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Dissertations / Theses on the topic 'M-STO/09 Paleografia'

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Manservigi, Flavia <1986&gt. "Analisi paleografica delle carte private bolognesi del XII secolo (1100 - 1164)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6375/1/Analisi_paleografica_delle_carte_private_bolognesi_del_XII_secolo_%281100_-_1164%29.pdf.

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Abstract:
Il presente progetto è incentrato sull’analisi paleografica della scrittura delle carte dei notai bolognesi del secolo XII (dal 1100 al 1164) ed è stata condotta su un totale di circa 730 documenti, quasi totalmente inediti. La ricerca rientra nell’ambito del progetto di edizione critica delle Carte bolognesi del secolo XII, in corso presso la Cattedra di Paleografia e Diplomatica dell’Università di Bologna. Il lavoro ha previsto un’analisi tecnica e puntuale delle abitudini grafiche di ogni notaio, con particolare attenzione al sistema abbreviativo (al fine di fornire una serie di dati di confronto che potranno essere utili al momento dell’edizione). È stata così realizzata una sorta di database delle diverse grafie esistenti sul territorio, organizzate per notaio e in ordine cronologico. Le caratteristiche della documentazione sono state poi prese in esame sul piano sincronico e nel loro sviluppo diacronico, e si è proceduto a un confronto tra la produzione dei diversi notai, verificando la presenza di nessi e parentele “grafiche”, che hanno permesso di ricostruire raggruppamenti di scriventi con caratteristiche affini.L’analisi dei dati ha permesso di indagare a fondo gli sviluppi della minuscola carolina bolognese e di osservare l’organizzazione e le modalità di apprendimento della pratica notarile. È stato così possibile cogliere le dinamiche con cui la carolina, introdotta da alcuni notai “innovatori”, come Angelo e Bonando, si è diffusa dalla città al contado: si è trattato di un processo graduale, in cui accanto a forme già mature, di transizione verso la gotica, sono convissute forme ancora arcaiche. In linea con quanto la storiografia ha evidenziato, anche l’analisi grafica della documentazione privata bolognese conferma che il processo di rinnovamento della corporazione dovette essere successivo all’impresa irneriana, traendo probabilmente alimento anche dai rapporti diretti e documentati tra Irnerio e alcune personalità più avanzate del notariato bolognese.
The aim of this study is the palaeographical analysis of the Bolognese notary’s writing system in the 12th century (from 1100 to 1164); the research has been based on 730 unpublished documents.This work is related to the critical edition project about the Carte bolognesi del secolo XII, in progress at the University of Bologna (sector of Palaeography and Diplomatics).The documents have been studied from a technical point of view, in order to analyze the graphic customs of each notary, with particular attention to the abbreviation system (so to provide an amount of data that will be useful for the edition). In this way has been realized a sort of database of the different writings, organized on the base of each notary and in a chronological order. The documents have been analyzed also in their synchronic and diachronic point of view, and the notary’s writing systems has been compared each other, in order to verify the existence of “graphical relationships”, which allowed to identify groups with similar writing habits.The analysis of the data allowed to examine in depth the developments of the Carolingian minuscule writing system in Bologna, and to observe the organization and the learning methods of the notary. It was also possible to find out in which way the Carolingian minuscule, which had been introduced by some innovator notaries, like Angelo and Bonando, diffused from the city to the contado: it was a gradual and slow diffusion indeed, where, next to mature shapes, near to the Blackletter system, persisted archaic and not fully developed shapes.The results of this study confirm that the process of renovation of the notary corporation was later than Irnerius’ action, and was probably a consequence of direct and documented relationships among Irnerius himself and some of the most innovative personalities of Bologna notary group.
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Manservigi, Flavia <1986&gt. "Analisi paleografica delle carte private bolognesi del XII secolo (1100 - 1164)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6375/.

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Abstract:
Il presente progetto è incentrato sull’analisi paleografica della scrittura delle carte dei notai bolognesi del secolo XII (dal 1100 al 1164) ed è stata condotta su un totale di circa 730 documenti, quasi totalmente inediti. La ricerca rientra nell’ambito del progetto di edizione critica delle Carte bolognesi del secolo XII, in corso presso la Cattedra di Paleografia e Diplomatica dell’Università di Bologna. Il lavoro ha previsto un’analisi tecnica e puntuale delle abitudini grafiche di ogni notaio, con particolare attenzione al sistema abbreviativo (al fine di fornire una serie di dati di confronto che potranno essere utili al momento dell’edizione). È stata così realizzata una sorta di database delle diverse grafie esistenti sul territorio, organizzate per notaio e in ordine cronologico. Le caratteristiche della documentazione sono state poi prese in esame sul piano sincronico e nel loro sviluppo diacronico, e si è proceduto a un confronto tra la produzione dei diversi notai, verificando la presenza di nessi e parentele “grafiche”, che hanno permesso di ricostruire raggruppamenti di scriventi con caratteristiche affini.L’analisi dei dati ha permesso di indagare a fondo gli sviluppi della minuscola carolina bolognese e di osservare l’organizzazione e le modalità di apprendimento della pratica notarile. È stato così possibile cogliere le dinamiche con cui la carolina, introdotta da alcuni notai “innovatori”, come Angelo e Bonando, si è diffusa dalla città al contado: si è trattato di un processo graduale, in cui accanto a forme già mature, di transizione verso la gotica, sono convissute forme ancora arcaiche. In linea con quanto la storiografia ha evidenziato, anche l’analisi grafica della documentazione privata bolognese conferma che il processo di rinnovamento della corporazione dovette essere successivo all’impresa irneriana, traendo probabilmente alimento anche dai rapporti diretti e documentati tra Irnerio e alcune personalità più avanzate del notariato bolognese.
The aim of this study is the palaeographical analysis of the Bolognese notary’s writing system in the 12th century (from 1100 to 1164); the research has been based on 730 unpublished documents.This work is related to the critical edition project about the Carte bolognesi del secolo XII, in progress at the University of Bologna (sector of Palaeography and Diplomatics).The documents have been studied from a technical point of view, in order to analyze the graphic customs of each notary, with particular attention to the abbreviation system (so to provide an amount of data that will be useful for the edition). In this way has been realized a sort of database of the different writings, organized on the base of each notary and in a chronological order. The documents have been analyzed also in their synchronic and diachronic point of view, and the notary’s writing systems has been compared each other, in order to verify the existence of “graphical relationships”, which allowed to identify groups with similar writing habits.The analysis of the data allowed to examine in depth the developments of the Carolingian minuscule writing system in Bologna, and to observe the organization and the learning methods of the notary. It was also possible to find out in which way the Carolingian minuscule, which had been introduced by some innovator notaries, like Angelo and Bonando, diffused from the city to the contado: it was a gradual and slow diffusion indeed, where, next to mature shapes, near to the Blackletter system, persisted archaic and not fully developed shapes.The results of this study confirm that the process of renovation of the notary corporation was later than Irnerius’ action, and was probably a consequence of direct and documented relationships among Irnerius himself and some of the most innovative personalities of Bologna notary group.
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Mezzetti, Melania <1980&gt. "Formulari notarili bolognesi del secolo XII (1100-1165 ca.)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1824/1/Mezzetti_Melania_Formulari_notarili_bolognesi_del_secolo_XII_%281100-11065_ca%29.pdf.

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Mezzetti, Melania <1980&gt. "Formulari notarili bolognesi del secolo XII (1100-1165 ca.)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1824/.

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Modesti, Maddalena <1976&gt. "La cultura a Bologna nel secolo XI: scrittura di codici e scuola vescovile." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1878/1/Modesti_Maddalena_La_cultura_a_Bologna_nel_secolo_XI_scrittura_di_codici_e_scuola_vescovile.pdf.

