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Dissertations / Theses on the topic 'Mappe'

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1

Mosut, Lavinia. "Accessibilità delle mappe." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6633/.

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Abstract:
L’obiettivo di questa tesi di laurea è quello di descrivere le principali caratteristiche delle mappe digitali e dei sistemi di navigazione che possono essere fruiti dagli utenti attraverso l’utilizzo di dispositivi con diverse caratteristiche (quali i dispositivi mobili, come smart phone, tablet, eccetera). Questi sistemi offrono dei servizi estremamente utili, che mirano a migliorare la mobilità e l’indipendenza dell’utente e, quindi, possono rappresentare un valido supporto agli utenti con disabilità che desiderano spostarsi negli ambienti urbani in modo autonomo. D’altra parte, i contenuti digitali e i servizi offerti dalle mappe e dai sistemi di navigazione possono comportare delle barriere tecnologiche che influenzano la fruizione e la navigazione da parte di questi utenti. Nell’ambito di questa tesi saranno descritte anche le caratteristiche tecniche delle mappe digitali e dei sistemi di navigazione, con particolare attenzione alle barriere tecnologiche che queste possono rappresentare per gli utenti con disabilità. Infine, l’obiettivo principale di questa tesi è quello di illustrare alcuni progetti di ricerca che offrono delle soluzioni e dei validi supporti agli utenti con differenti disabilità nell’accesso e nella fruizione delle mappe digitali e dei sistemi di navigazione. In particolare, saranno presentati i progetti di ricerca più interessanti e quelli che maggiormente hanno avuto un riscontro pratico, offrendo delle soluzioni effettivamente utilizzabili dagli utenti che fanno uso di determinate tecnologie assistive e che hanno vincoli e bisogni specifici. Nell’ambito di questa tesi sarà dato spazio anche a progetti che offrono agli utenti mappe tematiche (comunque accessibili) che mirano ad offrire informazioni sull’accessibilità urbana, consentendo, così, agli utenti di avere dati aggiuntivi e di migliorare ulteriormente la loro autonomia nel muoversi in città.
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2

MITI, ANTONIO MICHELE. "Mappe comomento omotopiche in geometria multisimplettica." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/94031.

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Abstract:
Le mappe comomento omotopiche sono una generalizzazione della nozione di mappa momento introdotta al fine di estendere il concetto di azione hamiltoniana al contesto della geometria multisimplettica. L'obiettivo di questa tesi è fornire nuove costruzioni esplicite ed esempi concreti di azioni di gruppi di Lie su varietà multisimplettiche che ammettono delle mappe comomento. Il primo risultato è una classificazione completa delle azioni di gruppi compatti su sfere multisimplettiche. In questo caso, l'esistenza di mappe comomento omotopiche dipende dalla dimensione della sfera e dalla transitività dell'azione di gruppo. Il secondo risultato è la costruzione esplicita di un analogo multisimplettico dell’inclusione dell'algebra di Poisson di una varietà simplettica dentro il corrispondente algebroide di Lie twistato. E’ possibile dimostrare che questa inclusione soddisfa una relazione di compatibilità nel caso di varietà multisimplettiche gauge-correlate in presenza di un'azione di gruppo Hamiltoniana. Tale costruzione potrebbe giocare un ruolo nella formulazione di un analogo multisimplettico della procedura di quantizzazione geometrica. L’ultimo risultato è una costruzione concreta di una mappa comomento omotopica relativa all'azione multisimplettica del gruppo di diffeomorfismi che preservano la forma volume dello spazio Euclideo. Questa mappa ammette naturalmente un’interpretazione idrodinamica, nello specifico trasgredisce alla mappa comomento idrodinamica introdotta da Arnol'd, Marsden, Weinstein e altri. La mappa comomento così costruita può essere inoltre messa in relazione alla teoria dei nodi avvalendosi dell’approccio ai link nel formalismo dei vortici. Questo punto di apre la strada a un'interpretazione semiclassica del polinomio HOMFLYPT nel linguaggio della quantizzazione geometrica.
Homotopy comomentum maps are a higher generalization of the notion of moment map introduced to extend the concept of Hamiltonian actions to the framework of multisymplectic geometry. Loosely speaking, higher means passing from considering symplectic $2$-form to consider differential forms in higher degrees. The goal of this thesis is to provide new explicit constructions and concrete examples related to group actions on multisymplectic manifolds admitting homotopy comomentum maps. The first result is a complete classification of compact group actions on multisymplectic spheres. The existence of a homotopy comomentum maps pertaining to the latter depends on the dimension of the sphere and the transitivity of the group action. Several concrete examples of such actions are also provided. The second novel result is the explicit construction of the higher analogue of the embedding of the Poisson algebra of a given symplectic manifold into the corresponding twisted Lie algebroid. It is also proved a compatibility condition for such embedding for gauge-related multisymplectic manifolds in presence of a compatible Hamiltonian group action. The latter construction could play a role in determining the multisymplectic analogue of the geometric quantization procedure. Finally a concrete construction of a homotopy comomentum map for the action of the group of volume-preserving diffeomorphisms on the multisymplectic 3-dimensional Euclidean space is proposed. This map can be naturally related to hydrodynamics. For instance, it transgresses to the standard hydrodynamical co-momentum map of Arnol'd, Marsden and Weinstein and others. A slight generalization of this construction to a special class of Riemannian manifolds is also provided. The explicitly constructed homotopy comomentum map can be also related to knot theory by virtue of the aforementioned hydrodynamical interpretation. Namely, it allows for a reinterpretation of (higher-order) linking numbers in terms of multisymplectic conserved quantities. As an aside, it also paves the road for a semiclassical interpretation of the HOMFLYPT polynomial in the language of geometric quantization.
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MITI, ANTONIO MICHELE. "Mappe comomento omotopiche in geometria multisimplettica." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/94031.

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Abstract:
Le mappe comomento omotopiche sono una generalizzazione della nozione di mappa momento introdotta al fine di estendere il concetto di azione hamiltoniana al contesto della geometria multisimplettica. L'obiettivo di questa tesi è fornire nuove costruzioni esplicite ed esempi concreti di azioni di gruppi di Lie su varietà multisimplettiche che ammettono delle mappe comomento. Il primo risultato è una classificazione completa delle azioni di gruppi compatti su sfere multisimplettiche. In questo caso, l'esistenza di mappe comomento omotopiche dipende dalla dimensione della sfera e dalla transitività dell'azione di gruppo. Il secondo risultato è la costruzione esplicita di un analogo multisimplettico dell’inclusione dell'algebra di Poisson di una varietà simplettica dentro il corrispondente algebroide di Lie twistato. E’ possibile dimostrare che questa inclusione soddisfa una relazione di compatibilità nel caso di varietà multisimplettiche gauge-correlate in presenza di un'azione di gruppo Hamiltoniana. Tale costruzione potrebbe giocare un ruolo nella formulazione di un analogo multisimplettico della procedura di quantizzazione geometrica. L’ultimo risultato è una costruzione concreta di una mappa comomento omotopica relativa all'azione multisimplettica del gruppo di diffeomorfismi che preservano la forma volume dello spazio Euclideo. Questa mappa ammette naturalmente un’interpretazione idrodinamica, nello specifico trasgredisce alla mappa comomento idrodinamica introdotta da Arnol'd, Marsden, Weinstein e altri. La mappa comomento così costruita può essere inoltre messa in relazione alla teoria dei nodi avvalendosi dell’approccio ai link nel formalismo dei vortici. Questo punto di apre la strada a un'interpretazione semiclassica del polinomio HOMFLYPT nel linguaggio della quantizzazione geometrica.
Homotopy comomentum maps are a higher generalization of the notion of moment map introduced to extend the concept of Hamiltonian actions to the framework of multisymplectic geometry. Loosely speaking, higher means passing from considering symplectic $2$-form to consider differential forms in higher degrees. The goal of this thesis is to provide new explicit constructions and concrete examples related to group actions on multisymplectic manifolds admitting homotopy comomentum maps. The first result is a complete classification of compact group actions on multisymplectic spheres. The existence of a homotopy comomentum maps pertaining to the latter depends on the dimension of the sphere and the transitivity of the group action. Several concrete examples of such actions are also provided. The second novel result is the explicit construction of the higher analogue of the embedding of the Poisson algebra of a given symplectic manifold into the corresponding twisted Lie algebroid. It is also proved a compatibility condition for such embedding for gauge-related multisymplectic manifolds in presence of a compatible Hamiltonian group action. The latter construction could play a role in determining the multisymplectic analogue of the geometric quantization procedure. Finally a concrete construction of a homotopy comomentum map for the action of the group of volume-preserving diffeomorphisms on the multisymplectic 3-dimensional Euclidean space is proposed. This map can be naturally related to hydrodynamics. For instance, it transgresses to the standard hydrodynamical co-momentum map of Arnol'd, Marsden and Weinstein and others. A slight generalization of this construction to a special class of Riemannian manifolds is also provided. The explicitly constructed homotopy comomentum map can be also related to knot theory by virtue of the aforementioned hydrodynamical interpretation. Namely, it allows for a reinterpretation of (higher-order) linking numbers in terms of multisymplectic conserved quantities. As an aside, it also paves the road for a semiclassical interpretation of the HOMFLYPT polynomial in the language of geometric quantization.
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Bellisardi, Federico. "Studio del trapping adiabatico per mappe stocastiche." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9573/.

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Abstract:
In questa tesi vengono trattati argomenti relativi alla dinamica dei fasci di particelle: in particolare si è preso in considerazione il moto betatronico di una particella carica all'interno di un acceleratore circolare. Vengono quindi discussi alcuni aspetti della dinamica trasversa introducendo il formalismo Hamiltoniano e discutendo il modello presentato da Hénon per il caso bidimensionale. Viene poi introdotta la teoria adiabatica al fine di studiare gli effetti intrappolamento di un ensemble di particelle. Infine vengono presentate alcune simulazioni che permettono di poter osservare come il rumore rappresenti un fattore di rilevante importanza nello studio di tali fenomeni.
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5

Vitacolonna, Daniele. "Eliminazione e mappe polinomiali tra varietà proiettive." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15888/.

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Abstract:
Uno dei problemi computazionali in geometria algebrica è quello di trovare equazioni cartesiane per varietà definite attraverso parametrizzazioni o per varietà che si ottengono proiettando una data varietà su uno spazio affine o proiettivo di dimensione più bassa. C'è una profonda differenza fra il caso affine e quello proiettivo, in quanto l'immagine di una varietà affine mediante una mappa polinomiale può non essere una varietà affine, mentre nel caso proiettivo lo è sempre. Essendo una varietà algebrica il luogo degli zeri di un numero finito di polinomi, uno strumento fondamentale per ottenere le equazioni che descrivono la varietà viene dalla teoria dell'eliminazione. Questa teoria è una generalizzazione del metodo di eliminazione di Gauss per sistemi lineari, precisamente è lo studio dei metodi che permettono di trasformare un sistema di equazioni polinomiali in più variabili in un sistema equivalente in cui alcune equazioni dipendono solo da un sottoinsieme dell'insieme delle variabili di partenza. Un grande passo in avanti nella teoria dell'eliminazione si è avuto con l'introduzione delle basi di Gröbner di un ideale I nell'anello dei polinomi in più variabili a coefficienti in un campo K rispetto a un ordine monomiale fissato. Tali basi sono state introdotte indipendentemente da Heisuke Hironaka (1964) per la dimostrazione del suo famoso Teorema di Desingolarizzazione e da Bruno Buchberger nei sui studi sugli anelli polinomiali (1965). Queste basi si sono presto rivelate uno strumento essenziale per la teoria dell'eliminazione, le sue applicazioni e i suoi aspetti computazionali. Grazie al Teorema di Eliminazione si riescono a scrivere le equazioni cartesiane della più piccola varietà contenente una parametrizzazione (polinomiale o razionale) o contenente la proiezione di una varietà data.
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Rossetto, Andrea. "CNN per view synthesis da mappe depth." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16570/.

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Abstract:
Breve introduzione alle reti neurali e al deep learning con descrizione dei sistemi utilizzati per i modelli e i test effettuati. Spiegazione del funzionamento dei sistemi creati ed esposizione dei risultati ottenuti.
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7

Matzeu, Giacomo. "Ricostruzione di mappe MRI da dati sottocampionati." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16874/.

