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1

Paci, G. "Le iscrizioni in lingua latina del la Cirenaica." Libyan Studies 25 (January 1994): 251–57. http://dx.doi.org/10.1017/s0263718900006397.

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Abstract:
Lo stanziarsi dei Greci in terra di Cirenaica nella seconda metà del VII secolo a.C. e la loro ininterrotta permanenza nella regione fino al tramonto della civiltà antica hanno dato luogo ad una mirabile fioritura di civiltà che noi conosciamo grazie alle testimonianze archeologiche, alla letteratura e alla cospicua messe dei documenti epigrafici: uno sviluppo civile tanto più sorprendente, per la sua ampiezza e ricchezza, ove si consideri l'isolamento in cui la popolazione greca è venuta a trovarsi — dal punto di vista geografico — rispetto alla restante nazione greca e ove si pensi alla forte e continua pressione cui la stessa fu sottoposta, d'altra parte, ad opera della popolazione indigena. Infatti i Greci non furono i soli ad abitare la regione: essi occuparono, arrivando, una terra già abitata da una popolazione libica, mentre successivamente — in età ellenistica — sopraggiunse una forte comunità ebraica; infine è da registrare una presenza romano-italica, pure abbastanza consistente, documentata per via epigrafica (vd. sotto) a partire dal I sec. a.C.La superiore civiltà greca esercitò un forte influsso sulla popolazione libica, o almeno su una parte di essa, e su quella ebraica, che furono più o meno profondamente ellenizzate: tanto che è possibile rintracciare — attraverso l'onomastica — una varia presenza di individui libici ed ebraici nell'epigrafia greca della Cirenaica (Masson 1976; Lüderitz 1983), che ne attesta anche l'avvicinarsi ad alcune istituzioni cittadine. Per contro non abbiamo, almeno finora, una autonoma produzione epigrafica Ubica o semitica dalla regione.
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2

Trentin, Bijoy M. "Progettare un curricolo di lingua e letteratura greca." Euphrosyne 36 (January 2008): 333–47. http://dx.doi.org/10.1484/j.euphr.5.124598.

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3

Beta, Simone. "Studiare la lingua e la letteratura greca divertendosi: gli indovinelli greci nelle scuole di Bisanzio." Pallas, no. 114 (November 5, 2020): 23–42. http://dx.doi.org/10.4000/pallas.18784.

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4

Bosisio, Matteo. ""Colenda poesis, et inde Poete" (Gen. deor. gent., XIV, 22, 11): Boccaccio, la novità della letteratura e la libertà dei poeti." Quaderni d'italianistica 34, no. 1 (July 22, 2013): 7–36. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v34i1.19871.

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Abstract:
L’articolo, dopo aver mostrato le esigenze storiche e culturali che spinsero intellettuali quali Mussato e Petrarca a ricodificare lo statuto della letteratura, si sofferma sulla difesa della poesia operata da Boccaccio. Il certaldese non solo giunge a un risultato innovativo, totalmente svincolato dai modelli medievali, ma, diversamente dal passato, prende in considerazione anche il problema del ruolo sociale dello scrittore e del rapporto con la committenza. Analizzando soprattutto i libri XIV e XV delle Genealogie, il contributo mette in luce le complesse metodologie e tecniche letterarie adottate per dirimere tali questioni. In particolare Boccaccio — inventandosi un committente fittizio, ricercando un pubblico dotto e avvertito, celebrando l’autonomia della poesia e sostenendo alcune nuove discipline come la lingua greca — traccia un modello di letterato indipendente e libero.
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5

Nutton, Vivian. "La medicina dei Greci e dei Romani: Letteratura, lingua, scienza. Innocenzo Mazzini." Isis 90, no. 2 (June 1999): 355–56. http://dx.doi.org/10.1086/384347.

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6

Popovic, Dusan. "Paideia i nasledje helenske kulture u inauguracionoj besedi Dimitrija Halkondila." Zbornik radova Vizantoloskog instituta, no. 45 (2008): 301–12. http://dx.doi.org/10.2298/zrvi0845301p.

