Academic literature on the topic 'Lo straniero'

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Journal articles on the topic "Lo straniero"

1

Hayton, David. "The <i>Pescatore</i> case and the judge as quasi-expert." Trusts, no. 4 (August 4, 2022): 689–95. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.155.

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Abstract:
The author’s view The extent to which an English judge, in the absence of hearing a foreign expert, can take into account foreign law and the stage that foreign proceedings have reached is greater than generally understood. &nbsp; Tesi La misura in cui un giudice inglese, in assenza dell’audizione di un esperto straniero, può prendere in considerazione il diritto straniero e il livello raggiunto dai procedimenti stranieri è superiore a quanto generalmente condiviso.
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2

Pugiotto, Andrea. "I meccanismi di allontanamento dello straniero, tra politica del diritto e diritti violati." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 1 (April 2010): 42–57. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-001003.

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Abstract:
La titolaritŕ formale del diritto alla tutela giurisdizionale da parte dello straniero extracomunitario (irregolare o clandestino) č oggi un dato acquisito per il nostro ordinamento. Non altrettanto il suo effettivo godimento, assente o carente per scelta legislativa o in ragione delle concrete modalitŕ di esecuzione dei provvedimenti di allontanamento dello straniero dallo Stato italiano. Il saggio - che riproduce la comunicazione orale svolta al Convegno annuale dell'Associazione Italiana Costituzionalisti (Cagliari, 16-17.10.2009), di cui l'Autore č stato relatore - analizza criticamente le ragioni di politica del diritto e le incompatibilitŕ costituzionali dell'attuale ordinamento espulsivo degli stranieri, anche alla luce delle frequenti censure ad esso mosse in ambito europeo e internazionale.
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3

Eiguer, Alberto, and traduzione di Luciana Bianchera. "Differenza culturale ed estraneità nella famiglia dei migranti." GRUPPI, no. 1 (October 2020): 31–40. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa1-2020oa10480.

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Abstract:
I sentimenti di estraneit&agrave; e di non familiarit&agrave; sono connotati da disagio e sofferenza, persino da follia. Verranno analizzate tre forme di estraneit&agrave; comprovata: 1) la sensazione di avere una parte estranea dentro di s&eacute;; 2) quello di essere uno straniero nella propria famiglia e 3) quello di essere una famiglia straniera in un Paese ospitante. Possiamo considerare che la cultura di riferimento abbia un'origine sociale: ognuno si riconosce come appartenente ad essa. Ma &egrave; la famiglia che pone le basi nell'individuo permettendo l'introiezione.Egli assume la sua unicit&agrave; e la differenza tra le altre culture e la sua. Tuttavia, perch&eacute; tra i migranti, alcuni sono pi&ugrave; a loro agio rispetto ad altri nel Paese ospitante? Si tratta di quelli che sono in rottura con il loro senso di appartenenza alla famiglia? Nella migrazione, i membri della famiglia si vivono come estranei. La loro integrazione nel nuovo ambiente dipender&agrave; molto dalla questione di cosa significhi essere estraneo nella loro famiglia, se c'&egrave; la possibilit&agrave; di ammettere la propria differenza: esistere, pensare e sognare diversamente. Mettere al lavoro, o addirittura addomesticare lo straniero in s&eacute;, lo straniero nella propria famiglia e lo straniero in un Paese ospitante, forse contribuisce all'adeguamento della famiglia. Un caso clinico supporta queste idee.
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De Micco, Virginia. "Lo straniero e l'altro: l'inquietante intimità." INTERAZIONI, no. 1 (April 2021): 25–41. http://dx.doi.org/10.3280/int2021-001003.

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Abstract:
L'esperienza psichica dell'estraneità viene messa a confronto con quella dell'alterità, ne vengono esaminate le differenti sorgenti e direttrici intrapsichiche e relazionali. In particolare viene esaminato cosa accade nell'incontro con "lo straniero" nell'esperienza migratoria ? che oscilla tra alterità radicale e doppio deformato ? in cui si rende evidente quella "funzione specchio" della migrazione di cui parlava Abdelmalek Sayad. Migranti e nativi rispecchiano gli uni negli altri le proprie "parti straniere", parti inappropriabili e non soggettivabili. Tali complesse dinamiche vengono poi analizzate, anche attraverso una tranche clinico-esperenziale, alla luce dell'esperienza psichica ed antropologica legata alla pandemia da coro-navirus, la quale comporta un brusco e angoscioso mutamento della percezione del confine tra ciò che è familiare/fidato e ciò che è estraneo/pericoloso con i suoi intensi effetti perturbanti.
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Gremo, S., G. Iannarelli, and M. Vadori. "L'assistenza nefrologica alla persona straniera: ieri, oggi e domani." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 2 (January 26, 2018): 81–86. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1144.

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Abstract:
I dati ISTAT al 1° gennaio 2006 dichiaravano che la quota degli stranieri iscritti in Anagrafe era pari al 4.5%, tuttavia si riscontravano forti differenze a livello territoriale. Lo confermano i dati del XXI Rapporto sull'immigrazione al 31 dicembre 2010, dove la ripartizione territoriale degli immigrati in Italia è a Nord Ovest 35.0%; a Nord Est 26.3%; al Centro 25.2%; al Sud e Isole 13.5%. La percentuale di iscrizioni nel 2010 è però aumentata al 7.5% (4 570 317 stranieri) a cui bisogna aggiungere oltre 400mila persone regolarmente presenti (Straniero Temporaneamente Presente) ma non ancora registrate in anagrafe. Questa realtà rispecchia anche quella del nostro Sistema Sanitario Nazionale e delle nostre sale dialisi. Presso la dialisi del Presidio Ospedaliero S.G. Bosco di Torino la persona assistita straniera, nel dicembre 2011, incideva per il 22.2% sul totale degli assistiti (7.2% in emodialisi, 4.2% ambulatorio post-trapianto, 10.8% ambulatorio pre-dialisi). La scarsa conoscenza della lingua italiana compromette la comunicazione tra operatori sanitari e PA e una difficile aderenza terapeutica alle prescrizioni dietetiche-farmacologiche. Abbiamo cercato in questi anni di sopperire a queste difficoltà, mettendoci in relazione con la PA e i suoi familiari senza pregiudizi su stili di vita e valori, diversi da quelli usuali. Il nostro obiettivo è stato quello di risolvere le problematiche incontrate quotidianamente, ma anche con progetti di traduzione delle brochure in uso, e progettando corsi di formazione multiculturale per gli operatori addetti al trapianto renale. È stato laborioso educare all'autocura immunosoppressiva una PA straniera e analfabeta rientrata dal Centro Trapianti, altrettanto laborioso è stato far comprendere a una PA cinese e a una senegalese, che non parlavano italiano, la complessità della preparazione al trapianto, ma siamo riusciti nell'intento personalizzando il loro percorso e adattandolo ai loro punti di debolezza. (nursing)
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Bergamaschi, Maurizio, Luca Daconto, and Maria Grazia Montesano. "Diffusione periferica e concentrazioni. La dinamica insediativa dei residenti stranieri a Bologna e Milano." MONDI MIGRANTI, no. 2 (August 2021): 151–68. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-002009.

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Abstract:
L'articolo analizza la dinamica localizzativa di medio-periodo (2001-2018) della popolazione residente straniera a Bologna e Milano. L'obiettivo è comprendere gli elementi in comune, le specificità e le trasformazioni dei modelli residenziali dei cittadini stranieri nei due contesti urbani Sud-europei. L'analisi statistica e spaziale dei più recenti dati amministrativi conferma l'assenza di fenomeni di segregazione urbana ed evidenzia la tendenza alla diffusione territoriale della presenza straniera e la crescente configurazione periferica delle aree con concentrazione. Le specifici-tà dei due casi suggeriscono inoltre la rilevanza dei fattori locali per comprendere i processi di insediamento degli stranieri. Dopo una sintetica rassegna della letteratura, sono presentati i risultati dell'analisi diacronica e, infine, viene messo in eviden-za il contributo che lo studio fornisce al dibattito sui modelli insediativi delle popolazioni straniere nei contesti urbani Sud-europei.
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Ceravolo, Flavio A. "Presentazione. Straniero a chi?" Quaderni di Sociologia, no. 63 (December 1, 2013): 3–8. http://dx.doi.org/10.4000/qds.413.

