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Dissertations / Theses on the topic 'LINGUA E LETTERATURA LATINA'

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1

ANDRISANI, GIOVANNI. "Il campione. Achille nella letteratura latina di età imperiale." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2021. http://hdl.handle.net/11567/1056926.

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Abstract:
The aim of the present doctoral thesis is to investigate the presence of the character Achilles in the Latin Literature of the Imperial Age. Moving from Catullus’ Carmen LXIV up to Dracontius’ Carmina profana, the figure of Achilles is analysed as specimen of Homer’s fortune inside and out of the epic genre; the recurrent ambition of Roman writers to compete with Homer’s authority by giving birth to a ‘Latin Iliad’ leads to the frequent characterisation of Achilles as promise of a great poetic enterprise up to come. The conventional association of the Trojan War with its most celebrated symbol involves the demonization and de-heroicization of Achilles. On the other hand, there are some counterfactual reflections on his destructive potential as enemy of the Roman people (for killing their ancestor Aeneas).
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2

Di, Daniel Caterina. "Parola di donna: giuramenti femminili nella letteratura greca e latina." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3421860.

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Abstract:
La nostra ricerca prende in esame la rappresentazione dei personaggi femminili coinvolti nelle scene di giuramento all’interno della letteratura classica. Una prima sezione del lavoro è dedicata alla definizione di cosa sia il giuramento attraverso studi linguistici, antropologici, giuridici, storici e fornisce gli opportuni riferimenti alle fonti storiche e letterarie. La seconda sezione comprende una selezione di testi dalla letteratura greca e latina di epoca arcaica, classica ed ellenistica, di cui si offre un commento incentrato sull’analisi della formula di giuramento, degli aspetti gestuali descritti e del ruolo femminile nella scena. All’interno di ciascun quadro tematico si delinea una fenomenologia specifica, della quale si discute di volta in volta evidenziando il delicato rapporto tra la rappresentazione del personaggio femminile e il giuramento come forma del linguaggio autorevole e performativo. In questa dialettica tra performance di genere e parola efficace trovano spesso spazio la contestazione delle convenzioni sociali e una critica all’etica tradizionale, ma è anche possibile intravvedere dei tipi cristallizzati e delle ricorrenze topiche all’interno dei differenti generi letterari.
Our dissertation discusses the literary representation of female characters involved in the oath scenes of classic literature. In the first section of this work oath is analyzed from a linguistic, historical, juridical and anthropological point of view, providing references to many historical and literary sources. The second section consists of a selection of greek and latin texts of the archaic, classic and hellenistic period: our comment focuses on the oath formula, gestures and on the role of female characters, underlining the complex relation created by the interaction of female representation and oath as a speech act and an authoritative utterance. Each text is both exemplary for a specific phenomenology and it is indicative of peculiar literary themes, which are discussed. This tension between gender performance and performative language sometimes reveals a criticism concerned with social conventions and traditional values. Furthermore, it is also possible to identify some topic elements in different literary genres and to define some fixed and recurrent schemes.
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3

Cason, Francesca <1993&gt. "Commento alla Gigantomachia latina di Claudio Claudiano." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12601.

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Abstract:
La tesi riguarda la Gigantomachia, poema incompleto appartenente alla raccolta dei Carmina minora del poeta Claudio Claudiano. Ci si impegna a fornire informazioni argomentative e apparato critico al testo poco conosciuto.
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4

Salis, Sabrina <1974&gt. "Manoscritti medievali in lingua latina della Biblioteca del Museo Correr di Venezia." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2008. http://hdl.handle.net/10579/804.

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5

MAURO, ROSA. "Paesaggi inameni della letteratura latina fino al II sec. d.C." Doctoral thesis, Università degli studi della Basilicata, 2021. http://hdl.handle.net/11563/150127.

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Abstract:
My research project aims at identifying and organizing into coherent typologies most of the “unpleasant” landscapes in Latin literature up to the II century A.D. Locus inamoenus is a fundamentally unexplored category and it constitutes the opposite pole of the famous literary topos of the locus amoenus. The studies that hitherto have dealt with natural landscapes described in negative terms have not provided an overview of the theme and have multiplied terminological references (Dionysiac landscape, locus horridus, locus terribilis, locus horribilis, locus foedus, etc.), without exactly defining the characteristics and the elements of the different loca inamoena. In order to clarify the boundaries between the typologies, a textual analysis of the passages has become necessary. An investigation of the use of lexicon, without ignoring the role of descriptio in the single literary work and the ideas of ancients about “scary” and “uncivilized” landscapes, allows us to assign a ἔκφρασις to one type of landscape rather than another. Furthermore, in Chapter 4 the proposal of a new typology was advanced: it is called “locus inhospitalis” and it is mainly related to the military exploits of the Roman army in “alii orbes”.
L’intento del mio lavoro di ricerca è stato quello di individuare e organizzare entro tipologie coerenti una buona parte dei paesaggi inameni della letteratura latina fino al II sec. d.C. Mancava un esame condotto con sistematicità sulla categoria dell’inameno, opposta alla più indagata amoenitas, e allo stesso modo non esiste uno studio che abbia provato a rendere canonico un determinato usus terminologico (finora diviso tra numerose locuzioni che poco hanno giovato al tentativo di ridefinire la materia) a partire dagli elementi, dai caratteri e dalla funzionalità di singoli quadri paesistici presenti all’interno di opere sia in prosa che in poesia. La mia interpretazione e analisi dei loca inamoena ha dato preminenza all’aspetto lessicale (con un approccio a volte intertestuale), senza rinunciare a uno sguardo antropologico utile a chiarire il rapporto dell’uomo antico con i paesaggi “non addomesticati”, “orridi” o “paurosi”, rapporto che si riverbera nelle descriptiones, determinandone in parte i topoi e i cliché più ricorrenti. Dopo una breve introduzione, il I capitolo si è concentrato sull’esistenza e sulla designazione del “paesaggio” nel mondo greco e romano e sulle ekphraseis, ovvero le rappresentazioni di luoghi e di natura. Nel II capitolo non poteva mancare una trattazione, il più possibile completa ed esaustiva, relativa al locus amoenus, punto di partenza imprescindibile per un discorso sul locus inamoenus, riconosciuto come polo antitetico. Il III capitolo è dedicato alla definizione delle tre tipologie di inameno già individuate da studiosi precedenti (locus horridus, paesaggio dionisiaco e paesaggio eroico), con l’inserzione di passi esemplari che servono a fissarne meglio identità e caratteri costitutivi, mentre nel IV capitolo viene avanzata la proposta di una nuova tipologia di inameno, il locus inhospitalis, che nasce sostanzialmente nell’ambito delle imprese militari condotte dagli eserciti romani in alii orbes (Germania, Oceano, Britannia, etc.) e in luoghi impervi, aspri e selvaggi, come l’alta montagna, le foreste immense, i deserti, le paludi, dove la natura può manifestare la sua violenza e ostilità. Anche il IV capitolo è corredato da una serie di testi che servono a delineare la tipologia e chiarirne i tratti essenziali. I bordi tra i vari tipi di paesaggio inameno possono presentarsi a volte sfocati: evitando l’eccesso di un indiscriminato furor classificatorio, questa ricerca auspica il superamento dell’antica e stantia dicotomia locus amoenus-locus horridus, sicuramente insufficiente, e mira a dare “dignità di categoria” al locus inamoenus, considerato e approfondito nelle sue diverse sfaccettature.
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6

Cesaro, Novella <1984&gt. "Editoria, prassi scolastica, letteratura: la fortuna di Tibullo nella cultura italiana (1472-1945)." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4625.