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Abstract:
In questa tesi si è affrontato il problema della creazione di mappe MRI da immagini ricostruite da spazi k sottocampionati. Per far ciò si è utilizzato l'algoritmo di ricostruzione di immagini FNCR che si basa sulla recente teoria del Compressive Sensing. Lo si è provato su degli spazi k simulati e sottocampionati con delle funzioni appositamente implementate. Si sono confrontati i risultati con un altro algoritmo di ricostruzione ritenuto molto efficiente. Lo si è poi utilizzato su degli spazi k reali. Inizialmente si sono utilizzati dei dati provenienti da una scansione di un fantoccio scaricati dalla rete. Successivamente si sono acquisiti degli spazi k grazie all'estrazione e manipolazione di dati grezzi da un tomografo di risonanza magnetica. Tali spazi k provengono dalla scansione di un fantoccio di calibrazione dello strumento tramite una sequenza Saturation Recovery la quale fornisce immagini pesate nel tempo di rilassamento longitudinale T1. Si è reso necessario un adattamento dell'algoritmo e una manipolazione degli spazi k acquisiti. Una volta ricostruite le immagini si sono create le mappe con il software ARTS il quale effettua un fitting basandosi sul metodo di minimi quadrati non lineari di Levenberg-Marquardt applicato a una funzione monoesponenziale, modello delle immagini pesate in T1. Si è osservato che nonostante la ricostruzione delle singole immagini migliori con l'aumentare della percentuale di campionamento questo non avviene nella creazione delle mappe, fatto imputabile all'algoritmo utilizzato in quanto questo risulta molto efficiente quando utilizzato con una quantità minima di dati piuttosto che con grandi quantità, dove potrebbero essere più efficaci altri metodi di ricostruzione.
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8

Diomedi, Stefano. "Ricostruzione di mappe retinotopiche mediante filtri di Gabor." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15798/.

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Abstract:
L'obiettivo della presente tesi è quello di ricostruire mappe retinotopiche o corticali della corteccia visiva umana a partire dall'attività neurale sviluppata in presenza di uno stimolo visivo e misurata mediante fMRI.  Il modello si ottiene rappresentando ciascuna immagine mediante filtri di Gabor, che costituiscono una frame per lo spazio delle immagini. L'ipotesi di lavoro è che ci sia una relazione fra l'energia di un'immagine espressa in termini dei filtri, e l'attivazione fMRI. Un modello di encoding permette di  esprimere formalmente questa relazione attraverso una matrice di pesi. Di conseguenza è possibile stimare le aree del campo visivo codificate da ogni area corticale e successivamente visualizzare le mappe retinotopiche, mediante il software FreeSurfer.
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9

Scasserra, Annalisa. "Un modello geometrico delle mappe di orientazioni corticali." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19250/.

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Abstract:
L’obiettivo di questa Tesi è quello di presentare un modello geometrico costruito sul gruppo SE(2) delle rototraslazioni come soluzione al problema della modellizzazione della corteccia visiva e, in particolare, della minimizzazione delle lunghezze delle connessioni neurali.
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10

Ciotti, Lorenzo. "Rete Neurale per il Raffinamento di Mappe di Disparità." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
All'interno del lavoro di tesi si è realizzata una rete neurale per il raffinamento di mappe di disparità. Si è partiti da un'architettura cGAN utilizzata per l'image to image translation e si è cercato di valutarne, attraverso una fase di analisi preliminare, i risultati nell'ambito applicativo di interesse. Si è cercato successivamente di modificare l'architettura iniziale al fine di limitare le problematiche riscontrate ed ottenere dei risultati soddisfacenti. All'interno di tale lavoro sono stati presi in considerazione algoritmi differenti per il calcolo delle mappe di disparità iniziali, al fine di comprendere meglio i punti di forza e le limitazioni della nostra architettura.
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Benincasa, Antonio. "Deep-learning per stima della confidenza di mappe depth." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
La stereo visione è una branca della visione artificiale che mira ad ottenere le informazioni tridimensionali perse durante il processo di acquisizione delle immagini. A tale scopo, viene utilizzata una coppia di camere sincronizzate e poste su una base orizzontale. Le immagini catturare simultaneamente vengono processate per recuperare le informazioni di profondità. Queste informazioni sono rappresentate da una mappa di disparità. Nonostante sono state proposte un notevole numero di strategie per calcolare le informazioni tridimensionali, risultano ancora poco affidabili. Calcolare il grado di affidabilità di questi algoritmi è una fase cruciale e per questo, nel corso degli anni, sono stati proposti diversi benchmark per misurare l'effettiva efficacia degli algoritmi stereo. Questa valutazione viene chiamata misura di confidenza. Le tecniche standard per calcolare le misure di confidenza analizzano, in generale, il cosiddetto volume dei costi che rappresenta il grado di dissimilarità/similarità per ogni assegnamento di disparità per ogni pixel dell'immagine di riferimento per il calcolo della mappa di disparità. Queste tecniche però risultano molto specifiche per problemi noti degli algoritmi stereo e quindi possono risultare migliori in determinate circostanze e decisamente peggiori in altre. Per questo motivo sono state studiate architetture di Machine Learning che calcolano le misure di confidenza molto più efficacemente rispetto alle tecniche standard. In questo lavoro di tesi sono state studiate ed implementate reti convoluzionali profonde per il calcolo della misure di confidenza che non utilizzano il volume dei costi ma le mappe di disparità e,in alcuni casi, una delle due immagini che hanno generato tale mappa. Dopo aver valutato alcune tra le architetture migliori dello stato dell'arte, sono state progettate, implementate e valutate altre reti convoluzionali e confrontate con lo stato dell'arte.
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Papini, Leonardo. "AlmaMap & AlmaWhere: navigazione indoor con mappe in grafica vettoriale." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19570/.

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Abstract:
L’obiettivo di questo lavoro di tesi è l’integrazione di due applicazioni: una pensata per device mobili, che ha l’obiettivo di offrire servizi di positioning, navigazione e wayfinding in ambienti indoor (AlmaWhere) e una pensata per essere fruita attraverso dispositivi fissi, quali kiosk e totem (AlmaMap). La prima delle due è sviluppata con il framework cross-platform React-Native, mentre la seconda è sviluppata con tecnologie web-based, utilizzato planimetrie e mappe in formato vettoriale (SVG). La tesi presenta uno studio dello stato dell’arte, illustrando tecnologie, piattaforme ed architetture per la navigazione indoor e offre alcuni spunti di riflessione e di discussione a supporto di sviluppi futuri basati su tali soluzioni.
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Reina, Giuseppe. "Una pianificazione paesaggistica sostenibile in Sicilia:Ecomusei e mappe di comunità." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1119.

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Abstract:
La firma a Firenze il 20 ottobre del 2000 della convenzione Europea del Paesaggio e la recente approvazione del Codice dei Beni e delle Attività Culturali e del Paesaggio, che rappresenta l adeguamento della normativa nazionale specie per quanto attiene ai criteri della pianificazione paesistica concordati a livello europeo, costituiscono elementi di innovazione nelle complesse tematiche connesse al paesaggio e si inseriscono in una vivace stagione di dibattiti che aveva avuto un primo importante momento di confronto nella Conferenza Nazionale sul Paesaggio tenutasi a Roma nell ottobre del 1999. In particolare, il nuovo Codice recepisce interamente la necessità di assicurare attenzione ai valori di tutto il territorio e quindi estende lo studio a tutti i paesaggi, anche a quelli caratterizzati da qualità minime o addirittura privi di qualità, perché interessati dalle pesanti trasformazioni operate dal rapido e caotico sviluppo socio-economico dell età moderna. Tutela e pianificazione del paesaggio siciliano sono temi di grande attualità ed è utile che si definiscano modelli in grado di indirizzare una corretta pianificazione del territorio che valorizzi le potenzialità del patrimonio artistico, del sistema agro-forestale e delle sue capacità di contrastare i processi di alterazione dei territori del sistema città . Tuttavia, la messa a punto di adeguati interventi legislativi e/o pratiche, in grado di tutelare e valorizzare questa importante risorsa culturale ed economica risulta di difficile definizione. Se da un lato, infatti, esiste una domanda forte di preservazione delle biodiversità del territorio siciliano da parte della collettività, dall altro tale richiesta deve conciliarsi con le esigenze dei processi di urbanizzazione. La soluzione appare complessa e richiede la predisposizione di una pianificazione basata su indicatori fisici e qualitativi appropriati che tenga conto delle preferenze espresse dalla collettività in tema di utilizzazione dei suoli e che governi globalmente le trasformazioni, prevedendo anche la riqualificazione delle parti compromesse e degradate, fino ala creazione di nuovi paesaggi coerenti e integrati. Per raggiungere questi obiettivi è necessario che gli strumenti di pianificazione siano dotati di adeguati contenuti conoscitivi, che permettano di analizzare i caratteri che identificano i paesaggi e di affrontare gli aspetti prescrittivi e le scelte propositive. La Regione Sicilia, sin dall attuazione della legge Galasso del 1985, si è dotata di una metodologia per la redazione dei piani paesaggistici Linee Guida del Piano territoriale Paesistico , di cui darò ampia descrizione nella prima parte di questo lavoro specificando le peculiarità tutte siciliane dei piani paesaggistici. Ma l iter per l approvazione dei Piani, nei 17 ambiti in cui è suddiviso il territorio regionale appare ancora oggi estremamente difficoltoso. I piani di Ambito sono stati tutti elaborati, redatti dalle 9 sovrintendenze, ma non è stata emanata una legge regionale specifica per la loro approvazione, per cui ci si riferisce alle norme nazionali, al Codice Urbani. Per tale ragione si applica la legge del 1940 in tema di beni culturali, con le procedure in essa previste: concertazione, affissione all Albo Pretorio del Piano nei Comuni per 60 giorni etc. La Regione Piemonte da molti anni e per ultima la Regione Puglia hanno sperimentato l elaborazione di strumenti non coercitivi, da affiancare alla pianificazione tradizionale come gli Ecomusei, argomento che affronterò nella seconda parte di questo lavoro.
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Paolucci, Lorenzo. "Definizione e analisi delle mappe di prestazione di un turboalbero aeronautico." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7651/.

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Abstract:
Nel presente lavoro di tesi, in seguito ad acquisizioni di dati effettuate nella sala prove del "Laboratorio di Macchine e Propulsione" della Scuola di Ingegneria e Architettura di Forlì sul turboshaft Allison 250 C18, in una prima fase sono state ricavate le mappe prestazionali dei singoli componenti del motore, elaborando i dati sperimentali in ambiente MatLab. Le acquisizioni sono state effettuate mediante l'utilizzo di sensori di pressione, temperatura e velocità installati in precedenza sul motore e opportunamente calibrati. In seguito alla realizzazione delle mappe prestazionali, si è passati all'allestimento completo di un modello dinamico in ambiente Simulink, del motore Allison 250 C18. Tale modello riproduce, in opportuni blocchi, ciascun componente facente parte della motorizzazione. Ogni blocco riceve in ingresso le caratteristiche fisiche di interesse del flusso (temperatura, pressione, calore specifico a pressione costante e gamma) provenienti dal blocco precedente tramite un "filo", le rielabora al suo interno risolvendo le equazioni tipiche di ciascun componente e interpolando le mappe di prestazione ricavate precedentemente in MatLab, e le invia come input al blocco successivo o in retroazione ai blocchi precedenti. In ogni blocco è stato realizzato un sistema di dinamica di pressione che, ad ogni istante, risolve un'equazione differenziale dipendente dalla differenza di portata a monte e a valle di un componente e dal volume di controllo, che restituisce il valore di pressione in uscita proporzionale alla variazione di portata stessa. Nel presente lavoro di tesi si è cercato di stabilizzare questo complesso sistema in una condizione di progetto, fissata a 30000 rpm del gruppo gas generator. Un sistema di controllo del numero di giri tramite variazione di portata di combustibile è stato realizzato al fine di poter, in futuro, far funzionare il modello anche fuori dalla condizione di progetto e riuscire a simulare l'andamento delle prove sperimentali reali.
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Lagomarsino, Daniela <1980&gt. "Comparazione di metodi per l'elaborazione di mappe di vulnerabilità degli acquiferi." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2641/1/lagomarsino_daniela_tesi.pdf.

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Abstract:
Lo scopo di questa tesi di dottorato è la comparazione di metodi per redarre mappe della vulnerabilità degli acquiferi all’inquinamento. Sono state redatte le mappe di vulnerabilità dell’acquifero della conoide del Reno utilizzando i metodi parametrici SINTACS (Civita e De Maio, 1997) e DRASTIC (Aller et al., 1987). E' stato elaborato un modello tridimensionale del flusso tramite l'utilizzo del software di modellistica numerica FEFLOW. I risultati ottenuti sono stati confrontati con le mappe derivanti dall'appllicazione dei PCSM. E’ stato, inoltre, approfondito lo sviluppo di un modello inverso, che, partendo dalla distruzione del carico piezometrico, fornisce la distribuzione della conducibilità idraulica dell’acquifero.La conoscenza di questo parametro è, infatti, il punto di partenza per lo sviluppo di un nuovo metodo per la definizione della vulnerabilità basato sulla caratterizzazione dell'area di acquifero potenzialmente inquinabile rispetto ad uno sversamento in superficie di un inquinante.L’indice di vulnerabilità viene definito sulla lunghezza del cammino che un inquinante percorrere nell’arco di un anno.
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Lagomarsino, Daniela <1980&gt. "Comparazione di metodi per l'elaborazione di mappe di vulnerabilità degli acquiferi." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2641/.

