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Dissertations / Theses on the topic 'Naturali della Regione Emilia-Romagna'

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Parpinello, Alessandra <1985&gt. "Gli Interventi Educativi Domiciliari nella Regione Emilia-Romagna: un'indagine esplorativa." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/8878/1/Parpinello_Alessandra_tesi.pdf.

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Abstract:
L’attuale fase storica, caratterizzata dal termine di ogni forma di istituzionalizzazione dei minori in direzione della loro integrazione nella comunità, è segnata dal punto di vista legislativo dall’emanazione e dalla attuazione della L.149 del 2001 che all’Art. 1 recita: “Ogni minore ha diritto a crescere nella propria famiglia”, ponendo come obiettivo prioritario il rispetto del diritto fondamentale dei bambini a mantenere i propri legami familiari e comunitari. L’emanazione della Legge 285 nel 1997 ha segnato altresì una svolta nel modo di intendere il concetto di domiciliarità che da mera funzione medica e assistenzialistica è andato connotandosi di funzioni educative e di promozione del minore e del suo contesto di vita (Milani, 2004), riconoscendo nella figura dell’educatore la professionalità adatta a svolgere tale compito. La questione dei servizi domiciliari di sostegno alle famiglie di bambini in difficoltà si configura, in un panorama nazionale così descritto, un problema evidente e sul quale necessariamente fare ricerca. Gli interventi educativi domiciliari si collocano all’interno di questi servizi con la finalità generale di mantenere, anche in presenza di situazioni di disagio familiare, il minore nella famiglia d’origine (Janssen, 2003). La ricerca si è focalizzata su come, nella Regione Emilia-Romagna, il dispositivo degli interventi educativi domiciliari venga interpretato e attivato dai diversi soggetti istituzionali (Tribunale per i Minorenni e Servizi Sociali territoriali-Area Minori), con un approfondimento relativo al contesto dei Servizi Sociali territoriali e con l’obiettivo generale di fornire informazioni utili a orientare le politiche e le realizzazioni a livello regionale e nazionale. La tematica oggetto della tesi è stata esplorata mediante un’analisi della letteratura internazionale e nazionale, la strutturazione e somministrazione di un questionario rivolto ai Responsabili dei Servizi Sociali territoriali della Regione Emilia-Romagna e la realizzazione di alcune interviste a giudici del Tribunale per i Minorenni di Bologna.
The current historical phase, characterized by the end of every form of institutionalization of minors in the direction of their integration into the community is marked from a legislative point of view by enactment and implementation of Law 144 of 2001 that to the Article 1 establishes: "Every child has the right to grow in their own family", with the primary objective of respecting the fundamental right of children to maintain their family and community ties. In 1997, the enactment of Law 285, marked a turning point in the understanding of the concept of domiciliarity which, from a mere medical and welfare function, has become connoted with educational functions and the promotion of the minor and his life context (Milani, 2004), recognizing in the figure of the educator the professionalism suitable to carry out this task. The question of home care services to support families of children in difficulty is, in a national scenario described as such, an obvious problem and on which to do research. Home educational interventions are located within these services with the general purpose of maintaining, even in situations of family hardship, the minor in the family of origin (Janssen, 2003). The research focused on how, in the Emilia-Romagna Region, the device of home educational interventions is interpreted and activated by the various institutional subjects (Court for Minors and Social Services), with an in-depth analysis on the context of the Services Social territorial. The subject matter of the thesis was explored through a careful analysis of literature, the structuring and administration of a questionnaire addressed to the Heads of the territorial Social Services - Minor Area of the Emilia-Romagna Region and the realization of some interviews with judges of the Court for Minors of Bologna.
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Olianti, Beatrice. "Analisi socio-idrologica sullo stato dell'acquifero freatico costiero della Regione Emilia-Romagna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Questo studio mira ad analizzare lo stato dell'acquifero freatico costiero della Regione Emilia-Romagna prendendo in considerazione un caso studio di riferimento, le cui caratteristiche sono sufficientemente rappresentative delle problematiche generali che caratterizzano il corpo idrico. Il caso studio consiste nel "V bacino" in zona ravennate, del quale si sono esaminati i processi che regolano il ciclo idrologico, concentrandosi sulle loro dinamiche di cambiamento in relazione all'evoluzione delle attività antropiche, testimoniata dalle variazioni di uso del suolo occorse negli ultimi decenni. La redistribuzione delle principali classi di uso del suolo nel tempo guida la valutazione dello stato di qualità dell’acquifero, con particolare riferimento alla disponibilità di acqua dolce in falda minacciata dal fenomeno dell’intrusione salina. L’area di studio risente di una fragilità intrinseca imputabile ad un precario equilibrio determinato dalla morfodinamica naturale attiva e dalla perdita dei caratteri paesaggistico-ambientali originari a causa delle attività antropiche. La complessità di tale area ha richiesto semplificazioni modellistiche a partire dalla descrizione dell’acquifero attraverso un modello di tipo aggregato. Inoltre, essendo l’area depressa e conseguentemente soggetta a drenaggio, la determinazione delle regole di pompaggio riveste un ruolo cruciale per la corretta interpretazione dei bilanci idrici. I pochi dati di pompaggio disponibili non hanno consentito l’estrapolazione e validazione di tali regole e pertanto, questo aspetto richiederà ulteriori approfondimenti oltre lo scopo di questa tesi. Analogamente, la modellazione del processo di intrusione salina richiederà analisi aggiuntive vista la non univoca direzione del flusso idrico all’interno dell’acquifero e il forte impatto, nel medio-lungo termine, di processi quali la subsidenza o l’innalzamento del livello del mare.
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Boldrin, Alessandra. "Analisi dei nodi ferroviari secondari della Regione Emilia Romagna per l'accessibilità ciclabile." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20165/.

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Abstract:
Negli ultimi anni, l’inquinamento atmosferico è diventato uno dei problemi principali del nostro pianeta. Esso è causato da innumerevoli fattori, tra cui il traffico veicolare: in particolare, la ricerca di mezzi alternativi ai sistemi di trasporto privato, ha assunto grande rilevanza con lo scopo di migliorare la qualità dell’aria delle grandi e medio-piccole città.La seguente tesi si inquadra proprio in questo contesto e ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo dei mezzi sostenibili, in particolare l’uso della bicicletta per gli spostamenti quotidiani casa-lavoro. Si cerca di rendere facilmente raggiungibile da parte dei ciclisti, l’accesso alle stazioni dei 30 comuni dell’Emilia-Romagna aderenti al PAIR. Attraverso un accurato monitoraggio, si indagano i servizi necessari per gli utenti che vogliono utilizzare la bicicletta per raggiungere la stazione e i relativi luoghi di lavoro. Si presta attenzione alle piste ciclabili in termini di sicurezza e qualità, alla segnaletica e ai posteggi per biciclette. I comuni analizzati sono suddivisi secondo RFI in Platinum, Gold, Silver e Bronze. In questo elaborato, si pone l’attenzione sulle due ultime categorie. Nel primo capitolo, si descrivono il quadro normativo a cui si fa riferimento e i piani regolatori.Il secondo capitolo è volto a chiarire meglio cosa si intende con intermodalità, focalizzando l’attenzione sull’utilizzo combinato di treno e bicicletta.Il terzo capitolo chiarisce nello specifico quali siano gli obiettivi della ricerca, e approfondisce la descrizione della classificazione delle stazioni.Nel quarto e quinto capitolo invece, si presenta dettagliatamente come è stata ideata la scheda di monitoraggio utilizzata per valutare ciascun comune e si allegano le schede di rilievo dotate di mappa geografica per individuare velocemente i servizi offerti da ciascuna stazione.Infine, si mettono in risalto tutte le criticità riscontrate in ogni nodo ferroviario, confrontando ciascuna città con il comune migliore.
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Dovesi, Linda. "Realizzazione della Rete Geodetica Costiera della Regione Emilia-Romagna: aspetti geodetici e computazionali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14277/.

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Abstract:
Il lavoro presentato in questo elaborato vuole descrivere gli aspetti geodetici e computazionali necessari alla creazione della Rete Geodetica Costiera che si propone essere il riferimento per tutti i rilievi futuri riguardanti il litorale emiliano-romagnolo. In particolare, vengono descritte le differenti fasi operative, di calcolo e verifica, che hanno accompagnato tale realizzazione. I risultati ottenuti analizzando le osservazioni GNSS statiche mediante due distinti codici di calcolo sono stati confrontati al fine di determinare la loro congruenza in funzione delle precisioni prescritte nel progetto. Un ulteriore verifica è stata eseguita confrontando tra loro le posizioni dei vertici generate dai rilievi in tempo reale con quelle statiche. Un aspetto fondamentale di cui si è tenuto conto durante la realizzazione della Rete Geodetica Costiera è la definizione del sistema di riferimento con cui sono restituiti i risultati e i diversi confronti, conforme al DM del 10 Novembre 2011 che ha sancito per l’Italia come sistema di riferimento geodetico nazionale la realizzazione ETRF2000, all'epoca 2008.0. Per ultimo è stato eseguito un aggiornamento delle quote ortometriche dei vertici della Rete Geodetica Costiera. Ciò è stato agevole nel momento in cui una delle reti geodetiche utilizzate per la realizzazione della Rete Geodetica Costiera era quella di subsidenza di Arpae, le cui quote furono determinate all’impianto e poi via via aggiornate utilizzando dapprima misure di livellazione e successivamente modelli di subsidenza ottenuti dall’interferometria SAR. Nel caso invece il vertice fosse appartenente ad un’altra rete oppure di nuova istituzione, si sono eseguite misure di livellazione geometrica dal mezzo di alta precisione tra il vertice stesso ed il caposaldo Arpae più vicino e successivamente aggiornata la quota sul vertice.
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Suwarno, Andrea. "Architettura del sistema di allerte per l'Agenzia di Protezione Civile della regione Emilia-Romagna." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3865/.

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Pieri, Giulia <1981&gt. "L'ospedale di comunità nella regione Emilia-Romagna: modelli organizzativi e valutazione della qualità dell'assistenza." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7368/1/PIERI_GIULIA_tesi.pdf.

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Abstract:
L’attuale frammentazione dei percorsi assistenziali rivolti ai pazienti anziani con multimorbosità e fragili, non garantisce cure efficaci, efficienti né soddisfazione dei pazienti e delle loro famiglie. Si stanno sviluppando a livello internazionale modelli di organizzazione dei servizi di “cure intermedie”, per rispondere ai bisogni emergenti rappresentati da invecchiamento, aumento di patologie croniche, multimorbosità e fragilità, per evitare ospedalizzazioni inappropriate e ritardare l’istituzionalizzazione di lungo periodo. Coerentemente con le indicazioni normative nazionali, la Regione Emilia-Romagna (RER) ha intrapreso un percorso di ridefinizione dei servizi territoriali e della rete ospedaliera con l’obiettivo di garantire la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio, in particolare per le persone con patologia cronica, potenziando i servizi assistenziali di cure intermedie e attivando strutture residenziali intermedie territoriali (Ospedali di Comunità). Il progetto di ricerca aveva l’obiettivo di definire, attraverso l’individuazione di specifici indicatori, una modalità strutturata per il monitoraggio dell’assistenza fornita ai pazienti che vengono presi in carico negli Ospedali di Comunità dal punto di vista clinico, organizzativo e del paziente. Il modello organizzativo è stato studiato confrontando tre Ospedali di Comunità della Regione Emilia-Romagna. Gli indicatori individuati sono quindi stati analizzati per descrivere la coorte di pazienti dimessa dall’Ospedale di Comunità di Castel San Pietro Terme (Ausl Imola). L’analisi condotta, con l’identificazione di sottotipi caratteristici di pazienti che accedono all’Ospedale di Comunità può costituire un valido supporto conoscitivo nel processo di miglioramento dei percorsi clinico-assistenziali. La descrizione dei percorsi di cura seguiti dai pazienti presi in carico negli Ospedali di Comunità, di cui l’analisi presentata rappresenta un primo step, può infatti contribuire a meglio definire le strategie organizzative dell’assistenza ospedaliera e territoriale, sanitaria e socio-assistenziale per potenziare quindi la capacità di risposta ai bisogni dei pazienti.
The fragmentation of services for elderly with multimorbidity and frailty does guarantee neither effective and efficient care, nor the satisfaction of patients and their families. At international level, for decades, organizational models for “intermediate care” have been developing, as solution to emerging problems (aging, chronic disease, multiborbidity and frailty), to avoide inappropriate hospital admission and to delay long-term care. Consistent with national documents, Emilia-Romagna Region has been redefining community services and the acute hospital network with the aim of ensuring continuity of care and integration between hospital and community services, especially for people with chronic diseases, developing intermediate care and activating bed-based intermediate care services (Community Hospitals). The research project aimed to define – through the identification and analysis of specific indicators – a structured method for monitoring health care provided to patients in Community Hospitals in terms of clinical, organizational and patient perspective. The organizational model has been examined comparing three Community Hospital of Emilia-Romagna Region. Indicators have been analyzed to describe patients discharged from the Community Hospital of Castel San Pietro Terme (Imola Local Health Authority). The structured analysis and the identification of emerging clusters of patients admitted in Community Hospital, could provide important input for the best planning of integrated care pathways for patients. The description of clinical pathway of patients admitted in Community Hospitals may help to better define organizational strategies for both acute and community care, both health and social assistance, to enhance responses to patients' needs.
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Pieri, Giulia <1981&gt. "L'ospedale di comunità nella regione Emilia-Romagna: modelli organizzativi e valutazione della qualità dell'assistenza." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7368/.

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Abstract:
L’attuale frammentazione dei percorsi assistenziali rivolti ai pazienti anziani con multimorbosità e fragili, non garantisce cure efficaci, efficienti né soddisfazione dei pazienti e delle loro famiglie. Si stanno sviluppando a livello internazionale modelli di organizzazione dei servizi di “cure intermedie”, per rispondere ai bisogni emergenti rappresentati da invecchiamento, aumento di patologie croniche, multimorbosità e fragilità, per evitare ospedalizzazioni inappropriate e ritardare l’istituzionalizzazione di lungo periodo. Coerentemente con le indicazioni normative nazionali, la Regione Emilia-Romagna (RER) ha intrapreso un percorso di ridefinizione dei servizi territoriali e della rete ospedaliera con l’obiettivo di garantire la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio, in particolare per le persone con patologia cronica, potenziando i servizi assistenziali di cure intermedie e attivando strutture residenziali intermedie territoriali (Ospedali di Comunità). Il progetto di ricerca aveva l’obiettivo di definire, attraverso l’individuazione di specifici indicatori, una modalità strutturata per il monitoraggio dell’assistenza fornita ai pazienti che vengono presi in carico negli Ospedali di Comunità dal punto di vista clinico, organizzativo e del paziente. Il modello organizzativo è stato studiato confrontando tre Ospedali di Comunità della Regione Emilia-Romagna. Gli indicatori individuati sono quindi stati analizzati per descrivere la coorte di pazienti dimessa dall’Ospedale di Comunità di Castel San Pietro Terme (Ausl Imola). L’analisi condotta, con l’identificazione di sottotipi caratteristici di pazienti che accedono all’Ospedale di Comunità può costituire un valido supporto conoscitivo nel processo di miglioramento dei percorsi clinico-assistenziali. La descrizione dei percorsi di cura seguiti dai pazienti presi in carico negli Ospedali di Comunità, di cui l’analisi presentata rappresenta un primo step, può infatti contribuire a meglio definire le strategie organizzative dell’assistenza ospedaliera e territoriale, sanitaria e socio-assistenziale per potenziare quindi la capacità di risposta ai bisogni dei pazienti.
The fragmentation of services for elderly with multimorbidity and frailty does guarantee neither effective and efficient care, nor the satisfaction of patients and their families. At international level, for decades, organizational models for “intermediate care” have been developing, as solution to emerging problems (aging, chronic disease, multiborbidity and frailty), to avoide inappropriate hospital admission and to delay long-term care. Consistent with national documents, Emilia-Romagna Region has been redefining community services and the acute hospital network with the aim of ensuring continuity of care and integration between hospital and community services, especially for people with chronic diseases, developing intermediate care and activating bed-based intermediate care services (Community Hospitals). The research project aimed to define – through the identification and analysis of specific indicators – a structured method for monitoring health care provided to patients in Community Hospitals in terms of clinical, organizational and patient perspective. The organizational model has been examined comparing three Community Hospital of Emilia-Romagna Region. Indicators have been analyzed to describe patients discharged from the Community Hospital of Castel San Pietro Terme (Imola Local Health Authority). The structured analysis and the identification of emerging clusters of patients admitted in Community Hospital, could provide important input for the best planning of integrated care pathways for patients. The description of clinical pathway of patients admitted in Community Hospitals may help to better define organizational strategies for both acute and community care, both health and social assistance, to enhance responses to patients' needs.
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Bugli, Erica. "Sapore dei Ricordi Sviluppo di un brand premium di biscotti tradizionali della regione Emilia Romagna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
L’elaborato tratta un’analisi dei significati del packa- ging alimentare al giorno d’oggi da più angolazioni: dalle funzioni primarie, alle strategie commerciali, fino alle normative vigenti sui materiali e la sosteni- bilità ambientale. Il focus delle ricerche sarà sui bi- scotti confezionati e sui biscotti della tradizione re- gionale e gli argomenti trattati verranno approfonditi anche dal lato dell’azienda Barilla (e di Mulino Bianco relativamente ai biscotti) presso cui è stato svolto il Tirocinio in preparazione della Prova Finale che ha portato all’individuazione del tema del progetto del- la tesi. A seguire viene presentato il progetto che è stato realizzato durante il Tirocinio con l’utilizzo del metodo del Design Thinking. Infine l’ultima parte ve- drà lo sviluppo di un progetto personale a partire da uno dei concept emersi durante il periodo di Tiroci- nio in cui è stata sviluppata la proposta di un brand premium di biscotti regionali per il Gruppo Barilla prodotti da Mulino Bianco.
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Beltrani, Paolo. "Percorsi di razionalizzazione e di ottimizzazione del trasporto e della logistica nella regione Emilia-Romagna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amslaurea.unibo.it/568/.

