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Piletić, Deja. "ANALISI DELLE CARATTERISTICHE MORFOSINTATTICHE DEI DIPLOMI E CERTIFICATI DI STUDIO ITALIANI E DELLA LORO TRADUZIONE IN MONTENEGRINO." Folia linguistica et litteraria XI, no. 30 (2020): 195–210. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.12.

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Abstract:
Il lavoro si propone di presentare i risultati della ricerca che si occupa delle caratteristiche morfosintattiche della lingua dei diplomi di laurea e certificati di studio italiani e della loro traduzione. La ricerca è stata svolta su un corpus composto da sessanta documenti originali italiani con le loro traduzioni giurate eseguite in lingua montenegrina. Oltre ai tratti morfosintattici tipici del linguaggio giuridico-amministrativo e riscontrabili nella stesura dei documenti in questione, la ricerca dovrebbe svelarci anche le caratteristiche della loro traduzione in montenegrino, nonché le corrispondenze e possibili incongruenze tra le due lingue in relazione allo stesso registro linguistico. Pertanto, riteniamo che i risultati presentati in questo lavoro saranno applicabili sia nella didattica della traduzione specializzata in generale, che nella prassi della traduzione giuridica in Montenegro.
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Ožbot, Martina. "Tradurre per sbagliare, tradurre per imparare: la traduzione nello studio dell'italiano a livello universitario." Linguistica 44, no. 1 (December 1, 2004): 47–58. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.44.1.47-58.

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Abstract:
L'articolo esamina l'uso delta traduzione nelt' apprendimento di lingue straniere, accennando prima al ruolo ridotto che quest'attività ha tradizionalmente avuto nelto studio linguistico, per arrivare poi alte caratteristiche delta traduzione nel mondo reale, dalte quali si suggerisce di partire anche nelle situazioni didattiche. In base a un'analisi delte traduzioni italiane di due testi sloveni fatte da studenti universitari di grado avanzato si può osservare che i maggiori problemi che gli apprendenti hanno in italiano sono di tipo testuale e contrastivo; in gran parte essi sono dovuti alt'interferenza diretta o indiretta con la madre­ lingua. Data la natura eminentemente testuale e bilingue dell'attività di traduzione questa viene propos­ ta come un efficace contributo alto sviluppo delta competenza linguistica del par/ante et senso più ampio.
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Testa, Carlo. "Per una traduzione multidimensionale della poesia: “Notte, strada, lampione, farmacia” di Aleksandr Blok tra esistenzialismo e simbolismo." Quaderni d'italianistica 34, no. 1 (July 22, 2013): 217–40. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v34i1.19880.

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Abstract:
Questo articolo propone al pubblico di lingua italiana una nuova traduzione in verso e rima, commentata e ragionata, della classica poesia blokiana “Notte, strada, lampione, farmacia,” anche nota come Danza macabra II (1912), tratta dalla raccolta Un mondo terribile (Strashnyi mir). La mia proposta viene presentata analiticamente attraverso un confronto puntuale con quattro preesistenti traduzioni in italiano: in primo luogo quella di Renato Poggioli, ne Il fiore del verso russo (1949), e successivamente quelle di Angelo Maria Ripellino (1975), Bruno Carnevali (1977) e Sergio Pescatori (1981). La caratteristica precipua di questa mia proposta è la presentazione di una traduzione poetica, ovvero una traduzione “multidimensionale” che nella lingua destinataria conservi, oltre ovviamente ad un massimo possibile della dimensione semantica (il “senso” strettamente letterale), anche tratti di verso e rima quanto più possibile simili a quelli che il testo di partenza possiede nella propria veste originale.
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Cosma, Iulia. "The translation of Italian opera librettos in the nineteenth century: historical and cultural milestones." Translationes 6, no. 1 (January 1, 2014): 78–92. http://dx.doi.org/10.1515/tran-2015-0006.

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Abstract:
Abstract Nella storia moderna della traduzione in romeno, il periodo 1840-1900, come sottolinea la studiosa Georgiana Lungu Badea in Un capitol de traductologie românească. Studii de istorie a traducerii (III) [Un capitolo di traduttologia romena. Studi di storia della traduzione (III)], è contrassegnato dalle ricerche identitarie della lingua di arrivo. In quest'ottica, la traduzione integrale o parziale di un numero significativo di libretti d'opera dall'italiano al romeno si rivela un fenomeno la cui analisi possa offrire dei validi temi di riflessione sia dal punto di vista della storia della traduzione, sia di quello della storia della lingua e della storia culturale.
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Sikora, Adam R. "Kaszubskie przekłady Pisma Świętego." Ruch Biblijny i Liturgiczny 57, no. 4 (December 31, 2004): 301. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.526.

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Abstract:
Il casciubo è una lingua slava che si è formata in Pomerania quale lingua comune nel XVI sec. e dal XIX sec. si sviluppa anche quale lingua letteraria. Le traduzioni bibliche in casciubo sono state effettuate nei due periodi. Le prime, fatte dai pastori evangelici sulla base del testo tedesco, vengono dai sec. XVI e XVII. Esse contengono singole pericopi dell’Antico e del Nuovo Testamento, soprattutto i salmi e i cantici. Dalla metà del sec. XX invece i cattolici hanno cominciato il lavoro traslatorio. Nel 1992 sono apparsi I quattro Vangeli di d. Franciszek Grucza e nel 1993 Il Nuovo Testamento di Eugeniusz Gołąbek che prima, nel 1990, ha tradotto anche Il libro dei salmi. La base di queste traduzioni era la Biblia Tysiąclecia. Nel 2001 abbiamo ricevuto Il Vangelo secondo san Marco di p. Adam R. Sikora OFM, tradotto dal testo greco. Tutte queste traduzioni sono state approvate dalla Chiesa cattolica in Polonia. Adesso si prepara la traduzione casciuba di tutto l’Antico Testamento.Questa intensa attività traslatoria testimonia la vitalità della cultura e della fede dei Casciubi.
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Paolucci, Sandro. "Strategia estraniante e strategia addomesticante nella traduzione dei testi giuridici." Linguistica 53, no. 2 (December 1, 2013): 73–89. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.53.2.73-89.

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Abstract:
Il traduttore, ogni volta, prima di intraprendere la traduzione di un testo da una lingua ad unʼaltra, da una cultura ad unʼaltra, è chiamato a dar vita a una macro-scelta ovvero a decidere se adottare una strategia tesa al mantenimento e al rispetto delle strutture linguistiche, del lessico, dello stile della lingua di partenza, oppure una strategia volta a commutare determinati aspetti morfosintattici, lessicali e stilistici per rendere così il testo di arrivo più vicino alla lingua e alla cultura di arrivo (cfr. Schleiermacher 1813). Nel presente contributo, dopo una breve illustrazione della problematica dellʼapproccio estraniante e dellʼapproccio addomesticante nella traduzione in generale (Schleiermacher, Venuti, Eco, Ožbot ed altri eminenti studiosi), si passa a individuare e valutare una possibile applicazione di tali strategie nella traduzione giuridica. In particolare, si tenta di distinguere determinati casi in cui, a nostro modo di vedere, sia preferibile, auspicabile o persino necessaria una traduzione principalmente estraniante e determinati altri casi in cui, invece, sia più opportuna o efficace una traduzione principalmente addomesticante.
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Pavan, Luca. "Alcuni problemi di interpretazione dei toponimi nella lingua italiana e lituana." Verbum 2 (February 6, 2011): 47–54. http://dx.doi.org/10.15388/verb.2011.2.4954.

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Abstract:
Da oltre mezzo secolo l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha istituito, in un folto numero di paesi che vi aderiscono, delle commissioni di lavoro per tentare di semplificare i problemi connessi alle diverse denominazioni linguistiche dei nomi geografici. Ogni paese, infatti, accetta la presenza di esonimi nella propria lingua. Le complicazioni che ne derivano implicano anche la scarsa comprensione di alcuni toponimi tra persone che parlano diverse lingue. In questo studio si affronta il problema della denominazione dei luoghi geografici nella lingua italiana e in quella lituana. Alcune liste di esonimi italiani vengono comparate ai rispettivi toponimi della lingua lituana. Nei dizionari linguistici non figura la traduzione dei toponimi e l’uso di queste liste agevolerebbe la conoscenza dei luoghi geografici dal punto di vista della lingua italiana. La didattica di insegnamento delle lingue spesso non prende in considerazione il problema degli esonimi. In un mondo globalizzato la denominazione dei luoghi geografici dal punto di vista di lingue diverse sembra essere di fondamentale importanza, soprattutto per chi studia le lingue e spesso aspira a viaggiare in paesi stranieri.
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Calabi, Francesca. "Lingua e voce di Dio." Revista Archai, no. 27 (September 1, 2019): e02708. http://dx.doi.org/10.14195/1984-249x_27_8.