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Acierno, Maria. "La tutela dello straniero nel processo civile." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 1 (May 2011): 50–72. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-001004.

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Abstract:
1. La garanzia costituzionale del giusto processo - 2. Il modello camerale: le ragioni della semplificazione - 3. Uniformitŕ e differenze nei procedimenti riguardanti lo straniero. Il procedimento di controllo delle misure di allontanamento del cittadino comunitario - 4. Le condizioni di accesso al processo nei tre gradi della giurisdizione ordinaria - 5. Il rapporto tra procedimenti giurisdizionali ed amministrativi relativi alla condizione dello straniero nel territorio dello Stato: i giudizi sulle misure di protezione internazionale.
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Guazzarotti, Andrea. "Lo straniero, i diritti, l'eguaglianza." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 1 (March 2009): 87–100. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-001009.

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Amati Sas, Silvia. "Straniero-Familare. L'ovvietà del pregiudizio." SETTING, no. 41 (October 2018): 73–86. http://dx.doi.org/10.3280/set2016-041002.

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Dissertations / Theses on the topic "Lo straniero"

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CRISCI, ASSUNTA MARIA PAOLA. "Il trattamento penale dello straniero irregolare." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/48269.

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Abstract:
The thesis studies the problems faced by law – especially criminal law – due to the migration phenomenon. After an overview of the national legislation, the paper focuses on the types of offences included in T.U. Imm.(D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286) which describes an immigrant as an offender. The paper describes the law's peculiarities, issues, questions of constitutionality and its compatibility with the European directives.
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Bellina, Matteo. "L'immigrato 'nemico'. La detenzione amministrattiva dello straniero." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2008. http://hdl.handle.net/10077/2650.

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Abstract:
2006/2007
1. Con la locuzione “detenzione amministrativa dello straniero” si fa riferimento alla misura prevista dall’art. 14, comma 1, del D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286, Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero (c.d. Legge Turco- Napolitano), così come modificato dalla recente Legge 30 luglio 2002, n. 189, Modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo (c.d. Legge Bossi-Fini), ai sensi del quale «quando non è possibile eseguire con immediatezza l’espulsione [dello straniero] mediante accompagnamento alla frontiera ovvero il respingimento, perché occorre procedere al soccorso dello straniero, accertamenti supplementari in ordine alla sua identità o nazionalità, ovvero all'acquisizione di documenti per il viaggio, ovvero per l'indisponibilità di vettore o altro mezzo di trasporto idoneo, il questore dispone che lo straniero sia trattenuto per il tempo strettamente necessario presso il centro di permanenza temporanea e assistenza più vicino, tra quelli individuati o costituiti con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con i Ministri per la solidarietà sociale e del tesoro, del bilancio e della programmazione economica». Si tratta di un istituto dal ‘tasso di gradimento’ estremamente basso. Frettolosamente disciplinato dal legislatore, mai sottoposto ad un vaglio critico profondo da parte della giurisprudenza (in particolare da quella costituzionale), quasi ignorato dalla dottrina. Il discorso, ad onor del vero, non riguarda solo l’istituto de quo, ma è estendibile all’intero diritto dell’immigrazione, una‘provinciale’ del nostro ordinamento, che non ‘fa gola’ ad alcuna categoria di studiosi. Vero è che si tratta di un diritto ‘giovane’, costantemente in fieri (anche per sua natura). Materia ‘liquida’, Difficile da affrontare, perché inadattabile alle categorie consolidate. Manca, in primo luogo, l’aiuto ‘tranquillizzante’ dei dogmi; manca poi una chiara delimitazione ‘di campo’; mancano, infine, nomi esatti, precisi (L’istituto in esame è privo di uno specifico nomen iuris). Nonostante la tendenza degli operatori del diritto a relegare l’istituto nel dimenticatoio, la sua attualità è evidente, precipitato dalla decisività dello stesso sul piano politico e sociale: nella oramai passata legislatura una campagna a favore del superamento della detenzione amministrativa dello straniero era stata avviata e condotta sino ad un punto rilevante. Di riverbero il dibattito politico sui temi dell’immigrazione e sui contenuti di una nuova legge di riforma si era fatto fervente. La campagna elettorale in corso sta dimostrando ancora una volta come il tema dell’immigrazione, in quanto correlato (a dire il vero più nella retorica populistica del politica che nella realtà dei fatti) a quello della sicurezza, giochi un ruolo strategico. 2. Lo studio è diviso in due parti: la prima parte (profili istituzionali e costituzionali) è caratterizzata da un’impostazione tradizionale incentrandosi, principalmente, sul diritto positivo e sui suoi riflessi costituzionali. Nella seconda parte (profili politico-criminali) si è tentato l’inquadramento dell’istituto nei paradigmi (dottrinali) della ‘differenziazione’, vale a dire in quei modelli (talvolta descrittivi, talaltra prescrittivi e normativi) con i quali si da atto dell’esistenza di ‘regimi’ penali speciali, poco garantiti e di spiccato rigore, riservati a determinate categorie di soggetti. Su tutti l’oramai celebre «diritto penale del nemico». Nel caso di specie è l’immigrato, questa la tesi, ad essere percepito e trattato da nemico. Nella prima parte l’istituto viene studiato per quello che ‘è’ (piano onticodescrittivo ), e per quello che ‘dovrebbe essere’ (piano deontico-prescrittivo). Nella seconda parte per ciò che esso ‘svela’ (piano comunicativo). 3. La prima parte si apre necessariamente (come tradizione esige) con una introduzione nella quale si è delimitato l’oggetto dell’indagine e si è altresì cercato di chiarire il significato del bagaglio terminologico utilizzato in tutto lo scritto. Un tanto premesso si è proceduto ad un’analisi sistematica, alla ricerca nella legislazione vigente di istituti che presentino caratteri analoghi od omologhi a quelli dell’istituto de quo. Successivamente si è passati allo studio dell’istituto nella sua dimensione storica, partendo da un inquadramento della disciplina italiana dell’immigrazione nelle sue principali linee evolutive, soffermandosi in particolare sul passaggio da una legislazione frammentaria ad una legislazione organica avvenuto tra il 1998 ed il 2002. Si è andati così, à rebours, alla ricerca dei ‘possibili’ precedenti, in qualche modo dei ‘progenitori’, dell’istituto. Entrando, per così dire, nell’oggetto materiale della riflessione per porlo in una dimensione concreta, in the facts, si è passati ad illustrare la disciplina positiva dell’istituto come contenuta originariamente nel D.Lgs. n. 286 del 1998, come successivamente modificata dalla Legge n. 289 del 2002 e come infine risultante dagli interventi interpretativi e correttivi della giurisprudenza costituzionale. Successivamente si è cercato di dimostrare che, contrariamente alle ‘etichette’ legali, la misura ha una natura sostanzialmente penale, vuoi perchè incide sulla libertà personale del soggetto e vuoi perché crea attorno allo stresso uno stigma. Si è poi esaminato il Centro di Permanenza Temporanea, il luogo in cui la misura trova esecuzione, confrontandolo con la struttura penitenziaria tradizionale e, soprattutto, con quelle che Erving Goffmann chiama istituzioni totali, un tanto al fine di far emergere la sostanziale coincidenza della misura de qua con le ‘tradizionali’ detenzioni carcerarie. Il ‘nucleo forte’, ma anche il più delicato, della ricerca è senz’altro rappresentato dalla riflessione circa la compatibilità dell’istituto con i principi costituzionali. Relativamente a tale momento si è suddivisa la riflessione in due momenti sulla scorta del modello fatto proprio da un illustre Maestro quale Franco Bricola, più di trent’anni or sono, in una celebre relazione avente ad oggetto le misure di prevenzione, forme di tutela ante delictum le quali presentano, in aggiunta, rilevanti analogie con l’istituto qui in esame. Così in un primo momento si è dato per ammesso, in linea di ipotesi e sulla scorta dell’orientamento della Corte Costituzionale, prevalente anche in dottrina, che la detenzione amministrativa in generale e, in particolare, quella forma di detenzione amministrativa rappresentata dal trattenimento dello straniero presso i centri di permanenza temporanea ed accoglienza sia, alla radice, costituzionalmente legittima: si sono così esaminati i singoli profili di attrito con i principi costituzionali della disciplina positiva della misura. In un secondo momento si è affrontato, per così dire, ‘alla radice’, il problema dell’ammissibilità costituzionale di forme di detenzione amministrativa e dei limiti entro i quali, eventualmente, queste possano concretamente trovare residenza nel nostro ordinamento. 4. Dall’analisi costituzionale si è tratto il ‘materiale grezzo’ dal quale è poi mossa la riflessione politico-criminale che connota la seconda parte della ricerca. Il ‘modelli differenziati’ si caratterizzano infatti per un allontanamento (non solo formale, ma anche e soprattutto) sostanziale dai principi costituzionali in tema di reato e di libertà personale. Si è cercato di dar conto dell’esistenza nel sistema penale italiano (ma il discorso potrebbe valere anche per altri ordinamenti occidentali) di un altro diritto penale, caratterizzato dalla presenza di elementi di spiccata eterogeneità rispetto modello garantistailluministico- liberale. Successivamente si è passato in rassegna alcune categorie dottrinali (perlopiù) descrittive (ma, almeno in un caso, anche prescrittive) del modello differenziato: in particolare ci si è soffermati sui c.d. sotto-sistemi penali come elaborati da Luigi Ferrajoli, nonché, in specie, sul già citato diritto penale del nemico, teorizzato da Günter Jakobs. Infine si è allargato il campo d’indagine, prima ai rapporti tra la differenziazione e le teorie della giustizia, muovendo da quei «paradigmi delle ingiustizie» magistralmente descritti da Federico Stella, in uno dei suoi ultimi scritti, poi agli studi criminologici in particolare con un breve excursus nel pensiero di David Garland. Lo studio attorno al diritto penale differenziato ed in particolare alla categoria nemico nell’ordinamento in genere e nel diritto penale in particolare è oggigiorno al centro di un ampio e trasversale dibattito. La letteratura formatasi sul punto ha in più occasioni affermato l’appartenenza della legislazione sull’immigrazione, in particolare di quella penale, a tali modelli differenziati. Ma l’attenzione della dottrina si è solo sporadicamente soffermata sulla detenzione amministrativa, interessata, più spesso, alle fattispecie penali finalizzate al contrasto dell’immigrazione clandestina. Invero la detenzione amministrativa, anche per il suo forte significato simbolico, manifesta, forse ancor più delle norme incriminatrici, la tendenza del nostro ordinamento alla realizzazione di un doppio binario, incentrato sulla dialettica amico/nemico. In conclusione le prospettive de lege ferenda: in questa sede solo si anticipa l’adozione di un punto di vista ‘forte’, che non ammette compromessi laddove sono in gioco libertà fondamentali quali la libertà personale. I ‘diritti di libertà’ sono, per gli ordinamenti non meno che per i filosofi, un valore, non quindi un istituto giuridico. Il rifiuto di ogni approccio ‘debole’, tendente al bilanciamento tra beni ed interessi così disomogenei da non poter trovare posto entrambi su una stessa bilancia, diviene così, la pregiudiziale (ideologica), la petitio principii, delle conclusioni tratte e, in qualche modo, la chiave di lettura dell’intero lavoro.
XX Ciclo
1980
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3