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Dallolio, Laura <1973&gt. "Taglio cesareo e rischio di isterectomia peri-partum: analisi della situazione nella Regione Emilia-Romagna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1024/1/Tesi_Dallolio_Laura.pdf.

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Dallolio, Laura <1973&gt. "Taglio cesareo e rischio di isterectomia peri-partum: analisi della situazione nella Regione Emilia-Romagna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1024/.

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Ricciardelli, Chiara <1975&gt. "Formazione e Competenze Professionali: una ricerca empirica sui Cassaintegrati in deroga della regione Emilia Romagna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4711/1/TESI_14%2C3%2C12_1.pdf.

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Abstract:
The general theme of the present inquiry concerns the role of training and continuous updating of knowledge and skills in relation to the concept of employability and social vulnerability. The empirical research has affected the entire calendar year 2010, namely from 13 February 2010 to December 31, 2010: data refer to a very specific context or to the course funded by the Emilia Romagna region and targeted to employees in cassintegrazione notwithstanding domiciled in the region. The investigations were performed in a vocational training scheme accredited by the Emilia Romagna for the provision of publicly funded training courses. The quantitative data collected are limited to the region and distributed in all the provinces of Emilia Romagna; It addressed the issue of the role of continuing education throughout life and the importance of updating knowledge and skills, such as privileged instruments to address the instability of the labor market and what strategy to reduce the risk unemployment. Based on the different strategies that the employee puts in place during their professional careers, we introduce two concepts that are more common in the so-called knowledge society, namely the concept of social vulnerability and employability. In modern organizations becomes relevant knowledge they bring workers and the relationships that develop between people and allowing exponentially and disseminate such knowledge and skills. The knowledge thus becomes the first productive force, defined by Davenport and Prusak (1998) as "fluid combination of experience, values, contextual information and specialist knowledge that provides a framework for the evaluation and assimilation of new experience and new information ". Learning at work is a by stable explicit and conscious, and even enjoyable for everyone, especially outside of a training intervention. It then goes on to address the specific issue of training, under the current labor market increasingly deconstructed.
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Ricciardelli, Chiara <1975&gt. "Formazione e Competenze Professionali: una ricerca empirica sui Cassaintegrati in deroga della regione Emilia Romagna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4711/.

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Abstract:
The general theme of the present inquiry concerns the role of training and continuous updating of knowledge and skills in relation to the concept of employability and social vulnerability. The empirical research has affected the entire calendar year 2010, namely from 13 February 2010 to December 31, 2010: data refer to a very specific context or to the course funded by the Emilia Romagna region and targeted to employees in cassintegrazione notwithstanding domiciled in the region. The investigations were performed in a vocational training scheme accredited by the Emilia Romagna for the provision of publicly funded training courses. The quantitative data collected are limited to the region and distributed in all the provinces of Emilia Romagna; It addressed the issue of the role of continuing education throughout life and the importance of updating knowledge and skills, such as privileged instruments to address the instability of the labor market and what strategy to reduce the risk unemployment. Based on the different strategies that the employee puts in place during their professional careers, we introduce two concepts that are more common in the so-called knowledge society, namely the concept of social vulnerability and employability. In modern organizations becomes relevant knowledge they bring workers and the relationships that develop between people and allowing exponentially and disseminate such knowledge and skills. The knowledge thus becomes the first productive force, defined by Davenport and Prusak (1998) as "fluid combination of experience, values, contextual information and specialist knowledge that provides a framework for the evaluation and assimilation of new experience and new information ". Learning at work is a by stable explicit and conscious, and even enjoyable for everyone, especially outside of a training intervention. It then goes on to address the specific issue of training, under the current labor market increasingly deconstructed.
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Simonini, Lorenzo <1990&gt. "Le conseguenze dell'omnicanalità sui centri commerciali pianificati e naturali: un'analisi qualitativa della situazione in Emilia Romagna." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/5689.

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Abstract:
Il progetto di ricerca s’incentra sul concetto di omnicanalità: tramite la rete, i consumatori si aspettano oggi di poter scegliere e acquistare prodotti e servizi in qualsiasi momento, ovunque si trovino, vivendo una shopping experience che attraversa tutti i canali, fisico, online e mobile, senza soluzione di continuità. In questo scenario, i retailer si rendono protagonisti del cambiamento, offrendo servizi per rispondere alle nuove sfide che il mercato impone. L’obiettivo dell’elaborato è approfondire le conseguenze di questa nuova interpretazione del retail sulle strategie di sviluppo dei centri commerciali pianificati e naturali in Emilia Romagna, territorio in cui si contano circa 50 progetti sperimentali approvati dalla Regione per la riqualificazione dei centri storici commerciali, e circa 20 centri commerciali pianificati di medie e grandi dimensioni. La ricerca qualitativa è stata sviluppata attraverso una serie d’interviste semi strutturate, incentrate sui temi principali riscontrati nella letteratura, e rivolte sia a Manager di aziende di retail property e gestione gallerie commerciali, e sia ad Assessori al commercio e alle attività produttive operanti in Regione. La codifica dei dati e la discussione dei risultati tracciano prospettive future interessanti: la vera criticità per i centri commerciali pianificati e naturali è rappresentata dalla capacità di integrare i punti di forza dell’offline con alcuni vantaggi propri dell’online. Il canale fisico rimane fortemente strategico, soprattutto nel food, settore considerato sempre più cruciale per ottenere vantaggi competitivi in questi anni di grande evoluzione nel mondo del commercio.
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Manzone, Francesca. "Analisi dei dati della gestione dei rifiuti urbani di alcuni Comuni campione della Regione Emilia Romagna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Questo elaborato nasce con l’obiettivo di trovare quali indicatori sono maggiormente indicativi delle reali performance ambientali ed economiche nella gestione dei rifiuti urbani al fine di studiare la situazione attuale e le cause che maggiormente influenzano la qualità della gestione del servizio. Il lavoro di analisi dei dati è stato diviso in quattro fasi principali. Inizialmente sono stati raccolti dati pubblici relativi ai vari Comuni della Provincia di Bologna per la successiva creazione di indicatori complessi, indispensabili sia per il confronto dei dati stessi, che delle varie categorie e delle classi create in seguito. Infine lo sviluppo dei grafici ha permesso di mettere in relazione i vari elementi in modo da fornire una chiara rappresentazione di come questi possano influire sui costi e sulle tematiche ambientali.
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Bucciarelli, Fabio. "Monitoraggio della sicurezza informatica mediante il modello SIEM in una organizzazione complessa: la Regione Emilia-Romagna." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3171/.

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Vetrugno, Dario. "Valutazione degli impatti ambientali del rinnovo del Parco Autobus della Regione Emilia-Romagna dal 2015 al 2025." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
il sistema di trasporto pubblico locale. In quanto servizio pubblico deve favorire la riduzione dell’utilizzo dei veicoli, invogliando gli utenti ad utilizzare il sistema di trasporto, puntando su mezzi che assicurino un comfort adeguati e che soprattutto siano mezzi alternativi che riducono al minimo i consumi e le emissioni. Sviluppando questo discorso e contestualizzandolo alla Regione Emilia-Romagna, L’elaborato di questa tesi è volto ad analizzare il parco autobus della Regione, analizzando il rinnovo del parco mezzi su gomma per i servizi di trasporto pubblico locale, utilizzando metodi di alimentazioni alternativi nell’ottica del miglioramento della qualità dell’aria e della riduzione dell’età media complessiva. Il lavoro inizialmente illustrerà quello che è lo stato dell’arte della Regione Emilia-Romagna, comprensiva di quello che è lo stato attuale del servizio di Trasporto Pubblico Locale, le politiche attuate tra piani urbani per la mobilità sostenibile e investimenti atti a rinnovare il parco autobus e migliorare le utenze. Successivamente verranno analizzati vari metodi di alimentazione dei mezzi di trasporto. Lo studio vero e proprio si baserà su quello che è lo stato del parco veicolare al 31/12/2017. Partendo da qui si andranno a studiare quelle che sono le prospettive future, attraverso una serie di scenari. Un primo scenario considerato sarà quello senza alcun tipo di modifica. Il secondo sarà uno scenario volto ad un rinnovo basato su quelli che sono stati gli investimenti stanziati nel corso di questi ultimi 5 anni, atti a modificare la flotta e a migliorarne le emissioni. Il terzo scenario considerato è uno scenario ipotizzato, atto a prevedere quali potrebbero essere le mosse da eseguire per migliorare notevolmente il parco autobus in modo da mettersi al pari con le grandi nazioni europee. Successivamente verranno tratte le conclusioni in base ai risultati ottenuti
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Morsiani, Tommaso. "Mappatura e potenziale valorizzazione di biomasse residuali agricole nel Nord-Italia con approfondimento in regione Emilia-Romagna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19486/.

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Abstract:
Il recupero e l’utilizzo delle biomasse residuali agricole rappresenta una valida alternativa all’impiego dei combustibili fossili. Questo elaborato stima, mappa ed analizza la disponibilità di potenziale biomassa residuale fresca derivante da questo settore nel Nord-Italia, in Emilia-Romagna ed in Provincia di Ravenna, nell’ottica di una possibile valorizzazione utilizzando tre banche dati esistenti: Land Use, IColt ed AGREA. Il risultato è stato stimato utilizzando la superficie coltivata (ettari), le rese produttive (t/ha) e calcolando il quantitativo di residuo prodotto dalla coltura principale. Le mappature sono state create ed elaborate in ambiente GIS mediante griglie 10*10km (Nord-Italia), 5*5km (Emilia-Romagna) e fogli catastali (Provincia di Ravenna). L’elaborazione dei dati evidenzia che le quantità di potenziale biomassa residuale fresca ammontano a: i) 1700000 ± 850000 t/anno per tutto il Nord-Italia utilizzando la banca dati Land Use; ii) 500000 ± 230000 t/anno per l’Emilia-Romagna utilizzando la medesima banca dati; iii) 1300000 ± 340000 t/anno nella medesima Regione avvalendosi della banca dati Icolt; iv) 750000 ± 80000 t/anno nella Provincia di Ravenna calcolati dalla banca dati AGREA. Nel complesso si evidenzia che l’intero territorio del Nord-Italia, comprensivo dei risultati ottenuti in Regione e Provincia, possiede un grande potenziale residuale derivante dall’agricoltura e che la valutazione di tale biomassa stabilisce le condizioni per l'avvio di possibili studi futuri, a macro o micro-scala territoriale, per una possibile valorizzazione energetica o per la produzione di biogas e/o biometano in funzione della biomassa residuale analizzata.
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Galeazzi, Sara. "Applicazione di un modello semi-fisicamente basato per la definizione di soglie pluviometriche nella Regione Emilia-Romagna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
La tesi descrive l’applicazione di un modello previsionale per l’innesco dei fenomeni franosi in Emilia-Romagna. Il modello in questione, PRESCCA (PREvisione Soil Slips e Contenuto d’Acqua), è un modello semi-fisicamente basato finalizzato alla definizione di soglie di innesco per frane superficiali. Il modello prevede soglie del tipo grado di saturazione - pioggia cumulata, basate non solo sul parametro della pioggia ma anche sulle condizioni di umidità del suolo precedenti alla data di innesco. Dopo un primo inquadramento generale sul sistema di allertamento nazionale e regionale e sui principali modelli previsionali attualmente in uso nella Regione Emilia-Romagna, è descritta la metodologia del sistema PRESSCA con riferimenti alla sua applicazione nella Regione Umbria dove è stato implementato per la prima volta. La metodologia viene poi applicata, seppur con qualche modifica, al caso di studio dell’Emilia-Romagna. A tale scopo, sono stati selezionati dall’Archivio storico delle frane della Regione, 152 eventi franosi avvenuti fra il 2001 e il 2017, la cui causa di innesco fosse imputabile alla pioggia. Per ognuno di questi siti di frana, sono stati estratti i dati orari di pioggia e temperatura dell’aria dal 2001 al 2019 e le informazioni riguardanti la tessitura dei suoli. Utilizzando questi parametri come dati di input del Modello di Bilancio Idrologico del Suolo MOBIS, è stato simulato l’andamento orario del contenuto d’acqua della parte superficiale del terreno per tutti i siti di frana dal 2001 al 2018. Attraverso una specifica operazione di picking manuale. eseguita valutando l’andamento di umidità del suolo e pioggia nell’intorno della data di attivazione delle frane, è stata individuata per ogni ognuna di queste, la coppia di valori necessaria alla definizione della soglia di innesco. Infine, è stata eseguita un’analisi di validazione dei dati di umidità, confrontando i valori stimati dal modello MOBIS con quelli ottenuti dal satellite ASCAT.
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Gambioli, Alessandro. "Sviluppo di una procedura per la stima delle emissioni di sistemi energetici per la regione Emilia Romagna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6429/.

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Sviluppo di una procedura per la stima delle emissioni di sistemi energetici da integrare nel MiniBREF, programma di calcolo utilizzato da ARPA Emilia-Romagna, basato sulle linee guida definite nel BREF per la valutazione dell'impatto ambientale e confronto tra soluzioni impiantistiche alternative.
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Baldoni, Anna <1975&gt. "Educare alla cittadinanza democratica. La partecipazione di adolescenti e giovani negli enti locali della regione Emilia Romagna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1001/1/Tesi_Baldoni_Anna.pdf.

