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Paolucci, Sandro. "Il linguaggio giuridico sloveno e il linguaggio giuridico italiano." Linguistica 61, no. 2 (December 30, 2021): 61–78. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.61.2.61-78.

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Abstract:
Nel presente contributo si illustrano gli esiti di una ricerca avente per oggetto il linguaggio giuridico sloveno e il linguaggio giuridico italiano. In primis, si è proceduto allo studio di numerose fonti, da cui sono emerse le origini, l’evoluzione avvenuta nel corso dei secoli e l’influenza di altre lingue sui due linguaggi giuridici in esame. In riferimento a quest’ultimo punto, si pensi all’influsso del francese in seguito all’entrata in vigore del Code Napoleon nel 1804, del tedesco per effetto della dottrina pandettistica verso la fine dell’Ottocento e dell’inglese dall’inizio del Novecento in poi. Successivamente si è passati allo studio delle principali specialità lessicali e terminologiche dei linguaggi giuridici in generale e del linguaggio giuridico sloveno e italiano in particolare, rilevando talune analogie e differenze particolarmente significative. Per esemplificare, in ambito lessicale si pensi alla marcata presenza della polisemia (per esempio il termine italiano azione può corrispondere in sloveno a tožba, storitev o delnica). Segue una breve indagine a livello terminologico volta a individuare origine, evoluzione e influenza di altre lingue e di altri sistemi giuridici sulla scelta di determinati termini giuridici, che potremmo definire equivalenti funzionali, presenti rispettivamente nella Costituzione italiana e in quella slovena. Ne emergono elementi alquanto significativi che richiedono naturalmente ulteriori estensioni e approfondimenti.
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Bancheri, Salvatore. "Elementi di plurilinguismo nell’opera di Filippo Orioles." Quaderni d'italianistica 36, no. 2 (July 27, 2016): 23–40. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v36i2.26898.

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Abstract:
La prima metà del Settecento — periodo in cui scrisse Filippo Orioles (1687–1793), autore del Riscatto d’Adamo — fu segnato in Sicilia da un continuo alternarsi di dominazioni e quindi anche da normale commistione di linguaggi. Di riflesso, i lavori dell’Orioles (La notte in giorno, La S. Rosalia, Il S. Alessio e Il San Basilio Magno), analizzati brevemente nella loro esemplarità linguistica, sono uno specchio di questa realtà. Nelle opere esaminate troviamo una mescolanza di lingue (italiano, spagnolo e latino), frequenti latinismi, dialetti (siciliano e napoletano). La contaminazione dei linguaggi si manifesta sia sul piano puramente linguistico, sia su quello dei codici e delle tradizioni culturali: abbiamo in contempo il linguaggio lirico e drammatico, colto e popolare, profano e religioso. Al linguaggio galante dei salotti si contrappone il dialetto schietto dei popolani; al tono epico si contrappone quello eroicomico dei servi. L’elemento più interessante delle commedie agiografiche dell’autore palermitano è il plurilinguismo — inteso in senso lato — grazie al quale va in scena, sia pure in modo anacronistico, la Sicilia del ’700, sia aristocratica che popolana. E sono proprio, e principalmente, i personaggi del popolo con il loro colorito dialetto che rendono meno pesanti, se non addirittura vivaci, le commedie dell’Orioles.
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Lupieri, Sigrid. "Nazismo: corruzione del linguaggio e linguaggio di corruzione." FUTURIBILI, no. 2 (September 2009): 162–204. http://dx.doi.org/10.3280/fu2008-002016.

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Abstract:
- Language is a powerful instrument of persuasion, able to influence the thoughts and actions of speakers. How did the German people react to Nazi ideology in the religious sphere? Against the expectations of the Nazis and Hitler himself, language proved reluctant to replace the terms of Catholicism with the new idiom promoted by the Nazi regime
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Tani, Ilaria. "Linguaggio e complessitŕ." PARADIGMI, no. 1 (April 2011): 145–62. http://dx.doi.org/10.3280/para2011-001009.

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Abstract:
La ricerca degli ultimi decenni ha progressivamente messo in discussione alcune dicotomie utilizzate nello studio del linguaggio, prima fra tutte quella fra conoscenza e comunicazione. Tanto le nuove prospettive - tutte, a diverso titolo, riconducibili al paradigma della complessitŕ e alla cosiddetta "rivoluzione cognitiva di seconda generazione" o "della mente incarnata" - quanto i modelli che esse mettono in discussione possono essere ricondotti ad una tradizione filosofica che estende le sue radici nel pensiero settecentesco. Muovendo da alcune recenti pubblicazioni, l'articolo fa il punto su tale genealogia filosofica, affrontando questioni come il nesso tra cognizione e comunicazione, il rapporto tra individuo e comunitŕ linguistica, la rilevanza della diversitŕ delle lingue di fronte alla globalizzazione.
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Mazzone, Marco. "Linguaggio, intelligenza, modularitŕ." PARADIGMI, no. 1 (April 2010): 125–34. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-001010.

