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Journal articles on the topic 'Mentalizzazione'

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1

Alda, M. Scopesi, Maria Rosso Anna, Delfante Chiara, and Pangallo Simona. "Lessico psicologico e abilitŕ di mentalizzazione nella preadolescenza." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (January 2012): 375–94. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-003004.

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Abstract:
Alcune ricerche sperimentali hanno evidenziato una stretta relazione tra la frequenza d'uso dei termini mentali e i risultati alle prove di teoria della mente (Hughes et al., 1998; Hughes et al., 2007), mentre e stata meno studiata la relazione tra lessico psicologico e abilita di mentalizzazione in contesti spontanei. Inoltre, la maggioranza degli studi in questo ambito e focalizzata sull'infanzia e la fanciullezza, mentre minore attenzione e stata dedicata alle fasce di eta successive. La presente ricerca si propone di analizzare la relazione tra abilita di mentalizzazione nella preadolescenza e uso del lessico psicologico nella spiegazione del comportamento. Alla ricerca hanno partecipato 42 ragazzi di 12 anni, di livello socio-economico medio, frequentanti la seconda classe della scuola secondaria di primo grado. La Child Attachment Interview (Shmueli-Goetz et al., 2008) e stata utilizzata allo scopo di valutare la frequenza e la qualita del lessico psicologico. Il livello di mentalizzazione e stato valutato tramite un'intervista semi-strutturata messa a punto da O'Connor e Hirsch (1999); in accordo con i criteri degli autori, l'abilita di mentalizzazione e stata valutata su tre livelli. L'intelligenza verbale e stata valutata con la sub scala verbale della WISC-III. I risultati indicano una correlazione elevata tra le abilita di mentalizzazione e il lessico psicologico, in relazione sia alla quantita sia alla qualita d'uso. Non sono emerse correlazioni tra lessico psicologico e abilita linguistiche, ne tra lessico psicologico e genere.
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2

Asen, Eia, and Peter Fonagy. "Interventi basati sulla mentalizzazione in terapia familiare." TERAPIA FAMILIARE, no. 106 (January 2015): 5–39. http://dx.doi.org/10.3280/tf2014-106001.

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3

Craparo, Giuseppe. "Simbolizzazione, mentalizzazione e trattamento gruppale per le addiction." QUADERNI DI GESTALT, no. 1 (September 2012): 73–85. http://dx.doi.org/10.3280/gest2012-001008.

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Abstract:
Il presente articolo approfondisce l'interpretazione evolutivo-relazionale delle addiction (da sesso, da sostanza, da internet, da cibo, ecc.) come espressione di un deficit delle competenze cognitive e metacognitive di regolazione degli affetti. Tale deficit sarebbe il prodotto di uno sviluppo traumatico del soggetto a partire dai primi mesi di vita. Secondo il modello evolutivo-relazionale, inoltre, le condotte additive avrebbero una funzione dissociativa nei confronti dell'emergere di contenuti affettivi presenti nelle memorie traumatiche. L'articolo affronta anche l'efficacia delle terapie di gruppo, in cui il confronto con altri soggetti puň favorire la mentalizzazione delle emozioni implicate nelle condotte additive.
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4

Zelda De Vidovich, Giulia, Riccardo Muffatti, and Edgardo Caverzasi. "L'assessment clinico nei servizi tra narrazione e mentalizzazione." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (December 2021): 69–77. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-003005.