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Abstract:
(italijanski) Nell'articolo l'autore cerca di identificare, tra gli elementi della tradizione retorica tardoantica greca, i principali argomenti con i quali Demetrio Calcondila, uno dei maggiori esponenti dell'umanesimo bizantino della seconda meta del Quattrocento nell'Occidente, si e servito nella sua elaborazione del significato della cultura greca (paideia) non solo per quanto riguarda la civilta europea occidentale, ma anche quella cristiana in generale. Ora, il suo discorso, pronunciato nell'anno 1463 in occasione dell'inaugurazione della cattedra di studi greci all'Universita di Padova rappresenta una testimonianza di primo grado sull'adozione della cultura greca nell'Occidente durante il periodo rinascimentale. Partendo dall'edizione di testo del discorso, pubblicato da Geanakoplos (cfr. n. 1 dell'articolo), e possibile individuare certe particolarita che distinguono il concepimento, da parte di Calcondila, dell'importanza di educazione greca per la formazione di future generazioni di intellettuali nell'ambiente culturale dell'Occidente latino. Demetrio sottolinea anche il vantaggio da ricavare dallo studio di poeti ellenici, soprattutto Esiodo, per le altre artes liberales nel curriculum scolastico, cosi come la disposizione delle discipline dentro il sistema scolastico tardobizantino (cfr. n. 9). L'argomento cruciale della parte esortativa del discorso e il tentativo che lo sforzo, necessario per impossessarsi di queste discipline, ci si giustifici con profitto da esse ottenuto. Questo viene realizzato facendo riferimento al famoso verso sull'acquisizione di virtu attraverso lavoro duro, che e un passo tratto dal poema didattico esiodeo di Opere e giorni, v. 289. La forma sotto la quale questo verso e riportato in greco e molto scorretta, pero Calcondila ne ha proposto, poco piu sotto, una traduzione esatta. Fenomeno, quest'ultimo, abbastanza raro nell'impiego retorico di detti formativi (gr. gnwmai, lat. sententiae). Tra i pochi autori classici, i quali hanno usato il procedimento del genere, si annovera il piu grande grammatico latino, Prisciano di Cesarea, nella sua versione degli eserzici preliminari di retorica ermogeniana, sotto il titolo di Praeexercitamina. Qui lo stesso verso egli ha tradotto dal greco senza molta destrezza, cosicche il verso in latino apparve molto male, trovatosi in contrasto con lo stile elegante del latino (la cosiddetta latinitas). E percio che Prisciano non puo essere considerato quale modello direttamente adoperato da parte di Calcondila. L'impiego del verso citato, nell'ambito della tradizione parenetico- -encomiastica, presso gli scrittori greci, sia quelli bizantini che quelli classici, e abbastanza frequente. Eccone qualche esempio eclatante. Alla meta del Quattrocento Giovanni Eugenico questo topos lo utilizza nella sua Descrizione di Trapezunto, riferendosi al verso esiodeo gia menzionato (cfr. n. 18). Nel secolo dodicesimo, Eustazio di Salonicco lo impiega, all'occasione, perche esalti le imprese dell'imperatore Manuele I. D'altra parte, l'autore anonimo degli scolii ad Aftonio cita questi versi in valore di argomenti, messi nel contesto di un'altro esercizio preliminare quello di dimostrazione (kataskeuh). Simile elaborazione di questo motivo viene intrapresa anche dal platonico Massimo di Tiro, nel quadro della proposizione (qesij), con la quale si cerca di corroborare l'affermazione sulla preminenza della vita attiva sopra quella contemplativa. Peraltro, gia Luciano di Samosata aveva notato che questi versi diventarono convenzionali nelle declamazioni retoriche, e tale sviluppo del loro significato possiamo rintracciare partendo dalla Repubblica e dai Leggi platonici, attraverso le Reminiscenze di Senofonte, fino al Corpus etico di Plutarco. Nel suo discorso inaugurale, in qualita di argomento a contrario, Calcondila riporta anche il verso 287 dello stesso poema esiodeo, e lo traduce in latino. Per il simile procedimento egli, molto probabilmente, si e ispirato al saggio Sull'ebbrezza di Filone di Alessandria, dentro il quale questi versi sono stati utilizzati nel contesto simile, cioe rilevando il contrasto tra virtu ed ignoranza (cfr. n. 37). L'altro modello per l'uso del tema presso Demetrio puo ritenersi il celebre scritto di Basilio di Cappadocia a proposito, visto che quest'ultimo ci sta elaborando il rilievo dell'educazione di gioventu cristiana, basata sulla letteratura pagana. Insomma, la conclusione principale, riguardo alla tecnica compositiva di Demetrio, deriverebbe dal fatto che il suddetto pensiero esiodeo appare anche quale testimonianza degli antichi (marturia palaiwn) dentro il manuale ermogeniano di Progumnasmata, dove si trova appunto per quanto riguarda il procedimento d'elaborazione di una chria, in questo caso quella espressa attraverso la sentenza pseudoisocratea che le radici dell'educazione sono amare, ma che i suoi frutti, invece, sono dolci. A parte i luoghi tratti da alcuni poeti appartenti alla cosiddetta Commedia attica nuova, la metafora di sapienza e di impegno emerge, tra i romani anche presso Catone il Vecchio e si riconferma con il lessico adoperato da Demetrio ai vari posti del suo discorso inaugurale scritto in latino. Infine vanno inoltre menzionate anche delle particolarita che segnalano la meticolosita che Calcondila dimostra nei confronti dello stile elevato (gr. semnothj). Termine, quest'ultimo, cui e stata prestata grande importanza da parte di Ermogene, nell'ambito della sua teoria sopra le Idee (varieta di stile), la quale, poi, avrebbe in gran parte influenzato diversi prodotti letterari rinascimentali, sia quelli scritti in latino che quelli in lingua volgare.
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La Penna, Antonio. "Il cammino della letteratura greca." Studi Classici e Orientali 2, no. 65 (2019): 31–35. http://dx.doi.org/10.12871/97888333922192.

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Duszyński, Wojciech, and Bartosz Jan Kołoczek. "Alcuni commenti sulla ricezione della figura di ificrate di atene nella letteratura latina e occidentale." Classica Cracoviensia 22 (October 29, 2020): 47–77. http://dx.doi.org/10.12797/cc.20.2019.22.02.

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Abstract:
Alcuni commenti sulla ricezione della figura di ificrate di atene nella letteratura latina e occidentale Ificrate di Atene (c. 420 – c. 350 a.C.) è un comandante militare greco che sembra essere un esempio di una figura famosa nell’antichità, ma quasi completamente dimenticata nei tempi successivi. Ha ricoperto più volte l’incarico di stratega nella sua città natale e nel 390 ha vinto gli Spartani nella battaglia di Lecheo. È stato condottiero al servizio dei sovrani traci e del re di Persia. Molto probabilmente ha apportato innovazioni negli armamenti di fanteria: conosciute come “la riforma di Ificrate”. La sua fama è andata ben oltre il mondo greco, come dimostrano i riferimenti conservati nella letteratura latina, sovente molto utili per la ricostruzione della sua biografia. Pertanto, l’Ateniese apparteneva ai personaggi piuttosto noti tra i Romani, che probabilmente attirarono l’attenzione su aspetti notevolmente diversi dal suo ritratto nelle fonti greche. I riferimenti sorprendenti su Ificrate si trovano anche nella letteratura moderna (sia neo–latina, che sviluppata in lingue nazionali). Lo scopo di que to articolo è quello di identificare quegli elementi della biografia del comandante ateniese, che erano di particolare interesse per gli autori latini e moderni basati sulla antica letteratura latina, di determinare le fonti che hanno usato e specificare le ragioni del loro fascino.
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Serafini, Nicola. "Il bestiame nella lingua greca: nota di definizione linguistica." Euphrosyne 38 (January 2010): 305–10. http://dx.doi.org/10.1484/j.euphr.5.124691.

