Academic literature on the topic 'M-FIL/05: FILOSOFIA E TEORIA DEI LINGUAGGI'

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Dissertations / Theses on the topic "M-FIL/05: FILOSOFIA E TEORIA DEI LINGUAGGI"

1

Bosca, Paolo <1996&gt. "Linguaggi e spazi utopici." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20752.

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Abstract:
Il presente lavoro intende analizzare gli usi linguistici, storici e culturali del termine "utopia" partendo dal superamento della distinzione tra significato letterale e metaforico, attraverso la ricostruzione dei passaggi della sua semantica storica. Nella ricostruzione storico-filosofica del concetto questa analisi si confronta con diverse discipline per chiarire alcuni significati rilevanti degli spazi dell'utopia, mostrando le variazioni genealogiche e storico-sociali del termine. Al centro di questo lavoro v'è l'opera di Thomas More, in un confronto fra filosofia, architettura e antropologia che vuole ricostruire il legame fra la tradizione utopica e i concetti di spazio e luogo (tòpos). Alcuni esempi tratti dall'arte contemporanea (Vitone, Matta-Clark, Debord), dall'architettura (New Babylon, Superstudio, Friedman), dall'ecologia (Clément, Georgieff) mostrano come il termine "utopia" possa costituire uno strumento concettuale per un'analisi dell'idea di rinnovamento attraverso i linguaggi artistici e simbolici.
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2

Sozzi, Paola <1987&gt. "Per una teoria dell'enunciazione nella semiotica dello spazio. Teorie e analisi a confronto." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8189/1/tesiSOZZI.pdf.

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Abstract:
La tesi vuole testare l’applicabilità di uno degli strumenti teorici della disciplina semiotica, il concetto di enunciazione, ai testi e ai linguaggi spaziali. Per definire un generale concetto di enunciazione applicabile poi a diverse semiotiche oggetto, e quindi anche agli spazi, si considerano diverse teorie dell’enunciazione (Benveniste, Greimas, Eco, Véron, Fontanille e Paolucci). Le questioni in esse ricorrenti permettono di disegnare una griglia teorica del concetto, piuttosto astratta. Successivamente, tramite una rassegna di quei testi che hanno già tentato una sistematizzazione del concetto di enunciazione nella semiotica degli spazi (Greimas, Marrone, Hammad, Pezzini, Zunzunegui, Violi, in particolare), si individuano tre macro-aree in cui suddividere le questioni relative ai sistemi spaziali: le specifiche caratteristiche dell’enunciato spaziale (capitolo 4), la relazione tra enunciazione e prassi enunciativa, riconfigurata in un equilibrio tra enunciazione ed enciclopedia con particolare attenzione alla dimensione “sociale” dei testi spaziali (capitolo 5), la definizione delle figure di soggettività che entrano in relazione con essi (capitolo 6). A tale apparato teorico si affianca, oltre ai casi presenti nella letteratura, l’analisi di tre luoghi: i supermercati IKEA; un museo organizzato in un ex-centro clandestino di detenzione argentino, che permette di riflettere sulla dimensione “indicale” della spazialità (a partire dal concetti di indice in Peirce); l’Ecomuseo della Grande Guerra in Veneto, che si inscrive nella riflessione dedicata alla relazione del singolo enunciato spaziale con la dimensione enciclopedica che lo ingloba, con le pratiche e i meccanismi sociali sui quali interviene. Il lavoro qui proposto permette di concludere che esiste un modo di parlare di enunciazione nei testi spaziali e che anzi essa permette di rendere conto di una serie di dinamiche peculiari dei sistemi significanti spaziali: il fenomeno della traccia, l’apertura a nuove risemantizzazioni, il loro necessario collegamento alle dinamiche socio-culturali da cui emergono.
The thesis aims at testing the benefit of the application of a semiotic theoretical tool, the concept of enunciation, to the analysis of places and spatial languages. The consideration of different theoretical approaches on enunciation (Benveniste, Greimas, Eco, Véron, Fontanille e Paolucci) will allow to draw a general definition, that does not depend on certain characteristics of specific form of texts. Enunciation is usually used to address semiotic objects from three point of view: their inner structures and in particular their ability to create a contact or a distance between the sender and the receiver of a message; their ability to use and, in the same time, modify systems of rules, norms and grammars; the roles of the subjects of the communication in the definition of a text. It then proceed to consider places from each of these points of view. Analyzing a memory museum built in a ex Clandestine and Torture Center in Argentina, the work will try to understand why our memory discourses often use some sort of spatial traces to built a stronger effect of reality about the past they are linked to. Considering a spread eco-museum that unites all the different memory places related to First World War in Veneto region, the deep intertwined bond between a singular place and all the encyclopaedic dimensions of the culture it is linked to will be underlined. Finally, using all the previous examples and drawing some considerations on IKEA stores, it will be possible to understand how spaces define the subjects of the enunciation on a narrative, textual and social level. The thesis will then prove the usefulness of the concept of enunciation in the analysis of places, stating that it we can only understand these previous dimensions if we relate them to the concept of enunciation
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3

Rosenthal, Manetti Vittoria <1995&gt. "Narrazioni e mondo tra filosofia e letteratura." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20772.

