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Silva, Gisele Batista da. "Il ruolo delle riviste letterarie italiane nella prima metà dell’Ottocento." Revista Italiano UERJ 11, no. 1 (January 28, 2021): 22. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2020.57414.

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Abstract:
In questo saggio analizziamo la creazione, lo sviluppo e il ruolo di alcune riviste letterarie italiane sorte nella prima metà del XIX secolo, tra le quali si distaccano Biblioteca Italiana, Il Conciliatore e Antologia. Nel nostro studio mettiamo in evidenza le relazioni politiche e culturali tra i loro fondatori e i vari interlocutori e consideriamo altresì la partecipazione e il contributo di queste riviste alla diffusione della questione romantica o alla critica della stessa – questione particolarmente dibattuta nella Italia di quegli anni. Esaminiamo inoltre l’influenza esercitata da queste riviste sui circoli di letterati italiani, svolgendo un ruolo chiave nella presa di posizione di questi intellettuali, in particolare per quanto riguarda le questioni culturali dell’Italia del XIX secolo.
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Burlini, Annamaria, and Giuseppe Carlo Pollina. "Un intervento possibile nelle organizzazioni in tempi di insicurezza e solitudine." GRUPPI, no. 3 (October 2011): 107–28. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-003011.

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Abstract:
Gli autori ripropongono l'attualitŕ degli interventi di formazione condotti con il metodo dei Gruppi Operativi (Pichon Rivičre) nel mondo contemporaneo, dominato dalla globalizzazione e da una visione miope di investitori e manager, che hanno profondamente modificato l'organizzazione del lavoro, la suddivisione dei ruoli e delle responsabilitŕ e la funzione delle istituzioni. Aziende, enti, imprese ecc., infatti, non hanno piů una funzione protettiva dall'ansia; al contrario, producono ansia esse stesse non rispondendo piů ai bisogni soggettivi di riconoscimento, individuazione, unicitŕ.
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3

Molinari, Augusta. "Emigrazione e follia nel primo Novecento. Una storia poco nota dell'emigrazione transoceanica italiana." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (November 2010): 47–65. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-003005.

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Abstract:
L'autore presenta una ricerca sul rapporto tra emigrazione e follia nel contesto delle migrazioni transoceaniche italiane di massa e documenta il ruolo delle pratiche di selezione psico-fisica nei paesi di destinazione nel trasformare l'emigrante in un malato mentale. La ricerca č stata focalizzata su alcuni manicomi del Sud d'Italia (Nocera Inferiore, Catanzaro) attraverso l'analisi di contributi su riviste di psichiatria dell'epoca, periodici di emigrazione, fonti di storia sociosanitaria.
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D'Ambrosio, Matteo. "Documento Sud (1959–1961), rivista dell’avanguardia europea." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, no. 2 (March 22, 2018): 430–45. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818757193.

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Abstract:
Preceduta dalla fondazione del Gruppo 58, che riprese e continuò l’esperienza del movimento nucleare, la rivista napoletana Documento Sud si collocò nel contesto dell’avanguardia artistica e letteraria europea del periodo, coltivando intensi rapporti con il movimento Phases e con la rete internazionale di riviste “sorelle”.
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Passerini, A. "Storia della Neuroradiologia europea." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 4 (August 1994): 541–56. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700401.

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Abstract:
La storia della Neuroradiologia è dispersa nelle pagine delle Riviste di Fisica, di Radiologia, di Otorinolaringologia, di Anatomia Patologica, di Neurologia, di Neurochirurgia, di Neuroradiologia ed è poco nota ai giovani neuroradiologi. Non è definito il periodo al quale risale il primo im-piego del termine «Neuroradiologia». «A Short History of Neuroradiology» è stata pubblicata da Herman Fischgold e da James Bull in occasione dell'VIII Symposium Neuroradiologicum tenuto a Parigi nel settembre 1967. Emmanuel Cabanis ha voluto continuarne la tradizione e, in occasione del XVI Congresso della SocieAà Europea di Neuroradiologia, tenuto ancora a Parigi nel luglio 1989, ha ristampato con il titolo «Contribution a l'histoire de la Neuroradiologie Européenne» il testo di Fischgold e di Bull con l'aggiornamento dei successivi 22 anni e con l'aggiunta dei principali articoli comparsi su riviste mediche e tecniche che ricordano la tappe della diffusione e del rivoluzionario progresso della Neuroradiologia nell'ambito mondiale: integrano queste due, altre storie della Neuroradiologia pubblicate nei classici testi di Neuroradiologia da Lindgren, da Deck, da Newton e Kerber e da altri autori.
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Skubic, Mitja. "Gianfranco Folena, Vocabolario del veneziano di Carlo Goldoni, Redazione a cura di Daniela Sacco e Patrizia Borghesan. Regione del Veneto - Fondazione Giorgio Cini - lstituto di Enciclopedia ltaliana, Venezia 1993; pp. 718." Linguistica 35, no. 2 (December 1, 1995): 335–37. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.35.2.335-337.

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Abstract:
E' con profonda commozione che mi accingo a stendere una breve recensione dell' opera postuma che porta il nome di Gianfranco Folena, scomparso prematuro nel 1992. Con l'italianistica di Ljubljana Folena ebbe rapporti amichevoli. A due riprese aveva fatto conferenze molto sentite e ci ha conquistati, oltre che con la sua dettagliata esposizione dei fatti e la perspicace analisi linguistica e filologica (ricordo ancora la conferenza sulla lingua nel Piovano Arlotto), anche con la sua affascinante pronuncia toscana. A me personalmente ha sempre elargito consigli (ebbi con lui un primo incon­ tro nel lontano 1952 a Firenze, lui, allora, assistente di Bruno Migliorini, e l'ultimo, solo telefonico, nel 1991) quando io, novello, incominciavo a produrre. Folena ha reso possibile la pubblicazione nelle riviste linguistiche italiane dei miei primi scritti e gliene sono sinceramente grato.
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Furnari, Giovanni. "In ricordo del Prof. Giuseppe Giaccone." Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 52, no. 382 (December 22, 2019): O1—O6. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v52i382.84.

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Abstract:
L’11 giugno 2018 è morto a Baucina (PA), all’età di 82 anni il Prof. Giuseppe Giaccone, già Ordinario di Botanica sistematica presso l’Università degli studi di Catania e socio emerito dell’Accademia Gioenia. Dopo gli studi liceali presso il Liceo Don Bosco di Palermo e completato nel 1960 il corso quadriennale di Teologia presso il Seminario Maggiore di Palermo, Giuseppe Giaccone si è laureato nel 1964 presso l’Università di Palermo. Nel 1973 è stato nominato assistente ordinario presso l’Università di Trieste e nel 1977 è stato trasferito all’Università di Palermo. Nel 1984 è diventato Professore associato presso l’Università di Palermo e nel 1986 Professore ordinario presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università di Catania. La sua attività di ricerca ha coperto praticamente tutti gli aspetti dell’Algologia: dalla tassonomia alla fitosociologia, dall’ecologia alla valutazione di impatto ambientale e ai biodeteriogeni. I risultati delle sue ricerche sono stati divulgati attraverso conferenze, comunicazioni a convegni e congressi nazionali ed esteri e in più di 250 pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed internazionali.
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Calcagno, Paolo. "Il dominio genovese e il grano in Antico regime: un sistema federale sotto la sorveglianza dello stato." STORIA URBANA, no. 134 (June 2012): 75–94. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-134005.

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Abstract:
Genova, secc. XVI-XVIII Dominio Grano, approvvigionamenti, giusdicenti, comunitŕ Lo stridore fra l'austera organizzazione annonaria di Genova e del suo Dominio e la straordinaria avventura commerciale dei mercanti della Superba nel Mediterraneo occidentale ha profondamente influenzato la storiografia genovese, che ha affrontato il problema in maniera strumentale e ideologica, rielaborando in maniera acritica la condanna del sistema formulata dalla pubblicistica fisiocratica. In realtŕ non sappiamo praticamente nulla del funzionamento dell'ufficio dell'annona in cittŕ (e degli uffici locali nelle comunitŕ del Dominio), dell'approvvigionamento delle Riviere e del rapporto che a tal fine si viene a creare fra il centro e la periferia. Sulla base della documentazione dell'Abbondanza genovese - conservata presso l'archivio storico del Comune - e attraverso l'analisi di un caso specifico (quello di Savona), il saggio tenta di offrire alcuni spunti di riflessione e possibili chiavi di lettura, al fine di valutare la funzionalitŕ delle istituzioni annonarie e di osservare il grado di integrazione economica e politicoamministrativa nel contesto dello Stato genovese.
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KNIGHT, DAVID. "SCIENCE AND CULTURE IN MID-VICTORIAN BRITAIN: THE REVIEWS, AND WILLIAM CROOKES' QUARTERLY JOURNAL OF SCIENCE." Nuncius 11, no. 1 (1996): 43–54. http://dx.doi.org/10.1163/182539196x00817.