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Klingebiel, Kathryn. "Letteratura medievale in lingua d'oc (review)." Tenso 19, no. 1-2 (2004): 22–27. http://dx.doi.org/10.1353/ten.2004.0003.

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Olsan, Lea T. "Book Review." Incantatio. An International Journal on Charms, Charmers and Charming 9 (December 2021): 139–42. http://dx.doi.org/10.7592/incantatio2020_9_olsan.

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Maltese, Enrico Valdo. "Letteratura bizantina e identità greca. Un appunto sulle traduzioni a Bisanzio." Études Balkaniques-Cahiers Pierre Belon N° 6, no. 1 (1999): 183. http://dx.doi.org/10.3917/balka.006.0183.

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Palmarini, Luca. ""Lu scïò" di Guido Milanesi tra letteratura e lingua." Italica Wratislaviensia, no. 7 (July 2, 2016): 123. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2016.07.07.

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Miorelli, Alessandro, and Federico Premi. "La lingua greca e il ruolo dell’Antico nell’opera di Carlo Michelstaedter." Kentron, no. 33 (December 31, 2017): 127–50. http://dx.doi.org/10.4000/kentron.1056.

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Vanvolsem †, Serge. "Vent’anni di scritture migranti: una nuova letteratura, una nuova lingua." Recherches, no. 10 (June 30, 2013): 103–11. http://dx.doi.org/10.4000/cher.11253.

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Stefanini, Ruggero. "Studi di lingua e letteratura lombarda offerti a Maurizio Vitale." Italica 66, no. 3 (1989): 372. http://dx.doi.org/10.2307/479059.

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Blasi, Nicola De. "Note sulla lingua e sulla letteratura di Salvatore Di Giacomo." Italica 76, no. 4 (1999): 480. http://dx.doi.org/10.2307/480253.

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Passa, Enzo. "Letteratura e società nella Sicilia greca tra VIII e V sec. a. C." Rivista di Filologia e di Istruzione Classica 139, no. 2 (July 2011): 478–98. http://dx.doi.org/10.1484/j.rfic.5.123079.

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Kilibarda, Vesna. "TRADUZIONE MONTENEGRINA DELL’ODE PIEMONTE DI CARDUCCI CRNOGORSKI PREVOD KARDUČIJEVE ODE PIJEMONTU." Folia linguistica et litteraria XI, no. 30 (2020): 35–49. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.2.

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Abstract:
Il presente contributo prende in esame le circostanze in cui nel 1896 fu pubblicata in Montenegro una traduzione dell'ode Piemonte di Carducci, che fino ad oggi è rimasta l'unica versione di questa poesia dal famoso poeta italiano presso gli Slavi del Sud. Inoltre, si tratta dell'unica traduzione dalla lingua italiana del professor Živko Dragović, uno dei pochi traduttori di letteratura italiana in Montenegro fino alla fine dell’Ottocento che non si era formato intellettualmente nelle Bocche di Cattaro o in Dalmazia, dove lingua, letteratura e cultura italiana erano presenti da secoli. La pubblicazione della traduzione dell'ode di Carducci che celebra la dinastia Savoia e la regione piemontese, da cui è stata avviata la lotta per l'unificazione dell'Italia, è legata all'annuncio del matrimonio della principessa montenegrina Jelena Petrovic Njegoš con l’erede al trono italiano Vittorio Emanuele di Savoia, ma anche all'idea del piemontismo montenegrino, che all’epoca era caldeggiata dall’ideologia dinastica e dall’opera poetica del principe montenegrino Nikola I. Nell’articolo approfondiamo anche altri rari contributi su Carducci pubblicati nei periodici montenegrini fino all'inizio della prima guerra mondiale.
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Donatiello, Federico. "I primi contatti con il Teatro Occidentale in Romania: le traduzioni dei melodrammi di Pietro Metastasio nei Principati Danubiani alla fine del XVIII secolo/First contacts with western theatre in Romania: The translations of Pietro Metastasio's Melodrammi in Romanian Principates at the end of eighteenth century." Hiperboreea 1, no. 2 (December 1, 2014): 111–24. http://dx.doi.org/10.5325/hiperboreea.1.2.0111.

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Abstract:
Abstract Uno dei fenomeni più importanti che hanno favorito l'occidentalizzazione romanza della lingua letteraria romena è stato il largo affluire di traduzioni di letteratura francese e italiana. Nel Settecento predomina la figura del poeta italiano Pietro Metastasio con ben nove testi tradotti: il melodramma italiano arriva nei Principati con modalità peculiari in quanto le traduzioni non sono destinate tanto alla rappresentazione scenica quanto alla sola lettura; esse si basano inoltre non sul testo italiano originale ma su alcune traduzioni intermediarie in lingua neogreca. La penetrazione delle opere di Metastasio nei Principati, come pure di molta cultura occidentale, è perciò legata indissolubilmente alla cultura neogreca e ai gusti della nobiltà fanariota. per modesti compilatori come Slǎtineanu o Beldiman; la scomparsa del neogreco come lingua di cultura favorirà ulteriormente il processo di rinnovamento linguistico e letterario.
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Monegato, Emanuele. "Segnalazioni/Informes/Rapports/Reports." Altre Modernità, no. 28 (November 30, 2022): 556–57. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7680/19177.

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Abstract:
Alessandra Di Maio, La letteratura nigeriana in lingua inglese, Firenze, le Lettere, 2020, 144 pp. ISBN 978-889-366-1317 John K. Cooley, Una guerra empia, elèuthera edizioni, 2000, 400 pp. ISBN 888-506-042-0 Stefano Boni, Orizzontale e verticale. Le figure del potere, elèuthera edizioni, 2021, 280 pp. ISBN 883-302-120-3
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Ruotolo, Roberta Angelica. "Il catalogo muliebre nella Napoli del xvi secolo: un contributo di Benedetto Croce." Quaderns de Filologia - Estudis Literaris 22 (January 7, 2018): 89. http://dx.doi.org/10.7203/qdfed.22.11254.