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Abstract:
Linguaggio e intelligenza ci appaiono come caratteristiche tipicamente umane. Perché non siamo speciali di F. Ferretti si propone di indagare, attraverso queste caratteristiche, la natura umana, argomentando che essa č certamente specifica ma non "speciale": va collocata a pieno diritto entro il quadro dell'evoluzionismo darwinista. Linguaggio e intelligenza vengono perciň analizzati in una prospettiva teorica di continuitŕ con le altre specie: secondo l'autore č necessario "darwinizzare Chomsky". Questa posizione generale č argomentata solidamente nel libro. Tuttavia, č discutibile che Chomsky sopravviva del tutto indenne all'operazione, ed alle trasformazioni in corso nella linguistica attuale. Inoltre l'adozione di un modularismo troppo rigido porta Ferretti a rifiutare la nozione di intelligenza generale, che perň sembra difficilmente eliminabile e di fatto č chiamata a svolgere un ruolo non marginale nella strategia del libro.
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Costa, Gustavo. "Mente corpo linguaggio." New Vico Studies 5 (1987): 169–72. http://dx.doi.org/10.5840/newvico1987513.

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WHITE, ALAN R. "Linguaggio e azione." Philosophical Books 24, no. 3 (February 12, 2009): 157–58. http://dx.doi.org/10.1111/j.1468-0149.1983.tb00217.x.

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Voltolini, Alberto. "Pragmatica del linguaggio." Journal of Pragmatics 37, no. 6 (June 2005): 945–48. http://dx.doi.org/10.1016/j.pragma.2004.10.011.

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Cardona, Giorgio Raimondo. "Il linguaggio dell'interiorita." La Ricerca Folklorica, no. 35 (April 1997): 13. http://dx.doi.org/10.2307/1480051.

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Girelli, Francesca, Kathleen Gibson, and Tim Ingold. "Utensili e linguaggio." La Ricerca Folklorica, no. 35 (April 1997): 147. http://dx.doi.org/10.2307/1480064.

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Morandini, Giuliana. "Linguaggio e frontiere." Italianist 11, no. 1 (June 1991): 226–31. http://dx.doi.org/10.1179/ita.1991.11.1.226.

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Landa, Kristina. "Il problema della traduzione e il “linguaggio dell‟ineffabile” nella Commedia di Dante in rapporto alla traduzione russa del poema." Translationes 6, no. 1 (January 1, 2014): 93–107. http://dx.doi.org/10.1515/tran-2015-0007.

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Abstract:
Riassunto Il presente articolo tratta del ―linguaggio dell‘ineffabilità‖ di Dante Alighieri alla luce della teoria della traduzione, e di alcune strutture di questo linguaggio nella traduzione russa della Divina Commedia di M.L. Lozinskij. Molti hanno scritto sul linguaggio di Dante come mezzo d‘espressione delle verità mistiche. Eppure non esiste un lavoro critico in cui questo tema si studi dal punto di vista della scienza traduttiva. Il nostro obiettivo è dimostrare l‘importanza del tema della ―traduzione‖ delle verità divine nel linguaggio umano per la poetica dantesca e scoprire come tale ―traduzione‖ si effettui nella traduzione russa della Commedia ad alcuni livelli testuali.
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Lombardi Satriani, Luigi Maria. "Il linguaggio del sangue nelle culture tradizionali." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, no. 2 (March 22, 2018): 257–65. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818762112.