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Abstract:
Questo scritto rappresenta una riflessione aperta sull'iniziale lavoro conoscitivo con il paziente all'interno dei servizi di salute mentale. Vi sono riportate alcune annotazioni sull'approccio alla raccolta della vicenda autobiografica, con attenzione agli aspetti impliciti ed espliciti del discorso. La narrazione viene presentata come potenziale modello di un funzionamento di pensiero del paziente e come traccia di sottese strutture identitarie e relazioni oggettuali. La ricostruzione del materiale autobiografico può avere come cornice interpretativa la mentalizzazione ovvero essere pensata come iniziale via di espressione delle modalità con cui il paziente pensa sé, l'altro e sé in relazione all'altro. La condivisione della formulazione scritta conclusiva al termine della valutazione segna il primo definito momento di confronto tra paziente e terapeuta, in cui emergono peculiari modi di reagire alla discrepanza rappresentativa tra come un soggetto si pensa e come dall'altro viene pensato.
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Locati, Ilaria, Mary Bottarel, Maria Teresa Gervasi, and Lenio Rizzo. "Gruppi di donne in ostetricia. Il lavoro psichico con le donne ricoverate per gravidanza a rischio." GRUPPI, no. 1 (October 2010): 113–26. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-001010.

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Abstract:
Gli autori descrivono la nascita e l'evoluzione di gruppi di donne in un reparto di ostetricia a partire da una considerazione integrata degli aspetti biologico-organici e di quelli psicologico- relazionali delle pazienti ricoverate. Ritenendo che l'esperienza del ricovero per patologia ostetrica puň aggravare i fattori di rischio psicologico ed incidere negativamente sul benessere psicofisico della donna, si č cercato di favorire la mentalizzazione di aspetti angoscianti e spesso non detti della maternitŕ mediante il lavoro col gruppo omogeneo. L'articolo descrive le fasi evolutive dei lavori di gruppo che hanno coinvolto le unitŕ operative di neuropsichiatria infantile ed ostetricia, le ostetriche del reparto e le pazienti ricoverate. L'esperienza svolta suggerisce che questa modalitŕ di lavoro possa favorire un processo di mentalizzazione di quegli aspetti della maternitŕ che, se rimangono bloccati nel soma, possono ostacolare l'evoluzione della maternitŕ psichica e del rapporto madre-bambino.
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6

Smadja, Claude. "Clinica di uno stato di de-mentalizzazione. (introduzione di Daniela Morelli)." SETTING, no. 26 (June 2009): 49–69. http://dx.doi.org/10.3280/set2008-026006.

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Abstract:
- Theoretical basis and clinical illustrations of the psychoanalytic psychotherapy of psychosomatic states by the School of Paris (see: L'investigation psychosomatique, 1964, by P. Marty; M. de M'Uzan, Ch. David) are here presented. This approach, rooted in Freud's work, encourages the therapist to listen to the patient in a specific way that underlines the need to understand and to trace potential causal links in the material presented. The purpose of this model is to understand not only "how the patient works with the therapist" but also "why the patient works in a specific way". This is called by Smadya "the psychoanalytic investigation". The concept of "de-mentalization" is central in this theory, as a reduced capacity to elaborate the conflicts and difficulties of one's own psychic development. The failure of the psychic elaboration forces the Ego to a regression to a psychosomatic functioning.
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7

Berruti, Giuseppe. "Commento a un caso clinico di utilizzo problematico della pornografia e revenge porn." PSICOBIETTIVO, no. 2 (June 2021): 151–54. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-002011.

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Abstract:
Nel commento vengono messi in evidenza diversi importanti elementi che emergono dalla narrazione e dalla descrizione del caso clinico prodotta dall'autore. In particolare la complessità e la importanza del dialogo tra modelli terapeutico psicodinamici e cognitivo-comportamentali in particolare in situazioni come quelle descritte, che hanno un impatto emotivo molto forte e riguardano la vita le relazioni più intime e profonde. La mentalizzazione, un concetto trasversale alle diverse forme di psicoterapia, potrebbe essere un importante terreno di incontro e di dialogo
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8

Caccamo, Floriana, Alessandra Capani, Edmond Gilliéron, and Cristina Marogna. "Psicoterapia di gruppo e mentalizzazione: esiti delle cure in un Day Hospital territoriale." GRUPPI, no. 1 (May 2017): 87–103. http://dx.doi.org/10.3280/gru2016-001008.