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Modesti, Maddalena <1976&gt. "La cultura a Bologna nel secolo XI: scrittura di codici e scuola vescovile." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1878/.

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Zuffrano, Annafelicia <1984&gt. "I regesti delle carte bolognesi dei secc. X-XII trascritti nei cartulari ecclesiastici del XVII-XVIII secolo. Edizione critica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6553/1/A._Zuffrano.pdf.

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Abstract:
La ricerca ha come oggetto l’edizione critica di circa tremila regesti di documenti di area bolognese datati al X-XII secolo. I documenti sono stati trascritti tra il XVII e XVIII secolo in undici cartulari ecclesiastici, conservati presso l’Archivio di Stato di Bologna. Il lavoro s’inserisce nel progetto di edizione delle carte bolognesi di epoca medievale in corso presso la cattedra di Paleografia latina e Diplomatica dell’Università di Bologna, attualmente incentrata sull’edizione delle carte del secolo XII. La ricerca si propone come strumento di supporto a tale progetto e come completamento delle carte già pubblicate: i cartulari, infatti, offrono spesso copie di documenti mancanti dell’originale o in cattivo stato di conservazione, e costituiscono l’unica traccia di una memoria storica altrimenti perduta. Le raccolte esaminate si collocano a ridosso del periodo napoleonico, quando la maggior parte degli enti ecclesiastici venne soppressa e i loro beni incamerati dallo Stato; esse quindi rispecchiano la condizione dei principali archivi ecclesiastici cittadini dei primi secoli del Medioevo bolognese. La ricerca è strutturata in una prima parte volta a definire in termini storico-diplomatistici la tipologia di fonte esaminata: oggi i cartulari non sono più intesi come semplici raccoglitori di documenti, ma come sistema organico di fonti in grado di far luce su aspetti importanti della storia dell’ente che li ha prodotti. L’indagine del loro contesto di produzione permette di comprenderne meglio le finalità, la forma e il valore giuridico. Parte della ricerca è stata poi incentrata sullo studio delle ragioni che hanno portato gli istituti religiosi bolognesi alla redazione dei cartulari: a tal fine è stata esaminata la legislazione ecclesiastica cinque-settecentesca in materia di conservazione della documentazione e il rapporto della legislazione stessa con la prassi archivistica. Infine è stata realizzata l’edizione critica vera e propria dei regesti, mirante a descrivere le caratteristiche principali di ciascun cartulario.
The research aim is the critical edition of three thousand regesta of documents coming from the area of Bologna, dated between the 10th and the 12th century. The documents were copied between the 17th and the 18th century in eleven ecclesiastical cartularies, preserved at the State Archive of Bologna. This work is related to the critical edition project about the Carte bolognesi del secolo XII, in progress at the University of Bologna (sector of Palaeography and Diplomatics). The research wants to be a support to this project and a completion to the already published documents; cartularies are often the only trace of a historical memory otherwise lost, since they offer copies of documents lacking of their original form or in a bad state of conservation. The examined registers belong to the Napoleonic period, when the great part of the ecclesiastical bodies was suppressed and their goods were confiscated by the State; they reflect, thus, the condition of the main ecclesiastical city archives of the first centuries of the Bolognese Middle Age. The research is divided into a first part, whose aim is the historical and diplomatics definition of the cartularies: today they are no more considered like mere documents’ binders, but like structured sources collections casting light on important aspects of the body that produced them. The analysis of their production context allows understanding better their purposes and their juridical value. Furthermore, part of the research concerns the analysis of the reasons that led the Bolognese ecclesiastical bodies to the writing of cartularies: for this reason has been studied the 16th – 17th centuries ecclesiastical legislation concerning the documents’ preservation and the relationship between legislation and the archival procedure. Finally, it was realized the real critical edition of the regesta, with the description of the main characters of each cartulary.
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Zuffrano, Annafelicia <1984&gt. "I regesti delle carte bolognesi dei secc. X-XII trascritti nei cartulari ecclesiastici del XVII-XVIII secolo. Edizione critica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6553/.

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Abstract:
La ricerca ha come oggetto l’edizione critica di circa tremila regesti di documenti di area bolognese datati al X-XII secolo. I documenti sono stati trascritti tra il XVII e XVIII secolo in undici cartulari ecclesiastici, conservati presso l’Archivio di Stato di Bologna. Il lavoro s’inserisce nel progetto di edizione delle carte bolognesi di epoca medievale in corso presso la cattedra di Paleografia latina e Diplomatica dell’Università di Bologna, attualmente incentrata sull’edizione delle carte del secolo XII. La ricerca si propone come strumento di supporto a tale progetto e come completamento delle carte già pubblicate: i cartulari, infatti, offrono spesso copie di documenti mancanti dell’originale o in cattivo stato di conservazione, e costituiscono l’unica traccia di una memoria storica altrimenti perduta. Le raccolte esaminate si collocano a ridosso del periodo napoleonico, quando la maggior parte degli enti ecclesiastici venne soppressa e i loro beni incamerati dallo Stato; esse quindi rispecchiano la condizione dei principali archivi ecclesiastici cittadini dei primi secoli del Medioevo bolognese. La ricerca è strutturata in una prima parte volta a definire in termini storico-diplomatistici la tipologia di fonte esaminata: oggi i cartulari non sono più intesi come semplici raccoglitori di documenti, ma come sistema organico di fonti in grado di far luce su aspetti importanti della storia dell’ente che li ha prodotti. L’indagine del loro contesto di produzione permette di comprenderne meglio le finalità, la forma e il valore giuridico. Parte della ricerca è stata poi incentrata sullo studio delle ragioni che hanno portato gli istituti religiosi bolognesi alla redazione dei cartulari: a tal fine è stata esaminata la legislazione ecclesiastica cinque-settecentesca in materia di conservazione della documentazione e il rapporto della legislazione stessa con la prassi archivistica. Infine è stata realizzata l’edizione critica vera e propria dei regesti, mirante a descrivere le caratteristiche principali di ciascun cartulario.
The research aim is the critical edition of three thousand regesta of documents coming from the area of Bologna, dated between the 10th and the 12th century. The documents were copied between the 17th and the 18th century in eleven ecclesiastical cartularies, preserved at the State Archive of Bologna. This work is related to the critical edition project about the Carte bolognesi del secolo XII, in progress at the University of Bologna (sector of Palaeography and Diplomatics). The research wants to be a support to this project and a completion to the already published documents; cartularies are often the only trace of a historical memory otherwise lost, since they offer copies of documents lacking of their original form or in a bad state of conservation. The examined registers belong to the Napoleonic period, when the great part of the ecclesiastical bodies was suppressed and their goods were confiscated by the State; they reflect, thus, the condition of the main ecclesiastical city archives of the first centuries of the Bolognese Middle Age. The research is divided into a first part, whose aim is the historical and diplomatics definition of the cartularies: today they are no more considered like mere documents’ binders, but like structured sources collections casting light on important aspects of the body that produced them. The analysis of their production context allows understanding better their purposes and their juridical value. Furthermore, part of the research concerns the analysis of the reasons that led the Bolognese ecclesiastical bodies to the writing of cartularies: for this reason has been studied the 16th – 17th centuries ecclesiastical legislation concerning the documents’ preservation and the relationship between legislation and the archival procedure. Finally, it was realized the real critical edition of the regesta, with the description of the main characters of each cartulary.
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Peroni, Alessandra <1984&gt. "I graffiti del Palazzo Pubblico come fonti per la storia sociale e politica di Siena tra il XV e il XVI secolo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9278/1/Peroni_Alessandra_Tesi.pdf.

