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Journal articles on the topic 'Lingua straniera'

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De Vita, Clelia. "Estranea o straniera? Lingua e filiazione nella migrazione." INTERAZIONI, no. 1 (April 2021): 112–24. http://dx.doi.org/10.3280/int2021-001009.

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Abstract:
Nel passaggio linguistico ad una nuova cultura, è possibile abitare più lingue con parti di-verse di Sé. Nelle famiglie migranti, la lingua modella l'identità dei membri della famiglia, agendo anche sui legami e sulla loro trasmissione. La lingua straniera, non permette di tradurre le memorie sensoriali infantili appartenenti al Sé del genitore. Nel caso esemplificato, la madre si è trovata a vivere due diverse esperienze di maternità, caratterizzate dall'uso di due lingue. L'uso della lingua straniera ha ostacolato la creazione di una relazione intima tra la madre e la figlia secondogenita. Esclusa per scelta materna dall'uso della lingua madre, la bambina è di-venuta l'"estranea familiare". L'ascolto analitico ha permesso di rintracciare le "quote di estraneità" presenti nella relazione madre-bambina l'eco dei vissuti conflittuali della madre nella propria esperienza di figlia, dissociati nell'uso della lingua straniera.
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2

Stanič, Daša. "Analisi degli errori nella produzione scritta degli studenti di italiano come ls a livello universitario." Journal for Foreign Languages 9, no. 1 (December 28, 2017): 255–85. http://dx.doi.org/10.4312/vestnik.9.255-285.

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Abstract:
All’inizio del contributo vengono esposte le premesse teoriche: la storia della concezione dell’errore nei diversi metodi dell’insegnamento della lingua straniera, i tipi di errori, i criteri i base ai quali è possibile identificare un errore e le cause degli errori. Di seguito sono presentati il corpus dei compiti scritti degli studenti e l’analisi degli errori più tipici e frequenti degli studenti slovenofoni con esempi. L’autrice è del parere che per raggiungere alti livelli di competenza in una lingua straniera sono indispensabili la consapevolezza dei propri errori e la riflessione linguistica su di essi da parte dell’apprendente, guidata da un insegnante che conosca gli errori tipici dei propri studenti (nel nostro caso si tratta di studenti slovenofoni del corso di Laurea Triennale in Lingua e letteratura italiana della Facoltà di lettere e Filosofia di Lubiana). Proprio per questa ragione il contributo si propone di descrivere gli errori più frequenti e di stabilire e descrivere le loro cause. Benché non sia stato possibile risalire a tutte le cause degli errori, l’analisi individua e conferma le tre principali fonti degli errori: la L1, altre lingue straniere che gli studenti studiano o conoscono e la lingua da apprendere. Nonostante il corpus fosse composto da un numero relativamente alto di compiti scritti, si è dimostrato troppo limitato per l’analisi di alcuni errori, specialmente per l’analisi degli errori nell’uso delle forme verbali.
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De Domizio, Anna, and Darja Mertelj. "I giochi didattici nell’insegnamento/apprendimento d’italiano come lingua straniera." Journal for Foreign Languages 7, no. 1 (December 30, 2015): 191–215. http://dx.doi.org/10.4312/vestnik.7.191-215.

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Abstract:
Nonostante le numerose e diverse definizioni del gioco, in generale, si considera che il gioco stimoli e sostenga lo sviluppo cognitivo, sociale, emozionale e motorio degli individui. Nell’ambiente scolastico si usano i cosiddetti giochi didattici che sono organizzati in base agli obiettivi formativi. La differenza tra questi e i ‘giochi popolari’ consiste nel fatto che questi non sono frutto della tradizione popolare o dell’invenzione spontanea dei bambini, ma sono creati e adattati dagli insegnanti stessi, secondo criteri organizzativi e contenutistici che coincidono con gli obiettivi specifici dell’unità didattica. In conseguenza sono sempre più numerosi gli insegnanti e gli autori di libri di testo che decidono di includere questo tipo di tecnica didattica nel processo d’insegnamento. I giochi didattici nelle lezioni di lingue straniere hanno un’importanza notevole perché possono essere usati sia per sviluppare le abilità ricettive che per quelle produttive. Un’ulteriore caratteristica potenzialmente positiva dei giochi didattici è che non sono adatti solo per bambini ma anche per adolescenti e adulti, quindi adatti anche per l’insegnamento delle lingue straniere in vari contesti d’apprendimento. Nella parte empirica di quest’articolo si cerca di chiarire in quale misura si usino i giochi didattici durante le lezioni d’italiano come lingua straniera nelle scuole secondarie superiori e come questa tecnica d’insegnamento/apprendimento sia accolta tra gli studenti.
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Morozzo della Roca, Paolo. "Anagrafe e stato civile. L'attuale disciplina e le novitŕ previste dal disegno di legge sulla sicurezza." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 2 (June 2009): 48–68. http://dx.doi.org/10.3280/diri2009-002004.

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Abstract:
1. Considerazioni preliminari sulla funzione anagrafica2. L'anagrafe e gli stranieri nella disciplina attuale: la nozione di regolaritŕ del soggiorno3. Alloggi non dichiarati e stranieri "senza fissa dimora"4. Dichiarazioni e certificazioni di stato civile nel procedimento anagrafico5. La strana anagrafe dei cittadini comunitari6. Le modifiche legislative proposte nel disegno di legge sulla sicurezza in materia anagrafica7. Sulla traduzione in lingua italiana di atti e certificazioni prodotti da un'autoritŕ straniera. Un problema inventato?
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Gremo, S., G. Iannarelli, and M. Vadori. "L'assistenza nefrologica alla persona straniera: ieri, oggi e domani." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 2 (January 26, 2018): 81–86. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1144.

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Abstract:
I dati ISTAT al 1° gennaio 2006 dichiaravano che la quota degli stranieri iscritti in Anagrafe era pari al 4.5%, tuttavia si riscontravano forti differenze a livello territoriale. Lo confermano i dati del XXI Rapporto sull'immigrazione al 31 dicembre 2010, dove la ripartizione territoriale degli immigrati in Italia è a Nord Ovest 35.0%; a Nord Est 26.3%; al Centro 25.2%; al Sud e Isole 13.5%. La percentuale di iscrizioni nel 2010 è però aumentata al 7.5% (4 570 317 stranieri) a cui bisogna aggiungere oltre 400mila persone regolarmente presenti (Straniero Temporaneamente Presente) ma non ancora registrate in anagrafe. Questa realtà rispecchia anche quella del nostro Sistema Sanitario Nazionale e delle nostre sale dialisi. Presso la dialisi del Presidio Ospedaliero S.G. Bosco di Torino la persona assistita straniera, nel dicembre 2011, incideva per il 22.2% sul totale degli assistiti (7.2% in emodialisi, 4.2% ambulatorio post-trapianto, 10.8% ambulatorio pre-dialisi). La scarsa conoscenza della lingua italiana compromette la comunicazione tra operatori sanitari e PA e una difficile aderenza terapeutica alle prescrizioni dietetiche-farmacologiche. Abbiamo cercato in questi anni di sopperire a queste difficoltà, mettendoci in relazione con la PA e i suoi familiari senza pregiudizi su stili di vita e valori, diversi da quelli usuali. Il nostro obiettivo è stato quello di risolvere le problematiche incontrate quotidianamente, ma anche con progetti di traduzione delle brochure in uso, e progettando corsi di formazione multiculturale per gli operatori addetti al trapianto renale. È stato laborioso educare all'autocura immunosoppressiva una PA straniera e analfabeta rientrata dal Centro Trapianti, altrettanto laborioso è stato far comprendere a una PA cinese e a una senegalese, che non parlavano italiano, la complessità della preparazione al trapianto, ma siamo riusciti nell'intento personalizzando il loro percorso e adattandolo ai loro punti di debolezza. (nursing)
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Zorman, Anja. "Sviluppo della competenza fonologica nelle lingue seconde/straniere." Linguistica 57, no. 1 (December 30, 2017): 357–73. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.57.1.357-373.