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Abstract:
La tesi è il frutto di un lavoro di ricerca sul rapporto tra educazione e politica sviluppato considerando letteratura, studi e ricerche in ambito pedagogico, sociologico e delle scienze politiche. I nuclei tematici oggetto delle letture preliminari e degli approfondimenti successivi che sono diventati il corpo della tesi sono i seguenti: • la crisi del ruolo dei partiti politici in Italia e in Europa: diminuiscono gli iscritti e la capacità di dare corpo a proposte politiche credibili che provengano dalla “base”dei partiti; • la crisi del sistema formativo1 in Italia e il fatto che l’educazione alla cittadinanza sia poco promossa e praticata nelle scuole e nelle istituzioni; • la diffusa mancanza di fiducia degli adolescenti e dei giovani nei confronti delle istituzioni (scuola inclusa) e della politica in molti Paesi del mondo2; i giovani sono in linea con il mondo adulto nel dimostrare i sintomi di “apatia politica” che si manifesta anche come avversione verso la politica; • il fatto che le teorie e gli studi sulla democrazia non siano stati in grado di prevenire la sistematica esclusione di larghi segmenti di cittadinanza dalle dinamiche decisionali dimostrando che la democrazia formale sia drasticamente differente da quella sostanziale. Una categoria tra le più escluse dalle decisioni è quella dei minori in età. Queste tematiche, se poste in relazione, ci inducono a riflettere sullo stato della democrazia e ci invitano a cercare nuovi orizzonti in cui inserire riflessioni sulla cittadinanza partendo dall’interesse centrale delle scienze pedagogiche: il ruolo dell’educazione. Essenziale è il tema dei diritti umani: per cominciare, rileviamo che sebbene la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia sia stata approvata da quasi vent’anni (nel 1989) e malgrado numerose istituzioni nazionali e internazionali (Onu, Consiglio d’Europa, Banca Mondiale, Unesco) continuino ad impegnarsi nella promozione dei diritti sanciti e ratificati con leggi da quasi tutti i Paesi del mondo, questi diritti sono spesso trascurati: in particolare i diritti di bambini, adolescenti e giovani fino a 18 anni ad essere ascoltati, ad esprimersi liberamente, a ricevere informazioni adeguate nonché il diritto ad associarsi. L’effetto di tale trascuratezza, ossia la scarsa partecipazione di adolescenti e giovani alla vita sociale e politica in ogni parte del mondo (Italia inclusa) è un problema su cui cercheremo di riflettere e trovare soluzioni. Dalle più recenti ricerche svolte sul rapporto tra giovani e politica3, risulta che sono in particolare i giovani tra i quindici e i diciassette anni a provare “disgusto” per la politica e a non avere alcune fiducia né nei confronti dei politici, né delle istituzioni. Il disgusto è strettamente legato alla sfiducia, alla delusione , alla disillusione che oltretutto porta al rifiuto per la politica e quindi anche a non informarsi volutamente, a tenere ciò che riguarda la politica lontano dalla propria sfera personale. In Italia, ciò non è una novità. Né i governi che si sono succeduti dagli anni dell’Unità ad oggi, né le teorie democratiche italiane e internazionali sono riusciti a cambiare l’approccio degli italiani alla politica: “fissità della cultura politica, indolenza di fronte alla mancanza di cultura della legalità, livelli bassi di informazione, di competenza, di fiducia nella democrazia”4. Tra i numerosi fattori presi in analisi nelle ricerche internazionali (cfr. Cap. I par.65) ve ne sono due che si è scoperto influenzano notevolmente la partecipazione politica della popolazione e che vedono l’Italia distante dalle altre democrazie europee: 1) la vicinanza alla religione istituzionale , 2) i caratteri della morale6. Religione istituzionale Non c’è studio o ricerca che non documenti la progressiva secolarizzazione degli stati. Eppure, dividendo la popolazione dei Paesi in: 1) non credenti, 2) credenti non praticanti e 3) credenti praticanti, fatto salvo per la Francia, si assiste ad una crescita dei “credenti non praticanti” in Europa e dei “credenti praticanti” in particolare in Italia (risultavano da un’indagine del 2005, il 42% della popolazione italiana). La spiegazione di questa “controtendenza” dell’Italia, spiega la Sciolla, “potrebbe essere il crescente ruolo pubblico assunto dalla Chiesa italiana e della sua sempre più pervasiva presenza su temi di interesse pubblico o direttamente politico (dalla fecondazione assistita alle unioni tra omosessuali) oltreché alla sua visibilità mediatica che, insieme al generale e diffuso disorientamento, potrebbe aver esercitato un autorevole richiamo”. Pluralismo morale Frutto innanzitutto del processo di individualizzazione che erode le forme assolute di autorità e le strutture gerarchiche e dell’affermarsi dei diritti umani con l’ampliamento degli spazi di libertà di coscienza dei singoli. Una conferma sul piano empirico di questo quadro è data dal monitoraggio di due configurazioni valoriali che più hanno a che vedere con la partecipazione politica: 1) Grado di civismo (in inglese civicness) che raggruppa giudizi sui comportamenti lesivi dell’interesse pubblico (non pagare le tasse, anteporre il proprio interesse e vantaggio personale all’interesse pubblico). 2) Libertarismo morale o cultura dei diritti ovvero difesa dei diritti della persona e della sua liberà di scelta (riguarda la sessualità, il corpo e in generale la possibilità di disporre di sé) In Italia, il civismo ha subito negli anni novanta un drastico calo e non è più tornato ai livelli precedenti. Il libertarismo è invece aumentato in tutti i Paesi ma Italia e Stati Uniti hanno tutt’ora un livello basso rispetto agli altri Stati. I più libertari sono gli strati giovani ed istruiti della popolazione. Queste caratteristiche degli italiani sono riconducibili alla storia del nostro Paese, alla sua identità fragile, mai compatta ed unitaria. Non è possibile tralasciare l’influenza che la Chiesa ha sempre avuto nelle scelte politiche e culturali del nostro Paese. Limitando il campo al secolo scorso, dobbiamo considerare che la Chiesa cattolica ha avuto continuativamente un ruolo di forte ingerenza nei confronti delle scelte dei governi (scelte che, come vedremo nel Cap. I, par.2 hanno influenzato le scelte sulla scuola e sull’educazione) che si sono succeduti dal 1948 ad oggi7. Ciò ha influito nei costumi della nostra società caratterizzandoci come Stato sui generis nel panorama europeo Inoltre possiamo definire l’Italia uno "Stato nazionale ed unitario" ma la sua identità resta plurinazionale: vi sono nazionalità, trasformate in minoranze, comprese e compresse nel suo territorio; lo Stato affermò la sua unità con le armi dell'esercito piemontese e questa unità è ancora da conquistare pienamente. Lo stesso Salvemini fu tra quanti invocarono un garante per le minoranze constatando che di fronte a leggi applicate da maggioranze senza controllo superiore, le minoranze non hanno sicurezza. Riteniamo queste riflessioni sull’identità dello Stato Italiano doverose per dare a questa ricerca sulla promozione della partecipazione politica di adolescenti e giovani, sull’educazione alla cittadinanza e sul ruolo degli enti locali una opportuna cornice culturale e di contesto. Educazione alla cittadinanza In questo scritto “consideriamo che lo stimolo al cambiamento e al controllo di ciò che succede nelle sfere della politica, la difesa stessa della democrazia, è più facile che avvenga se i membri di una comunità, singolarmente o associandosi, si tengono bene informati, possiedono capacità riflessive e argomentative, sono dunque adeguatamente competenti e in grado di formarsi un’opinione autonoma e di esprimerla pubblicamente. In questo senso potremmo dire che proprio l’educazione alla democrazia, di chi nella democrazia vive, godendone i vantaggi, è stata rappresentata da Montiesquieu e da J.S Mill come uno dei caratteri basilari della democrazia stessa e la sua assenza come uno dei peggiori rischi in cui si può incorrere”8 L’educazione alla cittadinanza - considerata come cornice di un ampio spettro di competenze, complessivamente legate alla partecipazione e pienamente consapevole alla vita politica e sociale - e in particolare la formazione alla cittadinanza attiva sono da tempo riconosciute come elementi indispensabili per il miglioramento delle condizioni di benessere dei singoli e delle società e sono elementi imprescindibili per costituire un credibile patto sociale democratico. Ma che tipo di sistema formativo meglio si adatta ad un Paese dove - decennio dopo decennio - i decisori politici (la classe politica) sembrano progressivamente allontanarsi dalla vita dei cittadini e non propongono un’idea credibile di stato, un progetto lungimirante per l’Italia, dove la politica viene vissuta come distante dalla vita quotidiana e dove sfiducia e disgusto per la politica sono sentimenti provati in particolare da adolescenti e giovani? Dove la religione e il mercato hanno un potere concorrente a quello dei principi democratici ? La pedagogia può in questo momento storico ricoprire un ruolo di grande importanza. Ma non è possibile formulare risposte e proposte educative prendendo in analisi una sola istituzione nel suo rapporto con adolescenti e giovani. Famiglia, scuola, enti locali, terzo settore, devono essere prese in considerazione nella loro interdipendenza. Certo, rispetto all’educazione alla cittadinanza, la scuola ha avuto, almeno sulla carta, un ruolo preminente avendo da sempre l’obiettivo di formare “l’uomo e il cittadino” e prevedendo l’insegnamento dell’educazione civica. Ma oggi, demandare il ruolo della “formazione del cittadino” unicamente alla scuola, non è una scelta saggia. La comunità, il territorio e quindi le istituzioni devono avere un ruolo forte e collaborare con la scuola. Educazione formale, non formale e informale devono compenetrarsi. Gli studi e le riflessioni della scrivente hanno portato all’ individuazione degli enti locali come potenziali luoghi privilegiati della formazione politica dei giovani e dell’educazione alla cittadinanza. Gli enti locali I Comuni, essendo le Istituzioni più vicine ai cittadini, possono essere il primo luogo dove praticare cittadinanza attiva traducendo in pratiche anche le politiche elaborate a livello regionale e nazionale. Sostiene la Carta riveduta della partecipazione dei giovani9 “La partecipazione attiva dei giovani alle decisioni e alle attività a livello locale e regionale è essenziale se si vogliono costruire società più democratiche, solidali e prospere. Partecipare alla vita politica di una comunità, qualunque essa sia, non implica però unicamente il fatto di votare e presentarsi alle elezioni, per quanto importanti siano tali elementi. Partecipare ed essere un cittadino attivo vuol dire avere i diritti, gli strumenti intellettuali e materiali, il luogo, la possibilità, e, se del caso, il necessario sostegno per intervenire nelle decisioni, influenzarle ed impegnarsi in attività e iniziative che possano determinare la costruzione di una società migliore”. In Italia, il ruolo degli enti locali è stato per lo più dominante nella definizione delle politiche sociali, sanitarie ed educative ma è divenuto centrale soprattutto in seguito alla riforma del titolo V della Costituzione italiana operata nel 2001. Sono gli enti locali – le Regioni in primis – ad avere la funzione istituzionale di legiferare rispetto ai temi inerenti il sociale. Le proposte e le azioni di Province e Comuni dovrebbero ispirarsi al “principio di sussidiarietà” espresso nell’art. 118 della Costituzione: «Stato, Regioni, Province, Città metropolitane, Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà»10 e nei Trattati dell’Unione Europea. Il Trattato istitutivo della Comunità europea accoglie il principio nell’art.5 “La Comunità agisce nei limiti delle competenze che le sono conferite e degli obiettivi che le sono assegnati dal presente trattato. Nei settori che non sono di sua esclusiva competenza la Comunità interviene, secondo il principio della sussidiarietà, soltanto se e nella misura in cui gli obiettivi dell'azione prevista non possono essere sufficientemente realizzati dagli Stati membri e possono dunque, a motivo delle dimensioni o degli effetti dell'azione in questione, essere realizzati meglio a livello comunitario (…)”. Il principio di sussidiarietà può dunque essere recepito anche prevedendo, promuovendo e accogliendo la partecipazione dei cittadini alla vita della città in molteplici forme. Conseguentemente, facilitare l’avvicinamento degli adolescenti e dei giovani (in quanto cittadini) alla vita collettiva, al bene pubblico, alla politica considerandoli una risorsa e mettendoli nelle condizioni di essere socialmente e politicamente attivi rientra nelle possibili applicazioni del principio di sussidiarietà. L’oggetto della ricerca La ricerca condotta dalla scrivente prende le mosse dal paradigma ecologico e si ispira allo stile fenomenologico prendendo in analisi un contesto determinato da numerosi soggetti tra loro interrelati. La domanda di ricerca: “gli enti locali possono promuovere di progetti e interventi di educazione alla cittadinanza di cui adolescenti e giovani siano protagonisti? Se si, in che modo?”. Gli studi preliminari alla ricerca hanno mostrato uno scenario complesso che non era mai stato preso in analisi da chi si occupa di educazione. E’ stato dunque necessario comprendere: 1) Il ruolo e le funzioni degli enti locali rispetto alle politiche educative e di welfare in generale in Italia 2) La condizione di adolescenti e giovani in Italia e nel mondo 3) Che cos’è l’educazione alla cittadinanza 4) Che cosa si può intendere per partecipazione giovanile Per questo il lavoro di ricerca empirica svolto dalla scrivente è basato sulla realizzazione di due indagini esplorative (“Enti locali, giovani e politica (2005/2006)11 e “Nuovi cittadini di pace” (2006/2007)12) tramite le quali è stato possibile esaminare progetti e servizi di promozione della partecipazione degli adolescenti e dei giovani alla vita dei Comuni di quattro regioni italiane e in particolare della Regione Emilia-Romagna. L’oggetto dell’interesse delle due indagini è (attraverso l’analisi di progetti e servizi e di testimonianze di amministratori, tecnici e politici) esplorare le modalità con cui gli enti locali (i Comuni in particolare) esplicano la loro funzione formativa rivolta ad adolescenti e giovani in relazione all’educazione alla cittadinanza democratica. Ai fini delle nostre riflessioni ci siamo interessati di progetti, sevizi permanenti e iniziative rivolti alla fascia d’età che va dagli 11 ai 20/22 anni ossia quegli anni in cui si giocano molte delle sfide che portano i giovani ad accedere al mondo degli adulti in maniera “piena e autentica” o meno. Dall’analisi dei dati, emergono osservazioni su come gli enti locali possano educare alla cittadinanza in rete con altre istituzioni (la scuola, le associazioni), promuovendo servizi e progetti che diano ad adolescenti e giovani la possibilità di mettersi all’opera, di avere un ruolo attivo, realizzare qualche cosa ed esserne responsabili (e nel frattempo apprendere come funziona e che cos’è il governo di una città, di un territorio), intrecciare relazioni, lavorare in gruppo, in una cornice che va al di là delle politiche giovanili e che propone politiche integrate. In questo contesto il ruolo degli adulti (genitori, insegnanti, educatori, politici) è centrale: è dunque essenziale che le famiglie, il mondo della scuola, gli attivisti dei partiti politici, le istituzioni e il mondo dell’informazione attraverso l’agire quotidiano, dimostrino ad adolescenti e giovani coerenza tra azioni e idee dimostrando fiducia nelle istituzioni, tenendo comportamenti coerenti e autorevoli improntati sul rispetto assoluto della legalità, per esempio. Per questo, la prima fase di approfondimento qualitativo delle indagini è avvenuta tramite interviste in profondità a decisori politici e amministratori tecnici. Il primo capitolo affronta il tema della crisi della democrazia ossia il fatto che le democrazie odierne stiano vivendo una fase di dibattito interno e di riflessione verso una prospettiva di cambiamento necessaria. Il tema dell’inserimento dei diritti umani nel panorama del dibattito sulle società democratiche e sulla cittadinanza si intreccia con i temi della globalizzazione, della crisi dei partiti politici (fenomeno molto accentuato in Italia). In questa situazione di smarrimento e di incertezza, un’operazione politica e culturale che metta al primo posto l’educazione e i diritti umani potrebbe essere l’ancora di salvezza da gettare in un oceano di incoerenza e di speranze perdute. E’ necessario riformare il sistema formativo italiano investendo risorse sull’educazione alla cittadinanza in particolare per adolescenti e giovani ma anche per coloro che lavorano con e per i giovani: insegnanti, educatori, amministratori. La scolarizzazione, la formazione per tutto l’arco della vita sono alcuni dei criteri su cui oggi nuovi approcci misurano il benessere dei Paesi e sono diritti inalienabili sanciti, per bambini e ragazzi dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia.13 La pedagogia e la politica devono avere in questo momento storico un ruolo di primo piano; gli obiettivi a cui dovrebbero tendere sono la diffusione di una cultura dei diritti, una cultura del rispetto dell’infanzia e di attenzione prioritaria ai temi del’educazione alla cittadinanza. “Rimuovere gli ostacoli sociali ed economici”14 a che questi diritti vengano rispettati è compito dello Stato e anche degli enti locali. Il secondo capitolo descrive la condizione dei giovani nel mondo e in Italia in rapporto ai diritti di partecipazione. Il contesto mondiale che la Banca Mondiale (organismo dell’Onu)15 dipinge è potenzialmente positivo: “il numero di giovani tra i 12 e i 24 anni è intorno a 1, 3 miliardi ossia il livello più elevato della storia; questo gruppo è in migliore salute e meglio istruito di sempre. I Paesi ricchi come quelli poveri devono approfittare di questa opportunità prima che l’invecchiamento della società metta fine a questo periodo potenzialmente assai fruttuoso per il mondo intero. In Italia invece “Viene dipinto un quadro deprimente in cui “gli adulti mandano segnali incerti, ambigui, contraddittori. Se si può dunque imputare qualcosa alle generazioni dei giovani oggi è di essere, per certi versi, troppo simili ai loro padri e alle loro madri”16 Nel capitolo vengono mostrati e commentati i dati emersi da rapporti e ricerche di organizzazioni internazionali che dimostrano come anche dal livello di istruzione, di accesso alla cultura, ma in particolare dal livello di partecipazione attiva alla vita civica dei giovani, dipenda il futuro del globo intero e dunque anche del nostro Paese . Viene inoltre descritto l’evolversi delle politiche giovanili in Italia anche in rapporto al mutare del significato del concetto controverso di “partecipazione”: il termine è presente in numerose carte e documenti internazionali nonché utilizzato nei programmi politici delle amministrazioni comunali ma sviscerarne il significato e collocarlo al di fuori dei luoghi comuni e dell’utilizzo demagogico obbliga ad un’analisi approfondita e multidimensionale della sua traduzione in azioni. Gli enti locali continuano ad essere l’oggetto principale del nostro interesse. Per questo vengono riportati i risultati di un’indagine nazionale sui servizi pubblici per adolescenti che sono utili per contestualizzare le indagini regionali svolte dalla scrivente. Nel terzo capitolo si esamina l’ “educazione alla cittadinanza” a partire dalla definizione del Consiglio d’Europa (EDC) cercando di fornire un quadro accurato sui contenuti che le pertengono ma soprattutto sulle metodologie da intraprendere per mettere autenticamente in pratica l’EDC. La partecipazione di adolescenti e giovani risulta essere un elemento fondamentale per promuovere e realizzare l’educazione alla cittadinanza in contesti formali, non formali e informali. Il quarto capitolo riporta alcune riflessioni sulla ricerca pedagogica in Italia e nel panorama internazionale e pone le basi ontologiche ed epistemologiche della ricerca svolta dalla scrivente. Nel quinto capitolo vengono descritte dettagliatamente le due indagini svolte dalla scrivente per raccogliere dati e materiali di documentazione sui progetti di promozione della partecipazione dei giovani promossi dagli Enti locali emiliano-romagnoli ai fini dell’educazione alla cittadinanza. “Enti locali, giovani e politica” indagine sui progetti di promozione della partecipazione sociale e politica che coinvolgono ragazzi tra i 15 e i 20 anni. E “Nuovi cittadini di pace”, un’indagine sui Consigli dei ragazzi nella Provincia di Bologna. Nel sesto capitolo la scrivente formula alcune conclusioni e proposte operative concentrando la propria attenzione in particolare sulle questione della formazione di educatori e facilitatori che operano in contesti di educazione non formale interistituzionale, sulla necessità di una ampia diffusione di una cultura dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nel mondo della politica e della scuola e su un utilizzo del dialogo autentico (in quanto principio democratico) per far sì che adolescenti, giovani e adulti possano collaborare e contribuire insieme alla formulazione di politiche e alla realizzazione di progetti comuni. Ci sembra infine che si debba riconoscere che è tempo di puntare con tutte le forze e in tutti i setting educativi disponibili su un impegno formativo in cui la dimensione politica non solo sia chiaramente e consapevolmente presente, ma sia considerata una delle sue caratteristiche principali. Il nostro tempo lo richiede con urgenza: l’alternativa rischia di essere la disfatta dell’intera umanità e dunque l’impossibilità per l’uomo di realizzarsi nel suo più elevato significato e nel suo autentico valore. I giovani sempre più lo chiedono anche se non sempre utilizzano linguaggi decifrabili dagli adulti.
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Baldoni, Anna <1975&gt. "Educare alla cittadinanza democratica. La partecipazione di adolescenti e giovani negli enti locali della regione Emilia Romagna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1001/.

