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1

Toro, Maria Beatrice, and Stefano Davide Bettera. "Meditazione e mente nella mindfulness e nella tradizione religiosa buddhista: differenze essenziali." MODELLI DELLA MENTE, no. 1 (September 2021): 83–95. http://dx.doi.org/10.3280/mdm1-2021oa12640.

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Abstract:
In questo articolo scritto a quattro mani si descrivono le caratteristiche distin-tive della meditazione mindfulness e della meditazione buddhista. Sebbene Jon Ka-bat-Zinn fondatore dei protocolli mindfulness abbia tratto molto dalla meditazione vipassana, si vuole sottolineare come la mindfulness resti un approccio laico, sce-vro di implicazioni spirituali. La proposta buddhista ha, al contrario, una profon-da dimensione spirituale. Ci sembra appropriato distinguere i due approcci ed entrare in dialogo nel ri-spetto delle differenze, mentre, al contrario, troviamo poco utili, ambigue e fuor-vianti, le commistioni oggi purtroppo sempre più diffuse.
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2

Comolli, Giampiero. "Meditazione e risacralizzazione del corpo." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 35 (September 2009): 58–72. http://dx.doi.org/10.3280/las2009-035004.

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Abstract:
- Tutti i movimenti spirituali che sembrano oggi riscuotere successo nella nostra societÀ prevedono un coinvolgimento della corporeitÀ, propongono una risacralizzazione del corpo. Fra questi nuovi movimenti sono emersi ormai da anni con una certa forza quelli di derivazione orientale, che propongono la pratica della meditazione quale via salvifica e per il corpo e per la mente. La meditazione, infatti, lungi dall'essere un'attivitÀ eminentemente riflessiva, si presenta sempre come una pratica esperienziale totalizzante, che implica un coinvolgimento pieno non solo della mente, ma anche dell'emotivitÀ e della corporeitÀ.
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3

Solé-Leris, Amadeo. "Psicoterapia e Meditazione. Ed. Adalberto Bonecchi." Buddhist Studies Review 11, no. 1 (June 15, 1994): 86–89. http://dx.doi.org/10.1558/bsrv.v11i1.15181.

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4

Kurek, Ryszard. "Biblijna orientacja medytacji pachomiańskiej." Vox Patrum 12 (August 23, 1987): 247–59. http://dx.doi.org/10.31743/vp.10548.

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5

Imbasciati, Antonio. "Il mentecervello: meditazione interrogativa per gli psicoanalisti." RUOLO TERAPEUTICO (IL), no. 130 (October 2015): 15–24. http://dx.doi.org/10.3280/rt2015-130003.

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6

Cupolo, Carmela Pesca. "LA CLIZIA COME MEDITAZIONE SENILE DI MACHIAVELLI." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 28, no. 2 (September 1994): 252–68. http://dx.doi.org/10.1177/001458589402800202.

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7

Agostini, Igor. "La domanda sul l’uomo e la II Meditazione." EDUCAÇÃO E FILOSOFIA 34, no. 72 (February 12, 2021): 1141–56. http://dx.doi.org/10.14393/revedfil.v34n72a2020-59280.

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Abstract:
A questão sobre o homem e a II Meditação Resumo: Neste artigo, analiso a noção pré-filosófica de “homem” discutida por Descartes na Segunda Meditação. Apesar da atenção dirigida a esse tópico pelos contemporâneos de Descartes, em particular Bourdin, os pesquisadores não se demoram sobre tal questão. Argumentarei nas páginas seguintes que a análise da noção pré-filosófica de homem, por parte de Descartes, constitui um caso paradigmático do procedimento seguido na Segunda Meditação para encontrar a distinção. Esse procedimento consiste, de fato, em um movimento que, retomando uma noção pré-filosófica, encontra, através da atenção e, por conseguinte, da clareza, a distinção: concentrando a atenção na noção pré-filosófica de homem em que “descobre” a cogitatio, o meditador torna tal noção clara; depois, a separa das determinações às quais está unida, tornando-a distinta. Palavras-chave: Descartes, Meditações, homem, clareza e distinção. La domanda sul l’uomo e la II Meditazione Riassunto: In questo articolo analizzo la nozione pre-filosofica di ‘uomo discussa da Descartes nella Seconda Meditazione. A dispetto dell’attenzione rivolta su questo punto dai contemporanei di Descartes, in particolare Bourdin, gli studiosi non si sono particolarmente soffermati su tale questione. Argomenterò nelle pagine seguenti che l’analisi, da parte di Descartes, della nozione pre-filosofica di uomo costituisce un caso paradigmaico della procedura seguita nella seconda Meditazione per giungere alla distinzione. Questa procedura consiste, infatti, in un movimento che, regredendo da una nozione pre-filosofica, giunge, attraverso l’attenzione e, quindi, la chiarezza, alla distinzione: dentro la nozione pre-filosofica di uomo in cui il meditante ‘scopre’ la cogitatio, egli sofferma l’attenzione rendendo tale nozione chiara, poi la separa dalle determinazioni cui è unita nella medesima nozione rendendola distinta. Parole-chiave: Descartes, Meditações, homem, clareza e distinção. The question about man and II Meditation Abstract: In this paper I will focus on the pre-philosophical notion of ‘man’ discussed by Descartes in the Second Meditation. In spite of the attention addressed on this very point by Descartes’s contemporaries, especially by Bourdin, scholars have not much dealt with this topic. In what follows, I will argue that Descartes’s analysis of the pre-philosophical notion of ‘man’ constitutes a paradigmatic case of the procedure followed in the Second Meditation in order to attain distinction. This procedure consists in a movement by which the meditator, by regressing from a pre-philosophical notion, obtains clearness through attention, and therefore distinctness through clearness: by focusing his attention on the pre-philosophical notion of ‘man’, in which he discovers the ‘cogitatio’, the meditator makes such a notion clear; then, by internal means of separation, he makes this notion distinct as well. Keywords: Descartes, Meditações, homem, clareza e distinção.
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De Benedittis, Giuseppe. "Ipnosi e meditazione a confronto. Similarità e differenze." IPNOSI, no. 1 (June 2018): 5–11. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2018-001001.

