Academic literature on the topic 'Manoscritti greci'

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Journal articles on the topic "Manoscritti greci"

1

Lucà, Santo. "Manoscritti greci dimenticati della Biblioteca Vallicelliana." Augustinianum 28, no. 3 (1988): 661–702. http://dx.doi.org/10.5840/agstm198828334.

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2

Maniaci, Marilena. "Ricette di costruzione della pagina nei manoscritti greci e latini." Scriptorium 49, no. 1 (1995): 16–41. http://dx.doi.org/10.3406/scrip.1995.1713.

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3

Lisi, Francisco-L., and Paolo Eleuteri. "La catalogazione dei manoscritti greci della biblioteca universitaria di Salamanca." Scriptorium 51, no. 2 (1997): 382–84. http://dx.doi.org/10.3406/scrip.1997.1818.

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4

Stefec, Rudolf S. "Isabella Proietti (a cura di). I manoscritti greci di Perugia." Byzantinische Zeitschrift 111, no. 3 (2018): 824–26. http://dx.doi.org/10.1515/bz-2018-0029.

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5

Gendre, Renato. "Nota Gotica." Linguistica 42, no. 1 (2002): 5–7. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.42.1.5-7.

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Abstract:
Dalla documentazione presentata, ancorché in modo non completo, si può constatare che ogni qual volta il testo greco presenta i1 verbo nella posizione 'in incastro', 2 anche in quello gotico troviamo la stessa situazione. E benché crediamo a una sostanziale dipendenza dal greco dalla prassi sintattica gotica, 3 tuttavia riteniamo che non si possa del tutto escludere di trovarsi in presenza di uno stesso tratto sintattico, cioé di uno stesso modo di distribuire l'informazione, secondo un preciso ordine dei costituenti di frase, di origine indoeuropea. La "spezzatura di ciò che secondo il nostro sentimento linguistico è unito [ ... ] è comune sia tra i Greci che tra i Latini e gli Indiani4 e si trova in tracce ben riconoscibili anche nell'epica germanica".5 Purtroppo, come già G. Bonfante, anche noi pur "scandagliando l'epopea germanica [non abbiamo] trovato nulla in questo senso".6 La presenza sicura di questo tratto nel gotico però e, per chi come noi gli dà valore, l 'uso della tmesi 7 in testi epici germanici 8 sono 1í ad avvalorare l'ipotesi che la posizione 'in incastro' del verbo rappresenta "il modo più antico, facilmente c omprensibile dal p unto di v ista psicologico, di ordinare le paro le n ella frase idg". 9 È ben vero che il passo del Vangelo di Luca (2, 25) "7tveuμa. Tiv &ytov E7t' a.u't6v", reso in gotico "ahma weihs was ana imma", sembrerebbe opporsi a quanto è stato appena affermato. Ma cosí non è. Infatti, "il ne faut pas perdre de vue que Wulfila a suivi un manuscrit grec du type de *K ou *Kt, mais que la version gotique présente des leçons propre à 1cxo5" .1 O E molti manoscritti appartenenti al 'Ti po I' 11 riportano la lezione "7tveuμa. &ytov Tiv". 12 Pertanto, l'unica conclusione che da questo esempio si deve trarre è che il grande Vescovo dei Goti abbia avuto sotto gli occhi un testo di questa ultima famiglia e, come è nel suo stile, ne sia stato condizionato.
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6

Stock, Fabio, and Giuseppe Ramires. "Interpolazioni greche nella tradizione manoscritta di servio." Argos, no. 45 (February 17, 2022): e0025. http://dx.doi.org/10.14409/argos.2020.45.e0025.

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Abstract:
Copisti medievali, dotati di qualche conoscenza del greco, non si limitavano a riprodurre e restaurare parole e sequenze in greco presenti nelle opere latine copiate, ma talora effettuavano aggiunte ed interpolazioni in caratteri greci. Nell’articolo sono esaminati alcuni casi relativi alla tradizione serviana, in codici di tradizione insulare. L’analisi consente in alcuni casi di correggere il testo del commento pubblicato da Thilo.
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7

NEVILLE, PAMELA. "THE PRINTER'S COPY OF COMMANDINO'S TRANSLATION OF ARCHIMEDES, 1558." Nuncius 1, no. 2 (1986): 7–12. http://dx.doi.org/10.1163/182539186x00494.