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Abstract:
Il sangue, l'acqua e il vino rappresentano una triade arcaica degli elementi costitutivi della ritualità in diverse epoche e culture. Il sangue, come cifra di identità e suo ulteriore rafforzamento, lo ritroviamo in forma ancora più enfatica nel culto di San Gennaro a Napoli, nel quale l’intera popolazione napoletana e campana si riconosce e sul quale fonda la propria esistenza simbolica. Innumerevoli credenze e documenti demologici testimoniano la vastità degli scenari simbolici e il variegato reticolo cui il sangue rinvia—e la documentazione al riguardo sarebbe oltremodo agevole—ma quanto già scritto mi appare sufficiente a sottolineare l’assoluta centralità del sangue nell’orizzonte folklorico, e non soltanto in esso. Per completare la trilogia liquida di cui ho detto, ricorderò come essa sia essenziale per la preminenza della vita e per la sua proiezione nel tempo futuro dei singoli e della società. Il linguaggio di tali liquidi consente che gli altri linguaggi siano detti, che nell’universo possa sillabarsi in un discorso umano.
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Vespaziani, Alberto. "Il potere del linguaggio e le narrative processuali." ANAMORPHOSIS - Revista Internacional de Direito e Literatura 1, no. 1 (May 20, 2015): 69. http://dx.doi.org/10.21119/anamps.11.69-84.

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Abstract:
Il testo indaga la relazione ambivalente che lega il potere del linguaggio al linguaggio del potere; quindi esplora il concetto di narrazione, nella doppia dimensione di narrazione nel processo e di narrazione come processo. La narratività viene discussa sia in riferimento alla giurisprudenza costituzionale, sia alla costituzione stessa, intesa come un processo pubblico. Lo studio culturale del diritto considera il linguaggio giuridico non come uno strumento, ma come un insieme di segni che richiedono interpretazioni plurali.
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Vespaziani, Alberto. "Il potere del linguaggio e le narrative processuali." ANAMORPHOSIS - Revista Internacional de Direito e Literatura 1, no. 1 (May 20, 2015): 69. http://dx.doi.org/10.21119/anamps.11.69-84/original_language.

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Abstract:
Il testo indaga la relazione ambivalente che lega il potere del linguaggio al linguaggio del potere; quindi esplora il concetto di narrazione, nella doppia dimensione di narrazione nel processo e di narrazione come processo. La narratività viene discussa sia in riferimento alla giurisprudenza costituzionale, sia alla costituzione stessa, intesa come un processo pubblico. Lo studio culturale del diritto considera il linguaggio giuridico non come uno strumento, ma come un insieme di segni che richiedono interpretazioni plurali.
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Caporale, Cinzia, and Roberta Martina Zagarella. "L’argomentazione medico-paziente: il problema della comunicazione dal punto di vista retorico e bioetico." Medicina e Morale 69, no. 2 (July 21, 2020): 139–58. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2020.612.

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Abstract:
Nell’epoca del post-paternalismo medico, la comunicazione medico-paziente è divenuta oggetto di studio in ambiti disciplinari molto diversi tra loro. In generale, però, tali ricerche sottendono una visione del linguaggio che presenta alcuni problemi sia da un punto di vista teorico sia bioetico. A partire da tale considerazione preliminare, il testo propone, in una prima parte, di analizzare l’interazione discorsiva medico-paziente nel contesto degli studi di filosofia del linguaggio, discutendo in particolare tre false credenze diffuse sulla comunicazione (linguaggio come strumento; modello postale della comunicazione; pregiudizio nei confronti della persuasione). Sgombrato il campo dai pregiudizi sul linguaggio, nella seconda parte il testo mette a confronto due diversi modelli dell’argomentazione (pragma-dialettica e retorica), sostenendo la particolare fecondità dell’intreccio tra retorica e bioetica nella descrizione dell’interazione discorsiva medico-paziente.
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Spera (book author), Francesco, and Robert Buranello (review author). "Metamorfosi del linguaggio tragico." Quaderni d'italianistica 15, no. 1-2 (October 1, 1994): 283–85. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v15i1-2.10269.

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Paffarini, Jacopo. "Costituzione e linguaggio normativo." Revista Brasileira de Direitos Fundamentais & Justiça 9, no. 31 (June 30, 2015): 32–55. http://dx.doi.org/10.30899/dfj.v9i31.175.

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Abstract:
Il problema dell’interpretazione del linguaggio normativo costituisce una fonte di riflessione non solo per il giurista che rivolge la sua attenzione al proprio ordinamento, ma anche per il comparatista che si accinge a studiare il diritto straniero. Secondo un orientamento oramai consolidato all’interno della scienza comparatistica, per la corretta identificazione del «termine del confronto» non basta la conoscenza del «diritto scritto», ma è necessario apprendere le regole ermeneutiche praticate nell’«altro» contesto normativo. In tal senso, si è detto che il giudizio comparativo può definirsi rigoroso soltanto quando il giurista evita di trasferire «gli atteggiamenti mentali del suo diritto» nei termini della comparazione. Nel presente contributo si intende mettere in luce le regole comuni ed i limiti della logica giuridica, evidenziando come, attraverso la comparazione, la dottrina abbia preso coscienza dei fattori extragiuridici che intervengono inevitabilmente nel processo di creazione/interpretazione del diritto.
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Hall, Robert A. "Arbitrarieta'e imprecisione nel linguaggio." Linguistica 31, no. 1 (December 1, 1991): 25–29. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.31.1.25-29.

