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1

Mallach, Alan. "Le maschere. Pietro Mascagni." Opera Quarterly 11, no. 3 (1995): 186–90. http://dx.doi.org/10.1093/oq/11.3.186.

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2

Melotti, Marxiano. "Le maschere della paura." Quaderni di Sociologia, no. 72 (December 31, 2016): 149–63. http://dx.doi.org/10.4000/qds.1583.

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3

Rossi, Marta, and Jacopo Tagliabue. "Le tre maschere del convenzionalista." Rivista di estetica, no. 41 (July 1, 2009): 109–24. http://dx.doi.org/10.4000/estetica.1859.

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4

Masseroli, Enrico. "Topeng: maschere nell’isola degli dei." AsiaTeatro 2023, no. 1 (2023): 5–22. http://dx.doi.org/10.55154/jkog6747.

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Abstract:
Nel variegato panorama del Teatro Balinese possiamo definire il Topeng, a seconda della prospettiva, una liturgia spettacolare oppure un genere drammatico. Enrico Masseroli, attore e regista, ne delinea le caratteristiche e i fondamenti.
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5

Lancioni, Tarcisio. "Dietro la maschera. Verità in semiotica." Estudos Semióticos 18, no. 2 (August 26, 2022): 216–36. http://dx.doi.org/10.11606/issn.1980-4016.esse.2022.194353.

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Abstract:
L’articolo propone una riflessione, condotta con gli strumenti della semiotica, sulla verità e sui suoi travisamenti (maschere, segreti), attraverso l’analisi di un racconto: Doppio sogno (Traumnovelle, 1926) di Arthur Schnitzler. Dopo un excursus su alcune concezioni della verità, derivate sia dal discorso filosofico che dalla prassi quotidiana, l’analisi testuale è volta a mostrare come i processi discorsivi, quali sono messi in scena dal racconto, presentano un ampio intreccio di pratiche “veritative” diverse, quali la constatazione, la confessione, l’inchiesta, la messa alla prova, lo smascheramento, la simulazione e la dissimulazione. Pratiche che sono a loro volta correlate a concezioni e valorizzazioni diverse della verità. Infine, l’articolo si concentra sul ruolo della “maschera”, nei processi di tematizzazione e di attorializzazione, come mezzo di nascondimento e rivelazione.
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6

Sanna, Alessandra. "LE MASCHERE AUTOBIOGRAFICHE DI GRAZIA DELEDDA." Revista Internacional de Culturas y Literaturas 11, no. 11 (2011): 298–306. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2011.i11.22.

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7

King, Martha, and Dolores Turchi. "Maschere, miti e feste della Sardegna." Italica 69, no. 2 (1992): 269. http://dx.doi.org/10.2307/479555.

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8

Marchese, Dona. "MASCHERE FEMMINILI VERGHIANE TRA NARRATIVA E CINEMA." Revista Internacional de Culturas y Literaturas 10, no. 10 (2011): 221–29. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2011.i10.16.

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9

Piizzi, Paola, Eduardo De Paula, and Márcia Chiamulera. "Máscara e mascaramentos femininos." ouvirOUver 16, no. 1 (July 27, 2020): 12–15. http://dx.doi.org/10.14393/ouv-v16n1a2020-53840.