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9

Ivaldo, Marco. "Esperienza religiosa, simbolo, filosofia. La meditazione dell'"ultimo" Pareyson." DEMOCRAZIA E DIRITTO, no. 3 (February 2010): 266–81. http://dx.doi.org/10.3280/ded2008-003015.

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10

Fabbro, Franco, and Cristiano Crescentini. "La meditazione orientata alla mindfulness (mom) nella ricerca psicologica." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (January 2017): 457–72. http://dx.doi.org/10.3280/rip2016-004001.

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11

Cappuccio, Massimiliano. "Empatia e neuroni specchio. Dalle neuroscienze cognitive alla Quinta Meditazione cartesiana." Rivista di estetica, no. 37 (February 1, 2008): 43–65. http://dx.doi.org/10.4000/estetica.1978.

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Sartea, Claudio. "Riflessioni bioetiche sul suicidio medicalmente assistito: il parere del Comitato Nazionale per la Bioetica." Medicina e Morale 68, no. 4 (October 15, 2019): 437–54. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2019.590.

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Abstract:
Nel mese di luglio 2019 il Comitato nazionale per la Bioetica italiano ha approvato e pubblicato un Parere intitolato “Riflessioni bioetiche sul suicidio medicalmente assistito”. Con il presente contributo, si presenta brevemente la storia istituzionale di questo documento e si cercano risposte ad alcuni quesiti bioetici toccati dal Parere. Ne emerge una lettura critica che va al di là delle singole questioni (e specialmente dei profili giuridici e legali implicati), e rimanda all’esigenza di una meditazione nuova sul senso della bioetica ed il suo rapporto con l’antropologia filosofica e le questioni identitarie.
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Casini, Marina. "I diritti dell’uomo, la bioetica e l’embrione umano." Medicina e Morale 52, no. 1 (February 28, 2003): 67–110. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2003.674.

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Abstract:
L’articolo muove dalla constatazione – documentata dal riferimento a numerosi documenti di carattere giuridico - dell’intenso legame esistente tra la riflessione sui diritti umani e quella sulla bioetica; legame che affonda le sue radici nella metà del secolo scorso e che è a tutt’oggi fecondo tanto da costituire una delle caratteristiche della modernità. La forza espansiva delle due riflessioni trova uno sbocco ed una prospettiva comune nel biodiritto che sta imponendosi non solo come un settore degli ordinamenti interni, definibile in base a criteri pratici, didattici o sistematici, ma anche come riflessione planetaria sui diritti umani il cui nucleo più profondo è costituito dalla meditazione sulla dignità umana, sul suo contenuto, sulla sua ragione. Il biodiritto, infatti, manifesta l’urgenza di un supplemento di riflessione, uno sforzo speculativo che sappia guardare a fondo per cogliere senso più autentico del diritto e dei diritti umani. Questo supplemento di riflessione viene posto nella prospettiva dell’esistenza umana appena sbocciata e minacciata in molti modi: dall’aborto chirurgico a quello chimico, dalla fecondazione in vitro, all’uso dell’embrione a fini sperimentali o di ricerca. Sullo sfondo di una panoramica generale dei principali testi giuridici che più o meno direttamente si occupano, con diversi esiti, dell’embrione umano, lo scritto si sofferma sulle ragioni che depongono a favore del riconoscimento del concepito come soggetto. Tali ragioni- squisitamente giuridiche - sono date dalla meditazione sulla dignità umana e sul collegato principio di uguaglianza alla luce delle Costituzioni e delle dichiarazioni di diritti; dal concetto tecnico-giuridico di persona; dalla rilevanza giuridica del dubbio.
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Randoing, Chantal. "Meditazione sulla diversità e sulla «separatezza» in Camere separate di Pier Vittorio Tondelli." Cahiers d’études italiennes, no. 7 (May 15, 2008): 23–33. http://dx.doi.org/10.4000/cei.904.

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Tronina, Antoni. "Biblijne przesłanie obrazu Miłosierdzia Bożego." Verbum Vitae 3 (January 14, 2003): 255–66. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1968.

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Abstract:
La presente meditazione mostra lo sfondo biblico della immagine della Misericordia Divina, dipinta secondo le visioni di Santa Faustina. Il Cristo glorioso si fa vedere come un sacerdote, anzi il sommo sacerdote del’Antico Testamento. Dalla tradizione giudaica (Flavio Giuseppe e alcuni scritti esseni) sappiamo, che il pettorale del sommo sacerdote radiava durante la liturgia del Giomo dell’Espiazione. Nel Nuovo Testamento la Lettera agli Ebrei ci mostra il Mistero Pasquale della morte e risurrezione di Gesii Cristo come un antitipo del rituale biblico. I due raggi usciti dal cuore di Gesu simboleggiano la sua misericordia verso gli uomini e la sua fedelta al Padre (cf. Ebr 2, 17).
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Divino, Federico. "FUGGIRE DALLA CITTÀ: SUL RUOLO DELL’ANTROPIZZAZIONE E DELL’AREA URBANA NELLA FORMAZIONE DELLA PRATICA ASCETICA NELL’ANTROPOLOGIA BUDDHISTA." Rivista Italiana di Antropologia Applicata 8, no. 2 (November 2022): 79–102. http://dx.doi.org/10.32054/2499-1848-2022-2-4.

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Abstract:
Abstract: Nel presente articolo si intende analizzare antropologicamente il ruolo della città nella pratica ascetica buddhista, e di come la realtà urbana abbia significativamente contribuito alla formazione di certe idee buddiste che permangono ancora nella modernità, seppur in forma diversa. Il ruolo conflittuale che il buddhismo proponeva in una battaglia contro l’antropizzazione si è infatti evoluto in un adattamento nello spazio urbano che mantiene però tratti di resistenza nei confronti di un certo ordine costituito. Tale conformazione ha origini molto antiche, e dev’essere dunque indagata anche in relazione alla formazione del primo buddhismo. Keywords: buddhismo e antropizzazione, ascesi e spazio urbano, città e meditazione, antropologia del buddhismo
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Gurashi, Dario. "Religione e ideologia nel giovane Agrippa: Appunti sulla vocazione intellettuale." Mediterranea. International Journal on the Transfer of Knowledge 5 (March 20, 2020): 153–92. http://dx.doi.org/10.21071/mijtk.v5i.12250.