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Abstract:
Lo scopo di questa tesi di dottorato è la comparazione di metodi per redarre mappe della vulnerabilità degli acquiferi all’inquinamento. Sono state redatte le mappe di vulnerabilità dell’acquifero della conoide del Reno utilizzando i metodi parametrici SINTACS (Civita e De Maio, 1997) e DRASTIC (Aller et al., 1987). E' stato elaborato un modello tridimensionale del flusso tramite l'utilizzo del software di modellistica numerica FEFLOW. I risultati ottenuti sono stati confrontati con le mappe derivanti dall'appllicazione dei PCSM. E’ stato, inoltre, approfondito lo sviluppo di un modello inverso, che, partendo dalla distruzione del carico piezometrico, fornisce la distribuzione della conducibilità idraulica dell’acquifero.La conoscenza di questo parametro è, infatti, il punto di partenza per lo sviluppo di un nuovo metodo per la definizione della vulnerabilità basato sulla caratterizzazione dell'area di acquifero potenzialmente inquinabile rispetto ad uno sversamento in superficie di un inquinante.L’indice di vulnerabilità viene definito sulla lunghezza del cammino che un inquinante percorrere nell’arco di un anno.
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Presutti, Pasquale. "Algoritmo per la generazione di mappe depth da immagini stereo con CNN." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Lo svolgimento del lavoro è stato condotto dapprima approfondendo le tematiche legate al problema della corrispondenza stereo e, dopo un analisi generale delle reti neurali convoluzionali e delle metodologie già presenti per risolvere il matching stereo attraverso il deep learning, è stata implementata l'architettura CNN in grado di restituire una mappa di disparità sfruttando le teorie legate al mondo della computer vision.
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Cavalcanti, Ugo Leone. "Miglioramento tramite reti monoculari di mappe di disparità ottenute da reti stereo." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
In questo lavoro si è provato ad introdurre una nuova architettura per migliorare le mappe di disparità ottenute con gli attuali algoritmi di stereo matching allo stato dell’arte. Nello specifico, l’approccio proposto prevede di sfruttare la sinergia tra una rete stereoscopica, tradizionalmente usata in maniera end-to-end, ed una mono, dedicata al miglioramento della mappa in uscita da quella stereo.
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Lozupone, Graziano Vito. "Calcolo delle mappe di fase a partire da elettrogrammi in fibrillazione atriale." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8661/.

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Abstract:
L'analisi di fase del segnale si presenta appropriata e di notevole efficacia per l'individuazione di attivazioni in fibrillazione atriale, in quanto permette la valutazione di come queste si generano e si propagano. Dopo aver ottenuto i dati relativi alle attivazioni, è possibile ricostruire delle mappe di fase atriale che possono essere utilizzate dal clinico per individuare i punti in cui cauterizzare. In questo lavoro di tesi sono stati utilizzati i segnali endocavitari atriali acquisiti con un catetere a contatto di nuova generazione per ottenere gli istanti di attivazione nelle diverse zone della camera atriale. I risultati dell'algoritmo messo a punto e testato su segnali in ritmo sinusale, sono stati confrontati con le performance di due metodi riportati in letteratura, evidenziando prestazioni migliori che potrebbero portare alla costruzione accurata delle mappe di fase e quindi ad una precisa localizzazione delle aree da cauterizzare durante la procedura di ablazione.
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CENTANARO, CHIARA. "Mappe media città. Territorializzazioni e orizzonti di progetto nell'epoca dei Big Data." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2018. http://hdl.handle.net/11567/929567.

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Abstract:
La ricerca identifica la relazione tra nuovi sistemi di comunicazione e strategie di progetto analizzando le implicazioni per la pratica progettuale attraverso le diverse categorie di controllo dei dispositivi spaziali che oggi vengono utilizzati per la mappatura dei territori. L’attenzione è rivolta alla mappatura dei luoghi soggetti a fenomeni emergenziali come terremoti e alluvioni. L’oggetto della ricerca sono quindi le città mutevoli: sistemi colpiti da fenomeni calamitosi, come dissesto causato dall’attività fluviale e torrentizia, che hanno caratteristiche estremamente variabili e danno luogo a processi complessi, i cui parametri non sempre risultano facilmente individuabili. L’analisi dell’evoluzione spazio-temporale degli eventi e dei loro effetti, può essere studiata attraverso l’utilizzo di un sistema informativo integrato che riconsideri le forme di mappatura e di analisi del territorio e che riporti l’esperienza umana degli eventi, la simbolizzazione dei luoghi e la leggibilità del territorio, fruibile non solo da parte degli specialisti ma anche dei cittadini. Una redazione cartografica real-time, che permetta un legame stretto tra le tecnologie satellitari di monitoraggio e la condivisione di esperienze dei luoghi abitati attraverso i nuovi mezzi di comunicazione, apre ai cittadini la possibilità di partecipare alla redazione della cartografia di progetto.
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NGUYEN, THI NGOC GIAO. "Sulle trasformazioni cremoniane piane di grado basso e le loro lunghezze quadratiche." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2020. http://hdl.handle.net/11380/1200570.

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Abstract:
Sia P^2 il piano proiettivo complesso e sia Cr(P^2) il suo gruppo di Cremona, ovvero il gruppo di applicazioni birazionali P^2 ---> P^2. Il celebre teorema di Noether-Castelnuovo afferma che Cr(P^2) è generato dagli automorfismi di P^2 e dalla trasformazione quadratica elementare σ: [x : y : z] -> [yz : xz : xy]. Quindi una trasformazione cremoniana qualsiasi φ può essere scritta come φ = α_0 ◦ σ ◦ α_1 ◦… ◦ σ ◦ α_n, dove α_0,…, α_n sono automorfismi di P^2. Diciamo che una decomposizione di φ come sopra è "minimale" se così è n tra tutte le decomposizioni di φ. Chiamiamo tale n "lunghezza quadratica ordinaria" di φ e la indichiamo con oq(φ). Ricordiamo che una trasformazione cremoniana piana quadratica è detta "ordinaria" se ha tre punti base propri. In altre parole, oq(φ) è il numero minimo di trasformazioni cremoniane piane quadratiche ordinarie necessarie per decomporre φ. Allo stesso modo, definiamo la "lunghezza quadratica" di una trasformazione cremoniana piana φ come il numero minimo di trasformazione cremoniane piane quadratiche necessarie per decomporre φ e lo indichiamo con q(φ). Anche se il metodo per decomporre una trasformazione cremoniana piana φ in quadratiche è noto da più di un secolo, non è ancora noto un algoritmo che calcola la lunghezza quadratica ordinaria o la lunghezza quadratica di φ. Da questo punto di vista, è naturale affermare che due trasformazioni cremoniane piane φ e ψ sono equivalenti se esistono due automorfismi α e β di P^2 tali che φ = α ◦ ψ ◦ β. Recentemente, Dominique Cerveau e Julie Déserti hanno classificato le trasformazioni cremoniane piane cubiche in 32 tipi, ovvero 27 tipi sono una singola mappa, 4 tipi sono famiglie che dipendono da 1 parametro e l’ultimo tipo è una famiglia che dipende da due parametri. La loro classificazione si basa sull'analisi delle curve piane contratte da una trasformazione cremoniana piana cubica. Uno dei risultati principali di questa tesi è la classificazione completa delle classi di equivalenza delle trasformazioni cremoniane piane cubiche, che sono divise in 31 tipi, vale a dire 25 tipi sono trasformazioni singole, 5 tipi sono famiglie dipendenti da un parametro e l’ultimo tipo è una famiglia dipendente da due parametri. La nostra classificazione si basa sui cosiddetti grafi di prossimità arricchiti dei punti base delle trasformazioni cremoniane piane cubiche, ovvero un modo per codificare le relazioni di prossimità tra i punti base, insieme alle loro proprietà di collinearità. Confrontando le due classificazioni, si vede che Cerveau e Déserti hanno fatto alcune imprecisioni e si sono dimenticati un tipo. Per quanto riguarda le trasformazioni cremoniane piane quartiche, ricordiamo che possono essere trasformazioni di De Jonquières, se hanno un punto base triplo e 6 punti base semplici, o trasformazioni non di De Jonquières, se hanno 3 punti base doppi e 3 punti base semplici. Una classificazione completa delle classi di equivalenza delle trasformazioni cremoniane piane quartiche sembra essere fuori portata. Tuttavia, forniamo un elenco completo di tutti i possibili grafi di prossimità arricchiti dei punti di base di tutte le trasformazioni cremoniane piane quartiche: per la precisione, ci sono esattamente 382 tipi di grafi di prossimità arricchiti di trasformazioni quartiche di De Jonquières e 106 tipi di grafi di prossimità arricchiti di trasformazioni quartiche non di De Jonquières. Infine, ci occupiamo di trasformazioni di De Jonquières di grado arbitrario. Diamo dei limiti alla lunghezza quadratica ordinaria e alla lunghezza quadratica di alcuni tipi di trasformazioni di De Jonquières e descriviamo un algoritmo che calcola queste lunghezze sotto l’ipotesi che una decomposizione minimale sia realizzata usando solo le trasformazioni di De Jonquières.
Let P^2 be the complex projective plane and let Cr(P^2) be its Cremona group, that is the group of birational maps P^2 ---> P^2. The celebrated Noether-Castelnuovo Theorem states that Cr(P^2) is generated by automorphisms of P^2 and the elementary quadratic transformation σ: [x : y : z] -> [yz : xz : xy]. So any plane Cremona map φ can be written as φ = α_0 ◦ σ ◦ α_1 ◦ … ◦ σ ◦ α_n, where α_0,…, α_n are automorphisms of P^2. Let us say that a decomposition of φ as above is "minimal" if so is n among all decompositions of φ. Let us call such n the "ordinary quadratic length" of φ and denote it by oq(φ). Recall that a quadratic plane Cremona map is called "ordinary" if it has three proper base points. In other words, oq(φ) is the minimal number of ordinary quadratic maps needed to decompose φ. Similarly, let us define the "quadratic length" of a plane Cremona map φ as the minimal number of quadratic maps needed to decompose φ and let us denote it by q(φ). Even if the method to decompose a plane Cremona map φ in quadratic ones is known from more than one century, it is not yet known an algorithm that computes the ordinary quadratic length or the quadratic length of φ. From this point of view, it is natural to say that two plane Cremona maps φ and ψ are equivalent if there exist two automorphisms α and β of P^2 such that φ = α ◦ ψ ◦ β. Recently, Dominique Cerveau and Julie Déserti gave a classification of cubic plane Cremona maps in 32 types, namely 27 types are a single map each, 4 types are families depending on 1 parameter and 1 type is a family depending on two parameters. Their classification is based on the analysis of plane curves contracted by a cubic plane Cremona map. One of the main results of this thesis is the complete classification of equivalence classes of cubic plane Cremona maps, that are divided in 31 types, namely 25 types are single maps, 5 types are families depending on 1 parameter and 1 type is a family depending on two parameters. Our classification is based on the so-called enriched proximity graphs of the base points of cubic plane Cremona maps, that is a way to encode the proximity relations among the base points, together with their collinearity properties. Comparing the two classifications, we see that Cerveau and Déserti missed one type and they made some inaccuracies. Concerning quartic plane Cremona maps, recall that they can divided in De Jonquières maps, that have a triple base point and 6 simple base points, and non-De Jonquières maps, that have 3 double base points and 3 simple base points. A complete classification of equivalence classes of quartic plane Cremona maps seems to be out of reach. Nonetheless, we give a complete list of all possible enriched proximity graphs of the base points of all quartic plane Cremona maps, namely there are exactly 382 types of enriched proximity graphs of quartic De Jonquières maps and 106 types of enriched proximity graphs of quartic non-De Jonquières maps. Finally, we deal with De Jonquières maps of arbitrary degree. We give some bounds on the ordinary quadratic length and the quadratic length of some types of De Jonquières maps. Furthermore, we give an algorithm that computes these lengths under the assumption that a minimal decomposition is realized by using De Jonquières maps only.
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MUSETTI, MARCO. "TECNICHE DI CARTOGRAFIA DIGITALE PER LA REDAZIONE DI MAPPE DI DETTAGLIO DEL SUOLO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2018. http://hdl.handle.net/2434/600977.