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Abstract:
L’articolo si interroga sulla relazione tra parole divine, semplici, monadiche e il dire degli uomini legato alla corporeità, privo di chiarezza e di univocità. Perché la parola divina sia colta dagli uomini è necessaria una sorta di trasformazione. Si può ipotizzare l’esistenza di un linguaggio archetipico, primordiale, ad imitazione dell’essenza delle cose. È la lingua di Adamo per cui, data la perfezione di un’anima ancora pura, non intaccata da infermità, malattia o passione, il progenitore coglieva le impressioni immediate, afferrava il significato delle cose le cui nature potevano essere insieme enunciate e pensate. È la lingua perfetta originaria ed era forse comune ad uomini ed animali se nel giardino dell’Eden le parole del serpente erano comprese da Eva. Si passa dal linguaggio di Adamo, mimetico rispetto al linguaggio di Dio, alla lingua mosaica in cui interviene la traduzione del linguaggio divino in linguaggio umano. Questo, nonostante che, anche per Mosè sia detto che i nomi corrispondono alla descrizione delle cose. Un ulteriore passaggio avviene con la traduzione da una lingua in un’altra. Vi è un trascorrere tra comunicazioni di Dio che si volge all’interlocutore in maniera differente a seconda delle sue possibilità. Si tratta di “traduzione” di una lingua noetica che può esprimersi monadicamente – ed è il caso della comunicazione a Mosè – o assumere già la forma di nomi e verbi propria del linguaggio umano – ed è quanto avviene con i Settanta, traduttori al pari di Aronne.
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Maffia, Gesualdo. ""Procurar sangue até num nabo": sulle traduzioni brasiliane delle Lettere dal Carcere di Antonio Gramsci." Revista de Italianística, no. 34 (November 7, 2017): 54. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i34p54-63.

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Abstract:
L’articolo ricostruisce i contesti e le scelte editoriali delle due edizioni brasiliane delle Lettere dal carcere di Antonio Gramsci, rispettivamente del 1966 e del 2005. I due traduttori, svolgendo il proprio lavoro in situazioni storico-sociali molto differenti (Noênio Spínola durante la dittatura, Luiz Sérgio Henriques nel Brasile democratico), offrono al lettore traduzioni che si distanziano tra loro più che nelle scelte teoriche, nella resa empirica dell’epistolario gramsciano in lingua portoghese. Il testo si conclude analizzando alcune scelte di traduzione di modi di dire e proverbi italiani presenti in entrambe le edizioni brasiliane.
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Woźniakiewicz, Joanna. "Tecniche di traduzione dei termini minerari nelle guide della Miniera di Sale di Wieliczka." Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis. Studia de Cultura 1, no. 9 (2017): 142–51. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.1.13.

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Abstract:
Abstrakt L’articolo analizza alcuni problemi di traduzione che sono ravvisabili nelle guide turistiche, redatte in lingua italiana, sulla miniera di sale di Wieliczka. Gran parte delle difficoltà nella traduzione dipende dalla presenza di una terminologia specialistica molto ricca e variegata, soprattutto nel campo delle tecniche di estrazione mineraria e in quello della geologia. Vi sono anche frequenti termini connotati culturalmente o relativi a un fenomeno legato a un luogo specifico, che non hanno corrispondenti in altre lingue. Nell’articolo vengono presentate possibili tecniche di traduzione che tengano conto anche del destinatario della traduzione. Techniki tłumaczenia terminologii górniczej w przewodnikach po Kopalni Soli w Wieliczce Artykuł jest poświęcony problemom związanym z tłumaczeniem na język włoski tekstów przewodników po Kopalni Soli w Wieliczce. Trudności w tłumaczeniu wynikają przede wszystkim z obecności specjalistycznej terminologii, bardzo bogatej i zróżnicowanej, przede wszystkim z dziedziny techniki górniczej oraz geologii. Częste są również terminy nacechowane kulturowo lub związane ze ściśle określonym miejscem, które nie mają odpowiedników w innych językach. Artykuł omawia możliwe techniki tłumaczeniowe, które mogą mieć zastosowanie w omawianych przypadkach.
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Felici, Maria Serena. "Aspetti linguistici in Machado de Assis e nella traduzione italiana di Esaú e Jacó." Cadernos de Tradução 43, no. 1 (March 8, 2023): 1–29. http://dx.doi.org/10.5007/2175-7968.2023.e91226.

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Abstract:
Lo studio qui presentato nasce in seguito alla riflessione sul testo del romanzo di Joaquim Maria Machado de Assis (1839-1908) Esaú e Jacó (1904), in occasione del lavoro di traduzione da me realizzato per i tipi della Lorenzo de’ Medici Press e pubblicato nel 2022, con il titolo di Esaù e Giacobbe. Da una iniziale visione sinottica della lingua nella produzione letteraria di Machado, condotta alla luce di studi critici e delle dichiarazioni dello stesso autore sul valore politico-sociale della lingua stessa, e dopo uno sguardo sulle traduzioni dell’opera di Machado ad oggi edite in Italia, si scenderà nel particolare di Esaú e Jacó, analizzandone alcuni passaggi rappresentativi del profilo linguistico dell’autore; infine, si esamineranno alcune scelte traduttive da me intraprese. L’obiettivo è mostrare che il processo che ha portato al metatesto, che è la prima edizione italiana di quest’opera, si è svolto con una particolare attenzione al valore cruciale che la lingua assume in questo romanzo, in cui Machado riflette sul Brasile di fine Ottocento, sull’alta società della sua allora capitale, Rio de Janeiro, la sua cultura, la sua storia, la sua identità post-indipendenza.
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Jarosz, Anna. "(In)traducibilità di testi letterari. I nomi dei personaggi nel dramma "Obywatel męczennik" di Tomasz Kaczmarek nella traduzione italiana." Translatorica & Translata 2 (December 30, 2021): 9–28. http://dx.doi.org/10.18778/2544-9796.02.01.

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Abstract:
Gli aspetti principali che riguardano la traduzione e che infatti sono i concetti chiave nella discussione sull’attivita di tradurre come l’equivalenza e l’intraducibilita vengono presentati nell’articolo, che cerca di spiegare e chiarire gli studi sulla traduzione e il loro sviluppo riguardando particolarmente la traduzione letteraria. Tradurre i testi letterari significa approfondire, comprendere ed esplorare il mondo unico ed eccezionale dell’autore, cioe entrare in questo mondo e poi creare un duplicato in un’altra lingua che potrebbe evocare simili reazioni, emozioni e riflessioni.
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Di Marco, Emanuele Michele. "La nuova traduzione in lingua Italiana del Messale Romano. L'Opportunità di celebrare al passo col tempo." Roczniki Teologiczne 68, no. 5 (July 14, 2021): 55–73. http://dx.doi.org/10.18290/rt.21685-3.

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Abstract:
L'articolo parla della nuova traduzione del Messale Romano in lingua italiana. Alla prima domenica di Avvento del 2020 in tutte le comunità di lingua italiana sono entrate in vigore diverse novità: oltre ad una attualizzazione delle orazioni e dell'ordinario della Messa, si può notare una maggiore sensibilità al rapporto tempo / eternità.
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Avirović, Ljiljana. "Petrarca e il petrarchismo: aspetti della traduzione del sonetto in croato." Acta Neophilologica 32 (December 1, 1999): 13–27. http://dx.doi.org/10.4312/an.32.0.13-27.

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Abstract:
II Canzoniere di Petrarca (1304-1374) ha ricevuto quasi sempre in croato il titolo con cui quest' opera e passata alia storia (e non gia quello originario di Rerum vulgarium fragmenta), seppure nella trascrizione ortografica della lingua di arrivo (Kanconijer). Non che ai traduttori croati mancasse l'opportunita di renderlo con il suo equivalente Pjesmarica (canzoniere)- che del resto e il titolo con cui spesso Ia storiografia letteraria croata designa il capolavoro di Petrarca -, ma nella loro scelta si ravvisa l'intento di indirizzare in qualche modo illettore, che sin dal titolo del testo viene informato circa l'opportunita della traduzione di alcuni termini dalla forte connotazione semantica. Cio vale anche per la traduzione di una delle forme metriche piti frequenti nel Canzoniere, qual e appunto il sonetto. La trasposizione del sonetto italiano racchiude Ia summa dei problemi della traduzione metrica, richiedendo nella lingua di arrivo il massimo della versatilita traduttiva. La trasposizione dell'endecasillabo giambico del sonetto costituisce da secoli un problema particolarmente sentito presso i traduttori croati.
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Avirović, Ljiljana. "Petrarca e il petrarchismo: aspetti della traduzione del sonetto in croato." Acta Neophilologica 32 (December 1, 1999): 13–27. http://dx.doi.org/10.4312/an.32.1.13-27.

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Abstract:
II Canzoniere di Petrarca (1304-1374) ha ricevuto quasi sempre in croato il titolo con cui quest' opera e passata alia storia (e non gia quello originario di Rerum vulgarium fragmenta), seppure nella trascrizione ortografica della lingua di arrivo (Kanconijer). Non che ai traduttori croati mancasse l'opportunita di renderlo con il suo equivalente Pjesmarica (canzoniere)- che del resto e il titolo con cui spesso Ia storiografia letteraria croata designa il capolavoro di Petrarca -, ma nella loro scelta si ravvisa l'intento di indirizzare in qualche modo illettore, che sin dal titolo del testo viene informato circa l'opportunita della traduzione di alcuni termini dalla forte connotazione semantica. Cio vale anche per la traduzione di una delle forme metriche piti frequenti nel Canzoniere, qual e appunto il sonetto. La trasposizione del sonetto italiano racchiude Ia summa dei problemi della traduzione metrica, richiedendo nella lingua di arrivo il massimo della versatilita traduttiva. La trasposizione dell'endecasillabo giambico del sonetto costituisce da secoli un problema particolarmente sentito presso i traduttori croati.
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Kilibarda, Vesna. "TRADUZIONE MONTENEGRINA DELL’ODE PIEMONTE DI CARDUCCI CRNOGORSKI PREVOD KARDUČIJEVE ODE PIJEMONTU." Folia linguistica et litteraria XI, no. 30 (2020): 35–49. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.2.

