il fatto che questi scrittori trasferiscono nei loro testi non solo aspetti importanti della cultura ma anche alcune caratteristiche della lingua albanese, è interessante vedere il modo in cui avviene il transfert e cosa succede al testo quando due lingue diverse e distanti come albanese e italiano si incontrano.
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Costantinopoli, Simone. "La Cannabis terapeutica nel trattamento del Disturbo Post Traumatico da Stress: Protocollo per una Scoping Review." Dissertation Nursing 1, no. 1 (July 29, 2022): 21–27. http://dx.doi.org/10.54103/dn/17688.

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Abstract:
INTRODUZIONE:Risultati recenti di alcuni studi sembrano riscontrare dei miglioramenti nella sintomatologia dei pazienti affetti da PTSD sottoposti a terapia con cannabis terapeutica (THC, CBD e NABILONE). Alcune revisioni hanno messo in luce, tuttavia, come si siano riscontrate diverse metodologie di assunzione e diverse forme di agente terapeutico e di come gli studi inclusi presentassero bias di varia natura. A fronte di queste evidenze, ha senso effettuare una nuova Scoping Review finalizzata ad eseguire una mappatura degli studi primari presenti in letteratura che riportino prove di efficacia rispetto l’utilizzo della cannabis per il trattamento della sintomatologia del PTSD riscontrate sino ad oggi, col fine di descrivere le modalità d’utilizzo, le posologie l’aderenza alla terapia dei pazienti ed alcune caratteristiche specifiche del campione che potrebbero risultare influenti come l’abuso precedente di alcool e droghe e l’aderenza a terapie pregresse. METODI E ANALISI:Questa scoping review seguirà la metodologia del Joanna Briggs Institute, contenuta nel JBI Manual for Evidence Synthesis. La ricerca della letteratura sarà condotta attraverso i database PubMed, Scopus, Web Of Science, Cochrane Library, Elsevier, Psycinfo; in aggiunta, saranno consultate anche fonti di letteratura grigia. Saranno inclusi unicamente trial clinici (randomizzati e non) e studi quasi sperimentali in lingua italiana o inglese e disponibili in versione full text. Le informazioni chiave degli studi saranno estratte e presentate sia in forma narrativa che in forma riassuntiva con opportune tabelle per dare una panoramica adeguata dei contenuti della letteratura scientifica esistente sull’argomento.
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Sebastiani, Alberto. "“VENERE PRIVATA” DA SCERBANENCO A BACILIERI: LINGUA, STILE E RETORICA DALLA LETTERATURA AL FUMETTO." Italiano LinguaDue 14, no. 1 (July 28, 2022): 929–49. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18333.

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Abstract:
Il romanzo Venere privata di Giorgio Scerbanenco (1966) è tra i capostipiti del giallo italiano contemporaneo e introduce il personaggio Duca Lamberti, medico radiato dall’ordine per aver praticato l’eutanasia su una paziente e diventato, una volta scontata la pena, consulente della polizia milanese. La narrazione, la lingua e lo stile dell’autore, già studiati da diversi interventi specialistici, sono ora oggetto dell’adattamento a fumetti di Paolo Bacilieri, apparso a puntate sulla rivista Linus a partire dall’agosto 2021. La pubblicazione dovrebbe concludersi in rivista entro l’anno, ed è prevista per l’autunno 2022 l’edizione integrale in volume per Oblomov. Il presente studio affronta le prime sei puntate dell’adattamento, ne studia la lingua e lo stile in relazione al testo originale, la raffigurazione di ambienti, personaggi e situazioni in relazione agli elementi diegetici del romanzo e a modelli esterni usati da Bacilieri, infine la configurazione degli elementi iconici e verbali nelle tavole in prospettiva retorica. Ciò consente di comprendere non solo il processo e il concetto di adattamento attuati dall’autore, ma anche la lettura e l’interpretazione che questi ha fatto del racconto, della lingua e dello stile del testo originario. Venere privata from Scerbanenco and Bacilieri: language, style and rhetoric from literature to comics Giorgio Scerbanenco’s novel Venere privata (1966) is among the progenitors of the contemporary Italian detective story and introduces the character Duca Lamberti, a doctor disbarred for practicing euthanasia on a patient and becoming, once he has served his sentence, a consultant to the Milanese police. The author’s narrative, language and style, which have already been studied by several specialist papers, are now the subject of Paolo Bacilieri's comic book adaptation, appearing serialized in Linus magazine starting in August 2021. The publication is expected to be completed in the magazine within the year, and a full volume edition for Oblomov is planned for Fall 2022. The present study deals with the first six installments of the adaptation, studying the language and style in relation to the original text, the depiction of the environments, characters and situations in relation to the diegetic elements of the novel and external models used by Bacilieri, and finally the configuration of the iconic and verbal elements in the tables in rhetorical perspective. This allows us to understand not only the process and concept of adaptation implemented by the author, but also his reading and interpretation of the story, language and style of the original text.
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Tekavčić, Pavao. "István Jlig, A magyarországi italianistika bibliográfija - Bibliografia dell 'italiani­ stica in Ungheria, 1945-1995; Italianistica Debrecenensis V; Kossuth Lajos Tudo­ mányegyetem, Olasz Tanszek [Università Lajos Kossuth, Dipartimento di Italianistica],." Linguistica 39, no. 1 (December 1, 1999): 156. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.39.1.156.