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La tesi è il frutto di un lavoro di ricerca sul rapporto tra educazione e politica sviluppato considerando letteratura, studi e ricerche in ambito pedagogico, sociologico e delle scienze politiche. I nuclei tematici oggetto delle letture preliminari e degli approfondimenti successivi che sono diventati il corpo della tesi sono i seguenti: • la crisi del ruolo dei partiti politici in Italia e in Europa: diminuiscono gli iscritti e la capacità di dare corpo a proposte politiche credibili che provengano dalla “base”dei partiti; • la crisi del sistema formativo1 in Italia e il fatto che l’educazione alla cittadinanza sia poco promossa e praticata nelle scuole e nelle istituzioni; • la diffusa mancanza di fiducia degli adolescenti e dei giovani nei confronti delle istituzioni (scuola inclusa) e della politica in molti Paesi del mondo2; i giovani sono in linea con il mondo adulto nel dimostrare i sintomi di “apatia politica” che si manifesta anche come avversione verso la politica; • il fatto che le teorie e gli studi sulla democrazia non siano stati in grado di prevenire la sistematica esclusione di larghi segmenti di cittadinanza dalle dinamiche decisionali dimostrando che la democrazia formale sia drasticamente differente da quella sostanziale. Una categoria tra le più escluse dalle decisioni è quella dei minori in età. Queste tematiche, se poste in relazione, ci inducono a riflettere sullo stato della democrazia e ci invitano a cercare nuovi orizzonti in cui inserire riflessioni sulla cittadinanza partendo dall’interesse centrale delle scienze pedagogiche: il ruolo dell’educazione. Essenziale è il tema dei diritti umani: per cominciare, rileviamo che sebbene la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia sia stata approvata da quasi vent’anni (nel 1989) e malgrado numerose istituzioni nazionali e internazionali (Onu, Consiglio d’Europa, Banca Mondiale, Unesco) continuino ad impegnarsi nella promozione dei diritti sanciti e ratificati con leggi da quasi tutti i Paesi del mondo, questi diritti sono spesso trascurati: in particolare i diritti di bambini, adolescenti e giovani fino a 18 anni ad essere ascoltati, ad esprimersi liberamente, a ricevere informazioni adeguate nonché il diritto ad associarsi. L’effetto di tale trascuratezza, ossia la scarsa partecipazione di adolescenti e giovani alla vita sociale e politica in ogni parte del mondo (Italia inclusa) è un problema su cui cercheremo di riflettere e trovare soluzioni. Dalle più recenti ricerche svolte sul rapporto tra giovani e politica3, risulta che sono in particolare i giovani tra i quindici e i diciassette anni a provare “disgusto” per la politica e a non avere alcune fiducia né nei confronti dei politici, né delle istituzioni. Il disgusto è strettamente legato alla sfiducia, alla delusione , alla disillusione che oltretutto porta al rifiuto per la politica e quindi anche a non informarsi volutamente, a tenere ciò che riguarda la politica lontano dalla propria sfera personale. In Italia, ciò non è una novità. Né i governi che si sono succeduti dagli anni dell’Unità ad oggi, né le teorie democratiche italiane e internazionali sono riusciti a cambiare l’approccio degli italiani alla politica: “fissità della cultura politica, indolenza di fronte alla mancanza di cultura della legalità, livelli bassi di informazione, di competenza, di fiducia nella democrazia”4. Tra i numerosi fattori presi in analisi nelle ricerche internazionali (cfr. Cap. I par.65) ve ne sono due che si è scoperto influenzano notevolmente la partecipazione politica della popolazione e che vedono l’Italia distante dalle altre democrazie europee: 1) la vicinanza alla religione istituzionale , 2) i caratteri della morale6. Religione istituzionale Non c’è studio o ricerca che non documenti la progressiva secolarizzazione degli stati. Eppure, dividendo la popolazione dei Paesi in: 1) non credenti, 2) credenti non praticanti e 3) credenti praticanti, fatto salvo per la Francia, si assiste ad una crescita dei “credenti non praticanti” in Europa e dei “credenti praticanti” in particolare in Italia (risultavano da un’indagine del 2005, il 42% della popolazione italiana). La spiegazione di questa “controtendenza” dell’Italia, spiega la Sciolla, “potrebbe essere il crescente ruolo pubblico assunto dalla Chiesa italiana e della sua sempre più pervasiva presenza su temi di interesse pubblico o direttamente politico (dalla fecondazione assistita alle unioni tra omosessuali) oltreché alla sua visibilità mediatica che, insieme al generale e diffuso disorientamento, potrebbe aver esercitato un autorevole richiamo”. Pluralismo morale Frutto innanzitutto del processo di individualizzazione che erode le forme assolute di autorità e le strutture gerarchiche e dell’affermarsi dei diritti umani con l’ampliamento degli spazi di libertà di coscienza dei singoli. Una conferma sul piano empirico di questo quadro è data dal monitoraggio di due configurazioni valoriali che più hanno a che vedere con la partecipazione politica: 1) Grado di civismo (in inglese civicness) che raggruppa giudizi sui comportamenti lesivi dell’interesse pubblico (non pagare le tasse, anteporre il proprio interesse e vantaggio personale all’interesse pubblico). 2) Libertarismo morale o cultura dei diritti ovvero difesa dei diritti della persona e della sua liberà di scelta (riguarda la sessualità, il corpo e in generale la possibilità di disporre di sé) In Italia, il civismo ha subito negli anni novanta un drastico calo e non è più tornato ai livelli precedenti. Il libertarismo è invece aumentato in tutti i Paesi ma Italia e Stati Uniti hanno tutt’ora un livello basso rispetto agli altri Stati. I più libertari sono gli strati giovani ed istruiti della popolazione. Queste caratteristiche degli italiani sono riconducibili alla storia del nostro Paese, alla sua identità fragile, mai compatta ed unitaria. Non è possibile tralasciare l’influenza che la Chiesa ha sempre avuto nelle scelte politiche e culturali del nostro Paese. Limitando il campo al secolo scorso, dobbiamo considerare che la Chiesa cattolica ha avuto continuativamente un ruolo di forte ingerenza nei confronti delle scelte dei governi (scelte che, come vedremo nel Cap. I, par.2 hanno influenzato le scelte sulla scuola e sull’educazione) che si sono succeduti dal 1948 ad oggi7. Ciò ha influito nei costumi della nostra società caratterizzandoci come Stato sui generis nel panorama europeo Inoltre possiamo definire l’Italia uno "Stato nazionale ed unitario" ma la sua identità resta plurinazionale: vi sono nazionalità, trasformate in minoranze, comprese e compresse nel suo territorio; lo Stato affermò la sua unità con le armi dell'esercito piemontese e questa unità è ancora da conquistare pienamente. Lo stesso Salvemini fu tra quanti invocarono un garante per le minoranze constatando che di fronte a leggi applicate da maggioranze senza controllo superiore, le minoranze non hanno sicurezza. Riteniamo queste riflessioni sull’identità dello Stato Italiano doverose per dare a questa ricerca sulla promozione della partecipazione politica di adolescenti e giovani, sull’educazione alla cittadinanza e sul ruolo degli enti locali una opportuna cornice culturale e di contesto. Educazione alla cittadinanza In questo scritto “consideriamo che lo stimolo al cambiamento e al controllo di ciò che succede nelle sfere della politica, la difesa stessa della democrazia, è più facile che avvenga se i membri di una comunità, singolarmente o associandosi, si tengono bene informati, possiedono capacità riflessive e argomentative, sono dunque adeguatamente competenti e in grado di formarsi un’opinione autonoma e di esprimerla pubblicamente. In questo senso potremmo dire che proprio l’educazione alla democrazia, di chi nella democrazia vive, godendone i vantaggi, è stata rappresentata da Montiesquieu e da J.S Mill come uno dei caratteri basilari della democrazia stessa e la sua assenza come uno dei peggiori rischi in cui si può incorrere”8 L’educazione alla cittadinanza - considerata come cornice di un ampio spettro di competenze, complessivamente legate alla partecipazione e pienamente consapevole alla vita politica e sociale - e in particolare la formazione alla cittadinanza attiva sono da tempo riconosciute come elementi indispensabili per il miglioramento delle condizioni di benessere dei singoli e delle società e sono elementi imprescindibili per costituire un credibile patto sociale democratico. Ma che tipo di sistema formativo meglio si adatta ad un Paese dove - decennio dopo decennio - i decisori politici (la classe politica) sembrano progressivamente allontanarsi dalla vita dei cittadini e non propongono un’idea credibile di stato, un progetto lungimirante per l’Italia, dove la politica viene vissuta come distante dalla vita quotidiana e dove sfiducia e disgusto per la politica sono sentimenti provati in particolare da adolescenti e giovani? Dove la religione e il mercato hanno un potere concorrente a quello dei principi democratici ? La pedagogia può in questo momento storico ricoprire un ruolo di grande importanza. Ma non è possibile formulare risposte e proposte educative prendendo in analisi una sola istituzione nel suo rapporto con adolescenti e giovani. Famiglia, scuola, enti locali, terzo settore, devono essere prese in considerazione nella loro interdipendenza. Certo, rispetto all’educazione alla cittadinanza, la scuola ha avuto, almeno sulla carta, un ruolo preminente avendo da sempre l’obiettivo di formare “l’uomo e il cittadino” e prevedendo l’insegnamento dell’educazione civica. Ma oggi, demandare il ruolo della “formazione del cittadino” unicamente alla scuola, non è una scelta saggia. La comunità, il territorio e quindi le istituzioni devono avere un ruolo forte e collaborare con la scuola. Educazione formale, non formale e informale devono compenetrarsi. Gli studi e le riflessioni della scrivente hanno portato all’ individuazione degli enti locali come potenziali luoghi privilegiati della formazione politica dei giovani e dell’educazione alla cittadinanza. Gli enti locali I Comuni, essendo le Istituzioni più vicine ai cittadini, possono essere il primo luogo dove praticare cittadinanza attiva traducendo in pratiche anche le politiche elaborate a livello regionale e nazionale. Sostiene la Carta riveduta della partecipazione dei giovani9 “La partecipazione attiva dei giovani alle decisioni e alle attività a livello locale e regionale è essenziale se si vogliono costruire società più democratiche, solidali e prospere. Partecipare alla vita politica di una comunità, qualunque essa sia, non implica però unicamente il fatto di votare e presentarsi alle elezioni, per quanto importanti siano tali elementi. Partecipare ed essere un cittadino attivo vuol dire avere i diritti, gli strumenti intellettuali e materiali, il luogo, la possibilità, e, se del caso, il necessario sostegno per intervenire nelle decisioni, influenzarle ed impegnarsi in attività e iniziative che possano determinare la costruzione di una società migliore”. In Italia, il ruolo degli enti locali è stato per lo più dominante nella definizione delle politiche sociali, sanitarie ed educative ma è divenuto centrale soprattutto in seguito alla riforma del titolo V della Costituzione italiana operata nel 2001. Sono gli enti locali – le Regioni in primis – ad avere la funzione istituzionale di legiferare rispetto ai temi inerenti il sociale. Le proposte e le azioni di Province e Comuni dovrebbero ispirarsi al “principio di sussidiarietà” espresso nell’art. 118 della Costituzione: «Stato, Regioni, Province, Città metropolitane, Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà»10 e nei Trattati dell’Unione Europea. Il Trattato istitutivo della Comunità europea accoglie il principio nell’art.5 “La Comunità agisce nei limiti delle competenze che le sono conferite e degli obiettivi che le sono assegnati dal presente trattato. Nei settori che non sono di sua esclusiva competenza la Comunità interviene, secondo il principio della sussidiarietà, soltanto se e nella misura in cui gli obiettivi dell'azione prevista non possono essere sufficientemente realizzati dagli Stati membri e possono dunque, a motivo delle dimensioni o degli effetti dell'azione in questione, essere realizzati meglio a livello comunitario (…)”. Il principio di sussidiarietà può dunque essere recepito anche prevedendo, promuovendo e accogliendo la partecipazione dei cittadini alla vita della città in molteplici forme. Conseguentemente, facilitare l’avvicinamento degli adolescenti e dei giovani (in quanto cittadini) alla vita collettiva, al bene pubblico, alla politica considerandoli una risorsa e mettendoli nelle condizioni di essere socialmente e politicamente attivi rientra nelle possibili applicazioni del principio di sussidiarietà. L’oggetto della ricerca La ricerca condotta dalla scrivente prende le mosse dal paradigma ecologico e si ispira allo stile fenomenologico prendendo in analisi un contesto determinato da numerosi soggetti tra loro interrelati. La domanda di ricerca: “gli enti locali possono promuovere di progetti e interventi di educazione alla cittadinanza di cui adolescenti e giovani siano protagonisti? Se si, in che modo?”. Gli studi preliminari alla ricerca hanno mostrato uno scenario complesso che non era mai stato preso in analisi da chi si occupa di educazione. E’ stato dunque necessario comprendere: 1) Il ruolo e le funzioni degli enti locali rispetto alle politiche educative e di welfare in generale in Italia 2) La condizione di adolescenti e giovani in Italia e nel mondo 3) Che cos’è l’educazione alla cittadinanza 4) Che cosa si può intendere per partecipazione giovanile Per questo il lavoro di ricerca empirica svolto dalla scrivente è basato sulla realizzazione di due indagini esplorative (“Enti locali, giovani e politica (2005/2006)11 e “Nuovi cittadini di pace” (2006/2007)12) tramite le quali è stato possibile esaminare progetti e servizi di promozione della partecipazione degli adolescenti e dei giovani alla vita dei Comuni di quattro regioni italiane e in particolare della Regione Emilia-Romagna. L’oggetto dell’interesse delle due indagini è (attraverso l’analisi di progetti e servizi e di testimonianze di amministratori, tecnici e politici) esplorare le modalità con cui gli enti locali (i Comuni in particolare) esplicano la loro funzione formativa rivolta ad adolescenti e giovani in relazione all’educazione alla cittadinanza democratica. Ai fini delle nostre riflessioni ci siamo interessati di progetti, sevizi permanenti e iniziative rivolti alla fascia d’età che va dagli 11 ai 20/22 anni ossia quegli anni in cui si giocano molte delle sfide che portano i giovani ad accedere al mondo degli adulti in maniera “piena e autentica” o meno. Dall’analisi dei dati, emergono osservazioni su come gli enti locali possano educare alla cittadinanza in rete con altre istituzioni (la scuola, le associazioni), promuovendo servizi e progetti che diano ad adolescenti e giovani la possibilità di mettersi all’opera, di avere un ruolo attivo, realizzare qualche cosa ed esserne responsabili (e nel frattempo apprendere come funziona e che cos’è il governo di una città, di un territorio), intrecciare relazioni, lavorare in gruppo, in una cornice che va al di là delle politiche giovanili e che propone politiche integrate. In questo contesto il ruolo degli adulti (genitori, insegnanti, educatori, politici) è centrale: è dunque essenziale che le famiglie, il mondo della scuola, gli attivisti dei partiti politici, le istituzioni e il mondo dell’informazione attraverso l’agire quotidiano, dimostrino ad adolescenti e giovani coerenza tra azioni e idee dimostrando fiducia nelle istituzioni, tenendo comportamenti coerenti e autorevoli improntati sul rispetto assoluto della legalità, per esempio. Per questo, la prima fase di approfondimento qualitativo delle indagini è avvenuta tramite interviste in profondità a decisori politici e amministratori tecnici. Il primo capitolo affronta il tema della crisi della democrazia ossia il fatto che le democrazie odierne stiano vivendo una fase di dibattito interno e di riflessione verso una prospettiva di cambiamento necessaria. Il tema dell’inserimento dei diritti umani nel panorama del dibattito sulle società democratiche e sulla cittadinanza si intreccia con i temi della globalizzazione, della crisi dei partiti politici (fenomeno molto accentuato in Italia). In questa situazione di smarrimento e di incertezza, un’operazione politica e culturale che metta al primo posto l’educazione e i diritti umani potrebbe essere l’ancora di salvezza da gettare in un oceano di incoerenza e di speranze perdute. E’ necessario riformare il sistema formativo italiano investendo risorse sull’educazione alla cittadinanza in particolare per adolescenti e giovani ma anche per coloro che lavorano con e per i giovani: insegnanti, educatori, amministratori. La scolarizzazione, la formazione per tutto l’arco della vita sono alcuni dei criteri su cui oggi nuovi approcci misurano il benessere dei Paesi e sono diritti inalienabili sanciti, per bambini e ragazzi dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia.13 La pedagogia e la politica devono avere in questo momento storico un ruolo di primo piano; gli obiettivi a cui dovrebbero tendere sono la diffusione di una cultura dei diritti, una cultura del rispetto dell’infanzia e di attenzione prioritaria ai temi del’educazione alla cittadinanza. “Rimuovere gli ostacoli sociali ed economici”14 a che questi diritti vengano rispettati è compito dello Stato e anche degli enti locali. Il secondo capitolo descrive la condizione dei giovani nel mondo e in Italia in rapporto ai diritti di partecipazione. Il contesto mondiale che la Banca Mondiale (organismo dell’Onu)15 dipinge è potenzialmente positivo: “il numero di giovani tra i 12 e i 24 anni è intorno a 1, 3 miliardi ossia il livello più elevato della storia; questo gruppo è in migliore salute e meglio istruito di sempre. I Paesi ricchi come quelli poveri devono approfittare di questa opportunità prima che l’invecchiamento della società metta fine a questo periodo potenzialmente assai fruttuoso per il mondo intero. In Italia invece “Viene dipinto un quadro deprimente in cui “gli adulti mandano segnali incerti, ambigui, contraddittori. Se si può dunque imputare qualcosa alle generazioni dei giovani oggi è di essere, per certi versi, troppo simili ai loro padri e alle loro madri”16 Nel capitolo vengono mostrati e commentati i dati emersi da rapporti e ricerche di organizzazioni internazionali che dimostrano come anche dal livello di istruzione, di accesso alla cultura, ma in particolare dal livello di partecipazione attiva alla vita civica dei giovani, dipenda il futuro del globo intero e dunque anche del nostro Paese . Viene inoltre descritto l’evolversi delle politiche giovanili in Italia anche in rapporto al mutare del significato del concetto controverso di “partecipazione”: il termine è presente in numerose carte e documenti internazionali nonché utilizzato nei programmi politici delle amministrazioni comunali ma sviscerarne il significato e collocarlo al di fuori dei luoghi comuni e dell’utilizzo demagogico obbliga ad un’analisi approfondita e multidimensionale della sua traduzione in azioni. Gli enti locali continuano ad essere l’oggetto principale del nostro interesse. Per questo vengono riportati i risultati di un’indagine nazionale sui servizi pubblici per adolescenti che sono utili per contestualizzare le indagini regionali svolte dalla scrivente. Nel terzo capitolo si esamina l’ “educazione alla cittadinanza” a partire dalla definizione del Consiglio d’Europa (EDC) cercando di fornire un quadro accurato sui contenuti che le pertengono ma soprattutto sulle metodologie da intraprendere per mettere autenticamente in pratica l’EDC. La partecipazione di adolescenti e giovani risulta essere un elemento fondamentale per promuovere e realizzare l’educazione alla cittadinanza in contesti formali, non formali e informali. Il quarto capitolo riporta alcune riflessioni sulla ricerca pedagogica in Italia e nel panorama internazionale e pone le basi ontologiche ed epistemologiche della ricerca svolta dalla scrivente. Nel quinto capitolo vengono descritte dettagliatamente le due indagini svolte dalla scrivente per raccogliere dati e materiali di documentazione sui progetti di promozione della partecipazione dei giovani promossi dagli Enti locali emiliano-romagnoli ai fini dell’educazione alla cittadinanza. “Enti locali, giovani e politica” indagine sui progetti di promozione della partecipazione sociale e politica che coinvolgono ragazzi tra i 15 e i 20 anni. E “Nuovi cittadini di pace”, un’indagine sui Consigli dei ragazzi nella Provincia di Bologna. Nel sesto capitolo la scrivente formula alcune conclusioni e proposte operative concentrando la propria attenzione in particolare sulle questione della formazione di educatori e facilitatori che operano in contesti di educazione non formale interistituzionale, sulla necessità di una ampia diffusione di una cultura dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nel mondo della politica e della scuola e su un utilizzo del dialogo autentico (in quanto principio democratico) per far sì che adolescenti, giovani e adulti possano collaborare e contribuire insieme alla formulazione di politiche e alla realizzazione di progetti comuni. Ci sembra infine che si debba riconoscere che è tempo di puntare con tutte le forze e in tutti i setting educativi disponibili su un impegno formativo in cui la dimensione politica non solo sia chiaramente e consapevolmente presente, ma sia considerata una delle sue caratteristiche principali. Il nostro tempo lo richiede con urgenza: l’alternativa rischia di essere la disfatta dell’intera umanità e dunque l’impossibilità per l’uomo di realizzarsi nel suo più elevato significato e nel suo autentico valore. I giovani sempre più lo chiedono anche se non sempre utilizzano linguaggi decifrabili dagli adulti.
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Donati, Monia <1979&gt. "Modalita di utilizzo di farmaci antibiotici in pediatria: confronto fra la regione Emilia Romagna e la Norvegia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/8869/1/DONATI_MONIA_TESI.pdf.