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Abstract:
Lo studio qui presentato ha avuto come obiettivo la raccolta e l’analisi di quasi 400 graffiti situati all’interno delle sale del cosiddetto piano nobile del palazzo pubblico di Siena, con particolare riferimento ai secoli XV-XVI. Le iscrizioni indagate, suddivise in alfanumeriche e figurative, si caratterizzano per l’alta percentuale di contenuti ricollegabili alla storia dei governi succedutisi in quegli anni, che hanno trovato riscontro nelle cronache e nella documentazione coeva. La ricerca ha così evidenziato la valenza di queste testimonianze, finora pressoché inedite, nel complesso quadro politico di Siena dall’instaurazione del regime popolare fino alla caduta della Repubblica nel 1555. Gli approfondimenti condotti su alcuni degli esempi più rappresentativi hanno permesso di ottenere informazioni di grande rilievo, primo tra tutti il graffito eseguito con ogni probabilità da Jacopo della Quercia, grazie al quale è stato possibile ridefinire le tempistiche di realizzazione della fonte Gaia di piazza del Campo.
The main focus of this study is the collection and analysis of about 400 graffiti located in the rooms of the noble floor of the Sienese Palazzo Pubblico, with particular regard to the XV/XVI centuries. The content of the above-mentioned inscriptions, which are divided into alphanumeric and figurative ones, is mainly related to the history of the governments of those times, as proved by contemporary chronicles and records. The research has thus highlighted the importance of this almost unknown evidence within the complex political scene in Siena, starting from the establishment of the popular regime until the fall of the Republic in 1555. In-depth studies conducted on some of the most significant examples have led to fundamental acknowledgements, in the first place the graffito that was probably executed by Jacopo della Quercia and thanks to which it was possible to redifine the construction time frame of the Fonte Gaia in Piazza del Campo.
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Napoletano, Roberta <1991&gt. "Sopravvivenze d'inchiostro. Catalogo dei frammenti manoscritti di riuso dell'Archivio Generale Arcivescovile di Bologna. Parrocchie Soppresse della Città." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9966/1/Tesi%20dottorato_Napoletano%20Roberta%20%20.pdf.

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Abstract:
La presente tesi di dottorato ha come oggetto principale la catalogazione dei 120 frammenti latini manoscritti rinvenuti all’interno del fondo Parrocchie Soppresse della Città dell’Archivio Generale Arcivescovile di Bologna. Sono di lacerti di pergamena provenienti da antichi codici e documenti dismessi per varie ragioni, riutilizzati come materiale povero di legatoria per il confezionamento di registri parrocchiali di epoca moderna. I frammenti, che ad oggi si trovano tutti in situ, ossia svolgono ancora la loro funzione di riuso, rappresentano un variegato patrimonio manoscritto mutilo totalmente sconosciuto, reso per la prima volta accessibile proprio dal presente strumento descrittivo. In apertura al catalogo si colloca un’ampia sezione dedicata a delineare lo stato degli studi e degli orientamenti di ricerca intrapresi per proporre delle soluzioni alle criticità peculiari connesse alla catalogazione di manoscritti mutili: un dibattito che però ha preso in considerazione, quasi in maniera esclusiva, i frammenti di natura libraria. Pertanto, si è ritenuto necessario dare rilievo alle questioni poste dalla descrizione dei lacerti di documenti, estremamente frequenti tra le tipologie testuali reimpiegate. Tale considerazione appare necessaria, specialmente in un panorama di ricerca che si propone di guardare a grandi corpora frammentari con un approccio interdisciplinare, che si serve, inoltre, dei nuovi strumenti offerti dalle digital humanities. A dimostrazione dell’eterogeneità delle fonti rinvenute, le quali ricoprono un arco temporale che va dalla fine dell’XI secolo agli inizi del XVIII, si propongono due casi di studio rivolti all’analisi paleografica e testuale di un lacerto del De mulieribus claris di Boccaccio e di un testimone di XII sec. della Passio di S. Giuliana. Infine, la realizzazione del presente progetto è stata accompagnata da un parallelo censimento dei disiecta membra all’interno di altri fondi dell’Archivio Arcivescovile , un’operazione che, nonostante sia ancora in corso, ha già portato alla luce quasi 600 nuove maculature del tutto inedite.
The aim of this doctoral thesis is to catalogue 120 latin manuscript fragments rediscovered in the fund "Parrocchie soppresse della città" of the Archiepiscopal Archive of Bologna. These are parchment fragments from ancient codices and documents that have been abandoned for various reasons, reused as poor bookbinding material for the packaging of modern parish registers. The fragments, that are still in situ, represent a rich and varied mutilated manuscript heritage totally unknown and unpublished, made accessible for the first time precisely by this catalogue. At the beginning of the catalog there is a large section dedicated to outlining the state of the studies and research guidelines undertaken to propose solutions to the peculiar problems connected with the cataloging of mutile manuscripts: a debate which, however, has taken into consideration, almost exclusively, fragments coming only from books. Therefore, it was deemed necessary to emphasize the issues raised by the description of the documentary fragments, extremely frequent among the textual typologies reused. This consideration appears very appropriated, especially in a research landscape that aims to look at large fragmentary corpora with an interdisciplinary approach, which also makes use of the new tools offered by digital humanities. In order to demonstrate the heterogeneity of the sources found, which cover a period from the end of the 11th century to the beginning of the 18th century, we propose two case studies: the paleographic and textual analysis of a fragment of Boccaccio's De mulieribus claris and of a twelfth century Passio of S. Giuliana. Finally, the realization of this project was accompanied by a parallel census of the disiecta membra within other funds of the Archiepiscopal General Archives of Bologna, an operation which, despite being still in process, has already brought to light almost 600 completely new fragments.
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Merola, Francesco <1950&gt. "Il codice Lat. 10 - 325 della Biblioteca Nazionale Marciana. Introduzione e contestualizzazione storica, trascrizione e commento paleografico codicologico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3224.

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Villani, Andrea Martina <1989&gt. "“ Et a maggior, e perpetua sua ignominia, ed altrui esempio..." Le Epigrafi Infamanti veneziane." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4280.

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Abstract:
Analisi delle epigrafi d'infamia affisse dal governo veneziano per ledere la reputazione di criminali particolarmente invisi; raccolta dei materiali ancora esistenti e analisi dei documenti d'archivio ad essi collegati.
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Peretto, Monica <1977&gt. "Raoulet d'Orléans e la copia di manoscritti a Parigi nella seconda metà del XIV secolo." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5648.

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Milotti, Marica <1991&gt. "I manoscritti medievali della Biblioteca Universitaria di Padova(segnature 731-810)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14591.

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Abstract:
Il fondo di manoscritti della Biblioteca Universitaria di Padova, la più antica biblioteca universitaria italiana, consta di 2738 codici e attualmente dispone di tre cataloghi, uno per materie e due topografici, realizzati tra il 1875 e il 1907. Seguendo i criteri esposti nelle Norme di catalogazione dei manoscritti datati d’Italia, questa tesi si inserisce in un progetto che ha il fine di realizzare un catalogo generale del fondo manoscritto della biblioteca che segua dei criteri moderni e scientifici. A tal fine sono stati selezionati i codici in lingua latina, datati entro il 31 dicembre 1500 o databili al massimo entro il primo decennio del sec. XVI e realizzati secondo un criterio unitario, mentre sono stati esclusi i manoscritti in forma di codice contenenti materiale di natura documentaria, amministrativa, in generale archivistica. Questo lavoro in particolare presenta la catalogazione dei manoscritti datati entro le segnature 731-810 e nella parte introduttiva si concentra sui codici provenienti dalla biblioteca del convento di S. Francesco Grande di Padova, uno dei conventi claustrali del Triveneto soppressi nel corso del XIX secolo. L’obiettivo è quindi quello di contribuire alla realizzazione di un catalogo unico del fondo manoscritto della Biblioteca Universitaria, con la speranza che questo progetto venga portato avanti in futuro da altre tesi di laurea.
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Basilico', Anna Clara <1993&gt. "Voci dal foro interno. Manifestazioni grafiche nelle celle di Palazzo Steri (Palermo)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15156.