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Abstract:
La collana Jtalianistica Debrecenensis, che esce dal 1993 (vol. I 1993-94; II 1995; III 1996; IV 1997), pubblica come vol. V l'importante raccolta bibliografica che qui presentiamo brevemente (sulla copertina posteriore c'è l'elenco delle altre edizioni, a cura dello stesso Ateneo). L'autore, dott. István Vig, slavista ungherese e docente all'Università di Debrecen, ha pubblicato vari studi e altri titoli, come risulta dalla Bibliografia. II presente volume racchiude ben 3863 unità, numerate in continuazione e uscite nel cinquantennio postbellico. Alla Prefazione, soltanto in ungherese (5-7;.si ci­ tano le pagine), segue l'Introduzione, in ungherese e in italiano (9-12), dopo la quale si trova l'Elenco delle sigle e abbreviazioni (13-27). La bibliografia (29-235) è divisa in quattro sezioni: Letteratura (29-115; recensioni 116-126), Critica e storia letteraria (127-168; recc. 169-178), Linguistica, insegnamento della lingua e della letteratura italiana (179-202; recc. 203-206), Storia (207-229; recc. 230-234), con un'Appendice (235).
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Firta, Aurora, Anamaria Gebaila, and Corina Anton. "Attori della mediazione culturale tra l'Italia e la Romania comunista: il caso Alexandru Balaci." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (May 2021): 103–22. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002006.

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Abstract:
Le relazioni culturali italo-romene dei decenni compresi tra il 1950 e il 1989 trovarono nell'accademico Alexandru Balaci (1916-2002), docente di letteratura italiana presso l'Università di Bucarest, membro dell'Accademia Romena, autore di un'ampia produzione scritta mirata a diffondere la letteratura e la lingua italiana (premesse, studi monografici, antologie, traduzioni, dizionari), uno dei promotori più assidui e più visibili. Pertanto, la presente ricerca ha lo scopo di interpretare la produzione scritta di Balaci e la sua attività diplomatica a Roma attraverso la lente dei suoi legami privilegiati con l'Italia, grazie ai quali riuscì a conservare il prestigio degli studi di italianistica sotto il regime comunista romeno, ma anche a compiere un'importante opera di divulgazione sia della cultura italiana in Romania, sia di quella romena in Italia. Si delinea così il ritratto di un mediatore che seppe trovare un equilibrio tra l'entusiasmo dell'uomo di cultura e gli inerenti compromessi che l'appartenenza al PCR presupponeva.
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Everson, Jane E., and Bruno Porcelli. "Struttura e lingua: Le novelle del Malespini e altra letteratura fra Cinque e Seicento." Modern Language Review 92, no. 1 (January 1997): 217. http://dx.doi.org/10.2307/3734760.

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Felici, Isabelle. "Daniele Comberiati, Scrivere nella lingua dell’altro. La letteratura degli immigrati in Italia (1989-2007)." Lengas, no. 71 (October 20, 2012): 155–58. http://dx.doi.org/10.4000/lengas.353.

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Forni, Dalila. "Nuove famiglie nella letteratura per l’infanzia in lingua inglese e italiana: un’analisi dell’editoria contemporanea." Italica Wratislaviensia 8, no. 2 (December 31, 2017): 87–102. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2017.08.19.

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Brajičić, Cvijeta. "ITALIANISMI APPARTENENTI ALLA LINGUA PARLATA QUOTIDIANA NEGLI SCRITTI DI PETAR I E PETAR II PETROVIĆ NJEGOŠ." Folia linguistica et litteraria XI, no. 30 (2020): 159–73. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.10.