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Abstract:
The goal of this work was to produce high-quality thematic maps for an Apennine area, using digital soil mapping (DSM) techniques; various statistical methods were applied starting from 30 geomorphometric variables, obtained from the digital elevation model (DEM) with 10-m pixel. The aim was to: i) obtain cartographic products, with a low cost both in terms of time and money; and ii) verify their reliability. The study area, consisting of two adjacent valleys (Oltrepo Pavese, PV), included Val di Nizza (27 km2), Val Ardivestra (47 km2) and the "plaque" of Pizzocorno-Pietragavina (17 km2). With regard to soil data acquisition, two different soil surveys were carried out, one of which was planned to obtain a minimum representative sample of soil variability of the area. A total of 132 georeferenced soil profiles were opened and described, and 468 soil samples were collected and analyzed for the main chemical and physical soil properties. The thesis work was composed by 7 chapters. The first chapter (Study site) provided the study area description, focusing on main factors which affect pedogenetic processes, such as climate, vegetation, geomorphology and geology. Among these factors, geological characterization was carefully described due to its strong relationship with soil. Previous soil data and land use history were also considered and described. The second and the third chapters were relative to digital soil mapping and geomorfometric variables respectively. In the Digital Soil Mapping chapter the theoretical and practical aspects, needed for obtaining soil thematic maps using DSM techniques, were reported. The DSM methodology, its related problems and the different approaches used to represent the pedogenetic processes, were addressed. The two approaches adopted in this work (soil-landscape paradigm and geomorphometric assessment of topography) were described in detail. The third chapter (Geomorphometric variables) included the preparatory study for soil mapping. In this section the geomorphometric variables were calculated; various inference methods were tested, with different combinations of variables calculated with open source and/or proprietary software. Before statistical elaborations the characteristics of the geomorphometric variables used as predictors were studied: in particular, the trend was analyzed, as well as reciprocal correlations and collinearity. Particular interest has been directed to the outliers, considering the influence they can have on calculations. From the analyzes carried out emerged that the outliers are connected to the calculation of the variables themselves and there is some degree of correlation, which is not said to correspond to collinearity. This redundancy of statistical information, however, corresponds to a different interpretation of the physical morphology of the land, which can be considered an additional information value to be used in statistical elaborations. The fourth chapter (Soil Sampling Design) provided a guidance for soil sampling strategy. The aim was to reduce time and costs by providing a map of the representative sampling areas. The selected approach was simple from both conceptual and computational point of view. It was based on the soil-landscape paradigm and on landform segmentation. Firstly, a principal component analysis (PCA) was carried out on the overall set of geomorphometric variables; then on the base of PCA results, eight variables were selected and used as input variables of a neural network (Self-Organizing Feature Maps), resulting in the identification of eight different geomorphometric units. In order to increase the pedological detail, the map was cross-checked with the geological map obtaining a total of 25 land units. To assess the quality of the results, the distribution of the geomorphometric variables of the study area was compared with that of the sampling points: for 77% of cases the target was statistically achieved. The remaining three chapters are relative to map production of soil characteristics and qualities: soil depth, soil erosion and soil types. The Solum Thickness Map chapter was relative to production and validation methodologies of solum thickness. Two approaches were used: artificial neural network (ANN) and partial least square regression (PLSR). By adopting two methods based on the PCA results, 28 different sub-sets of geomorphometric variables were created; different ANN types were applied to each of them, obtaining a total of 84 models. With the PLSR approach, 18 models were created by varying the number of retained components. The results showed that: i) the ANN approach was better than PLSR approach; ii) increasing the number of geomorphometric variables increased the prediction perfomance. An external dataset was used for validation. The map with the best performance achieved a R2 values of 0.89 for the validation set and 0.88 for the test set. The Soil Erosion Map chapter included a description of the different erosion types existing in the study area and explained the approach adopted to produce the soil erosion map. Since soil erosion was present in different forms the following maps were produced: i) a general map of soil erosion; ii) a map of the areas subjected to calanchi dynamics; iii) a map of susceptibility to shallow landslides. The first two maps were obtained using discriminant analysis (DA), while the last using a standard neural network for pattern recognition; they used a training set consisting of field detection points and five different results were obtained for each map. The results were evaluated using confusion matrices: the best results showed a non-error rate of 81 and 87% respectively. For the map of susceptibility to shallow landslides, no comprehensive analysis was performed, but 12 models with different sub-sets of variables were constructed, based on the PCA results performed on 112 landslide trigger points. The best model correctly classified 80% of the validation set and 64% of the test set points. The Soil Types chapter was relative to the production of: i) a taxonomical soil map according to WRB classification; and ii) a typological soil map according to a classification based on soil texture and thickness. These maps were produced using DA and evaluated using confusion matrices. The first map included nine soil types at the second level of WRB classification; the best cartographic product had a non-error rate of 58%. The second map included twelve soil categories. The obtained map had a non-error rate of 55%, but some soil classes were characterized by high misclassification risk values.
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Baietta, Alessia. "Preparazione dei dati e generazione delle mappe di TC perfusionale nel cancro al polmone." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9279/.

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Abstract:
L’introduzione della tomografia computerizzata nelle applicazioni oncologiche è stata rivoluzionaria per la diagnostica delle immagini di molti organi e apparati, superando i limiti della radiologia convenzionale. Questa tecnica rappresenta, infatti, un efficace strumento nella diagnosi e caratterizzazione di numerosi tumori, in quanto questo tipo di applicazione perfusionale amalgama informazioni di natura morfologica, tipiche della TC tradizionale, con studi funzionali sui tessuti in esame. Tuttavia, diversi problemi, tra cui la mancanza di un protocollo standard sia durante la fase di acquisizione dei dati, sia durante la fase di elaborazione dei dati, costituiscono un ostacolo per la trasposizione in clinica della TCp. In questo lavoro di Tesi si è trattato principalmente della modalità di analisi dei dati: ad oggi, infatti, non è ancora stato formulato un protocollo che stabilisca in modo univoco una tecnica di analisi delle mappe perfusionali risultanti dall’elaborazione delle immagini TCp. In particolare, si è tentato di affiancare ai classici metodi di analisi di immagini noti in letteratura un ulteriore tecnica che si basa sull’analisi voxel-by-voxel della regione d’interesse su più slice e non solo su quella di riferimento. Questo studio è stato fortemente motivato dall’elevato grado di eterogeneità che caratterizza molti tessuti neoplastici. A tal proposito, l’elaborato mira ad analizzare in modo qualitativo le mappe perfusionali di slice adiacenti a quella di riferimento e a verificare se queste possano restituire informazioni aggiuntive che risultino indispensabili ai fini della formulazione di una corretta diagnosi e scelta del piano terapeutico da applicare al paziente.
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Pennuti, Chiara. "Modellazione di un gruppo turbogas: digitalizzazione mappe compressore, turbina e flussaggio valvola waste-gate." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
In questo elaborato finale è analizzato un gruppo turbogas, con particolare attenzione alla modellazione 3D delle mappe di turbina e compressore e del loro matching. In aggiunta è stato possibile concentrarsi sulla valvola waste-gate che caratterizzava il gruppo, studiando la quantità di portata che passava attraverso questa. Tutto ciò è stato implementato attraverso l’utilizzo del software Matlab.
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Montemari, Marco. "Le mappe cognitive per la visualizzazione, la misurazione e la gestione del capitale intellettuale." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2012. http://hdl.handle.net/11566/242092.

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Abstract:
La tesi si focalizza sulla misurazione del capitale intellettuale al fine di proporre lo strumento delle mappe cognitive per superare alcune problematiche avvertite in quest’ambito di ricerca. Dopo aver analizzato la genesi e l’evoluzione del concetto di capitale intellettuale, articolabile nelle categorie di capitale umano, capitale strutturale e capitale relazionale, viene affrontata la problematica della misurazione attraverso l’analisi delle caratteristiche dei sistemi di misurazione proposti in letteratura. In particolare, viene evidenziato come diversi Autori abbiano affermato che il tentativo di utilizzare gli attuali framework di misurazione abbia poca rilevanza al fine di comprendere il processo di creazione di valore innescato dagli intangibles. La natura del capitale intellettuale, infatti, è fluida, dinamica e complessa e ciò comporta una riconsiderazione degli strumenti con cui esso viene rappresentato e misurato. Al fine di affrontare questo gap di ricerca, nella tesi si propone l’utilizzo delle mappe cognitive per la visualizzazione, la misurazione e la gestione del capitale intellettuale. Lo strumento in questione ha la capacità di identificare gli elementi più rilevanti all’interno di un determinato dominio e di individuare le relazioni che esistono tra gli elementi stessi. La loro particolare flessibilità permette di adattarsi alle peculiarità del capitale intellettuale. Pertanto, vengono affrontate le tematiche relative alla natura delle mappe cognitive individuali e collettive, alle diverse tipologie di mappe nonché alle modalità di costruzione proposte in letteratura. Inoltre, vengono analizzati i limitati casi in cui si utilizzano le tecniche di visualizzazione nell’ambito dell’area di ricerca del capitale intellettuale e viene esaminata la possibilità di applicare le mappe cognitive alla misurazione del capitale intellettuale. In particolare, si affrontano le questioni relative alla progettazione e alla costruzione della mappa e al processo di identificazione degli indicatori da abbinare alla mappa stessa. Il lavoro adotta il metodo normativo-deduttivo, il quale risulta appropriato per le finalità sopra esposte: l’indicazione normativa di comportamento consente di proporre strumenti, procedure, corsi di azione tenendo in considerazione le condizioni spazio-temporali reali e, di conseguenza, permette di focalizzarsi sui fenomeni e sulle relazioni tra fattori in un periodo di tempo definito ed in un ambiente culturale specifico.
The thesis focuses on the measurement of intellectual capital in order to overcome some perceived problems in this field of research by proposing the cognitive maps tool. First, the study explores the genesis and the evolution of the intellectual capital concept, which can be divided into three categories: human capital, structural capital and relational capital. Then, the measurement issue is approached through the analysis of the measurement systems which have been proposed in literature. In particular, some leading Authors have claimed that the current frameworks for intellectual capital measurement are not so relevant for understanding the value creation process that is put into motion by intangibles. Intellectual capital is, by nature, fluid, dynamic and complex and its measurement entails a reconsideration of the tools used to both visualize and measure it. In order to approach this research gap, the thesis proposes the use of cognitive maps to visualize, measure and manage intellectual capital. This tool is able to identify the most important elements within a particular domain and to recognize the relationships that exist between the elements themselves. Its flexibility allows for the peculiarities of intellectual capital elements to be observable. Therefore, the study addresses the issues related to the nature of individual and collective cognitive maps, the different typologies of maps and the map-building methods which have been proposed in literature. Moreover, it analyses the few cases in which visualization techniques have been used in the field of intellectual capital research and it examines the possibility of applying cognitive maps to intellectual capital measurement. In particular, the research deals with the issues concerning the map design and building as well as the matching process between map and indicators. The research adopts the normative-deductive approach, which is appropriate for the purposes described above. In fact, it makes it possible to propose tools and procedures by considering the actual space-time conditions and, therefore, it allows us to focus on the phenomena and relationships between elements in a defined length of time and in a specific cultural environment.
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Gautier, Dalché Patrick. "La "Descriptio mappe mundi" de Hugues de Saint-Victor : texte établi avec introduction et commentaire." Paris 1, 1986. http://www.theses.fr/1986PA010613.

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Abstract:
Dans son de archa mystica, hugues de saint-victor annonce une descriptio mappe mundi qu'il ecrira ulterieurement. On discute depuis longtemps de l'authenticite de cette oeuvre non decouverte jusqu'a present. L'attribution a hugues de saint-victor du texte edite se fonde sur plusieurs arguments. Il porte le titre descriptio mappe mundi. Il se trouve dans deux manuscrits de la deuxieme moitie du xiie siecle dont l'un emane du monastere cistercien d'ourscamp lie a saint-victor. Le prologue porte la marque du style et des preoccupations pedagogiques et exegetiques de hugues de saint-victor. C'est enfin la description d'une grande carte disparue dont un modele reduit se trouve dans un manuscrit ayant appartenu aux celestins de marcoussis, dont la bibliotheque est essentiellement d'origine parisienne. Le texte de la descriptio mappe mundi est date des annees 1130-1135. Le modele de la carte decrite par hugues de saint-victor est une carte de l'antiquite tardive (ve-vie siecle). Son auteur avait utilise des sources litteraires et cartographiques dont certaines ont aujourd'hui disparu. La descriptio mappe mundi a elle-meme une double originalite. Elle rompt avec les pratiques traditionnelles de l'enseignement de la geographie (dont l'histoire, de meme que celle de l'expression mappa mundi, est rappelee), en se fondant avant tout sur la carte plutot que sur des textes. Par la confiance qu'elle lui accorde, elle montre l'attitude de geographe de son auteur, qui repere des faits essentiels que la geographie antique avait negliges, comme notamment la perception du role des alpes, epine dorsale de l'europe, ou l'appartenance de l'egypte au continent africain.
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Gautier-Dalché, Patrick. "La "Description mappe mundi" de Hugues de Saint-Victor texte inédit avec introduction et commentaire." Lille 3 : ANRT, 1987. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb375978797.