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Abstract:
Il rapporto che intercorre tra narrazione e mondo può essere espresso sotto il segno della rappresentazione o dell'invenzione letteraria; la prospettiva di questo lavoro è interessata alla seconda e si propone di indagare un apparente dualismo tra le due alternative attraverso l’analisi dello spazio della differenza che la narrazione istituisce rispetto alla realtà presente o passata. I concetti principali di questa interazione sono differenza, somiglianza e ripetizione. Il testo letterario istituisce una differenza nel mondo rimanendo all'interno di esso: questa differenza si realizza nello "spazio letterario" in cui si sviluppano linguisticamente possibili alternative al reale. L'analisi del modo in cui la letteratura genera questa possibilità si concentra sulle variazioni possibili dei modi di presentare l'esperienza attraverso il tempo della narrazione. Questo tema è ricostruito nelle interpretazioni di Derrida, Merleau-Ponty, Barthes, Blanchot, Foucault e in tre casi di studio esemplari, attraverso tre opere narrative: “Finzioni” di Borges, “Malina” di Bachmann e “Frammenti di un discorso amoroso” di Barthes.
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4

Salerno, Daniele <1980&gt. "In nome della comunità. Analisi dei testi della sicurezza e del terrorismo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2073/1/Salerno_Daniele_tesi.pdf.

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Abstract:
The focus of this dissertation is the relationship between the necessity for protection and the construction of cultural identities. In particular, by cultural identities I mean the representation and construction of communities: national communities, religious communities or local communities. By protection I mean the need for individuals and groups to be reassured about dangers and risks. From an anthropological point of view, the relationship between the need for protection and the formation and construction of collective identities is driven by the defensive function of culture. This was recognized explicitly by Claude Lévi-Strauss and Jurij Lotman. To explore the “protective hypothesis,” it was especially useful to compare the immunitarian paradigm, proposed by Roberto Esposito, with a semiotic approach to the problem. According to Esposito, immunity traces borders, dividing Community from what should be kept outside: the enemies, dangers and chaos, and, in general, whatever is perceived to be a threat to collective and individual life. I recognized two dimensions in the concept of immunity. The first is the logic dimension: every element of a system makes sense because of the network of differential relations in which it is inscribed; the second dimension is the social praxis of division and definition of who. We are (or what is inside the border), and who They are (or what is, and must be kept, outside the border). I tested my hypothesis by analyzing two subject areas in particular: first, the security practices in London after 9/11 and 7/7; and, second, the Spiritual Guide of 9/11 suicide bombers. In both cases, one observes the construction of two entities: We and They. The difference between the two cases is their “model of the world”: in the London case, one finds the political paradigms of security as Sovereignty, Governamentality and Biopolitics. In the Spiritual Guide, one observes a religious model of the Community of God confronting the Community of Evil. From a semiotic point view, the problem is the origin of respective values, the origin of respective moral universes, and the construction of authority. In both cases, I found that emotional dynamics are crucial in the process of forming collective identities and in the process of motivating the involved subjects: specifically, the role of fear and terror is the primary factor, and represents the principal focus of my research.
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5

Salerno, Daniele <1980&gt. "In nome della comunità. Analisi dei testi della sicurezza e del terrorismo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2073/.

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Abstract:
The focus of this dissertation is the relationship between the necessity for protection and the construction of cultural identities. In particular, by cultural identities I mean the representation and construction of communities: national communities, religious communities or local communities. By protection I mean the need for individuals and groups to be reassured about dangers and risks. From an anthropological point of view, the relationship between the need for protection and the formation and construction of collective identities is driven by the defensive function of culture. This was recognized explicitly by Claude Lévi-Strauss and Jurij Lotman. To explore the “protective hypothesis,” it was especially useful to compare the immunitarian paradigm, proposed by Roberto Esposito, with a semiotic approach to the problem. According to Esposito, immunity traces borders, dividing Community from what should be kept outside: the enemies, dangers and chaos, and, in general, whatever is perceived to be a threat to collective and individual life. I recognized two dimensions in the concept of immunity. The first is the logic dimension: every element of a system makes sense because of the network of differential relations in which it is inscribed; the second dimension is the social praxis of division and definition of who. We are (or what is inside the border), and who They are (or what is, and must be kept, outside the border). I tested my hypothesis by analyzing two subject areas in particular: first, the security practices in London after 9/11 and 7/7; and, second, the Spiritual Guide of 9/11 suicide bombers. In both cases, one observes the construction of two entities: We and They. The difference between the two cases is their “model of the world”: in the London case, one finds the political paradigms of security as Sovereignty, Governamentality and Biopolitics. In the Spiritual Guide, one observes a religious model of the Community of God confronting the Community of Evil. From a semiotic point view, the problem is the origin of respective values, the origin of respective moral universes, and the construction of authority. In both cases, I found that emotional dynamics are crucial in the process of forming collective identities and in the process of motivating the involved subjects: specifically, the role of fear and terror is the primary factor, and represents the principal focus of my research.
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Zanella, Michele <1964&gt. "Il dibattito sul libero arbitrio nell'ambito della filosofia analitica contemporanea." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/6540.