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Abstract:
Abstracttitle RIASSUNTO /title L'Origine delleSpecie, che Charles Darwin pubblic nel 1859, sovente considerata come l'opera che segn un punto di svolta nel conflitto tra sapere scientifico e religione. Recenti studi, specialmente sul ruolo giocato nella vicenda da T. H. Huxley, il bulldog di Darwin, sottolineano invece (o meglio, al pari) l'intenzione di Huxley di escludere soprattutto appassionati e dilettanti da un ambito di ricerca che si stava trasformando in un settore per esperti. Per quanto le riviste del periodo contenessero soltanto un 10% di articoli scientifici, la domanda nei confronti di informazioni non specialistiche era in diminuzione; scienza e discipline umanistiche si stavano difatti trasformando in ci che C. P. Snow avrebbe poi definito le due culture.
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BRENNI, PAOLO. "19TH CENTURY SCIENTIFIC INSTRUMENT ADVERTISING." Nuncius 17, no. 2 (2002): 497–513. http://dx.doi.org/10.1163/182539102x00072.

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Abstract:
Abstracttitle RIASSUNTO /title Le prime forme di pubblicit relative al commercio degli strumenti scientifici risalgono alla seconda met del XVI secolo. Piccoli annunci, semplici cataloghi e carte da visita illustrate sono comuni nel '700, ma la pubblicit degli strumenti scientifici diventa assai pi sofisticata e aggressiva a partire dal XIX secolo. Si moltiplicano i cataloghi illustrati e ponderosi, gli annunci su riviste e trattati scientifici, mentre le esposizioni universali che costellano la seconda met dell'Ottocento e gli show room dei costruttori, rappresentano nuovi mezzi per propagandare gli strumenti e stimolarne il commercio. In questo articolo viene illustrata l'evoluzione delle varie forme di pubblicit utilizzate dai costruttori nel corso del XIX secolo ed analizzata l'influenza che esse hanno avuto sull'andamento del mercato degli strumenti scientifici e sullo sviluppo dell'industria di precisione.
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Tekavčić, Pavao. "Saggi dialettologici in area italo-romanza, Nuova raccolta, a cura di Giovan Battista Pellegrini; Centro Studio per la Dialettologia Italiana «0. Parlangèli»; Consiglio Na­ zionale delle Ricerche, [Padova 1995], 259 pagine." Linguistica 35, no. 2 (December 1, 1995): 326–28. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.35.2.326-328.

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Abstract:
La già ricca dialettologia italiana, che vanta tante ricerche, studi, riviste, atlanti e altri sussidi ancora, si è arricchita recentemente del volume miscellaneo qui recensito. Con le parole del curatore (p. V), questa Nuova raccolta è la continuazione del primo volume, edito nel 1993 [Raccolta di saggi lessicali in area veneta e alpina, Belluno]: infatti, alcuni autori dichiarano che i loro contributi si riconnettono a quelli di due anni fa. Alla Presentazione (pp. V-VI, non 1 come stampato nel sommario, p. VII) seguono dieci contributi di varia lunghezza. In cake si trova la cartina Toponomastica alto-ate­ sina (p. 258), l'elenco dei toponimi prediali in -anum in Alto Adige, da coHegarsi pro­ babilmente con ilprimo contributo (p. 259) e, fuori paginazione, la carta dell' Alto Veneta (Provincia Belluno-Cadore ). Il libro non contiene indici.
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Góralski, Wojciech. "Struktura prawna duszpasterstwa wojskowego w świetle konstytucji apostolskiej papieża Jana Pawła II "Spirituali militum curae" z 21 IV 1986 r." Prawo Kanoniczne 32, no. 3-4 (December 10, 1989): 143–55. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1989.32.3-4.06.

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Abstract:
Il 21 aprile 1986 è stato pubblicato un nuovo documento pontificio sula pastorale dei militari. Si tratta del'a costituzione apostolica Spirituali militari curae con la quale si adempie quanto il nuovo Codice di Diritto Canonico acenna ned can. 569 sui cappelani militari. Nel documento sono state opportunamente riviste le norme relative alla cura pastorale dei militari fin qui vigenti, contenuti nella Istruzione Solemne semper del 23 aprile 1951. Nello suo studio l’autore présenta e commenta la suddetta costituzione apostolica. Dopo aver indicato la genesi, il carattere e la struttura del documento si tratta della organizzazione dei ordinariati militari nonchè dell’ufficio dell’ordinario militare. Secondo l’autore la più notevole novità della costituzione apostolica consiste nel riconoscere l’ordirariato militare come la Chiesa particolare, giuridicamente assimiliata ad una diocesi. Le altre nuove disposizioni del documento fanno solo le consequenze di quel principio.
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Tansella, Michele, and Giovanni A. Fava. "Monitoring the impact on the international literature of the scientific production of Italian researchers, in the disciplines ‘psychiatry’ and ‘psychology’: 1985-1989 and 1995-1999." Epidemiology and Psychiatric Sciences 10, no. 4 (December 2001): 276–82. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005443.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo — Questo lavoro si propone di evidenziare i settori ed i ricercatori italiani, nell'ambito delle discipline ‘psichiatria’ e ‘psicologia’, con il maggiore impatto sulla letteratura internazionale nel quinquennio 1995-1999 e di confrontare i dati con quelli relativi al quinquennio 1985-1989. Metodo — Utilizzando un database predisposto dall'Institute for Scientific Information (ISI), che includeva tutti i lavori, apparsi nei due quinquenni 1995-1999 e 1985-1989 su riviste di psichiatria e psicologia censite da Current Contents che avevano come autore o coautore almeno un ricercatore italiano operante in Italia, à stata effettuata un'analisi delle citazioni relative agli anni successivi ai due quinquenni, fino al 1999. Risultati — Nel 1995-1999 i ricercatori che avevano raccolto il maggior numero di citazioni appartenevano alle aree della psicologia clinica, della psichiatria e della psicofarmacologia. La neuropsicologia, in posizione dominante nel 1985-1989, ha subito un netto calo. Conclusioni — L'analisi delle citazioni relativa a periodi di tempo relativamente brevi (quinquenni) risulta essere un utile strumento per monitorare l'evoluzione della ricerca scientifica in specifiche discipline ed i trend deH'impatto della produzione dei ricercatori.
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Birocchi, Italo. "La fase attardata in cui è rimasto il Codice Civile italiano. Una felix culpa per la scienza giuridica degli anni dieci del novecento. Il giurista come intellettuale." Revista da Faculdade de Direito, Universidade de São Paulo 112 (August 28, 2018): 439–84. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2318-8235.v112i0p439-484.

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Abstract:
Il saggio esamina l’affermazione della scienza giuridica italiana agli inizi del Novecento. Il processo di affermazione prende avvio con la crisi del modello liberale fondato sul codice civile, verso la fine dell’Ottocento, ma è soprattutto nel decennio della Grande Guerra che giunge a maturazione. Le diverse discipline giuridiche si rendono autonome dalla civilistica e si specializzano dandosi strumenti espressivi propri (riviste di settore; manuali). Mentre si specializzano, le diverse discipline predicano di essere accomunate dal metodo, che si asserisce essere scientifico perché depurato dalla storia e dalle ideologie. Perciò se ne accredita anche la neutralità. E però l’asserita neutralità della scienza giuridica non toglie, ed anzi implica, che il giurista si rivolga alla pratica e sia impegnato civilmente e nella politica (si teorizza anzi che compito del giurista sia quello di proporsi come legislatore, per incidere nel sociale). Queste linee generali di emersione della scienza giuridica vengono in particolare confrontate attraverso le figure di sei grandi giuristi nella loro formazione giovanile, considerati appunto ciascuno nel rispettivo specialismo disciplinare e nell’unità del metodo (Asquini, Betti, Calamandrei, Jemolo, Mossa, Vassalli).
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Belcastro, Vincenzo, and Paolo Calabresi. "Indicazioni per la terapia antiepilettica del disabile grave." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 43–48. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003007.

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Abstract:
Il trattamento farmacologico dei pazienti gravemente disabili affetti da epilessia presenta difficoltŕ peculiari, dovute sia all'incapacitŕ del soggetto di riferire puntualmente i sintomi e gli eventuali effetti collaterali della terapia sia alla carenza di trial specifici in letteratura. Per il primo problema č fondamentale la mediazione dell'operatore/educatore che, grazie alla sua costante vicinanza al paziente, puň riferire i segni diretti e indiretti di interesse clinico. Il farmaco da somministrare deve essere scelto in base al tipo di crisi, valutando anche i possibili effetti collaterali gravi e irreversibili. Nel presente contributo vengono brevemente commentati i vantaggi e i rischi connessi alla somministrazione dei nuovi farmaci antiepilettici, richiamando anche le raccomandazioni contenute in alcuni recenti lavori pubblicati sulle riviste "Neurology" e "Seizures". Viene poi argomentato alla luce di nuove ricerche il concetto di refrattarietŕ alla terapia antiepilettica. Infine l'Autore riporta un caso di netto peggioramento della sintomatologia comiziale in rapporto alla somministrazione di carbamazepina, che teoricamente risultava indicata nel paziente in questione.
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Merida, Raphael. "Il commento linguistico come tradizione discorsiva nella stampa periodica di metà Settecento." Circula, no. 11 (2020): 47–62. http://dx.doi.org/10.17118/11143/17840.