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Abstract:
This work is aimed at reconstructing a history of Tibullus’s presence in modern and contemporary Italian culture, especially focusing on three aspects: publishing, textbooks publishing and literary imitation. The analysis of the most important Tibullian editions circulating in Italy allows to identify different periods of development of Tibullus’s presence in fifteenth to twentieth century publishing. As far as teaching is concerned, I have considered not only teaching books, but also school programmes, evidence and moral judgments about Tibullus and his presence among readings made by young people. As to literature, Tibullus’s influence is continuous, not only in poetry, but also in prose, in vernacular and Neolatin production. The analysis of imitations enables to reconstruct a history of Tibullus’s literary tradition. To realize this work, I have examined and described 318 editions, 102 of which are textbooks, and I have analyzed passages that belong to the literary production of 110 Italian authors.
Questo lavoro è finalizzato a ricostruire una storia della fortuna di Tibullo nella cultura italiana di età moderna e contemporanea, con particolare attenzione a tre ambiti: editoria, prassi scolastica e imitazione letteraria. L’analisi delle più importanti edizioni tibulliane circolanti nel territorio nazionale consente di individuare diverse fasi di sviluppo della presenza dell’elegiaco nell’editoria dei secoli XV-XX. Per quel che concerne l’insegnamento, sono stati presi in considerazione non solo volumi destinati all’apprendimento, ma anche programmi scolastici, testimonianze e giudizi di carattere morale inerenti all’autore e alla sua presenza fra le letture dei giovani. Per quanto riguarda la letteratura, l’influsso di Tibullo è costante, non solo in poesia, ma anche in prosa, nella produzione volgare e in quella neolatina. L’analisi dei procedimenti imitativi ha consentito di ricostruire una storia della cospicua fortuna letteraria di questo poeta. Allo scopo di realizzare la presente ricerca, ho compulsato e schedato 318 edizioni, di cui 102 a uso scolastico, e analizzato brani appartenenti alla produzione letteraria di 110 autori italiani.
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7

MANDILE, ROBERTO. "Il paesaggio tra mirabilia e miracoli : concezioni e rappresentazioni della natura nella poesia latina tardoantica." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2008. http://hdl.handle.net/2434/48898.

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8

Belli, Elena <1997&gt. "Il genitivo latino in -aes: un database delle occorrenze e un tentativo di interpretazione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20421.

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Abstract:
La tesi analizza il fenomeno del genitivo -aes nelle iscrizioni dell'impero romano. La prima parte introduce lo status quaestionis e vengono offerte le spiegazioni formulate dagli studiosi a partire dal XIX secolo fino agli anni 2000, che corrispondono a tre tesi principali: influenza del greco, l'influenza dell'osco o dei dialetti italici, l'analogia con la terza declinazione del latino. Il lavoro prosegue, nella seconda parte, con la presentazione dei dati raccolti, in tutto circa 1100 iscrizioni, catalogati in un database, e con l'analisi della distribuzione della desinenza per quanto riguarda l'area geografica, la collocazione cronologica, la tipologia epigrafica, la composizione della formula onomastica e il tipo di contesto linguistico. Nella parte conclusiva, vengono confrontati i dati ottenuti con le ipotesi, confutando quelle che non permettono di rendere ragione del fenomeno, per proporre una nuova interpretazione.
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9

Alexandratos, Libera <1979&gt. "Studi sugli Agrimensori Romani: per un commento a Hyginus Maior." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/187/1/tesi_libera_alexandratos.pdf.

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Alexandratos, Libera <1979&gt. "Studi sugli Agrimensori Romani: per un commento a Hyginus Maior." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/187/.

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Carosi, Giulia <1977&gt. "Cecilio Stazio e il PHerc.78: Obolostates sive Faenerator." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/189/1/Tesi_Giulia_Carosi.pdf.

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Carosi, Giulia <1977&gt. "Cecilio Stazio e il PHerc.78: Obolostates sive Faenerator." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/189/.

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Ziosi, Antonio <1978&gt. "Virgilio in abiti di scena ovidiani: the tragedy of Dido, queen of Carthage di Cristopher Marlowe. Introduzione, traduzione,commento." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/191/1/Tesi_Ziosi.pdf.

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Ziosi, Antonio <1978&gt. "Virgilio in abiti di scena ovidiani: the tragedy of Dido, queen of Carthage di Cristopher Marlowe. Introduzione, traduzione,commento." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/191/.

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Secci, Davide Antonio <1979&gt. "Re-trodden paths and structural cohesion in Virgil: the function of limen in book II of the Aeneid." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/827/1/Tesi_Secci_Davide_Antonio.pdf.

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Secci, Davide Antonio <1979&gt. "Re-trodden paths and structural cohesion in Virgil: the function of limen in book II of the Aeneid." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/827/.

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Fantuzzi, Francesco <1975&gt. "Gli psiconimi in Catullo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/829/1/Tesi_Fantuzzi_Francesco.pdf.

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Fantuzzi, Francesco <1975&gt. "Gli psiconimi in Catullo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/829/.

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Zama, Alberto <1981&gt. "Storiografi della Britannia medievale: tematiche storiche e letterarie." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2092/1/zama_alberto_tesi.pdf.

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Zama, Alberto <1981&gt. "Storiografi della Britannia medievale: tematiche storiche e letterarie." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2092/.

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Montanari, Lorenzo <1973&gt. "Oltre i fatti. Studio sulla tendenziosità della narrazione cesariana nel Bellum civile." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4012/1/montanari_lorenzo_tesi.pdf.

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Montanari, Lorenzo <1973&gt. "Oltre i fatti. Studio sulla tendenziosità della narrazione cesariana nel Bellum civile." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4012/.

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Nanni, Benedetta <1965&gt. "Studi sull'epistola 114 di Seneca." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4028/1/nanni_benedetta_tesi.pdf.

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Nanni, Benedetta <1965&gt. "Studi sull'epistola 114 di Seneca." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4028/.

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Calzascia, Sonja Caterina <1974&gt. "I carmina docta di Catullo e le Argonautiche di Apollonio Rodio." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5269/1/calzascia_sonja_caterina_tesi.pdf.

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Abstract:
La dissertazione, basandosi su un confronto sistematico dei testi, analizza i rapporti fra i carmina docta di Catullo e le Argonautiche di Apollonio Rodio con particolare attenzione al carme 64. Il lavoro è suddiviso in dieci capitoli più un'introduzione e una conclusione. Nell'introduzione si illustra la metodologia applicata e si discutono alcune questioni teoriche relative all'intertestualità. Nel I capitolo si delinea una storia della critica moderna che mette in evidenza come negli studi catulliani sul carme 64, nel corso dell'ultimo secolo e mezzo, Apollonio tenda ad assumere un ruolo sempre più importante. Nei capitoli II-IX viene fatto uno studio molto approfondito del carme 64. Tale studio analizza il testo catulliano mettendo in luce le somiglianze contenutistiche, strutturali e stilistiche con le Argonautiche. Il X capitolo è invece dedicato agli altri carmina docta. Poiché questi ultimi carmi hanno scarsi punti di contatto con il poema di Apollonio, ci si limita a mettere in evidenza una serie di motivi e tratti comuni. Nella parte conclusiva si espone un quadro sommario dei risultati raggiunti. Il lavoro dimostra in particolare come nel complesso le somiglianze fra Catullo e Apollonio riguardino elementi superficiali o luoghi comuni e come non vi sia alcuna prova certa di una dipendenza diretta di Catullo da Apollonio (nonostante una tale dipendenza sia da ritenersi probabile per ragioni storiche). In contrasto con buona parte della critica più recente, si esprime di conseguenza la convinzione che sia poco opportuno utilizzare le Argonautiche per spiegare il carme 64 o per instaurare un dialogo di natura intertestuale fra Catullo e Apollonio.
The dissertation offers an analysis of the relationship between Catullus' long poems and Apollonius Rhodius' Argonautica. The analysis, which is mainly concerned whith poem 64, is based on a methodical collation. The study is divided into ten chapters, an introduction, and a conclusion. In the introduction the adopted methodology is explained, and some theoretical questions regarding intertextuality are discussed. Chapter One deals with an outline of modern scholarship pertinent to the last hundred and fifty years. This outline points out that Apollonius tends to be more and more important in the scholarship on poem 64. From Chapter Two to Chapter Nine poem 64 is examined in detail. Special stress is laid on the similarities between Catullus and Apollonius pertaining to content, structure, and style. Chapter Ten concerns poems 61-63 and 65-68. As these seven poems are generally quite different from the Argonautica, only the similarities which are significant are examined. The last section draws the conclusions. On the whole, the study shows that the similarities between Catullus and Apollonius are rather unimportant, since they usually aren't deep or concern topoi. Although for historical reasons it seems probable that Apollonius influenced Catullus, there is in fact no evidence that Catullus' poems were directly influenced by Apollonius' Argonautica. Therefore, it is suggested that interpretations of Catullus 64 based on Apollonius' Argonautica should be avoided.This view stands in contrast to the views of those contemporary scholars who establish an intertextual relationship between poem 64 and the Argonautica.
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Calzascia, Sonja Caterina <1974&gt. "I carmina docta di Catullo e le Argonautiche di Apollonio Rodio." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5269/.