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Abstract:
In queste citazioni si rispecchiano gli estremi di due punti di vista opposti con­ cernenti il rapporto tra illinguaggio e Ia realtà non linguistica. L'approccio di colo­ roche, come Diodoro e Roger Price, credono che le forme linguistiche abbiano si­ gnificati precisi e inalterabili, si definisce normalmente "convenzionalistico", giac­ che si presume che I 'uso del linguaggio segue regole e convenzioni che permettono poca o nessuna variazione. Dei due approcci, questo è più vecchio ed è alia base del­ le prescrizioni della grammatica e della lessicografia accademiche. L'opinione del grammatico stoico Crisippo, secondo Ia quale ogni fenomeno linguistico sarebbe polisemico, è assai meno diffusa tra gli studiosi dellinguaggio. Gli estremisti di que­ sta scuola sostengono che nessuna manifestazione dellinguaggio abbia un significa­ to preciso o un rapporto qualsiasi con il mondo reale e che, per conseguenza, illin­ guaggio si riferisca unicamente a sé stesso. Questa dottrina ha le sue radici nello "scetticismo radicale concernente illinguaggio" espresso da John Locke nel suo Es­ say Concerning Humane Understanding del 1690, ed è stata esumata nella seconda meta del Novecento dal gruppo parigino dei Telqueliens come Jacques Derrida, Ro­ land Barthes, Julia Kristeva e i loro seguaci.
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Baghai, Ariane. "Il linguaggio del velo." FUTURIBILI, no. 1 (March 2011): 115–30. http://dx.doi.org/10.3280/fu2011-001009.

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Abstract:
L'articolo affronta da molteplici prospettive la problematica del velo nella tradizione (anche occidentale ma soprattutto in quella islamica), il suo significato e la sua utilizzazione politico-coloniale. La prima parte analizza come l'uso del velo č codificato nel mondo asiatico sia arabo che zoroastriano che bizantino. Ed inoltre evidenzia come il portare il velo, islamico o no, sia poi stato interpretato dalle potenze coloniali occidentali come legittimazione della propria superioritŕ e del proprio potere. Un secondo aspetto affrontato dall'Autore č la diversa denominazione e semantica del velo: dall'al, dove i significati spesso si sovrappongono e divergono da paese a paese. Infine la terza parte analizza il ruolo delin Afghanistan, ma soprattutto come nella realtŕ ciň che č piů importante e rilevante č la condizione della donna, soprattutto attraverso il matrimonio, nella societŕ afgana.
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Steuer, Carol. "Parliamo lo stesso linguaggio." PROJECT MANAGER (IL), no. 2 (June 2010): 25–29. http://dx.doi.org/10.3280/pm2010-002008.

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Castellano, Veneranda. "Sul linguaggio degli angeli." Quaestio 8 (January 2008): 690–94. http://dx.doi.org/10.1484/j.quaestio.1.100406.

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Laplane, D. "Il pensiero senza linguaggio." EMC - Neurologia 11, no. 2 (January 2011): 1–8. http://dx.doi.org/10.1016/s1634-7072(11)70623-7.

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Zaltieri, Cristina. "Il linguaggio degli inizi." Journal of Pragmatics 15, no. 4 (April 1991): 411–13. http://dx.doi.org/10.1016/0378-2166(91)90042-v.

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Mihoci, Manuela T. "Del linguaggio e dell’arte." Cultura International Journal of Philosophy of Culture and Axiology 4, no. 1 (2007): 25–31. http://dx.doi.org/10.5840/cultura20074117.

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REPELLINI, FERRUCCIO FRANCO. "FORMALISMO IN LINGUAGGIO NATURALE." Nuncius 24, no. 1 (January 1, 2009): 173–85. http://dx.doi.org/10.1163/221058709x00079.

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Calabi, Francesca. "Lingua e voce di Dio." Revista Archai, no. 27 (September 1, 2019): e02708. http://dx.doi.org/10.14195/1984-249x_27_8.