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Abstract:
Partindo dos grafites rupestres encontrados em uma gruta do deserto do Tassili n’Ajjer (Saara), considerado um exemplo de mascaramento estético feminino, será traçado um percurso histórico crítico que pretende percorrer as diferentes tipologias de mascaramento presentes nas diversas partes e culturas do mundo. Das máscaras funerárias às máscaras utilizadas para adquirir poder e qualidade de forças sobrenaturais, da tatuagem à escarificação e deformação estética, para então debruçar-se de modo particular sobre o mascaramento feminino. Este último tem um papel de extrema importância, por exemplo, para os ritos de iniciação das adolescentes ao status de mulheres nas tribos dos Mende, Terrine e Sherbro, que habitam as fronteiras entre Serra Leoa e a Libéria; ou nos casos das mulheres islâmicas que utilizam o véu (haïk na tradição argelina, chador no Irã, burqa no subcontinente indiano). Será, enfim, analisada a fundamental contribuição, no âmbito teatral e artístico, de Jacques Lecoq, Amleto Sartori e Donato Sartori graças a invenção da máscara neutra. Partendo dai graffiti rupestri rinvenuti in una grotta del deserto del Tassili n’Ajjer (Sahara), dove è presente un chiaro esempio di mascheramento estetico femminile, verrà tracciato un percorso storico-critico che vuole ripercorrere le differenti tipologie di mascheramento presenti nelle diverse parti e culture del mondo. Dalle maschere funerarie alle maschere utilizzate per acquisire potere e qualità di forze soprannaturali, dal tatuaggio alla sacrificazione e deformazione estetica, per poi soffermarsi in particolar modo sul mascheramento femminile. Quest’ultimo ha un ruolo di estrema importanza, ad esempio, per i riti d’iniziazione delle adolescenti allo status di donne nelle tribù dei Mende, Terrine e Sherbro, che abitano il confine tra Sierra Leone e la Liberia; oppure nel caso del delle donne islamiche che utilizzano il velo (haik nella tradizione algerina, chador in Iran, burqa nel subcontinente indiano…). Verrà infine analizzato il fondamentale contributo, in ambito teatrale ed artistico, apportato da Jacques Lecoq, Amleto Sartori e Donato Sartori grazie all’invenzione della maschera neutra.
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Royce, Anya Peterson. "The Venetian Commedia: Actors and Masques in the Development of the Commedia dell'Arte." Theatre Survey 27, no. 1-2 (November 1986): 69–87. http://dx.doi.org/10.1017/s0040557400008802.

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Abstract:
The commedia dell'arte, which spanned three centuries from the sixteenth to the beginning of the nineteenth and nationalities as diverse as Italian, French, Austrian, Polish, and English, went through a number of metamorphoses before it attained the form we now associate with it. Very briefly, that form is based on stock characters (Arlecchino, Pantalone, Il Dottore, Pedrolino or Pierrot, etc.), improvisation around standard plots, and the use of masks. In Italy, this kind of commedia was established by the end of the sixteenth century. In this paper, I would like to explore the developments that led to this form, concentrating especially on the convention of maschere (stock characters) as it appeared early in sixteenth century Venice and the Veneto. I concentrate on Venice because it is there that these maschere first developed and were then elaborated into the kind of characterization that becomes the defining feature of the commedia dell'arte.
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TROVATO, Sonia. "Le maschere del potere, da Machiavelli a Pasolini." Écho des études romanes 13, no. 2 (December 11, 2017): 351–63. http://dx.doi.org/10.32725/eer.2017.043.

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Lollini, Massimo. "VICO, SALVATOR ROSA E LE MASCHERE DEL BAROCCO." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 29, no. 2 (September 1995): 245–65. http://dx.doi.org/10.1177/001458589502900201.

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Presciuttini, Silvia. "Maschere e volti nel setting ai tempi della pandemia." STUDI JUNGHIANI, no. 54 (February 2022): 85–100. http://dx.doi.org/10.3280/jun54-2021oa13064.

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Abstract:
L'"emergenza sanitaria" ha costretto gli analisti a cercare modalità inedite per proseguire l'analisi. L'articolo si sofferma in particolare sui cambiamenti apportati nel setting dalla presenza della mascherina sanitaria, tracciando un excursus che dal tema della "maschera" negli usi collettivi delle culture umane si svolge attraverso il concetto junghiano di Persona, in contrapposizione al tema del "volto" come immagine autentica del sé. Una vignetta clinica illustra le criticità apportate dalla mascherina nel setting, nel suo ostacolare la comunicazione delle emozioni. In mancanza di un'elaborazione trasformativa dei dati concreti, anche lo "smascheramento" può condurre a un incontro destabilizzante. Nei momenti di oscurità e confusione che si attraversano in analisi, l'analista sperimenta quella sorta di "identità inconscia" fra terapeuta e paziente che Jung ha definito Nigredo. Il corpo sottile acquista allora caratteri di gravità, pesantezza, spessore, che ne danneggiano la qualità trasformativa. 
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Paolucci, Gabriella. "L’impegno della ragione sociologica contro le maschere del dominio." Quaderni di Sociologia, no. 29 (August 1, 2002): 151–61. http://dx.doi.org/10.4000/qds.1291.