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Abstract:
Nella ricerca, nei programmi di insegnamento e nei materiali didattici per l’italiano come lingua seconda o straniera viene generalmente data scarsa attenzione allo sviluppo della competenza fonologica e delle abilità del parlato. La presente ricerca, cui hanno partecipato 140 allievi delle scuole con lingua d’insegnamento slovena dell’Istria slovena, dove l’italiano è insegnato come lingua seconda, ha studiato l’impatto dell’insegnamento della fonologia e dello sviluppo della capacità di elaborazione fonologica dell’input linguistico sulla percezione uditiva dell’informazione fonologica. I risultati della ricerca indicano che i programmi di sviluppo dell’ascolto discriminativo e di segmentazione fonologica influiscono significativamente sulle capacità di percezione uditiva, a patto che avvengano nell’interazione diretta con il parlante della lingua obiettivo (seconda o straniera) e che siano sistematici, intensivi e estensivi. Di conseguenza, tali programmi influiscono anche sullo sviluppo della comprensione uditiva e della competenza comunicativa nella lingua obiettivo.
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Pišot - Čok, Lucija. "Contributo alla didattica della lingua Italiana come lingua seconda." Linguistica 30, no. 1 (December 1, 1990): 151–67. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.30.1.151-167.

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Abstract:
La tesi postlaurea "Contributo alia didattica della lingua italiana come lingua seconda" è frutto di esperienze raccolte dall'autrice nell'insegnamento della lingua italiana come L2, nonché sintesi riflessiva dellavoro empirico che l'educazione al bilinguismo le ispirava. L'insegnamento della lingua italiana nell'ambiente bilingue e biculturale dell'Istria deve differire dall'insegnamento dell'italiano come lingua straniera. Esso si pone finalità immediate (L'italiano è lingua veicolare) e fmalità a lungo termine (L'italiano è una delle due lingue- culture del bilingue). Esso ha obiettivi cognitivi (L'italiano è scienza), sociali e etnolinguistici (L'educazione bilingue è fattore di transculturismo). L'autrice in prima persona ha avuto modo e opportunita di avvedersene, sia come collaboratrice nella stesura dei programmi per la lingua seconda, che come autrice di libri di testo per l'insegnamento di questa lingua, e relatrice in diversi tipi di aggiornamento professionale per insegnanti di lingua italiana elaborando, sperimentando e verificando le specificità dell'insegnamento della lingua italiana come L2 . II suo contributo alla teoria dell'educazione bilingue e le proposte per rendere l'insegnamento della lingua italiana come L2 efficace e valido, sono i1 nucleo della tesi.
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Platas-García, Alejandra, Verónica Reyes-Meza, and José Martín Castro-Manzano. "Disegno e risoluzione di una prova di comprensione della lettura a scelta multipla per studenti adulti di italiano lingua straniera." Matices en Lenguas Extranjeras, no. 13 (January 1, 2019): 120–43. http://dx.doi.org/10.15446/male.n13.89896.

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Abstract:
Questo contributo offre alcuni elementi da considerare in merito al disegno e alla risoluzione delle prove di comprensione della lettura a scelta multipla in italiano lingua straniera ed è indirizzato ai lettori interessati nella valutazione di studenti ispanofoni. Si sa che l’abilità di comprensione della lettura non può essere valutata direttamente. Siccome gli insegnanti di italiano come lingua straniera non possono misurare il grado di comprensione raggiunto dagli studenti con la semplice osservazione della loro lettura, ci vuole l’uso di qualche prova che offra quest’informazione. Tra le diverse tipologie di prove che esistono c’è una che è molto adoperata, la prova a scelta multipla. L’obiettivo di questo contributo è descrivere aspetti relativi al disegno e alla risoluzione di una prova a scelta multipla di lettura ideata per studenti adulti di italiano lingua straniera. La metodologia è quantitativa: studio descrittivo, trasversale. Abbiamo somministrato la prova di lettura a 43 studenti di italiano con un’età media di 23,4 anni, che avevano un livello intermedio di conoscenza della lingua. I partecipanti hanno ottenuto più risposte corrette (66,5%) che errate (33,5%) e hanno adoperato di più la strategia di eliminazione per risolvere la prova che le altre strategie. Per concludere diamo dettagli sulla nostra ricerca futura.
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Savoia, Teresa. "La scrittura nella didattica della lingua straniera." CADMO, no. 2 (January 2019): 115–19. http://dx.doi.org/10.3280/cad2018-002008.

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Mertelj, Darja. "Frasi all'imperativo in italiano : aspetti glottodidattici di forma, intonazione, cortesia ed interculturalità." Linguistica 48, no. 1 (December 29, 2008): 121–35. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.48.1.121-135.

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Abstract:
Nell’insegnamento dell’italiano come lingua seconda o straniera (L2/LS) l’imperativo viene considerato un capitolo relativamente difficile, nella sua integrità appare al livello B1/B2 (secondo il Quadro Comune europeo di riferimento per le lingue) che dagli apprendenti spesso viene percepito come una zona di passaggio dall’italiano ‘facile’ alla ‘complessità’ di questa lingua (ad es. ai casi dell’imperativo informale vi vengono legate le forme del congiuntivo presente). Nell’insegnamento moderno, con l’avvento dell’insegnamento comunicativo anche per quanto concerne l’italiano L2/LS negli ultimi decenni, le forme grammaticali appaiono anche prima che gli apprendenti siano ‘grammaticalmente maturi’ (considerando ovviamente l’ambiente scolastico e linguistico in senso largo). Sembra appropriata la decisione che l’insegnante si soffermi e presti attenzione all’uso dell’imperativo e delle frasi iussive nella lingua italiana anche prima che i ‘suoi’ apprendenti siano al livello B.
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Antonič, Nives, and Mojca Cerkvenik. "insegnamento dell’italiano e l’educazione interculturale in Slovenia." Revista de Italianística, no. 38 (December 29, 2019): 61–72. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i38p61-72.

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Abstract:
L’articolo si propone di presentare una panoramica delle principali caratteristiche che riguardano l’insegnamento/apprendimento dell’italiano in Slovenia e una riflessione sull’importanza dell’educazione interculturale al fine di contribuire all’inclusione del singolo nella società che lo circonda. Dopo una sintetica illustrazione del quadro giuridico nel quale si inserisce la tutela delle lingue minoritarie in Slovenia, si presenta il percorso scolastico e le caratteristiche dell’insegnamento/apprendimento della lingua italiana come lingua materna (L1) e lingua seconda (L2) nel territorio bilingue nonché come lingua straniera (LS) nel resto della Slovenia. In particolare, vengono delineate le peculiarità del modello di educazione bilingue del Litorale sloveno, territorio di confine e area di contatto di culture prevalentemente romanze e slave. Infine, si evidenzia la necessità di applicare un approccio interculturale all’insegnamento in quanto il buon funzionamento della società multiculturale contemporanea dipende dalla consapevolezza della propria cultura congiuntamente all’esistenza di altre culture dell’ambiente. In questo modo sia insegnanti che studenti saranno coscienti del bisogno costante di accrescere le proprie competenze sia linguistiche che interculturali.
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Macaro, Ernesto. "Review of recent research (2000–2008) on applied linguistics and language teaching with specific reference to L2 Italian." Language Teaching 43, no. 2 (March 3, 2010): 127–53. http://dx.doi.org/10.1017/s0261444809990358.