Parise, Maria Elisa. "Lo statuto giuridico dello straniero nell'ordinamento costituzionale italiano." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3427126.

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Abstract:
This paper aims to analyse the legal status of foreigners in the Italian judicial system , in light of the Constitution rules. The first chapter is dedicated on citizenship, in order to highlight the failure of its reconstruction not only in terms of citizenship formally concepted: that notion must be combined with the citizenship in a substantive way, considered as status which includes rights and duties. Rights and duties are closely linked with the ties existing between foreigns and the society and to the development, within the society itself, of the foreign’s personality. This perspective allows to debate if the only way to face the issue of the rights of foreigners could be the opposition "human rights- rights of the citizen": it is possible to argue there is a plurality of status, variously sized, owned by non-EU citizens depending on the connection with the community. The sustainability of this approach must be assessed, first, according with the constitutional rules governing the subject. The second chapter concerns the study of the most important constitutional regulation in the field of legal status of foreigners: not just art. 10, co. 2, although is the only rule which literally refers to it, but, above all, Articles. 2:03 Cost: their analysis will be carried out starting from the preparatory work, and then through the study of case law and doctrine. Especially the most recent doctrine is supporting the possibility to reconstruct the position of foreigners giving special attention to the rights and obligations incoming on them according with a plurality of different status. Then the focus will move on positive discipline legislation to aliens, due to verify the hypothesis adopted: the third chapter refers the international protection measures (political asylum and subsidiary protection). The right to international protection is quite peculiar, because only the applicant could claim for it, moreover the status deriving from that are not based on a pre-existing relationship with the community but on the requirements holded by the claimant. A special focus will take place concerning the relationship between the right to asylum and political refuge, single measures of international protection and the discipline which Italy is, in the light of European rules, the granting country. In the end it has been rebuilt the contents of the status of political refugee and entitled to international protection. The fourth chapter follows examinating the positive regulation especially the legal status of foreigners outlined under the rules of the d. lgs. 286/1998 Testo Unico sull’Immigrazione. There will take place a brief analysis of issues related to the condition of reciprocity, followed by some primers on residence permits and related status particularly both prerequisites for their acquisition and their contents. A special mention deserves family reunification right that shows how the aliens’ local rooting into the territory gradually increases their protection status, especially according with the family unity right. The conclusion is concerning some relevant issues: from the right to health of non-citizens, to the political rights and constitutional duties. The thesis main pourpose is to recognise along to the citizenship some other status framing the level of participation of a person to the community: this consideration might explain its effects regarding the citizenship law, which, maybe could be granted to those individuals who already are benefiting rights and duties in a way comparable with Italian citizens.
Il presente lavoro si pone l’obiettivo di indagare quale sia la condizione giuridica dello straniero nell’ordinamento italiano, alla luce della Costituzione. La ricerca muove da alcune considerazioni relative alla cittadinanza, cui è dedicato il primo capitolo, allo scopo di evidenziare l’insufficienza della sua ricostruzione solo nei termini della cittadinanza formalmente intesa: a tale nozione si deve affiancare quella di cittadinanza in senso sostanziale, intesa quale status in cui rientrano diritti e doveri. Questi ultimi, e il loro esercizio, sono strettamente correlati al legame con la società e allo svolgimento, all’interno di essa, della propria personalità. Questa prospettiva consente di mettere in discussione l’idea che l’unico modo per affrontare la questione dei diritti degli stranieri sia la contrapposizione «diritti dell’uomo-diritti del cittadino»: si può invece ipotizzare l’esistenza di una pluralità di status, di varia ampiezza, posseduti dai cittadini extracomunitari a seconda del legame con la comunità. La sostenibilità di questa impostazione deve essere valutata, per prima cosa, in base alle norme costituzionali che disciplinano la materia. Pertanto, il secondo capitolo è dedicato allo studio delle norme costituzionali di maggior rilievo in materia di statuto giuridico dello straniero: non solo l’art. 10 Cost., sebbene sia l’unica norma che testualmente vi fa riferimento, ma, soprattutto, gli artt. 2 e 3 Cost.: la loro analisi sarà svolta a partire dai lavori preparatori, e poi attraverso lo studio della giurisprudenza e della dottrina. Quest’ultima, soprattutto quella più recente, ha sostenuto l’opportunità di ricostruire la posizione dello straniero ponendo attenzione ai diritti e doveri che gli spettano e, quindi, in una pluralità di status, differenziabili in ragione dei già evidenziati parametri. L’attenzione si è poi concentrata sulla disciplina positiva in tema di stranieri, per verificare ulteriormente l’ipotesi ricostruttiva adottata: il terzo capitolo è stato dedicato allo studio delle misure di protezione internazionale (rifugio politico e protezione sussidiaria). Il diritto alla protezione internazionale è del tutto peculiare, poiché non può spettare altro che allo straniero, ed inoltre gli status che ne derivano non si fondano – al contrario di quelli che verranno analizzati nel successivo capitolo – su un legame preesistente con la comunità, ma sul possesso dei requisiti previsti per accedere alla protezione internazionale. In particolare, sono stati approfonditi il rapporto tra il diritto di asilo e il rifugio politico, le singole misure di protezione internazionale ed i casi in cui l’Italia sia il paese competente a erogarle, alla luce della disciplina europea. Infine, è stato ricostruito il contenuto dello status di rifugiato politico e avente diritto alla protezione sussidiaria. Lo studio della disciplina positiva continua, nel quarto capitolo, in cui la condizione giuridica dello straniero viene ulteriormente delineata in base alle norme del d. lgs. 286/1998, c.d. Testo Unico sull’immigrazione. In questa sede trova spazio una breve analisi delle questioni connesse alla condizione di reciprocità, seguita dall’approfondimento su alcuni titoli di soggiorno e sugli status ad essi connessi, sia nei presupposti per la loro acquisizione sia nel loro contenuto, senza trascurare un istituto importante come il ricongiungimento familiare che evidenzia come il radicamento di un soggetto nel territorio accresca via via la tutela riconosciutagli, anche in tema di diritto all’unità familiare Infine, si è dato conto di alcune questioni particolarmente rilevanti, in tema di diritto alla salute dei non cittadini, di diritti politici e di doveri costituzionali. Al termine del lavoro, si può confermare la correttezza di riconoscere, accanto alla cittadinanza, altri status che inquadrano il grado di partecipazione di un individuo alla comunità: tale considerazione potrebbe spiegare i suoi effetti anche riguardo alla disciplina della cittadinanza, che, forse, potrebbe essere concessa senza particolari timori a quei soggetti che già si trovino a godere di diritti e doveri in modo equiparabile a coloro che già sono cittadini italiani.
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Vettori, Giulia <1987&gt. "Diventare madri in un Paese straniero: esperienze, significati e strategie." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12001.