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Marco Antonio, Bazzocchi. "Parole della fine: l’ultima voce di Pasolini." Cuadernos de Filología Italiana 29 (June 24, 2022): 31–38. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.81026.

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Abstract:
Nel saggio vengono analizzati due componimenti dell’ultima raccolta di Pasolini, La nuova gioventù. In entrambe queste opere l’autore ricorre a una stilizzazione della propria voce creando un effetto che vede in gioco maschere mitologiche (Edipo, Socrate) a cui viene demandato di esprimere l’inutilità del sapere che l’autore stesso ha accumulato. Questi due testi possono costituire una cornice dentro cui iscrivere la postura ideologica e psicologica dell’ultima fase dell’opera di Pasolini.
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Miller, Marion S., and Domenico Scacchi. ""Abbasso le Maschere": Democrazia e Garibaldinismo a Roma (1881-1883)." American Historical Review 99, no. 5 (December 1994): 1721. http://dx.doi.org/10.2307/2168493.

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Vasarri, Fabio. "Ivanna Rosi, Le maschere di Chateaubriand. Libertà e vincoli dell’autorappresentazione." Studi Francesi, no. 167 (LVI | II) (July 1, 2012): 329–30. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.4090.

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Colilli, Paul, and Diana Iuele-Colilli. "Italiese as a Literary Language (The Example of Le maschere laurenziane)." Italian Canadiana 31 (August 16, 2022): 91–102. http://dx.doi.org/10.33137/ic.v31i.39179.

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Vannucci, Alessandra. "Arlecchino e Pulcinella nel Corteo Dionisiaco: Ascendenze orfiche delle maschere italiane." Anais de Filosofia Clássica 13, no. 26 (December 22, 2019): 19–41. http://dx.doi.org/10.47661/afcl.v13i26.23910.

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Abstract:
As antigas cosmogonias alimentam o imaginário popular através dos séculos. Assim, podemos associar o mito trágico do esquartejamento e retorno de Dionísio a ritos propiciatórios ligados ao culto da fertilidade vegetal e ao ciclo das estações agrícolas. Como outras personagens mascaradas nos espetáculos da Commedia dell’Arte (século XVI), Arlequim lembra figuras psicopompas, ou seja, em trânsito entre o reino inferior e o reino superior, como o rei dos elfos Herl Koning (uma das possíveis etimologias do nome) que guia a procissão de almas na mitologia nórdica e o próprio Dionísio, instigador da mania carnavalesca. Arlequim não só testemunha sua derivação infernal no resto de chifre que tem na cabeça, mas também evoca um estado vegetal anterior nas manchas que tingem seu hábito (inicialmente branco como o de seu companheiro Polichinelo) de cores primaveris. A máscara é, portanto, um resíduo (satírico, na tradição italiana) de um saber ancestral que inclui a relação entre vida e morte como como um ciclo de eterno retorno que parece afastar as disposições da divina providência
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Possiedi, Paolo. "LA “MUTAZIONE TOTALE” DI LEOPARDI NEL 1819: SOGGETTIVITÀ, MASCHERE E SCRITTURA." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 30, no. 1 (March 1996): 24–54. http://dx.doi.org/10.1177/001458589603000102.

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Forti-Lewis (book author), Angelica, and Antonio Franceschetti (review author). "Maschere, libretti e libertini: il mito di Don Giovanni nel teatro europeo." Quaderni d'italianistica 14, no. 1 (April 1, 1993): 184–85. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v14i1.10199.

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Bettetini, Maria. "Alberi, labirinti e maschere. Semiotica e filosofia del linguaggio in Umberto Eco." Quaestio 8 (January 2008): 712–16. http://dx.doi.org/10.1484/j.quaestio.1.100410.

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Colceriu, Diana Mite. "Critique de Rosi (2010): Le maschere di Chateaubriand. Libertà e vincoli dell’autorappresentazione." Revue Romane / Langue et littérature. International Journal of Romance Languages and Literatures 47, no. 1 (June 26, 2012): 181–83. http://dx.doi.org/10.1075/rro.47.1.10col.

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Buccini, Stefania, and Angelica Forti-Lewis. "Maschere, libretti e libertini: il mito di Don Giovanni nel teatro europeo." Italica 70, no. 2 (1993): 233. http://dx.doi.org/10.2307/479893.