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Abstract:
L'apprendimento della lingua italiana come lingua straniera (L2), probabilmente per motivazioni storico-culturali, è di carattere specialistico. Di conseguenza, l'impronta globale della lingua italiana, rispetto ad altre lingue straniere come l'inglese, lo spagnolo ed il francese, risulta essere abbastanza limitata. Sorprende quindi il fatto che in diversi progetti di ricerca, nel campo della linguistica applicata e dell'apprendimento delle L2, l'italiano sia la lingua studiata dai partecipanti oggetto di studio. Questa rassegna di studi verte ad identificare gli approfondimenti della ricerca nel campo dell'apprendimento della lingua italiana come seconda lingua piuttosto che il contributo dell'italiano alla teoria della SLA in genere. Inoltre, ha l'obbiettivo di valutare lo stato attuale della lingua italiana nell'ambito dell'istruzione formale. L'autore suggerisce la presenza di un rapporto tra la comprensione del processo di apprendimento della lingua italiana e la richiesta dell'italiano come L2. Questa rassegna riassume e categorizza quasi settanta studi condotti in una varietà di contesti educativi e offre proposte e stimoli per futuri progetti di ricerca.Italian has for many years been considered somewhat of a specialist language when studied as a second language (L2) and this is perhaps due to historical and cultural factors. Its footprint worldwide compared to such languages as English, Spanish and French is therefore somewhat limited. Surprisingly, however, there is a considerable body of research in applied linguistics and second language acquisition (SLA) in which Italian features as the language being studied. This review sought to identify the extent to which the research provided specific insights into how Italian as a second or foreign language (L2 Italian) is learnt as opposed to the ways in which it has contributed to SLA theory-building more generally. In addition, it sought to assess how well Italian is holding up as a language being learnt in formal instructed contexts. The author suggests that insights into the learning of Italian and uptake by Italian students may be inter-related. The present review summarises and categorises nearly seventy empirical studies conducted in a variety of educational contexts and offers suggestions for future avenues of research.
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Santoro, Elisabetta. "L´insegnamento dell´italiano a San Paolo: lingua straniera o seconda lingua?" Revista de Italianística, no. 9 (December 30, 2004): 129. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i9p129-137.

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Abstract:
As considerações aqui apresentadas nascem de reflexões sobre a situação do imigrante e do aprendiz de uma lingua estrangeira: ambos entram em contato com uma nova lingua porque querem e/ou devem conhecer uma nova cultura e, viceversa, com uma nova cultura porque querem e/ou devem aprender uma nova lingua. Foi analisada a situação vivida pelos descendentes de imigrados italianos (e, em especial, daqueles que vivem em São Paulo), para os quais o italiano está em uma posição-limite entre língua estrangeira (LS) e segunda língua (L2). Ou talvez seja outra coisa ainda.
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Perisic, Olja. "Collocazioni nella didattica del serbo come lingua straniera." Филолог – часопис за језик књижевност и културу 22, no. 22 (December 30, 2020): 88–115. http://dx.doi.org/10.21618/fil2022088p.

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Abstract:
Nella presente ricerca saranno presentati i risultati di una sperimentazione condotta in una classe di studenti di prima annualità presso l’Università di Torino. Scopo di questa indagine è ricavare alcune conclusioni circa l’efficacia del procedimento DDL-data driven learning nell’apprendimento lessico-grammaticale a livello principiante. I primi studi sui corpora hanno evidenziato la tendenza delle parole a co-occorrere con determinate altre parole, creando nel contesto una serie di pattern lessico-grammaticali noti come collocazioni. Nello studio delle lingue straniere, il lexical approach, cioè lo studio basato sulle collocazioni e non più sulle parole isolate, risulta particolarmente significativo. Anche la componente grammaticale non deve essere oggetto di studi separati, bensì va sempre e comunque affrontata come parte integrante delle collocazioni, intese come unità semantiche ma anche sintattiche e grammaticali. Utilizzando appositi software per l’analisi dei corpora lo studente può essere coinvolto nell’osservazione di tutti gli elementi che caratterizzano una parola come unità semanticogrammaticale: collocazione, colligazione, prosodia semantica e preferenza semantica. In questa sede verranno presentati alcuni esempi tratti dalla ricerca svolta in classe durante il lavoro individuale con gli studenti, con la speranza che possano stimolare la curiosità di quanti si occupano dell’insegnamento del serbo come LS.
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Alujević, Marijana, and Mira Braović Plavša. "L’uso dei proverbi nell’insegnamento della lingua italiana." Zbornik radova Filozofskog fakulteta u Splitu, no. 13 (2020): 185–200. http://dx.doi.org/10.38003/zrffs.13.1.

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Abstract:
I proverbi con la loro forma particolare, fissa e concisa, ritmicamente organizzata e stimolante adempiono un ruolo di trasferimento d’esperienze, sapere popolare e cognizioni essenziali per la sopravvivenza. Vengono considerati validi strumenti per raggiungere diversi obiettivi educativi e per chiarire il rapporto tra cultura e lingua. La complessità nel collocare e nell’analizzare la struttura dei proverbi spesso scoraggia i docenti ostacolando l᾽impiego didattico di questa inesauribile fonte di diverse sfaccettature didattiche. In questo contributo vengono proposti svariati usi dei proverbi nell’apprendimento dell’italiano come lingua straniera. Un᾽unità didattica, anche nelle sue fasi principali, offre molteplici possibilità di applicazione dei proverbi in tutti gli ambiti dell’insegnamento di base: lessicale, grammaticale, morfosintattico e fonologico. Contemporaneamente apre orizzonti di valore civico culturale. La padronanza dei proverbi in una lingua straniera è un indicatore valido e rilevante della competenza interculturale che fa parte integrante della competenza comunicativa. I proverbi sono nello stesso tempo un incentivo per gli insegnanti a inoltrarsi in significati linguistici non sempre espliciti, difficili da interpretare e dominare a pieno.
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Cartago, Gabriella. "“Scrivere in una lingua straniera è un atto pagano”." Lingue Culture Mediazioni - Languages Cultures Mediation (LCM Journal), no. 3 (2016) 1 (July 2016): 5–8. http://dx.doi.org/10.7358/lcm-2016-001-cart.

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Vuletic, Dean. "That’s amore!: La lingua italiana nella musica leggera straniera." European Journal of Communication 29, no. 6 (November 27, 2014): 746–48. http://dx.doi.org/10.1177/0267323114545850a.

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Novello, Alberta. "Subhan, Zein, & Garton, Sue (a cura di). (2019). Early language learning and teacher education. Bristol, England: Multilingual Matters." EuroAmerican Journal of Applied Linguistics and Languages 7, no. 1 (February 20, 2020): 152–56. http://dx.doi.org/10.21283/2376905x.10.182.

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Abstract:
Viene di seguito proposta la recensione alla curatela di Zein e Garton, Early Language Learning and Teacher Education, una raccolta di 14 capitoli dedicati all’apprendimento precoce di una lingua straniera o seconda. Gli autori dei contributi riportano diverse situazioni di apprendimento, analizzandone le caratteristiche principali e mettendone in evidenza i punti di forza e le criticità. Si tratta per lo più di focus group o ricerche molto ristrette che descrivono ambiti educativi molto diversi tra loro seppur riguardanti l’insegnamento delle lingue a giovani apprendenti. La recensione introduce il contesto di riferimento e descrive, poi, i contenuti dei singoli capitoli, proponendo, in conclusione, alcune considerazioni sul volume.
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Torrens Guerrini, Rosa M. "L'analisi del code-switching: uno strumento pedagogico nell'insegnamento dell'italiano lingua straniera." Quaderns d’Italià 3 (November 2, 1998): 47. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.405.

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Paleta, Alicja. "Alcune considerazioni sull’uso della traduzione nella didattica d’italiano come lingua straniera." Studia Romanica Posnaniensia 40, no. 3 (January 1, 2013): 55. http://dx.doi.org/10.14746/strop.2013.403.005.

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Torquato, Carolina Pizzolo. "Le varietà del repertorio linguistico e l’insegnamento dell’italiano come lingua straniera." Revista de Italianística, no. 21-22 (December 30, 2011): 149. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i21-22p149-160.

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Abstract:
O italiano apresenta uma ampla gama de variação do seurepertório linguístico que, como se sabe, não se limita à simples distinção entre língua e dialeto (ou língua e dialetos). Pode-se afirmar que a peculiar história da língua italiana produziu uma verdadeira multiplicidade de repertórios linguísticos, de forma que não existe um único repertórioválido para todos os italianos: até mesmo o, assim chamado, “italiano standard” (ou “neo-standard”) não é senão uma variante entre tantas outras que compõem a complexa arquitetura do italiano contemporâneo.Conhecer o quadro dessas variantes linguísticas, aprender a distinguilas e a usá-las nos diferentes contextos situacionais, faz parte da competência comunicativa de um falante nativo ou estrangeiro.
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Caprara, Loredana, and Olga Alejandra Mordente. "Italiano a São Paulo: lingua materna, etnica, o lingua straniera da imparare e da insegnare? Come insegnarla?" Revista de Italianística, no. 13 (August 30, 2006): 61. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i13p61-78.