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9

Gottken, Tanja. "Terapia Psicoanalitica Infantile breve (PaCT) per bambini che mostrano sintomi emotivi e disturbi dell'affettivitŕ." INTERAZIONI, no. 1 (July 2012): 53–78. http://dx.doi.org/10.3280/int2012-001005.

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Abstract:
La Terapia Psicoanalitica infantile breve (PaCT) prevede 20-25 sedute psicoterapeutiche condotte in diversi setting (genitori e bambino insieme; bambino e genitori separatamente). Nel corso di tali sedute, terapeuta, genitori e bambino cercano di individuare e modificare il tema conflittuale centrale, mettendo in evidenza la relazione che definiamo "Triangolo di costellazioni Psicodinamiche" (ToP, Triangle of Psychodynamic constellations). Conformemente alle nozioni di terapia psicoanalitica, proponiamo due fattori di cambiamento. Innanzitutto, il trattamento intende modificare le rappresentazioni mentali ancora in essere nel bambino, come pure i conseguenti stili cognitivi-emotivi. In secondo luogo, si impegna a promuovere la mentalizzazione genitoriale (Fonagy et al., 2002) intorno al bambino tramite sedute con i genitori, con cadenza regolare (ogni 4 sedute). Nel gioco libero, intendiamo agire sul conflitto principale del bambino per integrarlo con tecniche basate sulla mentalizzazione, adattandole al livello di strutturalizzazione del bambino. Riteniamo che l'efficacia della PaCT dipenda in modo critico dal lavoro con i genitori, in particolare dal padre e dalla sua capacitŕ di "triangolare", ovvero di accettare in modo attendibile e fedele il ruolo di "terzo oggetto" al fine di consentire il distacco del bambino dall'oggetto primario che č la madre (Mahler, Abelin). Nonostante le difficoltŕ riscontrabili nell'applicazione concreta dei trattamenti psicodinamici senza epurarli della loro complessitŕ, abbiamo cercato di creare la PaCT in forma concreta. Auspichiamo pertanto di accrescere l'applicazione e l'accessibilitŕ dei trattamenti psicoanalitici, per una piů vasta gamma di setting (ad esempio, vantaggi per i tirocinanti), nonché per aiutare a valutare sistematicamente il risultato del trattamento attraverso sperimentazioni controllate, la prima delle quali č attualmente in corso presso la nostra clinica. Questo articolo illustrerŕ la PaCT attraverso del materiale clinico.
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Porcelli, Piero. "Sviluppi contemporanei della psicosomatica." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 3 (September 2012): 359–88. http://dx.doi.org/10.3280/pu2012-003002.

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Abstract:
Sulla base del concetto di peso relativo dei fattori biologici e psicologici, la psicosomatica puň essere concepita all'interno di due assi ortogonali di "malattia" e "personalitŕ". Le ultime ricerche sulla multifattorialitŕ delle malattie e sul rapporto gene-ambiente stanno evidenziando l'importanza dei fattori infantili di attaccamento e maltrattamento nella vulnerabilitŕ a diverse patologie mediche attraverso l'interazione con il sistema immunitario e i fattori proinfiammatori. Gli studi sulla personalitŕ hanno evidenziato che i fattori psicologici di vulnerabilitŕ alla somatizzazione possono esser presenti in modo trasversale in differenti patologie mediche e disturbi psicopatologici. Alcuni costrutti recenti, come l'alexithymia, tentano di spiegare fenomeni complessi quali il rapporto tra emozioni e sentimenti, i correlati neurobiologici delle emozioni, i percorsi evolutivi della mentalizzazione nascosti nella relazione madre-figlio.
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Marogna, Cristina, Floriana Caccamo, and Anna Palena. "Il gruppo e il processo terapeutico tra cambiamenti ed evoluzioni." GRUPPI, no. 3 (December 2012): 105–18. http://dx.doi.org/10.3280/gru2011-003008.