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Abstract:
Il tema di questo contributo è la presenza di italianismi appartenenti alla lingua parlata quotidiana negli scritti di vescovi e scrittori montenegrini, Petar I e Petar II Petrović Njegoš. Se si prendono in considerazione le affermazioni di esperti, secondo cui i prestiti provenienti dall’italiano e dai suoi dialetti rappresentano una parte integrante delle parlate popolari montenegrine della loro epoca, e il fatto che entrambi gli autori scelti hanno avuto l'opportunità di conoscere in vari modi la lingua italiana, sembra ragionevole presumere che il loro patrimonio scritto debba contenere elementi del lessico italiano. Questo argomento è stato scelto anche perché, esaminando la letteratura esistente dedicata ai lavori di Petar I e Petar II Petrović Njegoš, si è giunti alla conclusione che finora nessuno ha approfonditamente affrontato la presenza della componente lessicale italiana nei loro scritti, anche se ci sono accenni sporadici all’esistenza di materiale lessicale di origine italiana e veneziana nel linguaggio dei due autori citati sopra.
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Alcini, Laura. "PAOLO ANTONIO ROLLI PRIMO TRADUTTORE DI MILTON UN POETA, EDITORE, POLEMISTA E MAESTRO D'ITALIANO NELL'INGHILTERRA DEL SETTECENTO." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 39, no. 2 (September 2005): 398–420. http://dx.doi.org/10.1177/001458580503900205.

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Abstract:
Il saggio intende ricostruire la vicenda biografica e letteraria di Paolo Antonio Rolli, intellettuale eclettico nella Londra del secolo diciottesimo, a cui spetta il merito, scarsamente riconosciuto, di precursore e fautore degli scambi letterari tra Italia e Gran Bretagna. Per almeno trenta anni Rolli fu infatti uno dei più autorevoli rappresentanti della lingua e della cultura italiana a Londra, diventandone principale ambasciatore. Oltre al Rolli poeta arcade, librettista ed editore-filologo esiste anche un Rolli docente di lingua italiana la cui vocazione maieutica si esprime nell'intento, assolutamente moderno, di rendere più vicini il mondo letterario inglese e quello italiano. Egli si colloca d'altronde nella scia di quella corrente culturale che, già dal secolo XVII, aveva visto la lingua italiana diventare fulcro della formazione culturale anglosassone. Tendenza che in John Milton aveva trovato il suo più illustre rappresentante. L'attività di traduttore, dai classici e dai moderni, costituisce senza dubbio la parte fondamentale della produzione di Paolo Rolli, particolarmente intensa durante la permanenza inglese. Il più importante lavoro traduttivo rimane la versione italiana del Paradise Lost di J. Milton che impegnò il poeta per circa quindici anni. L'opera, pionieristica per l'epoca, rappresenta una pietra miliare della critica italiana in rapporto alla letteratura inglese.
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Sirignano, Rosanna. "La grammatica araba: scienza sacra e chiave per l’esegesi coranica." Doctor Virtualis, no. 17 (May 14, 2022): 237–59. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7362/17857.

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Abstract:
In questo articolo rifletto sulla nascita della grammatica araba e il suo sviluppo come fonte dell’esegesi coranica dall’VIII al XIV secolo. Il legame tra esegesi e grammatica è stato oggetto di diversi studi che esaminano le origini delle categorie grammaticali. Sebbene non ci sia evidenza di uno spiccato interesse per la grammatica da parte degli esegeti coranici, essi hanno comunque dovuto adoperarla per spiegare i significati del testo sacro. In particolare, nei commentari classici è data particolare attenzione alla lessicografia e meno alla struttura grammaticale. A ogni modo, in alcuni passaggi, anche se sporadici, le categorie grammaticali stesse fungono da spiegazione, essendo portatrici di significati. Questo si evince dalla letteratura sufi dove le terminologie della grammatica araba sono simboli delle stazioni dell’anima nel cammino spirituale, come nella Grammatica dei cuori di al-Qushayrī. In questo articolo, analizzo il ruolo della grammatica nelle Scienze Coraniche secondo il teologo al-Ghazālī e dopo una panoramica della storia della disciplina nel periodo classico della storia islamica, e evidenzio il modo in cui le terminologie grammaticali servono per la comprensione profonda del significato nella Sūra al-Fātiha nel commentario sunnita di Ibn Kathīr. In this article I reflect on the emergence of Arabic grammar and its development as a source for Qur’ān exegesis from VIII to XIV century. The connection between exegesis and grammar has been the subject of several studies examining the origin of grammatical categories. Although there is no evidence of a clear interest for grammar by Qur’ān exegetes, they necessarily used it to explain the meanings of the sacred text. In particular, in the classical commentaries there is a particular attention to lexicography and less to the grammatical structure. However, in some passages, even if sporadic, the grammatical categories themselves perform an explanatory function, being bearers of meanings. This is manifest in Sufi literature where Arabic grammar terminologies are symbols of the stations of souls in the spiritual path, like in the Grammar of the heart by al-Qushayrī. In this article, I analyse the status of grammar in Quranic Sciences according to the theologian al-Ghazālī and after an overview on the history of the discipline in the classical period of Islamic History, and I highlight the way grammar terminologies serve as a key to understand profound meaning in sura al-Fātiha in Ibn Kathīr’s sunni commentary.
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Paci, G. "Le iscrizioni in lingua latina del la Cirenaica." Libyan Studies 25 (January 1994): 251–57. http://dx.doi.org/10.1017/s0263718900006397.