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Abstract:
O italiano no Brasil, de língua materna e étnica, torna-se cada vez mais língua estrangeira a ser aprendida em cursos formais, escolas e universidades. Coloca-se o problema da formação adequada, cultural e lingüística dos professores, à qual os cursos universitários atuais reservam, a nosso ver, um número insuficiente de horas aula. Pensa-se na possibilidade de ampliar informalmente a oferta de aulas complementares para proporcionar uma melhor assimilação lingüística e cultural, mediante conversação e leitura, e chegar, assim, a um ensino mais amplo e rico.
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Miklič, Tjaša. "Il discorso indiretto libero nel romanzo di Giorgio Bassani Il Giardino dei Finzi-Contini: funzioni testuali e caratteristiche linguistiche." Linguistica 43, no. 1 (December 1, 2003): 93–108. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.43.1.93-108.

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Abstract:
Quando la sezione letteraria della commissione statale per l'italiano aveva scelto il romanzo II giardino dei Finzi Contini (GFC) come testo su cui preparare le cono­ scenze letterarie per l'esame di maturita in italiano lingua straniera nei licei sloveni non si aspettava particolari difficolta di comprensione da parte degli studenti. La fruizione pero si e rivelata meno soddisfacente del previsto. L'attenta analisi lin­guistica delle sue caratteristiche strutturali svolta in seguito allo scopo di offrire poi agli insegnanti suggerimenti concreti per la presentazione dei punti problematici in classe ha portato alla scoperta di una insospettata complessita, soprattutto di natu­ ra narrativa e sintattica. Questo compito apparentemente pratico ha spronato una ricerca di respiro piu ampio, che ha implicato analisi sistematiche della prima e del­ l'ultima versione del romanzo, 1 nonche di una serie di traduzioni in varie lingue.2
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Schiavo, Nicoletta. "Un terapeuta può condurre con successo una psicoterapia in una lingua straniera?" RUOLO TERAPEUTICO (IL), no. 124 (October 2013): 13–20. http://dx.doi.org/10.3280/rt2013-124003.

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Santos, Elisabetta. "Londra, novembre 2003: si discute la didattica dell´italiano come lingua straniera." Revista de Italianística, no. 8 (December 30, 2003): 133. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i8p133-135.

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Casciani, Santa, and Luisa Rapallino. "Una prospettiva concettuale nell'insegnamento della letteratura in un corso d'italiano come lingua straniera." Italica 71, no. 4 (1994): 433. http://dx.doi.org/10.2307/479664.

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Torsani, Simone. "La competenza fraseologica in italiano lingua straniera tra i livelli elementare e intermedio." CHIMERA: Revista de Corpus de Lenguas Romances y Estudios Lingüísticos 7 (December 18, 2020): 107–32. http://dx.doi.org/10.15366/chimera2020.7.005.

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Abstract:
Phraseology constitutes an indisputably important area of language proficiency. Among the methods devised to explore this domain, semiautomated analysis of learner corpora has yielded important findings, especially in the case of intermediate and advanced levels. This paper investigates phraseological competence in Italian as a Foreign Language between the A2 and B1 levels of the CEFR. We collected 160 texts based on different combinations of task difficulty and learner level and we compared, through two-way Anova tests, the different groups. Results show that A2 leaners produce more non-collocational bigrams with respect to other groups, but when they attempt a B1 task they experience difficulty in producing high frequency bigrams. Implications for instruction and further research are discussed.
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Balboni (book editor), Paolo, Giuseppe Caruso (book editor), Annamaria Lamarra (book editor), and Gabriella Colussi Arthur (review author). "Scuola di Formazione di Italiano Lingua Seconda / Straniera competenze d’uso e integrazione." Quaderni d'italianistica 36, no. 2 (July 27, 2016): 318–20. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v36i2.26933.

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Jones, Irene Marchegiani. "Fuori di classe! Una proposta didattica per l'insegnamento dell'italiano come lingua straniera fuori dell'aula tradizionale." Italica 75, no. 4 (1998): 495. http://dx.doi.org/10.2307/479609.

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Kucher, Simona Bartoli. "Incontrare un altro mondo: immagini, intercultura e partecipazione nella classe di italiano come lingua straniera." Revista de Italianística, no. 28 (December 19, 2014): 20. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i28p20-39.

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Abstract:
O presente artigo pretende mostrar – entre reflexões teóricas e prática didática – como o filme e o romance multimodal podem ter um papel fundamental em uma abordagem didática em cujo centro estão os aprendizes como actantes culturais. Se textos e filmes em língua estrangeira apresentam conteúdos ligados a seu mundo, se narram histórias que os envolvem do ponto de vista emocional e cognitivo, contribuem para potencializar a competência textual, a competência narrativa e a competência intercultural em língua estrangeira, dando uma importante contribuição educacional e ligada ao desenvolvimento da personalidade
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Mertelj, Darja. "Principi del «flipped learning» per lo sviluppo dell’interazione orale a livello B1 in italiano come lingua straniera." Studia Romanica Posnaniensia 47, no. 2 (June 15, 2020): 67–79. http://dx.doi.org/10.14746/strop.2020.472.005.

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Abstract:
The paper first brings an overview of spoken interaction in FL and flipped learning principles. This overview is followed by a thorough didactic report on how these two processes can be merged, how teaching materials can be prepared, and how the teaching and learning process can be systematically developed in order to extensively support learners’ efforts to speak at level B1 in Italian as a FL. Both positive and less positive aspects of a one-semester project are discussed. Finally, some conclusive glotodidactic implications stemming from the experience are proposed.
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Benati, Alessandro. "Processing instruction: un tipo di grammatica comunicativa per la classe di lingua straniera. Il caso del futuro italiano." Italica 77, no. 4 (2000): 473. http://dx.doi.org/10.2307/480284.

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Premrl, Mirjam. "Commento delle scelte delle forme verbali nei cloze degli studenti di Italianistica e di Traduzione: (identificazione dei punti critici e confronto tra i gruppi)." Linguistica 49, no. 1 (December 29, 2009): 161–203. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.49.1.161-203.

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Abstract:
Nel presente contributo l'autrice si concentra sull'osservazione e sul commento delle scelte delle forme verbali nei cloze degli studenti del 2., del 3. e del 4. anno del corso di laurea in Lingua e letteratura italiana, del 2. e del 3. anno del corso di Laurea in Mediazione interlinguistica e del 4. anno del corso di laurea in Traduzione. Il punto in comune di tutti e tre i corsi è l'insegnamento esplicito delle caratteristiche e del funzionamento del sistema verbale italiano, anche se nell'ambito di Italianistica la quantità di ore dedicate a questo tipo di insegnamento è superiore rispetto a quella prevista nell'ambito di Traduzione, mentre nell'ambito di Traduzione una quantità maggiore di lezioni concerne esercitazioni di traduzione e composizione di testi. Per gli scopi della ricerca è stato elaborato un test composto da cinque testi autentici brevi ma completi e da un brano tratto dal romanzo Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani, trasformati in seguito nei cloze. Ma visto che la scelta della forma verbale nei cloze dipende non soltanto dalla conoscenza degli usi, bensì anche dall'interpretazione felice del mondo testuale, i cloze sono stati completati da attività quali sottolineare espressioni sconosciute, tradurre il testo in sloveno, completare i cloze preceduti dalla versione slovena del testo. Dai risultati traspare che gli studenti non hanno problemi particolari nella comprensione del mondo testuale, mentre incontrano difficoltà nell'interpretazione attiva delle sue caratteristiche e nell'applicazione degli usi alla realtà extralinguistica. Per la quantità di usi inappropriati si rivelano come i più critici fenomeni quali l'anteriorità nell'ambito delle frasi indipendenti e relative, l'espressione della temporalità relativa nell'ambito dei costrutti sintattici complessi e nel discorso indiretto libero, il preludio, la scelta tra il perfetto e l'imperfetto e l'espressione di notizie riferite su azioni passate con il condizionale composto. Si è scoperto, però, che la criticità di uno stesso fenomeno varia in dipendenza dalla sua riconoscibilità nel co- e contesto. I risultati hanno inoltre confermato - eccetto che per un gruppo - il miglioramento della prestazione con il progredire degli studi. Al tempo stesso si è potuta notare l'importanza dell'insegnamento esplicito e dell'osservazione attiva degli usi delle forme verbali, dato che né le preconoscenze, acquisite spesso in modo informale e utili soprattutto nella ricostruzione del mondo testuale, né l'esperienza relativa alla composizione di testi possono eliminare l'influsso dell'interferenza. Data la presenza implicita della madrelingua nella produzione linguistica del discente in un'altra lingua straniera, l'autrice propone delle attività in classe che prendano come spunto i testi in madrelingua. Per superare le difficoltà di applicazione delle nozioni teoriche ai casi pratici gli studenti dovrebbero essere esposti ancora di più alla lettura e all'analisi dei vari tipi testo in lingua straniera. Gli studenti dovrebbero essere inoltre incitati a un processo consapevole di ricostruzione del mondo testuale.
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Giglioni, Cinzia, and Ellen Patat. "Pedagogical implications of teaching codes of ethics at tertiary level: An Italian case study." EuroAmerican Journal of Applied Linguistics and Languages 7, no. 2 (October 30, 2020): 51–69. http://dx.doi.org/10.21283/2376905x.12.206.