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Abstract:
La pratica del commento linguistico all’interno della stampa periodica comincia a diffondersi prevalentemente nell’Ottocento. Gli articoli di cronaca, le recensioni bibliografiche o le semplici novità, però, offrono uno spunto di riflessione linguistica già all’interno di molti periodici della metà del Settecento. In particolare, polemiche o apologie rivolte al conservatorismo dell’Accademia della Crusca, l’innovazione del lessico specialistico tramite nuove traduzioni di opere straniere e gli influssi dei francesismi nel lessico italiano, permettono ai compilatori delle varie riviste letterarie e delle gazzette di discutere, talvolta ampiamente, dei problemi linguistici dell’epoca. La ricerca quindi si propone di individuare una prima forma di commento linguistico all’interno di alcuni periodici a stampa di metà Settecento.
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Opitz, Rachel. "Integrating lidar and geophysical surveys at Falerii Novi and Falerii Veteres (Viterbo)." Papers of the British School at Rome 77 (November 2009): 1–27. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000027.

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Abstract:
La città romana di Falerii Novi e quella pre-romana di Falerii Veteres vengono riviste in questo articolo attraverso la combinazione di dati da ricognizione lidar (light detection and ranging) e geofisica. La ricognizione lidar fornisce per la prima volta infomiazioni dettagliate sui bordi topograficamente complessi di questi siti e ha permesso di identificare un certo numero di nuove strutture. Osservando tali strutture nel contesto dei dati topografici e geofisici, sono state esplorate le aree urbane periferiche sia come zone per movimento sia come facciate. Tramite questi esempi vengono considerati i potenziali contributi forniti dal lidar alla comprensione generale dell'urbanismo pre-romano e romano.
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Lepschy, Laura, and Marco Santoro. "Le riviste di italianistica nel mondo: Atti del Convegno internazionale. Napoli 23-25 Novembre 2000." Modern Language Review 99, no. 4 (October 2004): 1067. http://dx.doi.org/10.2307/3738560.

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Caso, Roberto, and Giovanni Pascuzzi. "Valutazione dei prodotti scientifici nell'area giuridica e ruolo delle tecnologie digitali." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 49 (May 2012): 25–38. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-049003.

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Abstract:
Al fine di valutare i prodotti della scienza giuridica italiana e renderli confrontabili con i lavori di altre aree scientifiche, alcuni attori istituzionali hanno proposto di classificare generi letterari (ad es., monografia, articolo, nota a sentenza ecc.), sedi editoriali e riviste. Una parte delle associazioni scientifiche dell'area giuridica ha preso una posizione comune nel "documento sulla valutazione" del 1° ottobre 2010 su metodi e criteri che dovvrebbero essere applicati da vari organismi istituzionali per differenti scopi. La pagine che seguono sono dedicate a svolgere rilievi critici a margine del documento e a rilevare che le tecnologie digitali (in particolare, il sistema dell'Accesso Aperto alla scienza) possono giocare un ruolo di primo piano nella valutazione dei prodotti della scienza giuridica.
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Green, Donald P., and Ian Shapiro. "TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE E SCIENZA POLITICA: UN INCONTRO CON POCHI FRUTTI?" Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 25, no. 1 (April 1995): 51–89. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200023339.

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Abstract:
IntroduzioneDalla pubblicazione diSocial Choice and Individual Valuesdi Kenneth Arrow nel 1951, si è avuta un'esplosione dell'approcciorational choicenegli studi di scienza politica. Negli anni Cinquanta e nei primi anni Sessanta, la teoria della scelta razionale rappresentava poco più di un ramo secondario all'interno di una disciplina – la scienza politica – dominata da varie forme di analisi behaviorista e istituzionalista. Oggi, di contro, essa si è diffusa ben oltre le sue prime pubblicazioni e i suoi esoterici adepti. È ben rappresentata nelle principali riviste e convegni della disciplina, e i suoi sostenitori sono richiesti da tutti i più importanti dipartimenti americani di scienza politica. La teoria della scelta razionale ha esteso il suo ambito di applicazione oltre la teoria politica e la politica americana, dapprima negli studi di relazioni internazionali e più di recente nella politica comparata. A dire il vero, quasi nessuna area della scienza politica è rimasta immune dalla sua influenza. Un conteggio degli articolirational choicepubblicati dall'American Political Science Reviewdal 1952, presentato nella figura 1, attesta una crescita quanto-mai sostenuta. Invisibile nel 1952, a distanza di quarant'anni la scuola della scelta razionale annovera quindici articoli su quarantuno nella rivista di punta della disciplina.
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Duyck, Mathijs. "Appunti in margine a Il castello di Udine: tra presunta prosa d’arte e la narratività della forma raccolta." Quaderni d'italianistica 34, no. 1 (July 22, 2013): 133–51. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v34i1.19876.

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Abstract:
L’articolo prende spunto dalla definizione di prosatore attribuita a Gadda dai primi recensori negli anni ’30 e recuperata di recente da una parte della critica gaddiana. Tale definizione fa riferimento alla categoria della prosa d’arte, la quale però, per quanto solesse fungere da contenitore indistinto per scritti prosastici non-narrativi, in realtà includeva anche testi caratterizzati da strutture narrative diverse da quelle tradizionali e che venivano definiti in altra sede come “nuova narrativa”. L’etichetta di prosatore risulta dunque essere generica e sembra prescindere da una effettiva comprensione della singolare narratività gaddiana, che merita di essere analizzata in quanto tale. Nel presente articolo, attraverso la rivalutazione di alcuni aspetti e interpretazioni della prosa d’arte degli anni ’30, si intende indagare la narratività della scrittura gaddiana al suo esordio, in particolare nella raccolta Il castello di Udine (Solaria, 1934), nella quale il passaggio dalla pubblicazione dei testi brevi su riviste all’integrazione dei testi nella raccolta comporta una notevole fortificazione delle strutture narrative non delle singole componenti testuali, ma della raccolta nel suo insieme, attraverso l’ordinamento dei testi in una sequenza e l’allestimento di un paratesto peculiare.
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Aiello, Sofia. "Un nuovo inizio." PSICOBIETTIVO, no. 2 (July 2012): 117–33. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-002007.

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Abstract:
L'articolo racconta la terapia di una coppia rimasta bloccata nel tunnel di un'elaborazione del lutto mai portata a termine, che ha interrotto il suo percorso evolutivo e impedito il passaggio a una nuova fase del ciclo vitale. Inizialmente il lavoro si č concentrato sulla riattivazione della collaborazione, sulla riscoperta e rinegoziazione delle aspettative reciproche e sulle modalitŕ per rispondere ai bisogni dell'altro in modo piů funzionale. Successivamente raccontare e rivivere la storia di coppia ha premesso loro di condividere le paure e il dolore per la perdita subita, perdita che inizia cosě a trovare un senso e un posto nella loro storia e a essere finalmente accettata, permettendo loro di portare a termine l'elaborazione del lutto. Entrambi hanno riscoperto una nuova immagine di sé e dell'altro e con la consapevolezza delle risorse presenti sono riusciti a riprendere il loro percorso evolutivo.
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Toso, Fiorenzo. "Parole ritrovate." Linguistica 49, no. 1 (December 29, 2009): 235–45. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.49.1.235-245.

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Abstract:
L'articolo propone una serie di voci raccolte nel dialetto di Arenzano, un centro della Riviera ligure a pochi chilometri da Genova: tali parole corrispondono a forme presenti nella letteratura antico-genovese (secc. XIII-XV) che non sono più documentate nei repertori e nei testi successivi, e in particolare nei vocabolari sui quali è venuto fissandosi, negli ultimi duecento anni, il canone del genovese scritto. Tutte queste voci presentano comunque interessanti evoluzioni semantiche, il cui interesse va al di là della facile individuazione dell'etimo originario: alcune inoltre sono ancora presenti in aree laterali estreme della Liguria, mentre altre risultano attestate, allo stato attuale, nel solo dialetto di Arenzano. Questi elementi propongono alcuni spunti di riflessione in merito al rapporto che intercorre tra aree particolarmente conservative e aree innovative, e confermano al tempo stesso la possibilità di reperire, anche in dialetti apparentemente ben noti e documentati, motivi di interesse e contributi allo sviluppo dell'analisi in prospettiva sincronica e diacronica, di fenomeni di più vasta portata. Esemplare in tal senso è il caso della voce siömma, un continuatore del grecismo CELEU(S)MA col quale si riapre in certo qual modo il problema della storia e dell'irradiazione di una serie di continuatori, tra i quali la ben nota voce italiana ciurma 'equipaggio di mare'.
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Giacobbi, Secondo. "Psicoanalisi e identitŕ ebraica. Gli scritti di Freud su Mosč." SETTING, no. 32 (February 2013): 29–45. http://dx.doi.org/10.3280/set2011-032002.

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Abstract:
L'articolo analizza il singolare e complesso rapporto che legň Freud alla figura di Mosč. Nei suoi viaggi, a lungo procrastinati, a Roma, il viennese sostň sempre a lungo davanti al Mosč di Michelangelo, da lui assunto come incarnazione della forza dell'Io, capace di reprimere e dominare i moti pulsionali. In L'uomo Mosč e la religione monoteistica, opera di cui a lungo rinviň la pubblicazione, Freud ricondusse la vita di Mosč al mito primigenio dell'uccisione del padre, e vide nel profeta il fondatore, non ebreo, dell'identitŕ ebraica. L'opera propone, con l'ipotesi di un Mosč egizio, una tesi scandalosa per il mondo ebraico, ma di per sč plausibile e recentemente riproposta dalla archeologia e dalla egittologia. Nella sua profonda identificazione con Mosč, Freud vive sč stesso come il fondatore di una nuova "religione", la psicoanalisi, che egli avrebbe voluto emancipare dai rischi di una sua identificazione con il mondo ebraico. Nel rapporto con Mosč, padre dell'ebraismo, ma non ebreo, Freud rivive anche il rapporto, intensissimo e conflittuale, con il proprio padre. Al di lŕ del discorso antropologicoreligioso e clinico-psicoanalitico, l'opera di Freud colpisce profondamente per la straordinaria audacia e libertŕ intellettuale dell'autore.
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Barreto, Williem Da Silva, and Sérgio Urquhart de Cademartori. "Teoria pura del diritto." Revista de Direito da Faculdade Guanambi 8, no. 01 (May 18, 2021): e302. http://dx.doi.org/10.29293/rdfg.v8i01.302.