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La, Vecchia Loredana. "Linguaggio scientifico e web ontologies. Una ricerca esplorativa sull'uso di mappe concettuali in contesto formativo." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425585.

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Abstract:
The paper will attempt to show that the deepest meaning of knowledge - and, as a consequence, of learning itself - lies in the ability to structure a justified and rational speech starting from some conceptualisations.
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Esposito, Bruno. "Sviluppo di un sistema interattivo per la creazione facilitata di percorsi di navigazione su mappe SVG." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23069/.

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Abstract:
In questo volume di tesi si descrive un sistema interattivo utile alla realizzazione di un servizio di Indoor Navigation, in un contesto relativo sia all'Internet-of-Things che agli Smart Environments, sviluppato considerando come caso di studio il nuovo complesso del Campus di Cesena dell'Università di Bologna. A partire dalle raffigurazioni di ogni piano dell'edificio in formato SVG, si è scelto di sfruttare alcune delle tecnologie web principali comprese quelle orientate ad uno sviluppo reattivo, dinamico e modulare, per l'implementazione applicativa. Dunque, prendendo in considerazione il suddetto contesto, si illustra “SVG Map Application”, un’applicazione web che ha lo scopo di creare e mostrare il percorso di navigazione migliore, all’interno delle medesime mappe SVG raffiguranti ciascun piano dell’edificio, in maniera semplice ed interattiva a seguito dell’input fornito dall’utente.
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Dentico, Daniela <1975&gt. "Mappe funzionali nervose delle modificazioni del ciclo veglia-sonno indotte da esposizione a bassa temperatura ambientale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/250/1/Tesi_dottorato_daniela_dentico_BIO09.pdf.

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Dentico, Daniela <1975&gt. "Mappe funzionali nervose delle modificazioni del ciclo veglia-sonno indotte da esposizione a bassa temperatura ambientale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/250/.

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Benini, Martina. "Un approccio integrato allo studio delle mappe di connettività funzionale cerebrale mediante elettroencefalografia e risonanza magnetica funzionale." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13985/.

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Abstract:
Il contenuto di questa tesi volge ad esporre le recenti metodiche per lo studio integrato delle mappe funzionali cerebrali basate in particolare su EEG e fMRI. Si sono indagate le ragioni della scelta di queste due tecniche di neuroimaging e si analizza una loro applicazione ad un modello sperimentale condotto in condizione di riposo con lo scopo di individuare reti di connessione cerebrale nella connettività funzionale. Viene fatta una breve descrizione morfologica del cervello con un approfondimento sul funzionamento dell'attività elettrica dei neuroni. In seguito vengono illustrate le varie tecniche di indagine cerebrale, approfondendo i meccanismi dell'elettroencefalografia e della risonanza magnetica funzionale; di entrambe vengono descritti i principi fisici e la loro acquisizione del segnale. Infine viene mostrata l'integrazione dell'EEG con la fMRI ai fini di ottenere un'indagine cerebrale con ottima risoluzione sia spaziale che temporale. Di questa integrazione multimodale vengono elencati gli aspetti positivi e quelli più problematici, come l'introduzione di artefatti, che rendono difficile l'utilizzo del segnale per lo studio delle mappe di connessione cerebrale. Vengono quindi presentate le procedure di preprocessing sia dell'EEG che della fMRI utilizzate per migliorare i segnali al fine di renderli integrabili e un modello sperimentale che studia la connettività funzionale in Resting State Networks.
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Torlai, Triglia Daniele Saverio. "Applicazioni di interferometria radar da satellite per la generazione di mappe di spostamento nell'analisi di fenomeni dinamici." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/873/.

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Abstract:
Scopo di questa tesi è la produzione di una serie di mappe di deformazione del suolo o della copertura superficiale del terreno mediante l'utilizzo di una tecnica di monitoraggio territoriale da satellite denominata Interferometria SAR. Tale tecnica si colloca nell'ambito del Telerilevamento a sensori attivi. Le mappe di spostamento sono state prodotte per quattro casi di studio, due riguardanti eventi sismici (terremoto del 2009 a L'Aquila in Italia e terremoto del 2003 a Bam in Iran) e due relativi al movimento di deriva conseguente allo scioglimento dei ghiacciai alpini (ghiacciaio dell'Aletsch in Svizzera) e delle calotte polari (ghiacciaio David-Drygalski in Antartide).
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Fiorentini, Gianluca. "Analisi e modellizzazione tramite mappe cognitive di processi decisionali in videogiochi moba - massive on-line battle arena." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8392/.

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Abstract:
Tesi su un esperimento per la realizzazione di una mappa cognitiva sul processo decisionale e gli aspetti cognitivi di una persona durante lo svolgimento di una partita a un videogioco di genere Moba. La tesi presente anche cenni di teoria sulle mappe cognitive, sulle misure di rete e sugli aspetti cognitivi dei videogiochi in generale.
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Zamagna, Luca. "Impiego di Reti Neurali in Sistemi Autoadattativi per il Controllo della Combustione." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
Il continuo incremento della potenza specifica per unità di cilindrata dei motori a combustione interna, soprattutto nelle competizioni, sta costringendo i costruttori allo sviluppo di calibrazioni motore sempre più sofisticate e capaci di adattarsi dinamicamente alle varie delle condizioni di utilizzo. Data la complessità raggiunta da certe logiche di gestione motore, risulta molto difficile gestire modelli fisici capaci di funzionare in tempo reale. Tale difficoltà permangono anche considerando il funzionamento del sistema al banco del motore, dove la potenza di calcolo è decisamente maggiore di quanto non sia a bordo veicolo. Questo progetto di tesi ha come scopo finale quello di implementare un sistema di controllo della combustione con logica multi-obbiettivo, che offra la possibilità; di automatizzare e velocizzare modifiche alla mappatura motore di una nuova macchina funzionante in tempo reale al banco. Più in generale il sistema dovrà essere in grado di adattare i parametri di centralina, partendo da una calibrazione di base, ad una qualsiasi modifica nel modo di funzionare del motore, ottimizzando le prestazioni e contenendo lo stress dei componenti meccanici. Il principale obbiettivo perseguito dal sistema nella ricerca di MFB50_target consiste nella massimizzazione della coppia erogata dal motore, sempre rispettando i limiti di affidabilità imposti sulla massima pressione raggiunta all’interno del cilindro e sulla massima temperatura generata allo scarico. Per alleggerire il compito svolto dal calcolatore la strategia utilizzata comprende l’implementazione di un modello a scatola nera basato su reti neurali. Per queste ultime è stato realizzato, prima un training supervisionato offline, e successivamente è stata implementata una strategia in grado di aggiornare in tempo reale i diversi parametri (pesi e biases) della rete neurale in base alle nuove condizioni di funzionamento del motore.
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Cocco, Luca. "Analisi di nuovi indici di dissincronia da mappe cardiache 3D: un approccio innovativo imaging-based al problema clinico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
A seguito di diverse malattie, il cuore può perdere gran parte della sua efficacia manifestando, a causa di fibrillazione atriale e/o insufficienza cardiaca, una contrazione scoordinata detta dissincronia. I pazienti con fibrillazione atriale possono essere sottoposti ad ablazione transcatetere mentre quelli con insufficienza cardiaca, qualora soddisfino dei requisiti, possono essere idonei alla terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT) mediante pacemaker o defibrillatore. Tuttavia, circa il 30-50% dei pazienti non risponde correttamente alla terapia. Uno degli aspetti più critici è la posizione dell'elettrodo del ventricolo sinistro. Ad oggi, si sono cercati, senza successo, indici di deformazione o di ritardo temporale derivati da dati di ecocardiografia o risonanza magnetica con l'obiettivo di migliorare la riuscita della terapia. In questo lavoro di tesi si è implementato un workflow per stimare, partendo da dati di risonanza magnetica preimpianto, un nuovo indice di spostamento che possa descrivere la dissincronia cardiaca. L'indice è stato calcolato in soggetti sani, in soggetti con contrattilità regionale compromessa, in pazienti con scompenso cardiaco e in pazienti con fibrillazione atriale. I risultati sono promettenti e sembrano confermare l'utilizzo di questa nuova metodologia nell'ambito della valutazione della dissincronia cardiaca, in particolare per valutare la presenza di tessuto fibroso, per predire la risposta alla CRT in uno scenario preimpianto e infine per valutare il miglior punto d'impianto dell'elettrodo del ventricolo sinistro di un dispositivo per CRT.
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Roversi, Pierluigi. "Mappe di vincolo: limitazioni relative agli ostacoli ed ai pericoli alla navigazione aerea per l'aeroporto "G. Marconi" di Bologna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amslaurea.unibo.it/237/.

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Babino, Francesco. "Determinazione semplificata delle curve caratteristiche di un compressore centrifugo." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9646/.

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Abstract:
Scopo di questa tesi è lo sviluppo di un codice nell'ambiente per il calcolo numerico Matlab atto a simulare il comportamento di un compressore centrifugo. Tale compressore centrifugo è stato studiato per l'utilizzo in un gruppo turbogas per la produzione di energia elettrica. Con l’utilizzo di alcune semplificazioni, è stata tracciata la mappa di tale compressore in intervalli di portata e salti di pressione il più possibile distanti dal funzionamento con condizioni di progetto.
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CORNIANI, ELSA. "Compattificazioni wonderful e spazi di moduli di Kontsevich di coniche." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2022. http://hdl.handle.net/11380/1265207.

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Abstract:
In questa tesi studiamo alcune varietà algebriche dal punto di vista della geometria birazionale. Data una varietà vogliamo descrivere tutti i suoi modelli birazionali. In generale questo è un problema molto difficile, ma per una classe speciale di varietà, chiamate Mori dream spaces, la geometria birazionale è codificata in una decomposizione in insiemi convessi del loro cono effettivo. I Mori dream spaces sono stati introdotti da Y. Hu e S. Keel e sono chiamati così poiché si comportano nel miglior modo possibile dal punto di vista del programma dei modelli minimali. La prima parte della tesi è dedicata alla costruzione di compattificazioni wonderful di spazi di mappe lineari. Riprendiamo la costruzione, dovuta a I. Vainsencher, degli spazi delle collineazioni e delle quadriche complete di rango massimo e poi la generalizziamo a spazi di mappe lineari di qualsiasi rango. Costruiamo poi la compattificazione wonderful dello spazio delle matrici simmetriche e simplettiche. Grazie ad un risultato di D. Luna, le varietà wonderful sono varietà sferiche e quindi Mori dream spaces. Approfittando della struttura sferica di questi spazi studiamo la loro geometria birazionale dal punto di vista della teoria di Mori e nei casi di rango di Picard basso diamo una descrizione completa della decomposizione del cono effettivo. Nella seconda parte mettiamo in relazione le nostre nuove compattificazioni wonderful con altri spazi di moduli come gli schemi di Hilbert e gli spazi di Kontsevich di mappe stabili. Infatti, otteniamo in questo modo molti risultati sulla geometria birazionale degli spazi di moduli di Kontsevich di coniche in Grassmanniane, in Grassmanniane Lagrangiane e di mappe stabili di bi-grado (1,1) in un prodotto di due spazi proiettivi.
In this thesis we study certain algebraic varieties from the point of view of birational geometry. Given a variety we want to describe all its birational models. In general, this is a very difficult problem, but for a special class of varieties, called Mori dream spaces, the birational geometry is encoded in a decomposition into convex sets of their effective cone. Mori dream spaces have been introduced by Y. Hu and S. Keel, and are named so since they behave in the best possible way from the point of view of the minimal model program. The first part of the thesis is dedicated to the construction of wonderful compactifications of spaces of linear maps. We recall the construction, due to I. Vainsencher, of the spaces of complete collineations and quadrics of maximal rank and then we generalize it to spaces of linear maps of any rank. Then, we construct the wonderful compactification of the space of symmetric and symplectic matrices. By a result of D. Luna, wonderful varieties are spherical and hence Mori dream spaces. So, we take advantage of the spherical structure of these spaces to study their birational geometry from the point of view of Mori theory and in the cases of small Picard rank we give a complete description of the decomposition of the effective cone. In the second part, we relate our wonderful compactification to other moduli spaces such as Hilbert schemes and Kontsevich spaces of stable maps. In fact, we get several results on the birational geometry of Kontsevich moduli spaces of conics in Grassmannians, in Lagrangian Grassmannians and of stable maps of bi-degree (1,1) in a product of two projective spaces.
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Falchieri, Diandra. "LA SPERIMENTAZIONE CLINICA. Traduzione dall’inglese all’italiano e realizzazione di mappe concettuali terminologiche di un trial clinico sul cancro al seno." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19541/.

