Academic literature on the topic 'M-FIL/04: ESTETICA'

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Dissertations / Theses on the topic "M-FIL/04: ESTETICA"

1

De, Bernard Manfredi <1994&gt. "Musica Trap: estetica e critica." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14112.

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Abstract:
L'elaborato si concentra sul nuovo volto della musica popolare degli anni Dieci. Con un percorso storiografico e tassonomico, si cerca di identificare le caratteristiche di un genere recente e dalla popolarità crescente. Si procede inoltre ad una critica sul tipo di ascoltatore che questo tipo di musica "vuole" e produce.
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2

Franceschini, Andrea. "Ecologia dell'architettura. Verso una nuova antropologia filosofica dell'abitare." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2018. https://hdl.handle.net/11572/367612.

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Abstract:
Il presente studio rappresenta un contributo di ricerca all’elaborazione di una teoria ecologica dell’architettura. L’idea di “ecologia†che verrà sviluppata in esso è filosofica e sistemica, perché esprime una visione integrale, biologica e relazionale dell’essere umano, oltre che dell’architettura.
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3

Gosi, Francesca Alessandra Benedetta <1989&gt. ""Dall'ontologia dell'opera d'arte ad una estetica come antropologia"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10386.

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4

Fresa, Margherita <1995&gt. "Il mostro: forme del perturbante tra estetica e arte contemporanea." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17273.

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Abstract:
Questa ricerca parte dall’analisi del concetto di Unheimlich con lo scopo di fare emergere il peculiare legame tra la figura del mostro e il sentimento perturbante, utilizzando tale base teorica come chiave interpretativa per alcune opere di arte contemporanea a soggetto mostruoso. Il lavoro si apre con l’indagine linguistica della parola Unheimlich e l’analisi dei testi di E. Jentsch Sulla psicologia dell’Unheimlich, primo saggio dedicato al perturbante, e di S. Freud Il perturbante, più importante trattazione sull’argomento, segue lo studio della teoria di M. Mori, l’Uncanny Valley. Ciò che si intende affermare è che il perturbante è un concetto sempre attuale, che può emergere all’interno negli ambiti più disparati ogni volta che i confini tra ciò che è familiare e ciò che è estraneo vacillano. Successivamente si definisce cos’è un mostro e si evidenzia come l’incontro con esso metta in gioco il limite tra identità e alterità, talvolta oltrepassandolo e come nel cogliere qualcosa di familiare in una creatura spaventosa si scateni l’effetto perturbante. Infine, si vuole affermare che il concetto di Unheimlich può rivelarsi una categoria interpretativa utile per comprendere alcune opere d’arte che coinvolgono e spaventano allo stesso tempo. Vengono presi in considerazione alcuni casi: la mostra The Uncanny ideata dall’artista Mike Kelley, le opere dell’artista Ron Mueck, come esempio di mostro umano; le opere dell’artista Patricia Piccinini per il mostro animale; le opere dell’artista Mariko Mori, per il mostro tecnologico.
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5

Raveggi, Alessandro <1980&gt. "Ricezione e Finzione. Una teoria della lettura tra struttura e risposta estetica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/836/1/Tesi_Raveggi_Alessandro.pdf.