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Abstract:
La riforma della cultura promossa da Cornelio Agrippa richiede una riorganizzazione della teologia tradizionale. Recuperando la prisca theologia, Agrippa mira ad emancipare l’esegesi delle Scritture dalla filosofia scolastica, responsabile di aver corrotto il significato autentico della Parola di Dio tramite un impiego indisciplinato della ragione a scapito della fede. Ripensare l’approccio alla Bibbia significa allora ridefinire il concetto di teologia: in quanto meditazione sulla parola divina, essa dovrà abbandonare le dispute dialettiche per tradursi in uno stile di vita contrassegnato dalla virtù e dall’integrità della fede in Cristo. Il programma di Agrippa, dunque, intende dimostrare l’incompetenza dei teologi scolastici e allo stesso tempo rivendica per il pensatore laico la libertà di interpretare le fonti della vera sapienza.
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Macaluso, Mercurio Albino. "L'es in psicoterapia della Gestalt." QUADERNI DI GESTALT, no. 1 (June 2022): 47–67. http://dx.doi.org/10.3280/gest2022-001004.

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Abstract:
Scopo di questo articolo è dimostrare come l'es rappresenti un importante fondamento teo-rico dell'attuale psicoterapia della Gestalt, orientata alla relazione. Gli autori di Gestalt Therapy ridefiniscono il concetto psicoanalitico di es in un'ottica fenomenologica, considerandolo sia come la fase iniziale del processo di contatto, sia come un particolare modo del processo stes-so. Inteso in quest'ultima accezione, l'es è il funzionamento del sé nel rilassamento e nella non integrazione. Nel lavoro clinico centrato sull'individuo, il funzionamento es del sé è alla base del continuum di consapevolezza. In un'ottica orientata invece alla relazione, il funzionamento es costituisce per il terapeuta uno strumento di conoscenza del campo. Il funzionamento es, inoltre, favorisce una condivisione intima tra paziente e terapeuta, che somiglia a una forma di meditazione a due e rappresenta un'apertura della psicoterapia alla dimensione spirituale.
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Migone, Paolo. "Il problema della "traduzione" di aspetti delle filosofie orientali nella psicoterapia occidentale." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 1 (March 2010): 35–52. http://dx.doi.org/10.3280/pu2010-001003.

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Abstract:
Vi sono due modi per concepire il rapporto tra filosofie orientali e psicoterapia occidentale. Un modo č rispettare la diversitŕ delle filosofie occidentali (ad esempio nelle visioni del mondo) e introdurne aspetti a scopo terapeutico: in questo senso alcuni parlano di "integrazione" o "eclettismo", con tutte le controversie legate a questi termini. Un secondo modo č partire da una sola prospettiva, quella di una psicoterapia occidentale, e studiare le pratiche orientali per comprenderne il meccanismo di azione. Questo articolo segue questo secondo modo, e utilizza la teoria psicoanalitica per discutere tecniche quali il rilassamento, il training autogeno (una versione occidentale dello yoga), la meditazione, la mindfulness e altri "esercizi". Vengono discusse anche tecniche occidentali, come la epochč fenomenologica, le "associazioni libere" e l'"attenzione liberamente fluttuante" di Freud, il "momento presente" di D.N. Stern, la terza ondata (third wave) del movimento cognitivo-comportamentale, e cosě via.
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Bottaccioli, Anna Giulia. "La malattia infiammatoria cronica intestinale: cure integrate in ottica Pnei." PNEI REVIEW, no. 2 (November 2020): 30–40. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2020-002004.

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Abstract:
La malattia infiammatoria cronica intestinale (MICI) è una malattia idiopatica autoimmune che colpisce l'apparato digerente a causa dalla risposta immunitaria disregolata contro la microflora intestinale. I due principali tipi di MICI sono la rettocolite ulcerosa (RCU) e il morbo di Crohn (MC). Lo studio dell'asse intestino-cervello applicato alle MICI ha correlato lo stress con il peggioramento dell'attività di malattia. Durante lo stress, il cortisolo incrementa la permeabilità della barriera intestinale, favorendo la disbiosi intestinale e l'attivazione immunitaria in senso pro-infiammatorio. Un altro elemento osservato nelle MICI è l'alterazione del sistema neurovegetativo e in particolare la riduzione delle fibre efferenti vagali nel tratto digerente con conseguente fallimento del riflesso anti-infiammatorio vagale ed aumento dell'infiammazione. Vengono illustrate le evidenze scientifiche di approcci terapeutici non farmacologici integrati alla terapia standard delle MICI, come dieta anti-infiammatoria, pre- e probiotici, trapianto di microbiota fecale, fitoterapia, stimolazione nervosa vagale, agopuntura, terapie mente-corpo (meditazione, yoga e rilassamento) e psicoterapia.
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Garrido-Bonaño, Manuel. "Inos BIFFI, Meditazione eucarìstiche, Milano, Ed. Jaca Bock (col. «Già e non ancora», 64), 1982, 94 pp., 11 x 18." Scripta Theologica 15, no. 1 (March 13, 2018): 339–41. http://dx.doi.org/10.15581/006.15.21156.

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Meneghini, Anna Maria, and Veronica Delai. "Emozioni positive, repertori pensiero-azione e focus attenzionale." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (March 2013): 519–38. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-004005.