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Abstract:
Partendo dalla presentazione delle principali teorie che parlano di migrazione oggi, in particolare quelle che hanno come focus le famiglie, presenterò in maniera generale questo fenomeno, fino ad arrivare a soffermarmi sul particolare momento che la gravidanza e il puerperio rappresenta per le donne immigrate. Mi dedicherò quindi ad analizzare i concetti di matherhood, di parenting, di gestazione, in un contesto di immigrazione, analizzerò gli studi nazionali e internazionali già esistenti su tale materia per poi presentare una mia piccola ricerca in merito. Ho fatto delle interviste semi strutturate a donne immigrate di varia provenienza che da pochi mesi hanno dato alla luce un figlio in Italia. Ho chiesto loro di parlarmi dell'esperienza vissuta durante la gravidanza e il parto, delle difficoltà incontrate e delle soluzioni messe in atto. Riporto approfonditamente i significati e le considerazioni nate in loro durante questo particolare periodo della vita, caratterizzato da due sfide importanti: la maternità e la migrazione, entrambe con le proprie caratteristiche di ridimensionamento, destabilizzazione e ricostruzione del sé. Risulterà dunque un’analisi multidisciplinare su questi fenomeni in quanto essi sono dibattuti da più ambiti scientifici, come ad esempio la sociologia, la psicologia, l’antropologia, la pedagogia.
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BIONDI, Francesca. "I diritti sociali dello straniero tra frammentazione e non discriminazione." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2010. http://hdl.handle.net/11392/2389358.

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Abstract:
This study report has as its subject matter the social rights of immigrants and it is aimed, in particular, at investigating the extent to which the legislator is allowed to govern in a different manner the status of foreign national and the status of citizen, in view of the limited financial resources available. Whilst, in fact, the recognition of rights of first generation is required under several international treaties, pursuant to which the juridical status of third-country national has to be governed in accordance with Article. 10, paragraph 2, of the Italian Constitution, the national legislator seems to have a wider discretion with respect to the social rights, provided however that the relevant decisions comply with the principles of reasonability and protection of the human dignity, as it has been stated also by the European Courts (European Court of Human Rights and Court of Justice of the European Union) and the Italian Constitutional Court (“Corte Costituzionale Italiana”), in light of the discrimination prohibition. Moreover, the analysis of the conditions subject to which third-country nationals are entitled to have access to the national welfare system symbolically highlights the fragmented nature of its legal status in relation to the residence title held as well as the place of residence. Therefore, this study report aims at pointing out those social rights which must be recognized in favor of foreign nationals regardless of their nationality and the same status as foreign citizens legally resident, those social rights which must be recognized both in favor of national citizens and foreigners lawfully residing based on an equality principle, and finally those social rights which allow to be recognized with a differentiation between nationals and thirdcountry citizens, all the foregoing taking into due account that there are social rights which are connected with specific conditions (such as, holder of a permit for EC long-term residents, workers, minors, refugees, nationals of countries with which the European Union has executed co-operation agreements) and social rights depending on the place of residence.
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ORRU', PAOLO. "Razzismo quotidiano: la rappresentazione dello straniero nella stampa italiana (2000-2010)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266401.

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Abstract:
The research involved the construction of a wide corpus of texts from five major national newspapers (Corriere della sera, la Repubblica, La Stampa, Il Giornale, Libero). The aim is to investigate the representation of migrants and of immigration in general on the Italian national press during the first decade of the XXI century. The main goal is to employ the means of critical discourse analysis to reflect on the social construction of prejudice about foreigners and on biased perceptions of the migratory process. The analysis explores three major issues (migrants’ arrival by sea; immigration and crime; socio-economic struggle) which cover the most relevant areas of interest about the migratory phenomenon in Italy. The wide corpus (over 100 million words and more than 200 thousands articles) has been investigated through a combination of quantitative and qualitative methods. The intent is to offer a reliable and statistically significant linguistic analysis of the discursive strategies involved in the texts. The use of text analysis software helped to fulfill the goal of carrying out an analysis which employs modern methods, able to overcome and enrich previous investigations on the matter, based mostly on small and randomized samples or specific case studies. The analysis of linguistic forms and structures primarily focused on referential and predicational strategies employed to describe social actors and on discursive strategies which reflect the fundamental cognitive structures (ideologies) underlying prejudice and struggle between social groups. The results confirmed the starting hypothesis and highlighted some of the most important discriminatory elements produced (or reproduced) by the media. The reader is often led to formulate biased and unrealistic opinions about the migratory phenomenon, therefore affecting social behaviour and intergroup relations.
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Tomeo, Tiziana. "La condizione giuridica del minore straniero non accompagnato. Profili di comparazione giuridica." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2013. http://hdl.handle.net/10556/1168.