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Abstract:
L’articolo si interroga sulla relazione tra parole divine, semplici, monadiche e il dire degli uomini legato alla corporeità, privo di chiarezza e di univocità. Perché la parola divina sia colta dagli uomini è necessaria una sorta di trasformazione. Si può ipotizzare l’esistenza di un linguaggio archetipico, primordiale, ad imitazione dell’essenza delle cose. È la lingua di Adamo per cui, data la perfezione di un’anima ancora pura, non intaccata da infermità, malattia o passione, il progenitore coglieva le impressioni immediate, afferrava il significato delle cose le cui nature potevano essere insieme enunciate e pensate. È la lingua perfetta originaria ed era forse comune ad uomini ed animali se nel giardino dell’Eden le parole del serpente erano comprese da Eva. Si passa dal linguaggio di Adamo, mimetico rispetto al linguaggio di Dio, alla lingua mosaica in cui interviene la traduzione del linguaggio divino in linguaggio umano. Questo, nonostante che, anche per Mosè sia detto che i nomi corrispondono alla descrizione delle cose. Un ulteriore passaggio avviene con la traduzione da una lingua in un’altra. Vi è un trascorrere tra comunicazioni di Dio che si volge all’interlocutore in maniera differente a seconda delle sue possibilità. Si tratta di “traduzione” di una lingua noetica che può esprimersi monadicamente – ed è il caso della comunicazione a Mosè – o assumere già la forma di nomi e verbi propria del linguaggio umano – ed è quanto avviene con i Settanta, traduttori al pari di Aronne.
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Arnaldi, Marta. "Terapia della traduzione nel Purgatorio di Dante." Quaderni d'italianistica 41, no. 2 (June 11, 2021): 9–32. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v41i2.36769.

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Abstract:
Questo saggio muove da tre considerazioni critiche: che il terzo luogo o spazio del purgatorio sia intimamente traduttivo; che l’accezione metaforica di ‘traduzione’ non sia fenomeno unicamente linguistico ma comprenda traslazioni fisiche e metafisiche; e che i linguaggi della mistica e della malattia, apparentemente scollegati, presentino un’analoga resistenza nei confronti del linguaggio, concettualizzabile come ‘intraducibilità’. Il presente saggio affronta queste tre aree in modo organico e sintetico. Da un lato, viene proposta una nuova interpretazione del purgatorio dantesco, fondato sulla traduzione in quanto processo di transizione e intermedietà. Dall’altro, il saggio interpreta il viaggio di Dante come metafora della cura, facendo della traduzione una teologia della terapia.
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De Stasio, Simona, Caterina Fiorilli, Carlo Di Chiacchio, and Maria Cristina Rappazzo. "Comprendere e descrivere l'altro: uno studio sulla comprensione delle emozioni e sul lessico psicologico del bambino." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (May 2011): 149–60. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-001011.

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Abstract:
Un rilevante numero di studi mostra una relazione tra l'utilizzo nel bambino di termini psicologici nelle conversazioni e la comprensione di stati interni. Sono stati oggetto di studio in un gruppo di 120 bambini tra i 6 e i 9 anni l'utilizzo di linguaggio sugli stati interni e la comprensione emotiva. La comprensione emotiva č stata valutata con il Test sulla Comprensione delle Emozioni, mentre l'uso del linguaggio riferito a stati interni č stato valutato con il compito di Mind-Mindedness. I risultati hanno evidenziato delle differenze significative in bambini di etŕ diverse rispetto alla comprensione delle emozioni e all'uso di termini psicologici nella descrizione del miglior amico. Il linguaggio sugli stati interni non č risultato correlato al livello di comprensione delle emozioni. Agli autori sembra possibile ipotizzare che l'utilizzo del linguaggio sugli stati interni possa essere indipendente dalle capacitŕ dei bambini di rappresentare gli aspetti psicologici propri ed altrui.
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Tekavčić, Pavao. "Roberto Gusmani, Itinerari linguistici, Scritti raccolti in occasione del 60. compleanno, a cura di Raffaella Bombi, Guido Cifolrtti, Sara Frdalto, Fabiana Fusco, Lucia Innocente, Vincenzo Orioles; Edizioni dell'Orso, Alessandria, 1995; XXVII+382 pagine." Linguistica 37, no. 1 (December 1, 1997): 129–31. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.37.1.129-131.