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Abstract:
Secondo la broad-and-build theory di Fredrickson, le emozioni positive, se esperite frequentemente nel quotidiano, possono ampliare il repertorio momentaneo di pensieri-azioni delle persone che le sperimentano (broaden) e indurre un allargamento dell'attenzione in modo che l'elaborazione dell'informazione/stimolo sia indirizzata sull'insieme piuttosto che sui particolari della situazione. Questo allargamento cognitivo favorirebbe poi la costruzione di risorse personali durature (build) nel tempo. Obiettivo della ricerca qui presentata e stato testare se l'induzione di intense emozioni positive (come la serenita e la gioia) porta le persone ad un allargamento dei repertori pensiero-azione e del focus attenzionale nell'immediato. Le performance di un gruppo di meditatori, scelti per la loro abilita nell'attivare emozioni positive intense, sono state confrontate con quelle di due gruppi, uno composto di partecipanti in stato emotivo neutro e un altro in cui ai partecipanti si e indotta l'emozione rabbia. I confronti tra i gruppi indicano maggiore apertura cognitiva nei meditatori, subito dopo la meditazione, rispetto al "gruppo Neutro" e al "gruppo Rabbia", ma anche che la rabbia non induce un restringimento attenzionale e non riduce il repertorio momentaneo pensieri-azioni rispetto allo stato neutro. Essa, piuttosto guida pensieri e intenzioni comportamentali in maniera consona all'attivazione emotiva, come suggerito dalle teorie classiche sulle emozioni.
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Scordo, Irene. "HEALTHY BENEFICTS OF TM IN CLASSROOM: REDUCTION OF ANXIETY AMONG TEACHERS." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no. 1 (July 2, 2016): 391. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n1.v1.282.

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Abstract:
Questa ricerca mira alla valutazione degli effetti benefici della Meditazione Trascendentale sull’ansia dei docenti. Indipendenti ricerche scientifiche di tutto il mondo hanno povato che la categoria degli insegnanti, fra le cosiddette helping professions, è quella maggiormente sottoposta a stress. Dobbiamo avere a cuore, e curare, i nostri spazi educativi, i promotori e i beneficiari dell’educazione, andando direttamente al nocciolo del problema, dando un supporto scientifico per aiutare gli insegnanti nel loro difficile lavoro.L’idea nasce dal sempre maggiore interesse internazionale, negli ultimi anni, verso la MT e la valutazione dei risultati ottenuti nelle scuole di tutto il mondo in cui essa viene praticata: riduzione di stress, ansia, depressione, abuso di sostanze, miglioramento nella formazione della personalità, del comportamento, dell’intelligenza ed altro.Questa ricerca esamina un campione di docenti di Scuola Secondaria di Primo Grado, in Sicilia, che pratica la MT, anche in classe insieme agli alunni, e valuta i fattori dell’ansia di stato e di tratto, paragonato con un gruppo di stesse catatteristiche (ubicazione geografica, età, sesso, ecc...) non praticante la MT.L’analisi dei dati mostra l’utilità di tale pratica di contro allo stereotipo dell’ “insegnante fannullone” e perchè gli effetti positivi della MT sui fattori di stress possono essere un grande aiuto al nostro sistema scolastico sofferente.
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Leaman, Oliver. "Massimo Campanini (ed. and tr.): La Sūrah della Caverna: meditazione filosofica sull'unicità di Dio. xii, 100 pp. Firenze: La Nuova Italia Editrice1986. L. 19,300." Bulletin of the School of Oriental and African Studies 53, no. 2 (June 1990): 402. http://dx.doi.org/10.1017/s0041977x00026811.

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Singh, G., Sergio Solmi, and Giovanni Pacchiano. "Poesia, meditazioni e ricordi. 2: Meditazioni e ricordi." World Literature Today 59, no. 2 (1985): 256. http://dx.doi.org/10.2307/40141510.

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Valli, Daniele. "E. Husserl, Meditazioni cartesiane." Phenomenological Reviews 4, no. 1 (2018): 11. http://dx.doi.org/10.19079/pr.4.1.11.

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Malina, Artur. "Jezusowa miłość - dynamizm sprawczy "Nowego Przymierza"." Verbum Vitae 4 (December 14, 2003): 300–304. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1994.

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Sère, Bénédicte. "L'amicizia nelle nostre società connesse. Meditazioni aristoteliche." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 74 (November 2022): 147–58. http://dx.doi.org/10.3280/las2022-074010.

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Tiboni, Francesco. "Primo Mediterraneo: Meditazioni sul mare più antico della storia." Mariner's Mirror 103, no. 1 (January 2, 2017): 99–100. http://dx.doi.org/10.1080/00253359.2017.1273461.

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Adams, William D. "A Sense of Place." Chiasmi International 21 (2019): 277–88. http://dx.doi.org/10.5840/chiasmi20192127.