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Abstract:
La letteratura napoletana è ricca testi incentrati sulle lodi delle donne della città, genere che si vitalizza a contatto con il vivace quadro della società aristocratica del Vicereame. È Benedetto Croce, coadiuvato da Giuseppe Ceci, ad occuparsi tra i primi di quella serie di rime, poemetti, capitoli ed epigrammi incentrati sul catalogo muliebre perché consapevole del loro apporto alla storia del costume e della letteratura nella Napoli del XVI secolo. In Lodi di dame napoletane del secolo decimosesto vengono analizzate quelle opere che la nobiltà napoletana e spagnola si beava di leggere vedendo in queste, e nella raffinata lingua petrarchesca in cui erano scritte, uno specchio della propria elegante condotta.
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Silva, Moises. "Review: Guida allo studio della Bibbia Greca (LXX). Storia A lingua A testi." Bible Translator 48, no. 1 (January 1997): 152–53. http://dx.doi.org/10.1177/026009359704800108.

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Afribo (book editor), Andrea, Emanuele Zinato (book editor), and Marcello Sabbatino (review author). "Modernità italiana. Cultura, lingua e letteratura dagli anni settanta a oggi." Quaderni d'italianistica 33, no. 2 (February 9, 2013): 275–77. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v33i2.19442.

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Camilotti, Silvia. "Letteratura della migrazione in lingua italiana. Questioni teoriche e pratiche decolonizzanti." MONDI MIGRANTI, no. 3 (March 2009): 205–32. http://dx.doi.org/10.3280/mm2008-003012.

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Abstract:
- The essay aims to give some insights into the topic of migration literature in Italian language, seen as a potential means of acknowledgement and social integration for migrant authors and as a decolonizing occasion for Italian readers. I'm going to question the issue of definition, which at the beginning focused on the concept of italophone literature and that afterward has become more complex. It's hard to reduce this literary phenomenon to strict etiquettes since it is constantly evolving. Moreover, limiting the literary works of first and second generation migrants in Italy to a rigid field runs the risk to betray the ambitions and the wishes of many authors, which instead refuse categories. In the first part of the article, starting from the thesis that these works mirror the social transformations which are going on, I'll seek to contextualize the phenomenon and stress some central aspects; in the second part I will show how artistic works not only reflect changes but also deconstruct and answer back to ethnic and Euro-centric visions, starting a decolonizing process into the readers.keywords Migrant writers in Italy (parola unica); Italophone literature (parola unica); Decolonization Italy Literature (parola unica)
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Vaccaro, Giulio. "Corpus di letteratura come corpus di lingua: il caso del Medioevo." Italica Wratislaviensia 11, no. 1 (June 30, 2020): 143–65. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2020.1.11.6.

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Vaccaro, Giulio. "Corpus di letteratura come corpus di lingua: il caso del Medioevo." Italica Wratislaviensia 11, no. 1 (June 30, 2020): 143–65. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2020.11.1.06.

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Vaccaro, Giulio. "Corpus di letteratura come corpus di lingua: il caso del Medioevo." Italica Wratislaviensia 11, no. 1 (June 30, 2020): 143–65. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2020.11.1.6.

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Vučetić, Zorica. "Milan Moguš, Povijest hrvatskoga književnoga jezika (Storia della lingua croata), /Globus/, Zagreb 1993, pp. 205." Linguistica 35, no. 2 (December 1, 1995): 329–31. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.35.2.329-331.

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Abstract:
Il libro del noto linguista Milan Moguš è un valido contributo alla storia della lin­ gua croata dall'iscrizione di Baška (Bašćanska ploča) fino ai nostri giorni. È la storia del croato scritto o letterario; essa è più complessa della storia della lingua standard dato che comprende anche i testi scritti la lingua dei quali non è stata soggetta alla stan­ dardizzazione. La letteratura croata, compresa in senso lato, come parte della ricca cul­ tura croata, contiene i testi scritti prima della standardizzazione, per cui in questo libro è descritto l'intero periodo della lingua croata scritta o letteraria. Alla base della lingua croata stanno tre parlate organiche (stocavo, caicavo e ciacavo) come dimostrano i testi scritti: i documenti, le lettere, le opere letterarie, le grammatiche, i dizionari ed altri testi. Nella sua storia la lingua croata era caratterizzata dalla continua compenetrazione di forti diversità e proprio da queste diversita il croato traeva una più profonda omo­ geneità. L'iscrizione di Baška (Bašćanska ploča) è un documento storico e linguistico che rappresenta con ragione il più antico monumento della lingua nazionale croata; ha tutte le caratteristiche della lingua a cavallo tra l' 11. e il 12. secolo. I primi testi nascono sul territorio del dialetto ciacavo, ma accanto ai testi con base ciacava appaiono ben presto quelli con base stocava.
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Brichese, Annalisa. "Didattica della letteratura attraverso l’apprendimento cooperativo e l’approccio ermeneutico." SPONDE 2, no. 1 (December 28, 2022): 45–64. http://dx.doi.org/10.15291/sponde.4088.

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Abstract:
Nel contributo, dopo una prima sintetica trattazione delle intersezioni fra educazione linguistica e letteraria in lingua italiana, è stata affrontata la dimensione metodologica attraverso l’analisi della didattica della letteratura e l’approccio ermeneutico e il metodo cooperativo e la loro integrazione mettendo in evidenza le caratteristiche qualificanti dell’approccio ermeneutico, le caratteristiche qualificanti dell’apprendimento cooperativo e il ruolo del docente in questo ambiente di apprendimento centrato sullo studente. Si è visto infine come l’approccio ermeneutico e il metodo cooperativo possono rappresentare un’ottima risorsa per far sì che la scuola alleni le abilità e le competenze richieste dal mondo del lavoro e dalla società.
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Pavan, Luca. "“Falsi amici” nella lingua lituana e italiana: uno studio statistico tra gli apprendenti della lingua italiana." Verbum 1 (February 6, 2010): 106–13. http://dx.doi.org/10.15388/verb.2010.1.4945.