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Abstract:
La dissertazione, basandosi su un confronto sistematico dei testi, analizza i rapporti fra i carmina docta di Catullo e le Argonautiche di Apollonio Rodio con particolare attenzione al carme 64. Il lavoro è suddiviso in dieci capitoli più un'introduzione e una conclusione. Nell'introduzione si illustra la metodologia applicata e si discutono alcune questioni teoriche relative all'intertestualità. Nel I capitolo si delinea una storia della critica moderna che mette in evidenza come negli studi catulliani sul carme 64, nel corso dell'ultimo secolo e mezzo, Apollonio tenda ad assumere un ruolo sempre più importante. Nei capitoli II-IX viene fatto uno studio molto approfondito del carme 64. Tale studio analizza il testo catulliano mettendo in luce le somiglianze contenutistiche, strutturali e stilistiche con le Argonautiche. Il X capitolo è invece dedicato agli altri carmina docta. Poiché questi ultimi carmi hanno scarsi punti di contatto con il poema di Apollonio, ci si limita a mettere in evidenza una serie di motivi e tratti comuni. Nella parte conclusiva si espone un quadro sommario dei risultati raggiunti. Il lavoro dimostra in particolare come nel complesso le somiglianze fra Catullo e Apollonio riguardino elementi superficiali o luoghi comuni e come non vi sia alcuna prova certa di una dipendenza diretta di Catullo da Apollonio (nonostante una tale dipendenza sia da ritenersi probabile per ragioni storiche). In contrasto con buona parte della critica più recente, si esprime di conseguenza la convinzione che sia poco opportuno utilizzare le Argonautiche per spiegare il carme 64 o per instaurare un dialogo di natura intertestuale fra Catullo e Apollonio.
The dissertation offers an analysis of the relationship between Catullus' long poems and Apollonius Rhodius' Argonautica. The analysis, which is mainly concerned whith poem 64, is based on a methodical collation. The study is divided into ten chapters, an introduction, and a conclusion. In the introduction the adopted methodology is explained, and some theoretical questions regarding intertextuality are discussed. Chapter One deals with an outline of modern scholarship pertinent to the last hundred and fifty years. This outline points out that Apollonius tends to be more and more important in the scholarship on poem 64. From Chapter Two to Chapter Nine poem 64 is examined in detail. Special stress is laid on the similarities between Catullus and Apollonius pertaining to content, structure, and style. Chapter Ten concerns poems 61-63 and 65-68. As these seven poems are generally quite different from the Argonautica, only the similarities which are significant are examined. The last section draws the conclusions. On the whole, the study shows that the similarities between Catullus and Apollonius are rather unimportant, since they usually aren't deep or concern topoi. Although for historical reasons it seems probable that Apollonius influenced Catullus, there is in fact no evidence that Catullus' poems were directly influenced by Apollonius' Argonautica. Therefore, it is suggested that interpretations of Catullus 64 based on Apollonius' Argonautica should be avoided.This view stands in contrast to the views of those contemporary scholars who establish an intertextual relationship between poem 64 and the Argonautica.
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Pergreffi, Lucia <1979&gt. "Erasmo come Ercole nell'adagio Herculei labores." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6044/1/pergreffi_lucia_tesi.pdf.

Full text
Abstract:
Il lavoro consiste nella traduzione dell’adagio 2001, Herculei labores con commento delle righe 1-116, che comprendono il racconto della fatica di Ercole contro l’idra di Lerna e le interpretazioni che Erasmo ne fornisce per introdurre la filologia come impresa erculea in chiave autobiografica. L’introduzione ha lo scopo di presentare una sintesi degli elementi notevoli del commento e alcune osservazioni sull’autorappresentazione di sé dell’umanista. Erasmo fa dell’identificazione con Ercole un topos della propria descrizione in chiave ironica, ma si propone anche come emulo di Girolamo, di cui cura l’edizione delle lettere. Questo lavoro prende in considerazione infine il ritratto di Erasmo dipinto da Holbein e custodito a Longford Castle in relazione al testo dell’adagio, al quale allude con la scritta in primo piano, ΗΡΑΚΛΕΙΟΙ ΠΟΝΟΙ.
The work is the Italian translation of Erasmus’ Adagium 2001, Herculei labores, with comment of lines 1-116, which include the story of the labor of Hercules against the Hydra of Lerna and interpretations that Erasmus provides in order to introduce philology as a Herculean task in autobiographical perspective. The introduction aims to present the most relevant elements of the comment and some observations about the humanist’s self representation. Erasmus makes his identification with Hercules a topos in his ironical self description, but at the same time he describes himself as a new Jerome, whose letters he is editing. Eventually it also considers the portrait of Erasmus painted by Holbein the Younger and kept at Longford Castle in the light of the text of the adagium, which is referred to with the word in the foreground, ΗΡΑΚΛΕΙΟΙ ΠΟΝΟΙ.
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Pergreffi, Lucia <1979&gt. "Erasmo come Ercole nell'adagio Herculei labores." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6044/.

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Abstract:
Il lavoro consiste nella traduzione dell’adagio 2001, Herculei labores con commento delle righe 1-116, che comprendono il racconto della fatica di Ercole contro l’idra di Lerna e le interpretazioni che Erasmo ne fornisce per introdurre la filologia come impresa erculea in chiave autobiografica. L’introduzione ha lo scopo di presentare una sintesi degli elementi notevoli del commento e alcune osservazioni sull’autorappresentazione di sé dell’umanista. Erasmo fa dell’identificazione con Ercole un topos della propria descrizione in chiave ironica, ma si propone anche come emulo di Girolamo, di cui cura l’edizione delle lettere. Questo lavoro prende in considerazione infine il ritratto di Erasmo dipinto da Holbein e custodito a Longford Castle in relazione al testo dell’adagio, al quale allude con la scritta in primo piano, ΗΡΑΚΛΕΙΟΙ ΠΟΝΟΙ.
The work is the Italian translation of Erasmus’ Adagium 2001, Herculei labores, with comment of lines 1-116, which include the story of the labor of Hercules against the Hydra of Lerna and interpretations that Erasmus provides in order to introduce philology as a Herculean task in autobiographical perspective. The introduction aims to present the most relevant elements of the comment and some observations about the humanist’s self representation. Erasmus makes his identification with Hercules a topos in his ironical self description, but at the same time he describes himself as a new Jerome, whose letters he is editing. Eventually it also considers the portrait of Erasmus painted by Holbein the Younger and kept at Longford Castle in the light of the text of the adagium, which is referred to with the word in the foreground, ΗΡΑΚΛΕΙΟΙ ΠΟΝΟΙ.
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Guarnieri, Rita <1982&gt. "Il Lessico d’amore nei primi tre libri delle Odi di Orazio." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6128/1/AMORE_TESI_ORAZIO_copia_carica.pdf.

Full text
Abstract:
Il presente studio si è posto come obiettivo quello di redigere un lessico dei termini d’amore nella poesia di Orazio, e, specificamente, dei lemmi presenti nei primi tre libri delle Odi. L’interesse per la lirica del Venosino ci ha indotti ad affrontarne la lettura non solo considerando quelle che sono le tematiche diremo topiche della sua poetica ( modus, angulus, mors, tempus, cura, solo per citare quelle più significative ), ma anche quelle meno note, quale appunto il tema dell’amore, oggetto di questo lavoro. Si è proceduto così all’analisi di ogni singolo libro di ogni ode, catalogandone ed analizzandone rispettivamente tutte le occorrenze di quei termini che abbiamo ritenuto essere propri del lessico amoroso. Il commento ad ogni libro è stato supportato dagli studi di Nisbet-Hubbard per il primo ed il secondo libro delle Odi ( cfr. R.G.M. Nisbet-M. Hubbard, A commentary on Horace: Odes Book 1, Oxford 1970; R.G.M. Nisbet-M. Hubbard, A commentary on Horace: Odes Book 2, Oxford 1978 ) e Nisbet-Rudd per il terzo ( cfr. R.G.M. Nisbet-Rudd, A commentary on Horace: Odes Book 3, Oxford, 2003 ). Trattandosi di un lessico è stato altresì fondamentale il contributo dell’ Index uerborum amatorium ( Cfr. R. Pichon, De sermone amatorio apud Latinos elegiarum scriptores, Paris 1902 ) e del ThLL. Si è infine proceduto ad individuare quei termini maggiormente significativi nell’ambito della poesia d’amore in generale, il cui riflesso è presente anche nella poesia oraziana, con una particolare attenzione al rapporto che intercorre tra Orazio e la tradizione neoterica ed elegiaca e al lessico dei colori, che vanta numerose occorrenze nella poesia d’amore, soprattutto in riferimento alla bellezza muliebre e maschile e che quindi appare di rilevante importanza per comprendere l’estetica della poesia oraziana nel ritrarre la forma degli amanti che popolano i suoi più celebri versi d’amore.
This study aims at compiling a lexicon of love terms of Horace’s poetry, namely of the words used in the first three books of the Odes. The great interest for the Venosa-born poet let us focus not only on the main themes of his poetics (e.g. modus, angulus, mors, tempus, cura, to name but a few) but also on some less well-known topics such as love. Every Odes book was carefully analyzed and the main love-related terms were ranked according to the number of occurrences. The research work done by Nisbet-Hubbard was used to support the commentary on the first and second book (see R.G.M. Nisbet-M. Hubbard, A commentary on Horace: Odes Book 1, Oxford 1970; R.G.M. Nisbet-M. Hubbard, A commentary on Horace: Odes Book 2, Oxford 1978). The commentary on the third book was made by making reference to the work done by Nisbet-Rudd (see R.G.M. Nisbet-Rudd, A commentary on Horace: Odes Book 3, Oxford, 2003 ). Being the main focus of this study the drawing up of a lexicon, the contribution made by the Index uerborum amatorium (see R. Pichon, De sermone amatorio apud Latinos elegiarum scriptores, Paris 1902 ) and by the ThLL was also very important. Finally the most meaningful terms for love poetry in general were identified. These words are also present in Horace’s poetry. In particular it was possible to detect a special connection between Horace, the neoteric and elegiac tradition and the lexicon of colours. The latter has multiple occurrences in love poetry, especially in relation to male and female beauty. As a consequence it becomes a key element to better understand the aesthetics of Horace’s poetry in depicting the lovers populating his most famous love verses.
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Guarnieri, Rita <1982&gt. "Il Lessico d’amore nei primi tre libri delle Odi di Orazio." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6128/.