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Abstract:
Gli autori descrivono il processo terapeutico in un gruppo slow-open di pazienti psichiatrici a partire da una considerazione del processo in termini intersoggettivi. Ci si propone di trattare un'analisi del gruppo alla luce del sottile legame tra pratica clinica e ricerca, attraverso l'utilizzo di un questionario che indaga il processo terapeutico da due vertici di osservazione, quello dei pazienti e quello del terapeuta. Il gruppo come luogo di elaborazione dell'esperienza e di condivisione dei vissuti puň consentire la mentalizzazione, ovvero la capacitŕ di simbolizzare, di collegare i propri sintomi a trame di pensiero e giungere cosě a nuove significazioni. L'esperienza svolta permette di riflettere sull'evoluzione di un processo gruppale, a partire dai cambiamenti del setting che si verificano al suo interno, tra cui il piů rilevante, il cambio di conduzione.
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Panero, Marcello. "Teoria dell'attaccamento e psicoanalisi. Considerazioni su patologia e terapia." SETTING, no. 29 (March 2011): 5–60. http://dx.doi.org/10.3280/set2010-029001.

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Abstract:
L'articolo prende in esame l'ampia letteratura sulle implicazioni della Teoria dell'Attaccamento e dei suoi sviluppi recenti, per la diagnosi e la psicoterapia dei pazienti adulti. Vengono discusse convergenze e differenze con la teoria e la clinica psicoanalitica. Ci si sofferma sull'utilizzabilitŕ delle classificazioni e misurazioni derivanti dalla Strange Situation, dall'Adult Attachment Interview e dalla Scala della Funzione Riflessiva, e particolarmente sulle implicazioni del concetto di ‘coerenza del linguaggio' e sul significato del concetto di ‘sicurezza' nell'attaccamento e nella psicoterapia psicoanalitica. Vengono confrontati i diversi approcci di autori di area cognitivista e psicoanalitica, soprattutto circa il ruolo di "figura di attaccamento" svolto dal terapeuta. Viene infine presa in considerazione la "terapia basata sulla mentalizzazione" (Bateman e Fonagy) e la dialettica tra "sviluppo di funzioni psicologiche di base", esplorazione dei conflitti ed interpretazione.
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Barbieri, Gian Luca. "L'identitÀ e il pensiero al tempo dell'sms." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 39 (January 2011): 127–45. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-039010.

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Abstract:
Il saggio analizza il modo in cui l'uso dell'sms favorisce una modalitÀ di pseudo-attivazione del pensiero che ha ricadute sulle rappresentazioni di sé, dell'altro e delle relazioni tra sé e l'altro. In quanto «tecnologia del sé» (Foucault), il telefonino orienta e modifica il pensiero in una direzione narcisistica e autocentrata per cui gran parte delle comunicazioni ha una ricaduta autoreferenziale e la persona con cui ci si relaziona č ridotta a oggetto-Sé (Kohut) con funzione speculare di conferma dell'immagine che il soggetto ha di se stesso. Il risultato č la creazione di pseudo-pensieri e una mentalizzazione di superficie che porta spesso a un'identificazione fusionale con l'altro, non riconosciuto come effettivamente altro da sé. Si realizzano quelle «identificazioni solide» di cui parla Recalcati che si connettono all'abolizione dell'inconscio da lui riscontrata nella nostra epoca.
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Micotti, Sara. "Un setting tra diritto ed emozioni: la consulenza tecnica nelle separazioni giudiziali." INTERAZIONI, no. 2 (February 2013): 73–83. http://dx.doi.org/10.3280/int2012-002007.