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Abstract:
Il seguente studio intende mostrare i risultati di un sondaggio effettuato tra gli apprendenti della lingua italiana presso l’Università di Vilnius. La letteratura specialistica sul tema dei “falsi amici”, seppure non vastissima, è reperibile per alcune lingue, ma al momento è pressoché inesistente per tutto quello che concerne le false analogie tra la lingua lituana e quella italiana. Lo scopo di questo studio è quello di introdurre al problema dei “falsi amici” tra l’italiano e il lituano attraverso la stesura di una lista che, seppure incompleta, può essere utilizzata come base per future ricerche. Un altro aspetto originale dello studio è il sondaggio effettuato tra vari gruppi di studenti lituani: agli apprendenti è stato fornito un test contenente un certo numero di termini da tradurre nella propria lingua madre. Una parte dei termini proposti sono stati scelti all’interno di una lista di “falsi amici”. Gli apprendenti erano di tre livelli diversi, dal principiante all’avanzato. Lo scopo del sondaggio è dimostrare che il problema dei “falsi amici” non riguarda solo la professione del traduttore, ma anche e soprattutto l’apprendimento stesso della lingua. I risultati vengono mostrati con diagrammi che riassumono la situazione dei tre livelli di apprendimento considerati e la situazione complessiva. Dai diagrammi risulta quanto possano pesare i “falsi amici” nello studio della lingua italiana da parte di apprendenti la cui lingua madre, avendo un’origine differente dalle lingue romanze, presenta ambiguità nell’interpretazione di alcune parole che spesso non derivano dal latino.
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Botter, Barbara. "Emozione e realtà nell’immagine di Platone." Classica - Revista Brasileira de Estudos Clássicos 28, no. 2 (October 11, 2016): 15. http://dx.doi.org/10.24277/classica.v28i2.297.

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Abstract:
In Platone, l’immagine è rappresentazione pervasa di emozione. Non esiste immagine, neppure una semplice copia, che non contenga un’emozione e non esiste una pittura, neppure la più astratta, che non rappresenti un’idea. Il fine del presente articolo è di proporre una lettura e interpretazione del concetto di immagine in Platone, che mantenga vivi i due aspetti costitutivi dell’immagine, la carica emotiva e il riferimento al contenuto reale di cui l’immagine è rappresentazione. Il testo è diviso in tre sezioni: nella prima e nella seconda sezione indago lo statuto ontologico dell’immagine e la sua relazione con l’archetipo; nella terza parte propongo una interpretazione della funzione dell’immagine in Platone e in alcuni passi della letteratura greca antica.
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Cignetti, Luca, Silvia Demartini, Simone Fornara, and Vincenzo Todisco. "Editoriale." DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no. 1 (November 9, 2021): VII—VIII. http://dx.doi.org/10.33683/didit.21.01.00.

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Abstract:
Prende l’avvio, con questo fascicolo, DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, una nuova rivista scientifica nata dalla collaborazione tra il Centro competenze didattica dell’italiano lingua di scolarizzazione del Dipartimento formazione e apprendimento della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana e l’Alta scuola pedagogica dei Grigioni. Alla rivista partecipano quindi due istituzioni universitarie che si occupano della formazione degli insegnanti del Ticino e dei Grigioni, i due cantoni svizzeri in cui l’italiano è lingua ufficiale (nei Grigioni accanto al tedesco e al romancio): un contesto del tutto particolare, che vede l’italiano insieme lingua di scolarizzazione e lingua prima (in Ticino e nel Grigioni italiano), lingua seconda (in Ticino) e lingua straniera nella scuola dell’obbligo (nella parte tedesca del Canton Grigioni). In una realtà così peculiare dal punto di vista linguistico e culturale, DIDIT intende offrire uno strumento di ricerca e aggiornamento rivolto a chi opera, per ragioni di studio o di lavoro, nell’ambito della didattica dell’italiano come lingua prima, come lingua seconda o come lingua straniera. Vista la particolare situazione linguistica del Canton Grigioni, del limitrofo Alto Adige e tenuto conto delle diverse altre lingue presenti sul territorio grigionese e ticinese accanto alle lingue ufficiali, la nuova rivista prende in considerazione anche la ricerca sulla didattica del plurilinguismo. In questo senso la rivista si presenta come luogo di scambio scientifico privilegiato e unico nel panorama delle pubblicazioni scientifiche presenti sul territorio nazionale svizzero e come uno dei pochi strumenti a livello internazionale che prendono in esame l’italiano nei diversi contesti di insegnamento; l’obiettivo sul medio-lungo termine è di configurarsi come un punto di riferimento nel campo degli studi sulla didattica dell’italiano e del plurilinguismo, caratterizzati dal costante connubio tra dimensione teorica e dimensione applicativa. DIDIT è divisa in tre sezioni: Studi e ricerche, Esperienze didattiche e Recensioni e segnalazioni. La prima, affidata alla penna di studiose e studiosi di chiara fama nel settore della didattica della lingua e della letteratura italiana (in questo primo numero Maria G. Lo Duca e Giuliana Fiorentino e, per la tematica del plurilinguismo, Ruth Videsott), accoglie approfondimenti teorici su temi afferenti agli ambiti didattici sopra ricordati. La seconda è dedicata a esempi di applicazioni e percorsi didattici, affidati a studiose e studiosi, ricercatrici e ricercatori, docenti attive e attivi nella scuola di ogni ordine e grado (in questo numero Livia Radici Tavernese, Daniele Dell’Agnola, Stefania Crameri e Daniela Kappler). La terza presenta, infine, recensioni di libri e studi che possono contribuire all’innovazione didattica nelle discipline di riferimento e a segnalazioni di opere – come albi illustrati, poesie, raccolte di racconti e romanzi – rivolte a lettori di diverse fasce di età. Tenuto conto dei contesti minoritari con cui si vede confrontato l’italiano in Svizzera, la rivista ambisce a diventare anche uno strumento per il sostegno e la promozione della lingua italiana in questo contesto nazionale, e non solo. In tal senso, si propone di estendere il proprio orizzonte agli studi sulla didattica dell’italiano in un’accezione ampia, che accolga prospettive plurali e sguardi capaci di spaziare dalla teoria all’applicazione pratica, avendo sempre come obiettivo di fondo un aggiornamento costante sulle strategie, sui metodi, sulle ricerche volte a migliorare e a innovare l’insegnamento dell’italiano. In tal modo la rivista garantisce lo scambio e la comunicazione tra il mondo della ricerca e quello della scuola, a livello nazionale e internazionale: attraverso la scelta dei temi, degli ambiti di ricerca e di riflessione, DIDIT vuole così rispondere alle sfide didattiche e teoriche poste alla disciplina e stimolare il dibattito scientifico e pubblico.
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Djuric, Zeljko. "Traduzioni dall’italiano di Joakim Vujic (I parte)." Prilozi za knjizevnost, jezik, istoriju i folklor, no. 83 (2017): 31–52. http://dx.doi.org/10.2298/pkjif1783031d.