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Abstract:
2011 - 2012
L'argomento della tesi induce ad un'analisi attenta e particolareggiata sia del tema dell'infanzia che di quello dell'immigrazione, pensati in modo coincidente in capo ad un unico soggetto titolare di diritti e di doveri qual è il minore. Aldilà dei modelli e dei sistemi giuridici all'interno dei quali è stata svolta la ricerca, c'è da sottolineare che sarà arduo addivenire all'individuazione dell'esatto numero dei minori presenti e non solo perché parte del fenomeno appare sommerso e dunque sfugge alla rilevazione statistica ma anche perché non esiste una metodologia o una prassi univocamente accettata quando si parla di accoglienza ei minori. In Germania ad esempio i minori non accompagnati sono arrivati sul finire degli anni Settanta ma solo dal 1982 sono stati registrati ufficialmente come tali; il sistema di registrazione varia da uno stato federale all'altro e molto spesso i minori sono registrati come chiedenti l'asilo. Secondo il National Assessment tedesco elaborato nel 2003 per il Separated Children Europe Programme, i mena rifugiati presenti a quella data in Germania erano compresi tra le 5.000 e le 10.000 unità. I minori si distribuiscono in vari stati ma è soprattutto nelle aree urbane come Berlino, Amburgo, Francoforte e Monaco che si concentrano. Essendo proprio legato al canale dell'asilo, il numero dei minori dopo aver subito un'impennata tra il 1980 ed il 1990, ha cominciato a decrescere in virtù delle restrizioni introdotte proprio in questa materia. Molti dubbi sono stati sollevati in merito alla detenzione del minore in una struttura che ne limiti la libertà, ai lunghi tempi di lavorazione della pratica ed all'assenza di un adeguato sostegno psico-sociale, infatti, in attesa di un responso alla loro pratica di permesso, ai minori è concesso un limitato permesso di residenza. Nel caso in cui ad una prima stima dell'età il minore dimostri di avere un'età superiore ai sedici anni, le autorità di confine possono anche decidere d'inviarlo a un centro di prima accoglienza del Land in cui è arrivato e successivamente smistarlo in uno agli altri Länder; al contrario, se l'età del minore è inferiore egli sarà inviato ai servizi preposti per la gioventu' nel Land d'arrivo che saranno tenuti a prenderlo in affidamento e sono responsabili delle decisioni riguardanti la sistemazione ed il sostegno. L'Ufficio Federale chiede un accertamento dell'età per non ospitare nel centro minori di età superiore ai sedici anni ma comunque ad ognuno viene nominato un tutore ufficiale che ne segua la richiesta d'asilo che normalmente è l'Ufficio Locale per l'Assistenza dei Giovani e la nomina di un tutore da parte del Tribunale per la Famiglia puo' anche richiedere tre mesi. Dopo i sedici anni tuttavia i minori non hanno piu' diritto ad un tutore e devono cercare consiglio e supporto presso avvocati che aiutano i richiedenti asilo. Nei Länder vengono usati differenti metodologie d'identificazione e catalogazione dei minori non accompagnati ed anche in Spagna dove fino a qualche anno fa prevaleva un sistema decentrato di catalogazione, il Nuovo Registro dei minori stranieri in situazione di abbandono pur rappresentando chiaramente il segno di una volontà centralistica di gestione del fenomeno che nonostante tutto non è stato tale da garantire la diffusione comune di una metodologia. In Francia se fino agli anni 90 era utilizzata l'espressione minori stranieri non accompagnati, questa ora è stata sostituita da "minori stranieri isolati" in considerazione dell'inadeguatezza della prima espressione a rendere conto di tutta la situazione nel suo complesso. Il problema si manifesta in tutta la sua complessità quando il Coordinamento dei Rifugiati, che raggruppa le ONG attive nel sostegno ai richiedenti asilo, denuncia la carenza del sistema di accoglienza e rende pubblici dei dati che contrastano con quelli ufficiali e secondo i quali l'afflusso di minori richiedenti asilo sarebbe di 350-400 ogni anno. Il problema dei dati accomuna tutti i sistemi, infatti per intanto essi provengono da tre fonti principali ovvero la PAF (Police de l'Air et des Frontiers) la Directions des Liertès Pubbliques et des Affaires juridiques e l'Office Français de Protection des Rèfugiès et Apatridesle; tali uffici operano secondo criteri diversificati di raccolta e catalogazione dei dati ma che determinano una non corretta coincidenza nei numeri sia a livello istituzionale che con il mondo del volontariato che attesta una sottostima dei dati pubblicati. Da questi dati emerge che in Italia invece l'istituzione del Comitato per i Minori Stranieri con l'art. 33 del Testo Unico 286/98 documentano una positività di risultati atteso che l'istituzione di un organo interministeriale che a livello nazionale si occupi della tutela dei minori stranieri non accompagnati operando con il sol fine di tutelarne i diritti in conformità alle convenzioni internazionali, lo fanno assurgere a esempio davvero particolare nel panorama comunitario. Certamente tale istituzione non ha significato l'azzeramento di ogni divergenza determinando una comune metodologia operativa per il solo fatto che Questure, Tribunali, Enti Locali, Servizi Sociali, strutture di accoglienza operino in sinergia. Una problematica recente infatti è rappresentata dalla segnalazione dei minori che se da un lato permettono di disporre di un quadro esauriente sulla dimensione quantitativa del fenomeno, dall'altro proprio in quanto incomplete, limitano l'efficacia operativa del Comitato e del sistema. La recente attivazione del programma nazionale di protezione dei minori stranieri non accompagnati promosso dal Ministero della Solidarietà Sociale e dall'ANCI, è funzionalizzato a migliorare il sistema complessivo d'identificazione, presa in carico e integrazione dei minori stranieri non accompagnati, attraverso una rete di servizi pubblici di pronta accoglienza con l'adozione di una metodologia standardizzata e diffusa sull'intero territorio nazionale. Cio' che è emerso nella generalità è che il sistema di accoglienza predisposto non sia adeguato per poter concretizzare un progetto d'inserimento o per aiutare i minori a superare i traumi subiti nella realtà d'origine, durante il viaggio o all'arrivo nel Paese ospite. Non esistendo strutture, operatori competenti, alloggi, sostengo psicologico, specifiche attività, formative rispondenti ai bisogni, anche d'inserimento lavorativo, si puo' senza dubbio affermare che il sistema nato per soddisfare i bisogni di un'utenza nazionale si è trovato invece, impreparato a gestire quella straniera essendo carente di una sensibilità interculturale. La caratteristica principale della disciplina sui minori stranieri in Francia risiede nell'esistenza delle cosiddette "zone d'attente" che sono spazi situati nei porti, negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie dove sono trattenute le persone in attesa che vengano effettuati controlli sulla loro identità e sul possesso dei requisiti richiesti per l'ammissione in Francia. La segnalazione di un minore straniero all'interno del territorio implica che il Procuratore della Repubblica debba procedere alla designazione di una figura con l'incarico di assistere il minore per tutto il tempo in cui si trova a dimorare nelle zone d'attente e di rappresentarlo in tutte le procedure amministrative e giuridiche relative all'ingresso nel territorio e la protrazione del tempo di attesa comporta che debba essere scelta al minore una figura che l'assista o scelto dalla parte o nominato d'ufficio. La protezione che viene posta in essere in ogni caso è di due tipi, una amministrativa che dipende dal Presidente del consiglio dipartimentale sul cui territorio il minore è segnalato sulla base di quanto stabilito dall'art.222-5 e 223-2 del Code de l'Action Sociale et des Familles; dall'altro lato una protezione giudiziaria che dipende dal Juge des Enfants sulla base dell'ordinanza del 23 dicembre 1958 e dell'art. 375 de Codice Civile e dal procuratore della Repubblica. Quest'ultimo puo' decidere di prendere una misura d'urgenza di collocamento provvisorio oppure di condurre una rapida inchiesta con l'obiettivo di riunire ed acquisire un numero d'informazioni socio-educative sulla situazione del minore al fine d'individuare un'idonea misura di protezione o rimandare il caso al giudice competente o cercare di stabilire l'età. Alla luce di quanto sostenuto, è evidente che alcune misure possano essere considerate piu' idonee di altre a realizzare il superiore interesse del minore e proprio in quanto contemplanti diversi aspetti del fenomeno, possono assurgere a valenza transnazionale e così addivenire all'adozione di un condiviso sistema d'intervento e di accoglienza all'interno dello spazio europeo. Menzione a parte ha avuto la disciplina nel complesso sistema del diritto spagnolo che ha implicato ben altre problematiche prim'ancora di affrontare la questione dei MSNA. La peculiarità dell'ordinamento, rappresentato da un governo centrale e da diciassette comunità autonome, ha certamente una sua significazione che va compresa per poter anche approfondire il tema in esame; di primaria importanza al riguardo è il concetto di vecindad che è nuovo sia nella sua sostanza che nell'applicazione e serve anche a stabilire a quale legge resta vincolato un cittadino spagnolo proprio in considerazione della caratteristica struttura dello stato. Quando un minore straniero giunge in Spagna viaggiando da solo o con adulti che tuttavia non sono responsabili legalmente nei loro confronti, ci si trova di fronte ad una vera e propria strategia migratoria. La normativa che disciplina la materia tenta di assecondare la realtà descritta mediando tra i principi di protezione degli stranieri e dei minori particolarmente contenuti nella ley de extranjería ed i diritti di protezione dei minori in quanto tali. A partire dalla metà degli anni 90 il fenomeno in Spagna va crescendo ed il Regolamento sugli stranieri del 1996 rappresenta il primo tentativo di regolare la condizione di questi minori. Si è potuto constatare che la maggior parte dei minori che giungono in Spagna sono marocchini di età compresa tra i 15 e i 18 anni, che vi giungono per fare fortuna, sia volontariamente, sia perché spinti dalle famiglie e, poi, v'è il fenomeno minoritario dei minori che pur non rientrando in nessuna delle categorie descritte, presentano comunque caratteristiche tali da rientrare nel sistema di protezione dei minori; si vuole fare riferimento ai minori stranieri non accompagnati; ai minori che fanno domanda d'asilo;ai minori che presentano infermità mentali; ai bambini di strada. a partire dal 2003 si registra un notevole incremento di minori che arrivano attraverso le pateras ( imbarcazioni utilizzate per entrare irregolarmente in Spagna), nelle coste dell'Andalusia così cominciando a parlare di Paterización. Molti dei minori marocchini entrano in Spagna attraversando clandestinamente la frontiera terreste di Ceuta e Melilla (ubicate sulla costa settentrionale del Marocco)nascondendosi sotto i camion mentre altri attraversando lo stretto di Gibilterra proprio sulle pateras. Esiste poi un'altra strategia di accesso che consiste nel venire accompagnato da un adulto che fa parte della famiglia o che è amico di famiglia, anche se si è potuto constatare che la maggior parte dei minori marocchini viaggia senza l'appoggio esplicito della fmaiglia ma con un consenso tacito. Cio' ha condotto il Ministerio Fiscal ad equiparare in alcuni casi tali minori a quelli spagnoli considerati dalle legge come "minori emancipati" che in base a tale disposizione, non essendo piu' considerati in stato di abbandono non usufruiscono piu' del sistema specifico di protezione. Pur essendo unicamente di competenza del Ministerio Fiscal incaricare ufficialmente i servizi competenti una volta che sia stata determinata l'età del minore, sono poi i servizi sociali ad avere nel frattempo in carico i minori. E' importante sottolineare che è dall'eventuale dichiarazione dello stato di abbandono che discendono determinate conseguenze, essa non è tuttavia automatica e normalmente il minore che viene trovato sul territorio senza assistenza morale e materiale riceve protezione prevista dalla Legge organica sulla Protezione giuridica del minore. L'organo che non ha competenza a decidere sul rimpatrio del minore è l'autorità pubblica incaricata della sua tutela, infatti la decisione spetta esclusivamente alle autorità responsabili delle questioni migratorie; del resto affinchè il rimpatrio possa essere considerato regolare dovrà essere ascoltato il minore e il Ministerio Fiscal dovrà essere informato di tutti i passaggi relativi. All'ottenimento del permesso, è determinante la circostanza che esso sia retroattivo; esso permette infatti ai minori di poter ottenere un permesso permanente al raggiungimento della maggiore età qualora sottoposti alla tutela di un ente pubblico almeno per i tre anni consecutivi immediatamente anteriori. La difficoltà tuttavia dell'inserimento e la consapevolezza del numero crescente di minori, ha portato il governo spagnolo a firmare accordi bilaterali con i governi di Senegal e Marocco nell'aprile e nel settembre del 2007. Nello spazio comunitario pertanto, sono presenti sostanziali differenze relativamente alla procedura che si attiva al momento della segnalazione di un minore straniero non accompagnato rispetto a organi competenti, strumenti d'identificazione, modelli gestionali, scelte d'integrazione. Cio' che appare evidente è che alcuni contesti sono piu' rappresentativi di altri in termini di presenze, tipologie e bisogni dei minori. Certamente il fenomeno dei Mena non puo' essere affrontato come un problema migratorio ma va studiato all'interno di un quadro piu' complesso alla cui configurazione concorrono problematiche di diritto internazionale, questioni di diritto umanitario, elementi che riguardano la dignità umana. [a cura dell'autore]
XI n.s.
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Rizza, Laura Santa. "Il sistema europeo comune di asilo: la protezione internazionale dello straniero in Europa." Doctoral thesis, Università di Catania, 2017. http://hdl.handle.net/10761/4027.