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Abstract:
Il presente contributo prende in esame le circostanze in cui nel 1896 fu pubblicata in Montenegro una traduzione dell'ode Piemonte di Carducci, che fino ad oggi è rimasta l'unica versione di questa poesia dal famoso poeta italiano presso gli Slavi del Sud. Inoltre, si tratta dell'unica traduzione dalla lingua italiana del professor Živko Dragović, uno dei pochi traduttori di letteratura italiana in Montenegro fino alla fine dell’Ottocento che non si era formato intellettualmente nelle Bocche di Cattaro o in Dalmazia, dove lingua, letteratura e cultura italiana erano presenti da secoli. La pubblicazione della traduzione dell'ode di Carducci che celebra la dinastia Savoia e la regione piemontese, da cui è stata avviata la lotta per l'unificazione dell'Italia, è legata all'annuncio del matrimonio della principessa montenegrina Jelena Petrovic Njegoš con l’erede al trono italiano Vittorio Emanuele di Savoia, ma anche all'idea del piemontismo montenegrino, che all’epoca era caldeggiata dall’ideologia dinastica e dall’opera poetica del principe montenegrino Nikola I. Nell’articolo approfondiamo anche altri rari contributi su Carducci pubblicati nei periodici montenegrini fino all'inizio della prima guerra mondiale.
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Caprara, Giovanni. "LINGUA, MEDIAZIONE LINGUISTICA E INTERFERENZA." Entreculturas. Revista de traducción y comunicación intercultural, no. 1 (March 27, 2009): 811–15. http://dx.doi.org/10.24310/entreculturasertci.vi1.11909.

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Abstract:
La presente monografía colectiva, editada por Franco Angeli (Milán), fue publicada en 2004 gracias a la idea de Anna Cardinaletti, Fabrizio Frasnedi y Giuliana Garzone (responsables de la colección Lingua, Traduzione, Didattica). En la edición del volumen han participado también el Grupo de Investigación “Osservatorio dell’Italiano Contemporaneo. Analisi linguistica e implicazioni didattiche e traduttive” del Departamento de Lenguas y Culturas Contemporáneas de la Universidad de Milán y el MIUR (Ministerio de Educación, Universidad e Investigación). La monografía recoge los resultados del congreso organizado en Milán en 2002, que fue organizado por la Universidad de esta ciudad.
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Bazić, Jovana. "ANALIZA FRAZEOLOŠKIH JEDINICA U ROMANU „DERVIŠ I SMRT“ I NjIHOVO PREVOĐENjE NA ITALIJANSKI JEZIKA." Узданица XIX, no. 2 (2022): 69–83. http://dx.doi.org/10.46793/uzdanica19.2.069b.

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Abstract:
Il presente contributo ha lo scopo di analizzare le espressioni idiomatiche nel romanzo Il derviscio e la morte del celebre scrittore Meša Selimović. Il primo obiettivo è quello di esaminare il grado di equivalenza nella traduzione degli esempi estratti dal corpus. Altri obiettivi si rispecchiano nell’analisi delle caratteristiche semantiche e morfologiche. Cercando di illuminare quanto difficile e complesso può essere il processo della traduzione, abbiamo cercato di fare una classificazione delle unità fraseologiche tradotte. Infine, i risul- tati ci hanno mostrato che vi sono tre tipi di equivalenza nella traduzione: totale, parziale e zero. Inoltre, la presente ricerca ha scoperto che esistono anche delle unità fraseologiche che non hanno un equivalente nella lingua d’arrivo. Le espressioni idiomatiche estratte dal romanzo appartengono ai vari campi semantici (astratto, religioso, somatismi, zoonimi, ecc.). Quanto alla struttura morfologica, va detto che la maggior parte delle unità fraseo- logiche sono costruite dai verbi, aggettivi, nomi, avverbi ecc. Quest’analisi ha sottolineato quanto difficile può essere tradurre le espressioni idiomatiche nei testi letterari, ma soprat- tutto nel caso in cui la mancanza di un dizionario fraseologico serbo-italiano è evidente. Infine, va evidenziato che questo lavoro può magari essere una stima per ulteriori ricerche nell’ambito degli studi contrastivi nel sistema fraseologico di due lingue.
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Arêas, Alcebíades Martins, Maria Aparecida Cardoso Santos, and Edvaldo Sampaio Belizário. "O verbo em Giovanni Verga: considerações sobre o uso dos tempos e dos modos e os desafios para a tradução." Revista Italiano UERJ 13, no. 1 (October 17, 2022): 10. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2022.70749.

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RESUMO: O presente trabalho tem por objetivo apresentar a tradução de fragmentos retirados de alguns contos escritos por Giovanni Verga com foco na tradução para o português de alguns tempos e modos verbais do italiano. Nossa estratégia de tradução obedece ao escopo de buscar a melhor forma e o melhor conteúdo privilegiando a clareza e o sentido dos textos escolhidos para a língua portuguesa e partindo, sempre que possível e necessário, de uma perspectiva comparatista em que a tradução para outras línguas pode corroborar nossas escolhas.Palavras-chave: Giovanni Verga. Tempo Verbal. Modo Verbal. Tradução. ABSTRACT: Il presente lavoro si propone di presentare la traduzione di frammenti tratti da alcuni racconti scritti da Giovanni Verga, concentrandosi sulla traduzione in portoghese di alcuni tempi e modi verbali italiani. La nostra strategia di traduzione segue lo scopo di ricercare la migliore forma ed il miglior contenuto, dando priorità alla chiarezza e al significato dei testi scelti per la lingua portoghese e partendo, ove possibile e necessario, da una prospettiva comparativa in cui la traduzione in altre lingue può confermare le nostre scelte.Parole chiave: Giovanni Verga. Tempo Verbale. Modo Verbale. Traduzione. ABSTRACT: The present work aims to present the translation of fragments taken from some short stories written by Giovanni Verga, focusing on the translation into Portuguese of some Italian verbal tenses and modes. Our translation strategy follows the scope of seeking the best form and the best content, prioritizing the clarity and meaning of the texts chosen for the Portuguese language and departing, whenever possible and necessary, from a comparative perspective in which the translation into other languages can corroborate our choices.Keywords: Giovanni Verga. Verbal Tense. Verbal Mode. Translation.
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Sulowski, Jan. "Divinum decretum czyli prawo Boże (Refleksje nad "De Trinitate" św. Hilarego z Poitiers)." Vox Patrum 32 (December 15, 1997): 89–99. http://dx.doi.org/10.31743/vp.7725.

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Abstract:
Ilario da Poitiers - in un certo senso apre nuove prospettive di tutta la teologia cristiana. Nuove - perche le sue opere erano sconosciute a causa del suo latino particolarmente difficile. La traduzione ed edizione in polacco - la prima lingua moderna la quale rende tutte sue opere accessibili - permette attingere loro richezze.
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Petrilli, Susan, and Augusto Ponzio. "L’accentuazione e la ri-accentuazione nella lingua, nella scrittura letteraria e nella traduzione." Letrônica 14, sup. (December 31, 2021): e42510. http://dx.doi.org/10.15448/1984-4301.2021.s.42510.

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Abstract:
Intonacija, akcentuacija sono termini ricorrenti nei testi di Michail Bachtin e Valentin N. Vološinov. Ogni enunciazione, ogni testo, ha la sua intonazione e la sua specifica accentuazione. La comprensione non è solo comprensione del contenuto, del significato, ma anche e soprattutto comprensione del testo comprensione del senso, e il senso è dato proprio dalla particolare, specifica intonazione, dalla singolare accentuazione. Ciò non vale soltanto nel parlato, ma anche nella scrittura, dunque nella lettura e anche nella traduzione interlinguistica. È compito del traduttore saper riaccentuare il testo nella lingua d’arrivo così come “risuona” nella lingua di partenza
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Gallo, Patrizia. "Dimmi che lingua parli? Il multilinguismo di un gruppo di apprendimento della lingua francese con pazienti gravi." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 2 (November 2022): 197–206. http://dx.doi.org/10.3280/psp2022-002014.

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Abstract:
Attraverso la conduzione di un gruppo di apprendimento della lin-gua francese, l'autrice racconta come, grazie al dispositivo gruppale e all'uso all'interno di esso di un oggetto terzo, quale la traduzione di una lingua straniera, sia stato possibile creare un ponte di senso verso una possibile area terza di simbolizzazione, al quale i pazienti hanno potuto accedere. Simultaneamente, la costanza dell'incontro e del continuo lavoro di bonifica dei contenuti affettivi emergenti ha permesso loro, ognuno a proprio modo, di sostenere la fatica dell'apprendimento e di sperimentarsi, favorendo un'esperienza viva di apprendimento. Grazie alla congiunzione di questi due aspetti, si può ipotizzare che sia stata così favorita un'occasione di "apprendere dall'esperienza", precorritrice dello sviluppo di una capacità sublimatoria.
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Scotti Jurić, Rita, and Lorena Lazarić. "TRADUZIONE E TRADIZIONE. ALCUNE RIFLESSIONI SULLA POESIA DI DANIEL NAČINOVIĆ." Folia linguistica et litteraria XI, no. 30 (2020): 175–93. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.11.