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INTRODUZIONE Il consumo eccessivo e talvolta inappropriato di farmaci antibiotici rappresenta una delle principali cause di sviluppo di resistenza batterica; ciò accade principalmente nella popolazione pediatrica. Numerosi studi riportano differenze tra i Paesi del Nord e Sud Europa in ambito di terapia antibiotica. Scopo del progetto di ricerca è confrontare le modalità prescrittive di farmaci antibiotici nei bambini di età compresa fra 0 e 5 anni, in Emilia Romagna e in Norvegia. METODI I dati sono stati ottenuti dalla bancadati regionale dell’Assistenza Farmaceutica Territoriale (AFT) per l’Emilia Romagna e dal Norwegian Prescription Database (NORPD) per la Norvegia. E’ stata condotta un’analisi descrittiva dei dati italiani in cinque differenti gruppi di età: 0-12 mesi, 13-24 mesi, 25-36 mesi, 37-48 mesi e 49-60 mesi. I risultati sono stati quindi messi a confronto con i dati norvegesi. RISULTATI In Emilia Romagna si osserva un uso maggiore di antibiotici (prevalenza variabile dal 68% al 59% nel periodo in studio), mentre in Norvegia il 29% circa dei bambini ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici. In tutti i gruppi di età, i bambini italiani hanno ricevuto un numero di prescrizioni per anno maggiore rispetto a quelli norvegesi. Importanti differenze emergono anche in relazione alla tipologia di farmaci prescritti: amoxicillina, da sola e in combinazione ad acido clavulanico sono i principi attivi più prescritti in Emilia Romagna contro la fenossimetilpenicillina in Norvegia. CONCLUSIONI I risultati dello studio mostrano differenze nell’utilizzo di terapie antibiotiche nei bambini in Emilia Romagna e Norvegia. In particolare, è emerso un utilizzo eccessivo di antibiotici nella popolazione pediatrica italiana considerata e un approccio terapeutico spesso non coerente con quanto riportato dalle linee guida e dalle raccomandazioni nazionali e internazionali. Il confronto con una realtà più virtuosa pone le basi per una riflessione sulle strategie di miglioramento da attuare in ambito di antibiotico-terapia.
INTRODUCTION Population level exposure to antibiotics is associated with antibiotic resistance, and frequent antibiotic prescribing to children is accepted as an indicator for sub-optimal prescribing to outpatients. There are a number of European studies investigating antibiotic prescribing to children and adolescents that report large variations between countries in choice of therapy and periodic prevalence of prescribing. Aim of this study is to analyse and compare the pattern of antibiotic prescription and use in children 0-5 years in Norway and in Italy (Emilia-Romagna Region). METHODS A retrospective observational study was conducted; data on antibiotic prescribing were obtained from the Norwegian Prescription Database (NorPD) and from Emilia-Romagna Health Authority Database (AFT). All outpatients between 0 and 5 years, with a dispensed prescription on antibiotics (Anatomical Therapeutic Chemical, ATC code J01) were included and a descriptive analysis was made to compare patients, prescriptions of antibiotics and prescribers characteristics among the following 5 age groups: 0-12 months, 13-24 months, 25-36 months, 37-48 months, 49-60 months. RESULTS In Emilia Romagna a greater use of antibiotics was registered (prevalence ranging from 68% to 59% in the study period), while in Norway about 29% of children received at least one prescription of antibiotics. Important differences also emerged in relation to the type of drugs prescribed: amoxicillin, alone and in combination with clavulanic acid, was the most used in Emilia Romagna against phenoxymethylpenicillin in Norway. CONCLUSION The results of the study showed differences in the use of antibiotic therapies in children in Emilia Romagna and Norway. In particular, excessive use of antibiotics has emerged in the Italian pediatric population; this therapeutic approach was often not consistent with national and international guidelines and recommendations. The comparison with a more virtuous reality leads to a reflection on the improvement strategies to be implemented in the field of antibiotic therapy.
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Cicero, Simone. "Modelli statistici per il calcolo dello stock di carbonio nei suoli: applicazione al database della Regione Emilia Romagna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Lo scopo principale della tesi è stato quello di verificare se l’Agricoltura Conservativa è in grado di aumentare nel tempo le quantità di Carbonio Organico del Suolo (SOC) in modo più efficiente rispetto alle comuni pratiche di Agricoltura Convenzionale. Utilizzando i dati del progetto Europeo LifeHelpSoil, sono state effettuate delle simulazioni predittive delle dinamiche del carbonio in diversi tipi di suoli presenti nelle 4 aziende di progetto tramite RothC un modello molto utilizzato in ambito scientifico a livello internazionale. La prima parte del lavoro ha riguardato il reperimento di tutti i dati di input per il modello ovvero: A) dati climatici storici e proiezioni future di valori medi mensili relativi ai siti aziendali provenienti da ARPAE e JRC; B) dati relativi al tipo di suolo (% Argilla e Stock di Carbonio Organico); C) dati riguardanti gli ordinamenti colturali e le pratiche agricole nelle tre annualità del progetto Life (2014-2016): tipo di coltura; irrigazione; lavorazioni del terreno; cover-crops; concimazioni; inoltre a partire dai quantitativi in peso del prodotto raccolto sono stati calcolati prima i diversi residui colturali e poi i relativi apporti in termini di carbonio organico al suolo. La seconda parte si è sviluppata con le simulazioni utilizzando diversi archi temporali. Il modello richiede una prima fase di parametrizzazione utilizzando dati climatici del passato e dati di input di materiale organico tali da portare la simulazione all’equilibrio ossia ottenere valori di SOC simulati pari al valore di carbonio misurato in campo; segue poi la fase di simulazione futura utilizzando gli schemi di gestione agronomica del suolo adottati nel progetto Life e i dati climatici di climate change. I risultati ottenuti hanno confermato l’ipotesi che l’Agricoltura Conservativa aumenti il contenuto di Carbonio organico nel terreno (quindi di Sostanza Organica) il quale è un parametro importante in quanto principale indicatore di qualità del suolo.
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Fasano, Domenico. "progettazione e sviluppo in una enterprise data platform per l’analisi di fondi strutturali: il caso regione emilia-romagna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Uno dei clienti di Iconsulting è la Regione Emilia-Romagna, con la quale vengono realizzati diversi progetti nell'ottica della Data Analytics, tra cui il progetto denominato DatalakER al quale ho contribuito, nato per mettere a disposizione della pubblica amministrazione regionale uno strumento più evoluto di quelli precedentemente esistenti per l'analisi del patrimonio informativo a loro disposizione. La soluzione individuata è stata quella di creare una Data Platform con una architettura adatta ad un contesto Enterprise, in cui sono priorità critiche la sicurezza e la corretta gestione dei dati. La tesi nei primi due capitoli presenta una parte introduttiva in cui vengono esplicati i concetti alla base del lavoro svolto. Invece, nel terzo capitolo vengono illustrate le tecnologie che vengono usate nel progetto DatalakER. Dopodiché, nel quarto capitolo viene relazionata la progettazione e l'implementazione dell'architettura della Enterprise Data Platform. Infine, nel quinto capitolo vengono approfondite le attività di analisi di fondi strutturali che l'architettura ha abilitato.
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Di, Candilo Lisa <1972&gt. "Applicazione della Metodologia LCA(Life Cycle Assesment): La sostenibilità ambientale di Impianti a Biomassa della regione Emilia Romagna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4668/1/DiCandilo_Lisa_tesi.pdf.

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Lo studio che la candidata ha elaborato nel progetto del Dottorato di ricerca si inserisce nel complesso percorso di soluzione del problema energetico che coinvolge necessariamente diverse variabili: economiche, tecniche, politiche e sociali L’obiettivo è di esprimere una valutazione in merito alla concreta “convenienza” dello sfruttamento delle risorse rinnovabili. Il percorso scelto è stato quello di analizzare alcuni impianti di sfruttamento, studiare il loro impatto sull’ambiente ed infine metterli a confronto. Questo ha consentito di trovare elementi oggettivi da poter valutare. In particolare la candidata ha approfondito il tema dello sfruttamento delle risorse “biomasse” analizzando nel dettaglio alcuni impianti in essere nel Territorio della Regione Emilia-Romagna: impianti a micro filiera, filiera corta e filiera lunga. Con la collaborazione di Arpa Emilia-Romagna, Centro CISA e dell’Associazione Prof. Ciancabilla, è stata fatta una scelta degli impianti da analizzare: a micro filiera: impianto a cippato di Castel d’Aiano, a filiera corta: impianto a biogas da biomassa agricola “Mengoli” di Castenaso, a filiera lunga: impianto a biomasse solide “Tampieri Energie” di Faenza. Per quanto riguarda la metodologia di studio utilizzata è stato effettuato uno studio di Life Cycle Assesment (LCA) considerando il ciclo di vita degli impianti. Tramite l’utilizzo del software “SimaPro 6.0” si sono ottenuti i risultati relativi alle categorie di impatto degli impianti considerando i metodi “Eco Indicator 99” ed “Edip Umip 96”. Il confronto fra i risultati dell’analisi dei diversi impianti non ha portato a conclusioni di carattere generale, ma ad approfondite valutazioni specifiche per ogni impianto analizzato, considerata la molteplicità delle variabili di ogni realtà, sia per quanto riguarda la dimensione/scala (microfiliera, filiera corta e filiera lunga) che per quanto riguarda le biomasse utilizzate.
The study that the candidate has worked in the PhD project is part of the complex process of solving the energy problem that necessarily involves different variables: economic, technical, political and social. The aim is to express an opinion on the actual “convenience" of the exploitation of renewable resources. The path chosen was to analyze some systems of exploitation, study their impact on the environment and finally compare them. This made it possible to find objective evidence to assess. In particular, the candidate has discussed the issue of resource "biomass" by analyzing in detail some industries in the Territory of the Emilia-Romagna: plants micro chain, short chain and long chain. With the collaboration of ARPA Emilia-Romagna, CISA Center and Prof. Ciancabilla Association, was made a choice of systems to be analyzed: a micro-industry: wood chip industry in Castel d'Aiano; a short chain: biogas production in industry of agricultural biomass "Mengoli" in Castenaso and finally in long chain: industry of solid biomass "Tampieri Energies" of Faenza. With regard to the methodology used to study has been carried out a study of Life Cycle Assessment (LCA). By using the software "SimaPro 6.0", the results for the impact categories of facilities considering methods "Eco Indicator 99" and "Edip Umip 96". The comparison between the results of the different systems did not lead to general conclusions, but in-depth assessments specific to each industry analyzed, given the multiplicity of variables of all reality, both for the size / scale (micro-industry, short chain and long chain) that as regards the typology biomass used.
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Di, Candilo Lisa <1972&gt. "Applicazione della Metodologia LCA(Life Cycle Assesment): La sostenibilità ambientale di Impianti a Biomassa della regione Emilia Romagna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4668/.