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Abstract:
L'elaborato consiste nella compilazione di un corpus epigrafico delle manifestazioni grafiche, ad oggi inedite, realizzate dai prigionieri del carcere dell'Inquisizione nelle celle del primo piano di Palazzo Steri (Palermo). L’indagine autoptica di tutte le iscrizioni estemporanee ha permesso di riconoscere, nei cosiddetti “graffiti”, elementi rilevanti ai fini della datazione, dell’attribuzione e dell’indagine storica dei personaggi e dei fatti legati al funzionamento del tribunale del Santo Uffizio nei decenni centrali del XVII secolo. Il corpus è stato realizzato in forma catalogica secondo le norme adottate dal corpus delle Inscriptiones Medii Aevi Italiae (IMAI). Il lavoro compilativo è affiancato da una riflessione metodologica, resa necessaria dalla carenza di letteratura sull’epigrafia moderna. Con la rivoluzione gutemberghiana, la scrittura passa gradualmente da normalizzata a cotidiana, rendendo necessario un approccio inevitabilmente diverso. Il lavoro di analisi ha poi riguardato un focus specifico: la varietà di registri consente infatti uno studio mirato sul plurilinguismo di queste pareti, indagato secondo due diverse discipline. Da un lato l’approccio epigrafico, che ha inteso verificare possibili corrispondenze tra tipologie scrittorie e lingue usate; dall’altro quello linguistico-letterario, atto a studiare il grado di sovrapposizione dei diversi registri all’interno di un preciso dominio grafico individuato nelle celle 1 e 3.
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Calloni, Jacopo Maria <1986&gt. "La tradizione manoscritta del messale ambrosiano : ricerche sulla formazione e sull'evoluzione di una tipologia libraria tra i secoli VII e XVI." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15579.

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Abstract:
Le prime testimonianze manoscritte di libri per la celebrazione messa secondo il rito ambrosiano, ovverosia secondo il rito seguito dalla sede episcopale di Milano, risalgono al secolo VII, sebbene in forma frammentaria. I primi codici completi sono invece dei secoli IX-X e, pur avendo subito gli influssi delle riforme carolingie, presentano forme e testi peculiari milanesi. La tradizione manoscritta continua fino ai secoli XV-XVI, spenta dall’introduzione della stampa: mostra aggiunte e integrazioni, che mai però sovvertono il modello carolingio. L’indagine prende avvio dallo studio dei manoscritti, scelti per distribuzione cronologica e importanza, e ne mette in luce le caratteristiche paleografiche, codicologiche, contenutistiche, onde meglio calarli nel contesto che li ha prodotti. Segue la sinossi del loro contenuto, disposta per circulum anni e commentata nel dettaglio nel successivo capitolo, in modo da mettere in luce le fonti e le caratteristiche dei formulari contenuti nei messali. Tutti gli elementi raccolti consentono così di tracciare una storia di questo libro liturgico sia nelle sue forme, sia nei suoi contenuti.
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Frambusto, Giulia <1992&gt. "Sulle tracce della M alla greca nella Venezia del XV secolo. Storie di famiglie e di scritture." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16363.

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Abstract:
La tesi si districa in più sentieri, dalla storia veneziana, agli aneddoti della corporazione dei Tajapiera, dallo sviluppo di una scrittura con forme "alla greca" alla storia di famiglie veneziane all'analisi epigrafica delle tracce scritte da loro lasciate. Tutto ha un unico filo conduttore, la M alla greca, fenomeno del XV secolo presente in territorio veneziano.
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Yaseen, Muhammad <1993&gt. "Fire activity during the last interglacial from Antarctica ice core." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17684.

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Abstract:
A large number of records to reconstruct fire activity during the Holocene are available. Nevertheless, the cause-effect relationship between fire, climate, vegetation and anthropogenic factors is still challenging. Indeed, the early agriculture was developed at the beginning of the Holocene and human practices, such as slash-and-burn, contributed to influence and manage fire occurrence. Therefore, the last interglacial that occurred about 100,000 years BP, represents a valid analogue, where climate was only slightly different from the Holocene, but human activities were basically worldwide absent. Reconstructing fire activity during the last interglacial is still challenging. Charcoal records from lacustrine and marine sediments are limited and oftentimes with a scarce temporal resolution. On the other hand, different archives, such as ice cores are less investigated. In this thesis, I considered the levoglucosan record obtained from the Antarctic ice core collected from Epica Dome C and its trend during the last interglacial. Levoglucosan is a proxy for fire and it can be preserved in ice cores for hundred thousands of years. The comparison with CO2, methane, solar radiation and vegetation reconstructions in this period will contribute to better disentangle the human contribution from the fire-climate-vegetation dynamics.
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Marino, Diletta <1996&gt. "Un'analisi della condizione culturale femminile nel Medioevo: il caso Margherita Bloc e il suo Gerli 60." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21400.

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Abstract:
L'elaborato si concentrerà sulla figura di Margherita Bloc, una copista attiva presso lo scriptorium di Arnhem, nelle Fiandre, nel Quattrocento e sul suo manoscritto Gerli 60, conservato presso la Biblioteca Nazionale Braidense di Milano. Prima di prendere in considerazione tale figura e la sua opera, si cercherà di ricostruire la storia del convento, e si farà un excursus generale sulla condizione culturale femminile durante il Medioevo, con un occhio di riguardo per le monache e, in particolare, le monache di Arnhem e quale fosse il grado di alfabetizzazione all'interno dei monasteri. Si darà uno sguardo alla produzione di manoscritti all'interno dei conventi, al modo in cui venivano realizzati, e ai caratteri che contraddistinguono quanto elaborato ad Arnhem. Tutto ciò in un'ottica di introduzione di Margherita Bloc e per comprendere il contesto socio-culturale in cui è immersa la copista. Si guarderà poi attraverso un'analisi critica il manoscritto Gerli 60, sia da un punto di vista dello stato di conservazione, sia da un punto di vista paleografico. All'interno del testo si cercherà di cogliere una costanza del tratto di Margherita e/o eventuali variazioni; si noterà la presenza di altre mani, che saranno paragonate a quella della copista presa in analisi e infine si paragoneranno tali caratteristiche ad altri scritti di Margherita.
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FENU, SEBASTIANO. "Le "carte" del convento di San Martino di Oristano." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2017. http://hdl.handle.net/11584/248739.

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Abstract:
The thesis want to reconstruct - at least in virtual form - the archive of St Martin’s Convent from Oristano and, through it, to reconstruct its history. Nonexistent archive at those institutions that would have inherited it has directed research at all religious and secular institutions, which with the same convent had relationships over the centuries. The large number of archival funds I should have consulted led me to establish a chronological search for archaeological finds: I chose to start the study from the earliest documents of the Cenobio, until the middle of the XVII century, which caused the plague that we Island, marked an important break for the life of the convent. The thesis collects 260 documents in a chronological period from 1228 to 1656, to which further 14 significant documents dating back to 1836, with a total of 274 documents added.
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DURAS, VALERIA. "La nobile famiglia catalana dei Sanjust in Sardegna: ricostruzione del patrimonio archivistico e bibliografico." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2011. http://hdl.handle.net/11584/266307.

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Vanin, Barbara <1971&gt. "I manoscritti medievali in lingua volgare della Biblioteca del Museo Correr di Venezia." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/939.