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Abstract:
Nel lontano 1802, a Trieste, dove ha raggiunto la comunit? serba che guidata dall?illustre scrittore Dositej Obradovic cercava di assorbire la cultura razionalistica europe per trapiantarla poi, almeno in parte, nell? tesssuto della cultura serba, Joakim Vujic studia le lingue straniere (italiano, francese, inghlese) e appena compiuto con successo i primi passi si mette a tradurre un romanzo italiano che gli ? venuto sotto mano: per esercitarsi nella lingua e per offrire al pubblico serbo un testo divertente e utile. Si tratta del romanzo di Antonio Piazza intitolato Il vero amore o sia la storia amorosa d?Irene ? Filandro, un testo linguisticamente complicato, non lontano, per stile, dalla tradizione del romanzo barocco italiano. Nella situazione culturale quando la lingua serba stava vivendo il periodo della sua lenta ed incerta maturazione, Joakim Vujic, nel tradurre, ha continuamente dovuto fare le scelte tra le soluzioni del serbo slavo, la lingua del ceto intellettuale, e del serbo volgare che in quel periodo si faceva strada per entrare nella letteratura. Il nostro lavoro cerca di descrivere e di analizzare il suo coraggioso tentativo.
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Edwards, M. J. "Origene: Commentario al Cantico dei Cantici. Testi in lingua greca. Edited by MARIA ANTONIETTA BARBARA." Journal of Theological Studies 58, no. 1 (November 18, 2005): 275–76. http://dx.doi.org/10.1093/jts/fll142.

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Iannello, Fausto. "La lingua greca nel cristianesimo irlandese altomedievale: testimonianze e status quaestionis tra irophobie e iromanie." Troianalexandrina 11 (January 2011): 115–28. http://dx.doi.org/10.1484/j.troia.1.102479.

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Benedetti, Laura. "Il linguaggio dell’amicizia e della città: L’amica geniale di Elena Ferrante tra continuità e cambiamento." Quaderni d'italianistica 33, no. 2 (February 9, 2013): 171–87. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v33i2.19423.

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Abstract:
L’ultimo romanzo di Elena Ferrante, L’amica geniale. Infanzia, adolescenza, continua una ricerca linguistica incentrata sulla dicotomia lingua/dialetto già evidente nella produzione precedente della scrittrice, mentre sposta l’attenzione dal rapporto madre-figlia a quello tra amiche, sentimento spesso trascurato nella letteratura, non solo italiana. Il saggio analizza gli elementi di continuità e cambiamento nella narrativa di Ferrante alla luce delle riflessioni elaborate del Gender Criticism (Virginia Woolf, Adrienne Rich, Marianne Hirsch, Janice Raymond e altri) e delle teorie sullo sviluppo della personalità (Diamond).
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Casciani, Santa, and Luisa Rapallino. "Una prospettiva concettuale nell'insegnamento della letteratura in un corso d'italiano come lingua straniera." Italica 71, no. 4 (1994): 433. http://dx.doi.org/10.2307/479664.

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Gaytán, Antonio. "Emanuele Castelli, La nascita del titolo nella letteratura greca. Dall’epica arcaica alla prosa di età classica." Augustinianum 62, no. 2 (2022): 549–52. http://dx.doi.org/10.5840/agstm202262237.

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Morchio, Bruno. "Note sull'evoluzione del genere crime: ieri oggi.. e domani?" EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 37 (September 2022): 207–21. http://dx.doi.org/10.3280/eds2022-037018.

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Abstract:
I libri assomigliano alle persone e la loro lettura richiede un setting che contestualizzi la relazione con il testo. L'autore si interroga sui possibili sviluppi del noir italiano, genere di grande successo. La serialità ha privilegiato i personaggi con i loro tic a scapito delle storie. Propugna un ritorno ai classici, compie una disamina dello sviluppo della letteratura crime e conclude che è arrivato il momento di liberare i romanzi crime dalla gabbia del genere, lavorando sulle strutture narrative, sulla lingua e sullo stile.
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Stanič, Daša. "Analisi degli errori nella produzione scritta degli studenti di italiano come ls a livello universitario." Journal for Foreign Languages 9, no. 1 (December 28, 2017): 255–85. http://dx.doi.org/10.4312/vestnik.9.255-285.