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Abstract:
OBIETTIVO: introdurre i concetti di base della teoria pura del diritto e discutere i problemi che circondano il tema dell'interpretazione in Kelsen. METODO: la ricerca viene svolta qualitativamente, utilizzando il metodo bibliografico, con indagini svolte su libri e articoli accademici, pubblicati su prestigiose riviste. RILEVANZA / ORIGINALITÀ: lo studio è rilevante, in considerazione dell'influenza espressiva della teoria pura del diritto negli ordinamenti giuridici contemporanei. Inoltre, sono giustificati approcci critici, con l'obiettivo di: a) identificare, nel pensiero kelseniano, possibili inconsistenze; e b) proporre modifiche riguardanti la sua applicabilità pratica. RISULTATI: si conclude che la concessione di un'eccessiva discrezionalità all'interprete costituisce un difetto rilevante per la teoria pura del diritto. CONTRIBUTI TEORICI / METODOLOGICI: la teoria pura del diritto non risponde efficacemente alle richieste presentate agli interpreti / giudici. Pertanto, il contributo teorico sta nella promozione di archetipi giuridici che affrontano in modo più solido i fenomeni di interpretazione / decisione.
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Alvano, Sebastian A. "Trattamento combinato psicoterapeutico e psicofarmacologico nei disturbi depressivi e d'ansia. Sono efficaci le psicoterapie psicodinamiche e la psicoanalisi? Fondamenti storici e neurobiologici. Risultati clinici." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (May 2012): 47–83. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-001004.

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Abstract:
L'autore procede ad una revisione bibliografica sul tema del trattamento combinato psicoterapeutico e psicofarmacologico nei disturbi depressivi e d'ansia utilizzando PUBMED e riviste specializzate in farmacologia, psicofarmacologia e psichiatria. Tuttora determinate scuole di salute mentale sostengono che le cause dei disturbi mentali derivano da alterazioni genetiche e biologiche, oppure da conflitti socioculturali, senza considerare la coniugazione tra variabili genetico-biologiche e socioculturali. Queste prese di posizione radicali generano orientamenti estremi - o tutto č biologia e prescrizione farmacologica, o tutto č contesto ed interpretazione - e ostacolano approcci transdisciplinari. Per di piů, su un altro versante, le psicoterapie psicodinamiche e la psicoanalisi hanno una storia di descrizione di casi, e pochi studi basati sulle evidenze, o di confronto tra procedimenti terapeutici. Nondimeno, diversi autori hanno tentato nel corso degli anni di articolare dimensione biologica e approccio socioculturale, senza invalidare nessuno dei due approcci. Oggigiorno, la comprensione del ruolo giocato dai fattori etiopatogenetici e neurobiologici nei disturbi psichiatrici, evidenzia l'interazione gene-contesto e attutisce le antiche dicotomie teoriche. Le scoperte nel campo delle neuroscienze evidenziano i meccanismi d'azione dei processi terapeutici. Gli studi basati sulle evidenze sottolineano la necessitŕ di utilizzare percorsi di cura integrati combinando psicoterapie e cure psicofarmacologiche, in particolare nei quadri dei disturbi depressivi e d'ansia. Finora, la maggioranza degli studi sono stati realizzati con terapie cognitivo-comportamentali (CBT) e terapie interpersonali, tuttavia esiste ormai un numero crescente di lavori basati sulla psicoterapia psicodinamica e sulla psicoanalisi.
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Paoli, Marco. "Spunti per un’analisi del processo di ibridismo tra l’hard-boiled americano e il giallo italiano nella serie Duca Lamberti di Giorgio Scerbanenco." Quaderni d'italianistica 37, no. 1 (June 9, 2017): 17–34. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v37i1.28276.

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Abstract:
Nelle opere di Giorgio Scerbanenco il giallo ha quasi sempre avuto un ruolo prominente che tuttavia ha lasciato spazio a una vasta possibilità di intrecci con forme stilistiche, tematiche e narrative di varia natura. Uno dei principali riconoscimenti che fanno di Scerbanenco uno dei padri fondatori del giallo italiano è l’aver saputo introdurre in modo originale e credibile un elemento contaminante come l’hard-boiled americano nel contesto del poliziesco italiano. Questo ha permesso di porre l’attenzione sull’ambiente sociale e sulla psicologia dei personaggi, che si riflettono, da un lato, nella rilevanza dei luoghi e dell’inquadramento storico-sociale in cui sono ambientate le trame, dall’altro, nella meticolosa opera di caratterizzazione dei personaggi dei quattro romanzi della serie Duca Lamberti. Lo scopo di questo articolo è quello di mostrare come l’esperienza dello scrittore italo-ucraino in qualità di direttore e redattore di diverse riviste femminili del dopoguerra abbia ricoperto un ruolo fondamentale nella caratterizzazione di alcuni personaggi, in particolare quelli femminili, e nella descrizione della loro condizione sociale in quel determinato periodo storico.
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Bertolini, Piro. "Lo stato delle scienze dell’educazione in Italia." Swiss Journal of Educational Research 22, no. 1 (January 1, 2000): 93–110. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.22.1.5083.

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Abstract:
Nell’articolo si affronta dapprima la questione della definizione delle scienze dell’educazione che in Italia si presenta con due accezioni: come indicativa delle varie scienze umane (psicologia, sociologia, psicoanalisi, ecc.) nel momento in cui si occupano esplicitamente del fenomeno educativo la prima e indicativa delle diverse specificazioni della pedagogia generale (storia della pedagogia; didattica; pedagogia speciale; pedagogia sperimentale; pedagogia degli adulti; ecc.) la seconda. Su questa base si discute l’evoluzione delle scienze dell’educazione a partire dalla seconda guerra mondiale, ponendo l’accento sui fattori che ne hanno condizionato le due anime: da un lato le esigenze di carattere sociale con riferimento a problematiche extra-scolastiche, dall’altro lato il diffondersi di un reale interesse per la formazione professionale degli insegnanti. Di particolare interesse è l’evoluzione della didattica che è alla ricerca di una autonomia delle varie specificazioni attraverso la costituzione di un proprio statuto epistemologico e di metodologie di ricerca proprie. Infine, per quanto riguarda le istituzioni e gli strumenti di appoggio alle scienze dell’educazione o pedagogiche, l’articolo tocca il ruolo delle riviste specializzate e di alcune Associazioni che riuniscono i rappresentanti delle varie discipline pedagogiche e ad alcuni centri di ricerca pubblici o privati.
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Simone, Sara. "Paola Lombroso e Zia Mariù: l’ispirazione socialista negli scritti sull’infanzia e per l’infanzia." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, no. 1 (March 2, 2020): 331–53. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820908693.

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Abstract:
Paola Lombroso, psicologa, pedagogista, antropologa e scrittrice, dedicò la sua creatività letteraria, la sua riflessione scientifica e il suo impegno politico ai più indifesi, per età e per condizioni materiali. Cresciuta alla scuola scientifica del padre criminologo e antropologo Cesare Lombroso, affascinata dalle idee socialiste e solidaristiche che apprendeva anche dagli amici di famiglia, fra i quali Filippo Turati e Anna Kuliscioff, si impegnò per realizzare opere di sostegno ai bambini delle classi popolari, alla diffusione della lettura e della cultura nelle aree più disagiate e povere dell’Italia. Con i suoi saggi scientifici analizzò la psicologia dell’infanzia e la formazione della personalità nel processo di crescita, affrontando anche la questione dell’emancipazione femminile attraverso l’istruzione delle bambine. L’attività letteraria spaziò dalla novellistica alla raccolta di bozzetti descrittivi, alle fiabe per ragazzi; collaborò a numerose riviste letterarie, politiche, per l’infanzia. Da una sua idea nacque il Corriere dei Piccoli e, sulle pagine di questo, la rubrica di corrispondenza sotto lo pseudonimo di Zia Mariù. Fu promotrice anche della nascita e diffusione delle “Bibliotechine”, per sostenere l’acculturazione dei bambini delle classi popolari e rurali attraverso la lettura.
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du Boulay, E. P. G. H., B. Field, B. A. Teather, D. Teather, and D. Plummer. "Estrazioni dalla letteratura pubblicata delle acquisizioni conoscitive riguardanti la tomografia a risonanza magnetica." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 4 (November 1992): 473–82. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500411.