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Abstract:
Lo stanziarsi dei Greci in terra di Cirenaica nella seconda metà del VII secolo a.C. e la loro ininterrotta permanenza nella regione fino al tramonto della civiltà antica hanno dato luogo ad una mirabile fioritura di civiltà che noi conosciamo grazie alle testimonianze archeologiche, alla letteratura e alla cospicua messe dei documenti epigrafici: uno sviluppo civile tanto più sorprendente, per la sua ampiezza e ricchezza, ove si consideri l'isolamento in cui la popolazione greca è venuta a trovarsi — dal punto di vista geografico — rispetto alla restante nazione greca e ove si pensi alla forte e continua pressione cui la stessa fu sottoposta, d'altra parte, ad opera della popolazione indigena. Infatti i Greci non furono i soli ad abitare la regione: essi occuparono, arrivando, una terra già abitata da una popolazione libica, mentre successivamente — in età ellenistica — sopraggiunse una forte comunità ebraica; infine è da registrare una presenza romano-italica, pure abbastanza consistente, documentata per via epigrafica (vd. sotto) a partire dal I sec. a.C.La superiore civiltà greca esercitò un forte influsso sulla popolazione libica, o almeno su una parte di essa, e su quella ebraica, che furono più o meno profondamente ellenizzate: tanto che è possibile rintracciare — attraverso l'onomastica — una varia presenza di individui libici ed ebraici nell'epigrafia greca della Cirenaica (Masson 1976; Lüderitz 1983), che ne attesta anche l'avvicinarsi ad alcune istituzioni cittadine. Per contro non abbiamo, almeno finora, una autonoma produzione epigrafica Ubica o semitica dalla regione.
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Romens, Anne-Iris. "Lavoro da remoto, conciliazione tra tempi di vita e lockdown: per una prospettiva di genere." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 160 (August 2021): 224–43. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-160011.

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Abstract:
Un numero crescente di pubblicazioni in lingua italiana studia il lavoro da remoto, in particolare dopo che il lockdown ha costretto migliaia di lavoratrici e lavoratori a ricorrere a questa modalità lavorativa. Tuttavia, sono poche le ricerche che analizzano l'argomento con una prospettiva di genere. Attraverso la revisione della letteratura, il contributo mette in discussione l'idea secondo la quale il lavoro da remoto permetta di migliorare la conciliazione tra i diversi tempi di vita, riducendo le disuguaglianze in base al genere. L'articolo sostiene che sia necessario contestualizzare il lavoro da remoto, in quanto in un regime di genere asimmetrico come quello italiano, questa modalità può rafforzare la divisione tradizionale del lavoro in base al genere. Si rivisitano inoltre in una prospettiva di genere le nozioni utilizzate nella letteratura per riferirsi al lavoro da remoto e alla conciliazione tra vita e lavoro. Quindi l'articolo studia, contestualizzandolo, l'impatto del lavoro da remoto sulla conciliazione tra tempi di vita. Infine, nelle conclusioni ci soffermiamo sugli ambiti nei quali potrebbero essere svolte ulteriori ricerche.
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Porcelli (book author), Bruno, and Francesco Guardiani (review author). "Struttura e lingua. Le novelle di Celio Malespini e altra letteratura fra Cinque e Seicento." Quaderni d'italianistica 16, no. 1 (April 1, 1995): 150. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v16i1.10410.

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