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Abstract:
C’è una differenza sostanziale tra chi si esprime con la lingua standard e chi lo fa in dialetto. Gli studi sulla traduzione della poesia dialettale sono pochi e le prospettive teoriche denunciano per lo più difficoltà implicite in una tale operazione, ma non forniscono modelli operativi soddisfacenti. La domanda che ci si pone è se sia corretto tradurre la poesia ciacava nel dialetto istroveneto o lo si debba fare in italiano standard. Nel saggio si discuteranno le peculiarità della scrittura poetica dialettale di Daniel Načinović: l'espressività della lingua orale legata alla concretezza e all’immediatezza, l'uso frequente di immagini e paragoni, di suoni onomatopeici, di forme allocutive e di modi di dire. In particolare si analizzeranno le tecniche traduttive che permetteranno di recuperare quell'orizzonte antropologico che può essere testimoniato non solo dal ciacavo che lo esprime, ma anche dall'istroveneto che questo mondo lo conosce e lo vive.
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Abdo, Samah Mohammed Ibrahim. "PROBLEMATICHE DI TRADUZIONE LETTERARIA DALL’ITALIANO IN ARABO IN UN MODELLO DIDATTICO APPLICATO." Italiano LinguaDue 13, no. 2 (January 26, 2022): 54–73. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17129.

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Abstract:
Il presente articolo ha come oggetto di studio l’analisi delle problematiche di natura semantica-lessicale nella traduzione letteraria compiuta da 7 gruppi di studenti egiziani e arabofoni al quarto anno del corso di Lingua e letteratura italiana, a. a. 2019/2020, presso l’ateneo di Ain Shams, al Cairo. Si sono analizzate le traduzioni, intere o in parte, di: Favole al telefono e Le avventure di Cipollino di G. Rodari, Racconti sardi di G. Deledda, Fiabe Italiane di I. Calvino, I racconti di I. Svevo, Novelle per un anno di L. Pirandello, Il grande Belzoni, Romanzo a fumetti di W. Venturi. L’articolo si focalizza sull’analisi delle difficoltà di traduzione delle espressioni idiomatiche, delle polisemie, dei giochi di parole, degli antroponimi e delle onomatopee. Oltre alle lacune che alcuni dizionari monolingue presentano, la maggior parte dei dizionari bilingui italiano-arabo non raccolgono le espressioni idiomatiche. Traducendo le parole/espressioni polisemiche, lo studente deve cercare spunti nel contesto per scegliere il significato adatto. Non basta consultare il dizionario. Optare per una traduzione inappropriata di un termine polisemico, potrebbe essere dovuto ad un equivoco tra la lingua madre e l’italiano come LS. Con i giochi di parole gli studenti riescono a trovare delle soluzioni facendo riferimento ad un pubblico infantile e adeguate alla cultura d’arrivo. A volte si riesce a riprodurre identico il gioco, a volte viene sostituito con un altro; sono delle «supertraduzioni» per cui il traduttore si sovrappone all’autore adattando lo stile e i valori del testo originale alla lingua di arrivo. Con le parole inventate è necessario creare un neologismo soprattutto quando si tratta di un lemma culturalmente marcato che non ha un corrispondente nella lingua d’arrivo. Tuttavia non mancano gli esempi in cui la rinuncia al gioco di parole nella traduzione risulta una scelta obbligata. In Le avventure di Cipollino gli studenti dovevano mantenere le connotazioni dei nomi. Le strategie adottate nella traduzione degli antroponimi hanno l’obiettivo di facilitare, in qualche misura, la lettura del testo tradotto nella cultura di destinazione. In Il grande Belzoni gli studenti affrontano in modo particolare la problematica della traduzione delle onomatopee. Due sono le strategie: optare per le onomatopee derivate equivalenti o ricalcare le onomatopee di origine inglese. Con questo corso, molto vicino ad un laboratorio di traduzione, gli studenti si lanciano in territori mai esplorati e sperimentano strategie nuove per un pubblico giovanile e ricettivo e sviluppano un certo gusto per l’etimologia e la ricerca di somiglianze e differenze lessicali e strutturali tra italiano LS e l’arabo L1. Problems of literary translation from Italian into Arabic in an applied didactic model This article analyzes the semantic-lexical problems in t literary translation by 7 groups of Egyptian and Arabic-speaking students in the fourth year in Italian Language and Literature course, a. a. 2019/2020, at Ain Shams University, in Cairo. The analysis regarded the translation, whole or in part, of: Favole al telefono e Le avventure di Cipollino (G. Rodari), Racconti sardi (G. Deledda), Fiabe Italiane (I. Calvino), I racconti (I. Svevo), Novelle per un anno (L. Pirandello), Il grande Belzoni, Romanzo a fumetti (W. Venturi). The article focuses on the analysis of the translation difficulties regarding idiomatic expressions, polysemy, puns, anthroponym and onomatopoeia. Most bilingual Italian-Arabic dictionaries do not collect idiomatic expressions. When translating polysemic words/expressions, the student must look for clues in the context to choose the appropriate meaning. Consulting the dictionary is not enough. Choosing an inappropriate translation of a polysemic term could be due to misunderstanding between the native language and Italian SL. With puns, students were able to formulate assumptions assimilated by the childish public and adapted to the arrival culture. Sometimes it was possible to reproduce the puns identically, sometimes they were replaced with another Arabic pun. These are “supertranslations”; the translator overlaps the author by adapting the style and values of the original text to the arrival language. With invented words, it was necessary to create a neologism, especially when it came from a lemma of cultural background that did not have a correspondent in the arrival language. However, there was no shortage of examples where it was mandatory to renounce the pun in translation. In Le avventure di Cipollino, the students had to keep the connotations of the names. The strategies adopted in the translation of anthroponym aimed to facilitate the reading of the translated text in the target culture. In Il grande Belzoni, the students faced the problem of the translation of onomatopoeia. There were two strategies: opting for the equivalent derived onomatopoeia or reusing the onomatopoeia of English origin. This course, almost a translation lab, students launched themselves into territories never explored and experimented with new strategies that affect young and receptive readers, and they developed a certain inclination for etymology and the search for lexical and structural similarities and differences between Italian SL and Arabic L1.
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Kwaśniewska-Urban, Paulina. "Lazzi goldoniani in veste polacca. Analisi di alcune traduzioni polacche della commedia "Il servitore di due padroni"." Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis. Studia de Cultura 1, no. 9 (2017): 237–51. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.1.21.

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Abstract:
Abstrakt Lo scopo dell’articolo è quello di presentare le traduzioni polacche di tre lazzi goldoniani presenti nella commedia Il servitore di due padroni. Si tratta di una delle pièces più significative e note del drammaturgo veneziano e ciò giustifica il fatto che molti autori si siano cimentati nella traduzione del testo. Nell’analisi vengono esaminati esempi provenienti da cinque versioni polacche della commedia, di cui quattro inedite (Trzciński 1921, Boyé 1927, Piszczek e Skibiński 1980, Wasilewska 2015), e di una traduzione pubblicata dalla casa editrice Państwowy Instytut Wydawniczy, ossia quella di Jachimecka (1955). La prima parte dell’articolo è dedicata a vagliare alcuni lazzi goldonani, mentre la seconda è un’analisi delle versioni in lingua polacca della commedia di Goldoni. Lazzi Goldoniego w polskiej odsłonie. Analiza wybranych polskich tłumaczeń komedii "Sługa dwóch panów" Artykuł prezentuje analizę propozycji tłumaczeń trzech lazzi (gagów) obecnych w komedii Carla Goldoniego „Sługa dwóch panów” („Il servitore di due padroni”). Omawiana sztuka jest uważana za jedną z najważniejszych komedii weneckiego twórcy i doczekała się kilku przekładów na język polski, z których pięć zostało wykorzystanych w artykule. Cztery z wybranych przekładów to tłumaczenia przygotowane na potrzeby sceny (Trzciński 1921, Boyé 1927, Piszczek i Skibiński 1980, Wasilewska 2015), jeden (Jachimecka 1955) został wydany nakładem Zakładu Ossolińskich. Pierwsza część artykułu to szczegółowa analiza wykorzystanych przez Goldoniego w sztuce lazzi, druga zaś to analiza wyborów tłumaczy, którzy zdecydowali się na transfer owych lazzi do języka i kultury polskiej.
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Santos, Dulcineia Alves dos. "Analisi traduttiva con focus sulle strategie lessicali: la traduzione italiana dei realia nell’opera Os sertões, di Euclides da Cunha." Cadernos de Tradução 43, no. 1 (March 15, 2023): 1–25. http://dx.doi.org/10.5007/2175-7968.2023.e89452.

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Abstract:
Nell’ambito delle scienze della traduzione i realia suscitano da tempo l’interesse degli studiosi, dal momento che sono vocaboli che non trovano un corrispondente in un’altra lingua a causa della loro specificità culturale. Questo è l’argomento del presente articolo: uno studio dei realia nell’opera Os Sertões, di Euclides da Cunha e della loro traduzione italiana, attraverso l’individuazione di una tassonomia per le parole culturospecifiche e l’identificazione delle tecniche di traduzione adottate nel testo italiano. È noto che Os Sertões, oltre a trattare un importante tema storico, è una delle opere più importanti della letteratura brasiliana ed è ricca di culturemi appartenenti alla specifica realtà geografica. L’analisi comparativa dei realia euclidiani trova appoggio negli studi traduttivi della linguistica dei corpora con il supporto degli strumenti del programma informatico WordSmith Tools, sia per la manipolazione del corpus, sia per l’individuazione, selezione, raccolta e catalogazione dei realia. Questo studio vuole evidenziare le molteplici possibilità che la pratica traduttiva può incontrare nella linguistica dei corpora favorendo non solo la creazione di repertori linguistici bilingui nella combinazione linguistica portoghese-italiano ma anche la diffusione letteraria di opere brasiliane.
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Beszterda, Ingeborga. "Lingua e dialetto nel comportamento verbale degli italiani attraverso la stilizzazione letteraria dell’oralità nei romanzi di A. Camilleri. Problemi di traduzione in altre lingue (polacco e francese) dei fenomeni di code-switching nella conversazione." Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis | Studia de Cultura 9, no. 3 (June 28, 2018): 5–13. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.3.1.