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Abstract:
Il presente lavoro descrive la nostra esperienza fatta nello svolgere un'accurata revisione della letteratura pubblicata sulle sezioni ottenute mediante risonanza magnetica nelle patologie cerebrali per ottenere conoscenze specialistiche che potrebbero essere utilizzate per consulenza sull'acquisizione di immagini. Si è cercato di delineare la sequenza di immagini studiata in base ad un numero limitato di caratteristiche significative (peso delle sezioni T1, T2, T2* e in densità di protoni, matrice di acquisizione, spessore della sezione, ecc.) e facendo riferimento alla letteratura, nel tentativo di collegare tali caratteristiche alla capacità della sequenza di contribuire a risolvere particolari problemi, quali la dimostrazione di una particolare malattia, la spiegazione della causa di una data combinazione di segni, sintomi e storia medica, l'anatomia circostante, l'estensione della lesione. Sono stati elaborati scale di misurazione delle caratteristiche della sequenza e metodi di valutazione del successo nella soluzione di problemi clinici, poi applicati ad articoli selezionati dalle pubblicazioni avvenute nell'arco di due anni sulle riviste Neuroradiology e American Journal of Neuroradiology. Del materiale analizzato, solo 40 articoli hanno fornito informazioni per un'analisi approfondita. Gli ostacoli incontrati sono stati dati mancanti e la specificazione incompleta delle sequenze. Pochissimi articoli davano una risposta esauriente agli interrogativi che cercavano di affrontare.
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Sainaghi, Ruggero. "I risultati delle imprese alberghiere: una rassegna della letteratura internazionale." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (July 2012): 527–52. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-003006.

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Abstract:
I risultati delle imprese ricettive e di quelle alberghiere in particolare sono spesso utilizzati come sintomo per valutare la competitivitŕ e lo stato di salute di una destinazione turistica. Infatti, i diversi segmenti stanziali attratti producono dei riflessi sulle performance competitive di questo comparto. Scopo del presente articolo č quello di comprendere cosa si intenda per risultato o performance di un'impresa alberghiera, identificando quali dimensioni č necessario utilizzare, quali indicatori e quali strategie di ricerca. La metodologia si basa sull'analisi estensiva della bibliografia internazionale specializzata in turismo, hospitality, servizi o business management a condizione che gli articoli affrontino il tema delle determinanti delle performance nel settore dell'ospitalitŕ, con un taglio teorico o empirico. Gli articoli sono stati identificati in tre database (Science Direct, Business Source Complete, Emerald) utilizzando parole chiave relative sia al tema (performance), sia al comparto (ricettivitŕ). Il campione include 180 contributi. L'analisi degli articoli ha permesso di tracciare lo stato dell'arte degli antecedenti delle performance, identificando le riviste che accolgono questi studi, le principali variabili dipendenti e indipendenti, le metodologie di ricerca (tipo di evidenza raccolta, ampiezza dei campioni e delle serie storiche). I risultati suggeriscono l'importanza del contesto nello sviluppo dei quesiti e delle metodologie di ricerca. Nelle conclusioni si propongono tre stili di ricerca: europeo, asiatico e americano.
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KITLV, Redactie. "Book Reviews." New West Indian Guide / Nieuwe West-Indische Gids 64, no. 3-4 (January 1, 1990): 149–208. http://dx.doi.org/10.1163/13822373-90002021.

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Abstract:
-Mohammed F. Khayum, Michael B. Connolly ,The economics of the Caribbean Basin. New York: Praeger, 1985. xxiii + 355 pp., John McDermott (eds)-Susan F. Hirsch, Herome Wendell Lurry-Wright, Custom and conflict on a Bahamian out-island. Lanham, Maryland: University Press of America, 1987. xxii + 188 pp.-Evelyne Trouillot-Ménard, Agence de Cooperation Culturelle et Technique, 1,000 proverbes créoles de la Caraïbe francophone. Paris: Editions Caribéennes, 1987. 114 pp.-Sue N. Greene, Amon Saba Saakana, The colonial legacy in Caribbean literature. Trenton NJ: Africa World Press, Inc. 1987. 128 pp.-Andrew Sanders, Cees Koelewijn, Oral literature of the Trio Indians of Surinam. In collaboration with Peter Riviére. Dordrecht and Providence: Foris Publications, 1987. (Caribbean Series 6, KITLV/Royal Institute of Linguistics anbd Anthropology). xiv + 312 pp.-Janette Forte, Nancie L. Gonzalez, Sojouners of the Caribbean: ethnogenesis and ethnohistory of the Garifuna. Chicago: University of Illinois Press, 1988. xi + 253 pp.-Nancie L. Gonzalez, Neil L. Whitehead, Lords of the Tiger Spirit: a history of the Caribs in colonial Venezuela and Guyana 1498-1820. Dordrecht and Providence: Foris Publications, 1988. (Caribbean Series 10, KITLV/Royal Institute of Linguistics and Anthropology.) x + 250 pp.-N.L. Whitehead, Andrew Sanders, The powerless people. London and Basingstoke: Macmillan Publishers Ltd., 1987. iv + 220 pp.-Russell Parry Scott, Kenneth F. Kiple, The African exchange: toward a biological history of black people. Durham: Duke University Press, 1987. vi + 280 pp.-Colin Clarke, David Dabydeen ,India in the Caribbean. London: Hansib Publishing Ltd., 1987. 326 pp., Brinsley Samaroo (eds)-Juris Silenieks, Edouard Glissant, Caribbean discourse: selected essays. Translated and with an introduction by J. Michael Dash. Charlottesville, Virginia: The University Press of Virginia, 1989. xlvii + 272 pp.-Brenda Gayle Plummer, J. Michael Dash, Haiti and the United States: national stereotypes and the literary imagination. New York: St. Martin's Press, 1988. xv + 152 pp.-Evelyne Huber, Michel-Rolph Trouillot, Haiti: state against nation: the origins and legacy of Duvalierism. New York: Monthly Review Press, 1990. 282 pp.-Leon-Francois Hoffman, Alfred N. Hunt, Hiati's influence on Antebellum America: slumbering volcano of the Caribbean. Baton Rouge and London: Louisiana State University Press, 1988. xvi + 196 pp.-Brenda Gayle Plummer, David Healy, Drive to hegemony: the United States in the Caribbean, 1898-1917. Madison, Wisconsin: The University of Wisconsin Press, 1988. xi + 370 pp.-Anthony J. Payne, Jorge Heine ,The Caribbean and world politics: cross currents and cleavages. New York and London: Holmes and Meier Publishers, Inc., 1988. ix + 385 pp., Leslie Manigat (eds)-Anthony P. Maingot, Jacqueline Anne Braveboy-Wagner, The Caribbean in world affairs: the foreign policies of the English-speaking states. Boulder, Colorado: Westview Press, 1989. vii + 244 pp.-Edward M. Dew, H.F. Munneke, De Surinaamse constitutionele orde. Nijmegen, The Netherlands: Ars Aequi Libri, 1990. v + 120 pp.-Charles Rutheiser, O. Nigel Bolland, Colonialism and resistance in Belize: essays in historical sociology. Benque Viejo del Carmen, Belize: Cubola Productions / Institute of Social and Economic Research / Society for the Promotion of Education and Research, 1989. ix + 218 pp.-Ken I. Boodhoo, Selwyn Ryan, Trinidad and Tobago: the independence experience, 1962-1987. St. Augustine, Trinidad: ISER, 1988. xxiii + 599 pp.-Alan M. Klein, Jay Mandle ,Grass roots commitment: basketball and society in Trinidad and Tobago. Parkersburg, Iowa: Caribbean Books, 1988. ix + 75 pp., Joan Mandle (eds)-Maureen Warner-Lewis, Reinhard Sander, The Trinidad Awakening: West Indian literature of the nineteen-thirties. Westport: Greenwood Press, 1988. 168 pp.
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Antoncecchi, Ettore, and Enrico Orsini. "Cardiologia 2019. Cosa c’è di nuovo." Cardiologia Ambulatoriale, no. 12020 (January 30, 2020): 1–10. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-1-1.

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Abstract:
Si può ben dire che il panorama scientifico 2019 è stato ricco di novità per la cardiologia. Sono stati presentati nei principali congressi internazionali e pubblicati sulle riviste più prestigiose i risultati di numerosi ed importanti trials, attesi da anni su tematiche differenti. La Società Europea di Cardiologia è stata attivissima, emanando ben cinque nuove linee guida, su diabete e malattie cardiovascolari, dislipidemie, embolia polmonare, tachicardie parossistiche sopraventricolari e sindromi coronariche croniche. Le società americane sono state più prudenti, per certi aspetti opportunamente, limitandosi ad emanare due nuovi documenti sulla prevenzione primaria e sulla fibrillazione atriale. Non sempre tuttavia novità è sinonimo di progresso reale. Numerosi trials su farmaci già sviluppati o in via di sviluppo hanno dato risultati negativi o solo modestamente positivi, tanto da non consentire di supportarne nuove indicazioni. Uno dei nuovi documenti di indirizzo della Società Europea di Cardiologia si è rivelato, come sarà discusso, sostanzialmente privo di reali innovazioni. Uno dei trials maggiormente attesi, ISCHEMIA, presentato all’American Heart Association ma non ancora pubblicato, ha dato un risultato che possiamo definire “nullo”. Soltanto una classe di nuovi farmaci antidiabetici, gli inibitori SGLT-2, hanno ricevuto conferme molteplici nel 2019, tanto da permetterne la collocazione fra gli agenti più attivi per la prevenzione cardiovascolare. Questo editoriale, non potendo passare in rassegna tutte le novità cardiologiche 2019, tratterà soltanto alcuni temi che gli autori reputano maggiormente significativi. Sperando di incontrare l’approvazione dei lettori di Cardiologia Ambulatoriale.
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Sauter, Craig S., Isabelle Riviere, Yvette J. Bernal, Xiuyan Wang, Terence J. Purdon, Sarah Yoo, Craig H. Moskowitz, et al. "Interim Safety Analysis: a Phase I Trial of High Dose Therapy and Autologous Stem Cell Transplantation Followed By Infusion of Chimeric Antigen Receptor Modified T-Cells (19-28z CAR-T) Directed Against CD19+ B-Cells for Relapsed and Refractory Aggressive B Cell Non-Hodgkin Lymphoma (B-NHL)." Blood 124, no. 21 (December 6, 2014): 677. http://dx.doi.org/10.1182/blood.v124.21.677.677.