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Abstract:
Abstract<title> RIASSUNTO </title>Un manoscritto venuto recentemente alla luce a Londra rappresenta un legame importante tra gli studi rinascimentali della matematica greca e la nascita dell'algebra moderna. Il manoscritto è composto da 3 parti. La prima è la copia del tipografo per la prima edizione della traduzione dell'Archimede eseguita da Federico Commandino e pubblicata da Paolo Manuzio a Venezia nel 1558. Il documento porta le correzioni e le istruzioni manoscritte del Commandino per il tipografo. Nei margini sono incollate 41 figure geometriche incise, prove per l'edizione a stampa. La seconda parte contiene una raccolta di note e lettere, tutte riguardanti problemi di geometria e di matematica. Otto dei fogli potrebbero essere stati scritti dall'allievo del Commandino, Guidobaldo dal Monte. L'ultima parte, con ogni probabilità scritta nella Francia del nord durante la prima parte del diciassettesimo secolo, è strettamente collegata alle ricerche matematiche di François Viète. Il testo, apparentemente il lavoro di un allievo, tratta i vari argomenti della « nuova algebra» e <?CTRLerr type="1" mess="Doute Cars isoles avec recollage" ?>cita l'opera di Viète. Questo volume appartenne per un certo periodo alla Biblioteca Albani. Infatti, il primo foglio del testo di Archimede porta lo stemma di Giovanni Francesco Albani (papa Clemente XI). Nel diciannovesimo secolo, invece, entrò a far parte della collezione di Baldassarre Boncompagni Ludovisi.
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8

Cardillo, Angelo. "Museo, De l’amor di Leandro et di Hero Volgarizzamento dal greco di Pietro Angèli Bargeo." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, no. 3 (2018): 859–92. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818781831.

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Abstract:
L’articolo presenta il volgarizzamento cinquecentesco inedito dell’epillio di Museo ad opera di Pietro Angèli Bargeo, tradotto in un Manoscritto della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia risalente alla seconda metà del XVI secolo; presenta, inoltre, un excursus sulla circolazione latina e volgare del testo greco fino alla fine del Cinquecento. La traduzione è parte della feconda attività del Bargèo di divulgatore di testi classici ed ulteriore conferma dell’interesse che autori coevi, Bernardo Tasso, Giovanni Falgano e Bernardino Baldi, hanno mostrato nei confronti di Museo e della lirica amorosa greca e latina pervenuta nel tardo Medioevo grazie anche ad Ovidio e diffusasi in Italia e in Europa nel corso del pieno e tardo Rinascimento.
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9

Murray, Oswyn, Peter Parsons, T. W. Potter, and Paul Roberts. "A ‘stork-vase’ from the Mola di Monte Gelato." Papers of the British School at Rome 59 (November 1991): 177–95. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009703.

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Abstract:
UN ‘STORK-VASE’ DA MOLA DI MONTE GELATOLo scavo di un ricco deposito di materiale databile all'inizio del II sec. d.C. ci ha restituito un unico vaso a vernice. Un pezzo di scarto fabbricato sul posto stesso (probabilmente un vicus in questo periodo) o nei suoi dintorni. Il vaso, firmato da Abaskantos ed Epinikos, porta una lunga iscrizione in greco intorno alla pancia: ‘Mi chiamano amico degli amici; se bevi capirai che no ti tradisco’. La lingua è letteraria e l'elegante scritta somiglia molto a quella dei manoscritti greco-egiziani contemporanei. Il disegno di una cicogna nidificante sopra un tetto divide l'inizio e la fine dell'iscrizione. Il nome greco, pelargos, può anche significare un tipo di vaso di ceramica forse proprio di questa forma.
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ALEXANDRU, MARIA. "Donatella Bucca, Catalogo dei manoscritti musicali greci del SS. Salvatore di Messina (Biblioteca Regionale Universitaria di Messina), with a foreword by Christian Troelsgård and a preface by Santo Lucà. Rome: Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Millenario della Fondazione dell'Abbazia di S. Nilo a Grottaferrata, 2011. lxxxii+470 pp. + 60 plates. ISBN 978 88 89940 11 2." Plainsong and Medieval Music 23, no. 1 (2014): 115–18. http://dx.doi.org/10.1017/s096113711300017x.

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Dissertations / Theses on the topic "Manoscritti greci"

1

Pausillo, Giorgia <1991&gt. "Un nuovo catalogo dei manoscritti alchemici greci delle biblioteche italiane." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10285/1/Pausillo_Giorgia_tesi.pdf.