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Abstract:
EN The study investigates the use of codes of ethics in teaching English as a Foreign Language (EFL) to students enrolled in a first-level master’s course in Marketing Management in an Italian public university. According to Bhatia (2002), genre-specific documents such as codes of ethics have the potential to “sensitise and prepare students to meet the communicative demands of disciplinary communication” (p. 13). Within the theoretical framework of genre analysis and its possible implications for language teaching, this paper focuses on learners’ perceptions and achievements in EFL learning using corporate codes of ethics, presented to students both theoretically and on a practical level. A pre-questionnaire, pre- and post-test, and abridged post-treatment questionnaire were used to collect data. The goal of the five-week study was to demonstrate that genre pedagogy caters to learners’ needs, raises rhetorical and genre awareness, and fosters language awareness at a micro-textual, lexico-syntactical level. Key words: CODES OF ETHICS, LANGUAGE TEACHING, ENGLISH FOR SPECIFIC PURPOSES, GENRE-BASED INSTRUCTION ES Este estudio es investiga el uso de los códigos de ética en la enseñanza del inglés como lengua extranjera (LE) a los alumnos de un Máster en mercadotecnia en una universidad pública italiana. Se espera que los códigos revelen su potencial de “sensibilizar y preparar a los alumnos a fin de poder estar a las alturas de las exigencias comunicativas en comunicación disciplinaria” (Bhatia, 2002, p.13 [traducción nuestra]). Dentro del marco teórico del análisis de género y sus posibles implicaciones para la enseñanza de idiomas, este trabajo se enfoca en las percepciones y resultados de los estudiantes de inglés LE, a quienes se les han presentado códigos de ética empresarial desde un punto de vista tanto teórico como práctico. Para obtener los datos, se han utilizado una encuesta antes del tratamiento, una prueba tanto antes como después y una versión reducida de la encuesta post tratamiento. El objetivo de este estudio de cinco semanas es demostrar que la pedagogía de los géneros se vincula con las necesidades de los principiantes, porque, por un lado, solicita su conocimiento retórico y de género, y, por otro, favorece, a nivel microtextual, su conocimiento del léxico y de la sintaxis de la lengua extranjera. Palabras claves: CÓDIGOS DE ÉTICA, DIDÁCTICA DE IDIOMAS, INGLÉS ESPECIALÍSTICO, ENSEÑANZA BASADA EN EL GÉNERO IT Questo studio indaga l’uso dei codici etici nell’insegnamento dell’inglese come lingua straniera (LS) a studenti di un master in marketing management di un’università pubblica italiana. Ci si aspetta che i codici rivelino la loro potenzialità nel “sensibilizzare e preparare gli studenti a soddisfare i bisogni comunicativi della comunicazione di una data disciplina” (Bhatia, 2002, p. 13 [traduzione nostra]). Avendo come quadro teorico di riferimento l’analisi del genere e le sue possibili implicazioni nella didattica delle lingue, il presente studio si focalizza sulle percezioni e i risultati di studenti di inglese LS, ai quali vengono presentati i codici etici aziendali da un punto di vista sia teorico sia pratico. Per raccogliere i dati sono stati impiegati un questionario preliminare, un pre-test, un post-test e un questionario ridotto finale. Questo studio, durato cinque settimane, si è proposto di dimostrare che la pedagogia dei generi testuali va incontro ai bisogni dei discenti, perché, da una parte, sollecita la loro consapevolezza retorica e dei generi testuali, dall’altra favorisce, a livello microtestuale, la loro consapevolezza del lessico e della sintassi della lingua straniera. Parole chiave: CODICI ETICI, DIDATTICA DELLE LINGUE, INGLESE PER SCOPI SPECIFICI, INSEGNAMENTO BASATO SUI GENERI TESTUALI
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DiPietro, Robert J. "Insegnare una lingua straniera: Prospettive teoriche e didattica per la scuola elementare. Traute Taeschner. Bologna: II Mulino. 1986. Pp. 300." Applied Psycholinguistics 9, no. 4 (December 1988): 421–25. http://dx.doi.org/10.1017/s0142716400008122.

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Borreguero Zuloaga, Margarita. "Nuzzo, Elena / Grassi, Roberta, Input, output e interazione nell’insegnamento delle lingue, Roma, Bonacci, “L&L Lingua e Lingue. Studi sull’insegnamento dell’italiano e delle lingue straniere”, 2016, 173 pp." Cuadernos de Filología Italiana 27 (July 9, 2020): 313–16. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.70503.

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Abstract:
Reseña de la obra de Nuzzo, Elena / Grassi, Roberta, Input, output e interazione nell’insegnamento delle lingue, Roma, Bonacci, “L&L Lingua e Lingue. Studi sull’insegnamento dell’italiano e delle lingue straniere”, 2016, 173 pp.
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Petrocelli, Emilia. "Pre-service teacher education: Observing senior teachers through the theoretical lens of Ellis’s principles of instructed language learning." EuroAmerican Journal of Applied Linguistics and Languages 8, no. 1 (March 31, 2021): 20–52. http://dx.doi.org/10.21283/2376905x.13.227.