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Hauck, Sebastian. "Warum von einem Leben ohne Theater träumen?" arbeitstitel | Forum für Leipziger Promovierende 6, no. 2 (February 24, 2015): 19–32. http://dx.doi.org/10.36258/aflp.v6i2.3294.

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Abstract:
Denjenigen Theaterformen, die gemeinhin unter dem Namen Commedia dell’Arte, Commedia all’improvviso, Comédie italienne oder Théâtre de la Foire bekannt sind, erweist sich ein Verfahren als grundlegend, das mit dem Erzählen von anderen Welten umschrieben werden kann. Auf der Basis mythischer Figuren und Maschere erzählten Akteure in der Tradition des souveränen Schauspielers von anderen, jenseitigen, exotischen Welten. Aus dieser Perspektive wurden die Normen, Regeln, Zwänge, Werte, Tabus dieser, der ›eigentlichen‹ Welt, spielerisch hinterfragt und relativiert. Nach dem jeweils unterschiedlichen historischen Kontext wurde ein bestimmter Aspekt dieser anderen Welt hervorgehoben: gegen Ende des 17. und zu Beginn des 18. Jahrhunderts in Paris die Vorstellung, der Traum eines Lebens ohne Theater.
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Barbiellini Amidei, Beatrice. "Sotto le maschere di Arnaut. Alcuni appunti in margine all'esegesi di Arnaut Daniel." Romania 123, no. 489 (2005): 28–50. http://dx.doi.org/10.3406/roma.2005.1346.

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Wurm, Achim. "Giovanni Reale Eros dèmone mediatore. Il gioco delle maschere nel Simposio di Platone." Bochumer Philosophisches Jahrbuch für Antike und Mittelalter 5 (December 31, 2000): 260–61. http://dx.doi.org/10.1075/bpjam.5.23wur.

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Pierce, Glenn P. "Review: Maschere, libretti e libertini: il mito di don Giovanni nel teatro europeo." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 28, no. 2 (September 1994): 443–45. http://dx.doi.org/10.1177/001458589402800220.

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Borra (book author), Antonello, and Olivia Holmes (review author). "Guittone d'Arezzo e le maschere del poeta. La lirica cortese tra ironia e palinodia." Quaderni d'italianistica 22, no. 1 (January 1, 2001): 167–69. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v22i1.9359.

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Peterson, Thomas E., and Antonello Borra. "Guittone d'Arezzo e le maschere del poeta. La lirica cortese tra ironia e palinodia." Italica 79, no. 1 (2002): 114. http://dx.doi.org/10.2307/3655975.

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Peterson, Thomas E., and Antonello Borra. "Guittone d'Arezzo e le maschere del poeta. La lirica cortese tra ironia e palinodia." Italica 79, no. 3 (2002): 409. http://dx.doi.org/10.2307/3656103.

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PARADISI, A., A. SODO, D. ARTIOLI, A. BOTTI, D. CAVEZZALI, A. GIOVAGNOLI, C. POLIDORO, and M. A. RICCI. "DOMUS AUREA, THE ‘SALA DELLE MASCHERE’: CHEMICAL AND SPECTROSCOPIC INVESTIGATIONS ON THE FRESCO PAINTINGS." Archaeometry 54, no. 6 (April 11, 2012): 1060–75. http://dx.doi.org/10.1111/j.1475-4754.2012.00678.x.

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Falco, Giulia. "Due gruppi fittili di soggetto teatrale da Centuripe e da Adrano e una maschera marmorea da Tindari : ipotesi per l'identificazione delle maschere di Tiresia, Edipo e Fineo." Mélanges de l’École française de Rome. Antiquité 109, no. 2 (1997): 813–32. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.1997.2005.

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Carlson, Marvin. "Book Review: L'arte del buffone. Maschere e spettacolo tra Italia e Baviera nel XVI secolo." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 41, no. 2 (September 2007): 563–64. http://dx.doi.org/10.1177/001458580704100235.

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Bergomi, Mariapaola. "Serioludere – Travestimenti letterari, maschere e platonismo: a margine di una recente pubblicazione su Marsilio Ficino." Méthexis 31, no. 1 (April 12, 2019): 167–78. http://dx.doi.org/10.1163/24680974-03101009.