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Abstract:
Il presente lavoro di ricerca propone una revisione del corpus greco dei manoscritti alchemici conservati presso le biblioteche italiane attraverso la realizzazione di un nuovo catalogo, aggiornato ed elaborato secondo le recenti norme di catalogazione. Tale progetto risponde alla necessità di un completo riesame dell’attuale catalogo dei codici alchemici italiani curato da Carlo Oreste Zuretti e pubblicato a Bruxelles nel 1927 (Catalogue des manuscrits alchimiques grecs, II). L’inadeguatezza e insufficienza di tale sussidio emerge soprattutto nella descrizione dei singoli esemplari, specie per quanto riguarda gli aspetti codicologici e paleografici. Il nuovo accurato studio che ha coinvolto ciascun manoscritto mira alla realizzazione di un esaustivo strumento di lavoro in grado di coniugare gli aspetti materiali, scrittori, testuali e storico-culturali degli esemplari esaminati. Le nuove acquisizioni emerse dallo studio dei codici consentono di delineare meglio la storia della circolazione dei testi alchemici greci e dei loro lettori.<br>This work proposes a revision of the Greek corpus of alchemical manuscripts preserved in Italian libraries through the creation of a new and updated catalogue, compiled according to recent cataloging standards. This project responds to the need for a complete revision of the current catalogue of Italian alchemical manuscripts edited by Carlo Oreste Zuretti and published in Brussels in 1927 (Catalogue des manuscrits alchimiques grecs, II). The insufficiency of that work emerges in the description of individual items, especially with regard to codicological and paleographic aspects. The new careful study involving each manuscript aims at the realization of a comprehensive working tool capable of combining the material, scriptural, textual and historical-cultural aspects of each codex.
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2

Mazzon, Ottavia. "Leggere per excerpta : la silloge di estratti conservata nel manoscritto greco Napoli, Biblioteca Nazionale II C 32." Thesis, Paris Sciences et Lettres (ComUE), 2018. http://www.theses.fr/2018PSLEP014.

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Abstract:
Les intellectuels byzantins ne lisaient pas les œuvres anciennes de manière passive : en lisant, ils avaient toujours le calame à la main pour corriger les fautes du texte, ajouter des notes ou des scholies marginales, pour rédiger des commentaires ou pour en tirer des citations, qu’ils déposaient dans des cahiers de notes. L’étude d’un recueil d’extraits permet de s’approcher en quelque sorte du bureau d’un érudit du passé, de comprendre quels textes il lisait, pourquoi et comment il sélectionnait les passages à citer. Le Neap. II C 32 est un des témoins les plus remarquables de cette pratique de lecture active et il constitue le reflet des intérêts de lecture d’un érudit ou d’un groupe d’érudits, qui avait l’habitude d’annoter les passages les plus intéressants de toutes les œuvres qu’il lisait. Le codex a été écrit par un seul scribe : on peut l’identifier comme Georges Galésiotès, célèbre copiste professionnel qui travailla pour la chancellerie du patriarcat de Constantinople pendant la première moitié du XIVe siècle. Le Neap. II C 32 n’est pas d’un cahier de notes mais il représente la mise au propre de plusieurs brouillons, qui recueillaient plusieurs anthologies d’extraits. L’ordre du contenu du Neapolitanus ne semble pas fortuit, mais il correspond probablement à un projet précis. Le codex peut être divisé en trois sections : la première contient les extraits tirés de la Bible (ff. 1-27) ; la deuxième ceux sélectionnés des ouvrages à sujet religieux (ff. 28-149) ; la troisième est dédiée à la littérature profane. L’analyse critico-textuelle a permis de tracer la place des modèles de certaines anthologies d’extraits dans le cadre de la tradition directe des ouvrages présents dans le codex de Naples<br>Byzantine scholars did not read ancient authors passively: when they read, they always kept a pen in their hands in order to be able to correct eventual mistakes, add notes or scholia, include commentaries. They often employed books to collect interesting quotes, which they annotated separately in handbooks, so that they were ready to be used in the composition of an original work. The study of an anthology of excerpts allows us to somehow approach the writing desk of a scholar of the past: in doing so, it grants us the possibility to understand which texts he read and why, and also analyze the method he used in exploiting his sources. Ms Neap. II C 32 is an exceptional witness of this form of ‘active’ reading. The codex constitutes the reflection of the literary interests of a group of scholars who used to annotate the most interesting passages they found while reading. The codex was written by an only scribe, i.e. George Galesiotes, who worked for the patriarchal chancellery of Constantinople in the first half of the 14th century. Neap. II C 32 is not a scholarly handbook: it is the fair copy of several handbooks. The anthologies of excerpts included in the manuscript have been organized according to a precise project. The codex can thus be divided into three main sections: the first one is dedicated to the Bible (ff. 1-27), the second one to works of religious nature (ff. 28-149), the third one contains profane authors. Textual-critical analysis allows us to situate some of the anthologies included in Neap. II C 32 within the main manuscript tradition of the authors
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3

Morantin, Patrick <1962&gt. "Lire Homère à la Renaissance: philologie humaniste et tradition grecque : sur les traces de Vettor Fausto et de Guillaume Budé." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/5060.