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Abstract:
Merleau-Ponty spent the summer of 1960 in the small French village of Le Tholonet writing Eye and Mind. His choice of location was no accident. Le Tholonet was the physical and emotional epicenter of Paul Cezanne’s late painting, the ultimate proving ground of his relentless quest to reveal the truth of landscape in art.It makes perfect sense that Merleau-Ponty wrote Eye and Mind in Le Tholonet. The essay is a philosophical meditation on vision and painting. But it also is a meditation on place, in the deeply saturated sense that encompasses the landscape, its natural and human history, and the history of the painter who brought this part of Provence to universal visibility in his art. Le Tholonet is the terroir of Eye and Mind, the site and soil of this final, extraordinary expression of Merleau-Ponty’s thinking. Merleau-Ponty passa l’été 1960 dans le petit village français de Le Tholonet en écrivant L’OEil et l’Esprit. Le choix de ce lieu n’est pas accidentel. Le Tholonet était l’épicentre physique et émotionnel de la dernière peinture de Paul Cézanne, le terrain d’essai final de sa quête incessante pour arriver à révéler la vérité du paysage dans l’art. C’est tout à fait sensé que Merleau-Ponty ait écrit L’OEil et l’Esprit à Le Tholonet. L’essai est une méditation philosophique sur la vision et sur la peinture. Mais c’est aussi une méditation sur le lieu, sur le sens profondément saturé qui entoure le paysage, sur son histoire naturelle et humaine, et sur l’histoire du peintre qui porta, par son art, ce coin de la Provence à la visibilité universelle. On pourrait alors dire que Le Tholonet est le terroir de L’OEil et l’Esprit, le site et le sol de cette expression finale et extraordinaire de la réflexion de Merleau-Ponty. Merleau-Ponty trascorse l’estate del 1960 nel piccolo villaggio francese di Le Tholonet, dedicandosi alla scrittura de L’occhio e lo spirito. La scelta di questo luogo non fu casuale. Le Tholonet fu infatti l’epicentro fisico ed emotivo della pittura dell’ultimo Cézanne, il campo di prova finale del suo tentativo instancabile di rivelare la verità del paesaggio nell’arte. È del tutto coerente che Merleau-Ponty abbia scritto L’occhio e lo spirito a Le Tholonet. Il saggio costituisce una riflessione filosofica sulla visione e sulla pittura, ma rappresenta anche una meditazione sul senso di un luogo, secondo un’accezione densa che comprende il paesaggio, la sua storia naturale e umana, e la storia del pittore che attraverso la sua arte ha portato questa parte della Provenza a una visibilità universale. Le Tholonet è il terroir de L’occhio e lo spirito, il sito che ospita e il terreno che nutre quest’ultima straordinaria espressione del pensiero di Merleau-Ponty.
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Di Filippo, Giusy. "Anthony Julian Tamburri, ed. Meditations on Identity/Meditazioni su identità." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 50, no. 3 (November 2016): 1247–49. http://dx.doi.org/10.1177/0014585816678798.

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Wronka, Stanisław. "Jan Paweł II – człowiek dobry." Ruch Biblijny i Liturgiczny 58, no. 2 (June 30, 2005): 85. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.586.

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Abstract:
L’andare di Giovanni Paolo II alla casa del Padre ha toccato profondamente tutti, credenti e non credenti. Il modo in cui il Papa viveva i suoi ultimi giorni, segnati dalla sofferenza, la sua pasqua dalla morte alla vita in Dio, ha confermato definitivamente la sua grandezza. Agli occhi del mondo è sfavillata la sua bella umanità e allo stesso tempo si è aperto unenorme e doloroso vuoto. La vicenda dell’uomo rassomiglia a quella di un albero: si può valutarne bene la grandezza, salute e posto nel paesaggio solo quando è abbattuto.L’umanità del Santo Padre era tutta tessuta dei valori massimi di verità, libertà, amore... Il Papa li realizzava con radicalismo e coraggio che però sapeva unire alla mitezza e rispetto verso gli altri. Questa difficile sintesi testimonia il suo genio morale. Il fondamento dell’umanità di Giovanni Paolo II era la fede in Dio che rafforza le naturali capacità dell’uomo e permette di unire tutti gli elementi della realtà umana, inclusa la sofferenza e morte, in un armonioso insieme. Il legame con Dio non lo separava dagli uomini, ma lo apriva ancor di più a loro. Infatti, accanto a lui si radunavano sia giovani che adulti ed egli li univa sulla base dei valori che riconosceva. Col passare del tempo, la comunità attorno a lui aumentava, nel giorno del suo funerale abbracciava pressoché tutto il mondo. Ciò dimostra la giustezza dell’antropologia evangelica alla cui luce costruiva tutta la sua vita.I mezzi con cui il Santo Padre foggiava la sua umanità erano semplici, ma esigenti. La fonte della forza e della luce costituiva per lui soprattutto una fervida e costante preghiera, frequente partecipazione ai sacramenti e sistematica meditazione sulla Parola di Dio. A queste pratiche religiose univa un solido studio delle diverse materie: letteratura, filosofia, teologia. Con passione perseguiva la verità, voleva raggiungere l’essenza delle cose e fenomeni, trattava le questioni del tempo, confrontava i risultati delle sue riflessioni con le opinioni degli scienziati, artisti, politici. La luce della fede unita alla sapienza umana lo faceva un profeta dei nostri tempi che vedeva più lontano e più profondamente e influiva in modo efficace sul corso della storia. Poteva operare così molto grazie alla sua enorme laboriosità, sfruttamento di ogni istante e fedeltà nel poco.In verità per il Papa niente era di poco valore, egli scorgeva in tutto la straordinarietà, dappertutto scopriva con meraviglia le tracce della bellezza, sapienza e amore di Dio – nell’uomo, negli eventi, nella natura. Voleva rispondere a questo amore anche con amore con il quale abbracciava Dio, uomini e ogni creatura. L’amore faceva sì che non si sentisse mai annoiato né stanco e che esercitasse così forte influsso sugli altri. La gente si affezionava a lui, ricambiando il suo amore paterno e cercava di tramandarlo oltre, tentando perfino di riconciliarsi con i nemici. Infatti, è difficile resistere al potere dell’autentico amore!Di Giovanni XXIII si diceva: „Papa buono”, invece di Giovanni Paolo II si dice in modo più principale: „uomo buono”, poiché in lui si è manifestata nella misura rarissima la stessa umanità, la sua forma piena. Essere buono vuol dire essere vicino a Dio che come unico è veramente buono e fonte del bene. Dunque l’uomo buono è anche santo e grande. Tale era Giovanni Paolo II, perché cercava sempre di stare vicino a Dio, seguendo Cristo e la sua Madre. In questo cammino lo aiutavano la tradizione e la cultura polacca che nelle loro espressioni più alte sono fino in fondo evangeliche.
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Stupazzoni, Marco. "Honoré de Balzac, Fisiologia del matrimonio. Meditazioni di filosofia eclettica sulla felicità e l’infelicità coniugale." Studi Francesi, no. 180 (LX | III) (December 1, 2016): 543. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.5378.

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Del Popolo, Concetto. "Sulla edizione delle Meditazioni della vita di Cristo (Oxford, Bodleian Library, ms. can. it. 174)." Giornale storico della letteratura italiana 197, no. 660 (October 2020): 594–607. http://dx.doi.org/10.1484/j.gsli.5.130083.