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Abstract:
Il catalogo presenta le descrizioni di 92 manoscritti in lingua volgare e databili fino al 1500 conservati nella Biblioteca del Museo Correr di Venezia. Sono codici per la maggior parte del sec. XV, prodotti in area veneta, provenienti da ambienti monastici e nobiliari. L‟aspetto codicologico risponde alla tipologia testuale e linguistica, con poce, anche se notevoli, eccezioni: codici destinati all‟uso, poco miniati, in scritture bastarde. I più contengono testi di argomento religioso, ma non mancano opere letterarie in poesia e in prosa, volgarizzamenti dai classici, cantari cavallereschi, cronache, trattati di medicina, mascalcia, aritmetica, grammatica. Sono codici poco noti poiché privi di cataloghi a stampa, spesso sconosciuti agli editori. Da qui una catalogazione che descrive analiticamente i testi e aspetti codicologici.
The catalogue introduces the descriptions of 92 manuscripts in vulgar language dated up to 1500 a.c., preserved in the Correr Museum Library of Venice. Maiority of these codes are dated XV century and come from venetian noble and monastic circles. The codicological aspect responds to the linguistics and textual typology but it has sometimes important exceptions with regard to codices destined to the use which present few miniatures and bastard writings. The most of the manuscripts described in this catalogue consists in religious texts, but there are even literary works written in poetry and in prose, “volgarizzamenti” from classical authors, chivalrous “cantari”, chronicles, treatises of medicine, “mascalcia”, arithmetic and grammar texts: these codices are almost unknown as there are no printed catalogues of them, and as they were unknown to the editors. This catalogue analytically describes the texts and the codicological aspects.
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Mangini, M. L. "«Reformetur et fiat colegium unum notariorum et procuratorum Cumarum». Notariato e documento notarile nell’antica diocesi di Como (secoli XV-XVI in.)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2005. http://hdl.handle.net/2434/54432.

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POLETTI, ROBERTO. "Il notariato ad Iglesias tra Medioevo ed età moderna." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266735.

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Abstract:
In the general climate of revival of Roman law, since the twelfth century, in some Italian cities grew and flourished the notarial institute. It began to carry out its basic functions in the field of legal transactions between independent and public administrations. The importance of the role of notary as acts producer with publica fidesfavored early the spread of these legal professionals in all Italian settlement contexts, including in Iglesias during the last quarter of the thirteenth century. Iglesias was a small village; it had just conquered city status and planted the first steady notary workshops. They were the forerunners of a category of professionals and drove all over the unfolding history of the city until today, acting as witnesses of almost eight hundred years of history of which, on their books hold memory.
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CERULLO, Antonia. "I libri corali conservati a Montecassino in età moderna e la committenza Squarcialupi. Censimento e catalogazione." Doctoral thesis, Università degli studi di Cassino, 2020. http://hdl.handle.net/11580/75151.

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Abstract:
The thesis "Choral books preserved in Montecassino in the modern age and the Squarcialupi commission. Census and cataloging" aims at the census and cataloging of the seventy-two choral books preserved in Montecassino Abbey’s Archive. The research proposes for the first time an overall, analytical and systematic study of this fund, through the analysis of contents, structure and functions of manuscripts surveyed. This thesis aims to enhance the Abbey's liturgical-musical heritage, with particular reference to the manuscripts produced during the sixteenth century in Montecassino thanks to the abbot Ignazio Squarcialupi. The absence of previous scientific choral books cataloguing in the Abbey is one of the main cores of the thesis, providing the simultaneous analysis of the codicological, paleographic, musical and historical-artistic characteristics of all the fund's manuscripts. The catalogue is divided in four parts, standing for the four main cores of the fund: forty manuscripts produced in or for Montecassino (Abbey); five manuscripts from Modena (S. Pietro Monastery); twenty-four manuscripts from Naples (SS. Severino and Sossio Monastery); three manuscripts purchased or received as gifts by private individuals.
La tesi dal titolo "I libri corali conservati a Montecassino in età moderna e la committenza Squarcialupi. Censimento e catalogazione" si pone come obiettivo il censimento e la catalogazione dei settantadue libri corali conservati presso l’Archivio dell’Abbazia di Montecassino. La ricerca propone per la prima volta uno studio complessivo, analitico e sistematico del fondo, consentendo l’analisi di contenuti, struttura e funzioni dei codici censiti. La tesi mira a valorizzare il patrimonio liturgico-musicale dell’Abbazia, con particolare riferimento ai manoscritti realizzati nel Cinquecento a Montecassino grazie all’abate Ignazio Squarcialupi. L’assenza di precedenti iniziative di catalogazione scientifica dei libri corali conservati in Abbazia costituisce uno degli aspetti principali di novità della tesi, che prevede l’analisi simultanea delle caratteristiche codicologiche, paleografiche, musicali e storico-artistiche di tutti i codici del fondo. Il fulcro dell’intera ricerca è costituito dal catalogo, strutturato in quattro parti che corrispondono ai quattro nuclei componenti il fondo: quaranta codici allestiti a o per Montecassino (Abbazia); cinque codici provenienti da Modena (Monastero San Pietro); ventiquattro codici provenienti da Napoli (Monastero Santi Severino e Sossio); tre codici acquistati o ricevuti in dono da privati.
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Rocciola, Francesca. "Aspetti della tradizione degli Etymologica bizantini e loro ricezione in Italia meridionale nell'ambiente di Costantino Lascaris." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2016. http://elea.unisa.it:8080/xmlui/handle/10556/3795.

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Abstract:
Il presente lavoro ha come oggetto di ricerca gli Etymologica bizantini: gli studi sull’antica lessicografia greca e sugli etimologici in particolare sono ancora fermi ad uno stato embrionale, per così dire, giacché la materia si presenta piuttosto complessa e intricata. La ricerca nasce dall’esigenza di fare chiarezza sullo status quaestionis della tradizione degli Etymologica, e di provare a stabilirne lo stemma codicum, rivolgendo particolare attenzione al “capostipite” della tradizione etimologica, l’Etymologicum Genuinum, la cui conoscenza risulta attualmente frammentaria. Attraverso un paziente e minuzioso raffronto tra autorevoli ricerche e recensioni precedenti, dopo un’attenta revisione testuale autoptica, si è cercato di recuperare alcune vexatae quaestiones relative al Genuinum e di contribuire, se pur in misura limitata, a fornire ulteriori dati d’indagine circa la provenienza e la datazione dei principali manoscritti vettori dell’etimologico (Vat. gr. 1818 e Laur. San Marco 304), nonché circa le fonti utilizzate per l’allestimento del Genuinum. Infine, si è proceduto ad indagare sulla ricezione e sull’utilizzo degli Etymologica in Italia meridionale nel XV-XVI secolo prendendo in esame in particolare i manoscritti della collezione Uceda (Biblioteca Nacional di Madrid), vettori di testi etimologici appartenuti all’umanista bizantino Costantino Lascaris; sono stati forniti di volta in volta alcuni dati paleografici e codicologici dei manoscritti presi in considerazione, l’indicazione della fonte etimologica dei testi, con relativa trascrizione inedita, e l’analisi dettagliata di alcuni lemmi a scopo esemplificativo. In “appendice” si propone per la prima volta l’edizione dei marginalia di mano otrantina presenti nel Vat. gr. 1818: si tratta di una trascrizione completa di tali note addizionali poste in sinossi con il testo del Barb. gr. 70 (Gudianum). In tale edizione critica ho ritenuto utile porre in sinossi i marginalia di mano otrantina del Vat. gr. 1818 e i lemmi del codice Barb. gr. 70 : per il Gudianum ho preso a riferimento l’edizione di De Stefani fino alla lettera zeta; per il lessico dei sinonimi presente ai fogli 149-155 del codice mi sono attenuta all’edizione di Palmieri , poiché il fascicolo risulta pressoché illeggibile a causa dello stato di deterioramento in cui versa il Barb. gr. 70. L’edizione presenta un apparato dei marginalia articolato in due sezioni; nella prima dedicata ai loci, ho dato conto delle fonti (individuate e dubbie) di cui si è servito il copista otrantino; nella seconda ho segnalato i problemi codicologici e paleografici che si riscontrano nel Vat. gr. 1818. Là dove i marginalia del codice vettore del Genuinum non risultino comprensibili a causa dell’inchiostro evanido o del danneggiamento dei fogli, si è fatto ricorso alla tradizione parallela (in particolare al Gudianum e al Magnum): quando non è stato possibile ricostruire il testo dei marginalia ho segnalato tra parentesi quadre il numero indicativo delle lettere mancanti; si tratta di un numero approssimativo dal momento che il modulo delle lettere può variare considerevolmente anche all’interno di una stessa glossa... [a cura dell'autore]
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RAGAZZINI, CLIO. "I manoscritti datati della Biblioteca Universitaria di Bologna." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2021. http://hdl.handle.net/11392/2478824.