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Abstract:
La tesi di dottorato dal titolo il sistema europeo comune di asilo: la protezione internazionale dello straniero in Europa nasce da un progetto di ricerca avviato alla fine del 2013 e volto a individuare la portata normativa europea in materia di protezione internazionale degli stranieri alla luce delle problematiche emerse nella prassi applicativa e quindi, in parte, connesse all attuale crisi migratoria. L obiettivo iniziale era quello di cogliere le differenze in tema di tutela del diritto di asilo tra due diversi piani ordinamentali: quello internazionale e quello europeo. In questa prima fase, e segnatamente nel I capitolo, il lavoro di ricerca si è incentrato sulla ricostruzione del processo di evoluzione del concetto di asilo nel diritto internazionale. Ne è seguita una disamina delle questioni giuridiche sottese alla costruzione del sistema europeo comune di asilo, il cui obiettivo è sancito nell art. 78 del TFUE, completato dall art. 18 della Carta dei diritti fondamentali dell Unione europea, nonché, bilanciato e arricchito dalla giurisprudenza della Corte di giustizia dell Unione europea e della Corte Edu. Pertanto, i capitoli II e III sono stati dedicati rispettivamente alla nascita e all evoluzione della normativa dell Unione europea in materia e al quadro complessivo della vigente legislazione europea sul tema. La crisi migratoria del 2015, e il suo acuirsi negli anni successivi, hanno consigliato di orientare la tesi verso uno studio più approfondito delle ragioni di disfunzione del sistema europeo comune di asilo al fine di identificare e proporre soluzioni giuridiche nuove e potenzialmente idonee a realizzare di un diritto di asilo europeo informato a criteri più rispettosi dei diritti della persona. A tal proposito nel IV capitolo, dedicato ai principi fondanti il sistema europeo comune di asilo, ci si è soffermati sull opportunità o meno di valorizzare la c.d. clausola di sovranità al fine di salvaguardare la tutela dei richiedenti asilo dal subire trattamenti inumani e degradanti entro la stessa Unione europea nell applicazione dei c.d. trasferimenti Dublino; tale ultima eventualità è stata foriera di quella che si potrebbe definire crisi del principio di fiducia reciproca tra gli Stati membri. In quest ottica, si sono sollevati alcuni rilievi critici al parere n. 2/2013 della Corte di giustizia sull adesione dell Unione europea alla Convenzione europea dei diritti dell uomo. In particolare si sono rilevate le idiosincrasie della Corte di giustizia rispetto alle pronunce della Corte Edu in tema di tutela equivalente dei diritti umani nell Unione europea e applicazione del c.d. sistema Dublino. Di conseguenza, si è ricostruito il quadro giurisprudenziale di riferimento con specifica attenzione alle più rilevanti e recenti pronunce della Corte di giustizia, della Corte Edu e delle giurisdizioni nazionali di Inghilterra, Germania e Italia. Infine, nel V e ultimo capitolo sono state analizzate criticamente le più recenti proposte normative avanzate dalla Commissione europea nel 2016 finalizzate a riformare il c.d. pacchetto asilo. Inoltre, precipua attenzione è stata riservata all Accordo UE - Turchia del 18 marzo 2016 e al c.d. approccio hotspot. Queste due azioni volute dal Consiglio europeo e dalla Commissione europea sono state analizzate quali espressioni di una nuova tendenza europea che si caratterizza per l incapacità di adottare norme giuridiche seguendo le procedure legislative previste dai Trattati istitutivi. In conclusione, la tesi propone l individuazione di un approccio diverso e potenzialmente idoneo a migliorare la condizione di vita dei richiedenti protezione internazionale. La soluzione, in una prospettiva futura e ambiziosa, risiederebbe nel superamento della necessità del requisito della territorialità per proporre domanda di asilo e nell adozione di una normativa europea in materia d ingressi legali dei richiedenti protezione internazionale.
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PERNA, Ilenia Serena. "Le parole dell'incontro. Dinamiche interazionali e procedure conversazionali dell'essere straniero nel gruppo classe." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2011. http://hdl.handle.net/11695/66300.