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Abstract:
Il presente studio si è posto come obiettivo quello di redigere un lessico dei termini d’amore nella poesia di Orazio, e, specificamente, dei lemmi presenti nei primi tre libri delle Odi. L’interesse per la lirica del Venosino ci ha indotti ad affrontarne la lettura non solo considerando quelle che sono le tematiche diremo topiche della sua poetica ( modus, angulus, mors, tempus, cura, solo per citare quelle più significative ), ma anche quelle meno note, quale appunto il tema dell’amore, oggetto di questo lavoro. Si è proceduto così all’analisi di ogni singolo libro di ogni ode, catalogandone ed analizzandone rispettivamente tutte le occorrenze di quei termini che abbiamo ritenuto essere propri del lessico amoroso. Il commento ad ogni libro è stato supportato dagli studi di Nisbet-Hubbard per il primo ed il secondo libro delle Odi ( cfr. R.G.M. Nisbet-M. Hubbard, A commentary on Horace: Odes Book 1, Oxford 1970; R.G.M. Nisbet-M. Hubbard, A commentary on Horace: Odes Book 2, Oxford 1978 ) e Nisbet-Rudd per il terzo ( cfr. R.G.M. Nisbet-Rudd, A commentary on Horace: Odes Book 3, Oxford, 2003 ). Trattandosi di un lessico è stato altresì fondamentale il contributo dell’ Index uerborum amatorium ( Cfr. R. Pichon, De sermone amatorio apud Latinos elegiarum scriptores, Paris 1902 ) e del ThLL. Si è infine proceduto ad individuare quei termini maggiormente significativi nell’ambito della poesia d’amore in generale, il cui riflesso è presente anche nella poesia oraziana, con una particolare attenzione al rapporto che intercorre tra Orazio e la tradizione neoterica ed elegiaca e al lessico dei colori, che vanta numerose occorrenze nella poesia d’amore, soprattutto in riferimento alla bellezza muliebre e maschile e che quindi appare di rilevante importanza per comprendere l’estetica della poesia oraziana nel ritrarre la forma degli amanti che popolano i suoi più celebri versi d’amore.
This study aims at compiling a lexicon of love terms of Horace’s poetry, namely of the words used in the first three books of the Odes. The great interest for the Venosa-born poet let us focus not only on the main themes of his poetics (e.g. modus, angulus, mors, tempus, cura, to name but a few) but also on some less well-known topics such as love. Every Odes book was carefully analyzed and the main love-related terms were ranked according to the number of occurrences. The research work done by Nisbet-Hubbard was used to support the commentary on the first and second book (see R.G.M. Nisbet-M. Hubbard, A commentary on Horace: Odes Book 1, Oxford 1970; R.G.M. Nisbet-M. Hubbard, A commentary on Horace: Odes Book 2, Oxford 1978). The commentary on the third book was made by making reference to the work done by Nisbet-Rudd (see R.G.M. Nisbet-Rudd, A commentary on Horace: Odes Book 3, Oxford, 2003 ). Being the main focus of this study the drawing up of a lexicon, the contribution made by the Index uerborum amatorium (see R. Pichon, De sermone amatorio apud Latinos elegiarum scriptores, Paris 1902 ) and by the ThLL was also very important. Finally the most meaningful terms for love poetry in general were identified. These words are also present in Horace’s poetry. In particular it was possible to detect a special connection between Horace, the neoteric and elegiac tradition and the lexicon of colours. The latter has multiple occurrences in love poetry, especially in relation to male and female beauty. As a consequence it becomes a key element to better understand the aesthetics of Horace’s poetry in depicting the lovers populating his most famous love verses.
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Dal, Chiele Elisa <1983&gt. "Ricerche sul lessico della provvidenza in Agostino." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/7231/1/dalchiele_elisa_tesi.pdf.

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Abstract:
Questa ricerca è un’indagine semasiologica del lessico agostiniano della provvidenza divina, costituito dalle parole-chiave prouidentia, prouideo, prouidens, prouidus, prouisio, prouisor, prouisus, e dai lessemi in relazione logico-sintattica diretta con esse. La prospettiva è sia sincronica (si considerano tutte le attestazioni delle parole-chiave presenti nel corpus agostiniano), sia diacronica: si soppesano di volta in volta analogie e differenze agostiniane rispetto agli antecedenti, nell’intento di arricchire il panorama dei possibili modelli lessicali latini (pagani, biblici, patristici) di Agostino. I dati lessicali sono stati raccolti in una banca dati appositamente costituita, selezionati secondo i criteri di frequenza e pregnanza semantica, e analizzati per nuclei tematici, coincidenti in parte con i capitoli della tesi. Si studiano dapprima i lessemi che esprimono il governo della provvidenza (le famiglie lessicali di administro, guberno e rego, e altri lessemi che designano l’azione della provvidenza); sono poi analizzati lessemi e iuncturae in cui prevale l’idea del mistero della provvidenza. Gli ultimi due capitoli sono dedicati al tema della cura divina, e a quello della cosiddetta “pedagogia divina”: attraverso i segni esteriori, la provvidenza ‘richiama’ l’uomo a rientrare in se stesso. Un’appendice approfondisce infine l’uso agostiniano di Sap 6,16 e Sap 8,1. L’apporto di Agostino al lessico filosofico latino va individuato a livello semantico più che nell’innovazione lessicale. Accanto a suffissazione, composizione, calco, la metafora svolge un ruolo essenziale nella formazione del lessico dell’Ipponate, e proviene spesso da altre lingue tecniche oppure è radicata nel patrimonio di immagini tradizionali della religione pagana. Il debito di Agostino è indubbiamente verso Cicerone, ma anche verso Seneca, per l’uso in ambito esistenziale-biografico di alcuni lessemi. Agostino li trasferisce però dal piano umano a quello divino, come nel caso del concetto di admonitio: parte integrante del programma filosofico senecano; ‘richiamo’ della provvidenza per Agostino, concetto che risente anche dell’apporto di retorica ed esegesi.
The dissertation is a semasiological investigation of Augustine’s vocabulary concerning Divine Providence. It comprises both the key-words prouidentia, prouideo, prouidens, prouidus, prouisio, prouisor, prouisus and the lexemes in a direct logic-syntactic relationship to the key-words. On the one hand, the synchronic analysis considers all the key-words’ attestations within Augustine’s corpus, on the other hand, analogies and differences between Augustine and previous authors are successively evaluated from a diachronic perspective, in order to widen the spectrum of Augustine’s possible Latin models (pagans, biblical, patristic). I have created a database to record the lexical data, selecting them according to the criteria of frequency and significance, organizing them by topics, corresponding in part to the dissertation’s chapters. The first section deals with lexemes that designate the idea of the governance of Providence (the families of administro, guberno, rego and some lexemes which express the action of Providence); moreover, lexemes and iuncturae signifying Providence as a mysterious presence are investigated. The last two chapters deal with the topic of benevolence and with the so-called “divine pedagogy”: through exterior signs, Providence “calls back” the human being to his interiority. A final appendix deals with Augustine’s use of Sap 6,16 and Sap 8,1. Augustine’s contribution to Latin philosophical vocabulary takes place on the semantic level rather than the lexical. Besides suffixation, composition, and calque, metaphors play a fundamental role in the composition of Augustine’s vocabulary. Metaphors are often derived from other technical languages, or they are based on traditional images of the pagan religion. Augustine is indebted to Cicero and also to Seneca for the biographical-existential meaning of some lexemes, though Augustine transfers them from the human level to the divine level. This becomes clear, e.g., with reference to the concept of admonitio, an integral part of Seneca’s philosophical program, but the Providence’s “recall” for Augustine.
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Dal, Chiele Elisa <1983&gt. "Ricerche sul lessico della provvidenza in Agostino." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/7231/.