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Abstract:
Nel quadro del presente contributo ci si propone di trattare due argomenti in particolare:i fenomeni del cambio di codice (code-switching lingua/dialetto) nella conversazione e il problema della traducibilità in lingue diverse (polacco e francese) di sfumature contestuali determinate dal valore discorsivo e dalle funzioni pragmatiche dell’alternanza di codice lingua/dialetto presso la comunità verbale italiana. L’analisi che ci si propone di condurre consisterà nel paragonare le strategie adoperate da traduttori polacchi e francesi volte a trasferire nelle rispettive lingue peculiarità sociopragmatiche del discorso bilingue tipico della situazione italiana lingua cum dialectis.Język i dialekt w komunikacji werbalnej Włochów. Problem przekładu na języki obce (polski, francuski) zjawiska przełączania kodów [code-switching]W artykule prowadzi się rozważania na temat stopnia przekładalności zjawiska przełączania kodów (język włoski/dialekt), a zwłaszcza jego funkcji dyskursywnych (por. Auer 2003), wykorzystywanych przez włoskich użytkowników języka w konwersacji potocznej. Jako materiał badawczy posłużyły trzy powieści A. Camillerego, w których Autor dokonuje zabiegu stylizacji literackiej na włoski język mówiony. Na podstawie przekładu na język polski i francuski wspomnianych powieści przeprowadza się analizę porównawczą technik translatorycznych zastosowanych przez poszczególnych tłumaczy w tych fragmentach tekstu, gdzie występuje zjawisko przełączania kodów.
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Morozzo della Roca, Paolo. "Anagrafe e stato civile. L'attuale disciplina e le novitŕ previste dal disegno di legge sulla sicurezza." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 2 (June 2009): 48–68. http://dx.doi.org/10.3280/diri2009-002004.

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Abstract:
1. Considerazioni preliminari sulla funzione anagrafica2. L'anagrafe e gli stranieri nella disciplina attuale: la nozione di regolaritŕ del soggiorno3. Alloggi non dichiarati e stranieri "senza fissa dimora"4. Dichiarazioni e certificazioni di stato civile nel procedimento anagrafico5. La strana anagrafe dei cittadini comunitari6. Le modifiche legislative proposte nel disegno di legge sulla sicurezza in materia anagrafica7. Sulla traduzione in lingua italiana di atti e certificazioni prodotti da un'autoritŕ straniera. Un problema inventato?
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Passignat, Émilie. "Nello specchio della traduzione: l’ecfrasi longhiana alla prova della lingua francese." Giornale storico della letteratura italiana 196, no. 656 (October 2019): 498–521. http://dx.doi.org/10.1484/j.gsli.5.129926.

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Paleta, Alicja. "Alcune considerazioni sull’uso della traduzione nella didattica d’italiano come lingua straniera." Studia Romanica Posnaniensia 40, no. 3 (January 1, 2013): 55. http://dx.doi.org/10.14746/strop.2013.403.005.

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Premrl, Mirjam. "Commento delle scelte delle forme verbali nei cloze degli studenti di Italianistica e di Traduzione: (identificazione dei punti critici e confronto tra i gruppi)." Linguistica 49, no. 1 (December 29, 2009): 161–203. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.49.1.161-203.

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Abstract:
Nel presente contributo l'autrice si concentra sull'osservazione e sul commento delle scelte delle forme verbali nei cloze degli studenti del 2., del 3. e del 4. anno del corso di laurea in Lingua e letteratura italiana, del 2. e del 3. anno del corso di Laurea in Mediazione interlinguistica e del 4. anno del corso di laurea in Traduzione. Il punto in comune di tutti e tre i corsi è l'insegnamento esplicito delle caratteristiche e del funzionamento del sistema verbale italiano, anche se nell'ambito di Italianistica la quantità di ore dedicate a questo tipo di insegnamento è superiore rispetto a quella prevista nell'ambito di Traduzione, mentre nell'ambito di Traduzione una quantità maggiore di lezioni concerne esercitazioni di traduzione e composizione di testi. Per gli scopi della ricerca è stato elaborato un test composto da cinque testi autentici brevi ma completi e da un brano tratto dal romanzo Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani, trasformati in seguito nei cloze. Ma visto che la scelta della forma verbale nei cloze dipende non soltanto dalla conoscenza degli usi, bensì anche dall'interpretazione felice del mondo testuale, i cloze sono stati completati da attività quali sottolineare espressioni sconosciute, tradurre il testo in sloveno, completare i cloze preceduti dalla versione slovena del testo. Dai risultati traspare che gli studenti non hanno problemi particolari nella comprensione del mondo testuale, mentre incontrano difficoltà nell'interpretazione attiva delle sue caratteristiche e nell'applicazione degli usi alla realtà extralinguistica. Per la quantità di usi inappropriati si rivelano come i più critici fenomeni quali l'anteriorità nell'ambito delle frasi indipendenti e relative, l'espressione della temporalità relativa nell'ambito dei costrutti sintattici complessi e nel discorso indiretto libero, il preludio, la scelta tra il perfetto e l'imperfetto e l'espressione di notizie riferite su azioni passate con il condizionale composto. Si è scoperto, però, che la criticità di uno stesso fenomeno varia in dipendenza dalla sua riconoscibilità nel co- e contesto. I risultati hanno inoltre confermato - eccetto che per un gruppo - il miglioramento della prestazione con il progredire degli studi. Al tempo stesso si è potuta notare l'importanza dell'insegnamento esplicito e dell'osservazione attiva degli usi delle forme verbali, dato che né le preconoscenze, acquisite spesso in modo informale e utili soprattutto nella ricostruzione del mondo testuale, né l'esperienza relativa alla composizione di testi possono eliminare l'influsso dell'interferenza. Data la presenza implicita della madrelingua nella produzione linguistica del discente in un'altra lingua straniera, l'autrice propone delle attività in classe che prendano come spunto i testi in madrelingua. Per superare le difficoltà di applicazione delle nozioni teoriche ai casi pratici gli studenti dovrebbero essere esposti ancora di più alla lettura e all'analisi dei vari tipi testo in lingua straniera. Gli studenti dovrebbero essere inoltre incitati a un processo consapevole di ricostruzione del mondo testuale.
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Berezowski, Łukasz Jan, and Joanna Ciesielka. "Analisi delle denominazioni di malattie in lingua italiana, polacca e inglese in chiave contrastiva svolta sulla base di alcune entità nosologiche tratte dalla Classificazione ICD-10 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità." e-Scripta Romanica 10 (October 13, 2022): 137–53. http://dx.doi.org/10.18778/2392-0718.10.11.

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Abstract:
L’articolo toccherà argomenti relativi alla pluralità di denominazioni di malattie in lingua italiana, polacca e inglese. Facendo riferimento alla loro etimologia latina nonché al corpus terminologico plurilingue tratto dalla Classificazione ICD-10 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, gli autori metteranno in evidenza i problemi traduttivi di diverse categorie di entità nosologiche analizzando i loro nomi dal punto di vista sociolinguistico, tra i quali i termini eponimici, derivati dotti e popolari, forme greche, latine e latineggianti. In tale contesto si discuteranno le differenze tra i diversi livelli di discorso nella comunicazione medica e della frequenza d’uso di alcune forme varianti di malattie in italiano e in polacco nei rispettivi corpora di riferimento (con alcuni cenni al caso della lingua inglese). Da ultimo, gli autori menzioneranno esempi di forme difettose nella traduzione di malattie tra l’italiano, il polacco e l’inglese.
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Lazarević, Radmila. "NEOLOGISMI E FORESTIERISMI NELL’ITALIANO COME RIFLESSO DEI CAMBIAMENTI SOCIALI." Folia linguistica et litteraria XI, no. 30 (2020): 125–41. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.8.

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Abstract:
Neologismi o neoformazioni sono parole o espressioni nuove, coniate mediante le regole di formazione proprie del sistema lessicale di una lingua, ma non entrate ancora propriamente nell’uso comune, come gadgettistica, sviluppismo, gattizzare... Ogni anno, i dizionari monolingui italiani vengono aggiornati con centinaia di voci nuove. Molte di queste parole arrivano nella lingua italiana come forestierismi già formati, mantenendo pure la forma originale (selfie, Brexit, emoji), mentre altre vengono tradotte e utilizzate come calchi traduzione: post verità dall’inglese post truth, lavaggio del cervello dall’inglese brainwashing ecc. Questo contributo cercherà di dimostrare come le tendenze neologiche nella lingua italiana riflettano non solo l’attualità italiana, ma anche quella globale, nonché i cambiamenti che stanno trasformando la società, talvolta a livello giornaliero, e specialmente nel campo delle nuove tecnologie. A scopo di illustrare queste tendenze, saranno riportati non solo gli esempi più attuali di neologismi, ma anche quelli di voci che, benché da parecchi anni facciano parte integrante dei dizionari e del lessico italiano, sono entrate nella lingua come neologismi e poi a loro volta hanno influenzato la formazione di altri neologismi con la stessa base (Tangentopoli e le sue derivazioni moderne in – poli, con il significato specifico del confisso). Saranno riportati esempi di varie sfere della vita sociale, nonché quelli storicamente rilevanti nel contesto sociale, culturale o politico.
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Di Lucchio, Pierangela. "Scrivere tra Due Lingue: Lingua Italiana e Traduzione in Christiana de Caldas Brito e Vera Lúcia de Oliveira." Revista de Italianística, no. 16 (August 30, 2008): 77. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i16p77-95.