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Abstract:
EN The study is based on a training project completed in Italy as part of a qualifying course for high school teachers of L2 English. The project moves around the framework that Rod Ellis proposed in 2010 on the relationship between Second Language Acquisition and Language Pedagogy and it argues the need for student teachers (STs) to take the role of classroom researchers during their learning process and carry out critical observations through a solid theoretical lens, such as the 10 principles for instructed language learning by Ellis (2005a, 2005b). Three case studies are analyzed to explore how STs observed classroom activities armed with the knowledge of the principles. Data is based on feedback they gave during seminar discussions and remarks made in written reports. Moreover, a follow-up survey of informants after five years’ in-service practice questions whether and how this experience influenced the quality and degree of their understanding of teaching and learning. Considering these results, suggestions are made for future implementations of this kind of project. Key words: INSTRUCTED LANGUAGE LEARNING, SECOND LANGUAGE TEACHER EDUCATION, LANGUAGE PEDAGOGY, COMMUNICATIVE APPROACH, ITALIAN SECONDARY SCHOOL, ENGLISH AS A FOREIGN LANGUAGE (EFL) ES El estudio se basa en un proyecto de capacitación realizado en Italia como parte de un curso de cualificación para profesores de inglés como L2 de nivel secundario. El proyecto se basó en el marco que Rod Ellis propuso en 2010 sobre la relación entre la adquisición de segundas lenguas y la pedagogía lingüística. Este estudio sostiene que los estudiantes necesitan recibir una lente teórica sólida para la observación crítica, como los 10 principios para el aprendizaje de idiomas instruido de Ellis (2005a, b), y asumir el papel de investigadores dentro del aula durante su proceso de aprendizaje. La análisis de tres estudios de caso explora cómo los estudiantes observaron las actividades del aula armados con el conocimiento de los principios. Los datos se basan en los comentarios que dieron durante los debates del seminario y en las observaciones realizadas en los informes escritos. Además, una encuesta de seguimiento de los informantes después de cinco años de docencia en servicio cuestiona si esta experiencia influyó, y de qué manera, en la calidad y el grado de su comprensión de la enseñanza y el aprendizaje. Teniendo en cuenta estos resultados, se hacen sugerencias para futuras implementaciones de este tipo de proyectos. Palabras clave: APRENDIZAJE DE IDIOMAS INSTRUIDO, CAPACITACIÓN DE PROFESORES DE SEGUNDA LENGUA, PEDAGOGÍA DEL LENGUAJE, ENFOQUE COMUNICATIVO, ESCUELA SECUNDARIA ITALIANA, INGLÉS COMO LENGUA EXTRANJERA IT Lo studio si basa su un progetto di tirocinio inserito in un corso di abilitazione per docenti d’inglese nella scuola superiore (TFA). Il progetto si ispira al quadro teorico proposto da Rod Ellis nel 2010 sul legame tra acquisizione della seconda lingua e didattica delle lingue e si basa sull’idea che i tirocinanti debbano effettuare le osservazioni in classe vestendo i panni di ricercatori, con una lente teorica solida come i 10 principi per l’insegnamento delle lingue di Ellis (2005a, b). L’analisi esplora il processo di formazione dei tirocinanti in tre casi studio e le modalità in cui essi si sono mossi nell’osservazione delle lezioni di lingua, armati della conoscenza dei principi di Ellis. I dati includono le riflessioni dei tirocinanti durante le discussioni seminariali e nelle loro relazioni di fine percorso. Inoltre, dopo cinque anni d’insegnamento di ruolo, quegli stessi tirocinanti sono stati intervistati per ricevere informazioni su se e come questa esperienza abbia influenzato la qualità e il livello della loro consapevolezza dei processi di insegnamento e apprendimento. Sulla base dei risultati, vengono avanzate alcune proposte per lo sviluppo di questo tipo di progetti. Parole chiave: APPRENDIMENTO DELLA LINGUA, FORMAZIONE PER DOCENTI DI LINGUA, DIDATTICA, APPROCCIO COMUNICATIVO, SCUOLA SECONDARIA ITALIANA, INGLESE COME LINGUA STRANIERA
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Vučo, Julijana. "LE POLITICHE LINGUISTICHE EDUCATIVE E LA LINGUA ITALIANA NEL CONTESTO GLOBALE E REGIONALE OBRAZOVNE JEZIČKE POLITIKE I ITALIJANSKI JEZIK U GLOBALNOM I REGIONALNOM KONTEKSTU." Folia linguistica et litteraria XI, no. 30 (2020): 323–40. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.18.

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Abstract:
Numerose sono le ragioni che motivano lo studio di lingue straniere. La diffusione e la distribuzione di lingue straniere dipende da motivi economici, politici, culturali e tecnico-organizzativi coordinati alle specificità e necessità locali. Nelle decisioni dei creatori delle politiche linguistiche o singoli interessati per quale lingua optare, partecipano numerosi fattori, dai motivi legati alle urgenze strategiche concordi alle visioni globali, fino a quelli ispirati dalle ragioni personali dell’individuo. La lingua italiana è parlata da cca 70 milioni di parlanti, caratterizzata da forte mobilità sia di forme migratorie tradizionali sia di quelle moderne legate al turismo e scelte professionali. Nel senso economicoproduttivo, l’Italia fa parte della rosa dei paesi più sviluppati del mondo. Questi fattori creano molte e sviluppate ragioni per l’interazione in lingua italiana. Nel presente contributo, seguendo le dichiarate e le più importanti competenze del Duemila europeo, si discutono le attuali politiche educative prevalentemente linguistiche, la potenza delle lingue, la spendibilità e la posizione dell’italiano nell’interazione linguistica nel mondo moderno, come pure le possibili prospettive dello sviluppo del ruolo della lingua italiana nel contesto globale e regionale.
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Baumann, Beate. "Ricci Garotti, Federica; Stoppini, Lucia (Hrsg): L’acquisizione della lingua straniera nella scuola d’infanzia: una ricerca con bambini dai tre ai sei anni." Informationen Deutsch als Fremdsprache 38, no. 2-3 (June 1, 2011): 346–51. http://dx.doi.org/10.1515/infodaf-2011-2-380.

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Šuvakovic, Aleksandra. "DISKURS I ULOGA DISKURSNIH AKTIVNOSTI U UČIONICI STRANOG JEZIKA." Lipar, no. 72 (2020): 169–78. http://dx.doi.org/10.46793/lipar72.169s.

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Abstract:
Considerare il discorso significa riferirsi non solo al piano dell’enunciato (grammaticale, lessicale, semiotico, sintattico), ma anche ai processi di produzione e interpretazione del testo. Questi processi attivano risorse di carattere cognitivo e sociale. A partire dagli anni Ottanta si assiste a una proliferazione del termine discorso nelle scienze del linguaggio, tanto al singolare (dominio del discorso, analisi del discorso) quanto al plurale (i discorsi), a seconda che ci si riferisca alla attività verbale in generale oppure a particolari eventi discorsivi. La diffusione di questo termine è il sintomo di una modificazione nel modo di concepire il linguaggio. Parlando di discorso si prende posizione a favore di una particolare concezione del linguaggio e della semantica, che dipende dalla influenza di diverse correnti pragmatiche che hanno sottolineato un certo numero di idee forza. L’analisi del discorso ha mostrato che il senso non è in ciò che gli enunciati ‘dicono’. Il discorso implica una lettura seconda che è quella del senso interno, delle modalità della sua produzione, delle condizioni della sua emergenza e delle possibilità del suo riconoscimento. Tutto ciò diventa specialmente importante in un’aula di lingua straniera – una scatola nera- dove spetta all’insegnante includere nel processo di insegnameto le attivittà discorsive per sviluppare le competenze socioculturali, lingvistiche, strategiche ecc. necessarie per acquisire la competenza comunicatiвa assieme alla capacità pragmatica di ogni singolo studente.
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Pavan, Luca. "Alcuni problemi di interpretazione dei toponimi nella lingua italiana e lituana." Verbum 2 (February 6, 2011): 47–54. http://dx.doi.org/10.15388/verb.2011.2.4954.

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Abstract:
Da oltre mezzo secolo l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha istituito, in un folto numero di paesi che vi aderiscono, delle commissioni di lavoro per tentare di semplificare i problemi connessi alle diverse denominazioni linguistiche dei nomi geografici. Ogni paese, infatti, accetta la presenza di esonimi nella propria lingua. Le complicazioni che ne derivano implicano anche la scarsa comprensione di alcuni toponimi tra persone che parlano diverse lingue. In questo studio si affronta il problema della denominazione dei luoghi geografici nella lingua italiana e in quella lituana. Alcune liste di esonimi italiani vengono comparate ai rispettivi toponimi della lingua lituana. Nei dizionari linguistici non figura la traduzione dei toponimi e l’uso di queste liste agevolerebbe la conoscenza dei luoghi geografici dal punto di vista della lingua italiana. La didattica di insegnamento delle lingue spesso non prende in considerazione il problema degli esonimi. In un mondo globalizzato la denominazione dei luoghi geografici dal punto di vista di lingue diverse sembra essere di fondamentale importanza, soprattutto per chi studia le lingue e spesso aspira a viaggiare in paesi stranieri.
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Rosi, Fabiana. "Intercomprensione e plurilinguismo: studenti universitari di lingue e di discipline non linguistiche a confronto." Cuadernos de Filología Italiana 27 (July 7, 2020): 137–65. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.66537.