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Abstract:
Oggigiomo al centro degli studi linguistici non è più il sistema astratto bensì il linguaggio in società e nei vari contatti di popoli, lingue, culture, con le differenze non soltanto «orizzontali» (areali, geografiche), ma anche «verticali» (sociali) e diafasiche, diamesiche ecc. Conseguenza di contatti linguistici sono il bilinguismo e la diglossia (anche coesistenti), fenomeni dovuti a quello che si designa con il termine inglese intercourse. Sono tutti aspetti della vita del linguaggio che si danno in ogni società e ad ogni epoca; eppure, come è risaputo, sono stati più o meno trascurati dalle dottrine linguistiche che studiavano ii linguaggio in vitro, come sistema idealizzato e astratto: neogrammatici, strutturalisti, generativisti.
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Gallese, Vittorio, and Valentina Cuccio. "Il corpo paradigmatico. Simulazione incarnata, intersoggettività, Sé corporeo e linguaggio." SETTING, no. 43 (December 2020): 5–44. http://dx.doi.org/10.3280/set2020-043001.

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Abstract:
In questo articolo proponiamo una modalità con cui la neuroscienza cognitiva può fornire nuovi insight su tre aspetti della cognizione sociale. Intersoggettività, Sé umano e linguaggio. Sottolineiamo il ruolo sociale del corpo, concepito come sor-gente costitutiva della coscienza preriflessiva del Sé e degli altri. Intendiamo fornire una visione critica della neuroscienza contemporanea cognitiva e sociale e soste-niamo che il livello neurofisiologico di descrizione è condizione necessaria ma non sufficiente per lo studio dell'intersoggettività, del Sé umano e del linguaggio; questi elementi possono essere chiaramente comprensibili solo in collegamento ad un pie-no riconoscimento della loro stretta inter-relazione con il corpo. Prenderemo in esame i meccanismi specchio e la simulazione incarnata per la loro importanza per una nuova concettualizzazione dell'intersoggettività e del Sé umano. In questo con-testo ci focalizzeremo su una forma specificamente umana di intersoggettività: il linguaggio. Discuteremo gli aspetti della cognizione sociale legati al linguaggio in termini di incarnazione, sottolineando sia il carattere innovativo sia i limiti di que-sto approccio. Sosterremo che un aspetto chiave del linguaggio umano consiste nel disaccoppiamento dal suo usuale uso denotativo, che ne manifesta la capacità di astrazione. Discuteremo queste caratteristiche del linguaggio umano come esempli-ficazione della nozione greca di paradeigma, originariamente studiata da Aristote-le, per riferirci ad una forma tipica di argomentazione retorica e per collegarla alla simulazione incarnata. La conoscenza paradigmatica connette il particolare al par-ticolare, passando da una particolare situazione contingente al caso esemplare. Al-lo stesso modo, la simulazione incarnata consiste nella sospensione dell'applicazione concreta di un processo: la riutilizzazione della conoscenza moto-ria in assenza di movimento che essa realizza è un esempio di "conoscenza paradig-matica". Questo nuovo approccio epistemologico all'intersoggettività consente la possibilità di previsioni circa la natura intrinsecamente funzionale delle nostre ope-razioni cognitive sociali, andando oltre e senza subordinazione ad una specifica ontologia della mente.
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Sgarbi, Marco. "Sperone Speroni filosofo del linguaggio." RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA, no. 1 (March 2021): 143–50. http://dx.doi.org/10.3280/sf2021-001007.

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Di Giusto, Anna. "Educazione emotiva e linguaggio interculturale." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no. 1 (June 2020): 92–104. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2020oa10079.

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Abstract:
La presente ricerca nasce dal tentativo di rispondere all'urgenza, sempre più avvertita nella scuola italiana a forte impronta multiculturale, di individuare una modalità di risposta a uno dei principi cardine dell'educazione, ovvero quello dell'accoglienza. Sulla linea di pensiero della Scuola di Barbiana, ripresa e approfondita anche dal convegno SIPED tenutosi a Catania nel 2014, il progetto si è proposto di dare corpo a una nuova forma di pedagogia militante. Con questo termine si intende la messa in atto di una sperimentazione volta a realizzare il principio della "rimozione degli ostacoli" di cui parla l'articolo 3 della Carta Costituzionale, a prescindere dal quale non si può attuare una concreta uguaglianza tra futuri cittadini. L'accoglienza degli studenti non italofoni è la sfida più importante della scuola di oggi e del futuro. Il presente laboratorio sulle emozioni è stato pensato per aiutare questi alunni, ma anche i loro compagni italiani, a comprendere il proprio disagio. In questo modo, si è cercato di favorire il clima di collaborazione della classe. Il risultato è stato un miglioramento del rendimento scolastico di tutti gli studenti, ma in particolare si è modificata la percezione di sé e dell'altro, favorendo la collaborazione e attenuando il livello di competitività degli studenti.
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Gramaglia, Pier Angelo. "Il linguaggio eresiologico in Tertulliano." Augustinianum 25, no. 3 (1985): 667–710. http://dx.doi.org/10.5840/agstm198525338.