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Abstract:
Attraverso l’analisi di teorie della lettura “centripete” e “centrifughe”, tra fenomenologia, semiotica e teoria della risposta estetica, questa ricerca punta a definire la lettura come un’esperienza estetica di una variabile e plurale letterarietà, o per essere più precisi, come una relazione estetica ad una funzione nel linguaggio, che di volta in volta diviene immanente e trascendente rispetto al linguaggio, immanente nella percepibilità espressiva del segno e trascendente nella sua ristretta finzionalità o fittività, aperta alla dimensione del senso. Così, la letterarietà è vista, dal punto di vista di una teoria della lettura, come una funzione che nega o sovverte il linguaggio ordinario, inteso come contesto normale, ma anche una funzione che permette il supplemento di senso del linguaggio. Ciò rende la definizione di cosa sia letteratura e di quali testi siano considerabili come letterari come una definizione dipendente dalla lettura, ed anche mette in questione la classica dicotomia tra linguaggio standard e linguaggio deviante, di secondo grado e figurativo, comportamento che distinguerebbe la letteratura. Questi quattro saggi vorrebbero dimostrare che la lettura, come una pratica estetica, è l’espressione di una oscillazione tra una Finzione variabile nei suoi effetti ed una Ricezione, la quale è una risposta estetica controllata dal testo, ma anche una relazione estetica all’artefatto a natura verbale. Solo in questo modo può essere compresa la caratteristica paradossale della lettura, il suo stare tra una percezione passiva ed un’attiva esecuzione, tra un’attenzione aspettuale ed una comprensione intenzionale. Queste modalità si riflettono anche sulla natura dialettica della lettura, come una dialettica di apertura e chiusura, ma anche di libertà e fedeltà, risposta ad uno stimolo che può essere interpretato come una domanda, e che presenta la lettura stessa come una premessa dell’interpretazione, come momento estetico. Così una teoria della lettura dipende necessariamente da una teoria dell’arte che si presenta come funzionale, relativa più al Quando vi è arte?/Come funziona? piuttosto che al Che cosa è Arte?, che rende questo secondo problema legato al primo. Inoltre, questo Quando dell’Arte, che definisce l’opera d’arte come un’arte- all’-opera, dipende a sua volta, in un campo letterario, dalla domanda Quando vi è esperienza estetica letteraria? e dalla sue condizioni, quelle di finzione e ricezione.
Throughout the analysis of “centripetal” and “centrifugal” reading theories, among Phenomenology, Semiotics and Aesthetic response Theory, this research aims to define reading as an aesthetic experience of a variable and plural literariness, or to be more precise, as an aesthetic relation of a function in language, that from time to time becomes immanent and transcendent regarding to language, immanent in the expressive perceptibility of the sign and transcendent within its own restricted fictionality or fictiveness, opened to a dimension of sense. Thus, literariness is seen, from the point of view of a reading theory, as a function that denies or subverts the ordinary language, intended as a normal context, but also one that allows language’s supplement of sense. That makes the definition of what is literature and of which texts are considered literary ones depending on reading, and also it questions the classical dichotomy of standard and deviant language, secondary and figurative behavior that would distinguish literature. These four essays would to demonstrate that reading, as an aesthetic practice, is the expression of an oscillation between a variable Fiction in its own effects and a Reception, which is an aesthetic response controlled by the text, but also an aesthetic relation to the verbal artifact. Only in this way reading’s paradoxical characteristic can be understood, between a passive perception and an active performance, between an aspectual attention and an intentional comprehension. These modalities also reflect themselves on the dialectic nature of reading, as a dialectic of opening and closure, but also of freedom and fidelity, response to a stimulus that could be interpreted as a question and that presents reading as a preamble of interpretation, as its aesthetic moment. Hence, a reading theory necessarily depends on a theory of arts that presents itself as a functional one, relative to the When is Art?/How does it work? rather than to the What is Art? question and that makes this second problem bound to the first. Moreover, this When is Art, that defines a work of art as art-at-work, depends, in a literary field, on the When is the literary aesthetic experience? question and on its conditions, those of fiction and reception.
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6

Raveggi, Alessandro <1980&gt. "Ricezione e Finzione. Una teoria della lettura tra struttura e risposta estetica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/836/.