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Abstract:
: La ricerca confronta la capacità di intercomprensione dello spagnolo fra due gruppi di italofoni nativi, studenti universitari di lingue straniere e studenti universitari di discipline non linguistiche, prevalentemente di ingegneria, per verificare se la competenza linguistica plurilingue e la competenza metalinguistica più matura degli studenti di lingue determinino un vantaggio nella comprensione di un testo scritto in una lingua affine non conosciuta. Le analisi evidenziano analogie piuttosto che differenze fra i due gruppi sia sul piano della comprensione del contenuto, misurata in termini di comprensione globale, analitica e inferenziale, sia delle strategie di comprensione adottate. Il vantaggio degli studenti di lingue emerge solo nella rapidità di trasposizione del testo spagnolo in italiano. I risultati sottolineano così come l’intercomprensione fra lingue affini sia un fenomeno altamente spontaneo e incoraggiano ad impiegarla come risorsa efficace per incrementare la motivazione all’apprendimento di nuove lingue e promuovere il plurilinguismo.
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Pavan, Luca. "PREPOSIZIONI ITALIANE E ARTICOLI: DIFFICOLTÀ E STRATEGIE NELL’APPRENDIMENTO AI LIVELLI PIÙ BASSI DEL QCER." Verbum 7, no. 7 (December 22, 2016): 252. http://dx.doi.org/10.15388/verb.2016.7.10300.

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Abstract:
In questo studio si affronta uno dei temi che procura maggiori ostacoli nell’apprendimento della lingua italiana da parte di studenti stranieri: le preposizioni, qui intese come preposizioni proprie. L’uso delle preposizioni italiane nella lingua è complicato da una casistica piuttosto vasta di varia­bili, a partire dalla presenza o meno degli articoli determinativi, che danno luogo alle preposizioni articolate. Per gli studenti L2 nel livello A1 del QCER risulta spesso problematico usare le preposizioni con o senza l’articolo, dal momento che gli aspetti grammaticali che interessano questo tema sono molti e non facilmente gestibili. La difficoltà aumenta se si tratta di studenti la cui lingua madre non proviene dall’area delle lingue romanze, come nel caso del lituano, che è una lingua che non fa alcun uso di articoli.Si propone, in questa sede, un excursus attraverso l’evoluzione di alcune preposizioni, comparando la teoria esposta in varie grammatiche storiche. Poi si espongono alcune strategie di apprendimento dell’uso degli articoli con le preposizioni dell’italiano odierno, per fornire al docente L2 qualche spunto nel momento in cui deve introdurre questo tema nelle lezioni.
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Djuric, Zeljko. "Traduzioni dall’italiano di Joakim Vujic (I parte)." Prilozi za knjizevnost, jezik, istoriju i folklor, no. 83 (2017): 31–52. http://dx.doi.org/10.2298/pkjif1783031d.

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Abstract:
Nel lontano 1802, a Trieste, dove ha raggiunto la comunit? serba che guidata dall?illustre scrittore Dositej Obradovic cercava di assorbire la cultura razionalistica europe per trapiantarla poi, almeno in parte, nell? tesssuto della cultura serba, Joakim Vujic studia le lingue straniere (italiano, francese, inghlese) e appena compiuto con successo i primi passi si mette a tradurre un romanzo italiano che gli ? venuto sotto mano: per esercitarsi nella lingua e per offrire al pubblico serbo un testo divertente e utile. Si tratta del romanzo di Antonio Piazza intitolato Il vero amore o sia la storia amorosa d?Irene ? Filandro, un testo linguisticamente complicato, non lontano, per stile, dalla tradizione del romanzo barocco italiano. Nella situazione culturale quando la lingua serba stava vivendo il periodo della sua lenta ed incerta maturazione, Joakim Vujic, nel tradurre, ha continuamente dovuto fare le scelte tra le soluzioni del serbo slavo, la lingua del ceto intellettuale, e del serbo volgare che in quel periodo si faceva strada per entrare nella letteratura. Il nostro lavoro cerca di descrivere e di analizzare il suo coraggioso tentativo.
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Ožbot, Martina. "Tradurre per sbagliare, tradurre per imparare: la traduzione nello studio dell'italiano a livello universitario." Linguistica 44, no. 1 (December 1, 2004): 47–58. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.44.1.47-58.

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Abstract:
L'articolo esamina l'uso delta traduzione nelt' apprendimento di lingue straniere, accennando prima al ruolo ridotto che quest'attività ha tradizionalmente avuto nelto studio linguistico, per arrivare poi alte caratteristiche delta traduzione nel mondo reale, dalte quali si suggerisce di partire anche nelle situazioni didattiche. In base a un'analisi delte traduzioni italiane di due testi sloveni fatte da studenti universitari di grado avanzato si può osservare che i maggiori problemi che gli apprendenti hanno in italiano sono di tipo testuale e contrastivo; in gran parte essi sono dovuti alt'interferenza diretta o indiretta con la madre­ lingua. Data la natura eminentemente testuale e bilingue dell'attività di traduzione questa viene propos­ ta come un efficace contributo alto sviluppo delta competenza linguistica del par/ante et senso più ampio.
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Frangiotti, Graziele. "O estímulo ao diálogo colaborativo a partir de tarefas baseadas em corpus: uma experiência no ensino de italiano/LE." Revista Italiano UERJ 12, no. 1 (September 5, 2021): 29. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.62092.

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Abstract:
RESUMO: Neste trabalho é discutido o papel da interação em sala de aula de língua italiana/LE a partir de tarefas construídas com dados provenientes de corpus. Como pressupostos teóricos, trabalhamos, sobretudo, com os conceitos de tarefa (Ellis, 2009), bem como com as noções de diálogo colaborativo e languaging, cujas bases fundamentais se ancoram na teoria sociocultural vygotskyana, mas que encontram respaldo mais recente nos trabalhos de Swain (2005, 2006) e Figueiredo (2019). Do ponto de vista prático, a pesquisa examina os áudios e as transcrições de interações de 11 aprendizes de nível B1 que frequentaram um curso de extensão na Universidade de São Paulo ao longo do segundo semestre de 2017. Como resultados principais, observamos que as tarefas propiciaram o aparecimento de processos conectivos complexos, como o noticing, o teste de hipótese, o scaffolding, entre outros, o que nos permitiu avançar a hipótese de que essas atividades promoveram o diálogo significativo e, por conseguinte, a produção de languagings que contribuem decisivamente para a construção do conhecimento da língua estrangeira.Palavras-chave: Ensino de língua italiana/LE. Tarefa. Corpus linguístico. Diálogo colaborativo. Interação. ABSTRACT: In questo lavoro viene discusso il ruolo dell’interazione nell’aula di lingua italiana/LS a partire dalla proposizione di task costruiti sulla base di dati provenienti da corpus. Come presupposti teorici, lavoriamo, soprattutto, con i concetti di task (Ellis, 2009), così come con le nozioni di dialogo collaborativo e languaging, le cui basi si fondano sull’approccio socioculturale di Vygotskij, ma che di recente trovano supporto nelle riflessioni di Swain (2005, 2006) e Figueiredo (2019). Da un punto di vista pratico, la ricerca prende in esame le registrazioni audio e le trascrizioni di interazioni tra 11 apprendenti di livello B1 che hanno frequentato un corso presso l’Università di San Paolo durante la seconda metà del 2017. Come risultati centrali, abbiamo osservato che i task hanno stimolato processi cognitivi complessi come il noticing, la verifica di ipotesi e lo scaffolding, il che ci ha consentito di avanzare l’ipotesi secondo cui queste attività favoriscono il dialogo e, di conseguenza, la produzione di languagings che contribuiscono alla costruzione della conoscenza in lingua straniera. : Parole chiave: Insegnamento di italiano/LS. Task. Corpus linguistico. Dialogo collaborativo. Interazione. ABSTRACT: In this work, the role of interaction in the Italian language / LE classroom is discussed, based on tasks constructed with data from corpus. As theoretical assumptions, we work, above all, with the concepts of task (Ellis, 2009), as well as with the notions of collaborative dialogue and languaging, whose fundamental bases are anchored in Vygotskian socio-cultural theory, but which find more recent support in the works of Swain (2005, 2006) and Figueiredo (2019). From a practical point of view, the research examines the audios and interaction transcripts of 11 B1 level learners who attended a course at the University of São Paulo during the second half of 2017. As main results, we observed that the tasks provided complex connective processes, such as noticing, hypothesis testing, scaffolding, which allowed us to advance the hypothesis that these activities promoted significant dialogue and, therefore, the production of languagings that contribute decisively to the construction of knowledge of the foreign language.Keywords: teaching of Italian as foreign language. Task. linguistic corpus. collaborative dialogue. Interaction.
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Moretti, G. Battista. "Per una didattica delle proposizioni completive nell' Italiano contemporaneo." Linguistica 26, no. 1 (December 1, 1986): 5–57. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.26.1.5-57.