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Abstract:
La tesi rientra nel progetto di ricerca Manoscritti datati d’Italia (MDI) promosso dal 1994 dall’Associazione Italiana Manoscritti Datati (AIMD; www.manoscrittidatati.it), per censire e descrivere tutti i libri manoscritti in scrittura latina datati entro l’anno 1500 conservati sul territorio nazionale, pubblicando singoli cataloghi locali facenti parte dell’omonima collana della casa editrice SISMEL di Firenze (www.sismel.it/catalogo/collane/mdi-manoscritti-datati-ditalia). Il progetto MDI contribuisce inoltre alla catalogazione scientifica dei manoscritti datati europei, proposta già dal primo Colloquio del Comité International de Paléographie latine (CIPL) di Parigi del 1953, allo scopo di creare repertori paleografico-codicologici utili al progresso della conoscenza della storia della scrittura latina e della produzione del libro di epoca medievale, soprattutto dei secoli XIII-XV. Propedeutica alla prossima pubblicazione del volume MDI dedicato alla Biblioteca Universitaria di Bologna (BUB), la tesi è incentrata sulla descrizione di 178 manoscritti datati (per 180 unità codicologiche) individuati in BUB entro febbraio 2021, mediante l’aggiornamento e la scrematura sistematica di una prima sommaria campionatura e di un censimento generale di oltre 1200 testimoni databili entro il secolo XV, risalenti al biennio 2016-2017. Ricalcando la struttura dei volumi MDI, la tesi si apre con un saggio esaustivo e aggiornato sulla storia della Biblioteca e del fondo manoscritto, dopo il quale si trovano il catalogo dei codici e la rassegna di quelli scartati; seguono la bibliografia, gli indici e 180 tavole a colori. Ciascuna di queste sezioni, in particolare le schede dei manoscritti, è stata allestita seguendo le indicazioni metodologiche e le norme redazionali previste dal protocollo del progetto MDI. Attraverso questa tesi, la lavorazione del catalogo MDI relativo alla BUB raggiunge quindi un primo significativo traguardo, ma potrà dirsi conclusa soltanto al termine delle verifiche al posseduto medievale della Biblioteca ancora in corso, dalle quali ci si aspetta un aumento dei manoscritti datati da descrivere. Dopo l’ulteriore necessaria revisione, il volume sarà inserito nella programmazione editoriale della casa editrice SISMEL e auspicabilmente pubblicato nel corso del 2022.
This dissertation is based on the research project Manoscritti datati d’Italia (MDI), which has been developed since 1994 by the AIMD Society (www.manoscrittidatati.it), with the aim of listing and describing all manuscripts books in Latin writing dated to the Year 1500 held in Italian libraries. The MDI project represents also the Italian contribution to the cataloguing of European dated manuscripts, which was established in 1953 by the first meeting of Comité International de Paléographie latine (CIPL) to provide new resources and tools for Medieval Latin Paleography and Codicology. All the catalogues resulting from MDI project are published in the SISMEL Publisher’s MDI monographic series (www.sismel.it/catalogo/collane/mdi-manoscritti-datati-ditalia), which currently consists of 33 volumes, issued from 1996 to 2021. So, the main purpose of this dissertation is to draw up the MDI catalogue of the dated manuscripts preserved in Bologna University Library (BUB). In fact, it contains the descriptions of 178 dated manuscripts (for 180 codicological units) selected to February 2021 from a previous preliminary list and a general census of about 1200 BUB’s medieval manuscripts in Latin script, both provided in 2016-2017. Like the other volumes of the MDI series, the catalogue is introduced by an exhaustive essay about the history of the BUB and its special collections and is followed by the list of rejected manuscripts, while it is furnished with bibliography, indexes and 180 plates. Each part, especially the manuscript descriptions, was edited according to the MDI project’s protocol and guidelines. In conclusion, this dissertation reaches a first important milestone in the development of the forthcoming MDI volume about BUB, which will hopefully be published in 2022. The next steps to achieve this goal will be the end of the current additional checks on the census of BUB’s medieval manuscripts, the cataloguing of any extra dated items and lastly the editorial and revision process.
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Salemme, T. "Un monastero benedettino nel contado di Milano : San Vittore di Meda agli inizi del Trecento." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2009. http://hdl.handle.net/2434/62402.

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Abstract:
Lo studio si propone di indagare e ricostruire la storia del monastero benedettino femminile di San Vittore di Meda durante l’abbaziato di Libera da Besozzo (1301-1334), a partire dalla documentazione (di natura prevalentemente pergamenacea) relativa all’ente. Tra i filoni principali della ricerca, ampio spazio viene dedicato al complesso di relazioni che il monastero instaurò nel suddetto periodo con la città di Milano e con le famiglie che in essa detenevano posizioni di potere (su tutti, i Torriani prima ed i Visconti poi); a questa prima parte fa poi seguito l’analisi della gestione economica del consistente patrimonio fondiario di San Vittore, concentrato prevalentemente in Brianza. Altra tematica presa in esame è quella legata alla composizione interna del capitolo monastico, alla sua organizzazione ed alle modalità di reclutamento in esso adottate. Da ultimo si vuole proporre una ricostruzione relativa alla realtà di un centro demico di una certa consistenza, il borgo di Meda, caratterizzato da intensi e ben documentati legami col cenobio benedettino.
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Campopiano, Michele. "Il Liber Guidonis compositus de variis historiis : studio e edizione critica dei testi inediti." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2009. http://hdl.handle.net/11384/86031.

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RAPETTI, MARIANGELA. "I canonici ospedalieri di S. Antonio di Vienne e la Sardegna." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266799.

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Abstract:
The aim of the PhD research is that of reconstructing the documentary body relating to the presence and action of the hospitaller Order of St. Anthony of Vienne in Sardina (XIII-XVI centuries). Starting from the analysis of the state of the art of the studies on the history of the order and its presence in Sardinia, a first- hand research on the sources produced by the Antonines community and on other sources dating back to the same historical period has been carried out with the purpose of providing both a historical analysis and a critical edition of such documents. St. Anthony’s order, extremely powerful in the Late Middle Ages and widespread throughout Europe, collapsed in modern age to the extent that it was suppressed at the end of the XVIII century. Antonines were well known for their healing powers of a disease, the ‘St. Anthony’s fire’, identified during the XVIII-XIX centuries with ergotism (food poisoning), but actually related to all those illnesses of a gangrenous nature. The analysis of the existing literature on the subject has shown the long-standing difficulties encountered by Antonian historiography, due to the scattering of the sources of information and to the influence of popular myths surrounding the illness. For what concerns the activity of Antonines in Sardinia, the sources available to researchers were few in number and often suffered from a superficial and non in depth enough interpretation. In the past, indeed, the vacuum in the documentary body has led scholars to believe that their presence in Sardinia had been marginal and not well documented. A more recent investigation of unpublished documents has provided researchers with new sources which contribute to highlighting the real dimension of the Antonian presence in the island. The documents, in this regard, prove that the canons managed a number of properties, certainly in Cagliari, Oristano and Sassari, collecting donations and revenues to be sent to the headquarter in Dauphiné. Their presence, although discontinuous, is documented as much as the practice of certain activities which made them well known, from their begging to their pig farming. The new element emerging from the analysis is rather the fact that assisting ill Sardinians was never a priority for them. The body of documents collected and presented as an appendix to this research contributes to providing a fairly complete picture of this page of Sardinian history which had until now been left uncompleted and was not gravitating within the Iberian orbit as in the case of the rest of Middle Age and Modern eras. Through the comparison between different sources, this research shows how and to what extent Sardinian micro-history fits within the contest of European macro-history.
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MASALA, LUCIA MARIA AGNESE. "Documenti inediti sui rapporti tra Pisa e la Sardegna nel Fondo Comune, Divisione A, dell'Archivio di Stato di Pisa." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2014. http://hdl.handle.net/11584/266517.