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Abstract:
L’obiettivo della ricerca è di mettere in luce lo statuto ontologico e i presupposti metafisici delle diverse posizioni che si fronteggiano nel dibattito contemporaneo sul libero arbitrio nell'ambito della filosofia analitica, anche in relazione ai recenti contributi delle neuroscienze sull'argomento, per capire quanto possa essere fondato l’attacco che esse portano al nostro senso di agency, ossia all’esperienza che noi facciamo della libertà, nel senso del potere di libera scelta tra corsi alternativi di azione, esperienza che è certamente fondamentale nella costruzione dell’identità personale e morale di ognuno di noi.
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7

Baldan, Marta <1987&gt. "Le trame del possibile. il linguaggio delle possibilità tra filosofia e scienza." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5225.

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Abstract:
Il presente lavoro è uno studio su Wittgenstein, con riferimento all’ultima fase della sua filosofia, in relazione al tema della possibilità nell’analisi linguistica. Il tema è approfondito nel confronto con le scienze fisico-matematiche, in modo particolare ricostruendo alcuni aspetti della svolta epistemologica della meccanica quantistica. Il problema del dogmatismo, e di una terapia filosofica che assuma una prospettiva antidogmatica, costituisce lo sfondo e l’interesse di questa ricerca.
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Dal, Cin Paolo <1989&gt. "Prendersi seriamente meno sul serio. Saggio sulla filosofia di Richard Rorty." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5009.

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Abstract:
Il saggio si propone di offrire una panoramica sul pensiero di Richard Rorty, prendendo in esame alcune fra le principali opere scritte dal filosofo statunitense nel corso della sua carriera. Particolare attenzione è stata riservata alla critica rortiana alla tradizione filosofica platonico-kantiana, al distacco dell'autore dall'ambiente della filosofia analitica, al suo crescente interesse per tematiche etico-politiche e, infine, alla sua interpretazione di alcuni fra i filosofi europei contemporanei, specificatamente Nietzsche, Heidegger e Derrida. Il lavoro, più in genereale, vuole infatti concentrarsi sul lavoro compiuto da Rorty intorno ad una tematica come il significato e il ruolo da attribuire alla filosofia in un contesto il quale può essere definito come post-moderno, cioè quello di una cultura propria di una società occidentale alla fine del XX secolo, tentanto di trarre, da tali riflessioni, degli spunti per una riflessione intorno all'attività filosofica agli inizi del XXI secolo.
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9

Rossato, Milena <1965&gt. "Il linguaggio umano come relazione. Il divenire del linguaggio nella comunicazione interpersonale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10373.

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Abstract:
Il lavoro di tesi intende indagare un complesso fenomeno dell’esperienza umana straordinariamente avvincente e impegnativo come il linguaggio. Si articola in due parti: la prima dedicata alla ricerca teorica, la seconda, più contenuta, alla descrizione di un’esperienza. Il linguaggio viene presentato in tutte le sue sfaccettature: da una visione più propriamente linguistica alle implicazioni pragmatiche del parlare. L’analisi parte dal linguaggio come comunicazione. Esamina la questione del segno e del linguaggio umano nelle sue diverse connotazioni, dagli studi della linguistica sino allo sviluppo delle riflessioni psicolinguistiche. Cerca inoltre di comprendere cosa significhi comunicare. Prosegue con lo studio del linguaggio come parola e analizza la struttura di un processo comunicativo. Considera i diversi segni della comunicazione verbale e non verbale e il principio della creatività. A conclusione della parte teorica si approfondisce la relazionalità della comunicazione e del linguaggio. Si mette in rilievo come nel parlare le persone confermino o mettano in discussione la loro relazione sociale. La comunicazione nasce e si costruisce nella trama delle relazioni in un duplice senso: le relazioni sono generate e a loro volta generano comunicazione. Tra linguaggio, comunicazione e relazione vi è una sistemica interdipendenza: ciascuno di essi implica e conduce agli altri. Viene infine analizzato perché lo studio del linguaggio non possa limitarsi alla parola, ma richieda una visione più ampia, nella quale si assuma la dimensione comunicativa come luogo costitutivo tanto dell’identità personale, quanto del sistema delle relazioni.
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10

Ceppa, Viviana <1981&gt. "Il bisogno di dire: la questione dell'indicibile nella filosofia di Adorno e Wittgenstein." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/943.

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