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Abstract:
In questo articolo l'autrice s'interroga sul lavoro dello psicoterapeuta psicoanalitico della famiglia, quando č chiamato dal giudice a svolgere una consulenza tecnica nelle separazioni giudiziali. Le sedute non si limitano alla registrazione puntuale dei fatti (quale testimonianza), ma diventano un ascolto teso alla ricerca e alla comprensione del significato relazionale degli stessi, nella prospettiva di una mentalizzazione conoscitiva e al tempo stesso trasformativa, obiettivo richiesto dal quesito del Giudice. Viene evidenziato come l'intervento possa aiutare i figli a manifestare i propri bisogni emotivi e i genitori a leggerli. Se il lavoro si svolge sia a livello conoscitivo, sia a livello fantasmatico - anche attraverso i test carta e matita e la tecnica del "disegno congiunto della famiglia" - esso puň attivare nei protagonisti la "capacitŕ di sorprendersi" (Winnicott, 1968; Schacht, 2001; Bolognini, 2001). Le vignette cliniche dell'autrice cercano di mostrare come siano possibili aperture di senso e movimenti verso la consapevolezza delle emozioni in famiglie con figli bambini, preadolescenti, adolescenti.
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Slade, Arietta, and Jeremy Holmes. "Attaccamento e psicoterapia." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 45 (January 2020): 13–24. http://dx.doi.org/10.3280/qpc45-2019oa8985.

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Abstract:
La teoria dell'attaccamento fornisce un modello per comprendere: 1) lo sviluppo nel contesto delle relazioni primarie e formative del bambino; 2) l'orientamento di un adulto verso legami intimi instaurati nel corso della vita, relazioni sociali ed esplorazione autonoma. I ricercatori in psicoterapia hanno messo in relazione le modalità di attaccamento dei pazienti con l'alleanza terapeutica, il processo clinico e i risultati. Gli studi di rotture e analisi del discorso distinguono i comportamenti in seduta associati a diversi modelli di attaccamento insicuro e identificano vari modi di lavorare con essi. Anche l'organizzazione dell'attaccamento e la capacità di mentalizzazione del terapeuta svolgono un ruolo significativo nel successo terapeutico. I principi chiave della psicoterapia connessa all'attaccamento sono: 1) la relazione di attaccamento terapeuta-paziente è fondamentale per promuovere il cambiamento; 2) il riconoscimento in vivo delle dinamiche di attaccamento durante la terapia guida la formulazione e l'intervento; 3) la terapia può rimodellare le dinamiche di attaccamento.
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Pellegrini, Pietro. "Seminario. Fattori premorbosi degli esordi psicotici in adolescenza. Caso clinico e trattamento basato sulla mentalizzazione, con Marco Armando." RICERCA PSICOANALITICA, no. 3 (December 2018): 111–16. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2018-003012.

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Grimaldi, Pietro. "Cognizione sociale, metacognizione e psicopatologia." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 51 (January 2023): 9–31. http://dx.doi.org/10.3280/qpc51-2022oa15180.

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Abstract:
Gli esseri umani comprendono e danno un senso al mondo sociale utilizzando la cognizione sociale, ovvero processi cognitivi attraverso i quali vengono comprese, elaborate e ricordate le proprie interazioni con gli altri (Morgan et al., 2017). Il termine cognizione sociale in maniera generale, viene riferito alle operazioni mentali che sono alla base delle interazioni sociali, tra cui percepire, interpretare e generare risposte alle intenzioni, alle disposizioni e ai comportamenti degli altri (Green et al., 2008). Un livello di ordine superiore della cognizione sociale è rappresentato dalla capacità di comprendere e ragionare sugli stati mentali e affettivi propri e altrui, utilizzando tale comprensione per risolvere i problemi e gestire la sofferenza soggettiva, livello definito mentalizzazione (Bateman & Fonagy, 2012; Choi-Kain & Gunderson, 2008) o metacognizione (Semerari & Dimaggio, 2003). L'attivazione dei sistemi motivazionali interpersonali, così come degli schemi relazionali, possono influenzare l'intersoggettività e le capacità mentali necessarie per gestire i compiti della vita e le relazioni interpersonali.La compromissione della cognizione sociale, così come le disfunzioni delle diverse abilità metacognitive sono riconosciute come una caratteristica chiave di diverse condizioni psicopatologiche.
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Ortelli, Valentina. "Il caso di Viola "insolente e sbruffoncella": un percorso psicoterapeutico multimodale tra lavoro con la bambina e intervento sulla genitorialità." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 46 (July 2020): 135–56. http://dx.doi.org/10.3280/qpc46-2020oa10165.