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Abstract:
All’inizio del contributo vengono esposte le premesse teoriche: la storia della concezione dell’errore nei diversi metodi dell’insegnamento della lingua straniera, i tipi di errori, i criteri i base ai quali è possibile identificare un errore e le cause degli errori. Di seguito sono presentati il corpus dei compiti scritti degli studenti e l’analisi degli errori più tipici e frequenti degli studenti slovenofoni con esempi. L’autrice è del parere che per raggiungere alti livelli di competenza in una lingua straniera sono indispensabili la consapevolezza dei propri errori e la riflessione linguistica su di essi da parte dell’apprendente, guidata da un insegnante che conosca gli errori tipici dei propri studenti (nel nostro caso si tratta di studenti slovenofoni del corso di Laurea Triennale in Lingua e letteratura italiana della Facoltà di lettere e Filosofia di Lubiana). Proprio per questa ragione il contributo si propone di descrivere gli errori più frequenti e di stabilire e descrivere le loro cause. Benché non sia stato possibile risalire a tutte le cause degli errori, l’analisi individua e conferma le tre principali fonti degli errori: la L1, altre lingue straniere che gli studenti studiano o conoscono e la lingua da apprendere. Nonostante il corpus fosse composto da un numero relativamente alto di compiti scritti, si è dimostrato troppo limitato per l’analisi di alcuni errori, specialmente per l’analisi degli errori nell’uso delle forme verbali.
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Shabaj, Flora. "Contatti linguistici e culturali tra le due sponde dell’Adriatico. L’italiano degli scrittori di origine albanese." Italianistica Debreceniensis 26 (December 1, 2020): 69–86. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2020/9382.

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Abstract:
La letteratura migrante è un potente mezzo di espressione che offre una grande varietà di interpretazioni e una grande fonte di ispirazione per gli studiosi per indagare i diversi aspetti della vita e quelli della società. Trovandosi nel mezzo, gli autori migranti hanno l'opportunità di vivere (in) due o più lingue e culture unendole, cambiandole e plasmandole. È proprio qui che avviene il contatto linguistico e dove si svolgono diverse strategie che diventano una parte interessante di una ricerca linguistica e letteraria. Questo articolo indaga il contatto tra la lingua albanese e quella italiana attraverso l'analisi di alcune opere di Ornela Vorpsi, Artur Spanjolli, Ron Kubati e Anilda Ibrahimi. Considerando il fatto che questi autori hanno deciso di utilizzare l'italiano come lingua di espressione, questa indagine offre alcune considerazioni su cosa questo significhi per loro e sull'impatto su entrambe le lingue. Considerando il fatto che questi scrittori trasferiscono nei loro testi non solo aspetti importanti della cultura ma anche alcune caratteristiche della lingua albanese, è interessante vedere il modo in cui avviene il transfert e cosa succede al testo quando due lingue diverse e distanti come albanese e italiano si incontrano.
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Costantinopoli, Simone. "La Cannabis terapeutica nel trattamento del Disturbo Post Traumatico da Stress: Protocollo per una Scoping Review." Dissertation Nursing 1, no. 1 (July 29, 2022): 21–27. http://dx.doi.org/10.54103/dn/17688.

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Abstract:
INTRODUZIONE:Risultati recenti di alcuni studi sembrano riscontrare dei miglioramenti nella sintomatologia dei pazienti affetti da PTSD sottoposti a terapia con cannabis terapeutica (THC, CBD e NABILONE). Alcune revisioni hanno messo in luce, tuttavia, come si siano riscontrate diverse metodologie di assunzione e diverse forme di agente terapeutico e di come gli studi inclusi presentassero bias di varia natura. A fronte di queste evidenze, ha senso effettuare una nuova Scoping Review finalizzata ad eseguire una mappatura degli studi primari presenti in letteratura che riportino prove di efficacia rispetto l’utilizzo della cannabis per il trattamento della sintomatologia del PTSD riscontrate sino ad oggi, col fine di descrivere le modalità d’utilizzo, le posologie l’aderenza alla terapia dei pazienti ed alcune caratteristiche specifiche del campione che potrebbero risultare influenti come l’abuso precedente di alcool e droghe e l’aderenza a terapie pregresse. METODI E ANALISI:Questa scoping review seguirà la metodologia del Joanna Briggs Institute, contenuta nel JBI Manual for Evidence Synthesis. La ricerca della letteratura sarà condotta attraverso i database PubMed, Scopus, Web Of Science, Cochrane Library, Elsevier, Psycinfo; in aggiunta, saranno consultate anche fonti di letteratura grigia. Saranno inclusi unicamente trial clinici (randomizzati e non) e studi quasi sperimentali in lingua italiana o inglese e disponibili in versione full text. Le informazioni chiave degli studi saranno estratte e presentate sia in forma narrativa che in forma riassuntiva con opportune tabelle per dare una panoramica adeguata dei contenuti della letteratura scientifica esistente sull’argomento.
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Sebastiani, Alberto. "“VENERE PRIVATA” DA SCERBANENCO A BACILIERI: LINGUA, STILE E RETORICA DALLA LETTERATURA AL FUMETTO." Italiano LinguaDue 14, no. 1 (July 28, 2022): 929–49. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18333.

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Abstract:
Il romanzo Venere privata di Giorgio Scerbanenco (1966) è tra i capostipiti del giallo italiano contemporaneo e introduce il personaggio Duca Lamberti, medico radiato dall’ordine per aver praticato l’eutanasia su una paziente e diventato, una volta scontata la pena, consulente della polizia milanese. La narrazione, la lingua e lo stile dell’autore, già studiati da diversi interventi specialistici, sono ora oggetto dell’adattamento a fumetti di Paolo Bacilieri, apparso a puntate sulla rivista Linus a partire dall’agosto 2021. La pubblicazione dovrebbe concludersi in rivista entro l’anno, ed è prevista per l’autunno 2022 l’edizione integrale in volume per Oblomov. Il presente studio affronta le prime sei puntate dell’adattamento, ne studia la lingua e lo stile in relazione al testo originale, la raffigurazione di ambienti, personaggi e situazioni in relazione agli elementi diegetici del romanzo e a modelli esterni usati da Bacilieri, infine la configurazione degli elementi iconici e verbali nelle tavole in prospettiva retorica. Ciò consente di comprendere non solo il processo e il concetto di adattamento attuati dall’autore, ma anche la lettura e l’interpretazione che questi ha fatto del racconto, della lingua e dello stile del testo originario. Venere privata from Scerbanenco and Bacilieri: language, style and rhetoric from literature to comics Giorgio Scerbanenco’s novel Venere privata (1966) is among the progenitors of the contemporary Italian detective story and introduces the character Duca Lamberti, a doctor disbarred for practicing euthanasia on a patient and becoming, once he has served his sentence, a consultant to the Milanese police. The author’s narrative, language and style, which have already been studied by several specialist papers, are now the subject of Paolo Bacilieri's comic book adaptation, appearing serialized in Linus magazine starting in August 2021. The publication is expected to be completed in the magazine within the year, and a full volume edition for Oblomov is planned for Fall 2022. The present study deals with the first six installments of the adaptation, studying the language and style in relation to the original text, the depiction of the environments, characters and situations in relation to the diegetic elements of the novel and external models used by Bacilieri, and finally the configuration of the iconic and verbal elements in the tables in rhetorical perspective. This allows us to understand not only the process and concept of adaptation implemented by the author, but also his reading and interpretation of the story, language and style of the original text.
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Tekavčić, Pavao. "István Jlig, A magyarországi italianistika bibliográfija - Bibliografia dell 'italiani­ stica in Ungheria, 1945-1995; Italianistica Debrecenensis V; Kossuth Lajos Tudo­ mányegyetem, Olasz Tanszek [Università Lajos Kossuth, Dipartimento di Italianistica],." Linguistica 39, no. 1 (December 1, 1999): 156. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.39.1.156.