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García-Moreno, A. "Settimio CIPRIANI, La preghiera nel Nuovo Testamento, («Meditazioni Bibbliche», 3), Milán 1989, 400 pp., 12 x 18,5." Scripta Theologica 23, no. 3 (February 27, 2018): 1048. http://dx.doi.org/10.15581/006.23.18174.

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Sobański, Remigiusz. "Prawo kanoniczne a kultura prawna." Prawo Kanoniczne 35, no. 1-2 (June 5, 1992): 15–33. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1992.35.1-2.02.

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Abstract:
Si presenta la versione polacca di una relazione tenuta nell’ambito dei seminari sul tema „Scienza giuridica e diritto canonico” al’Università di Torino 2. 5. 1990. Il testo originale viene pubblicato nel volume sullo stesso tema curato da Rinaldo Bertolino, Torino 1991. Ci presentiamo le osservazioni finali. 1. Il diritto canonico non può non giovarsi dello sviluppo della cultura giuridica (allo stesso modo che l'intero magistero della Chiesa non può non giovarsi del patrimonio culturale dell’umanità). Immutato è il quesito di fondo: in che misura queste vicende possono riuscire utili ad esprimere la „verità” ecclesiale. L’utilità dipende dallo sviluppo delle scienze giuridiche, come di quelle ecclesiali: il che significa che il diritto canonico ha, di fronte alla cultura giuridica, un atteggiamento aperto ed assorbente, pur se differenziato e non privo di critica. 2. Per sua vocazione universale la Chiesa ha un atteggiamento aperto di fronte alla cultura giuridica d’ogni ambiente in cui esse è presente ed agisce. Il riferimento alla cultura giuridica locale e i rapporti con le vicende delle culture regionali sono omogenei con i principi fondamentali della relazione Chiesa universale-Chiese locali. L’influsso del diritto romano e di quello germanico sul diritto canonico, da un lato; la romanizzazione del diritto dei barbari attraverso la Chiesa o, anche, l’influsso del diritto canonico p. es. sul diritto polacco dall’altro, dimostrano quanto il contatto della Chiesa con la cultura giuridica dell’ambiente possa ruiscire fecondo. 3. Negli ultimi secoli la presenza del diritto canonico nella cultura giuridica è, al massimo, passiva. Cerca d’assicurarsela una presenza mediante l’adattamento. Se anche sia vero che qualunque presenza debba accompagnarsi con la disponibilità ad imparare, occorre riconoscere che questa posizione unicamente difensiva non consente al diritto canonico di incidere e di ispirare la cultura giuridica. Inoltre, l’esito di questa presenza (passiva) è parziale, non solo perché le premesse filosofiche che fondano il pensiero giuridico sono (o sembrano essere) per la Chiesa inaccettabili, ma perché, in seguito all‘atteggiamento esclusivamente recettizio, si corre il rischio di trasferire nell’ambito metagiuridico tutto cio che non si ritrovi nell’ottica delle attuali dottrine giuridiche. 4. Non c’è dubbio che la Chiesa non sia l’ambiente topico di sviluppo delle scienze giuridiche e che la scienza giuridica goda di una sua piena autonomia. Ma la comunione ecclesiale, non di raro definita Ecclesia iuris, non lo è in seguito alla recezione del diritto ab extrinseco, ma in forza della propria immanente dimensione giuridica. (Senza di essa non avrebbe ragion d’essere un autonomo diritto canonico, ed i problemi organizzativi della Chiesa potrebbero essere risolti alla stregua del solo diritto ecclesiastico dello Stato). Si deve quindi riconoscere che la Chiesa, iscritta nella storia umana del diritto, ha qualche cosa da dire nella sfera del diritto, sia nella sua dimensione ideologica che in quella della sua realizzazione pratica. L’assenza di un ruolo ispiratore del diritto canonico sulla scienza giuridica contemporanea dovrebbe dar a pensare per la più che i fondamentali problemi giuridici vengono continuamente discussi dai cultori di diritto: viviamo tuttavia in un mondo di nazioni sempre più unite nel quale le interferenze di differenti teorie e sistemi giuridici tendono ad aumentare e le dottrine giuridiche si rivelano particolarmente suscettibili agli influssi di molteplici filosofie. 5. Su un contatto non unidirezionale ma bilaterale del diritto canonico con la cultura giuridica si potrà contare soltanto allora, quando la canonistica abbia fatto proprio il metodo del Concilio Vaticano II, durante il quale la Chiesa ha rinunciato a presentarsi ratione status, ed ha invece cercato di esporre la sua natura secondo la propria convinzione di fede. Anche nel diritto canonico bisogna finalmente decidersi ad una riflessione profondo sulla Chiesa alla luce della fede, sulle proprie radici e finalità, per poter realizzare il diritto ecclesiale nel modo più coerente e per potere, per cio stesso, dialogare con le altre culture giuridiche. Il dialogo non nascerà da una passiva traslitterazione, quasi a ricalco, del diritto civile nell’ambiente ecclesiale, ma attraverso una franca ed aperta meditazione sulle proprie premesse ontologiche, le proprie peculiarità, le proprie esigenze: anche quelle di una „nuova giustizia”. Soltanto allora la presenza del diritto canonico nella cultura giuridica potrà essere non solo riproduttiva, ma anche produttiva. 6. Anche sotto questo punto di vista appare urgente la necessità di una robusta elaborazione di una teoria generale del diritto canonico. Si tratta di una teoria del diritto della Chiesa secondo il suo proprio „credo Ecclesiam”, non già elaborata all’interno di rigide teorie aprioristiche. Troppo generiche e scarsamente feconde le prese di posizione a favore di una deteologizzazione del diritto ecclesiale e, al contrario, le obiezioni stesse contro una presunta sua teologizzazione. Non si tratta invero di una „teologizzazione”, ma di prendere in seria considerazione i principi teologici, grazie ai quali il dialogo con la cultura giuridica diventa possibile e razionale.
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Morales, J. "John-Henry NEWMAN, Maria. Lettere, Sermoni, meditazioni, («Già e non ancora », 243), Jaca Book, Milano 1993, 220 pp., 15 x 23." Scripta Theologica 26, no. 2 (February 5, 2018): 810. http://dx.doi.org/10.15581/006.26.16734.