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Abstract:
Attraverso l’analisi di teorie della lettura “centripete” e “centrifughe”, tra fenomenologia, semiotica e teoria della risposta estetica, questa ricerca punta a definire la lettura come un’esperienza estetica di una variabile e plurale letterarietà, o per essere più precisi, come una relazione estetica ad una funzione nel linguaggio, che di volta in volta diviene immanente e trascendente rispetto al linguaggio, immanente nella percepibilità espressiva del segno e trascendente nella sua ristretta finzionalità o fittività, aperta alla dimensione del senso. Così, la letterarietà è vista, dal punto di vista di una teoria della lettura, come una funzione che nega o sovverte il linguaggio ordinario, inteso come contesto normale, ma anche una funzione che permette il supplemento di senso del linguaggio. Ciò rende la definizione di cosa sia letteratura e di quali testi siano considerabili come letterari come una definizione dipendente dalla lettura, ed anche mette in questione la classica dicotomia tra linguaggio standard e linguaggio deviante, di secondo grado e figurativo, comportamento che distinguerebbe la letteratura. Questi quattro saggi vorrebbero dimostrare che la lettura, come una pratica estetica, è l’espressione di una oscillazione tra una Finzione variabile nei suoi effetti ed una Ricezione, la quale è una risposta estetica controllata dal testo, ma anche una relazione estetica all’artefatto a natura verbale. Solo in questo modo può essere compresa la caratteristica paradossale della lettura, il suo stare tra una percezione passiva ed un’attiva esecuzione, tra un’attenzione aspettuale ed una comprensione intenzionale. Queste modalità si riflettono anche sulla natura dialettica della lettura, come una dialettica di apertura e chiusura, ma anche di libertà e fedeltà, risposta ad uno stimolo che può essere interpretato come una domanda, e che presenta la lettura stessa come una premessa dell’interpretazione, come momento estetico. Così una teoria della lettura dipende necessariamente da una teoria dell’arte che si presenta come funzionale, relativa più al Quando vi è arte?/Come funziona? piuttosto che al Che cosa è Arte?, che rende questo secondo problema legato al primo. Inoltre, questo Quando dell’Arte, che definisce l’opera d’arte come un’arte- all’-opera, dipende a sua volta, in un campo letterario, dalla domanda Quando vi è esperienza estetica letteraria? e dalla sue condizioni, quelle di finzione e ricezione.
Throughout the analysis of “centripetal” and “centrifugal” reading theories, among Phenomenology, Semiotics and Aesthetic response Theory, this research aims to define reading as an aesthetic experience of a variable and plural literariness, or to be more precise, as an aesthetic relation of a function in language, that from time to time becomes immanent and transcendent regarding to language, immanent in the expressive perceptibility of the sign and transcendent within its own restricted fictionality or fictiveness, opened to a dimension of sense. Thus, literariness is seen, from the point of view of a reading theory, as a function that denies or subverts the ordinary language, intended as a normal context, but also one that allows language’s supplement of sense. That makes the definition of what is literature and of which texts are considered literary ones depending on reading, and also it questions the classical dichotomy of standard and deviant language, secondary and figurative behavior that would distinguish literature. These four essays would to demonstrate that reading, as an aesthetic practice, is the expression of an oscillation between a variable Fiction in its own effects and a Reception, which is an aesthetic response controlled by the text, but also an aesthetic relation to the verbal artifact. Only in this way reading’s paradoxical characteristic can be understood, between a passive perception and an active performance, between an aspectual attention and an intentional comprehension. These modalities also reflect themselves on the dialectic nature of reading, as a dialectic of opening and closure, but also of freedom and fidelity, response to a stimulus that could be interpreted as a question and that presents reading as a preamble of interpretation, as its aesthetic moment. Hence, a reading theory necessarily depends on a theory of arts that presents itself as a functional one, relative to the When is Art?/How does it work? rather than to the What is Art? question and that makes this second problem bound to the first. Moreover, this When is Art, that defines a work of art as art-at-work, depends, in a literary field, on the When is the literary aesthetic experience? question and on its conditions, those of fiction and reception.
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7

Arenas, Dolz Francisco <1978&gt. "Il concetto di deliberazione nella filosofia di Aristotele: etica, retorica ed ermeneutica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/172/1/TESI_arenas.pdf.

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8

Arenas, Dolz Francisco <1978&gt. "Il concetto di deliberazione nella filosofia di Aristotele: etica, retorica ed ermeneutica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/172/.

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9

Cattaneo, Francesco <1978&gt. "Forme del conflitto: la filosofia di Heidegger degli anni Trenta tra politica e arte." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/174/1/Forme_del_conflitto_-_Francesco_Cattaneo.pdf.

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Cattaneo, Francesco <1978&gt. "Forme del conflitto: la filosofia di Heidegger degli anni Trenta tra politica e arte." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/174/.

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