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Abstract:
Abstract Background: Diffuse large B-cell lymphoma (DLBCL) is the most common aggressive B-NHL. While 50-80% of patients with DLBCL are cured with standard induction therapy, a large fraction of patients either relapse or have primary refractory (rel/ref) disease. High-dose therapy followed by autologous stem cell transplantation (HDT-ASCT) is the established standard of care for these patients. Despite this, approximately half of all rel/ref patients that are chemosensitive to salvage therapy are cured with this approach. Relapse is the major cause of treatment failure, and ultimately death, in these patients. Our group has demonstrated encouraging activity with 19-28z chimeric antigen receptor modified T cells (19-28z CAR-T) directed against CD19 in rel/ref ALL. We hypothesize that biologic optimization of cellular therapy with 19-28z CAR-T can be met immediately post-HDT-ASCT given: lymphoproliferative cytokine availability through lymphodepletion post-HDT, depletion of prohibitive regulatory cellular elements post-HDT and achievement of minimal residual disease prior to 19-28z CAR-T consolidation. Herein, we report safety data on the first 6 patients of the phase I MSKCC #12-117: 19-28z CAR-T post HDT-ASCT for poor-risk rel/ref aggressive B-NHL. Methods: Eligibility for this study includes rel/ref aggressive B-NHL appropriate for HDT-ASCT as defined by chemosensitivity to salvage therapy and poor risk features including: 1) FDG-PET positivity following 2 cycles of salvage therapy or 2) bone marrow involvement of B-NHL at the time of rel/ref clinical restaging. Patients underwent separate apheresis for CD34+ progenitor cells and CD3+ T cells. T cells were transduced with a retrovirus encoding a CAR construct composed of anti-CD19 scFV linked to CD28 and CD3ζ signaling domains (19-28z). Patients were admitted for BEAM conditioned HDT and ASCT occurred day 0. Pegfilgrastim was administered on day+1 and 19-28z CAR-T dose per phase I study was split on days +2 and +3. Results: This analysis includes the first six patients, all male, on the phase I study. The median age is 61 (range 34-68) years at the time of HDT-ASCT. Diagnoses included: n=2 relapsed and transformed follicular lymphoma (one with double-hit biology), n=3 relapsed DLBCL (one CD5+) and one subject with relapsed and transformed marginal zone lymphoma involving the bone marrow. Five patients were treated at dose level #1 (5 x106 19-28z CAR-T/kg) with no dose-limiting toxicity (DLT) observed. Four of the five patients at dose level #1 experienced grade 3 febrile neutropenia and one patient met-criterion for non-severe cytokine-release syndrome (nCRS) effectively treated with tocilizumab 4 mg/kg x1. One patient was treated at dose-level #2, 1 x107 CAR-T/kg, and experienced a DLT of grade 4 severe CRS (sCRS) manifested with acute kidney injury, hypotension and mental status changes effectively treated and fully recovered with tocilizumab in combination with dexamethasone. Peak CRP in all patients was observed at a median of 3.5 days (range 3-4 days) post-19-28z CAR-T infusion (median peak CRP= 17 mg/dL, range: 5-43.1 mg/dL), with CRP >20 mg/dL identified in the two patients that experienced CRS (nCRS=27 mg/dL, sCRS=43 mg/dL). Previously associated serum cytokine elevations (Davila et al Sci Trans Med, 2014) were observed in the two patients that experienced CRS (Figure). All patients engrafted neutrophils at a median of 10 days (range: 9-10 days) post-ASCT, and achieved a complete remission at first post-HDT-ASCT restaging. No sequelae of autoimmune phenomenon were observed. At a median follow-up of six months, with 2 patients >one year post HDT-ASCT, all patients remain alive and in remission. Conclusions: This is the first report of 19-28z CAR-T cells in conjunction with consolidative HDT-ASCT for poor-risk rel/ref aggressive B-NHL. No DLTs have been observed at dose level #1, 5 x106 19-28z CAR-T/kg, while sCRS was observed in n=1 at 1 x107 CAR-T/kg resulting in a DLT. CRS was associated with pro-inflammatory serum cytokine elevation. CRS was aborted with tocilizumab with (sCRS=1) or without (nCRS=1) dexamethasone. All patients engrafted neutrophils at the expected time point. The use of 19-28z CAR T cells is a promising approach in this small group of poor-risk PET+ NHL patients undergoing autologous transplant. This is an ongoing trial and updated data will be presented. Figure 1 Figure 1. Disclosures Riviere: Juno Therapeutics: Consultancy, scientific co-founders Other. Sadelain:Juno Therapeutics: Consultancy, Scientific co-founder and Stock holder Other. Brentjens:Juno Therapeutics: Consultancy, scientific co-founder Other.
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Piccinelli, Marco. "Psychiatric disorders in primary care: why so many differences?" Epidemiologia e Psichiatria Sociale 3, no. 3 (December 1994): 195–208. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003705.

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RiassuntoScopo - (I) Operare una revisione critica degli studi che hanno indagato la frequenza dei disturbi psichici tra i pazienti della medicina generale, utilizzando come criterio un'intervista psichiatrica standardizzata; (II) discutere i possibili fattori all'origine delle diverse frequenze riscontrate; (III) mettere in luce il ruolo di primaria importanza che possono assolvere in questo campo gli studi multicentrici condotti grazie a programmi di collaborazione internazionale. Metodo - sono stati selezionati i lavori pubblicati nella letteratura internazionale tra il 1970 ed il 1993. La selezione è stata effettuata grazie ad una ricerca computerizzata, nel corso della quale sono stati incrociati i databases MEDLINE e Psychological Abstracts; questa è stata a sua volta integrata da una ricerca manuale, consistente neU'esame delle bibliografie contenute nei lavori cosi individuati e nella consultazione degli indici analitici delle principal! riviste psichiatriche internazionali. Infine, è stata consultata la bibliografia commentata, curata da Wilkinson (1985), relativa a lavori di interesse e pertinenza psichiatrici condotti nella medicina generale e pubblicati tra il 1977 ed il 1985. Risultati - Sono stati individuati 30 lavori, ma 9 sono stati esclusi, dal momento che replicavano dati già riportati in letteratura o presentavano limiti metodologici. È emerso cosi che indagini sulla frequenza complessiva dei disturbi psichici tra i soggetti che si rivolgevano ai servizi di medicina generale sono state finora condotte secondo procedure standardizzate solo in 13 Paesi. La frequenza dei disturbi psichici variava tra il 10% ed il 50% circa. Le possibili ragioni all'origine dellem diverse frequenze riscontrate sono state discusse alia luce di tre fattori: I) le caratteristiche dell'indagine; II) l'affidabilità e la confrontabilità delle categorie diagnostiche e dei sistemi nosografici utilizzati; e III) la diversa organizzazione dei servizi sanitari nei vari Paesi. Conclusioni - alia luce delle difficoltà che si incontrano quando si tenta di confrontare i risultati forniti da studi indipendenti condotti in Paesi diversi o perfino nello stesso Paese viene suggerito il ruolo di primaria importanza che possono assolvere in questo campo gli studi multicentrici condotti grazie a programmi di collaborazione internazionale.
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Grandinetti, Roberto, and Valentina De Marchi. "Dove stanno andando i distretti industriali? Un tentativo di risposta a partire da un'indagine in Veneto." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 142–75. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002006.