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Abstract:
Il caso clinico presentato è quello di Viola, una bambina di 7 anni con difficoltà comportamentali. Sebbene le manifestazioni non siano severe, non soddisfano, infatti, la diagnosi di disturbo oppositivo-provocatorio, interferiscono sul clima familiare e compromettono il funzionamento scolastico. Vi è un secondo aspetto, inizialmente non esplicitato dai genitori in chiave patologica, che riguarda l'enuresi notturna; tale problematica limita le possibilità di esplorazione del mondo extra-familiare ed è proprio quando emerge la possibilità di fare esperienze con i coetanei, che diventa necessario inserirla tra gli obiettivi terapeutici. In ottica cognitivo-evolutiva e costruttivista, in fase di valutazione è prioritario comprendere il significato interno del sintomo e svelarne la funzione relazionale. Nel caso di Viola è emerso come i comportamenti provocatori fossero il tentativo di controllare in maniera coercitiva gli adulti di riferimento e l'enuresi può essere visto come il sintomo per assicurarsi la prossimità del genitore. Il lavoro clinico è stato favorito da un'ottima collaborazione da parte della coppia genitoriale e buona parte della terapia si è focalizzata su di loro. Grazie alla ricostruzione degli ABC comportamentali in seduta e alla graduale aggiunta di sfumature cognitive ed emotive, i genitori hanno potuto cogliere la funzione relazionale del sintomo e avvicinarsi al mondo emotivo della figlia. L'intervento con la bambina, svolto in parallelo, è stato indirizzato ad una migliore gestione delle proprie emozioni e un lavoro di mentalizzazione in terza persona, finalizzato ad una crescente consapevolezza degli stati mentali altrui.
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Kernberg, Otto F. "Correlati neurobiologici della teoria delle relazioni oggettuali." SETTING, no. 44 (March 2021): 41–77. http://dx.doi.org/10.3280/set2020-044003.