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Abstract:
Les annotations apposées par Vettor Fausto et Guillaume Budé sur leur exemplaire personnel de l’editio princeps d’Homère constituent deux exemples remarquables de la lecture du poète dans les premières décennies du XVIe siècle. L’édition, l’analyse, l’interprétation de cet ensemble de notes, issu en grande partie de deux sources exceptionnelles, le fameux Venetus A et une source inconnue qui lui est rivale, sont le fondement et la matière de cette thèse. À partir de l’examen d’un millier d’annotations, l’étude s’attache à comprendre la démarche philologique des deux humanistes. Considérant qu’une certaine philosophie de l’histoire, marquée par l’idée de progrès et par l’historicisme, biaise notre compréhension du travail philologique des humanistes, la recherche se propose de renverser la perspective historique en prenant pour point de comparaison la démarche de la philologie antique, en particulier celle des érudits de l’époque hellénistique : l’empeiria alexandrine. La thèse conclut que le modèle interprétatif sous-jacent à la critique de la philologie humaniste relève d’un paradigme qu’il convient de mettre en cause afin de pouvoir mieux comprendre la lecture d’un auteur tel qu’Homère à la Renaissance.<br>Notes affixed by Vettor Fausto and Guillaume Budé on their personal copy of Homer's editio princeps constitute two remarkable examples of the reading of the poet in the first decades of the XVIth century. The edition, the analysis, the interpretation of this set of notes, stemming largely from two exceptional sources, the famous Venetus A and an unknown rivalling source, are the foundation and the material of this thesis. From the examination of a thousand notes, the study attempts to understand the philological approach of both humanists. Considering that a certain philosophy of history, marked by the idea of progress and historicism, biases our understanding of the philological work of the humanists, the research reverses the historical perspective by taking, for point of comparison, the approach of the antique philology, in particular that of the scholars of the Hellenistic era : the Alexandrine empeiria. The thesis concludes that the underlying interpretative model to the criticism of the humanist philology is a matter for a paradigm which it is advisable to question in order to better understand the reading of an author such as Homer in the Renaissance.<br>Le annotazioni apposte da Vettor Fausto e Guillaume Budé sulla loro editio princeps d’Omero costituiscono due esempi notevoli della lettura omerica agli inizi del XVI secolo. L’edizione, l’analisi e l’interpretazione di quest’insieme di note, proveniente in gran parte da due fonti d’eccezione, il famoso Venetus A e una fonte ignota che gli è rivale, rappresentano il fondamento e la materia della tesi. A partire dall’esame di un migliaio d’annotazioni, lo studio si prefigge di comprendere l’approccio filologico dei due umanisti. Poiché si ritiene che tutta una filosofia della storia, di stampo progressista e storicista, distorce la nostra comprensione del lavoro filologico degli umanisti, la ricerca si propone di capovolgere la prospettiva storica facendo appello all’approccio della filologia antica, in particolare a quella degli eruditi dell’epoca ellenistica: l’empeiria alessandrina. La tesi arriva alla conclusione che il modello interpretativo che sottostà alla critica della filologia umanista rinvia ad un paradigma che conviene mettere in discussione se si vuole capire meglio la lettura al Rinascimento di un autore come Omero.
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4

MONTALTO, RICCARDO. "La biblioteca manoscritta greca di Achille Stazio." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1355801.