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Abstract:
Nel lontano 1989, con grande luciditŕ e lungimiranza, Giacomo Becattini invitava a concepire il distretto industriale marshalliano "come una fase evolutiva lungo uno fra i diversi, possibili, sentieri di industrializzazione" (Becattini, 1989c, p. 409). Oggi numerosi osservatori qualificati della articolata realtŕ distrettuale italiana, accademici e non, affermano che quella fase si č definitivamente conclusa. L'obiettivo di questo lavoro č argomentare la progressiva dissoluzione della configurazione marshalliana di distretto analizzando una serie di fenomeni dei quali esiste riscontro nella letteratura empirica: l'incremento della concentrazione, all'interno delle popolazioni di imprese distrettuali, degli occupati e di altre variabili indicative della produzione di valore; il venire meno del fattore "filiera localizzata", ossia di quell'insieme di mercati di input intermedi che distingue un distretto industriale (non solo di tipo marshalliano) da una semplice area di specializzazione produttiva; la crescita relazionale delle imprese piů dinamiche di un distretto oltre i suoi confini; l'emergere nei distretti di una societŕ multietnica; la disomogeneitŕ socio-culturale della struttura sociale dei distretti introdotta dal cambio generazionale; l'accresciuta eterogeneitŕ settoriale dei territori distrettuali. Ciascuno dei fenomeni citati viene approfondito nell'ampia sezione 2 del lavoro. Questa analisi č preceduta da una sezione "propedeutica" dedicata a delineare in modo preciso i contorni distintivi dell'unitŕ di indagine, il distretto industriale marshalliano, un termine che in letteratura viene spesso considerato erroneamente sinonimo di cluster oppure di distretto industriale (genericamente inteso). L'insieme dei fenomeni presi in considerazione ha profondamente modificato i sistemi distrettuali, determinando la fuoriuscita dalla fase o dal modello marshalliano. A questo punto si pone la domanda contenuta nel titolo del nostro contributo, che abbiamo ripreso da un recente lavoro di Rabellotti, Carabelli e Hirsch (2009): dove stanno andando i distretti industriali (non piů marshalliani)? Abbiamo cercato di avviare un filone di ricerca empirica su questo tema partendo da tre dei maggiori distretti presenti in Veneto: il calzaturiero della Riviera del Brenta, l'occhialeria di Belluno e l'orafo di Vicenza (sezione 4). A tal fine sono state individuate alcune variabili, misurabili sulla base delle fonti informative disponibili, capaci di segnalare un aspetto importante della "vita" di un distretto industriale. I risultati ottenuti da questa analisi comparata di tipo quantitativo - integrati da quelli desumibili da altri lavori, anche qualitativi, prodotti su ciascuno dei tre distretti indagati - porta a confermare le tre traiettorie evolutive ipotizzate in un nostro precedente contributo (De Marchi e Grandinetti, 2012): il declino del distretto industriale in quanto tale, la "gerarchizzazione" dello stesso in poche imprese di grandi dimensioni, e infine la riproduzione evolutiva del distretto. Questi modelli vengono illustrati nella sezione 5, mentre la sezione conclusiva ricorda la domanda di ricerca e riassume il nostro tentativo di risposta, sottolineando le implicazioni di politica industriale che ne derivano.
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Plutino, Manuela, Marco Borghetti, Gabriele Bucci, Ugo Chiavetta, Orazio Ciancio, Paolo Mori, Susanna Nocentini, Alessandro Paletto, and Piermaria Corona. "Impatto bibliometrico delle riviste italiane "peer-reviewed" nel settore forestale." L'Italia Forestale e Montana, 2019, 251–58. http://dx.doi.org/10.4129/ifm.2019.4.05.

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Fiscarelli, Ersilia Vita. "La rivista che vorrei." Microbiologia Medica 33, no. 1 (December 19, 2018). http://dx.doi.org/10.4081/mm.2018.7997.

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Abstract:
Le riviste scientifiche giocano da sempre un ruolo fondamentale nella diffusione delle conoscenze, in ogni campo disciplinare, e l’identità di una Associazione scientifica è veicolata e rafforzata anche da una propria rivista. Microbiologia Medica (MM), organo ufficiale dell’Associazione Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI), per il fatto di essere espressione di una grande associazione professionale, costituisce una realtà particolarmente significativa nel panorama editoriale, molto variegato, della microbiologia italiana.[...]
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Manzo, Stefano. "La ricerca di processo nel decennio 1998-2007: contributo a una review critica." Research in Psychotherapy: Psychopathology, Process and Outcome 13, no. 1 (September 14, 2010). http://dx.doi.org/10.4081/ripppo.2010.11.

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Abstract:
Questo studio preliminare è un primo contributo ad una revisione critica relativa alla ricerca di processo in psicoterapia. Lo scopo del lavoro mira a comprendere in quante forme si declina la ricerca di processo, come essa si diversifica, in ragione di quali dimensioni. Attraverso una griglia costruita ad hoc, sono stati segmentati gli studi di processo (sia di processo che di processo-esito) estrapolati da 13 riviste di settore relativi al decennio 1998–2007. Gli obiettivi erano: a) quantificare e classificare la produzione scientifica relativa agli ultimi dieci anni; b) esplorare le principali modalità che ne diversificano e organizzano il campo. Sono emersi due modelli epistemologici: il modello d’analisi e quello interpretativo. Questi organizzano tre principali approcci alla ricerca sul processo che abbiamo definito: Approccio Congetturale, Sperimentale e Misto; questi sollevano differenti interrogativi riguardo alla significatività , alla scelta delle unità d'analisi e al rapporto tra oggetto della ricerca e metodologia adottata.
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Rodrigues, Sheila da Conceição Sousa, Amanda Alves Fecury, Cláudio Alberto Gellis De Mattos Dias, and Euzébio de Oliveira. "Occorrenza dello stafilococco aureo in ospedali: conoscenze scientifiche un Core recensione." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, May 19, 2016, 33–42. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/staphylococcus-aureus-negli.

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Abstract:
Il presente studio ha cercato di compilare i dati sulla resistenza agli antimicrobici dei batteri del genere Staphylococcus aureus negli ospedali pubblici brasiliani, anni 2008-2015. I dati disponibili negli articoli pubblicati in riviste nazionali ed internazionali, attraverso la ricerca attiva nel periodo 2014-2015, con parole chiave: Staphylococcus aureus in ambiente ospedaliero, lesioni causate da Staphylococcus aureus negli ospedali pubblici brasiliani e Staphylococcus aureus resistenza agli antimicrobici. I risultati hanno mostrati una grande prevalenza di multidrug-resistente Staphylococcus aureus-MRSA meticillino-in ospedale unità in Brasile, secondo gli articoli analizzati, pubblicati tra gli anni dal 2008 al 2015. È concluso che lo stafilococco sono agenti patogeni che rimangono nell’ambiente dell’ospedale, creando qualche resistenza a determinati farmaci, che ha contribuito alla ricerca di maggiore rispetto all’uso indiscriminato di antimicrobici nella Comunità e farmaci più efficaci per il trattamento di questi microrganismi in unità ospedaliere. Parole chiave: Staphylococcus aureus, unità ospedaliera, la resistenza antimicrobica.
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Santos, Genilson Gaudêncio dos, and José Jefferson da Silva Nascimento Filho. "Benefici della sistemaizzazione dell’assistenza infermieristica per il paziente e per l’allattamento." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, August 26, 2020, 16–28. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/vantaggi-della-sistemaizzazione.

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Abstract:
La sistemaatizzazione dell’assistenza infermieristica è un modo organizzato di prendersi cura e raggiungere la qualità nella cura offerta. Questo studio mira a segnalare la pertinenza della SAE per l’assistenza infermieristica, identificandone i benefici per l’assistenza infermieristica e il cliente. Questa è una recensione della letteratura. La ricerca è stata sviluppata sulla base di libri, riviste e articoli scientifici disponibili su Internet e nelle banche dati; LILACS e SCIELO. Per la raccolta dei dati, sono state utilizzate le seguenti parole chiave: SAE, care and nursing process. I dati sono stati raggruppati e organizzati per un semplice trattamento statistico descrittivo. Il 100% degli autori ritiene che i benefici di ASS definisano la strategia di definizione dello spazio/campo d’azione dell’infermiera che giustifica l’esistenza di un tale professionista nel team multidisciplinare. Il 60% affermano che SAE porta il consolidamento della scienza infermieristica, il riconoscimento e la valorizzazione del professionista infermieristico. Il 40% dice di organizzare cure/assistenza infermieristica. Il 100% ritiene che porti benefici al cliente, come: cure individualizzate, organizzate, umanizzate, rileva diagnosi precococo, cure infermieristiche fatte correttamente, riduce l’infezione e i clienti ricoverati in ospedale rimangono. Anche se è già regolamentato dalla risoluzione COFEN 358/09 ed è un requisito del Consiglio federale infermieristico per SAE non è ancora utilizzato né fa parte del lavoro di molti infermieri e istituzioni sanitarie nel paese, ma la negligenza di SAE è la ragione principale per l’omissione, la disorganizzazione e la mancanza di fiducia delle azioni infermieristiche.
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La Rosa, Giuliana. "Variazioni e creatività nelle auto-traduzioni ungarettiane." Lingua Frankly 2 (August 19, 2014). http://dx.doi.org/10.6017/lf.v2i1.5388.

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Abstract:
« Pourquoi traduit-on alors, me demanderez-vous? Pourquoi est-ce que moi-même je traduis? Simplement pour faire une œuvre originale de poésie. » Giuseppe Ungaretti (1888-1970) è un poeta italiano di respiro internazionale, il quale vanta moltissime collaborazioni con riviste di tutto il mondo, nonché numerose traduzioni di svariati autori europei. Il mio saggio indagherà le modalità di traduzione utilizzate da Ungaretti, volte ad una totale reinterpretazione del testo originale e ad una riscrittura dello stesso come un’opera originale di poesia. Nel saggio verrà altresì analizzato l’inedito ruolo di Ungaretti come scrittore, mediatore, nonché reclutatore di talenti per la rivista parigina Commerce, e verrà analizzato un componimento in particolare, frutto di questa esperienza, intitolato “L’isola” (L’île) e pubblicato per la prima volta in italiano con traduzione francese a fronte proprio su Commerce. Utilizzerò questo testo come esempio per dimostrare come Ungaretti consideri la traduzione non come calco più o meno fedele all’originale, bensì come una vera e propria riscrittura dell’opera di partenza. Questo testo assume particolare rilievo proprio perché un’auto-traduzione, e mette in evidenza il processo traduttivo ungarettiano.
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Souza, Keulle Oliveira da, Inailza Barata Silva, Nadabe de Jesus da Silva Cordeiro, Lúcio Osvaldo Rabelo Mendes Neto, Jucimeire Rocha Macêdo, Elisângela Claudia de Medeiros Moreira, Carla Viana Dendasck, et al. "Crollo del porto di Santana-AP nel marzo 2013: prospettive di impatto socio-ambientale sul Rio delle Amazzoni, Brasile." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, December 30, 2019, 48–64. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/ambiente/crollo-del-porto-di-santana-ap.