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Abstract:
Il lavoro di tesi focalizza l’attenzione sulle prime fasi di inserimento di un bambino straniero, di nazionalità cinese, in un contesto classe in cui sia per le insegnanti che per gli alunni questa rappresenta la prima esperienza di scambio interculturale. In particolare, la ricerca indaga come la presenza della diversità di cui l’alunno è portatore modifichi e influenzi le dinamiche interazionali tipiche del contesto classe, causando una vera e propria ricostruzione del setting originario. La classe interculturale, difatti, rappresenta il luogo in cui si realizza una situazione di doppia asimmetria relazionale tra nativo - non nativo e tra insegnante - alunno. Partendo dunque dal presupposto secondo cui tale interazione è prototipicamente asimmetrica (Orletti, 2000) e, ancora, che la figura dell’interlocutore nativo si sostanzi in una posizione di minore potere conversazionale, sono state analizzate le soluzioni adottate dai vari partecipanti alla situazione comunicativa (insegnante, gruppo dei pari, alunno straniero, mediatore linguistico), vere e proprie strategie comunicative che hanno contribuito a favorire e mantenere l’interazione, quantomeno diminuendo fraintendimenti ed “incidenti” di percorso. Inoltre l’attenzione di focalizzare l’analisi sull’interazione con un alunno di nazionalità cinese non è stata casuale poiché sono davvero pochi gli studi condotti su apprendenti di lingua cinese in un contesto di scuola primaria mentre abbondano quelli effettuati su apprendenti sinofoni di italiano L2 nei successivi gradi di istruzione (in particolar modo scuole secondarie superiori e università) e, in secondo luogo, per verificare se la particolarità della cultura di provenienza potesse dar luogo a conferme o smentite già annunciate in letteratura. La ricerca si avvale di una metodologia qualitativa che utilizza l’approccio della Conversation Analysis (Sacks, Schegloff, Jefferson, 1974): sono state effettuate circa 60 ore di videoregistrazione, debitamente trascritte, durante un intero anno scolastico. Sul piano teorico si è fatto riferimento agli studi dell’interazionismo simbolico e della teoria dell’interazione sociale con particolare riferimento alla sociologia di Goffman e Garfinkel, ma non mancano riferimenti al costruttivismo sociale (Berger e Luckmann, Schütz), alla sociolinguistica pragmatica e agli studi più recenti sulla comunicazione interculturale (Asante, Gudykunst, Bennett, Benhabib, Matsumoto, Scollon & Scollon, Wievorka).
The present work focuses on the first phases of including a foreign Chinese student in the institutional setting “classroom” where the intercultural talk-in interaction is seen as a very new experience by both teachers and students. Research particularly investigates how the several Chinese student’s varieties influence and change the system dynamics, which are typical of such a setting, by causing a real redevelopment of the original setting. In consequence of that, the intercultural classroom represents the place where a double asymmetrical relationship takes place, the first one among native and non - native speakers, the second one between the teacher and the student. By basing on this particular assumption, according to whom such an interaction is prototypically asymmetric (Orletti, 2003) and, moreover, the figure of the native partner results in a weaker position in the conversational turn, the several solutions adopted by the different participants of such a conversation have been here analysed, as well as the real communication strategies, which help to support and maintain the interaction, at least by lowering the degree of misunderstanding or snags. Furthermore, the choice of focusing on the analysis of the interaction with a Chinese speaker student as a participant of classroom conversation hasn’t been made by chance: on the one hand there are very few studies on Chinese native language learners in the setting “primary school”, whereas there are too much research on L2 Italian Chinese native learners in other settings, such as “high schools” or “universities”; on the other hand research have been carried out to verify/check if the varieties of one’s own cultural background could confirm or deny the previous theories of literature. Research make use of the typical qualitative approach of the Conversational Analysis (Sacks, Schegloff, Jefferson, 1974): the experimental part of this work is made up of 60 hours of video recordings, duly transcribed, for a whole school year. Concerning the theoretical part, the studies on the symbolic interactionism and the theory of social interaction have been taken into account with particular reference to Goffman and Garfinkel’sociological studies, but there are also many references to the social constructionism (Berger and Luckmann, Schütz), the pragmatics and sociolinguistics and to the new studies on the intercultural communication (Asante, Gudykunst, Bennett, Benhabib, Matsumoto, Scollon & Scollon, Wievorka).
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Decataldo, Alessandra. "La misurazione della distanza sociale dallo straniero mediante l'uso complementare dell'intervista con questionario e del focus group." Doctoral thesis, La Sapienza, 2005. http://hdl.handle.net/11573/917149.

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Books on the topic "Lo straniero"

1

Straniero. Milano: R. Cortina, 2010.

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Cipollini, Roberta, and Valeria Bernabei. Stranieri: Percezione dello straniero e pregiudizio etnico. Milano, Italy: F. Angeli, 2002.

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3

Riccobaldi, Pietro. Straniero indesiderabile. Milano: R. Archinto, 1988.

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4

Ceserani, Remo. Lo straniero. Roma: Laterza, 1998.

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5

Camus, Albert. Lo straniero. Milano: Bompiani, 1987.

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6

Malagnini, Francesca. Straniero, stranieri: Percorsi di analisi linguistica e riflessioni identitarie. Firenze: Franco Cesati editore, 2022.

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7

1936-, Vaime Enrico, ed. Il poeta Straniero, ovvero, Straniero Ugo, poeta futurista. Reggio Emilia: Aliberti, 2009.

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Camilotti, Silvia, and Sara Civai. Straniero a chi? Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-290-1.

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Abstract:
Questo volume raccoglie alcuni dei numerosi testi che gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado della regione Veneto hanno inviato all’Archivio Scritture Scrittrici Migranti, partecipando al concorso letterario ‘Straniero a chi? Scriviamo le migrazioni’. A emergere sono i grandi nuclei tematici della migrazione: l’alterità, condizione avvertita come propria non solo di chi è costretto a migrare, ma anche di quanti avvertono un senso di estraneità al mondo che li circonda; il trauma del viaggio, le speranze in un futuro diverso e lo scontro con una realtà durissima, sia durante lo spostamento che all’arrivo; un percorso di inserimento nel luogo di approdo; il valore del dialogo e della solidarietà.
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9

Sociologia dello straniero. Roma: Carocci, 2012.