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Abstract:
This work focuses on the relations between Sardinia and Pisa between 1297 and 1345 as a result of the systematic examination of the collection “Comune, Divisione A” housed in the Pisa State Archive, which led to the identification of 345 significant documents for the purpose of this research. It was thus possible to retrace the history of Sardinia using new data starting exactly from 1297, when Boniface VIII, in compliance with the Treaty of Anagni signed on June 24th 1295, established the Regnum Sardiniae et Corsicae, in order to solve the political and diplomatic crisis between the Crown of Aragon and the Duchy of Anjou after the War of the Vespers to gain control over Sicily. As the threat of the Aragonese conquest became greater, the Pisans strengthened the defensive system of the city of Cagliari by building towers and walls around it. During the 26 years between the Pope's investiture and the beginning of the military campaign to conquer Sardinia, James II engaged in intense diplomatic activities aimed at isolating Pisa in the international scene, finding a crucial ally in Hugh II Giudice (Judge) of Arborea to carry out the conquest of the island, which started in 1323 with the siege of Villa di Chiesa followed by the one of Castel di Castro. In 1326 the final peace treaty was signed between James II, King of Aragon, and Pisa at the end of the military operations carried out in Sardinia, unfavourable to the Pisan side. The Sardinian dominions, which Pisa had conquered with difficulty and strenuously defended, were lost forever.
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Mariani, Daniela. "La Vie des Pères. Genèse et diffusion d'un recueil de contes exemplaires du XIIIe siècle." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2019. https://hdl.handle.net/11572/368638.

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Abstract:
La Vie des Pères, raccolta di racconti esemplari dell’inizio del XIII secolo, aspira alla formazione religiosa cristiana proponendo nella narrazione e nei para-sermoni dell’autore (i prologhi e gli epiloghi ai racconti) un insegnamento teologico. In una prospettiva critica letteraria e storica, questa ricerca analizza la genesi e la ricezione del testo. Le intenzioni poetiche dell’autore determinano l’aggiornamento di una materia narrativa preesistente ai temi spirituali dominanti intorno al 1215 (la confessione, l’eucarestia, il celibato dei chierici). Il pubblico medievale (XIII-XV secolo) ha interpretato il testo a partire dai supporti fisici che lo hanno trasmesso. La tradizione manoscritta è così studiata come un insieme di testimoni di presentazione del testo, più o meno modificato e adattato a diversi contesti (altre opere religiose, testi profani, testi non narrativi) e per diverse comunità interpretative: i possessori dei manoscritti, i lettori che hanno annotato i margini, i copisti che hanno strutturato l’opera con le rubriche. Ne emerge una sostanziale coerenza dell’opera tra la funzione esemplare e l’utilizzo effettivo.
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CONDELLO, Emma. "Contributi per uno studio della scrittura onciale nell'Italia meridionale (sec. V-VIII )." Doctoral thesis, 1989. http://hdl.handle.net/11573/410984.

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MONTALTO, RICCARDO. "La biblioteca manoscritta greca di Achille Stazio." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1355801.

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Abstract:
La presente ricerca mira alla ricostruzione della parte manoscritta greca della biblioteca appartenuta ad Achille Stazio (1524-1581), giunta alla chiesa di S. Maria e S. Gregorio in Vallicella per volontà testamentaria dell’illustre umanista portoghese e, perciò, nucleo fondativo dell’attuale Biblioteca Vallicelliana di Roma. Fonte primaria per l’individuazione dei codici vallicelliani provenienti dal lascito staziano è il reperimento delle postille marginali di mano del lusitano, il riconoscimento delle quali è possibile grazie a un’analisi paleografica fondata sul confronto con alcuni materiali sicuramente autografi. Il contenuto delle unità codicologiche individuate per mezzo dello spoglio sistematico del fondo manoscritto greco della Biblioteca Vallicelliana è quindi confrontato con le voci presenti negli antichi inventari relativi alla libraria di Stazio. I dati ricavati dall’analisi codicologica e paleografica dei manoscritti di provenienza staziana sono raccolti in schede descrittive e rielaborati alla luce delle informazioni desumibili dalla bibliografia, da materiale d’archivio e dalla comparazione con fondi librari analoghi. Le nuove acquisizioni emerse dallo studio dei codici consentono notevoli precisazioni sulla biblioteca e sui metodi di lavoro di Stazio, nonché di chiarire la storia di alcuni manoscritti vallicelliani e, più in generale, della Biblioteca Vallicelliana ai suoi primordi.
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SIETIS, NINA. "La produzione manoscritta studita fra i secoli IX e X." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/1220979.

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Abstract:
Nel presente lavoro viene indagata la produzione manoscritta più antica correlata con il celebre monastero di S. Giovanni Prodromo τῶν Στουδίου. L'indagine codicologica e l'analisi della "minuscola studita", nonché il confronto con le fonti letterarie, permettono di conoscere meglio l'identità di quello che è stato finora considerato l'unico "scriptorium" del mondo bizantino.
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MICELI, Carolina. "Il sermonario di Andrea de Pace." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10447/102435.

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BRIASCO, LIVIA. "La produzione libraria di lusso nella piena età comnena (1100-1180): tre case-studies tra sperimentazione e mimesi grafica." Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11573/1545668.