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Abstract:
Questa ricerca è un’indagine semasiologica del lessico agostiniano della provvidenza divina, costituito dalle parole-chiave prouidentia, prouideo, prouidens, prouidus, prouisio, prouisor, prouisus, e dai lessemi in relazione logico-sintattica diretta con esse. La prospettiva è sia sincronica (si considerano tutte le attestazioni delle parole-chiave presenti nel corpus agostiniano), sia diacronica: si soppesano di volta in volta analogie e differenze agostiniane rispetto agli antecedenti, nell’intento di arricchire il panorama dei possibili modelli lessicali latini (pagani, biblici, patristici) di Agostino. I dati lessicali sono stati raccolti in una banca dati appositamente costituita, selezionati secondo i criteri di frequenza e pregnanza semantica, e analizzati per nuclei tematici, coincidenti in parte con i capitoli della tesi. Si studiano dapprima i lessemi che esprimono il governo della provvidenza (le famiglie lessicali di administro, guberno e rego, e altri lessemi che designano l’azione della provvidenza); sono poi analizzati lessemi e iuncturae in cui prevale l’idea del mistero della provvidenza. Gli ultimi due capitoli sono dedicati al tema della cura divina, e a quello della cosiddetta “pedagogia divina”: attraverso i segni esteriori, la provvidenza ‘richiama’ l’uomo a rientrare in se stesso. Un’appendice approfondisce infine l’uso agostiniano di Sap 6,16 e Sap 8,1. L’apporto di Agostino al lessico filosofico latino va individuato a livello semantico più che nell’innovazione lessicale. Accanto a suffissazione, composizione, calco, la metafora svolge un ruolo essenziale nella formazione del lessico dell’Ipponate, e proviene spesso da altre lingue tecniche oppure è radicata nel patrimonio di immagini tradizionali della religione pagana. Il debito di Agostino è indubbiamente verso Cicerone, ma anche verso Seneca, per l’uso in ambito esistenziale-biografico di alcuni lessemi. Agostino li trasferisce però dal piano umano a quello divino, come nel caso del concetto di admonitio: parte integrante del programma filosofico senecano; ‘richiamo’ della provvidenza per Agostino, concetto che risente anche dell’apporto di retorica ed esegesi.
The dissertation is a semasiological investigation of Augustine’s vocabulary concerning Divine Providence. It comprises both the key-words prouidentia, prouideo, prouidens, prouidus, prouisio, prouisor, prouisus and the lexemes in a direct logic-syntactic relationship to the key-words. On the one hand, the synchronic analysis considers all the key-words’ attestations within Augustine’s corpus, on the other hand, analogies and differences between Augustine and previous authors are successively evaluated from a diachronic perspective, in order to widen the spectrum of Augustine’s possible Latin models (pagans, biblical, patristic). I have created a database to record the lexical data, selecting them according to the criteria of frequency and significance, organizing them by topics, corresponding in part to the dissertation’s chapters. The first section deals with lexemes that designate the idea of the governance of Providence (the families of administro, guberno, rego and some lexemes which express the action of Providence); moreover, lexemes and iuncturae signifying Providence as a mysterious presence are investigated. The last two chapters deal with the topic of benevolence and with the so-called “divine pedagogy”: through exterior signs, Providence “calls back” the human being to his interiority. A final appendix deals with Augustine’s use of Sap 6,16 and Sap 8,1. Augustine’s contribution to Latin philosophical vocabulary takes place on the semantic level rather than the lexical. Besides suffixation, composition, and calque, metaphors play a fundamental role in the composition of Augustine’s vocabulary. Metaphors are often derived from other technical languages, or they are based on traditional images of the pagan religion. Augustine is indebted to Cicero and also to Seneca for the biographical-existential meaning of some lexemes, though Augustine transfers them from the human level to the divine level. This becomes clear, e.g., with reference to the concept of admonitio, an integral part of Seneca’s philosophical program, but the Providence’s “recall” for Augustine.
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Valenzano, Chiara <1988&gt. "Scaenica ostentatio: percorsi di teatralità tragica nelle Declamationes minores dello Pseudo-Quintiliano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8548/1/valenzano_tesi%20dottorato.pdf.

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Abstract:
Il presente lavoro si inserisce nel solco degli studi più recenti sulla declamazione antica, concentrandosi sulla raccolta delle Declamationes minores dello Pseudo-Quintiliano, un’opera che appare di grande interesse in quanto getta luce sul funzionamento della scuola romana di prima età imperiale: si tratta, infatti, di una sorta di eserciziario di temi svolti su argomenti tipici della scuole di retorica. Lo studio è avvenuto nell’ambito di un progetto di ricerca che ha l’obiettivo di fornire una traduzione, la prima italiana, dell’opera e un commento che aggiorni quello di Winterbottom del 1984 in seguito al notevole sviluppo degli studi sulla declamazione ad esso successivi. Fondamentale, per tale tipo di lavoro, è anche il riconoscimento dei numerosissimi riferimenti letterari che costellano il testo delle Minores, con attenzione specifica a quelli di matrice teatrale: si è, infatti, proceduto a operare una selezione delle controversie presenti nella raccolta su base tematica, per indagare i rapporti tra retorica di scuola e il teatro, in particolare tragico, con qualche apertura verso il comico. L’obiettivo del lavoro di ricerca è stato quello di riconoscere le tracce che tale tradizione teatrale, sia comica che tragica, ha lasciato sia nel thema sia nello svolgimento del singolo testo; il lavoro di tesi è stato quindi diviso in due parti: nella prima si approfondiscono tre temi che, per la loro ricorsività e incisività, sono sembrati particolarmente adatti a esemplificare la stretta relazione che lega le Minores alla letteratura teatrale: lo stock character della matrigna e i temi della sepoltura e della follia. Nella seconda parte si rende conto del lavoro di traduzione e commento del testo di 21 Minores, scelte anch’esse sulla base dei forti legami con il teatro.
The present paper is connected to the most recent studies about ancient declamation and it focuses on Pseudo-Quintilian’s Declamationes minores. This work is a collection of exercises written about the typical motives of rhetorical schools. It is important because it clarifies the way the Roman school operated in the first century of the Empire. In fact, this dissertation is part of a research project which aims to provide the first Italian translation and a new commentary in order to revise Winterbottom’s (1984). In the last thirty years there has been a considerable development of declamation studies, therefore it seemed necessary to work on a new textual commentary and revision that takes into account recent material which integrates, enlarges and deepens the interpretative framework. Another aim of this work is finding the literary references that can be found in the Minores with specific attention to those originated from comedy and, above all, tragedy. We made a selection of the controversiae on a thematic basis in order to investigate the relationship between rhetoric and drama. Consequently, this paper has been divided into two parts: the first deals with three themes that, due to their importance, seemed particularly suitable for the exemplification of the close relationship that links the Minores to dramatic literature, i.e. the stock character of the stepmother, the theme of the burial of the dead and the theme of madness. In the second part there is the translation and commentary of the texts of 21 Minores, chosen on the basis of their links with drama.
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Mattioni, Eugenio <1991&gt. "Genus seditiosorum. L'oratoria dei populares nelle testimonianze e nei frammenti (133-44 a.C.)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9293/1/INVIO%20TESTO%20DEFINITIVO%20CORRETTO%20AGGIORNATO.pdf.