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Abstract:
La presente ricerca mira alla ricostruzione della parte manoscritta greca della biblioteca appartenuta ad Achille Stazio (1524-1581), giunta alla chiesa di S. Maria e S. Gregorio in Vallicella per volontà testamentaria dell’illustre umanista portoghese e, perciò, nucleo fondativo dell’attuale Biblioteca Vallicelliana di Roma. Fonte primaria per l’individuazione dei codici vallicelliani provenienti dal lascito staziano è il reperimento delle postille marginali di mano del lusitano, il riconoscimento delle quali è possibile grazie a un’analisi paleografica fondata sul confronto con alcuni materiali sicuramente autografi. Il contenuto delle unità codicologiche individuate per mezzo dello spoglio sistematico del fondo manoscritto greco della Biblioteca Vallicelliana è quindi confrontato con le voci presenti negli antichi inventari relativi alla libraria di Stazio. I dati ricavati dall’analisi codicologica e paleografica dei manoscritti di provenienza staziana sono raccolti in schede descrittive e rielaborati alla luce delle informazioni desumibili dalla bibliografia, da materiale d’archivio e dalla comparazione con fondi librari analoghi. Le nuove acquisizioni emerse dallo studio dei codici consentono notevoli precisazioni sulla biblioteca e sui metodi di lavoro di Stazio, nonché di chiarire la storia di alcuni manoscritti vallicelliani e, più in generale, della Biblioteca Vallicelliana ai suoi primordi.
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5

SIETIS, NINA. "La produzione manoscritta studita fra i secoli IX e X." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/1220979.

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Abstract:
Nel presente lavoro viene indagata la produzione manoscritta più antica correlata con il celebre monastero di S. Giovanni Prodromo τῶν Στουδίου. L'indagine codicologica e l'analisi della "minuscola studita", nonché il confronto con le fonti letterarie, permettono di conoscere meglio l'identità di quello che è stato finora considerato l'unico "scriptorium" del mondo bizantino.
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6

LAVORO, ANNALISA. "Per una nuova edizione critica dell'Epitome di Ateneo." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11570/3105167.

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Abstract:
Sulla base di una nuova collazione della tradizione manoscritta dell'Epitome di Ateneo la tesi chiarisce i rapporti tra i testimoni del testo ed offre nuovi argomenti riguardo alla possibile derivazione di quest'ultima dalla versione integrale contenuta nel codice Venetus Marcianus gr. 447. In particolare, si illustra il ruolo di Demetrio Damilas, che nella redazione del codice B (Laur. plut. LX.1) si comporta da copista interpolatore e interviene anche a correggere il modello (identificato nel Parisinus gr. 3056) sulla scorta dell'Epitome. Vengono altresì descritte le peculiarità del testo epitomato ed è presentato uno specimen di edizione critica relativo al X libro.
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Books on the topic "Manoscritti greci"

1

Gulmini, Nino Ultimo. I manoscritti greci. Arti Grafiche Molfese, 1989.

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2

Pasini, Cesare. Inventario agiografico dei manoscritti greci dell'Ambrosiana. Société des Bollandistes, 2003.

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3

Inventario agiografico dei manoscritti greci dell'Ambrosiana. Société de Bollandistes, 2003.

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4

ambrosiana, Biblioteca. Bibliografia dei manoscritti greci dell'Ambrosiana, 1857-2006. V&P, 2007.

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5

Parma, Biblioteca palatina di. I manoscritti greci della Biblioteca palatina di Parma. Edizioni il Polifilo, 1993.

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6

vaticana, Biblioteca apostolica, ed. I manoscritti vaticani greci: Lineamenti di una storia del fondo. Biblioteca apostolica vaticana, 2004.

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7

Bibliografia dei manoscritti greci del Fondo del SS. Salvatore di Messina. Dipartimento di filologia greca e latina, Sezione bizantino-neoellenica, Università di Roma La Sapienza, 2002.

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8

Palau, Annaclara Cataldi. Catalogo dei manoscritti greci della Biblioteca Franzoniana (Genova): (Urbani 21-40). Accademia nazionale dei lincei, 1996.

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9

I manoscritti greci miscellanei: Ricerche su esemplari dei secoli IX-XII. Fondazione Centro italiano di studi sull'alto Medioevo, 2007.

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10

Palau, Annaclara Cataldi. Catalogo dei manoscritti greci della Biblioteca Franzoniana (Genova): (Urbani 2-20). Accademia nazionale dei Lincei, 1990.

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Book chapters on the topic "Manoscritti greci"

1

Giacomelli, Ciro. "Aristotele e i suoi commentatori nella biblioteca di Bessarione. I manoscritti greci." In Bibliologia. Brepols Publishers, 2021. http://dx.doi.org/10.1484/m.bib-eb.5.125026.

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2

Agati, Maria Luisa. "Il libro manoscritto greco in Grecia tra Quattrocento e Cinquecento: prospettive di ricerca." In Bibliologia. Brepols Publishers, 2010. http://dx.doi.org/10.1484/m.bib-eb.3.4530.