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Abstract:
Oggetto di questa tesi è la traduzione dall’inglese all’italiano e la creazione di mappe concettuali terminologiche di un trial clinico di fase III, avviato dal Gruppo Bayer, per il trattamento del carcinoma mammario. Il trial è stato avviato nel 2011 e reso pubblico sul portale statunitense ClinicalTrials.gov. I trial clinici sono esperimenti pianificati e condotti su pazienti affetti da una determinata condizione patologica e vengono riconosciuti dalla comunità scientifica come l’unica base di affidabile conoscenza in materia di sanità e di progresso scientifico e tecnologico in ambito medico. Poiché il cancro costituisce una delle principali cause di morte a livello globale, la sperimentazione clinica in ambito oncologico riveste un ruolo di primaria importanza. Le evidenze cliniche del farmaco sperimentale riportate dal presente studio costituiscono una fonte preziosa di informazioni per il panorama scientifico internazionale, offrendo importanti spunti di riflessione ai fini di guidare la ricerca futura. Il presente lavoro è volto, quindi, alla trasmissione di materiale medico-sperimentale a un pubblico di esperti ma si prefigge anche come mezzo indispensabile per l’informativa al pubblico. La realizzazione delle mappe concettuali terminologiche, oltre a strumento di supporto per l'esperto, può fornire da spunto per la creazione di futuri glossari. Il primo capitolo fornisce una panoramica sull'argomento. Il secondo capitolo delinea le caratteristiche delle lingue speciali e, in particolare, della lingua della medicina. Il terzo capitolo presenta l’analisi del testo di partenza. Il quarto illustra le risorse a supporto della traduzione. Il quinto capitolo include il TP con relativa traduzione. Il sesto capitolo fornisce una descrizione dettagliata delle principali difficoltà traduttive e le strategie adottate per risolverle. Il settimo capitolo contiene la realizzazione delle mappe concettuali terminologiche suddivise per dominio.
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TAMBORINO, Carmine. "Affidabilità delle mappe TC perfusionali nel definire il core infartuale e la penombra ischemica in pazienti con ictus ischemico acuto." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2016. http://hdl.handle.net/11392/2403468.

