Academic literature on the topic 'Linguaggi settoriali'

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Journal articles on the topic "Linguaggi settoriali"

1

JACOVÁ, Zora. "Varietà diafasiche della lingua: i linguaggi settoriali nell'italiano contemporaneo." Écho des études romanes 4, no. 1 (June 11, 2008): 55–64. http://dx.doi.org/10.32725/eer.2008.005.

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Drljević, Jelena R. "Insegnare i linguaggi settoriali di una ls a livello universitario (il casso della lingua italiana). Il ruolo e le competenze dell’insegnante e dello studente." Анали Филолошког факултета 31, no. 1 (2019): 213–32. http://dx.doi.org/10.18485/analiff.2019.31.1.11.

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3

Butera, Federico, and Fernando Alberti. "Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Abstract:
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Massi Albanese, Carolina. "LA COMUNICAZIONE E GLI USI DELLA LINGUA ITALIANA DI OGGI." Revista Letras 34 (October 12, 2010). http://dx.doi.org/10.5380/rel.v34i0.19292.

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Abstract:
La nostra indagine offre uno sbozzo della situazione attuale della lingua italiana. Sono stati considerati, come dati centrali per l'analisi, la competenza del parlante, la narrativa ed i linguaggi settoriali giornalistico e pubblicitario.
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Dissertations / Theses on the topic "Linguaggi settoriali"

1

Servadei, Martina. "Il linguaggio della danza classica e il suo legame con la lingua francese." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Il presente elaborato analizza il linguaggio della danza classica accademica, un linguaggio universale codificato per la prima volta nella Francia del XVII secolo e rimasto inalterato per oltre quattro secoli. Questo linguaggio si avvale principalmente di una nomenclatura accademica in lingua francese con cui vengono denominati passi e movimenti tipici di questa disciplina. La ricerca intorno a questo linguaggio ha comportato che si ripercorressero, nel primo capitolo, gli avvenimenti più significativi della storia della danza classica, dalle origini alla sua diffusione nel mondo. Inoltre, sempre nel primo capitolo, sono trattati e approfonditi i linguaggi settoriali, in quanto si ritiene che quello della danza classica possa considerarsi come tale. Il secondo capitolo verte sulle fasi e sulla metodologia (incluse brevi interviste) utilizzata per rendere possibile la realizzazione delle schede terminologiche presentate nel terzo capitolo. Queste schede terminologiche, complete di una descrizione tecnica e della traduzione letterale di alcuni termini francesi, mostrano che gran parte della terminologia del vocabolario ballettistico conserva la propria versione originale in lingua francese, senza alcun tipo di mutamento.
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Magnani, Roberto. "Formula Zero: Traduzione trilingue inglese-italiano-spagnolo di un policy statement sulla sicurezza stradale della Federazione Internazionale dell'Automobile (FIA)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9828/.

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Abstract:
The aim of this dissertation is to provide a trilingual translation from English into Italian and from Italian into Spanish of a policy statement from the Fédération Internationale de l’Automobile (FIA) regarding road safety. The document, named “Formula Zero: a strategy for reducing fatalities and injuries on track and road”, was published in June 2000 and involves an approach about road safety inspired by another approach introduced in Sweden called ‘Vision Zero’. This work consists of six sections. The first chapter introduces the main purposes and activities of the Federation, as well as the institutions related to it and Vision Zero. The second chapter presents the main lexical, morphosyntactic and stylistic features of the institutional texts and special languages. In particular, the text contains technical nomenclature of transports and elements of sport language, especially regarding motor sport and Formula One. In the third chapter, the methodology is explained, with all the resources used during the preliminary phase and the translation, including corpora, glossaries, expert consultancy and specialised sites. The fourth chapter focuses on the morphosyntactic and terminology features contained in the text, while the fifth chapter presents the source text and the target texts. The final chapter deals with all the translation strategies that are applied, alongside with all the challenging elements detected. Therefore, the dissertation concludes with some theoretical and practical considerations about the role of inverse translation and English as Lingua Franca (ELF), by comparing the text translated into Spanish to the original in English, using Italian as a lingua franca.
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Books on the topic "Linguaggi settoriali"

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Bayle, Françoise. Realizzazioni lessicali sigle e acronimi nei linguaggi settoriali o di specialità in Francia. Fasano (Brindisi): Schena, 2005.

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Österreichisch-Italienisches Linguistentreffen. (4th 1986 Vienna, Austria). Parallela 3: Lingustica contrastiva/Linguaggi settoriali/Sintassi generativa : atti del 4o incontro italo-austriaco dei linguisti a Vienna, 15-18 settembre 1986 = : Kontrastive Linguistik/Fachsrpachen/Generative Syntax : Akten des 4o österreichisch-italienischen Linguistentreffens in Wien 15.-18. September 1986. Tübingen: G. Narr, 1987.

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Österreichisch-Italienisches Linguistentreffen (4th 1986 Vienna, Austria). Parallela 3: Linguistica contrastiva/linguaggi settoriali/sintassi generativa : atti del 4⁰ Incontro italo-austriaco dei linguisti a Vienna, 15-18 settembre 1986 = Kontrastive Linguistik/Fachsprachen/Generative Syntax : Akten des 4. Österreichisch-Italienischen Linguistentreffens in Wien, 15.-18. September 1986. Tübingen: G. Narr, 1987.

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Luigi, Beccaria Gian, ed. I linguaggi settoriali in Italia. Milano: Bompiani, 1988.

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Enrico, Borello, ed. L' incomunicabilità di massa: Linguaggi settoriali : funzionamento e apprendimento. Alessandria: Edizioni dell'Orso, 1994.

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L, Abba, and Mercatali P, eds. Computer e linguaggi settoriali: Analisi automatica di testi giuridici e politici. Milano, Italy: F. Angeli, 1988.

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Parallela 3: Linguistica contrastiva/linguaggi settoriali/sintassi generativa : Atti del 4 Incontro italo-austriaco dei linguisti a Vienna, 15-18 settembre ... 1986 (Tubinger Beitrage zur Linguistik). G. Narr, 1987.

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1947-, Cortese Giuseppina, and Università di Torino. Seminario di anglistica., eds. Tradurre i linguaggi settoriali: Atti del Seminario di anglistica nell'ambito del progetto strategico CNR "I problemi della traduzione nell'Italia dell'Europa" : Università degli studi di Torino, Facoltà di scienze politiche, 27-28 maggio 1993. Torino: Edizioni Libreria Cortina, 1996.

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Book chapters on the topic "Linguaggi settoriali"

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"16. Linguaggi specialistici e settoriali." In Manuale di linguistica italiana, 371–95. De Gruyter, 2016. http://dx.doi.org/10.1515/9783110360851-018.

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