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Abstract:
La collana Jtalianistica Debrecenensis, che esce dal 1993 (vol. I 1993-94; II 1995; III 1996; IV 1997), pubblica come vol. V l'importante raccolta bibliografica che qui presentiamo brevemente (sulla copertina posteriore c'è l'elenco delle altre edizioni, a cura dello stesso Ateneo). L'autore, dott. István Vig, slavista ungherese e docente all'Università di Debrecen, ha pubblicato vari studi e altri titoli, come risulta dalla Bibliografia. II presente volume racchiude ben 3863 unità, numerate in continuazione e uscite nel cinquantennio postbellico. Alla Prefazione, soltanto in ungherese (5-7;.si ci­ tano le pagine), segue l'Introduzione, in ungherese e in italiano (9-12), dopo la quale si trova l'Elenco delle sigle e abbreviazioni (13-27). La bibliografia (29-235) è divisa in quattro sezioni: Letteratura (29-115; recensioni 116-126), Critica e storia letteraria (127-168; recc. 169-178), Linguistica, insegnamento della lingua e della letteratura italiana (179-202; recc. 203-206), Storia (207-229; recc. 230-234), con un'Appendice (235).
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Firta, Aurora, Anamaria Gebaila, and Corina Anton. "Attori della mediazione culturale tra l'Italia e la Romania comunista: il caso Alexandru Balaci." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (May 2021): 103–22. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002006.

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Abstract:
Le relazioni culturali italo-romene dei decenni compresi tra il 1950 e il 1989 trovarono nell'accademico Alexandru Balaci (1916-2002), docente di letteratura italiana presso l'Università di Bucarest, membro dell'Accademia Romena, autore di un'ampia produzione scritta mirata a diffondere la letteratura e la lingua italiana (premesse, studi monografici, antologie, traduzioni, dizionari), uno dei promotori più assidui e più visibili. Pertanto, la presente ricerca ha lo scopo di interpretare la produzione scritta di Balaci e la sua attività diplomatica a Roma attraverso la lente dei suoi legami privilegiati con l'Italia, grazie ai quali riuscì a conservare il prestigio degli studi di italianistica sotto il regime comunista romeno, ma anche a compiere un'importante opera di divulgazione sia della cultura italiana in Romania, sia di quella romena in Italia. Si delinea così il ritratto di un mediatore che seppe trovare un equilibrio tra l'entusiasmo dell'uomo di cultura e gli inerenti compromessi che l'appartenenza al PCR presupponeva.
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Létoublon, Françoise. "Alle fonti della filosofia del linguaggio: “Lingua” e “nomi” nella cultura greca arcaica. Par Daniele Gambarara." Historiographia Linguistica 15, no. 3 (January 1, 1988): 410–16. http://dx.doi.org/10.1075/hl.15.3.08let.

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Brajičić, Cvijeta. "ITALIANISMI APPARTENENTI ALLA LINGUA PARLATA QUOTIDIANA NEGLI SCRITTI DI PETAR I E PETAR II PETROVIĆ NJEGOŠ." Folia linguistica et litteraria XI, no. 30 (2020): 159–73. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.10.

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Abstract:
Il tema di questo contributo è la presenza di italianismi appartenenti alla lingua parlata quotidiana negli scritti di vescovi e scrittori montenegrini, Petar I e Petar II Petrović Njegoš. Se si prendono in considerazione le affermazioni di esperti, secondo cui i prestiti provenienti dall’italiano e dai suoi dialetti rappresentano una parte integrante delle parlate popolari montenegrine della loro epoca, e il fatto che entrambi gli autori scelti hanno avuto l'opportunità di conoscere in vari modi la lingua italiana, sembra ragionevole presumere che il loro patrimonio scritto debba contenere elementi del lessico italiano. Questo argomento è stato scelto anche perché, esaminando la letteratura esistente dedicata ai lavori di Petar I e Petar II Petrović Njegoš, si è giunti alla conclusione che finora nessuno ha approfonditamente affrontato la presenza della componente lessicale italiana nei loro scritti, anche se ci sono accenni sporadici all’esistenza di materiale lessicale di origine italiana e veneziana nel linguaggio dei due autori citati sopra.
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Everson, Jane E., and Bruno Porcelli. "Struttura e lingua: Le novelle del Malespini e altra letteratura fra Cinque e Seicento." Modern Language Review 92, no. 1 (January 1997): 217. http://dx.doi.org/10.2307/3734760.

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Felici, Isabelle. "Daniele Comberiati, Scrivere nella lingua dell’altro. La letteratura degli immigrati in Italia (1989-2007)." Lengas, no. 71 (October 20, 2012): 155–58. http://dx.doi.org/10.4000/lengas.353.

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