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Vučetić, Zorica. "Il linguaggio artistico: il lessico." Linguistica 46, no. 1 (December 1, 2006): 121–44. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.46.1.121-144.

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Abstract:
Il presente lavoro tratta della terminologia delle arti e in particolare del lessico della pittura, della scultura e dell' architettura. L' articolo discute ed esamina i principali procedimenti formativi dell' italiano contemporaneo, come la suffissazione , la prefissazione e la composizione delle parole, in relazione alla terminologia delle arti. La principale funzione di questi procedimenti formativi è permettere alla lingua di arricchirsi, di coniare nuove unità lessicali; laformazione delle parole e il prestito linguistico sono elementi non trascurabili di arricchimento lessicale.
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Guida, Pier Luigi. "Project Manager: problema di linguaggio." PROJECT MANAGER (IL), no. 34 (May 2018): 4. http://dx.doi.org/10.3280/pm2018-034001.

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Ferretti, Francesco. "L'origine del linguaggio puň attendere." PARADIGMI, no. 1 (May 2009): 163–72. http://dx.doi.org/10.3280/para2009-001012.

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Abstract:
- Starting from a discussion of Sylvain Auroux's new book (L'origine des langues... 2007), the paper develops a critique of the anti-naturalistic approach to the study of language. The rejection of the quest for language origin as a theory unsusceptible to scientific empirical treatment is an aspect of the idealistic consequences of anti-naturalist positions. A survey is presented of recent literature on the subject. In our opinion, evolutionary theories, revisited from a cognitive perspective, have radically changed the terms of the debate and made naturalism a viable alternative. Keywords: Evolutionism, FOXP2, Innateness, Linguistic variation, Nature-nurture debate, Origin of language.
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Pititto, Rocco. "L’uomo nella dimora del linguaggio." Studia Universitatis Babeș-Bolyai Philologia 63, no. 3 (September 30, 2018): 241–52. http://dx.doi.org/10.24193/subbphilo.2018.3.20.

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Costa, Gustavo. "Natura umana, società e linguaggio." New Vico Studies 3 (1985): 190–93. http://dx.doi.org/10.5840/newvico1985324.

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Palumbo, Lidia. "Eros e linguaggio nel Simposio." Revista Archai, no. 9 (2012): 85–92. http://dx.doi.org/10.14195/1984-249x_9_8.

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Carravetta, Peter, and Paolo Valesio. "Retorica come filosofia del linguaggio." Italica 72, no. 3 (1995): 367. http://dx.doi.org/10.2307/479725.

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Beta, Simone. "Il linguaggio erotico di Cratino." Quaderni Urbinati di Cultura Classica 40, no. 1 (1992): 95. http://dx.doi.org/10.2307/20547130.

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Belloni, Ilario. ""Questo non è un diritto". Alcune riflessioni su diritto, linguaggio e linguaggio dei diritti." PARADIGMI, no. 1 (May 2016): 51–63. http://dx.doi.org/10.3280/para2016-001005.

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Maniowska, Katarzyna Maria. "La poeticità nel linguaggio medico, la scientificità del linguaggio letterario: Analisi di narrazioni su malattie." Moderna Språk 116, no. 2 (December 28, 2022): 1–20. http://dx.doi.org/10.58221/mosp.v116i2.12130.

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Abstract:
In the present paper we focus on the comparison between medical language present in the narrative of some Italian writers: Antonio Tabucchi, Umberto Eco, Oriana Fallaci, Elena Ferrante, Dino Buzzati and fragments of medical reports that deal with the respective medical problems observed in the analysed novels/short stories: Il tempo invecchia in fretta, La misteriosa fiamma della regina Loana, Il cappello pieno di ciliege, La storia del nuovo cognome, Sette piani.With the comparative analysis of stylistically distant passages, we intend to indicate common points in the use of the Italian medical language both in the scientific and literary fields, as well as identify divergent linguistic aspects in the representations of this reality. We also intend to demonstrate the need to understand various narrative modes at different levels of specialized language.Despite different narrative modes, the essence of the phenomenon itself is not lost. There is also a common space in which meet various representations of the subjective truth that exists regardless of the language.
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Rociola, Giuseppe. "Del soggetto diviso." RICERCA PSICOANALITICA, no. 3 (November 2010): 97–106. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-003007.