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Abstract:
Il lavoro verifica l’ipotesi dell’esistenza, durante la tarda repubblica romana (133-44 a.C.), di uno stile oratorio riconoscibile come proprio dei populares. Per identificarne le caratteristiche tecniche distintive si procede, previa revisione e aggiornamento dell’edizione critica di riferimento (Malcovati 19764), alla traduzione delle testimonianze e dei frammenti oratori relativi ai 25 principali esponenti della pars popularis (da P. Licinio Crasso Divite Muciano a G. Scribonio Curione il Giovane) e al commento di tali testi. Nell’introduzione vengono discussi, alla luce di un’esposizione dettagliata dei relativi status quaestionis e di una rilettura delle fonti, i seguenti punti: esistenza dei populares; identificazione degli oratori populares; modalità di selezione e trasmissione del materiale oratorio e caratteristiche della sua tradizione; stato del materiale e modalità migliori di edizione; eloquentia popularis in Cicerone (impiegata anche dagli ottimati); stile oratorio di Gaio Gracco, di Giulio Cesare e degli oratori graccani, mariani e cesariani; riformulazione della categoria critica (eloquentia popularium) e conclusioni storiche e stilistiche. Nella trattazione sono integrati i risultati della ricerca, che consentono di formulare di volta in volta un giudizio autonomo. I dati vengono proposti anche in forma di tabelle in tre appendici, che presentano: l’attività politico-legislativa di G. Gracco, Saturnino, Clodio e Cesare a confronto (1), le figure e gli aspetti retorici rilevati nei frammenti (2.1), i giudizi sullo stile e le qualità retoriche riscontrati nelle testimonianze (2.2). Nel commento si rende ragione delle principali questioni filologiche, storiche e storiografiche relative a ciascun passo, mentre il focus è posto sugli aspetti linguistici e retorici. Vengono messe in luce le indicazioni offerte dalla fonte sul contesto performativo, per poi passare all’analisi puntuale (sinora un desideratum della critica) degli argumenta e dello stile oratorio e studiare, infine, come tali dati si inseriscano nel quadro complessivo dell’eloquenza di questo gruppo di oratori.
The work tests the hypothesis of the existence, during the late Roman republic (133-44 BC), of an oratorical style recognizable as proper to populares. In order to identify their distinctive technical characteristics, after reviewing the critical edition of reference (Malcovati 19764), we proceed to the translation and commentary of the oratorical testimonies and fragments relating to the 25 main exponents of the pars popularis (from P. Licinius Crassus Dives Mucianus to C. Scribonius Curio the Younger). In the introduction, the following points are discussed, in the light of a detailed presentation of each status quaestionis and a rereading of the sources: existence of populares; identification of popularis speakers; selection, transmission and characteristics of the tradition of oratorical material; its state and best editing methods; eloquentia popularis in Cicero (also used by optimates); oratorical style of Gaius Gracchus, Julius Caesar and the Graccan, Marian and Caesarian orators; reformulation of the critical category (eloquentia popularium), historical and stylistic conclusions. The results are integrated in the discussion, in order to formulate an independent judgment on each question. The data are also proposed in overall tables in three appendices, which present: the political-legislative activity of C. Gracchus, Saturninus, Clodius and Caesar in comparison (1), the figures and rhetorical aspects found in the fragments (2.1), the judgments on the style and rhetorical qualities found in the testimonies (2.2). The comment explains the main philological, historical and historiographical questions relating to each passage, while the focus is placed on its linguistic and rhetorical aspects. The indications on the performative context are highlighted, then moving on to the detailed analysis (so far a critics' desire) of the arguments and the formal style and, finally, studying how these data fit into the overall picture of the eloquence of this group of speakers.
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Mazzarella, Aureliana <1965&gt. "Ad summum bonum iter: revisione testuale e commento di Seneca, Epistulae morales ad Lucilium XLVIII, CXI." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9949/1/TESI%20DOTTORALE%20Aureliana%20Mazzarella%20%20Settembre%202021.pdf.

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Abstract:
Questa tesi di dottorato “Ad summum bonum iter. Revisione testuale e commento di Seneca, Epistulae morales ad Lucilium XLVIII, CXI” (relatore Prof. F. Citti), si propone di fornire un commento scientifico al testo latino di alcune Epistulae morales ad Lucilium (48 e 111), corredato da traduzione, note esegetiche di carattere lessicale, stilistico-retorico e storico-letterario e discussione delle principali problematiche testuali (testo di riferimento l'edizione critica di Reynolds, Oxonii 1965). Scopo della ricerca è approfondire e completare lo studio delle lettere 48 e 111 del carteggio, esaminato solo episodicamente e non sistematicamente, soffermandosi sugli aspetti filosofici salienti e sui motivi conduttori più significativi, come la critica senecana alla nimia subtilitas (tema presente soprattutto nelle cosiddette epistole dialettiche, connesse alle diverse forme di sillogismi e alle modalità di contestazione degli stessi), con particolare riferimento alle ambiguità derivanti dall'uso di termini in senso proprio e metalinguistico riflessivo e non riflessivo; la ricerca si sofferma inoltre sul linguaggio colloquiale, vicino a quello della commedia e della satira, utilizzato da Seneca per ridicolizzare i sillogismi stoici; sul tema dell'amicizia; sull'uso di citazioni e/o allusioni poetiche (virgiliana e non virgiliana), decontestualizzate e risemantizzate in funzione educativa e psicagogica, piegate ad esprimere il personale messaggio etico; sull'uso del lessico specialistico, proveniente da diversi ambiti semantici (giuridico, economico, militare, medico), applicato da Seneca alla parenesi filosofica e, soprattutto, sul rapporto tra lessico filosofico latino e modelli greci. Infine, oltre ad approfondire il motivo delle egestas temporis e i riferimenti diatribici contenuti nelle epistole, sono stati individuati e approfonditi alcuni topoi presenti.
This doctoral thesis “Ad summum bonum iter. Textual revision and commentary by Seneca, Epistulae morales ad Lucilium XLVIII, CXI” (supervisor Prof. F. Citti), aims to provide a scientific commentary on the Latin text of some Epistulae morales ad Lucilium (48 and 111), accompanied by translation, exegetical notes of a lexical, stylistic-rhetorical and historical- literary nature and discussion of the main textual problems (reference text the critical edition of Reynolds, Oxonii 1965). The purpose of the research is to deepen and complete the study of letters 48 and 111 of the correspondence, only episodically and unsystematically examined, focusing on the salient philosophical aspects and more significant conductors, such as the Senecan critique of nimia subtilitas (a theme present above all in the so-called dialectical epistles, connected to the different forms of syllogisms and the methods of contesting them), with particular reference to the ambiguities deriving from the use of terms in the proper sense and metalinguistic, reflexive and not reflexive; moreover he uses satirical humour and a colloquial language near to the comedy and to the satire, to ridicule Stoic syllogism; the theme of friendship; the use of poetic quotations and / or allusions (Virgilian and not Virgilian), decontextualized and re-semantized in an educational and psychagogical function, also bent by the philosopher to express his ethical message more visually; the use of the specialized lexicon coming from different semantic fields (legal, economic, military, medical), applied by Seneca to philosophical parenesis and, above all, the relationship between Latin philosophical lexicon and Greek models. Finally, in addition to deepening the motif of egestas temporis and some diatribic references contained in the epistles, some topoi have been identified and studied.
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Galli, Leonardo <1994&gt. "Un commento a Lucrezio, De rerum natura 6.703-1089." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10272/3/Galli_Leonardo_Tesi.pdf.

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Abstract:
La tesi consiste in un commento scientifico ai versi 703-1089 del VI libro di Lucrezio, dove sono discussi vari mirabilia della natura (le piene estive del Nilo, i luoghi Averni, l’escursione termica dei pozzi, alcune fonti prodigiose e il magnete). Nell’introduzione, si traccia una rapida panoramica del VI libro per contestualizzare al suo interno il passo oggetto del commento; ci si concentra, poi, sul significato della meraviglia e del meraviglioso nell’opera, anche a confronto con la tradizione paradossografica. Seguono il testo, corredato di un sintetico apparato critico, e la traduzione. Nel commento, che intende valorizzare il côté letterario, filosofico e scientifico dell’opera, sono affrontati i più rilevanti problemi testuali ed esegetici, oltre a questioni di ordine grammaticale, linguistico, stilistico e metrico. Chiudono il lavoro due appendici di natura critico-testuale.
This thesis consists of a scholarly commentary on Lucretius’ Book VI, lines 703-1089, where the poet explores several mirabilia of the natural world (i.e., the summer flooding of the Nile, Avernian places, fluctuations in the temperature of well water, marvellous springs and magnetism). The introduction provides a concise overview of Book VI in order to elucidate the place of the passage chosen for the commentary in relation to the larger whole, and then it focuses on the significance of wonder and the marvellous in the poem, also through the comparison with the paradoxographic tradition. The text comes with a brief critical apparatus and an Italian translation. The commentary, which aims to enhance the poem’s literary, philosophical and scientific aspects, handles the most relevant textual and exegetical problems, as well as grammatical, linguistic, stylistic and metrical issues. The study concludes with two appendices.
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Costantini, Simone <1982&gt. "Persio, Choliambi: cronistoria delle interpretazioni dagli anni '60 del Novecento fino ai giorni nostri." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1818.