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Abstract:
Quale insegnante di lingua italiana a stranieri, mi sono deciso a questo lavoro col desiderio non solo di descrivere le strutture in argomento, ma, soprattutto, di dare al tempo stesso ragione (a chi affronta lo studio dell'italiano come lingua seconda) delle varietà dei loro usi odierni anche più particolari.
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Balboni, Paolo E. "Lo “stato generale” dell’italiano per stranieri." Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis. Studia de Cultura 1, no. 9 (2017): 289–96. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.1.26.

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Abstract:
Abstrakt Il saggio presenta una ricognizione dei problemi e delle prospettive per la diffusione della lingua italiana nel mondo: lo fa con una logica da saggio di pensiero e non di dati, anche se rimanda ai dati degli Stati Generali dell’Italiano nel Mondo. Gli assi costitutivi della riflessione sono due: una riflessione sul ‘mercato delle lingue’ in un mondo che, dopo gli entusiasmi della globalizzazione di vent’anni fa, ha una pericolosa tendenza a tornare ad occuparsi del proprio particulare, in una logica estremamente locale, molto diversa dalla glocalizzazione al cui interno la diffusione dell’italiano pare facilitata; in secondo luogo, gli elementi caratterizzanti di una ‘politica di qualità’ secondo le regole del marketing, applicato al ‘prodotto’ Italia/italiano. Il quadro che emerge è molto meno drammatico di quanto si ascolti di solito nei convegni di italianisti, e presenta punti di forza accanto a punti critici, che tuttavia appaiono superabili. „Stan generalny” języka włoskiego dla obcokrajowców Esej diagnozuje problemy i prezentuje perspektywy rozprzestrzeniania się języka włoskiego na świecie: choć logika wywodu jest eseistyczna, ważny punkt odniesienia stanowią także dane instytucji Stati Generali dell’Italiano nel Mondo. Obrano dwie zasadnicze osie refleksji: pierwsza z nich podejmuje tematykę “rynku języków” we współczesnym świecie, w którym, przy ostudzonym znacznie zachwycie globalizacją sprzed dwudziestu lat, daje się zauważyć niebezpieczna tendencja powrotu do partykularyzmów, według logiki skrajnego lokalizmu, odmiennego jednak od “glokalizacji”, w warunkach której rozprzestrzenianie się języka włoskiego wydaje się łatwiejsze. Drugą osią refleksji są charakterystyczne elementy “polityki jakości”, opracowywanej według reguł marketingowych i aplikowanej wobec “produktu” pod nazwą Italia. Obraz sytuacji wyłaniający się z takiej refleksji okazuje się dużo mniej dramatyczny od tego, który zwykło się odmalowywać na konferencjach italianistycznych; wyodrębnione zostają bowiem zarówno mocne strony, jak i punkty krytyczne, które jednak nie wydają się przeszkodami niemożliwymi do pokonania.
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Pensato, Rino. "1911-2011. Il centenario artusiano e Casa Artusi a Forlimpopoli." SOCIETÀ E STORIA, no. 136 (July 2012): 413–18. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-136009.

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Abstract:
L'autore ricostruisce il contributo di Pellegrino Artusi all'unificazione dei costumi alimentari degli italiani, cento anni dopo la sua morte (1911) e 120 anni dopo la pubblicazione del suo capolavoro, La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene (1891). Il suo "ricettario" viene pubblicato ininterrottamente da 120 anni ed č l'unico ricettario italiano ad essere stato tradotto nelle principali lingue del mondo. Il successo č dovuto al metodo di raccolta e scelta delle ricette, prelevate, piů che da altri ricettari italiani e stranieri, dalla "pratica" di cercare le ricette direttamente, da cuochi e soprattutto persone comuni, che Artusi conosceva attraverso i suoi viaggi per tutta la penisola, o per corrispondenza. Il gastronomo e letterato Artusi agě anche sulla lingua della cucina, abbandonando quasi del tutto i diffusissimi francesismi e introducendo una lingua sobria ma elegante, molto influenzata, come la sua cucina, dagli usi toscani e romagnoli. In suo onore (e della sua "cucina di casa") venne aperto nel 2007 a Forlimpopoli, sua cittÀ natale (in Romagna), il primo centro in Italia culturale e gastronomico dedicato appunto alla cucina domestica, Casa Artusi, che ospita la suo interno.
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Manganaro, Maria. "DALLA LINGUA MATERNA ALLA SECONDA LINGUA." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no. 2 (October 28, 2016): 359. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n2.v1.677.

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Abstract.Learning a second language, in addition to the mother tongue, helps to significantly improve the maturation and cultural education of the child, and to enhance its expressive and communicative skills. The 85 New Programs for the Primary School, emphasize the need to strengthen the pupils’ ability to make linguistic relationship with various interlocutors using the language in its variety of codes and its main functions. You need to direct the child to take account of extra-linguistic elements (situations, characters, topics, roles) as a fundamental condition for understanding texts and to produce oral and written messages, in relation to cognitive situations. On 1 September 2012, the Minister Profumo issues the New Indications, maintaining continuity with the previous ones. They assume an intercultural aspect, which concerns, not only the presence of foreign students in the classes, but also an open attitude towards the world and the reality of which the younger generation will be part. In recent years, mankind has achieved a considerable progress in the field of mass communication, the economic and cultural exchanges with different peoples and in the field of science and technology; hence the use of foreign languages is becoming indispensable tool of modern man, open to a broader vision of life. In this regard, school is primarily called to make its contribution, because it first must fulfill these needs, as an institution to which it is specifically entrusted with the task of preparing the new generations in society. So the early teaching of a second language is possible, as long as you lay down clearly achievable goals and implement a suitable educational mediation. In addition, to know how one acquires a language, you have to observe the evolution in the period of growth of the child since he is infant and, above all, the relationship between language and thought.Keywords: Learning a second language - L2 - Bilingualism - Learning motivationRiassunto.Apprendere una seconda lingua oltre a quella materna contribuisce a migliorare in modo considerevole la maturazione e la formazione culturale del bambino, nonché a potenziare le sue capacità espressive e comunicative. I Nuovi Programmi dell’85, per la Scuola Elementare, mettono in evidenza la necessità di potenziare nell’alunno la capacità di porsi in relazione linguistica con interlocutori diversi usando la lingua nella sua varietà di codici e nelle sue numerose funzioni. Bisogna avviare il bambino a tener conto degli elementi extralinguistici (situazioni, personaggi, argomenti, ruoli) come condizione fondamentale per comprendere testi e per produrre messaggi, orali e scritti, rapportati alla situazione cognitiva. Il 1° Settembre 2012 il Ministro Profumo emana le nuove indicazioni, mantenendo una continuità con quelle precedenti. Esse assumono un carattere interculturale, che non riguarda soltanto la presenza di alunni stranieri nelle classi, ma anche un atteggiamento di apertura verso il mondo e la realtà in cui si troveranno le giovani generazioni. Negli ultimi anni l’umanità ha raggiunto un notevole progresso nell’ambito delle comunicazioni di massa, degli scambi economico-commerciali e culturali con diversi popoli e nel campo delle scienze e della tecnologia, di conseguenza l’uso delle lingue straniere è diventato strumento indispensabile dell’uomo moderno, aperto ad una visione più ampia ed universale della vita. A tal proposito, la scuola è chiamata principalmente a dare il suo contributo, perché essa in primo luogo, come istituzione a cui è specificatamente affidato il compito di preparare le nuove generazioni alla vita sociale, deve assolvere a queste necessità. Dunque l’insegnamento precoce di una seconda lingua è possibile, purché si fissino chiaramente gli obiettivi raggiungibili e si attui un’ idonea mediazione didattica. Inoltre, per sapere come si acquisisce una lingua, bisogna osservare le evoluzioni nel periodo di crescita del bambino sin da quando è infante e, soprattutto il rapporto intercorrente tra linguaggio epensiero.Parole Chiave: Apprendere una seconda lingua- L2- Bilinguismo- Motivazione all’apprendimento
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