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D'ORSO, Angela Alexandra. "Foscolo tra le maschere: Simulazione e dissimulazione come strumenti di riflessione sull'identità nell'opera di Ugo Foscolo." Écho des études romanes 13, no. 2 (December 11, 2017): 133–45. http://dx.doi.org/10.32725/eer.2017.025.

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Steinberg, Justin. "Guittone d'Arezzo e le maschere del poeta: La lirica cortese tra ironia e palinodia. Antonello Borra." Speculum 78, no. 1 (January 2003): 143–44. http://dx.doi.org/10.1017/s0038713400099103.

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Nappi, Paolino. "Mitizzazione e smitizzazione del guappo-camorrista nella letteratura napoletana del primo Novecento: le maschere di Ferdinando Russo e Raffaele Viviani." Quaderni d'italianistica 36, no. 2 (July 27, 2016): 41–68. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v36i2.26899.

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Abstract:
In questo articolo si considerano due esponenti di spicco della letteratura napoletana della prima metà del Novecento, il poeta e scrittore Ferdinando Russo e il drammaturgo Raffaele Viviani, mettendo a confronto la rappresentazione mitica del guappo- camorrista del primo con la smitizzazione ironica del guappo che caratterizza invece alcune commedie del secondo. Si analizzeranno queste immagini contrapposte, insistendo in particolare sulla nozione di “maschera” applicabile, in maniera diversamente specifica, alle modalità rappresentative scelte dai due autori.
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Casini, Emanuele. "Volti eterni, guide nell'aldilà: alcune osservazioni sulle maschere funerarie ritrovate nella tomba di Sennedjem a deir el-medina." Egitto e Vicino Oriente 39 (2017): 91. http://dx.doi.org/10.12871/97888674174766.

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Calefato, Patrizia. "La via delle mascherine." dObra[s] – revista da Associação Brasileira de Estudos de Pesquisas em Moda, no. 31 (April 14, 2021): 103–17. http://dx.doi.org/10.26563/dobras.i31.1288.

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Abstract:
In questo articolo mi concentrerò sul ruolo delle mascherine facciali, resesinecessarie in tutto il mondo a causa della pandemia da Coronavirus del 2020, e trasformatesiin indumento alla moda. Inquadrerò la funzione delle mascherine nell’ambito del concettoantropologico (Lévi-Strauss), sociologico e semiotico della maschera, e le analizzeròin relazione all’immagine del corpo grottesco (Bakhtin). Partirò da una definizione dellamoda come sistema di segni (Barthes) e dalla riflessione su come i segni della moda contemporaneaesprimano in modo spiccato le aperture del corpo e le inversioni semantichecaratteristiche dello stile grottesco. La funzione protettiva delle mascherine, cioè quella diimpedire le aperture e le contaminazioni tra i corpi, caratteristiche del grottesco in sensobachtiniano, viene ad essere però semioticamente “contesa” proprio dal divenire di modadi questi oggetti, che assumono colori, fantasie, forme, dimensioni, affidate all’inventivastilistica e alla creatività più sfrenata, anche personale. Le mascherine alla moda diventanocosì il simbolo dell’epoca del Coronavirus in quanto oggetti che “resistono” idealmentealla separazione tra i corpi imposta dal distanziamento sociale, e al tempo stesso interpretanoin forma emblematica l’idea di responsabilità solidale e collettiva dei corpi rivestiti,anche oltre la pandemia.
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Chater, James. "Poetry in the Service of Music: The Case of Giovambattista Strozzi the Younger (1551–1634)." Journal of Musicology 29, no. 4 (2012): 328–84. http://dx.doi.org/10.1525/jm.2012.29.4.328.

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Abstract:
Giovambattista (G. B.) Strozzi the Younger (1551–1634) occupied an important place in the literary life of Florence during the period when the Medici were consolidating their absolute rule over Tuscany. As a founder member and host of the Accademia degli Alterati he stands at the center of a web of poets and academicians who strove to bring about a closer cooperation between music, literature, and theater. Strozzi is of interest to music historians for his work in three overlapping areas. First, he provided the texts for intermedi, maschere, and other music performed in Florence from 1579 until 1608, including music celebrating dynastic events of the Medici family. Second, a number of his poems were disseminated as the texts of published madrigals. Third, G. B. Strozzi is the author of poesia per musica, poems written specifically for musical setting or as contrafacta for existing musical pieces. In this area Strozzi was influenced by the reforming and moralizing tendencies of the Congregazione dell’Oratorio. This article surveys Strozzi’s contribution in these three overlapping areas and also focuses on the poems Strozzi wrote in homage to Bianca Cappello, Francesco de’ Medici’s mistress and later his wife.
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Bini, Andrea. "L'umorismo di Pirandello fra Opera Aperta e la scoperta dell'io." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, no. 1 (February 14, 2018): 63–84. http://dx.doi.org/10.1177/0014585817747263.