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Abstract:
La produzione libraria di lusso nella piena età comnena (1100-1180): tre case-studies tra sperimentazione e mimesi grafica Il presente lavoro di ricerca nasce dalla volontà di rispondere, almeno in parte, ad una esigenza percepita a livello bibliografico, quella cioè di indagare più a fondo gli sviluppi vissuti dalla minuscola formale greca a Costantinopoli e nelle regioni centrali dell’Impero nel periodo successivo al cosiddetto “cambio grafico” e precedente alla stagione grafica che ha caratterizzato la pur breve età degli Angeli. Dal punto di vista cronologico, dunque, il campo di indagine è stato ristretto al XII secolo, con particolare riguardo per i decenni corrispondenti ai regni di Giovanni II (1118-1143) e Manuele I (1143-1180) Comneni. Lo scarsissimo numero di testimoni che siano datati a questi anni ma non chiaramente localizzati o localizzabili in una delle province dell’Impero deve aver scoraggiato, nel tempo, gli studiosi di scrittura greca: d’altra parte è proprio sul confronto con questi materiali che si fonda il metodo paleografico. A questa macroscopica difficoltà iniziale si aggiungano poi altri fattori, come la scoperta del fenomeno mimetico di età paleologa o la consapevolezza della grande mobilità di copisti e libri in età medio e tardo bizantina, che hanno reso ancora più spinoso e rischioso ogni tentativo di datazione al pieno XII secolo e di localizzazione a Costantinopoli. Di fronte a questi ostacoli, in mancanza di nuove attribuzioni e di uno sguardo critico scevro da ogni genere di pregiudizio, le scritture formali della piena età comnena sono state in passato spesso semplicemente liquidate, a torto, come ripetizioni stanche e più o meno destrutturate dei modelli di età macedone. La scelta di concentrare l’attenzione sulla produzione di lusso, per lo più di contenuto sacro, quale punto di osservazione privilegiato per analizzare le eventuali trasformazioni grafiche vissute dalla minuscola formale greca nel periodo in esame, è dipesa non solo dalla minore attenzione che questa ha ricevuto, rispetto alla più studiata produzione informale e di “erudito”, nella letteratura paleografica, ma anche dalla presa di coscienza che, al di là di ogni pregiudizio di conservatorismo, questa tipologia libraria di grande livello si presentava spesso molto più aperta agli influssi delle mode e delle sperimentazioni del momento rispetto ad una produzione di livello standard. Nel dedicarsi allo studio del XII secolo, che come si è detto scarseggia di testimoni datati e localizzati, i manoscritti di lusso si rivelano poi estremamente utili: recando tracce più o meno evidenti della loro committenza presentano infatti spesso appigli cronologici e topici più sicuri. Nell’impossibilità logistica ma soprattutto scientifica, a questo stadio della ricerca, di seguire un approccio onnicomprensivo, si è optato per un approccio per casi di studio, quali piccoli tasselli da aggiungere alla nostra, ancora molto parziale, conoscenza della cultura grafica costantinopolitana della piena età comnena. I tre casi di studio sono stati selezionati non solo perché rendono bene conto della grande varietà di soluzioni grafiche percorribili nell’allestimento di un manoscritto miniato o comunque pregiato, ma anche perché pongono delle importanti questioni di metodo. Il primo caso di studio, incentrato su un gruppo di dodici manoscritti estremamente noti perché tutti miniati da uno stesso importante artista, il cosiddetto Maestro di Kokkinobaphos, ha costituito uno stimolante banco di prova per la questione della classificazione su base grafica. La questione, già oggetto di riflessione generale negli studi sulla scrittura greca, è sentita in particolar modo per il periodo in esame, nel quale le minuscole formali si strutturano come una vera e propria “galassia” di espressioni diverse, dai contorni tutt’altro che nitidi. Il secondo e il terzo caso di studio affrontano invece, secondo due prospettive diverse, il problema della datazione su base paleografica: incentrato su un solo caso di datazione fortemente dubbia, il Vat. gr. 1851, il primo, e su due manoscritti databili, il Wake 42 della Christ Church e l’Add. E. 12 della Bodleian Library di Oxford, il secondo, entrambi coinvolgono, nell’analisi che ne proponiamo, la categoria di “mimesi”, anch’essa oggetto di dibattito e di ripensamenti nei nostri studi così come negli studi paleografici più in generale. La tesi è completata da un’appendice catalografica, nella quale trovano spazio le schede di descrizione analitica di dodici dei manoscritti esaminati nel dettaglio dal punto di vista grafico nelle tre sezioni, quelli cioè che, in considerazione delle sedi di conservazione, mi sia stato possibile analizzare materialmente. Sono quindi esclusi da questo catalogo i tre manoscritti che sono conservati sul Monte Athos, nel Topkapi Saray di Istanbul e nel Paul Getty Museum di Los Angeles. Quale ulteriore supporto visivo alla trattazione critica è stata infine prevista un’appendice di trentotto tavole, raffiguranti non solo i manoscritti oggetto diretto di studio ma anche i principali manoscritti chiamati di volta in volta a confronto.
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LI, DESTRI Rosaria. "ATTIVITÀ E DOCUMENTAZIONE DELLA MAGNA CURIA RATIONUM DEL REGNO DI SICILIA, NELL’EPOCA DI ALFONSO IL MAGNANIMO: FORME, PROCEDIMENTI E PROTAGONISTI." Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/10447/94627.

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CATALANO, SARA. "La Comedia delle Ninfe Fiorentine. Revisione dell'edizione e commento." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1265309.

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Abstract:
La tesi si propone, nella prima parte, di analizzare, aggiornandola, la tradizione manoscritta della Comedia delle Ninfe Fiorentine, opera della giovinezza di Giovanni Boccaccio, composta subito dopo il ritorno del Certaldese a Firenze dalla corte angioina di Napoli. L’edizione esistente della Comedia delle Ninfe, datata 1963 per la cura di Antonio Enzo Quaglio, fornisce, come d’uso all’epoca, una descrizione sommaria e poco accurata dei testimoni censiti. Si classificano quindi i manoscritti secondo un criterio socioculturale (copia a prezzo e copia per passione), datando i codici al quarto di secolo. Si fornisce, ove possibile, un profilo biografico dei copisti. Il lavoro è completato dalle schede di rilevamento dei singoli testimoni accolti nel corpus, redatte secondo un criterio stabilito a priori. La seconda parte della tesi è un lavoro di commento letterario suddiviso per tematiche. La composizione della Comedia delle Ninfe viene messa in relazione con l’esperienza biografica del suo autore e con il dipanarsi della sua esperienza letteraria. La vicenda del dedicatario dell’opera, Niccolò di Bartolo del Buono, permette di collocare con riferimenti cronologici l’identificazione delle due redazioni della Comedia. Occasione di confrontare tre opere del Boccaccio è la proposta di mettere in relazione Caccia di Diana , Comedia e Amorosa Visione considerando come primo denominatore comune l’utilizzo del capitolo ternario. Il capitolo sul prosimetro fornisce una rassegna sulle possibili fonti alle quali Boccaccio può, o non può, aver fatto riferimento nella composizione dell’opera con questa particolare forma. Infine l’analisi della produzione bucolica del Boccaccio, e della sua evoluzione, propone di considerare la Comedia come un’opera prima in questo genere per l’utilizzo del volgare.
La thèse se propose, dans une première partie, d’analyser et d'actualiser la tradition manuscrite de la Comedia delle Ninfe Fiorentine, œuvre de jeunesse de Giovanni Boccaccio, composée immédiatement après le retour à Florence de la cour angevine de Naples. L'édition actuelle de Comedia delle Ninfe, est due à Antonio Enzo Quaglio et remonte à 1963. Elle fournit, comme il était d'usage à l'époque, une description brève et peu précise des témoins interrogés. Dans cette thése les manuscrits seront donc classés selon un critère socioculturel (copie a prezzo et copie per passione) et datés au quart de siècle. Quand cela est possible, un profil biographique des copistes est fourni. Le travail est complété par les fiches de chacun des témoins individuels acceptés dans le corpus. La deuxième partie de la thèse est un travail de commentaire d’historie littéraire divisé par thèmes. La composition de la Comedia delle Ninfe est liée à l'expérience biographique de son auteur et au développement de son expérience littéraire. L’histoire du dédicataire de l’œuvre, Niccolò di Bartolo del Buono, nous permet de fournir des repères chronologiques pour chacune des deux rédactions de la Comedia. La proposition de mettre en relation Caccia di Diana, Comedia et Amorosa Visione nous donne l’occasion de comparer trois œuvres de Boccaccio, en considérant l’utilisation du “capitolo ternario” comme premier dénominateur commun. Le chapitre sur le prosimètre donne un aperçu des sources possibles auxquelles Boccaccio peut, ou ne peut pas, faire référence pour cette forme particulière (prose et vers). Enfin, l'analyse de la production bucolique de Boccace et de son évolution amène à considérer le Comedia comme une première œuvre de ce genre avec l’utilisation du vernaculaire.
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BALDESTEIN, CHIARA. "La scrittura autografa degli artisti italiani nella Roma del Quattrocento." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1204900.

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Abstract:
Individuazione e analisi di un corpus di documenti di mano autografa di artisti, artifex, italiani che hanno vissuto a Roma durante il XV secolo, con lo scopo di dimostrare come uno studio antropologico della scrittura sia non solo possibile ma anche estremamente produttivo.
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