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Abstract:
Il soggetto della fenomenologia e quello delle neuroscienze sembrano avere molti punti in comune. In effetti condividono una parzialitŕ e quindi un errore di prospettiva: se la prima non puň svincolarsi dal piano immaginario sottovalutando la ristrutturazione sistemica dovuta all'acquisizione del linguaggio simbolico delle societŕ umane, le altre riducono le dinamiche della soggettivitŕ a quelle del substrato cerebrale. Per mezzo della epistemologia dei sistemi complessi, sosteniamo che il linguaggio porta all'emergenza di un livello sistemico differente, un nuovo dominio, in cui ogni talking cure trova la propria pertinenza. Il soggetto che nasce dal linguaggio č un soggetto diviso - come ha scoperto Freud e come la clinica ci mostra continuamente - non fra la coscienza ed il procedurale o l'implicito, bensě in se stesso. Attraverso questa prospettiva č possibile comprenderlo appieno, curarlo efficacemente, ma soprattutto č l'unica prospettiva etica, dove per etica si intende la questione del desiderio singolare che abita l'azione di quell'individuo e che comporta un'inconscio non riducibile alle altre dimensioni su citate.
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Paolella, Alfonso. "Linguaggio erotico in G.B. Della Porta." Quaderni d'italianistica 18, no. 1 (April 1, 1997): 35–56. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v18i1.10030.

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Sonino (book author), Elisabetta Zuanelli, and Marcel Danesi (review author). "Lingue, scienze del linguaggio, educazione linguistica." Quaderni d'italianistica 7, no. 1 (April 1, 1986): 151–52. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v7i1.11029.

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Catturi, Giuseppe. "Linguaggio e comunicazione degli organismi aziendali." Pecvnia : Revista de la Facultad de Ciencias Económicas y Empresariales, Universidad de León, no. 9 (December 1, 2009): 85. http://dx.doi.org/10.18002/pec.v0i9.662.

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Abstract:
Una metáfora eficaz para estudiar la empresa es considerarla "organismo viviente". Este enfoque constituye la presuposición de la "teoría organicista", que estudia la empresa como un "sistema de relaciones" que es polo de intersección de "flujos comunicativos". <br />Las empresas comunican con lenguajes y signos distintos, en particular mediante: a) bienes y servicios; y b) datos contables.<br />Los productos tienen su propia semántica: describen y sintetizan historias, asuntos individuales y colectivos, e informan sobre los materiales utilizados y los procesos de fabricación, los entornos en que fueron creados o utilizados.<br />Los datos contables son síntoma y símbolo de la vida empresarial, porque son expresión sintética del conjunto de "actos de comunicación" de las empresas.<br />Desde esta perspectiva, las cuentas anuales "hablan" con acentos y tonalidad nuevos.<br />El balance es la anticipación del futuro de la empresa porque expone la síntesis de la "potencialidad de energía" no expresada. La cuenta de "pérdidas y ganancias", quiere certificar el "reciente pasado" de la empresa.<br />Tenemos que dar énfasis al sistema de las relaciones empresa/entorno, y al Valor Añadido que es la grandeza que explicita esta dimensión.<br />El estudio de la empresa tiene que penetrar en su profundidad ético-motivadora hasta alcanzar lo más profundo de su "alma".<br /><br />The metaphor of the "living organisms" is the most effective one to study organisations.<br />This approach, called "Organicist Theory", considers a firm as a net of relationships among the firm and the actors operating in its environment.<br />Firms communicate using different languages and signs. In our analysis, special attention will be paid to two firms' means of communication: a) goods/services; and b) accounting data.<br />Goods have their own semantics; they provide information on materials, technologies, processes, and contexts where they have been produced and used.<br />Accounting data are signs representing the firm's communicative actions. That Financial Statement starts talking with renewed meanings and tones.<br />In the Balance Sheet a forecast of the firm's future is provided by showing the potentialities the firm has to use; the Profit and Loss Statement in its turn shows the recent past of a firm.<br />A strong emphasis has to be put both on the relationships between a firm and its environment and the Added Value as the quantitative measure able to represent such a dimension.<br />Business research work has to dig into ethica and behavioural meanings of firms in order to understand their "souls" fully.<br />
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Ponticelli, Loredana. "Paesaggio e linguaggio: pratiche di relazione." Ladinia 29 (2005): 73–105. http://dx.doi.org/10.54218/ladinia.29.73-105.

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Tommassini, Catia. "Riflessioni. Il linguaggio delle immagini mentali." MODELLI DELLA MENTE, no. 1 (September 2021): 129–30. http://dx.doi.org/10.3280/mdm1-2021oa12658.

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