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Abstract:
Este trabalho apresenta uma análise comparativa de alguns textos de duas autoras brasileiras, Christiana de Caldas Brito e Vera Lúcia de Oliveira, que escrevem em língua italiana. Mediante algumas de suas obras mais representativas se esboça uma diferente geografia da identidade, suscitada pelo movimento de separação da terra mãe.
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Conterno, Chiara, and Yoko Tawada. "Ein typischer Bärengang." Jahrbuch für Internationale Germanistik 52, no. 2 (January 1, 2020): 19–26. http://dx.doi.org/10.3726/ja522_19.

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Abstract:
Am 11. Dezember 2019 war Yoko Tawada an der Alma Mater, Università di Bologna, wo sie an zwei sehr gelungenen und gut besuchten Veranstaltungen innerhalb des Exzellenz-Projekts (Dive_In - Iniziativa Dipartimenti di Eccellenza MIUR (L. 232 del 01/12/2016) teilnahm. Am Vormittag gestaltete sie den Workshop Ist die Übersetzung eine Brücke oder ein Zwischenraum / La traduzione è un ponte o una terra di mezzo? Am Abend leitete sie die Lesung Eine mehrsprachige Zunge / Una lingua plurilingue und überraschte das sehr aufmerksame Publikum mit einer genau durchdachten Performance. Im Kontext der Bologneser Veranstaltungen ist das hier wiedergegebene Interview entstanden.
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Rosa-Piras, Pina. "Un esempio di utilizzazione della traduzione nella didattica della lingua spagnola per italofoni." Rilce. Revista de Filología Hispánica 2, no. 1 (June 6, 2018): 83–91. http://dx.doi.org/10.15581/008.2.27233.

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Abstract:
El artículo es una reflexión sobre la operación de traducción extraída de las experiencias de didáctica de la lengua española entre estudiantes italianos que se enfrentan a una prueba de traducción en un examen. El estudiante debe ser capaz de demostrar que ha tomado conciencia de los problemas que la traducción comporta. Ofrece la autora un ejemplo práctico de traducción, precedido de unas referencias a los aspectos teóricos de la misma y las fases que requiere una operación de traslación de un texto a un sistema lingüístico y una cultura diferentes.
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Lopes, Claudia Valéria Arantes. "Exercício de tradução do português para o italiano da crônica Mineirinho, de Clarice Lispector." Revista Italiano UERJ 13, no. 1 (October 17, 2022): 14. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2022.70744.

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RESUMO: Embora não seja uma prática usual, o presente ensaio traz soluções e compensações que um tradutor de língua materna português brasileiro encontra ao verter para o italiano a crônica “Mineirinho”, de autoria de Clarice Lispector, inspirado na morte do inimigo público número um da polícia nos anos 60, chamado José Rosa de Miranda, o Mineirinho. Considerando a natureza do texto, tentou-se transpor para a língua italiana estranhamentos típicos da sintaxe de Clarice Lispector, com resultado que julgamos satisfatório. Além disso, para ilustrar algumas das soluções encontradas, serão destacados trechos em que ambas as traduções divergem.Palavras-chave: Clarice Lispector. Traduções comparadas. Traduzir para língua não materna. Contexto social como instrumento de tradução. Tarefa do tradutor.ABSTRACT: Nonostante non sia una pratica usuale, questo saggio propone soluzioni e compensi che un traduttore, madrelingua portoghese brasiliano, trova nel tradurre in italiano la cronaca, scritta da Clarice Lispector, ispirata alla morte del nemico pubblico numero uno della polizia negli anni 60’ chiamato José Rosa de Miranda, o Mineirinho. Considerata la natura del testo, si è cercato di trasporre alla lingua italiana straniamenti tipici della sintassi di Clarice Lispector, con un risultato che riteniamo soddisfacente. Inoltre, al fine di illustrare alcune delle soluzioni riscontrate, verranno evidenziati stralci in cui entrambe le traduzioni divergono.Parole chiave: Clarice Lispector. Traduzioni a confronto. Tradurre in una lingua non nativa. Contesto sociale come strumento di traduzione. Compito del traduttore. ABSTRACT: Although it is not a usual practice, this essay brings solutions and compensations that a Brazilian Portuguese mother-tongue translator finds when translating into Italian the chronicle “Mineirinho”, by Clarice Lispector, inspired by the death of public enemy number one of the police in the 60s, called José Rosa de Miranda, o Mineirinho. Considering the nature of the text, an attempt was made to transpose typical estrangements of Clarice Lispector's syntax to the Italian language, with a result that we consider satisfactory. In addition, in order to illustrate some of the solutions found, excerpts in which there are divergences between a previous translation and the one proposed will be highlighted.Keywords: Clarice Lispector. Compared translations. Translating into non-native language. Social context as a translation tool. Translator's task.
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Seccia, Maria Cristina. "TEACHING TRANSLATION FROM ENGLISH INTO ITALIAN AS A PURPOSEFUL ACTIVITY IN THE LANGUAGE CLASSROOM: AN EMPIRICAL STUDY." Italiano LinguaDue 13, no. 2 (January 26, 2022): 645–64. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17161.

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Abstract:
This article discusses the ways in which pedagogical translation into Italian can be a valuable tool in enhancing the students’ proficiency, thus contributing to the still underdeveloped research on effective translation teaching practices in the Italian language classroom. Taking an interdisciplinary approach to Italian teaching and based on empirical data collected from translation into Italian workshops delivered to undergraduate Modern Languages students at the University of Hull (UK), this article examines the ways in which drawing on translation studies teaching models can help students to enhance their communicative language competences. Particular attention is paid to pragmatic, sociolinguistic and pluricultural competences, which are crucial in the formation of future language professionals as cultural mediators. More specifically, the discussion consists of the evaluation of two interrelated translation teaching models (Nord 1991/2005, 1997a/2018; Malmkjær 1998) based on a qualitative analysis of the students’ reflections through the lens of the Common European Framework of Reference (CEFR) competence model. The results indicate that drawing on translation studies teaching models can help to teach translation into Italian (which is usually perceived challenging by students) as a purposeful activity, thus enhancing the learners’ communicative ability in real life, as recommended by the CEFR. L’insegnamento della traduzione dall’inglese all’italiano come utile attività nella classe di lingua: uno studio empirico L’articolo prende in esame metodi attraverso cui la traduzione pedagogica verso l’italiano può essere usata come un valido strumento per potenziare le competenze linguistiche di studenti e studentesse. A tal proposito, si pone l’obiettivo di offrire un contributo alla ricerca tuttora in fase di espansione su come insegnare a studenti e studentesse di lingue a tradurre verso l’italiano in modo efficace. Attraverso un approccio interdisciplinare alla didattica dell’italiano e sulla base di dati raccolti durante delle lezioni di traduzione verso l’italiano rivolte e studenti e studentesse di Modern Languages della University of Hull (Regno Unito), il presente studio empirico esamina come rifarsi a modelli di insegnamento elaborati da due studiose di Translation Studies possa aiutare studenti e studentesse di italiano a potenziare le proprie competenze linguistico-comunicative. Particolare attenzione è posta sulle competenze sociolinguistiche, pragmatiche e pluriculturali, fondamentali nel formare professionisti/e in ambito linguistico in grado di agire come mediatori/trici culturali. Nello specifico, lo studio consiste nell’esaminare due modelli correlati (Nord, 1991/2005, 1997a/2018; Malmkjær, 1998) in seguito a riflessioni di studenti e studentesse analizzate qualitativamente in base ai descrittori esemplificativi del Quadro comune di riferimento per la conoscenza delle lingue (QCER). I risultati suggeriscono che rifarsi a modelli di insegnamento elaborati da studiosi/e di Translation Studies può aiutare a presentare la traduzione verso l’italiano come un’attività utile, non fine a se stessa e non solo impegnativa come viene di solito percepita da studenti e studentesse. Stando ai risultati, ciò aiuta infine a potenziare la capacità di comunicare in situazioni di vita reale come proposto dal QCER.
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DE STASIO, Loreta. "DE STASIO, L. (Universidad del País Vasco): DISCUSSIONE SULLA TRADUZIONE DI ‘QUESTI FANTASMI’, DI E. DI FILIPPO: ‘CON DERECHO A FANTASMA’, VERSIONE SPAGNOLA DI JAIME DE ARMIÑÁN E MESSA IN SCENA DI FERNANDO FERNÁN GÓMEZ." TRANSFER 7, no. 1-2 (January 18, 2022): 105–25. http://dx.doi.org/10.1344/transfer.2012.7.105-125.