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Di, Meo Francesca <1988&gt. "Lanificium e silenzio: testimonianze letterarie di due virtù del "modello matronale romano"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3956.

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Abstract:
L'immagine della donna romana dedita alla filatura e alla tessitura della lana rappresenta una virtù nel mondo romano. Il silenzio è un'altra caratteristica che identifica l'esemplarità femminile. Attraverso fonti prevalentemente letterarie il lavoro propone un excursus di figure femminili romane legate al lanificium e al silenzio, in particolare eroine mitiche e divinità, collocate in epoca arcaica dagli autori che ne danno testimonianza. Dalla realtà, in cui la subordinazione femminile è propria della mentalità maschile, alla letteratura, tramite cui la visione patriarcale degli autori ci consegna l’immagine della donna che, per essere esemplare, è tenuta a seguire un modello. Esso si può definire “il modello matronale romano”, di cui si approfondiscono le due caratteristiche sopra accennate: l’essere lanifica e l’essere silenziosa. In questo lavoro ripercorrere una parte dell’epoca più antica della civiltà romana risulta importante e significativo, per fare emergere le probabili origini di tale modello. La voce degli autori latini presi in analisi è quindi fondamentale, in particolare tenendo conto del loro vissuto posteriore all’età arcaica, prova del fatto che la riproposizione di un modello ne attesta, soprattutto se affonda radici lontane, l'intramontabilità.
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Piccolo, Federica <1990&gt. "Il carteggio apocrifo tra Seneca e San Paolo: rapporti con l'epistolario di Simmaco oratore." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5492.

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Trentin, Fiorella <1992&gt. "Viziose e virtuose. Tipi e comportamenti femminili negli Epigrammi di Marziale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12070.

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Abstract:
Nel mio elaborato ho esaminato i tipi e i comportamenti femminili negli Epigrammi del poeta di Bilbilis. Il primo, il secondo e il terzo capitolo contengono l'analisi di tutti quei componimenti in cui le donne vengono derise, canzonate e biasimate rispettivamente per i difetti fisici, i vizi morali e la licenziosità che le caratterizzano; il quarto contiene l'esegesi dei carmi in cui le figure femminili vengono elogiate per le loro virtù; il quinto l'analisi dei componimenti sulla donna ideale dell'epigrammista.
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Patella, Michela <1993&gt. "OBITUS BAEBIANI (Paul. Nol. Carm. 33 H.). Un saggio di commento." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13005.

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Abstract:
Il componimento letterario convenzionalmente intitolato come De Obitu Baebiani è un anonimo poemetto polimetrico cristiano erroneamente attribuito a Paolino di Nola e pervenuto a noi attraverso il solo manoscritto BNF 7558 di epoca carolingia. Vi è narrata la storia di un uomo di nome Bebiano che in punto di morte si converte e riceve i sacramenti, ottenendo in dono la grazia di due visioni paradisiache; il testo si conclude con un’accorata consolatio per la moglie Apra la quale, nel tempo per lei stabilito, si ricongiungerà al marito per vivere una vita eternamente beata. W. Von Hartel nel 1894 curò l’edizione critica cui fino ad oggi si è fatto riferimento, stampandolo come trentatreesimo della collezione dei carmi di Paolino di Nola. Nel secolo precedente la critica si è divisa tra gli studiosi favorevoli alla paternità paoliniana (Brandes 1888, Hartel 1890, Walsh 1975, Guttilla 1984-1985 e 2003, Döpp 1995) e quanti invece la mettono in discussione (Fabre 1948 e Dolveck 2015). Attraverso l’analisi del poemetto dal punto di vista metrico-contenutistico e ad un confronto con la tradizione poetica precedente, si è voluto offrire un saggio di commento volto a indagare il genere letterario di appartenenza, i modelli letterari adoperati dall’anonimo autore, la natura, la finalità e la possibile datazione dell’opera, fornendo un contributo utile alla soluzione della questione attributiva.
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Garon, Eleonora <1994&gt. "Laudes Domini: per l'analisi e la storia del testo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14179.

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Ramella, Tommaso <1989&gt. "Claudio Claudiano, 'Epitalamio per Palladio e Celerina' (c.m. 25 Hall) : introduzione, traduzione e commento." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/14957.

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Abstract:
Il presente studio si propone di fornire un’interpretazione accurata dell’Epitalamio per Palladio e Celerina di Claudiano (c. m. 25 Hall) sia come testo poetico autonomo, sia come parte della tradizione letteraria e in particolare epitalamica. L’esegesi del carme assume notevole importanza nella ricostruzione della storia di un genere che nei primi quattro secoli dell’era cristiana è testimoniato soltanto da quattro componimenti poetici, e nella cui evoluzione Claudiano sembra aver svolto un ruolo determinante. Lo studio si suddivide in tre sezioni: un’introduzione, nella quale sono trattate le principali questioni storico-letterarie e viene fornita un’analisi sintetica dell’epitalamio, una traduzione di servizio in prosa italiana e infine il commento al testo, che costituisce il nucleo di questo lavoro. Nella sezione introduttiva viene ridefinito il rapporto dell’epitalamio con la tradizione letteraria. Sono chiariti soprattutto i termini entro i quali opera l’imitatio nei confronti del modello principale di entrambi i carmi nuziali di Claudiano, ovvero l’Epitalamio per Stella e Violentilla di Stazio (silv. I 2). Rifiutata la teoria secondo cui il poemetto di Stazio avrebbe stabilito uno schema convenzionale dell’epitalamio che Claudiano e gli autori successivi si sarebbero limitati a variare, l’Epitalamio per Palladio e Celerina viene analizzato come carme d’occasione regolato innanzitutto dal principio della convenienza. Ampio spazio è dedicato al commento dell’episodio centrale dell’epitalamio, l’incontro di Venere e Imeneo, di cui vengono messi in luce il significato poetologico e la funzione narrativa all’interno del componimento.
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Arrigoni, Silvia <1989&gt. "Commento al primo libro del 'Contra Symmachum' di Prudenzio." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/14978.

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Abstract:
A circa un ventennio di distanza dalla questione de ara Victoriae (384), che vide contrapporsi il senatore pagano Simmaco (rel. 3) e il vescovo di Milano Ambrogio (epist. 73), si colloca il Contra Symmachum (o Contra orationem Symmachi secondo parte della tradizione manoscritta) di Aurelio Prudenzio Clemente. La sua peculiare configurazione in due libri di diseguale lunghezza e contenuto, la apparente divergenza fra gli scarni riferimenti cronologici interni al testo e la difficoltà riscontrata dalla critica nell’individuare l’avvenimento o la situazione che abbia motivato la composizione dell’opera sono solo alcune delle caratteristiche che rendono il Contra Symmachum un testo enigmatico. Soltanto il secondo libro dell’opera consiste in una confutazione metodica della relatio tertia di Simmaco; il primo presenta invece i tratti di un encomio dell’operato dell’imperatore Teodosio e di un’invettiva rivolta contro il culto delle divinità tradizionali di Roma, e per questo ha suscitato minore interesse da parte della critica. Il presente lavoro ha lo scopo di fornire un testo criticamente rivisto, una nuova traduzione italiana e un commento linguistico-letterario, oltre che filologico, al primo libro del Contra Symmachum, per portare in luce gli aspetti che legano l’opera alla congerie culturale che ne ha motivato la stesura da parte di Prudenzio, con particolare attenzione al problematico rapporto con la poesia di Claudiano e Paolino di Nola.
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Del, Monaco Francesco Paolo Mose' <1995&gt. "La poesia che cura. Studio sulla funzione dei carmina nella Consolazione della Filosofia di Boezio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17463.