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Lo studio che la candidata ha elaborato nel progetto del Dottorato di ricerca si inserisce nel complesso percorso di soluzione del problema energetico che coinvolge necessariamente diverse variabili: economiche, tecniche, politiche e sociali L’obiettivo è di esprimere una valutazione in merito alla concreta “convenienza” dello sfruttamento delle risorse rinnovabili. Il percorso scelto è stato quello di analizzare alcuni impianti di sfruttamento, studiare il loro impatto sull’ambiente ed infine metterli a confronto. Questo ha consentito di trovare elementi oggettivi da poter valutare. In particolare la candidata ha approfondito il tema dello sfruttamento delle risorse “biomasse” analizzando nel dettaglio alcuni impianti in essere nel Territorio della Regione Emilia-Romagna: impianti a micro filiera, filiera corta e filiera lunga. Con la collaborazione di Arpa Emilia-Romagna, Centro CISA e dell’Associazione Prof. Ciancabilla, è stata fatta una scelta degli impianti da analizzare: a micro filiera: impianto a cippato di Castel d’Aiano, a filiera corta: impianto a biogas da biomassa agricola “Mengoli” di Castenaso, a filiera lunga: impianto a biomasse solide “Tampieri Energie” di Faenza. Per quanto riguarda la metodologia di studio utilizzata è stato effettuato uno studio di Life Cycle Assesment (LCA) considerando il ciclo di vita degli impianti. Tramite l’utilizzo del software “SimaPro 6.0” si sono ottenuti i risultati relativi alle categorie di impatto degli impianti considerando i metodi “Eco Indicator 99” ed “Edip Umip 96”. Il confronto fra i risultati dell’analisi dei diversi impianti non ha portato a conclusioni di carattere generale, ma ad approfondite valutazioni specifiche per ogni impianto analizzato, considerata la molteplicità delle variabili di ogni realtà, sia per quanto riguarda la dimensione/scala (microfiliera, filiera corta e filiera lunga) che per quanto riguarda le biomasse utilizzate.
The study that the candidate has worked in the PhD project is part of the complex process of solving the energy problem that necessarily involves different variables: economic, technical, political and social. The aim is to express an opinion on the actual “convenience" of the exploitation of renewable resources. The path chosen was to analyze some systems of exploitation, study their impact on the environment and finally compare them. This made it possible to find objective evidence to assess. In particular, the candidate has discussed the issue of resource "biomass" by analyzing in detail some industries in the Territory of the Emilia-Romagna: plants micro chain, short chain and long chain. With the collaboration of ARPA Emilia-Romagna, CISA Center and Prof. Ciancabilla Association, was made a choice of systems to be analyzed: a micro-industry: wood chip industry in Castel d'Aiano; a short chain: biogas production in industry of agricultural biomass "Mengoli" in Castenaso and finally in long chain: industry of solid biomass "Tampieri Energies" of Faenza. With regard to the methodology used to study has been carried out a study of Life Cycle Assessment (LCA). By using the software "SimaPro 6.0", the results for the impact categories of facilities considering methods "Eco Indicator 99" and "Edip Umip 96". The comparison between the results of the different systems did not lead to general conclusions, but in-depth assessments specific to each industry analyzed, given the multiplicity of variables of all reality, both for the size / scale (micro-industry, short chain and long chain) that as regards the typology biomass used.
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Raimondi, Gabriele. "Analisi sulle opportunità offerte da biomasse e biocombustibili per la produzione energetica nelle aree agricole della regione Emilia-Romagna." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amslaurea.unibo.it/484/.

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Libero, Giulia. "Modellazione idraulica dell'interazione fra falda ipodermica e canali irrigui della rete dei Consorzi di Bonifica in Regione Emilia-Romagna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
La disponibilità d'acqua gioca un ruolo strategico nello sviluppo di un territorio e delle comunità che vi risiedono; per questo l’uomo si è da sempre impegnato nella ricerca di metodi e mezzi per la distribuzione e la gestione delle acque. L’attuale estremizzazione degli eventi climatici costituisce una nuova sfida a cui dobbiamo rispondere con lo sviluppo di nuove strategie di difesa e prevenzione. In quest’ottica si inserisce il presente lavoro di tesi, realizzato in collaborazione con il Consorzio di Bonifica di II grado per il Canale Emiliano-Romagnolo, ente che si occupa della gestione della risorsa idrica irrigua in Emilia-Romagna. L’obiettivo di questo studio è quello di analizzare il fenomeno dell’infiltrazione di acqua dai canali irrigui e valutarne l’effetto sulla falda superficiale. Esso si compone di tre fasi. La prima è dedicata alla caratterizzazione del fenomeno tramite l’osservazione ed elaborazione dei dati raccolti con prove in sito presso tre canali della rete irrigua regionale. La seconda fase prevede, dopo una prima parte di modellazione con software VS2DI, lo sviluppo di un modello per la stima del contributo di un generico canale all’innalzamento del livello della falda superficiale. Segue la terza fase, dedicata all’implementazione del modello all’interno di un ambiente GIS. L’obiettivo finale è la creazione di un nuovo layer che rappresenti l’influenza della rete di canali irrigui regionale sull’andamento del livello della falda ipodermica, utilizzabile nel software IRRINET per rendere più accurata la valutazione del fabbisogno idrico delle colture poste in prossimità dei canali e dunque più efficiente la gestione della risorsa. Il risultato ottenuto può considerarsi di grande interesse poiché costituisce la traduzione della lunga attività di studio relativa al fenomeno di infiltrazione dai canali alla falda ipodermica, in uno strumento effettivamente utile al miglioramento del sistema di gestione della risorsa idrica in Emilia-Romagna.
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ARCHETTI, Giulia. "Involucri evoluti a comportamento dinamico: tecnologie e modelli applicativi nel contesto geografico, normativo e imprenditoriale della Regione Emilia-Romagna." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2010. http://hdl.handle.net/11392/2389291.

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Abstract:
Introduction The importance of connection between construction envelopes and environmental and technological systems is rising up thanks to the grow request to answer to environmental necessities and resources safe. Moreover the envelopes become a complex technologic machine, which are able to adjust automatically to environmental condition and weather changes. Facing these technical problems, architects must plan more flexible and active evolved envelopes with dynamic behaviour to adapt to the sudden changes of surrounding condition. The principal problems are in particular the aspects related to the correct material choice and the study of physical and thermal principles of the envelope. Every envelope is constituted of an external skin, an internal one and an air space buffer in the middle. According to the type of material we could discern between transparent, translucent and opaque envelope, everyone with specific characteristics. The study refers in particular to the glassy-glassy envelope (made of a double glass skin), which is the principal field of research of our group. Aims The principal aim is to determine new universal application model, solution and use possibilities of glassy-glassy envelopes, studying the best and useful technical and physic parameters to improve the energy safe and environmental performance quality. Step by step the middle aims were: • Evolved envelope state of art definition; • The critical analysis of lacking and mistakes about actual knowledge on evolved envelope; • The study of material and component basing on previous analysis and current courses; • Definition of instruments able to solve technical aspects and problems; • Collection and schedules of existing projects; • Application models of dynamic evolved envelope Limits Because the verification of normative applicability was easier in a regional contest than in an international one, the methodologies pointed out by this research concern only a regional background, even if the research was based on national and international quality projects, Generic considerations about evolved envelopes are missed out. A more specific parameters dissertation was preferred to define physic phenomena limitation and application solutions. Moreover the research concern only glassy-glassy enveloped, a field that permits a deeper tractability starting from the experience of Professor Fabio Conato and his collaborators (Arch Simona Cinti and Arch Giuseppe Camillo Santangelo) and from the elaboration of data collected about the construction of double skin envelope. Methods The results are based on a bibliographic revision of the literature and on a collection of expert opinion in the branch of envelope (planners, technicians and producers). Project phases: • Architectural characteristics and performances analysis of the evolved envelops. Definition of functional principles; • Technical assay about the possibilities of envelope applications: • Examination of energy safe plans already existing; • Identification and consequences of application of existing normative and rules about quality environmental assessment and energy safe certification (both in UE, Italy and Emilia Romagna institution); • Revision of documents concerning the need of dynamic envelope and quality verification instruments The research is based on theoretical physic principles connecting the environment to the buildings, on the evaluation of environment phenomena on a realized construction, on the possibilities to manage energy natural fluxes, on building thermal balance and on technical components exploiting renewable sources to produce energy. Results The final results confirm the validity of dynamic evolved envelope to rise good and variable performance. Otherwise the dynamic technology is efficient in a restricted area and is necessary the application of different typology of the same system to optimize performances. The analysis of this model of envelope is important to define the interventional scenario and the application system. The review of previous study also permits to analyze and rebuild prior hypothesis, particularly specifying the state of art relating envelope project and the lack of information, filling with new details. Consequently possibilities of envelopes solutions, internal and external factors and physic phenomena were defined. According to the ongoing normative, new planning indications and issues of normative elaboration were furnished. Finally, thanks to a new quick and concrete instrument (planning guide), the final results of such a complex field could be easy comprehensible. Recipient, development and future evolution This research would be finalized to society and people who work in building trade field, in order to help them in planning. Moreover the evaluation about the actual normative should bring new elements to discuss and formulate again this instrument. Also technical evolution and innovation in double skin envelope, nowadays lacking and inaccurate, could help the project of new advanced component solution. At the real end the research could show many solution apt to offer new evolved system Particularly: • Material: research in new material, production methods and components for wall face have a great importance to improve performance and characteristic of envelope; • Components: in particular one of the principal criticism about the space between the two skin of the envelope; • System: the grow request of performing wall face could transform the static system in a sort of dynamic system integrating both the wall and the air conditioning/healing system guarantying a thermal and visual comfort both in term of energy earn and use; • Actual building integration: the use of envelope in re-qualifying and renovate old buildings could be an interesting field of research; • Planner guide: this software is based on Emilia Romagna weather conditions. An implementation to other Italian and Europe reason should be necessary.
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Matrone, Erika. "Elaborazione dei dati inerenti alla raccolta dei rifiuti della Regione Emilia Romagna finalizzata all'individuazione dei più performanti sistemi di raccolta." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/12934/.

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Abstract:
La Legge Regionale 16 del 2015 è il fulcro della seguente tesi. Seguendone i criteri e le definizioni, sono stati definiti i sistemi di raccolta dei 337 Comuni dell'Emilia Romagna, individuandone il più performante dal punto di vista ambientale ed economico. La Legge che mira alla minimizzazione dei rifiuti, stabilisce 4 obiettivi fondamentali: a) scendere sotto il 150 kg di rifiuti non inviati a riciclo; b) diminuire del 20-25% la produzione pro-capite di rifiuti rispetto l'anno di riferimento del 2011; c) raggiungere una percentuale di raccolta differenziate del 73%; d) portare il quantitativo di riciclato al 70%. I dati inerenti la raccolta dei rifiuti sono stati forniti da Arpae e si riferiscono all'anno 2015, i dati economici sono quelli ufficiali forniti dai PEF ed approvati dai Comuni e da Atersir. L'analisi è stata condotta a livello regionale, secondo aree omogenee, per distribuzione demografica, per abitanti residenti ed equivalenti. Individuati i principali sistemi di raccolta (senza raccolta di umido, misto, stradale e porta a porta), ne sono stati analizzati i loro relativi sottosistemi (stradale con calotta e porta a porta con tariffazione puntuale).
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GRASSO, DENIS. "Nature-Based-Solution e riduzione dei rischi idro-meteo climatici nei comparti industriali. Il caso applicativo della Regione Emilia-Romagna." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/11578/287383.

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Abstract:
La tesi si propone di indagare l’efficacia delle misure basate sulla natura (NBS) nel ridurre il livello di rischio a cui le imprese sono sempre più esposte in seguito all’aumento degli impatti meteo-climatici legati ai cambiamenti climatici e a definire uno schema concettuale per la valutazione del valore assicurativo delle soluzioni basate sulla natura (NBS) che consenta un allineamento teorico e pratico tra l’approccio territoriale della “pianificazione dell’adattamento” (CCA) e l’approccio di gestione del rischio di disastri (DRR). La possibilità di individuare e definire soluzioni efficaci alle due domande di ricerca è passata dalla definizione di una innovativa metodologia di analisi e valutazione di interventi NBS in grado di raccordare le metriche e i linguaggi della pianificazione urbanistica con quelle del mondo imprenditoriale e della finanza. Mediante l’utilizzo di un decision support system (DSS) selezionato tra decine di strumenti esistenti, si è modellizzata la capacità di tre misure NBS (Tetti verdi, aree verdi, superfici permeabili) nel ridurre i livelli di esposizione ai rischi climatici associati a due specifici eventi: le ondate di calore e le precipitazioni estreme. La metodologia di analisi elaborata è stata minuziosamente descritta al fine di metterne in evidenza punti di forza e di debolezza. Lo studio ha dimostrato in che misura e a quali condizioni gli interventi di tipo NBS sono efficaci nel ridurre i livelli di rischio a cui differenti tipologie di aziende e interi comparti industriali sono esposti e a cui saranno sempre più esposte nel medio (2030) e lungo termine (2050). Questa efficacia delle NBS nel ridurre i livelli di rischio è stata documentata in due differenti aree di studio, l’area industriale di Bomporto (Modena) e in quella del porto di Ravenna. Le evidenze pratiche ottenute mostrano come le misure NBS modellizzate sono in grado di esprimere la loro capacità di adattamento in due contesti profondamente diversi per profili di rischio e conformazione territoriale. Gli studi condotti hanno mostrato come la riduzione dei livelli di rischio e dei conseguenti danni conseguibili mediante la realizzazione di interventi NBS si attesta per l’area industriale di Bomporto al 32% nello scenario al 2030 e al 33% in quello al 2050 rispetto lo scenario del 2018. Per quanto riguarda l’area industriale di Ravenna invece, si attesta al 21% nello scenario al 2030 e al 25% in quello al 2050 rispetto allo scenario di riferimento (2018). Questo equivale ad una consistente riduzione dei livelli di rischio meteo climatici a cui le due aree di studio sono esposte, consentendo pertanto una forte riduzione della probabilità e della magnitudo degli eventi potenzialmente più gravi in termini di danni alle imprese. Si è infine mostrato come gli indici elaborati siano potenzialmente impiegabili in ambito assicurativo in diversi modi. Tale indice potrebbe essere collegato a prodotti assicurativi a mercato legati al tema delle catastrofi naturali con possibili sconti/sgravi nei premi per le imprese che documentano la realizzazione di interventi NBS. Si è inoltre evidenziato come un approccio di polo/area industriale consentirebbe di evitare fenomeni di selezione avversa o di discriminazione legati alla congiuntura economica delle aziende e a specifiche esposizioni al rischio meteo-climatico, permettendo di pianificare interventi multi impresa e di area vasta in cui il settore pubblico potrebbe avere un ruolo centrale come garante nelle situazioni più gravi.
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De, Marco Giovanni. "Conversione per il Semantic Web e pubblicazione nel Linked Data di dati relativi ai beni artistici e culturali della regione Emilia Romagna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2360/.

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BUCCHI, Andrea. "VALUTAZIONE DELLA RISPOSTA SISMICA DI EDIFICI ESISTENTI ALTI IN C.A. A PARETI SISMO-RESISTENTI. UN ESEMPIO: LA SEDE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2014. http://hdl.handle.net/11392/2389388.