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da Empoli, Domenico. "Duncan Black and Luigi Einaudi." Journal of Public Finance and Public Choice 9, no. 2 (October 1, 1991): 89–94. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345270.

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Abstract:
Abstract Duncan Black è venuto meno il 14 gennaio 1991, in un anno, quindi, nel quale ricorre il trentesimo anniversario della scomparsa di Luigi Einaudi (1874-1961), cosa che rende molto attuale il ricordo delle relazioni intercorse tra questi due studiosi.Sebbene Duncan Black avesse pensato alia possibilità di costruire una teoria pura della politica sin dall’inizio delle sue meditazioni scientifiche, le sue prime opere furono dedicate alia scienza delle finanze, favorendo il contatto di Black con gli studi italiani in materia. Quando pubblicò il suo volume sull’incidenza delle imposte sul reddito (nel 1939), Black ne inviò copia ad Einaudi, che la fece recensire sulla sua rivista e lo ringraziò, ponendogli alcuni quesiti, cui Black rispose con una lettera che viene qui riprodotta. Si apprende da tale lettera che, tra l’altro, Black aveva intenzione di pubblicare un’antologia di scritti italiani di scienza delle finanze, cosa che fu impedita dalla guerra mondiale.Durante gli anni ‘50, Black aveva tentato di scrivere un articolo sull’opera di Mauro Fasiani, ma i suoi eccessivi scrupoli lo indussero a desistere. Nel 1983, quando Economia delle scelte pubbliche aveva iniziato le pubblicazioni, Black inviò alia direzione una lettera nella quale rendeva testimonianza della sua considerazione nei riguardi della teoria finanziaria italiana. Questa sua testimonianza è apparsa nel secondo numero della rivista, con il titolo «Personal Recollections» (n. 2 del 1983), dopo che lo stesso Black aveva autorizzato la sua pubblicazione, con una lettera che è anch’essa qui riprodotta.
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Bartole, Sergio. "SCIENZA POLITICA E DIRITTO: COMMENTO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, no. 1 (April 1991): 129–36. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200009849.

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Abstract:
IntroduzioneL'invito a intervenire sull'importante contributo di Leonardo Morlino (1989) mi consente di ritornare su un argomento — quello dei rapporti fra la scienza politica e la scienza del diritto costituzionale — cui ho già dedicato in altre occasioni una qualche riflessione (1985, 1986). Debbo confessare di guardare con un po’ di invidia all'iniziativa che Morlino ha preso di tracciare una sorta di bilancio dello stato della sua disciplina. Sono, in effetti, convinto che molto spesso gli studi di diritto costituzionale stiano procedendo senza una precisa consapevolezza della direzione da prendere, delle manchevolezza che li connotano e delle risposte di ordine scientifico che da essi si attendono: mancano adeguate meditazioni di ordine teorico e metodologico, e troppo spesso contributi monografici e saggistici nascono in obbedienza a quella che Morlino chiama una «logica esterna», e quindi senza una seria attenzione alla «logica interna» alla disciplina ed alle connesse preoccupazioni di ordine sistematico. Né vale rispondere che le preoccupazioni metodologiche e teoriche rappresentano fughe in avanti rispetto all'analisi e considerazione dei problemi concreti, di fronte ai quali soltanto ha senso proporre questioni di teoria e metodo, che, se formulate in astratto, restano nel limbo delle pie dichiarazioni di intenti, senza trovare adeguato riscontro nella attività pratica di ricerca. La mancanza di un bagaglio metodologico e teorico solo in apparenza allevia le fatiche del viaggiatore e, in realtà, lo obbliga a rifare il punto astronomico ad ogni giro di strada, anche al di là delle normali e corrette esigenze di una responsabile autocritica e di un doveroso autocontrollo.
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SIDARUS, ADEL. "EL MESKIN, Matta, L’umanità di Dio: Meditazioni sull’incarnazione. Introduzione, scelta e traduzione a cura di Marco Hamam. Prefazione del vescovo Anba Epiphanius abate del Monastero di San Macario (Scintille, 11). (Magnano (BI): Edizioni Qiqajon & Comunità di Bose, 2015), 233 pp., ISBN: 978-88-8227-464-1." Collectanea Christiana Orientalia 13 (September 30, 2016): 329. http://dx.doi.org/10.21071/cco.v13i.639.

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Toro, Maria Beatrice, and Andrea Ligozzi. "La meditazione nella postmodernità: tra consapevolezza e fascinazione." MODELLI DELLA MENTE, no. 2 (July 2018). http://dx.doi.org/10.3280/mdm2-2017oa6496.

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Abstract:
L'era postmoderna pullula di proposte di consumo, anche nel campo della meditazione è in voga un trend consumistico. Questo dà vita a un grave e dilagante paradosso, un vero e proprio atteggiamento contro meditativo rivolto alle pratiche di meditazione stesse, una sorta di innamoramento provvisorio e passeggero. La fascinazione per gli orpelli e i simboli restringe la coscienza dando al praticante l'illusione di ampliarla facendo sì che egli tratti la meditazione al pari di un bene di consumo. Viene qui proposto un recupero delle forme più semplici e radicalipossibili per la pratica quotidiana, quella pratica senza obiettivi ma diligentemente condotta.
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Dessì, Ugo. "Globalization and Asian Religions in the Scuola di Meditazione." Interdisciplinary Journal for Religion and Transformation in Contemporary Society, December 6, 2022, 1–20. http://dx.doi.org/10.30965/23642807-bja10063.