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In questo studio ci occupiamo della traduzione in lingua spagnola dell’opera di Eduardo Questi fantasmi (1945), realizzata da Jaime de Armiñán nel 1959 espressamente per la messa in scena ad opera di Fernando Fernán Gómez con il titolo Derecho a fantasma. Già dal titolo, tradotto in spagnolo in modo libero, si vuole fondere lo sconosciuto, il magico, il surreale, il mistero, dell’opera con l’idea di locale familiare —come si diceva una volta delle camere delle pensioni con “uso cucina”—, per trattare in modo umoristico una commedia che serve come metafora universale della crisi dei valori che vive l’uomo del secondo Novecento, anche se ritrae in chiave grottesca la tragedia delle penurie e le disillusioni della Napoli dell’immediato dopoguerra, alla fine degli anni ’40. Il rapporto descritto in questa traduzione è tra la parola di Eduardo, di Jaime di Armiñán e di Fernando Fernán Gómez e le loro poetiche che derivano dalle loro visioni del mondo, del teatro e della vita del loro tempo, e anche dalla loro interpretazione e dalla ricezione di questo testo che propongono al pubblico spagnolo. Gli ultimi due autori sono tra i primi a diffondere l’opera di Eduardo in Spagna e questo esercizio avrà ripercussione nella loro attività.
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Sau, Silvia. "Lingua e traduzione atti. Segnali non condivisibili dalla prassi sul versante delle garanzie linguistiche dell'imputato." Archivio penale, no. 1 (2014): 277–95. http://dx.doi.org/10.12871/978886741315719.

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Ralli, G., C. Milella, R. Ralli, M. Fusconi, and G. La Torre. "Quality of life measurements for patients with chronic suppurative otitis media: Italian adaptation of “Chronic Ear Survey”." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 1 (February 2017): 51–57. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1041.

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Abstract:
Il Chronic Ear Survey (CES) è una misura specifica della Qualità della Vita (QoL) nei pazienti affetti da Otite Media Suppurativa Cronica (CSOM). È un questionario composto da 13 domande che indagano frequenza, durata e severità dei sintomi associati a questa malattia. Il CES genera tre sottoscale con rispettivo punteggio che riguardano limitazioni nelle attività fisiche e sociali, sintomi e trattamento medico. Attraverso le risposte ottenute dai pazienti è possibile ricavare un punteggio che va da 0 a 100; il punteggio più alto indica una QoL migliore, mentre quello più basso indica una QoL peggiore. Il questionario è stato creato in lingua inglese. Lo scopo del lavoro è di validare in lingua italiana il CES. La traduzione è stata condotta seguendo le linee guida internazionali. La versione italiana del CES (CES-I) è stata proposta a 54 pazienti con CSOM. Nello stesso tempo, è stato somministrato a tutti i pazienti anche il questionario SF-36. Un modello trasversale è stato usato per esaminare la consistenza interna (Cronbach alpha) e la validità esterna (coefficiente di Pearson). Per confermare la validità esterna del CES-I è stato poi analizzato il test di correlazione di Pearson considerando il punteggio totale, le singole sottoscale del CES e le 8 scale dello Short Form Health Survey (SF-36). Il coefficiente di Cronbach è stato pari a 0.737. Il coefficiente di correlazione interno ha dato un risultato pari a 0.737 (95% CI: 0.600-0.835, p < 0.001) di media e 0.412 (95% CI: 0.237-0.559, p < 0.001) per le singole misure. Sulla base dei nostri risultati il questionario CES-I è risultato essere concorde con l’originale in lingua inglese e può essere considerato uno strumento adeguato per valutare la Qualità della Vita nei pazienti con CSOM di lingua italiana.
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Finozzi, Anna. "Riscrivere la storia coloniale tramite l’uso dell’oralità: Il caso di Adua (2015)." Memoria y Narración. Revista de estudios sobre el pasado conflictivo de sociedades y culturas contemporáneas, no. 2 (March 5, 2021): 131–45. http://dx.doi.org/10.5617/myn.8669.

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Abstract:
L’articolo si propone di analizzare l’uso dell’oralità nel romanzo Adua (2015) di Igiaba Scego. Tradizionalmente, il testo letterario postcoloniale è stato considerato come una ‘traduzione’ da una lingua orale Africana ad una scritta Europea. Lo scopo dell’articolo è spostare l’attenzione dall’oralità come segno di alterità all’oralità come modalità di trasmissione; questo slittamento critico è necessario per una rivalutazione della letteratura postcoloniale italiana, di cui spesso si considera più la portata documentaristica di quella letteraria. Attraverso i Memory Studies, e in particolare concetti quali la postmemory di Marianne Hirsch, la countermemory di Yael Zerubavel e la travelling memory di Astrid Erll, l’analisi mostra come Adua sia modellata dalla comunicazione orale della memoria attraverso i dialoghi dei personaggi e da altre immagini connesse all’atto di ascoltare e tramandare. Infine, la dicotomia oralità-africanità viene respinta in favore di quella oralità-trasmissione.
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San Vicente, Félix, and Hugo E. Lombardini. "Dos obras publicadas e inmediatamente olvidadas: las gramáticas de español para italianos de Gennaro Sisti (1742) y de José Martínez de Valdepeñas (¿1785?)." Estudios de Lingüística del Español 36 (June 1, 2015): 235–75. http://dx.doi.org/10.36950/elies.2015.36.8689.

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Abstract:
En el marco de las investigaciones historiográficas llevadas a cabo por los autores de este estudio, han salido a la luz dos gramáticas de español para italianos de las que no se halla mención, ni entre las obras de ese tipo posteriores, ni en ningún catálogo o texto crítico. Se trata de dos ediciones únicas, de rarísima presencia en bibliotecas, aunadas por su finalidad y por el hecho de haber sido olvidadas inmediatamente después de su publicación, aunque presenten características gramaticográficas comunes de indudable interés. La primera en orden cronológico (Traduzione dal francese del nuovo metodo di Porto Reale. Con cui agevolmente s’insegna la lingua spagnola. Con l’aggiunzione di due dialoghi ed un copioso nomenclatore in fine fatta da D. Gennaro Sisti) es una obra que el semitista Gennaro Sisti publica en 1742 (Napoli: Serafino Porsile); la segunda (Grammatica della lingua spagnuola, ossia La vera scuola della lingua castigliana chiamata volgarmente lingua spagnuola) es un texto que el exjesuita Martínez de Valdepeñas publica hacia 1785 (Genova: Franchelli). Ambas obras, en un siglo como el XVIII, considerado hasta ahora como un siglo con escasa presencia de obras originales, constituyen dos jalones para la reconstrucción de la tradición gramatical de obras de español destinadas a italianos. El cometido de este estudio es el de presentar los mencionados textos a los historiadores de la lingüística y de la gramática mediante (i) una descripción estructural de la obra; (ii) un análisis de la misma a partir de sus fuentes (la Nouvelle méthode pour apprendre facilement et en peu de temps la langue espagnole de Claude Lancelot, cuya primera edición data de 1660, y la Gramática de la lengua castellana de la Real Academia Española, en su edición de 1771) y (iii) la interpretación del modo en que adecuaron sus textos a los destinatarios de lengua italiana, introduciéndose, en definitiva, en la tradición gramatical de español para italófonos.
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Luchetti, Alberto. "La traduzione, esigenza e possibilitŕ dell'opera." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 2 (June 2010): 189–200. http://dx.doi.org/10.3280/pu2010-002003.

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Abstract:
Che la traduzione, altra professione impossibile, sia costruzione dell'originale č esemplarmente evidenziato dalla psicoanalisi, che interroga in modo peculiare il rapporto dell'uomo col linguaggio e le lingue. Freud, oltre a praticare la traduzione e a usarla insistentemente come metafora, arrivň a proporla come modello della memoria e del funzionamento psichico, dunque ipotizzando l'inconscio come intradotto e intraducibile, eppure incessantemente ritradotto. Alla maniera dei "ritratti compositi" o "immagini generiche" di Galton, la sovrapposizione delle diverse traduzioni dell'opera freudiana nelle diverse lingue, nella loro oscillazione tra etnocentrismo e "prova dello straniero", tra ricentramento e decentramento, contribuiscono a figurare concretamente l'astrazione dell'inconscio sessuale, la scoperta del volto eccentrico di ogni individualitŕ. In questo senso la traduzione costituirebbe non solo una esigenza ma altresě una possibilitŕ dell'opera freudiana.
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Ivancic, Barbara. "Tra le (non) virgole di Alla cieca. Osservazioni sulla traduzione di Alla cieca e sul rapporto tra Claudio Magris e i suoi traduttori." Quaderni d'italianistica 32, no. 1 (December 6, 2011): 83–109. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v32i1.15936.

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Abstract:
Le opere di Claudio Magris sono state tradotte in molte lingue; il primato spetta a Danubio (1986), che segnò il successo internazionale dello scrittore e germanista triestino, con ventidue traduzioni, seguono Un altro mare (1991), tradotto in quattordici lingue, e Microcosmi (1997), a quota diciassette, mentre l’ultimo romanzo Alla cieca (2005) è stato finora tradotto in sedici lingue. Oltre ad essere un autore pluritradotto, Magris nutre anche un profondo interesse per l’argomento della traduzione e in particolare per la traduzione dei suoi stessi testi, come testimonia un intenso dialogo che instaura con molti dei suoi traduttori. A questo rapporto per molti versi singolare tra l’autore e i suoi traduttori1 è dedicata la prima parte del presente contributo. Nella seconda parte ci si concentra su Alla cieca e in particolare su un tratto stilistico del romanzo, quello dei segnali interpuntivi, il cui uso viene dapprima descritto nel testo fonte e che poi si analizza nelle traduzioni inglese, tedesca e croata.1Per un’analisi più approfondita di questo rapporto rimando al mio studio Il dialogo tra autori e traduttori. L’esempio di Claudio Magris (cfr. Ivancic 2010).
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Żądło, Andrzej. "Liturgia i formy pobożności ludowej w adwencie w świetle „Dyrektorium o pobożności ludowej i liturgii”." Ruch Biblijny i Liturgiczny 57, no. 4 (December 31, 2004): 245. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.522.