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Abstract:
Il presente saggio analizza l'estetica di Pirandello, contenuta soprattutto nel suo saggio L'umorismo, e il suo contributo dato all'estetica del XX secolo. Costituendo una rottura rispetto agli ideali estetici precedenti, la distinzione pirandelliana fra arte umoristica e non-umoristica può essere paragonata a quella fra arte aperta e arte classica teorizzata da Umberto Eco nel suo saggio Opera Aperta (1962). Ma interpretare L'umorismo come esempio ante litteram di opera aperta in quanto meta-arte autoriflessiva è anche lo spunto per ripensare il cuore della poetica pirandelliana incentrato sul problema della dissoluzione dell' io. Nella seconda parte di questo lavoro intendo dimostrare che nonostante l'esplicita dichiarazione di scetticismo lo scrittore siciliano è testimone acuto di una società in cui a emergere è proprio l'interiorità del soggetto, che si afferma parallelamente al declino delle varie maschere sociali. Detto in termini più specifici, nella società moderna di massa ad andare in crisi è il valore sociale del performativo. Questo significa leggere Pirandello alla luce delle tesi del sociologo Richard Sennet, contenute nel libro The Fall of the Public Man (1977), e di quelle di impostazione psicanalitica che il filosofo Rober Pfaller ha esposto in Die Illusionen der anderen. Über das Lustprinzip in der Kultur (2002).
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Andreaux, Patrizio Alberto. "Cosa resta degli angeli?: Una rilettura della novella di Fra’ Alberto (Decameron IV, 2), tra le maschere dell’angelo e dell’uom salvatico." Incontri. Rivista europea di studi italiani 29, no. 1 (October 9, 2014): 95. http://dx.doi.org/10.18352/incontri.9772.

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Senelick, Laurence. "Émigré Cabaret and the Re-invention of Russia." New Theatre Quarterly 35, no. 1 (January 16, 2019): 44–59. http://dx.doi.org/10.1017/s0266464x1800060x.

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Abstract:
Before the October Revolution, political exiles and Jewish refugees spread the image of Russia as a vast prison, riven by violence and corruption. After the Revolution, émigrés who scattered across the globe broadcast their idea of a fabulous, high-spirited Russia. Cabaret – an arena for theatrical innovation, stylistic experimentation, and avant-garde audacity – was a choice medium to dramatize this idea to non-Russian audiences. Throughout the 1920s, émigré cabarets enjoyed great popularity: Nikita Baliev's Chauve- Souris in New York, Jurij Jushnij's Die Blaue Vogel in Berlin, J. Son's Maschere in Italy, among others. Although the acts were polyglot and the compère pattered away in a pidgin version of whichever language was current, the chief attraction was an artificial Russian - ness. Cabarets promulgated a vision of a fairy-tale, toy-box Russia, akin to the pictures on Palekh boxes. This candy-box depiction was then perpetuated by nightclubs staffed by waiters in Cossack blouses and balalaika orchestras. Nostalgic regret for a factitious homeland deepened among the departed. In contrast, Soviet Russia came to look even more hostile and desolate. With time, the distance between the lives they had lived and those portrayed to foreigners increased, and became unmoored from reality. Laurence Senelick's most recent books include Soviet Theater: a Documentary History (2014, with Sergei Ostrovsky), the second, enlarged edition of A Historical Dictionary of Russian Theatre (2015), and Jacques Offenbach and the Making of Modern Culture (Cambridge University Press, 2017).
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Vignati, Rinaldo. "Pasquino avvocato. Vincenzo Talarico e il cinema." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, no. 2 (December 12, 2019): 658–83. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819887728.