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Abstract:
Abstract This article explores the Scuola di Meditazione (School of Meditation) established in Sardinia in 1983, one of the earliest instances in Italy of the use of ‘Eastern’ techniques by Roman Catholic religious professionals to promote the practice of meditation for lay people. Against the backdrop of ongoing religious diversification in the Italian context, this case study provides an insight on religion under globalization as a complex and multilayered phenomenon. In particular, the formation and activities of the Scuola di Meditazione show to be ingrained in the working of the global cultural network, with both direct and indirect cultural imports from Asia through mediatization, missionization, and mobility; to build upon the broader global repositioning of the Roman Catholic Church towards Asian and other ‘world’ religions through the adoption of a soft inclusivist approach; and to provide a meaningful framework for glocal practices resulting in the globally-oriented reshaping of individual religious worlds.
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"Meditazione su Vico. Filosofia della storia e dell’educazione (Abstract)." New Vico Studies 3 (1985): 232. http://dx.doi.org/10.5840/newvico1985341.

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Caroni, Sebastiano. "Il silenzio come esperienza trasformativa. L’importanza del silenzio nella meditazione e in ambito professionale." Geography Notebooks 4, no. 1 (August 5, 2021). http://dx.doi.org/10.7358/gn-2021-001-caro.

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Abstract:
The article is motivated by the lack of studies which address silence as a context- dependent phenomenon; that is, as a phenomenon whose meaning arises within specific contexts, situations and physical spaces. Accordingly, I address the ways in which the phenomenon of silence plays an essential role in particular professional and vocational domains. The analysis leads through some thoughts and considerations of people who work or are active in specialized fields that have a significant connection with the practice and the experience of silence. I especially examine areas such as meditation, teaching, health professions, and other professional and even – to some extent – artistic practices.
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Millor, Chiara, Paola De Bartolo, and Maria Beatrice Toro. "La consapevolezza come fattore significativo per le relazioni interpersonali. Un contributo di ricerca." MODELLI DELLA MENTE, no. 1 (July 2017). http://dx.doi.org/10.3280/mdm1-2017oa4940.

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Abstract:
Nel corso degli ultimi anni la Mindfulness ha permesso a moltissime persone di ritrovare uno stato di benessere a livello psico-fisico, aiutandole, attraverso pratiche per coltivare la consapevolezza, ad allontanare lo stress e a favorire un'accettazione del momento presente con gratitudine e non giudizio.Nel presente studio le autrici hanno cercato di comprendere il ruolo svolto dalla consapevolezza nella promozione delle relazioni interpersonali, vista la grande importanza che la relazionalità ha nella nostra vita fin dalla nascita.I risultati raggiunti da questo studio hanno mostrato che il tipo di attenzione aperta e recettiva sostenuta dalla meditazione di consapevolezza ci permette di migliorare nel relazionarci con gli altri.Ciò diventa possibile grazie alla promozione di atteggiamenti di gentilezza, empatia, compassione, apertura del cuore e gratitudine che ci rendono più sensibili verso l'altro.La pratica della consapevolezza ci permette di avvicinarci agli altri con reale curiosità in modo da conoscerli meglio, liberandoci dalle eccessive paure o avversioni che troppo spesso ci rendono drastici o precipitosi nell'emettere giudizi.Parole chiave: Mindfulness, consapevolezza, relazioni, attenzione, emozioni.
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Grilli, Giorgia. "Le voci del non umano e le ibridazioni del corpo bambino. La letteratura per l’infanzia come meditazione intorno al rapporto uomo-natura." MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni 12, no. 2 (December 2022). http://dx.doi.org/10.30557/mt00227.

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Pollini, Massimiliano. "La drammatica di “natura” e “persona” nella filosofia dell’uomo di Karol Wojtyła. The “Nature-Person” Drama in Karol Wojtyła’s Philosophy of Man." Metafísica y persona, no. 5 (May 30, 2017). http://dx.doi.org/10.24310/metyper.2011.v0i5.2793.

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Abstract:
Il nucleo teoretico della filosofia dell’uomo di Karol Wojtyła può essere reperito nel nesso intrinseco “natura-persona”, profondamente radicato nel cuore della teologia cristiana (e della meditazione cristologica): l’uomo-persona possiede la sua natura, ma è irriducibile ad essa; egli pertanto può integrare la sua natura, “personalizzandola” attraverso l’operatività cosciente. In questa prospettiva tra persona e natura si innesca una tensione drammatica peculiare, il cui campo specifico è costituito dall’esperienza dell’uomo e dal suo atto. L’esperienza, inscritta nella dinamica dell’incontro con la persona e le persone, rivela inoltre il dialogo interiore tra l’autoconoscenza e l’autocoscienza. La soggettività metafisica viene indagata alla luce di un’ontologia ipostatica e comunionale: l’uomo in quanto persona è originariamente inscritto nella communio personarum e vede la propria umanità compiuta integralmente nella trasformazione in Cristo, lungo il cammino della metanoia e della divinizzazione (Theosis).The theoretical kernel of Karol Wojtyła’s philosophy of man is represented by the intrinsic nexus “nature-person”, deep-rooted in the hearth of Christian theology (and Christological meditation): the human person possesses its nature, but it is irreducible to its nature; therefore person can integrate nature, “personalizing” it through conscious operativity. Accordingly, a peculiar dramatic tension springs up between person and its nature: human experience and human act constitute the specific field of this drama. Experience, inscribed into the dynamic of meeting another person, also reveals the inner dialogue between self-knowledge and self-consciousness. The metaphysical subjectivity is investigated in the light of a hypostatic and communional ontology: the human person is originally inscribed into communio personarum and it is destined to the transformation in Christ, i.e. metanoia and divinisation of man (Theosis).
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Racheli, Stefano. "Meditazioni in tema di motivazione." Cultura e diritti, no. 1 (2015). http://dx.doi.org/10.12871/97888674155026.

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Racheli, Stefano. "Meditazioni in tema di processo e verità." Cultura e diritti, 2015. http://dx.doi.org/10.12871/97888674151686.

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Colpi, Cristiana, and Bernardo Hellrigl. "Foreste, carbonio e assestamento forestale. Alcune meditazioni in tema." L'Italia Forestale e Montana, 2008, 73–89. http://dx.doi.org/10.4129/ifm.2008.2.01.

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