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Abstract:
In this work it was generally discussed the issue of the seismic behavior of buildings with resistant walls in reinforced concrete, in addition to the issue of the safety assessment of existing buildings , more and more major current topic in recent years. Specifically, are then shown the results obtained from the evaluation of seismic safety carried out on the headquarters of the Emilia-Romagna region, which is made with a seismic-resistant cylindrical walls in circular and semi-circular section. To perform this assessment of safety has also discussed the problem of the calculation of the shear strength in the walls with circular and semi-circular section making the point about the state of the art scientific research and proposing a simplified method of calculation of said shear resistance. Finally, we applied the method of "Direct Displacement Based Design" (D.D.B.D.) in the structure analyzed by checking if the application of this design method could provide more quickly a value for estimate the safety factor of the building.
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Fenati, Francesca. "Outsider - collettivo giovani creativi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Ousider - Collettivo giovani creativi è il servizio che abilita e facilita la fruizione dei servizi regionali esistenti nei settori delle Industrie Culturali e Creative, rendendoli finalmente protagonisti attivi dell'intero ecosistema. Gli obiettivi perseguiti sono due: - rendere più consapevole l'istituzione regionale in merito all'importanza del ruolo dei giovani creativi quale motore di innovazione spontanea generativo di valore aggiunto al territorio; - abilitare le giovani generazioni - già formate nell'ambito della creatività e della cultura - a concretizzare le proprie idee e progetti per generare nuove opportunità di lavoro e realizzarsi come professionisti. Attraverso la piattaforma dedicata, realizzata in collaborazione diretta con gli enti regionali operativi nell'ambito culturale e creativo, vengono forniti tre diversi strumenti in grado di governare e facilitare questo processo. I giovani creativi possono infatti: - ottenere una panoramica gerarchizzata e personalizzata dei servizi regionali disponibili con accesso facilitato e diretto alle risorse dei singoli enti erogatori; - incontrarsi virtualmente e fisicamente tra loro, per collaborare e sviluppare insieme i propri progetti; - accedere agli spazi e fruire dei servizi già disponibili e sottoutilizzati dell'ecosistema regionale; - raccontare i propri progetti e i propri successi in occasione delle manifestazioni culturali regionali già presenti in Emilia Romagna.
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Collina, Martina. "Valutazione della coevoluzione di sistemi idrici e antropici attraverso la definizione di indicatori spazialmente distribuiti: caso studio nel contesto dell'acquifero freatico costiero della Regione Emilia-Romagna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
I dati sull'uso del suolo e sulla sua variazione rappresentano utili informazioni per realizzare strategie di gestione sostenibile del territorio. La tutela dell’ambiente e delle risorse sono inoltre da sempre al centro di dibattiti a causa delle attività antropiche che vanno a degradarne la qualità e sovrasfruttarne la quantità, compromettendo i servizi ecosistemici, ovvero i benefici offerti dall'ambiente all'uomo. Il presente lavoro di tesi elabora queste informazioni attraverso un approccio socio-idrologico nel quale la pressione antropica diventa parte attiva del modello e non soltanto una forzante esterna. In particolare, questo lavoro si è concentrato sugli Agent-Based Models. L’area di studio analizzata è il “V Bacino”, sul litorale adriatico in Provincia di Ravenna. Lo scarso gradiente altimetrico, sommato al trend di subsidenza, rende necessario un continuo drenaggio dell’area. Questa attività, se da un lato garantisce la produzione agricola e gli habitat di grande pregio naturalistico, come le Pinete storiche, dall'altro alimenta l’intrusione salina. Questi processi coesistono in un clima Mediterraneo, dove però i cambiamenti climatici hanno fatto registrare incrementi di temperatura e cambiamenti dei regimi di pioggia nel corso dell’anno, con periodi siccitosi in estate; questi impattano sull'agricoltura con un incremento dei fabbisogni irrigui. Inoltre, secondo l’IPCC il livello del mare si innalzerà, con conseguente aumento dei costi di pompaggio. Sulla base di queste osservazioni vengono ipotizzati scenari futuri valutando variazioni di uso del suolo, cambiamenti climatici e subsidenza. Viene infine calcolato il GALDIT, un indice sulla vulnerabilità dell'acquifero rispetto all'intrusione salina.
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Puggioni, Samanta. "La distribuzione della Zanzara Tigre nell'Area Vasta Romagna e correlazioni con i fattori ambientali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/886/.

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Chiarini, Marco. "Analisi energetica ed economica degli edifici in funzione della Direttiva europea 2009/28/ce sulle fonti rinnovabili: disamina del recepimento della regione Emilia-Romagna con la dgr 1366/2011." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3292/.

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Marra, Elena <1979&gt. "Valutazione dell’impiego dei test per la genotipizzazione di HPV e l’espressione degli oncogeni virali nel follow-up di donne conizzate per lesioni cervicali di alto grado nello screening del cervico-carcinoma della Regione Emilia-Romagna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5572/1/marra_elena_tesi.pdf.

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Abstract:
Obiettivi: Valutare la prevalenza dei diversi genotipi di HPV in pazienti con diagnosi di CIN2/3 nella Regione Emilia-Romagna, la persistenza genotipo-specifica di HPV e l’espressione degli oncogeni virali E6/E7 nel follow-up post-trattamento come fattori di rischio di recidiva/persistenza o progressione di malattia; verificare l’applicabilità di nuovi test diagnostici biomolecolari nello screening del cervicocarcinoma. Metodi: Sono state incluse pazienti con citologia di screening anormale, sottoposte a trattamento escissionale (T0) per diagnosi di CIN2/3 su biopsia mirata. Al T0 e durante il follow-up a 6, 12, 18 e 24 mesi, oltre al Pap test e alla colposcopia, sono state effettuate la ricerca e la genotipizzazione dell'HPV DNA di 28 genotipi. In caso di positività al DNA dei 5 genotipi 16, 18, 31, 33 e/o 45, si è proceduto alla ricerca dell'HPV mRNA di E6/E7. Risultati preliminari: Il 95.8% delle 168 pazienti selezionate è risultato HPV DNA positivo al T0. Nel 60.9% dei casi le infezioni erano singole (prevalentemente da HPV 16 e 31), nel 39.1% erano multiple. L'HPV 16 è stato il genotipo maggiormente rilevato (57%). Il 94.3% (117/124) delle pazienti positive per i 5 genotipi di HPV DNA sono risultate mRNA positive. Abbiamo avuto un drop-out di 38/168 pazienti. A 18 mesi (95% delle pazienti) la persistenza dell'HPV DNA di qualsiasi genotipo era del 46%, quella dell'HPV DNA dei 5 genotipi era del 39%, con espressione di mRNA nel 21%. Abbiamo avuto recidiva di malattia (CIN2+) nel 10.8% (14/130) a 18 mesi. Il pap test era negativo in 4/14 casi, l'HPV DNA test era positivo in tutti i casi, l'mRNA test in 11/12 casi. Conclusioni: L'HR-HPV DNA test è più sensibile della citologia, l'mRNA test è più specifico nell'individuare una recidiva. I dati definitivi saranno disponibili al termine del follow-up programmato.
Objective. To evaluate the prevalence of several HPV genotypes in patients with CIN2/3 in Emilia-Romagna, the genotype-specific HPV DNA persistence and the expression of HPV oncogenes E6/E7 during follow-up after conisation, and their role in the prediction of residual disease; to verify the applicability of new molecular diagnostic tests in cervical cancer screening. Methods. Patients with abnormal screening citology treated by conisation (T0) for histologically confirmed CIN2/3 were included. At T0 and at 6, 12, 18 and 24 months of follow-up, in addition to the Pap smear and colposcopy, research and genotyping of HPV DNA of 28 types were performed. In case of positivity to the DNA of the 5 genotypes 16, 18, 31, 33 and/or 45, we proceeded to detect HPV E6/E7 mRNA. Preliminary results. The 95.8% of 168 selected patients were HPV DNA positive at T0. In 60.9% of cases the infections were single (mostly HPV 16 and 31), in 39.1% were multiple. HPV 16 was the most frequent genotype detected (57%). The 94.3% (117/124) of patients positive for 5 genotypes of HPV DNA were mRNA positive. Of the 168 patients 38 dropped out. At 18 months (95% of patients), the persistence of HPV DNA of any genotype was 46%, of HPV DNA of 5 genotypes was 39%, with mRNA expression in 21%. We found recurrent disease (CIN2 +) in 10.8% (14/130) at 18 months. Citology was negative in 4/14 cases, HPV DNA test was positive in all cases, mRNA testing in 11/12 cases. Conclusions: HR-HPV DNA test is more sensitive than cytology, mRNA testing is more specific in identifying a recurrence. Final data will be available after the follow-up planned.
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Marra, Elena <1979&gt. "Valutazione dell’impiego dei test per la genotipizzazione di HPV e l’espressione degli oncogeni virali nel follow-up di donne conizzate per lesioni cervicali di alto grado nello screening del cervico-carcinoma della Regione Emilia-Romagna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5572/.

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Abstract:
Obiettivi: Valutare la prevalenza dei diversi genotipi di HPV in pazienti con diagnosi di CIN2/3 nella Regione Emilia-Romagna, la persistenza genotipo-specifica di HPV e l’espressione degli oncogeni virali E6/E7 nel follow-up post-trattamento come fattori di rischio di recidiva/persistenza o progressione di malattia; verificare l’applicabilità di nuovi test diagnostici biomolecolari nello screening del cervicocarcinoma. Metodi: Sono state incluse pazienti con citologia di screening anormale, sottoposte a trattamento escissionale (T0) per diagnosi di CIN2/3 su biopsia mirata. Al T0 e durante il follow-up a 6, 12, 18 e 24 mesi, oltre al Pap test e alla colposcopia, sono state effettuate la ricerca e la genotipizzazione dell'HPV DNA di 28 genotipi. In caso di positività al DNA dei 5 genotipi 16, 18, 31, 33 e/o 45, si è proceduto alla ricerca dell'HPV mRNA di E6/E7. Risultati preliminari: Il 95.8% delle 168 pazienti selezionate è risultato HPV DNA positivo al T0. Nel 60.9% dei casi le infezioni erano singole (prevalentemente da HPV 16 e 31), nel 39.1% erano multiple. L'HPV 16 è stato il genotipo maggiormente rilevato (57%). Il 94.3% (117/124) delle pazienti positive per i 5 genotipi di HPV DNA sono risultate mRNA positive. Abbiamo avuto un drop-out di 38/168 pazienti. A 18 mesi (95% delle pazienti) la persistenza dell'HPV DNA di qualsiasi genotipo era del 46%, quella dell'HPV DNA dei 5 genotipi era del 39%, con espressione di mRNA nel 21%. Abbiamo avuto recidiva di malattia (CIN2+) nel 10.8% (14/130) a 18 mesi. Il pap test era negativo in 4/14 casi, l'HPV DNA test era positivo in tutti i casi, l'mRNA test in 11/12 casi. Conclusioni: L'HR-HPV DNA test è più sensibile della citologia, l'mRNA test è più specifico nell'individuare una recidiva. I dati definitivi saranno disponibili al termine del follow-up programmato.
Objective. To evaluate the prevalence of several HPV genotypes in patients with CIN2/3 in Emilia-Romagna, the genotype-specific HPV DNA persistence and the expression of HPV oncogenes E6/E7 during follow-up after conisation, and their role in the prediction of residual disease; to verify the applicability of new molecular diagnostic tests in cervical cancer screening. Methods. Patients with abnormal screening citology treated by conisation (T0) for histologically confirmed CIN2/3 were included. At T0 and at 6, 12, 18 and 24 months of follow-up, in addition to the Pap smear and colposcopy, research and genotyping of HPV DNA of 28 types were performed. In case of positivity to the DNA of the 5 genotypes 16, 18, 31, 33 and/or 45, we proceeded to detect HPV E6/E7 mRNA. Preliminary results. The 95.8% of 168 selected patients were HPV DNA positive at T0. In 60.9% of cases the infections were single (mostly HPV 16 and 31), in 39.1% were multiple. HPV 16 was the most frequent genotype detected (57%). The 94.3% (117/124) of patients positive for 5 genotypes of HPV DNA were mRNA positive. Of the 168 patients 38 dropped out. At 18 months (95% of patients), the persistence of HPV DNA of any genotype was 46%, of HPV DNA of 5 genotypes was 39%, with mRNA expression in 21%. We found recurrent disease (CIN2 +) in 10.8% (14/130) at 18 months. Citology was negative in 4/14 cases, HPV DNA test was positive in all cases, mRNA testing in 11/12 cases. Conclusions: HR-HPV DNA test is more sensitive than cytology, mRNA testing is more specific in identifying a recurrence. Final data will be available after the follow-up planned.
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Bellini, Benedetta. "Analisi geologico-tecnica della frana di Molino Ghizzoni (Riola di Vergato)." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19314/.

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Abstract:
Nel presente lavoro di tesi si è scelto di documentare un evento di colata collocato a Riola di Vergato (BO), nell’Appennino emiliano, a seguito della sua riattivazione avvenuta nel 2018. Il lavoro è partito da una ricerca bibliografica sulla descrizione delle colate in terra e sul loro meccanismo di movimento per poi passare nello specifico allo studio della documentazione storica della colata in questione. È stato visto come dal 1948 gli eventi succedutisi sono avvenuti in media 1 volta ogni dieci anni, mentre attraverso l’analisi di foto satellitari recenti (disponibili a partire dal 2003) si è appurato che negli ultimi 15 anni, prima della sua ultima riattivazione, la frana non si è mai mossa in modo significativo. La seconda parte del lavoro riguarda il rilievo in campagna, l’acquisizione di foto da drone ha permesso di ricavare un’ortofoto della frana che, una volta georeferenziata, è stata caricata nel software Qgis dove è stato possibile ricavarne la morfologia e i parametri geometrici, vedendo come questa mostri una morfologia tipica con una zona di alimentazione, un lungo canale dentro il quale il materiale scorre e un’area di deposito dalla forma lobata. Inoltre caricando in Qgis la carta tecnica regionale con le relative informazioni geoscientifiche ossia le unità geologiche e le coperture quaternarie, prese dal portale della regione Emilia-Romagna, è stato possibile capire le litologie coinvolte dalla frana e confrontarla con la cartografia precedente. Infine da misure di spostamento prese in campagna si è visto come la frana non si sia mossa come un blocco unico ma si ipotizza lo sviluppo di una superficie di taglio interna al corpo che abbia mobilitato maggiormente una porzione rispetto ad un’altra. Sono state poi ricavate le velocità post rottura della frana; i valori ottenuti sono stati confrontati con i valori tipici riportati in letteratura e si è visto come al momento la frana sia nel campo di velocità definito da ‘lento’ a ‘molto lento’.
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Mencherini, Ugo. "Gli obiettivi "rinnovabili" nella pianificazione energetica regionale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/2614/.