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Abstract:
Quella che segue è una panoramica dell'attuale concettualizzazione neurobiologica dello sviluppo precoce, rilevante per le ipotesi della teoria psicoanalitica contemporanea delle relazioni oggettuali. Mi propongo di rivedere brevemente alcune aree fondamentali dell'indagine neurobiologica che, insieme, forniscono uno sfondo neurobiologico e una base per l'analisi dello sviluppo precoce delle relazioni oggettuali interiorizzate. Le aree pertinenti dello sviluppo neurobiologico includono: l'attivazione dei sistemi affettivi, la differenziazione sé/altri, lo sviluppo di una teoria della mente e dell'empatia, l'evoluzione della struttura del Sé e lo sviluppo dei processi di mentalizzazione. Parto da una breve panoramica del concetto psicoanalitico di organizzazione di personalità, che dovrebbe aiutarci a illustrare l'interazione tra disposizioni genetiche presunte e funzioni psicologiche correlate disponibili su base costituzionale, da un lato, e la presunta influenza delle relazioni oggettuali precoci sullo sviluppo della personalità, dall'altro. Le componenti di base dell'organizzazione di personalità comprendono: il temperamento, il carattere, l'identità, i sistemi valoriali e l'intelligenza (1). Il temperamento è determinato geneticamente, su base costituzionale, e consiste nella reattività dell'organismo agli stimoli ambientali in termini di risposte affettive, cognitive e comportamentali. Da un punto di vista psicoanalitico, gli affetti come sistemi motivazionali primari sollevano delle domande sul grado in cui le pulsioni siano costituite dall'integrazione dei corrispondenti affetti positivi ("libidici") o negativi ("aggressivi") e sul grado in cui gli affetti siano espressioni delle corrispondenti pulsioni sottostanti. In ogni caso, gli affetti danno il via alle interazioni Sé/altro e l'interiorizzazione di queste interazioni, sotto forma di memoria affettiva, determina i modelli comportamentali interiorizzati (secondo la terminologia dell'Attaccamento: IWMS) ovvero delle relazioni oggettuali interiorizzate (nei termini della teoria psicoanalitica delle relazioni oggettuali). Questi modelli o relazioni oggettuali interiorizzati gradualmente andranno a determinare dei pattern di comportamento abituale integrati di reazione, che costituiranno il carattere. L'organizzazione soggettiva dell'esperienza del Sé, in quanto parte delle relazioni oggettuali interiorizzate, si consolida gradualmente in un concetto integrato del Sé, con un'organizzazione in parallelo del concetto degli altri significativi; in altre parole, l'identità normale (4). L'identità normale rappresenta il correlato soggettivo del carattere, mentre il carattere riflette l'espressione comportamentale dell'identità, in quanto integra dinamicamente i pattern comportamentali. La progressiva interiorizzazione delle regole generali e non strumentali del comportamento sociale o del sistema dei valori etici (il "Super-Io", in termini psicoanalitici) costituisce un secondo livello di organizzazione di personalità, derivato dall'interiorizzazione delle relazioni oggettuali. Infine, il vero potenziale per l'inquadramento cognitivo delle esperienze affettive, e di tutte le esperienze percettive in generale, con il potenziale di astrazione dall'esperienza concreta delle regole generali e della comprensione della relazione tra se stessi e l'ambiente fisico e psicosociale costituisce l'intelligenza.Oggi è del tutto chiaro che i principali affetti primari emergono molto presto, e compaiono per la prima volta dopo poche settimane o mesi dalla nascita. Le strutture neurobiologiche e i sistemi dei neurotrasmittitori che determinano gli affetti esistono già al momento della nascita. Questi affetti primari comprendono: gioia, rabbia, sorpresa, paura, disgusto, tristezza (molto trascurato!), eccitamento sensuale delle superfici corporee, che costituisce la base della capacità di eccitazione sessuale
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Cresti, Simona. "Mentalizzare e mentalizzazione: due tecnicismi “in borghese”." XX, 2022/1 (gennaio-marzo), no. 20 (February 25, 2022). http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2022.15702.

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Abstract:
Alcuni lettori ci chiedono se esiste il verbo mentalizzare, che non trovano nei dizionari e che appare segnato in rosso dai correttori automatici dei programmi di videoscrittura. Un lettore si fa la stessa domanda anche dopo aver usato il verbo nel corso della stesura della sua tesi di laurea col significato di ‘esprimere un pensiero’, ‘prepararsi mentalmente a un accadimento futuro’, e in relazione all’impiego diffuso che vede fare del sostantivo corrispondente mentalizzazione. Cerchiamo di fare chiarezza.
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"Il cibo tra salute e cultura Tavola rotonda con: Riccardo Dalle grave, Antonio Guerci, Caterina Renna." SALUTE E SOCIETÀ, no. 3 (September 2009): 113–22. http://dx.doi.org/10.3280/ses2009-003007.

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Abstract:
- The article deals with the theme of bulimia in a psycho-social view. We examine the changes of life-style in post-modern society, where eating disorders take the characteristics of an ethnic disorder that exasperates behaviours largely appearing in the normal context of life. Bulimia takes the characteristics of a metaphor of the liquid-modern society. Moreover, we consider the thinking process by which the social view is linked to the mental dynamic of the eating disorder. The relationship between food and the body is considered as a personal experience and in its personal and social representation. We examine the disorders connected to metaphoric thought and to abstract thought regarding the process of mentalisation. The concept of concretised metaphor is connected to the thought disorders of bulimia nervosa.Key-words: bulimia nervosa, liquid-modern society, concretised metaphor, embodiment, mentalisation, health.Parole-chiave: bulimia nervosa, societÀ liquido-moderna, metafora concretizzata, incorporazione, mentalizzazione, salute.
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Bergonzini, C., S. Raffaelli, M. Prelati, E. Piantato, D. Bertamini, and F. Veglia. "Studio preliminare su un campione di soggetti con diagnosi di disturbo di personalità borderline ricoverati presso il Day Hospital Psichiatrico della Struttura di Psichiatria S.P.D.C. dell’Azienda Ospedaliera “SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo” di Ales." Working Paper of Public Health 2, no. 1 (June 15, 2013). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2013.6742.