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Abstract:
INTRODUZIONE L’ictus ischemico rappresenta l’80% di tutti gli eventi cerebrovascolari acuti; è responsabile del 10-12% dei decessi (circa 6 milioni) per anno, rappresentando la seconda causa di morte a livello mondiale e la principale causa di disabilità nei paesi industrializzati. Il 70% di tutti gli infarti cerebrali è secondario ad occlusione dell’arteria cerebrale media. Nell’ambito del tessuto ipoperfuso si distinguono 3 regioni: - core infartuale (al centro dell’area ischemica): severamente ipoperfuso e non più vitale; evolve sempre verso l’infarto anche se viene riperfuso (danneggiato in modo irreversibile) - penombra ischemica (attorno al core): severamente ipoperfusa ma ancora vitale; evolve progressivamente verso l’infarto se non viene riperfusa (danneggiata in modo reversibile) - oligoemia benigna (attorno alla penombra ischemica): moderatamente ipoperfusa e di solito non a rischio di infarto; di solito recupera spontaneamente anche in assenza di riperfusione. Attualmente, le principali terapie di fase acuta comprendono la trombolisi endovenosa ed i trattamenti endovascolari e sono volti a ricanalizzare il vaso occluso e riperfondere il tessuto ischemico (penombra), con conseguente miglioramento dei sintomi neurologici e della prognosi. Tuttavia, il principale parametro su cui si basa la possibilità di accedere alle terapie di riperfusione è attualmente rappresentato dal tempo intercorso dall’esordio clinico con una finestra di intervento molto rigida. Pertanto, solo una ridotta percentuale (15-20%) dei pazienti con ictus ischemico acuto risulta eleggibile, per il momento, a questo tipo di terapie. E’ stato osservato inoltre, come, nonostante la ricanalizzazione, molti di questi pazienti (25-50%) non raggiungano comunque un buon outcome clinico, anzi, nel 35% di essi si abbia addirittura un’espansione dell’infarto cerebrale. E’ quindi evidente come esistano altri fattori (oltre al dato temporale) potenzialmente in grado di condizionare la prognosi dei pazienti con ictus ischemico acuto. In tale contesto, il Neuroimaging, mediante l’analisi degli aspetti fisiopatologici più rilevanti della patologia cerebrovascolare acuta, si pone come obiettivo quello di contribuire all’implementazione dell’efficacia e della sicurezza delle strategie terapeutiche, guidando e migliorando la selezione dei pazienti candidati alle terapie di riperfusione. Al fine di rispondere a queste esigenze è stato proposto pertanto un protocollo TC multimodale che, avvalendosi dell’utilizzo di TC standard senza mezzo di contrasto (NCCT), angio-TC (CTA) e TC-perfusionale (CTP), è in grado di fornire informazioni relativamente alla presenza/assenza di emorragie (ICH), alla pervietà dei vasi, allo stato della circolazione collaterale di supplenza alla regione ischemica (CTA) ed alle conseguenze emodinamiche dell’occlusione vasale (CTP). Tale protocollo è relativamente rapido e disponibile in molti centri. La CTP è l’unico strumento in grado di descrivere i principali aspetti dell’emodinamica cerebrale studiando il primo passaggio attraverso i capillari cerebrali di un bolo di mezzo di contrasto (m.d.c.) iodato somministrato per via endovenosa (e.v.). I dati densitometrici sono quindi analizzati secondo un modello matematico definito di deconvoluzione attraverso cui è possibile ricavare una curva densità/tempo definita Funzione Residua dove l’altezza del picco quantifica il CBF (flusso ematico cerebrale espresso in ml sangue/100 g di tessuto/min) e l’area sotto la curva rappresenta il CBV (volume ematico cerebrale a livello capillare-tissutale espresso in ml di sangue/100 g di tessuto). L’MTT (il tempo di transito medio capillare, ovvero il tempo intercorso tra l’immissione arteriosa nel letto capillare ed il deflusso venoso del m.d.c., espresso in secondi) è quindi calcolato sulla base del “principio del volume centrale” (CBF=CBV/MTT) dal rapporto CBV/CBF. Sulla base dei calcoli di deconvoluzione, il software genera infine le cosiddette mappe parametriche perfusionali pixel per pixel su scala colorimetrica. “Classicamente”: 1) ipoperfusione totale (core + penombra) = estensione della lesione CBF o MTT 2) core infartuale = dimensioni della lesione CBV 3) penombra ischemica = volume CBF o MTT - volume CBV (mismatch CBF o MTT – CBV). PRESUPPOSTI ED OBIETTIVI DELLO STUDIO Recenti evidenze hanno messo in discussione la validità del “classico” approccio CTP nel definire i parametri emodinamici cerebrali e quindi la sua affidabilità nel descrivere le caratteristiche delle regioni in cui notoriamente è suddivisa l’area ischemica e nel fornire indicazioni sulla prognosi dei pazienti con ictus ischemico acuto. Complessivamente pertanto, scopo di questo studio è stato quello di verificare: 1) se un approccio basato sull’analisi visiva dei classici parametri CTP sia accurato nell’identificare e nel descrivere i principali elementi dell’emodinamica cerebrale in corso di ictus ischemico acuto e pertanto ancora utilizzabile nella pratica clinica 2) se il classico mismatch tra CBF o MTTe CBV (the “penumbral hypothesis”) possa ancora avere un valore nel predire l’outcome di questi pazienti. Per questo motivo abbiamo deciso di misurare e descrivere i valori assoluti di CBF, CBV ed MTT ed il volume della lesione ischemica totale, del core infartuale e della penombra ischemica in una larga popolazione di pazienti affetti da ictus cerebrale acuto e di metterli in relazione con: - il carico trombotico e lo stato dei circoli collaterali leptomeningei di compenso (condizioni presenti all’esordio e contemporaneamente predittori di outcome), - la ricanalizzazione e la riperfusione (condizioni legate all’esito delle terapie messe in atto) - il volume dell’infarto finale e la disabilità (mRS) (indicatori di outcome a lungo termine). Dato che, il core infartuale è stato misurato sulla mappa CBV e, la penombra ischemica mediante il mismatch MTT - CBV, il nostro studio si propone di verificare se in effetti un approccio qualitativo di questo tipo può essere ancora utilizzabile ed utile nel predire il destino del tessuto ischemico e la prognosi dei pazienti. MATERIALI E METODI Selezione dei pazienti e disegno dello studio Abbiamo valutato retrospettivamente 200 pazienti con ictus ischemico nel territorio dell’arteria cerebrale media. Tutti i pazienti hanno eseguito un protocollo TC multimodale pre-trattamento comprendente: TC standard senza m.d.c. (NCCT), angio-TC (CTA) e CTP. E’ stato ottenuto il consenso informato dal paziente/familiari e il comitato etico locale ha approvato il protocollo. La scala NIHSS (National Institute of Health Stroke Scale) è stata calcolata al momento del ricovero e dopo 3 mesi. La scala di Rankin modificata (mRS) è stata calcolata a 3 mesi; un punteggio mRS ≤ 2 e > 2 è stato classificato come buono e cattivo outcome clinico, rispettivamente. Protocollo di imaging Gli studi CTP sono stati condotti secondo il modello del tracciante cinetico, analizzando il primo passaggio di m.d.c. a livello tissutale con un’apparecchiatura TC a 64 banchi (Lightspeed VCT 64, GE Helthcare) in accordo con il seguente protocollo di acquisizione: una scansione continua (cine) di 50 secondi ricostruita ad intervalli di 0.5 secondi al fine di ottenere una sequenza di 99 immagini per ciascuna delle 8 sezioni in cui è suddiviso lo spessore totale di 4 cm (dai gangli della base ai ventricoli laterali). La scansione CTP cine (80 kVp; 100 mAs; matrix size = 512 x 512; FOV = 25-cm; scan type = cine full 1 sec.; rotation = 0.5 sec.; total scan time 50 sec) è stata avviata 5 secondi dopo l’iniezione automatica di 40 ml di mezzo di contrasto non ionico (Iomeron 300 mg/ml, Bracco Imaging SpA) alla velocità di 4 ml/sec. Elaborazione dei dati Tutte le scansioni CTP sono state valutate con un algoritmo di deconvoluzione sensibile al ritardo utilizzando una stazione di elaborazione delle immagini (Advantage Windows; GEHelthcare). Sono state generate mappe CTP (CBF, CBV ed MTT) per ogni paziente. I valori di CBF, CBV e MTT sono stati espressi in ml/100g/min, ml/100g e secondi rispettivamente. Dopo averle identificate mediante analisi visiva sulle mappe MTT e CBV, l’ipoperfusione totale, il core infartuale e la penombra ischemica sono state calcolate disegnando manualmente tali lesioni rispettivamente sulle mappe MTT, CBV ed MTT-CBV (mismatch CTP). Il punteggio relativo al carico trombotico (clot burden score – CBS) ed allo stato dei circolai collaterali di compenso (regional leptomeningeal collaterals – rLMC) sono stati calcolati sulla CTA all’esordio. Un CBS ≤ 7 e> 7 (range 0-10) ed un rLMC ≤ 10 e> 10 (range 0-20) sono rispettivamente stati classificati come poveri e buoni. La ricanalizzazione è stata valutata a 24 sulla CTA secondo i criteri TICI. La riperfusione è stata definita come riduzione percentuale > 80% della lesione MTT basale rispetto a quella documentata a 24 ore. Il volume dell'infarto finale è stato delineato manualmente sulla TC di controllo (NCCT) eseguita a 7 giorni. Analisi statistica La distribuzione dei dati di ciascuna variabile è stata verificata attraverso il test di Kolmogorov-Smirnov. In caso di distribuzione normale dei dati, le differenze fra i valori medi di ciascuna variabile (valori assoluti di CBF, CBV, MTT e volume di lesione totale, core e penombra) sono state valutate mediante il t test di Student per campioni indipendenti. Nel caso invece di distribuzione non normale, i valori medi di ogni variabile sono stati confrontati utilizzando il Mann-Whitney U test. Dato che almeno una variabile presentava una distribuzione non normale, le correlazioni fra il volume della lesione totale, del core e della penombra e il Clot Burden Score (CBS), il Collateral Score (rLMC), il volume della lesione finale (calcolato dalla TC standard eseguita a 7 giorni) e l’outcome del paziente (calcolato mediante la mRS somministrata a 3 mesi) sono state valutate mediante il test del coefficiente di correlazione di Spearman.E’ stato considerato statisticamente significativo, un valore di p < 0.05. RISULTATI I valori CTP assoluti e volumetrici rilevati in tre differenti ROI analizzate, hanno mostrato che i valori assoluti di CBF e CBV misurati in core e penombra erano in accordo con quelli riportati in studi precedenti. Inoltre, un mismatch CTP indicativo della presenza di penombra ischemica è stato rilevato all'esordio in tutti i pazienti. Il volume della lesione totale, del core infartuale e della penombra ischemica erano significativamente inferiori (p < 0.0001) nei pazienti con basso carico trombotico rispetto a quelli con alto carico trombotico. Le dimensioni della lesione totale e del core infartuale si dimostravano significativamente più piccole nei pazienti con buona circolazione collaterale di compenso rispetto a quelli con scarsi circoli collaterali (p < 0.05 e p < 0.001, rispettivamente). Nessuna differenza statistica compariva per il volume della penombra in queste due categorie di pazienti. Il volume della lesione totale, del core infartuale e della penombra ischemica erano significativamente inferiori (p < 0.001, p < 0.01 e p < 0.001, rispettivamente) nei pazienti ricanalizzati rispetto a quelli con occlusione persistente. Le dimensioni della penombra risultavano significativamente più piccole (p < 0.02) nei pazienti riperfusi rispetto a quelli non riperfusi. Nessuna differenza statistica compariva per il volume della lesione totale e del core infartuale in queste due categorie di pazienti. Le dimensioni della lesione totale, del core infartuale e della penombra ischemica si dimostravano significativamente più piccole (p < 0.0001, p < 0.0001 e p < 0.01, rispettivamente) nei pazienti con outcome favorevole rispetto a quelli con outcome sfavorevole. Questi risultati sono stati confermati dalle correlazioni osservate tra i volumi CTP ed in parametri fisiopatologici, clinici e radiologici analizzati. DISCUSSIONE I nostri risultati suggeriscono che: -i valori assoluti misurati nel core infartuale e nella penombra sono sostanzialmente in accordo con i dati precedentemente riportati, indicando che l'identificazione di queste due regioni mediante analisi visiva è affidabile. -la TC perfusionale rappresenta uno strumento utile per predire la prognosi dei pazienti con ictus acuto; l'estensione dei volumi MTT (ipoperfusione totale) e CBV (core infartuale) è infatti fortemente legata ai parametri fisiopatologici ed alle misure di outcome clinico e radiologico; in particolare, la mappa CBV sembra essere il principale indicatore prognostico in accordo con alcuni studi precedenti. Complessivamente pertanto, la valutazione delle “classiche” mappe CTP (MTT, CBF e CBV) ed in particolare della mappa CBV, mediante un’analisi visiva rappresenta ancora un metodo affidabile per descrivere i principali aspetti dell’emodinamica cerebrale nell'ictus ischemico acuto. Questo è particolarmente importante nella pratica clinica quotidiana nell’ottica di implementare il più possibile il numero di pazienti trattati e di predire il loro esito funzionale a lungo termine.
BACKGROUND Ischaemic stroke accounts for 80% of all acute cerebrovascular events. Stroke is responsible for 10-12% of deaths (about 6 million) per year, making it the second leading cause of death worldwide and the first leading cause of disability in developed countries. 70% of all cerebral infarctions is secondary to middle cerebral artery occlusion. Within the hypoperfused tissue 3 regions are identified: - the infarct core: strictly hypoperfused and not more vital tissue; it progresses to necrosis even if reperfused (irreversibly damaged) - the ischaemic penumbra (around the ischemic core): hypoperfused but still vital tissue; it progressively evolves to necrosis if not reperfused (reversibly damaged) - the benign oligoemia (around the ischemic penumbra): moderately hypoperfused tissue and usually not at risk for necrosis; it recovers spontaneously also without reperfusion. Currently, the major acute phase therapies include intravenous thrombolysis and endovascular treatments. Aim of these therapies is to recanalise occluded vessels and to reperfuse the ischaemic tissue (penumbra), resulting in an improvement of neurological symptoms and prognosis. However, the main parameter to get access to reperfusion therapies is represented by the clinical onset time with a strict time window. Therefore, only a small percentage (15-20%) of people with acute ischemic stroke is actually eligible for this kind of therapies; moreover, despite recanalization, many of these patients (25-50%) do not reach a good clinical outcome; on the contrary 35% of them have a cerebral infarction growth. Therefore, it is clear that other factors (in addition to time) are involved in clinical outcome of acute ischemic stroke patients. In this context, the Neuroimaging, through the analysis of the most relevant pathophysiological aspects of acute cerebrovascular diseases, aims to contribute to the efficacy and safety of therapeutic strategies, improving and leading patients selection for reperfusion therapies. In order to meet these needs a multimodal CT protocol has been proposed. This protocol, by using non contrast CT scan (NCCT), CT angiography (CTA) and CT-perfusion (CTP), tries to provide informations about the absence of an haemorrhage (ICH), vessels patency, regional leptomeningeal collateral state (CTA) and haemodynamic consequences of vascular occlusion (CTP). This protocol is relatively fast and available in many Centers. CTP is the only able to describe the main aspects of cerebral hemodynamics. It studies the first transit of a contrast bolus through brain capillaries. Densitometric data are then analyzed according to a mathematical model called deconvolution. Through deconvolution is possible to obtain a density/time curve called Residual Function. The height of the peak of this curve quantifies the CBF (cerebral blood flow – ml blood/100 g tissue/min) and the area under the curve the CBV (cerebral blood volume - ml blood/100g tissue). MTT (mean transit time - seconds) is then calculated on the basis of the "central volume principle " (CBF = CBV / MTT). Based on deconvolution, finally we obtain the so-called parametric perfusion maps. "Classically": 1) Total hypoperfusion (core + penumbra) = extension of CBF and MTT injury 2) Core infarct size = CBV injury 3) ischaemic penumbra volume = CBF or MTT - CBV volume (CBF/MTT - CBV mismatch). AIMS OF THE STUDY Several new findings have questioned the validity of "classic" CTP approach to define cerebral haemodynamics and its reliability in order to describe ischaemic regions (core and penumbra) and to predict outcome of acute ischaemic stroke patients. Therefore, aim of this study was to verify: 1) if a visual analysis approach of “classical” CTP parameters is reliable to identify and describe cerebral hemodynamics in acute ischaemic stroke and if it could be still used in clinical practice 2) if the classical mismatch (CBF/MTT – CBV) the so-called "penumbral hypothesis" can still has a value to predict patients outcome. For this reason we decided to measure CBF, CBV and MTT absolute value and the volume of the whole ischaemic lesion, infarct core and penumbra in a broad number of patients with acute ischaemic stroke. These measures were than coupled with: -the clot burden and the status of regional leptomeningeal collaterals (onset conditions and outcome predictors at the same time) -recanalization and reperfusion (conditions related to therapy issues) -final infarct volume and disability (mRS) (long-term outcome measures). As, infarct core was measured on CBV map and ischemic penumbra by the MTT - CBV mismatch, our study aims to verify whether a qualitative approach may still has a value to predict the fate of ischaemic tissue and patients prognosis. METHODS Patient selection and study design We retrospectively evaluated 200 patients having middle cerebral artery acute stroke. All patients performed pre-treatment multimodal CT protocol including non-enhanced CT (NECT), CT Angiography (CTA) and CTP. Informed consent was obtained from the patient/next of kin and local ethics committee approved the protocol. The National Institute of Health Stroke Scale (NIHSS) was recorded at admission and at 3 months. The modified Rankin scale (mRS) was recorded at 3 months; mRS ≤ 2 and > 2 were classified as good and poor outcomes, respectively. Imaging protocol CTP studies were performed with a dynamic first-pass bolus-tracking methodology on a 64-section CT scanner (Lightspeed VCT 64, GE Helthcare) according to a one-phase imaging protocol consisting of an acquisition of 50-seconds continuous (cine) scans reconstructed at 0.5 second intervals to produce a series of 99 sequential images for each of 8 sections which covered a total of 4 cm from the basal ganglia to the lateral ventricles. Cine CTP scanning (80 kVp; 100 mAs; matrix size = 512 x 512; FOV = 25-cm; scan type = cine full 1 sec.; rotation = 0.5 sec.; total scan time 50 sec) was initiated 5 seconds after the automatic injection of 40 ml of non-ionic contrast agent (Iomeron 300 mg/ml, Bracco Imaging SpA) at the rate of 4 ml/sec. Data processing All CTP scans were assessed with a deconvolution-based delay sensitive algorithm by using an imaging workstation (Advantage Windows; GEHelthcare). CBF, CBV and MTT CTP maps were generated for each patient. CBF, CBV and MTT values were expressed in ml/100g/min, ml/100g and seconds, respectively. After identification by visual inspection on MTT and CBV maps, total ipoperfusion, infarct core and ischemic penumbra volumes were calculated by manually drawing MTT, CBV and MTT-CBV (CTP mismatch) lesions, respectively. Clot Burden Score (CBS) and regional LeptoMeningeal Collateral (rLMC) score were calculated on CTA at onset. CBS ≤ 7 and > 7 (range 0-10) and rLMC ≤ 10 and > 10 (range 0-20) were classified as poor and good, respectively. Recanalization was assessed on 24 hour CTA according to TICI criteria. Reperfusion was defined as a percentage reduction > 80% in the baseline-24 hour MTT lesion. The final infarct volume was manually outlined on follow-up 7 days unenhanced CT (NECT). Statistical analysis The normality of each variable was checked by using the Kolmogorov-Smirnov test. When normality of data distribution was found in all variables, statistical analysis was performed by a parametric approach. Conversely, when normality of data distribution was rejected in several variables, a non-parametric analysis was applied. Accordingly, continuous variables were compared by t-test, whereas their correlation were assessed by linear regression or Spearman's rank correlation coefficient, respectively. A value of p < 0.05 was accepted as statistically significant. RESULTS CTP volumetric and absolute values detected in the three different ischemic ROI analyzed, showed that the absolute values of CBF and CBV measured in core and penumbra were in agreement with those reported in previous studies. Furthermore, a CTP mismatch indicative of salvageable penumbra was detected at onset in all patients. MTT total hypoperfusion, CBV infarct core and (MTT/CBF-CBV) penumbra volumes were smaller (P<0.0001) in good than in poor CBS. Total hypoperfusion and infarct core were smaller in in good than in poor rlMC (p < 0.05 e p < 0.001, respectively). No differences were detected between MTT-CBV penumbra volumes in patients with good and poor rLMC. Total hypoperfusion, infarct core and penumbra volumes were smaller (p < 0.001, p < 0.01 e p < 0.001, respectively) recanalized than occluded patients. Penumbra volumes were smaller (p < 0.02) in reperfused than not reperfused patients. No differences were detected between total hypoperfusion and infarct core volumes in reperfused and not reperfused. Total hypoperfusion, infarct core and penumbra volumes were smaller (p < 0.0001, p < 0.0001 e p < 0.01, respectively) in good than poor outcome patients. These results were confirmed by correlations observed between CTP volumes and physiopathological, clinical and radiological parameters. DISCUSSION Our results suggest that: -absolute values measured in infarct core and penumbra were in agreement with data previously reported, indicating that the identification of these two regions performed by visual inspection was reliable. -CTP represents an useful tool to predict prognosis in acute stroke patients; the extent of MTT (total ipoperfusion) and CBV (infarct core) volumes is indeed strongly related to physiopathological, clinical and radiological outcome measures; in particular, the CBV map seems to be the most important determinant of outcome. This is in agreement with some previous studies. Thus, “classical” CTP maps (MTT, CBF and CBV) analysis by visual inspection (and particularly the CBV map) still represent a valuable method to describe cerebral haemodynamics in acute ischaemic stroke. This is most important from a daily clinical practice point of view in the aim to implement the number of treated patients and to predict their outcome.
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Prattichizzo, Marco Aldo. "Caratterizzazione quantitativa delle Curve Tempo-Concentrazione nella TC perfusionale polmonare." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4092/.