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Abstract:
L’attività degli sceneggiatori è raramente sottoposta a un’analisi mirante a individuarne un profilo “autoriale” che, come viene abitualmente fatto per i registi, ne metta in luce stilemi ricorrenti e interessi tematici. L’articolo si propone di esaminare l'attività di sceneggiatore di Vincenzo Talarico. II tratto caratteristico di questo giornalista e scrittore è identificato nel contrasto fra l’attrazione per la retorica e l’atteggiamento sarcastico nei confronti della retorica, e quindi nella volontà di demolire con l'ironia le maschere pubbliche che coprono i vizi privati degli individui. Tale contrasto può essere sintetizzato da un lato dalle sue comparse, in qualità di interprete, in vari film nei quali si è calato nella parte di un avvocato dall’eloquio ampolloso e dai gesti enfatici, e dall’altro nella frequente presenza, nei film da lui sceneggiati, di scene in cui un discorso celebrativo e retorico viene continuamente interrotto, oppure contrappuntato da commenti sarcastici. Talarico, che Indro Montanelli definisce “specializzato nell’arte di mormorare”, ha spesso collaborato alla scrittura di film in cui venivano prese di mira le pose monumentali del fascismo. Anche nelle opere “di genere” (film comici, melodrammi) a cui ha collaborato si ravvisa la presenza di simili contrappunti. I film a cui ha partecipato prevedono spesso lo smascheramento di personaggio dotati di una doppia faccia. L'articolo esamina dettagliatamente le collaborazioni cinematografiche di Talarico, mettendole a confronto con alcuni testi letterari dello stesso autore (in particolare, le pagine su Tersite nel testo Pasquino insanguinato forniscono una guida per la lettura del suo percorso). L’articolo – che prende in esame anche alcuni testi inediti – intende quindi contribuire a far emergere legami tra film che gli approcci tradizionali, incentrati sul regista o sui generi, tendono a lasciare in ombra.
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Jocelyn, H. D. "What's in a Name - Cesare Questa, Renato Raffaelli: Maschere prologhi naufragi nella commedia plautina. (Studi e commenti, 1.) Pp. 167; 5 plates. Bari: Adriatica, 1984. Paper, L. 20,000." Classical Review 35, no. 2 (October 1985): 266–68. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x00108765.

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Scarabino, T., G. M. Giannatempo, A. Simeone, F. Perfetto, T. Popolizio, G. Polonara, and U. Salvolini. "Fat Suppression Imaging in Neuroradiologia con sequenza Fast Spin Echo T2 pesata." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 2 (April 1996): 157–64. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900204.

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Abstract:
Gli autori illustrano gli aspetti tecnici, semeiologici ed applicativi delle tecniche di soppressione del grasso, con sequenza Fast Spin Echo (FSE) T2 pesata, in Neuroradiologia. L'uso di queste tecniche risulta obbligatorio con la FSE in quanto tale sequenza è caratterizzata da un alto segnale del grasso non solo in T1p, ma anche in T2p. Ciò comporta un'alterazione dell'imaging FSE, rispetto a quello Spin Echo convenzionale, con possibilità di mascherare tutte quelle patologie anch'esse ad alto segnale in T2p. I distretti che possono risentire di tale inconveniente comprendono quelle strutture con ampia componente di grasso quali quelle della testa (orbite, clivus, osso temporale) e soprattutto del rachide, particolarmente ricco di grasso a livello del midollo vertebrale e dello spazio epidurale. Le tecniche più utilizzate sono la CHESS-FSE (Chemical Shift Selective Saturation -FSE) e la STIR-FSE (Short TI Inversion Recovery-FSE). Con entrambe la soppressione del grasso risulta soddisfacente e rapida; ne consegue un aumento della visibilità diagnostica di lesioni quali quelle flogistiche o tumorali (specie ripetitive) altrimenti mascherate dall'alto segnale del grasso.
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Bertò, Alessio. "Per un'apologia della maschera." Intexto, no. 33 (July 9, 2015): 15. http://dx.doi.org/10.19132/1807-8583201533.15-27.

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Thomas, Christopher J. "Un ballo in maschera." Opera Quarterly 5, no. 2-3 (1987): 222–26. http://dx.doi.org/10.1093/oq/5.2-3.222.

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Calligaro, Giulia. "Una scrittura in maschera." Quaderns d’Italià 12 (November 3, 2002): 125. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.203.

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