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Abstract:
Obiettivi: Il progetto di ricerca è finalizzato all’osservazione dell’attività del day hospital psichiatrico e alla valutazione dell’efficacia del trattamento su un gruppo di pazienti con diagnosi di Disturbo Borderline di Personalità. Metodologia: Il campione è costituito da un gruppo di 5 pazienti con diagnosi di DBP in terapia presso il day hospital, che saranno seguiti per 6 mesi sia con terapia farmacologica che con una psicoterapia che segue le linee guida del Trattamento basato sulla Mentalizzazione di Bateman & Fonagy. Vi è inoltre un gruppo di controllo omogeneo per diagnosi che verrà trattato per 6 mesi ambulatorialmente solo con terapia farmacologica. Risultati: I primi risultati al follow up effettuato a 6 mesi dall’inizio del trattamento sembrano mostrare che i pazienti seguiti con trattamento integrato psicoterapico e farmacologico all’interno del Day Hospital ottengono risultati migliori relativamente ai parametri comportamentali di auto ed etero lesività, di percezione del benessere e della qualità della vita, rispetto ai pazienti curati esclusivamente attraverso farmacoterapia. Conclusioni: Dai risultati preliminari, il Day Hospital sembra costituire una risorsa funzionale e flessibile per i pazienti con diagnosi di Disturbo di Personalità Borderline. Emerge che l’intensità terapeutica abbinata alla flessibilità del setting offerte permettono ai pazienti di ottenere miglioramenti già a 6 mesi dall’inizio del trattamento.
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Pergola, Rocco Filipponeri, and Costanza Rosati. "La scuola come luogo per una ‘clinica del sociale’ (PolisAnalisi)." Ricerca Psicoanalitica 33, no. 1 (April 28, 2022). http://dx.doi.org/10.4081/rp.2022.606.

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Abstract:
La scuola è rimasto l’unico incubatore di capitale semiotico - risorse di significato - e rigeneratore di capitale sociale. Perciò compito dell’insegnante-educatore è primariamente ‘insegnare a vivere’, ossia permettere a ciascuno di sviluppare la conoscenza di sé stesso e il legame con gli altri - gli altri dentro di sé e gli altri fuori di sé; preparare ad affrontare le molteplici incertezze e difficoltà dell’esistenza, facendo fronte al senso d’impotenza radicale e d’indefinibilità del sé che vive il ‘bambino sovrano’ ora cresciuto. Centrale sarà una rieducazione ai limiti, alla mentalizzazione, alla cura dello spazio di convivenza comune. A tal fine anche il processo di apprendimento-insegnamento va interpretato come qualcosa riguardante anzitutto le dinamiche emotivo-affettive, in gran parte inconsce, che configurano la rete gruppale di relazioni tra tutti gli attori del teatro scolastico: transfert, controtransfert, collusioni, il gruppoclasse come mente unica, l’istituzione, la specifica cultura di ogni scuola. Il docente potrà ritrovare nella propria stessa mente il suo principale strumento di lavoro, a patto che abbia spazi e tempi per coscientizzare e metabolizzare quanto si agita in sé stesso a livello inconscio attraverso opportune metodologie gruppali - Balint e Psicodramma. L’allievo, dal canto suo, andrà aiutato a transitare da una cultura dell’adempimento al sentirsi ‘cliente’ che vive la scuola come tempo per coltivare sé stesso e implementare Beni Relazionali, quali reciprocità, cooperazione e fiducia. Si tratta di operare un vero e proprio atto di ‘clinica del sociale’.
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