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Abstract:
Il concetto fondante e le motivazioni alla base di questo lavoro di tesi sono costituiti dalla volontà di analizzare a fondo la problematica energetica ed ambientale, focalizzando l‟indagine sul ruolo delle Fonti Energetiche Rinnovabili e contestualizzandola nel contesto “locale” relativo alla Regione Emilia Romagna: questo lavoro di tesi, infatti, è stato sviluppato nell‟ambito di un progetto di collaborazione stipulato tra Università e Regione Emilia Romagna e si è svolto all‟interno dell‟Assessorato alle Attività Produttive della Regione, lavorando con il “Servizio Politiche Energetiche” emiliano-romagnolo. La crisi energetica (e, contestualmente, la crisi ambientale) rappresenta una problematica al centro del dibattito globale da oltre mezzo secolo, affrontata finora in maniera non organica e realmente efficace dalle nazioni e dagli organismi sovranazionali coinvolti in tale dibattito. Tale tematica è divenuta ancora più pregnante (e la ricerca di una “soluzione” al riguardo, ancora più pressante) negli ultimi anni, in seguito alla deflagrazione di una crisi globale –economica e sociale- che ha intaccato i modelli di crescita e sviluppo (anche tecnologico) conosciuti finora, ponendo di fronte agli occhi dell‟umanità la necessità impellente di ridefinire politiche economiche, ambientali e, conseguentemente, energetiche, caratterizzate da una maggiore sostenibilità globale. La continua crescita della popolazione e il progressivo incremento generalizzato (e disomogeneo) degli standard di vita alimentano con ritmi esponenziali la domanda –e la conseguente produzione- di energia, inevitabilmente correlata (proprio a causa dei modelli di sviluppo seguiti finora) ad un drammatico incremento delle emissioni climalteranti, che continuano a nuocere irreversibilmente alla salubrità del nostro fragile ecosistema. Oltre alla problematica ambientale si aggiunge, con impellenza sempre più marcata, quella relativa alla disponibilità delle principali fonti energetiche (quelle fossili), che si profilano in esaurimento entro lassi temporali che potrebbero divenire drammaticamente prossimi: il “rischio reale” connesso alla prosecuzione di politiche energetiche poggiate sullo sfruttamento intensivo di tali fonti non è tanto connesso all‟eventuale esaurimento assoluto delle risorse stesse, quanto ad una loro progressiva riduzione, tale da renderle viepiù costose e sempre meno convenienti economicamente. Uno scenario di questo tipo si tradurrebbe inevitabilmente in una condizione per la quale solamente i Paesi più ricchi potrebbero usufruire di tali risorse, estremamente costose, mentre i Paesi meno evoluti economicamente rischierebbero di trovarsi nell‟impossibilità di approvvigionarsi, andando incontro a condizioni di deficit energetico: uno scenario inquietante, che però non appare così “ipotetico”, se si tiene conto di come –già ora- siano in aumento segnali di allarme e di conflitto, attivati da localizzate insufficienze energetiche. In un quadro globale di questo tipo le strade risolutive finora riconosciute e percorse dal mondo scientifico, politico ed economico sono sostanzialmente due: - L‟implementazione del risparmio energetico, in un‟ottica di drastica riduzione dei consumi globali; - La “conversione” della produzione energetica (attualmente fondata sulle fonti convenzionali, ossia quelle fossili) verso le cosiddette “Fonti Energetiche Alternative”. Questa seconda direttrice di marcia sembra poter essere quella in grado di reindirizzare verso un orizzonte di maggiore sostenibilità l‟attuale sistema energetico globale, e in quest‟ottica assumono quindi enorme importanza strategica le tecnologie alternative e, prime tra tutte, le Fonti Energetiche Rinnovabili (FER). Queste consentirebbero infatti sia di ridurre l‟impatto ambientale connesso alla produzione energetica da fonti convenzionali, che di implementare politiche di autosufficienza energetica per quei Paesi che attualmente, dal punto di vista del bilancio energetico interno, dipendono in misura marcata dall‟importazione di combustibili fossili dall‟estero. La crisi energetica e il conseguente ruolo chiave delle Fonti Energetiche Rinnovabili è quindi il punto di partenza di questa tesi, che ha voluto confrontarsi con tale problematica globale, misurandosi con le azioni e con i provvedimenti intrapresi al riguardo a livello locale, focalizzando l‟attenzione sulla realtà e sugli sviluppi delle Fonti Energetiche Rinnovabili nella Regione Emilia Romagna. Per sviluppare il lavoro si è proceduto definendo prima di tutto un quadro complessivo della situazione, in termini di problematica energetica e di stato attuale delle Fonti Energetiche Rinnovabili, scendendo progressivamente nel dettaglio: partendo da una fotografia a livello mondiale, quindi europeo, successivamente italiano (basandosi sui dati di pubblicazioni italiane ed estere, di enti competenti in materia come Terna, il GSE o l‟Enea per l‟Italia, e l‟IEA, l‟EIA, l‟UE per l‟Europa e il resto del mondo). Nella terza parte della tesi si è scesi al dettaglio di questo stato attuale delle Fonti Energetiche Rinnovabili a livello Regionale (Emiliano-Romagnolo) e Provinciale (le nove Province della Regione): per procedere alla definizione di questo quadro la “tecnica operativa” è consistita in una raccolta dati effettuata in collaborazione con il ”Servizio Politiche Energetiche” della Regione Emilia Romagna, estesa alle 9 Province e ai 348 Comuni del territorio emiliano-romagnolo. La richiesta di dati avanzata è stata relativa agli impianti alimentati da fonte energetica rinnovabile in esercizio e a quelli in fase di valutazione sul territorio afferente all‟Ente considerato. Il passo successivo è consistito nell‟aggregazione di questi dati, nella loro analisi e nella definizione di un quadro organico e coerente, relativo allo stato attuale (Ottobre 2010) delle Fonti Energetiche Rinnovabili sul territorio emiliano-romagnolo, tale da permettere di realizzare un confronto con gli obiettivi definiti per le FER all‟interno dell‟ultimo Piano Energetico Regionale e con lo stato delle FER nelle altre Regioni italiane. Sono stati inoltre realizzati due “Scenari”, relativi all‟evoluzione stimata del parco “rinnovabile” emiliano-romagnolo, definiti al 2012 (“Breve Termine”) e al 2015 (“Medio Termine”). I risultati ottenuti hanno consentito di verificare come, nell‟orizzonte “locale” emiliano-romagnolo, il sistema globale connesso alle Fonti Energetiche Rinnovabili abbia attecchito e si sia sviluppato in misura marcata: gli obiettivi relativi alle FER definiti nel precedente Piano Energetico Regionale sono infatti stati sostanzialmente raggiunti in toto. Dalla definizione degli “Scenari” previsionali è stato possibile stimare l‟evoluzione futura del parco “rinnovabile” emilianoromagnolo, verificando come questo risulti essere in continua crescita e risulti “puntare” su due fonti rinnovabili in maniera particolare: la fonte fotovoltaica e la fonte a biocombustibili. Sempre dall‟analisi degli “Scenari” previsionali è stato possibile stimare l‟evoluzione delle singole tecnologie e dei singoli mercati rinnovabili, verificando limiti allo sviluppo (come nel caso della fonte idroelettrica) o potenziali “espansioni” molto rilevanti (come nel caso della fonte eolica). Il risultato finale di questo lavoro di tesi è consistito nel poter definire dei nuovi obiettivi, relativi alle differenti Fonti Energetiche, da potersi inserire all‟interno del prossimo Piano Energetico Regionale: l‟obiettivo “complessivo” individua –avendo il 2015 come orizzonte temporale- una crescita incrementale delle installazioni alimentate da FER pari a 310 MWe circa. Questo lavoro di tesi è stato ovviamente organizzato in più “Parti”, ciascuna ulteriormente suddivisa in “Capitoli”. Nella “Prima Parte”, costituita dai primi 4 Capitoli, si è proceduto ad introdurre la problematica energetica e il contesto in cui si muovono le decisioni e le politiche (comunitarie, nazionali e sovra-nazionali) destinate a trovare soluzioni e risposte: Il Primo Capitolo, introduttivo, definisce prima di tutto gli “strumenti” e i concetti che verranno successivamente richiamati più volte nel resto della Tesi, partendo dal concetto di “energia”, definito sia “concettualmente” che attraverso le unità di misura utilizzate per quantificarlo. Il passo successivo è stato quello di contestualizzare l‟evoluzione dello sfruttamento di questa “risorsa”, in relazione allo sviluppo delle tecnologie e delle stesse condizioni di vita umane, così da definire un background storico per le considerazioni introdotte nel Capitolo successivo. Il Secondo Capitolo, infatti, introduce la problematica attuale (ma mutuata dal background storico evidenziato in precedenza) della “crisi energetica” e della “crisi ambientale” ad essa correlata, considerandone gli aspetti prima di tutto globali, connessi a considerazioni di natura sociale, demografica e –conseguentemente economica e sociale: all‟interno di questa analisi, vengono citati anche gli scenari previsionali elaborati da numerosi enti di ricerca e istituzioni, coinvolti su più livelli nell‟ottica di riuscire ad individuare una “risposta” alle problematiche sollevate dallo sfruttamento intensivo della risorsa energetica per vie convenzionali. Tale risposta è rappresentata dalle normative sovranazionali, europee e italiane varate nell‟ottica di attuare una “transizione etica” in materia di sviluppo sostenibile, impatto ambientale e sfruttamento energetico: un presupposto imprescindibile per la transizione energetica sostenibile è proprio l‟impegno a livello locale (quindi anche e prima di tutto di istituzioni quali, in Italia, le Regioni, le Province e i Comuni), senza il quale difficilmente si potranno raggiungere traguardi avanzati, che implicano anche un sostanziale cambio di mentalità. Nell‟ottica di approfondire ulteriormente il contesto all‟interno del quale vengono adottate azioni e intrapresi provvedimenti utili a concretizzare risposte a livello italiano –nazionale e locale- il Terzo Capitolo introduce il tema delle “politiche energetiche sostenibili”, partendo dalla definizione dell‟attuale condizione Italiana (in termini di inquinamento atmosferico e di sfruttamento intensivo della risorsa energetica, nonché di scenari previsionali), per definire successivamente le politiche nazionali per le fonti rinnovabili, per il settore dei trasporti, del riscaldamento e del raffreddamento, della pianificazione energetica e della generazione distribuita. Il Capitolo introduce anche il tema degli interventi in ambito di fiscalità energetica (“Certificati Verdi”, “Certificati Bianchi” e il “Conto Energia”). Proprio per definire al meglio i meccanismi di incentivazione, il Quarto Capitolo esplicita (facendo riferimento alla documentazione pubblicata da enti quali GSE, Terna, GRTN) il meccanismo del cosiddetto “mercato elettrico” e degli scambi che vi avvengono, in modo tale da comprendere come i metodi di incentivazione alle fonti alternative che si appoggiano su interventi di fiscalità energetica, riescano ad avere –o meno- presa sul sistema. La “Seconda Parte” (costituita dai Capitoli dal 5° al 13°) è invece dedicata al necessario approfondimento sullo stato delle Fonti Energetiche Rinnovabili (FER): in ogni capitolo è stato infatti approfondita la condizione attuale delle principali FER (fonte a Biocombustibili, Eolica, Geotermica, Idraulica, Solare Fotovoltaica, Solare Termica, Solare Termodinamica). Tale approfondimento è stato condotto in termini di sviluppo della tecnologia, incidenza e contributo della singola FER sui bilanci elettrici (considerando prima il quadro mondiale, quindi quello europeo, per scendere infine al dettaglio italiano). Nella parte finale di ogni capitolo sono state riportate anche le principali criticità riscontrate per ogni fonte presa in considerazione, oltre che gli scenari previsionali stimati considerandone i potenziali sviluppi, in un‟ottica di medio termine e di lungo termine. La “Terza Parte” (comprendente i Capitoli dal 14° al 22°) di questa Tesi raccoglie invece il lavoro svolto e i risultati ottenuti e permette di definire lo stato attuale e gli scenari previsionali (a breve termine e a medio termine) per le Fonti Energetiche Rinnovabili nella Regione Emilia Romagna, con un livello di dettaglio sia Regionale che Provinciale. Il lavoro, come detto, è consistito nella raccolta dati effettuata presso gli enti di “governo territoriale” emiliano-romagnoli (la Regione, le 9 Province e i 348 Comuni) e nella successiva aggregazione, elaborazione e interpretazione di questi stessi dati. I Capitoli dal 15° al 19° definiscono lo stato attuale (all‟Ottobre 2010) e gli scenari previsionali (a breve termine e medio termine) per le differenti FER (rispettivamente, Biocombustibili, Eolica, Fotovoltaica, Geotermica e Idroelettrica), prima a livello Provinciale, quindi a livello Regionale. Nella conclusione di ogni Capitolo è contenuto un confronto con lo stato della FER presa in considerazione relativo agli anni precedenti, oltre che il confronto con gli obiettivi definiti per la tecnologia al 2010 dal precedente Piano Energetico Regionale. Questi Capitoli si chiudono con l‟analisi del trend storico della Fonte Energetica Rinnovabile considerata e con la conseguente individuazione dei potenziali obiettivi al 2012 e al 2015 da inserire nel prossimo Piano Energetico Regionale. E‟ presente anche l‟evoluzione stimata del “mercato” della singola FER presa in considerazione, oltre che della “tipologia tecnologica” sulla quale gli installatori e gli investitori tenderanno ad orientarsi sia nel breve che nel medio termine. I Capitoli 20°, 21° e 22° contengono invece lo stato “riassuntivo” delle Fonti Energetiche Rinnovabili, definite per il panorama emiliano-romagnolo (anche in questo caso, prima a livello Provinciale, successivamente a livello regionale) sotto un‟ottica temporale differente: il Capitolo 20° riassume lo stato attuale del parco “rinnovabile” complessivo emiliano-romagnolo, definendone l‟evoluzione storica e confrontandolo con gli obiettivi fissati al 2010 dal precedente Piano Energetico regionale, permettendo così di verificare –nel complesso- se le stime del 2004 erano state corrette. Il Capitolo 21° definisce l‟evoluzione del parco “rinnovabile” complessivo emiliano-romagnolo al 2012, sia a livello Provinciale che Regionale, definendone in questo modo un trend stimato di crescita e dei conseguenti obiettivi di breve termine, riferiti alle singole FER. Il Capitolo 22° definisce infine l‟evoluzione del parco “rinnovabile” complessivo emiliano-romagnolo al 2015 (ancora una volta, sia a livello Provinciale che Regionale) permettendo così di ricavare un trend stimato di crescita e, soprattutto, gli obiettivi di medio termine -riferiti alle singole FER- da inserire all‟interno del prossimo Piano Energetico Regionale. La conclusione permette di chiudere sinteticamente il lavoro svolto in precedenza, traendo le indicazioni più rilevanti dai dati e dalle considerazioni pregresse: come si evincerà, l‟Emilia Romagna risulta una Regione in cui gli obiettivi rinnovabili (e di “conversione energetica”) sono stati sostanzialmente raggiunti e, in alcuni casi, perfino superati. Il mercato rinnovabile è in crescita e le politiche locali e sovra locali evidenziano una marcata volontà di puntare prevalentemente su settori e tecnologie quali quella della biomassa e quella solare fotovoltaica. Nonostante questo, si evidenzia anche la necessità di lavorare a livello di enti regionali e provinciali, per omogeneizzare ulteriormente la distribuzione energetica “rinnovabile” sul territorio (implementando lo sviluppo di determinate fonti su distretti territoriali al momento non ancora raggiunti da tali mercati) e per provvedere ad una riduzione dei consumi energetici che consenta alle FER di avere una maggiore incidenza sui bilanci energetici ed elettrici, locali e regionali. Si ricorda che la “costruzione” di questa tesi è stata sviluppata parallelamente ad un‟attività di stage presso il settore Politiche energetiche dell‟Assessorato alle Attività Produttive della Regione Emilia – Romagna, che in questa fase sta procedendo alla definizione del nuovo Piano Energetico Regionale, e alla conseguente individuazione d
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Collina, Riccardo. "utilizzo dei droni integrato alle tecniche geomatiche per il monitoraggio della fascia costiera." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19718/.

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Abstract:
La tesi si pone l'obiettivo di individuare, per il monitoraggio della fascia costiera per mezzo di droni, una soluzione di raccolta dati ed elaborazione veloce, per un controllo a supporto delle attività di protezione operate dagli Enti. Si è preso in considerazione il tratto di costa in località Lido Adriano. I droni si prestano come ottimo supporto alla fotogrammetria, risultando più economici dei classici voli aerei. Oltre la descrizione dei sistemi a pilotaggio remoto, vi sono i concetti teorici base delle metodologie adottate, nonchè i software utilizzati per estrapolare informazioni a valenza metrica digitali. La parte sperimentale prevede l’estrazione di informazioni, come la fascia sabbiosa, lo sviluppo altimetrico e la linea di riva, per monitorarne l’evoluzione temporale e territoriale. Il rilievo della rete topografica è stato eseguito tramite posizionamento GPS in NRTK. Si sono ottenuti tre modelli digitali della superficie attraverso il software Agisoft Metashape. I risultati sono stati confrontati nelle tre metodolgie di lavoro, in termini di precisioni raggiunte. Si sono realizzati i relativi prodotti GIS che permettono di catalogare, su più livelli logici raster e vettoriali, l’area in esame e di renderne disponibili le informazioni estratte agli Enti che operano per la salvaguardia del territorio. Ai fini di un risultato più organico ed integrato alle attuali metodologie messe in atto dalla Regione Emilia-Romagna, sono stati raccolti i dati relativi al monitoraggio da parte degli Enti preposti al controllo e le tempistiche da questi adoperate, per confrontare nonché proporre un metodo più intuitivo, semplice e veloce, al fine di operare in contesti di primo intervento. Grazie ai prodotti realizzati, in particolare elementi vettoriali, sezioni ed ortofoto, si è redatta una metodologia di studio basata su tecnica speditiva e sistematica ai fini di ottenere informazioni e renderle disponibili in un arco temporale adatto ad un contesto di emergenza.
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Malpezzi, Melania. "L'OPERA LIRICA IN VIDEO. Un caso d'eccellenza Opera Streaming." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25144/.

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Abstract:
L'opera lirica è una tipologia di spettacolo che affonda le sue radici nella storia italiana, che oggi ha bisogno di sostegni finanziari per sopravvivere. Opera Streaming è uno dei progetti che mira a dar nuova vita alle fondazioni liriche utilizzando le nuove tecnologie e in particolare le piattaforme di streaming per far sì che l'opera possa raggiungere un pubblico più ampio, nuovo, che si appassioni a questo genere. In questa analisi, si indagano le iniziative e i fondi stanziati per la cultura in Italia ed in Europa fino ad oggi, si ripercorre la storia dei teatri di tradizione dell'Emilia Romagna e i progetti, presenti e futuri, che possono intervenire a dare una nuova vitalità a un mondo, quello dell'opera lirica, pieno di tradizione ma anche di argomenti attuali, utilizzando il mezzo video per aumentarne la visibilità.
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PARRI, Leonardo. "Le politiche pubbliche subnazionali per l'innovazione tecnologica nelle piccole e medie imprese dei settori industriali tradizionali : una comparazione tra la Regione Emilia-Romagna e la Regione Rhone-Alpes." Doctoral thesis, 1991. http://hdl.handle.net/1814/5345.

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Abstract:
Defence date: 10 May 1991
Examining Board: Prof. Bernd Marin (Europäisches Zentrum für Wohlfahrtspolitik und Sozialforschung, Wien, supervisor) ; Prof. Philippe Ch. Schmitter (Standford University, co-supervisor) ; Prof. Giandomenico Majone (Istituto Universitario Europeo, Fiesole) ; Prof. Yves Mény (Institut d'Etudes Politique de Paris)
PDF of thesis uploaded from the Library digitised archive of EUI PhD theses completed between 2013 and 2017
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