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10

Cecovini, Manlio. Straniero in paradiso. Trieste: MGS Press, 1995.

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Book chapters on the topic "Lo straniero"

1

Lentano, Mario. "La nuda rupe e il Tevere straniero. Roma prima dei suoi dèi." In Properzio fra Repubblica e Principato, 237–61. Turnhout: Brepols Publishers, 2018. http://dx.doi.org/10.1484/m.spl-eb.5.115918.

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2

Campus, Alessandro. "Dediche di stranieri a el-Hofra, 2: i Libici." In LRBT. Dall’archeologia all’epigrafia / De l'archéologie à l'épigraphie, 129–38. Turnhout, Belgium: Brepols Publishers, 2021. http://dx.doi.org/10.1484/m.supsec-eb.5.127641.

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Gilardoni, Silvia. "La terminologia per il CLIL in lingua straniera e in italiano L2." In Proceedings e report, 83–98. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-364-2.09.

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Abstract:
In this paper we examine the treatment of terminology in CLIL context (Content and language integrated learning), through the analysis of a corpus of subject textbooks in a foreign language and in Italian as a second language. After introducing the CLIL methodology and its application in the field of foreign language and Italian as a second language teaching as regards the Italian context, we consider the role of terminology in CLIL environment. Then we present the results of the analysis of the corpus, which consists of CLIL textbooks in English for the secondary school and of subject textbooks in Italian as a second language for non-native speakers of secondary school and adult migrants who need the qualification of Italian secondary school. The analysis of the treatment of terminology in the corpus allows to outline methodological suggestions to integrate the terminological approach into teaching practice in different CLIL contexts.
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Gilardoni, Silvia. "La terminologia per il CLIL in lingua straniera e in italiano L2." In Proceedings e report, 83–98. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-364-2.09.

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In this paper we examine the treatment of terminology in CLIL context (Content and language integrated learning), through the analysis of a corpus of subject textbooks in a foreign language and in Italian as a second language. After introducing the CLIL methodology and its application in the field of foreign language and Italian as a second language teaching as regards the Italian context, we consider the role of terminology in CLIL environment. Then we present the results of the analysis of the corpus, which consists of CLIL textbooks in English for the secondary school and of subject textbooks in Italian as a second language for non-native speakers of secondary school and adult migrants who need the qualification of Italian secondary school. The analysis of the treatment of terminology in the corpus allows to outline methodological suggestions to integrate the terminological approach into teaching practice in different CLIL contexts.
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Bertone, Louis. "Exile and Identity: Findings of Fact and Opinions of Law, in Bellini’s La Straniera." In Law and Opera, 33–47. Cham: Springer International Publishing, 2018. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-319-68649-3_3.

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Stallknecht, Fabian A. "Die Opern Bellinis und Donizettis 1827–1830. Il Pirata, La Straniera, I Capuletiei Montecchi, Anna Bolena." In Dramenmodell und ideologische Entwicklung der italienischen Oper im frühen Ottocento, 371–458. Stuttgart: J.B. Metzler, 2001. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-476-02753-5_11.

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Händl, Claudia. "Il tedesco come lingua straniera nellʼalto Medioevo? La funzione pragmatica delle Glosse e conversazioni di Kassel." In Textes et Etudes du Moyen Âge, 179–98. Turnhout: Brepols Publishers, 2018. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.4.2018012.

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Cebanu, Nadajeda. "Che cosa significa ‘straniero’?" In Diaspore. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-290-1/010.

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1a D, Classe. "STRAniero – ESTRAneo – STRAno – STRAordinario – STRAfelice." In Diaspore. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-290-1/008.

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10

Sarnataro, Denise. "Ti sei mai sentito straniero?" In Diaspore. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-290-1/012.

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Conference papers on the topic "Lo straniero"

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Buda, Chiara. "Cittadinanze sospese e diritto alla cittá: suspended citizenship and the right to the city." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7905.

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Abstract:
La città globale ha generato una forte ipermobilità delle merci e degli uomini. Cambiano cioè gli attori e i gruppi sociali della scena urbana. Rilevante è la presenza degli immigrati che forniscono manodopera in numerosi ambiti. Le società ospitanti riconoscono, infatti, il ruolo determinante degli stranieri in quanto lavoratori, ma pongono forti resistenze nel riconoscerli in quanto cittadini. In altre parole, restano cittadini sospesi tra il paese d’origine e quello d’arrivo, perché godono di una cittadinanza con revoca. Gli immigrati possono al massimo godere di una cittadinanza sostanziale, nel senso che esiste un insieme di pratiche di cittadinanza, che fanno percepire lo straniero come se fosse a casa propria pur non essendolo. Si tratta delle c.d. pratiche di home making, cioè di addomesticamento dello spazio circostante. Tale riappropriazione del contesto urbano, esprime in realtà la rivendicazione dello straniero al diritto alla centralità e il desiderio di non essere periferizzati. Si tratta del diritto alla città elaborato da Henri Lefebvre nel 1978, inteso come diritto alla vita urbana. Non tutti però godono allo stesso modo di tale diritto: i soggetti più deboli e vulnerabili non hanno voce nei processi decisionali. Ma la vera essenza della cittadinanza contemporanea consiste nel prender parte ad una vita pienamente urbana, per tale motivo i migranti, in quanto attori urbani e portatori di una particolare domanda di città, dovrebbero essere ascoltati dagli amministratori locali. The central topic of this paper is the complex relationship between migrants and the global city, which has created a strong hypermobility of goods and people. There are new actors in the urbane scene: immigrants provide labor in many areas, but they are particularly invisible at the main decision-making levels, especially in those concerning the city design. They are subjected to discrimination: first of all as city users and also as proponents of urban and architectural projects. Our cities are not able to answer the "supply of city" of those who live in, that means they do not fully answer to the people needs and desires. Consequently, the weakest and most vulnerable citizens don’t fully enjoy their right to the city. This right has been presented by Henri Lefebvre around the 70s. According to the French sociologist everyone should enjoy the "right to urban life", that is the possibility to satisfy their aspirations in terms of political, social and environmental impacts in the city.
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Puglisi, S., M. Lieggi, A. Lops, and G. Rainaldi. "Diversità e differenziazione genetica nel pino silvestre (Pinus sylvestris L.): confronto tra popolazioni italiane e straniere." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.173.

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Cimpoi, Mihai. "Caragiale și teatrul absurdului." In Ion Luca Caragiale și personajele sale emblematice (170 de ani de la naștere). “Bogdan Petriceicu-Hasdeu” Institute of Romanian Philology, Republic of Moldova, 2022. http://dx.doi.org/10.52505/ilc.170.2022.01.

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Abstract:
În prezentul studiu se analizează modul în care Eugen Ionescu urmează modelul Caragiale în special după ce începe să scrie teatru și e obsedat de căutarea unui mecanism complicat al discursului artistic, bazat pe nonsensuri. Dramaturgul francez de origine română făcea în acest sens următoarea automărturisire: „La logique se révèle dans l’illogisme de l’absurd dont [l’humour] a pris conscience”. Teatrul lui Ionescu a urmărit ceea ce dramaturgul însuși denumește „spargerea limbajului”, „producerea haosului limbajului”. Se ajunge, astfel, după cum spune în Jurnal, la „ruinele realului aparent, la frontiera indicibilului, la abis”. Autorul studiului demonstrează că a crea nonsensuri înseamnă a te juca cu realitatea, a o sfida, că Eugen Ionescu, influențat de Caragiale, pune un semn de identitate între Adevăr și Iluzie, că folosește expresii proverbiale, ziceri tipice, alunecări în obscuritate și confuzie. Personajele ionesciene reprezintă „o lume stranie”, „o lume pe dos”.
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