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Abstract:
Il 17 dicembre del 2001 la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha promulgato il „Direttorio su pietà popolare e liturgia”. In aprile del 2002 questo direttorio è stato pubblicato in lingua italiana, invece nel 2003 è apparsa la sua traduzione in lingua polacca, presa in elaborazione nell’articolo sopra presentato.Il contenuto dell’articolo è dedicato alla questione della pietà popolare nel tempo di Avvento, quindi alla problematica discussa nel quarto capitolo del documento preso in esame. Tale problematica viene accompagnata, nella prima parte dell’articolo, da uno sguardo d’insieme dedicato allo sviluppo storico di Avvento e alla sua teologia. Nella seconda parte dell’articolo vengono presentate le forme della pietà popolare sviluppatesi e praticate nel menzionato tempo liturgico dell’attesa della nascita di Gesù (esse sono: la corona e le processioni di Avvento, le „tempora d’inverno”, la Vergine Maria nell’Avvento, la novena del Natale, il presepio). In questa parte dell’articolo viene messa in evidenza la potenziale ricchezza spirituale di tali forme, ma anche la necessità dell’adeguato approfondimento teologico di esse e della loro evangelizzazione, per garantirne il giusto rapporto con la liturgia che costituisce il naturale coronamento delle forme di pietà popolare. E’ importante che i pii esercizi del popolo cristiano rimangano vivamente raccomandati. E’ ugualmente necessario però che tali esercizi vengano regolati in modo da rimanere in armonia con la sacra liturgia. La pietà popolare deve in qualche modo trarre ispirazione dalla liturgia e ad essa condurre il popolo cristiano (cfr. LG 13).
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Santos, Maria Aparecida Cardoso, and Alice Rodrigues Crivano da Silva. "Sobre a tradução poética e o Poetry Slam: crepa! – uma análise e muitos diálogos." Revista Italiano UERJ 12, no. 1 (September 5, 2021): 14. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.62088.

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RESUMO: O presente trabalho visa a ratificar o papel do tradutor como mediador entre culturas ao discutir as estratégias utilizadas na tradução e na retradução de um poema escrito em língua italiana. O corpus de análise, o poema crepa! criado pelo escritor e poeta sardo Sergio Garau, traduzido para língua portuguesa e apresentado na edição da FLUP de 2016, é um expoente da poetry slam, atribuindo a importância da oralidade, da métrica e das rimas do original durante o ato tradutório. Nesta modalidade, cuja performance artística é essencial para agregar significado ao poema, a meta objetivada seria produzir uma tradução satisfatoriamente fiel tanto no que diz respeito à forma quanto ao conteúdo. À luz de teóricos como Paulo Henriques Brito, Umberto Eco, dentre outros, evidenciamos dificuldades e soluções durante o desafio da tradução poética intercultural. Neste, também comentamos sobre outras questões igualmente pertinentes como a possibilidade de contato com o autor para solucionar eventuais dúvidas; a importância do trabalho em equipe na busca de outras perspectivas para a transposição do poema à língua de chegada; a validade de uma tradução e a necessidade de uma nova versão da mesma em prol da aprimoração constante do trabalho realizado pelo tradutor.Palavras-chave: Tradução poética. Tradução intercultural. Italianística. ABSTRACT: Questo lavoro si propone di confermare il ruolo del traduttore come mediatore tra culture discutendo le strategie utilizzate nella traduzione e nella ritraduzione di una poesia scritta in italiano. Il corpus di analisi, il poema crepa! creato dallo scrittore e poeta sardo Sergio Garau, tradotto in portoghese e presentato nell'edizione della FLUP 2016, è un esponente del poetry slam, attribuendo l'importanza dell'oralità, della metrica e delle rime dell'originale durante l'atto di traduzione. In questa modalità, la cui esecuzione artistica è essenziale per aggiungere significato al poema, l'obiettivo mirato sarebbe quello di produrre una traduzione soddisfacentemente fedele sia in termini di forma che di contenuto. Alla luce di teorici come Paulo Henriques Brito, Umberto Eco, tra gli altri, mettiamo in evidenza difficoltà e soluzioni durante la sfida della traduzione poetica interculturale. In questo commentiamo anche altre questioni altrettanto pertinenti come la possibilità di contattare l'autore per risolvere eventuali dubbi; l'importanza del lavoro di squadra alla ricerca di altre prospettive per trasporre la poesia nella lingua di destinazione; la validità di una traduzione e la necessità di una nuova versione per migliorare costantemente il lavoro svolto dal traduttore.Parole chiave: Traduzione poetica. Traduzione interculturale. Italianistica.ABSTRACT: This work aims to confirm the role of the translator as a mediator between cultures by discussing the strategies used in the translation and re-translation of a poem written in Italian. The corpus of analysis, the poem crepa! created by sardinian writer and poet Sergio Garau, translated into portuguese and presented in the 2016 edition of FLUP, it’s an exponent of poetry slam, attributing the importance of orality, meter and rhymes of the original during the translation act. In this modality, whose artistic performance is essential to add meaning to the poem, the aimed goal would be to produce a satisfactorily faithful translation both in terms of form and content. In the light of theorists such as Paulo Henriques Brito, Umberto Eco, among others, we highlight difficulties and solutions during the challenge of intercultural poetic translation. In this work, we also comment on other equally pertinent issues such as the possibility of contacting the author to resolve any doubts; the importance of teamwork in search of other perspectives for transposing the poem to the target language; the validity of a translation and the need of a new version in order to constantly improve the work performed by the translator.Key words: Poetic Translation. Intercultural Translation. Italian Studies.
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Vučetić, Zorica. "Alcune riflessioni contrastive sul verbo." Linguistica 37, no. 1 (December 1, 1997): 81–88. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.37.1.81-88.

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Abstract:
Scopo del presente lavoro è di offrire un modesto contributo alla formazione del lessico italiano. L' articolo tratta la formazione suffissale dei verbi sia in croato che in italiano. Prende in considerazione un gruppo di parole formate: è un gruppo di verbi derivati mediante suffissi, un gruppo non molto numeroso, ma interessante dal punto di vista formativo e soprattutto dal punto di vista semantico. Si esaminano i suffissati verbali, formati da basi che sono voci onomatopeiche o di origine onomatopeica, interiezioni o esclamazioni o anche altre parole monosillabe e bisillabe. Abbiamo esaminato i verbi croati e i verbi italiani, abbiamo cioè esaminato gli equivalenti formali e semantici dei verbi croati nella lingua italiana. Confrontando questi verbi abbiamo cercato di mettere in rilievo le caratteristiche formali e quelle semantiche dei verbi, nonché di sottolineare i problemi che si possono incontrare nella traduzione dei rispettivi verbi. Affrontando questo tema, pur sempre rimanendo nell'ambito della formazione delle parole, abbiamo cercato di ampliare un po' il tema e in particolare abbiamo voluto fissare un punto di avvio per ulteriori ricerche e analisi.
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Brera, Matteo. "A dialogo con Dante. Possibilità semiotiche e riflessioni sulla traduzione poetica nella prima versione interlineare in lingua inglese dell’Inferno." Incontri. Rivista europea di studi italiani 27, no. 2 (December 31, 2012): 84. http://dx.doi.org/10.18352/incontri.8297.

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Romano, Augusto. "Peripezie del "caso clinico"." STUDI JUNGHIANI, no. 55 (August 2022): 31–53. http://dx.doi.org/10.3280/jun55-2022oa14070.

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Abstract:
L'articolo si propone di illustrare: a) I nessi che intercorrono tra conduzione dell'analisi e caratteristiche del suo resoconto (il cosiddetto "caso clinico"). Vengono pertanto descritti e discussi il modello tradizionale della conduzione dell'analisi e quello corrispondente della redazione del caso clinico, entrambi ispirati a un metodo osservazionale, nel quale lo sguardo distaccato dell'osservatore ha un ruolo centrale. b) L'evoluzione della prassi analitica che, raccogliendo l'eredità dello spirito del Romanticismo, ha progressivamente ridotto l'importanza della interpretazione a favore di un sempre maggiore coinvolgimento personale dell'analista. c) Le difficoltà che si oppongono a una trascrizione efficace delle esperienze emotive e immaginali vissute nell'interazione di analista e paziente. Tali difficoltà rinviano alla indicibilità dei "vissuti", nei quali non è più possibile una netta distinzione tra significante e significato. d) Il parallelismo tra redazione del "caso clinico" e traduzione da una lingua a un'altra. In entrambi i casi, una possibile, seppur parziale, soluzione delle difficoltà sta nella applicazione della cosiddetta "costruzione dei comparabili" (Ricoeur), che significa tendere a una equivalenza ma non a una identità tra ciò che accade in analisi e ciò che noi scriviamo: dire la stessa cosa ma in altro modo, facendo uso dell'analogia.
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