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3

"Indice dei manoscritti." In Trattati greci su barbarismo e solecismo. De Gruyter, 2020. http://dx.doi.org/10.1515/9783110659900-006.

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4

"3 Descrizione dei manoscritti greci." In Ps.-Aristotele, ›De mirabilibus auscultationibus‹. De Gruyter, 2021. http://dx.doi.org/10.1515/9783110699258-003.

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5

"Risorse online per lo studio dei manoscritti greci: il portale Pyle." In Griechisch-byzantinische Handschriftenforschung. De Gruyter, 2020. http://dx.doi.org/10.1515/9783110366358-043.

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6

"Riflessioni su codici recentiores di testi matematici e sul prestito e sulla copia di manoscritti greci: le copie ‘simultanee’." In Griechisch-byzantinische Handschriftenforschung. De Gruyter, 2020. http://dx.doi.org/10.1515/9783110366358-030.

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7

"Parte 2. Catalogo." In Cipro nella Biblioteca Marciana di Venezia Manoscritti, testi e carte. Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-621-3/002.

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Abstract:
La prima sezione del Catalogo, intitolata «Storiografia e diritto a Cipro», raccoglie manoscritti vergati in varie lingue (dal vernacolo locale, al latino, al francese e all’italiano) di contenuto storico e giuridico. Il valore indiscutibile di tali documenti testimonia l’interesse concreto delle autorità della Serenissima per le vicende e l’organizzazione della sua colonia, tanto da favorire il trasferimento e la conservazione di buona parte di questi pezzi presso i suoi archivi e da lì in Marciana. La seconda sezione, «Cipro crocevia di culture», ritrae la vocazione multiculturale dell’isola, lì dove l’elemento nativo greco, a seguito della dominazione franca prima e veneziana poi, si è intrecciato con le altre tradizioni del Mediterraneo medievale e moderno, generando un laboratorio culturale capace di trasmettere il sapere antico e medievale all’Europa moderna. La terza sezione, «Autori e testi ciprioti in Marciana», valorizza specificatamente il patrimonio della Biblioteca. Essa include manoscritti che trasmettono opere di autori di origine cipriota; in taluni casi si tratta di testimoni unici dei quali la Marciana è custode. Notevole è l’importanza di tali manoscritti per definire nuovi orizzonti della ricerca filologica e storica sulle vicende dell’isola. Conclude il Catalogo la sezione dedicata alle «Carte». Il mare magnum dei materiali disponibili non poteva trovare spazio sufficiente. Qui dunque si è preferito, con dolorose soppressioni, privilegiare le rappresentazioni cartografiche che ritraessero l’isola negli anni della dominazione veneziana.
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"Parte 2. Catalogo." In Cipro nella Biblioteca Marciana di Venezia Manoscritti, testi e carte. Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-621-3/002.

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Abstract:
La prima sezione del Catalogo, intitolata «Storiografia e diritto a Cipro», raccoglie manoscritti vergati in varie lingue (dal vernacolo locale, al latino, al francese e all’italiano) di contenuto storico e giuridico. Il valore indiscutibile di tali documenti testimonia l’interesse concreto delle autorità della Serenissima per le vicende e l’organizzazione della sua colonia, tanto da favorire il trasferimento e la conservazione di buona parte di questi pezzi presso i suoi archivi e da lì in Marciana. La seconda sezione, «Cipro crocevia di culture», ritrae la vocazione multiculturale dell’isola, lì dove l’elemento nativo greco, a seguito della dominazione franca prima e veneziana poi, si è intrecciato con le altre tradizioni del Mediterraneo medievale e moderno, generando un laboratorio culturale capace di trasmettere il sapere antico e medievale all’Europa moderna. La terza sezione, «Autori e testi ciprioti in Marciana», valorizza specificatamente il patrimonio della Biblioteca. Essa include manoscritti che trasmettono opere di autori di origine cipriota; in taluni casi si tratta di testimoni unici dei quali la Marciana è custode. Notevole è l’importanza di tali manoscritti per definire nuovi orizzonti della ricerca filologica e storica sulle vicende dell’isola. Conclude il Catalogo la sezione dedicata alle «Carte». Il mare magnum dei materiali disponibili non poteva trovare spazio sufficiente. Qui dunque si è preferito, con dolorose soppressioni, privilegiare le rappresentazioni cartografiche che ritraessero l’isola negli anni della dominazione veneziana.
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