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Abstract:
Scopo della ricerca è proporre una lettura della funzione che la poesia svolge all’interno della forma prosimetrica della Consolazione della Filosofia di Boezio. Perché un uomo che ha dedicato la sua esistenza allo studio della sapienza filosofica ha sentito la necessità di inserire tanta poesia nell’opera che a buon diritto può essere ritenuta il suo testamento spirituale? La risposta cui il lavoro è approdato è che la poesia ricopre un ruolo fondamentale nel processo di cura psichica che questo dialogo consolatorio vuole realizzare, sotto la guida dell’allegoria della filosofia. Intrisa di contenuto filosofico, essa supporta la riflessione dialettica e allieta l’anima agendo sia sulla sua parte razionale che su quella irrazionale. La tesi è divisa in cinque parti. In primis si cerca di dimostrare la presa di distanza di Boezio dal genere prosimetrico della Satira Menippea, modello di riferimento per molte opere del periodo tardo-antico. Si passa, quindi, ad analizzare il rapporto che intercorre tra la componente in versi e i generi di riferimento dell’opera – il dialogo filosofico e la consolazione – per poi soffermarsi sull’analisi delle liriche attribuite al personaggio-Boezio e sull’uso delle immagini poetiche della natura. Successivamente, viene studiata la funzione della musica in relazione alle liriche e, infine, sono analizzati alcuni componimenti cantati da Filosofia. La funzione terapeutica della lirica sembra uscirne pienamente dimostrata.
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Prontera, Alessia <1991&gt. "Gli epigrammi di Claudio Claudiano : traduzione e commento di una selezione dei 'Carmina minora' e della 'Appendix'." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18468.

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Abstract:
I Carmina Minora sono una antologia di carmi di Claudio Claudiano, poeta di corte dell'imperatore d'Occidente Onorio e cantore del magister utriusque militiae Stilicone, attivo tra la fine del IV e l'inizio del V sec. d.C. La raccolta di poesie, edita postuma probabilmente in ambienti vicini al patrono del poeta, comprende in prevalenza epigrammi (ecfrastici, epidittici e scommatici), ma anche epilli di carattere scientifico e un elogio incompiuto di Serena, moglie di Stilicone. Il lavoro offre una traduzione italiana, un commento lemmatico letterario e filologico di una selezione dei Carmina Minora e della Appendix Claudianea, una raccolta di poesie prevalentemente brevi e ascrivibili per lo più al poeta egiziano. La selezione prevede l'inclusione dei carmi che appartengono al genere epigrammatico di argomento profano: carm. min. 2-8, 10-16, 18-21, 23-24, 33-48, 50-52 e carm. min. app. 1, 3-4, 6-11, 13-15, 22. La tesi si apre con una introduzione generale, dedicata a un profilo storico-biografico del poeta, al genere letterario e all’analisi metrico-stilistica dei carmi, alla tradizione manoscritta e alla storia editoriale dei Carmina Minora e dei carmi in oggetto. Nella fattispecie, ciascun componimento è sottoposto quindi a una specifica trattazione così articolata: elenco delle edizioni prescientifiche e scientifiche, della bibliografia; testo; traduzione in versi; introduzione generale (natura del componimento, aspetti letterari, storici, artistici ecc.); commento lemmatico. Chiude il lavoro la bibliografia generale, con indicazione di tutte le edizioni, i saggi e gli strumenti critici citati.
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Mariani, Camilla <1996&gt. "L’influenza del mondo classico nella produzione pavesiana: la lirica di Orazio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19166.

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Abstract:
Pavese ha intrattenuto, lungo tutta la sua vita, uno stretto rapporto coi classici; alunno del liceo classico prima, studente universitario di lettere poi e curatore delle traduzioni dell’Iliade e dell’Odissea della Calzecchi Onesti durante gli anni di lavoro presso la casa editrice Einaudi. Tuttavia, il suo rapporto è stato, soprattutto durante gli anni del liceo, non solo ricettivo ma anche attivo. Infatti, durante l’anno della maturità, Pavese si misura con la traduzione delle Odi di Orazio, lavoro cui lui stesso riconosce l’importanza di un apprendistato poetico. Lo scopo della mia tesi è quello di passare in rassegna la produzione pavesiana – concentrandomi soprattutto sulla prima stagione poetica – alla ricerca delle influenze che il lavoro di traduzione delle Odi e lo stretto rapporto con la tradizione classica possono aver lasciato nei suoi testi. I temi cui ho deciso di prestare maggior attenzione sono relativi alla resa e al ruolo del paesaggio, alla convivialità e alla funzione del vino e allo scorrere del tempo. Altri accenni coprono temi quali l’immagine della donna amata, l’amicizia ma anche il rapporto con l’attualità politica.
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Dalla, Costa Maria <1997&gt. "«Veteris nucleum temporis invenies». Saggio di commento intorno ad alcuni versi latini di Fernando Bandini." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21181.

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Abstract:
Fernando Bandini (1931-2013) è stato un poeta, critico letterario, traduttore e docente alle Università di Padova e Ginevra, nonché membro e presidente della prestigiosa Accademia Olimpica di Vicenza. Nella sua individuale «ricerca di una personale lingua poetica», egli dimostrò di muoversi con destrezza tra italiano, dialetto vicentino e lingua latina. In questo scritto verranno commentati e analizzati tre componimenti in versi latini – Portus Lunae, Astronauta naufragus ed Elegia in memoriam patris – presenti nella raccolta Memoris munus amoris curata da Leopoldo Gamberale ed edita nel 2019, mettendo in luce le scelte linguistiche, metriche, lessicali e tematiche del poeta. I testi saranno presi in esame anche nel loro rapporto con la produzione coeva in lingua italiana dell’autore e con la sua «biblioteca», ovvero i testi antichi, moderni e contemporanei con cui egli dialoga. Una seconda parte dello studio sarà dedicata alla riflessione metalinguistica e metapoetica di Bandini a proposito del ruolo che ancora oggi possono ricoprire i classici e la lingua latina all’interno della produzione letteraria; tale riflessione si gioverà dell’analisi di scritti ed interventi saggistici di Bandini, di suoi diversi testi poetici (anche in lingua italiana), di un confronto tra la sua singolare esperienza di poeta neolatino e l’influenza della “lezione” di bilinguismo poetico offerta da Giovanni Pascoli, nonché di quella che può essere considerata la sua ars poetica, ovvero l’Epistula ad Andream Zanzotto poetam.
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De, Conti Gioele <1997&gt. "Figure di ‘letterati’ nei Punica di Silio Italico, tra realtà storica e finzione letteraria." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21369.

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Abstract:
La tesi intende indagare quel particolare sistema di personaggi individuato da una serie di figure di 'letterati' che compaiono nei Punica di Silio Italico come figure minori, ma significative. L'obiettivo del lavoro consiste nel proporre un’analisi puntuale delle modalità e delle forme della rappresentazione di questo particolare gruppo di personaggi per comprendere le scelte compositive e stilistiche di Silio, con particolare attenzione al rapporto tra realtà storica e finzione letteraria e alla relazione con i predecessori, tra i quali, in particolar modo, Virgilio.
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Casà, Nicola <1985&gt. "La schiavitù in Marziale: esperienza quotidiana e rappresentazione sociale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21445.

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Abstract:
Il presente lavoro è incentrato sull’analisi della presenza servile negli epigrammi di Marziale. Ho selezionato e schedato tutti i componimenti in cui è attestata la presenza di un individuo di condizione servile e poi ho analizzato i carmi suddividendoli in otto categorie. Nel primo capitolo sono presi in considerazione i carmi in cui sono presenti schiavi nella vita quotidiana, servi legati a funzioni domestiche e servi viatores, addetti alla cucina e servi legati al traporto del dominus, servi della familia rustica e schiavi legati alla cura del corpo. Nel secondo sono analizzati i testi in cui il poeta pone l’accento sullo schiavo considerato come un oggetto, ad esempio gli Apophoreta che accompagnano il dono di un servo o i carmi che narrano della compravendita di personale servile. Nel terzo sono riportati i carmi che attestano l’attività di alcuni schiavi fedeli. Il quarto capitolo, invece, è incentrato sugli epigrammi che riportano episodi in cui diversi individui di condizione servile sono coinvolti in funzioni sessuali. Ancora il quinto capitolo pone attenzione ai carmi in cui Marziale racconta aneddoti che hanno come protagonisti alcuni schiavi furbi. Il sesto capitolo è incentrato sulla punizione del personale servile. Il settimo capitolo raccoglie gli epigrammi funerari di alcuni schiavi, soprattutto schiavi personali del poeta. Infine nell’ottavo capitolo si analizzano alcuni epigrammi in cui sono presenti dei riferimenti alla schiavitù all’interno di altri rapporti sociali. L’obiettivo è stato quello di analizzare il significato della presenza servile in Marziale. Dal lavoro emerge che la presenza servile nella prassi quotidiana appare indiscutibile anche in virtù del significato sociale che essa aveva. Emerge, inoltre, una particolare sensibilità nei confronti del personale servile.
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