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Negli ultimi anni la ricerca nella cura dei tumori si è interessata allo sviluppo di farmaci che contrastano la formazione di nuovi vasi sanguigni (angiogenesi) per l’apporto di ossigeno e nutrienti ai tessuti tumorali, necessari per l’accrescimento e la sopravvivenza del tumore. Per valutare l’efficacia di questi farmaci antiangiogenesi esistono tecniche invasive: viene prelevato tramite biopsia un campione di tessuto tumorale, e tramite analisi microscopica si quantifica la densità microvascolare (numero di vasi per mm^2) del campione. Stanno però prendendo piede tecniche di imaging in grado di valutare l’effetto di tali terapie in maniera meno invasiva. Grazie allo sviluppo tecnologico raggiunto negli ultimi anni, la tomografia computerizzata è tra le tecniche di imaging più utilizzate per questo scopo, essendo in grado di offrire un’alta risoluzione sia spaziale che temporale. Viene utilizzata la tomografia computerizzata per quantificare la perfusione di un mezzo di contrasto all’interno delle lesioni tumorali, acquisendo scansioni ripetute con breve intervallo di tempo sul volume della lesione, a seguito dell’iniezione del mezzo di contrasto. Dalle immagini ottenute vengono calcolati i parametri perfusionali tramite l’utilizzo di differenti modelli matematici proposti in letteratura, implementati in software commerciali o sviluppati da gruppi di ricerca. Al momento manca un standard per il protocollo di acquisizione e per l’elaborazione delle immagini. Ciò ha portato ad una scarsa riproducibilità dei risultati intra ed interpaziente. Manca inoltre in letteratura uno studio sull’affidabilità dei parametri perfusionali calcolati. Il Computer Vision Group dell’Università di Bologna ha sviluppato un’interfaccia grafica che, oltre al calcolo dei parametri perfusionali, permette anche di ottenere degli indici sulla qualità dei parametri stessi. Questa tesi, tramite l’analisi delle curve tempo concentrazione, si propone di studiare tali indici, di valutare come differenti valori di questi indicatori si riflettano in particolari pattern delle curve tempo concentrazione, in modo da identificare la presenza o meno di artefatti nelle immagini tomografiche che portano ad un’errata stima dei parametri perfusionali. Inoltre, tramite l’analisi delle mappe colorimetriche dei diversi indici di errore si vogliono identificare le regioni delle lesioni dove il calcolo della perfusione risulta più o meno accurato. Successivamente si passa all’analisi delle elaborazioni effettuate con tale interfaccia su diversi studi perfusionali, tra cui uno studio di follow-up, e al confronto con le informazioni che si ottengono dalla PET in modo da mettere in luce l’utilità che ha in ambito clinico l’analisi perfusionale. L’intero lavoro è stato svolto su esami di tomografia computerizzata perfusionale di tumori ai polmoni, eseguiti presso l’Unità Operativa di Diagnostica per Immagini dell’IRST (Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori) di Meldola (FC). Grazie alla collaborazione in atto tra il Computer Vision Group e l’IRST, è stato possibile sottoporre i risultati ottenuti al primario dell’U. O. di Diagnostica per Immagini, in modo da poterli confrontare con le considerazioni di natura clinica.
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Cattalani, Lisa. "Personalizzazione di percorsi acccessibili con GraphHopper." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8245/.

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L'obiettivo di questo documento è quello di descrivere il progetto di tesi che è consistito nella modifica del software GraphHopper, per calcolare un percorso che prendesse in considerazione le barriere architettoniche presenti in mappe OSM (OpenStreetMap), così da fornire percorsi accessibili a tutte quelle persone che hanno delle disabilità motorie permanenti o temporanee.
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Bene, Alessia. "Progetto e realizzazione di un sistema di catalogazione di lesioni neoplastiche polmonari per la validazione visuale di mappe perfusionali da tomografia computerizzata." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9271/.

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Abstract:
La TC perfusionale (TCp) è un valido strumento per l'imaging funzionale dei tumori. Tale tecnica consente di misurare in modo oggettivo la perfusione tissutale, attraverso l'analisi matematica dei dati ottenuti effettuando scansioni TC ripetute nel tempo, dopo la somministrazione di un mezzo di contrasto iodato. Il principale obiettivo degli studi perfusionali in oncologia è la valutazione precoce dell’efficacia delle terapie anti-angiogenetiche utilizzate per bloccare la vascolarizzazione che alimenta le lesioni tumorali. Infatti, sin dal primo ciclo di terapie, è possibile rilevare se la vascolarizzazione tumorale si riduce, senza dover attendere i cambiamenti dimensionali che, in genere, avvengono tardivamente. Questa Tesi si focalizza sullo studio del carcinoma polmonare e perviene alla costruzione di un catalogo, completo di mappe colorimetriche, che sintetizza i casi analizzati, i dati relativi al paziente e alle lesioni. L'obiettivo è quindi quello di fornire uno strumento di facile consultazione che consenta di valutare vari aspetti relativi alla malattia, tra cui il tasso di accrescimento, il grado di malignità, presenza di invasione vascolare, al fine di andare sempre più verso una cura personalizzata e più efficace per i pazienti che, attualmente, sono sottoposti a soluzione terapeutica standard. Questa è, senza dubbio, la nuova frontiera della ricerca per tutte i tipi di neoplasie negli anni futuri.
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Cascioli, Chiara. "Varietà algebriche e Problema di Waring." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/17406/.

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L'elaborato inizia con una trattazione sulle varietà algebriche nello spazio proiettivo, mettendo in luce somiglianze e differenze con il caso affine. Vengono dimostrati alcuni teoremi a riguardo, e vengono introdotti i morfismi proiettivi. Viene poi posta l'attenzione su un particolare esempio di morfismo proiettivo, l'embedding di Veronese. Infine viene introdotto il Problema di Waring e viene enunciato il Teorema di Alexander - Hirschowitz tramite il quale si ha una soluzione del problema suddetto.
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Fioravanti, Matteo. "Sviluppo di tecniche di elaborazione di dati elettroanatomici per l'analisi dei pattern di attivazione elettrica in fibrillazione atriale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Per quanto risulti chiaro come l'innesco della fibrillazione atriale (principalmente parossistica) sia da attribuire a sorgenti focali collocate prevalentemente in prossimità delle vene polmonari (nel 94% dei casi), risulta tutt'ora estremamente dibattuto quali siano i meccanismi di mantenimento di tale anomalia del ritmo cardiaco. Fra le varie teorie riportate in letteratura, una delle più accreditate risulta essere la teoria dei rotori, secondo la quale il mantenimento della FA sarebbe da attribuire a pattern di rotazione spiraliformi, in grado di persistere, come osservato nel celebre studio CONFIRM, per tempi superiori ai 10 minuti. Il presente lavoro di tesi ha quindi l'obiettivo di dare un contributo alla teoria dei rotori, attraverso la realizzazione di mappe di fase ottenute elaborando segnali endocavitari acquisiti durante procedure di ablazione transcatetere con il sistema di mappaggio elettroanatomico CARTO 3 e l'elettrocatetere diagnostico PentaRay, della Biosense Webster. Dopo aver introdotto la fisiopatologia della fibrillazione atriale, soffermandosi particolarmente sulla teoria dei rotori, nel Capitolo 1, e aver introdotto la procedura di ablazione transcatetere, focalizzandosi sull'ausilio del CARTO 3 come sistema di mappaggio real-time, nel Capitolo 2, è stata infatti presentata l'elaborazione eseguita per poter ottenere dai segnali unipolari intracardiaci prelevati, le mappe di fase dalle quali è stata indagata l'eventuale presenza di rotori in 6 pazienti affetti principalmente da FA persistente (Capitolo 3). In conclusione, nell'ultimo capitolo è stata eseguita un'analisi dei risultati, valutando non solamente l'eventuale presenza di rotori nelle regioni della camera atriale in cui sono stati maggiormente osservati in letteratura, ma soffermandosi anche sulla validità dell'elettrocatetere Pentaray nell'indagare la dinamica alla base dei pattern di rotazione spiraliformi.
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Chiapponi, Emilia. "Caratterizzazione dei sedimenti del fiume Tevere." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Il contesto in cui è stata sviluppata la tesi è la caratterizzazione geochimica dei sedimenti al fine di sviluppare cartografia geochimica regionale. In particolare, è stato analizzato il sedimento fluviale del bacino del fiume Tevere. È stata fatta inizialmente un’analisi dell’area di studio, così da poter progettare in maniera efficace la campagna di campionamento. Lo studio preliminare è stato fatto in base alle informazioni ottenute dalla ricerca bibliografica, e dall’elaborazione dei dati forniti dal Geoportale Nazionale ed elaborati tramite software opensource QGIS. La fase di campionamento ha visto il prelievo di 82 campioni distribuiti oltre che lungo l’asta principale. Il sedimento prelevato è stato analizzato tramite fluorescenza a raggi X (XRF). Al fine di interpolare i dati ottenuti con elementi cartografici, questi sono stati prima processati tramite analisi delle componenti principali (PCA), in maniera tale da individuare le variabili più caratterizzanti il sistema in analisi. Su queste è stato sviluppato il processo di cartografia. L'indagine è stata svolta particolarmente su Pb, Ni, Cr, Cu, AS, Zn di cui è stata prodotta la cartografia. Gli elementi cartografici così sviluppati hanno permesso di inquadrare i risultati ottenuti nella struttura eterogenea dell’area di studio, spiegandone la variabilità spaziale, e riuscendo a motivare l’origine di casi anomali particolari riuscendo a mettere in evidenza condizioni distinte di contaminazione antropica o di origine naturale dell'elemento. Questo ha permesso di mettere in luce il ruolo chiave che la cartografia geochimica ricopre ai fini della pianificazione territoriale, e nella gestione e monitoraggio delle situazioni di contaminazione.
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Miccoli, Francesco. "Utilizzo di programmi extended Berkeley Packet Filter (eBPF) per implementare funzionalità di rete in Linux." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/19944/.

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La tesi tratta di come in Linux sia possibile utilizzare programmi eBPF, in particolare di tipo XDP, per implementare funzionalità di rete. Inoltre è proposto l'utilizzo di strutture dati, le mappe, che consentono di condividere le informazioni tra spazio utente e kernel. Potendo così superare i vincoli imposti sui programmi eBPF, poiché caricati nello spazio kernel. Infine è riportato un esempio di firewall implementato in due modi differenti, per testare le performance, come il throughput e il numero di istruzioni raggiungibile, nel caso in cui il firewall venga realizzato con le mappe oppure senza, illustrando anche i limiti raggiunti con il loro impiego.
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Mulazzani, Stefano. "Il problema geometrico delle proiezioni cartografiche." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18530/.

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Questo elaborato utilizza la geometria differenziale per analizzare le problematiche relative alla creazione delle proiezioni terrestri. Vengono dapprima studiate le superfici nello spazio, con un particolare riguardo al piano, cilindro, sfera, cono; quest’ultime sono infatti le più utilizzate per costruire mappe terrestri. In seguito attraverso l'analisi della prima forma fondamentale sarà mostrato come ogni proiezione terrestre è sempre soggetta ad una distorsione. Nella seconda parte verranno quindi presentante le varie mappe terrestri teorizzate nella storia, le peculiarità che le hanno rese celebri e le proprietà viste da un punto di vista della geometria differenziale.
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Circelli, Michele. "Teoria del Trasporto Ottimale di Massa." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20703/.

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L'obiettivo di questa tesi è quello di presentare la teoria del trasporto ottimale di massa nell'ambiente degli spazi polacchi e studiarne applicazioni alla registrazione di immagini. Più dettagliatamente, cominciamo richiamando alcuni risultati preliminari di teoria della misura. Introduciamo le due formulazioni del problema, dovute a Monge e a Kantorovich e, sotto opportune ipotesi per la funzione costo, proviamo l'esistenza di una soluzione per il problema di Kantorovich. Definiamo poi il problema dal punto di vista duale e dimostriamo l'esistenza, sotto opportune ipotesi, di un punto di massimo. Proviamo poi l'esistenza di mappe di trasporto nel caso discreto, quello semi-discreto, e nel caso di una funzione costo di quadrato sommabile. Analizziamo poi quest'ultimo problema nel caso particolare in cui le misure di probabilità siano assolutamente continue rispetto alla misura di Lebesgue, con densità periodiche. Mostriamo poi l'equivalenza fra questo problema e l'equazione di Monge-Ampère e proviamo la convergenza di un algoritmo per la soluzione di questa equazione. Proviamo che è possibile definire una distanza fra le misure di probabilità, a partire dalla soluzione del problema del trasporto ottimale di massa. Riportiamo, infine, una semplice applicazione della teoria del trasporto alla registrazione delle immagini, in particolare alla diagnosi della malattia della sclerosi multipla.
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