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Abstract:
Questo articolo consiste in un’analisi del crollo del porto di esportazione del minerale di ferro, situato nel comune di Santana/AP, avvenuto nel marzo 2013, e delle sue conseguenze, in particolare sociali e ambientali. Sulla base di questi aspetti, questo articolo mirava ad analizzare quali erano e sono ancora le implicazioni di un impatto socio-ambientale sul Rio delle Amazzoni, sei anni dopo il crollo del porto di Santana-AP. Dal punto di vista metodologico, è stato condotto uno studio qualitativo, descrittivo-analitico ed esplorativo, sviluppato attraverso una ricerca bibliografica di revisione, sulla letteratura pubblicata in libri, articoli scientifici pubblicati su riviste, nonché analisi di documenti e rapporti ufficiali, relativi a studi sul disastro. Una nuova fase di esplorazione mineraria fu innescata nello stato di Amapá nei primi decenni del XXI secolo. In questo contesto, i comuni di Santana e Pedra Branca do Amapari erano e sono ancora città strategiche per il funzionamento delle dinamiche di esplorazione mineraria nello Stato. Il crollo della struttura portuale ha ucciso sei persone, versato un’alta quantità di minerale di ferro sul Rio delle Amazzoni, influenzando direttamente le caratteristiche ambientali di Rio, così come lo stile di vita delle comunità che da esso dipendono, perché questi popoli hanno rapporti culturali di utilità diretta e sopravvivenza con esso. A lungo termine, il disastro ha colpito l’economia mineraria amapaense, causato licenziamenti di massa, fallimento di molti fornitori di servizi, tra gli altri. Date le debolezze evidenziate e aggravate dal crollo del Porto di Santana, si conclude che è fondamentale riformattare le politiche urbani-territoriali che investono, dall’insediamento di queste imprese, anche nella prevenzione e nella segnalazione di possibili disastri, soprattutto nelle regioni che hanno grandi progetti minerari, come il caso in esame.
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Strobl, Wolfgang. "DRUSUS PATER?" Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 93, no. 1 (January 2014). http://dx.doi.org/10.1515/qfiab.2014.93.1.303.

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Abstract:
RIASSUNTOUno dei principali obiettivi di Ettore Tolomei era quello di dimostrare la romanità o italianità del Sud-Tirolo/Alto Adige. In tale contesto s’imponeva anche la necessità di un mito di fondazione politico o di un heros ktistes. Tolomei lo trovò nella figura del generale romano Druso maggiore che nell’anno 15 avanti Cristo (insieme a suo fratello Tiberio) aveva conquistato per l’Impero romano gran parte delle Alpi centrali e pertanto anche i territori retici a sud del Brennero. A partire dagli anni Venti l’irredentista e nazionalista Tolomei creò un vero e proprio culto intorno all’antico romano che culminò nella richiesta di erigere un monumento a Druso nella piazza Walther, il cuore cittadino della Bolzano di lingua tedesca. Con un’instancabile campagna condotta a livello nazionale egli riuscì a convincere della sua idea numerosi studiosi dell’antichità e intellettuali, ma naufragò di fronte al veto di Benito Mussolini che nel 1935 aveva commissionato una copia della statua di Druso (Druso lateranense), ma alla fine non ne autorizzò il trasferimento a Bolzano per motivi legati alla politica estera. La campagna propagandistica di Tolomei fece però conoscere Druso su larga scala, e la sua figura venne recepita dalla stampa e le riviste specializzate, nei libri e dall’arte figurativa.
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Mele, Vincenza, and Simona Giardina. "Testi della medicina narrativa nel Caso clinico di Anton Cechov." Medicina e Morale 56, no. 4 (August 30, 2007). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2007.313.

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Abstract:
Il termine medicina narrativa, oggi ricorrente nella letteratura medica, evoca immediatamente l’importanza della storia clinica raccontata dal paziente come criterio irrinunciabile per formulare la diagnosi e definire l’opportuna terapia. In questa ottica, l’iter diagnostico è un atto ermeneutico “di racconti”. Molte pubblicazioni apparse su riviste mediche internazionali fanno riferimento al concetto del paziente come testo, inteso secondo diverse accezioni: the physical text, i segni fisici della malattia così come sono obiettivamente esaminabili; the experential text, il vissuto esistenziale della malattia; the instrumental text, i dati di laboratorio nonché i risultati degli esami strumentali; the narrative text, la storia clinica raccontata dal paziente. In questo articolo, un racconto di Cˇ echov, Caso clinico, viene utilizzato per illustrare diversi momenti “testuali” che raccontano l’agire medico. Il racconto evidenzia quanto sia importante passare dalla oggettività della lettura fisica del testo-paziente (the physical text e the instrumental text) alla soggettività della lettura esistenziale (the experential text e the narrative text) per avere una comprensione della causa della malattia. Il medico, protagonista del racconto di Cˇ echov, riuscirà a cogliere oltre il dato oggettivo, visivofattuale, della patologia (segnali della malattia) il significato soggettivo (segnali dell’anima) ponendosi in ascolto non solo della malattia ma della malata, superando il limitante rapporto I-It (relazione impersonale dell’esame clinico), per consentire quello più dedicato e compassionevole dell’I-Thou (relazione personale). I segnali dell’anima, spie di un disagio esistenziale che affonda le radici nel vissuto, diventano chiavi di accesso al testo esperienziale. ---------- The term narrative medicine, today recurring in medical literature, immediately recalls the importance of clinical history told by patients as an indispensable criterion for formulating the diagnosis and defining the appropriate therapy. From this point of view, the diagnostic iter is an hermeneutical action “of stories”, in some way similar to the reading of literature texts. Several articles published in international medical reviews refer to patient as a text, according to various meanings: the physical text, the physical signs of illness as they could objectively be examined; the experiential text, the existential experience of illness; the instrumental text, the laboratory data as well as the results of instrumental texts; the narrative text, the clinical history told by the patient. In this article, a story by Cˇ echov, Case History, is used to show various “textual” moments explaining medical acting. This story underlies the importance of passing from the objectivity of the physical reading of the textpatient (the physical text and the instrumental text) to the subjectivity of the existential reading (the experiential text and the narrative text) in order to understand the cause of illness. The doctor, protagonist of theCˇ echov’s story, will be able to seize besides the objective, visual-factual data of the pathology (signals of illness) the subjective meaning (signals of the soul), listening not only the illness but also the ill woman. He will overcome the IIt limiting relationship (impersonal relationship of clinical text) for allowing the more dedicated and pitiable I-Thou relationship (personal relationship). The signals of the soul, signs of an existential discomfort rooted in life, become the access keys to the experiential text.
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Reis, Adilson dos, Leidiane da Silva Evaristo, Clarisse Cristina Ferreira Silva Sousa, Mônica França de Castro, and Rosimeire Guastaldi. "Competenze dell'infermiere in relazione al servizio mobile di emergenza – SAMU." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, December 5, 2019, 159–70. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/competenze-infermiere.

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Abstract:
Introduzione: In Brasile, le reti di emergenza e di emergenza sono supportate e regolamentate dal sistema sanitario unificato, il professionista infermieristico è essenziale per le pratiche di assistenza svolte dai servizi di assistenza mobile di emergenza (SAMU ), non solo per quanto riguarda l'orientamento e il supporto medico, si nota che l'assistenza infermieristica ha un gran numero di funzioni relative alla sua assistenza in SAMU. Obiettivi: Identificare il lavoro degli infermieri in relazione al servizio di assistenza di emergenza mobile. Metodo: È stata condotta una revisione sistematica della letteratura, con l'analisi delle principali riviste infermieristiche nelle banche dati Scientific Electronic Library Online (SciELO), nella letteratura latinoamericana e caraibica nelle scienze della salute (Lilacs) e nel sistema online di ricerca e analisi della letteratura medica (Pubmed/MEDLINE). Un totale di 47 articoli sono stati raccolti con il tema dello studio. Risultati: È stato dimostrato che vi è una notevole quantità di articoli relativi alle competenze dell'infermiere nei confronti della SAMU e alla rilevanza della professione per il corretto funzionamento della SAMU. Conclusione: Si conclude che attraverso lo sviluppo scientifico e tecnico della professione, con la realizzazione di corsi di laurea e di laurea, le attribuzioni infermieristiche in relazione alla SAMU sono considerate importanti, ma che ulteriori ricerche sono ancora necessarie per studenti di questa categoria. Parole chiave: Infermieristica, Mobile Emergency Care Service, incarichi infermieristici.
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Pessina, Adriano. "Biopolitica e persona." Medicina e Morale 58, no. 2 (April 30, 2009). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2009.250.

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Abstract:
La Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo del 1948 dell’ ONU ha posto in termini politici, e non soltanto filosofici o religiosi, al centro stesso della logica della cittadinanza l’affermazione della dignità umana e della libertà come qualità innate e non acquisite. Affermare che tutti gli uomini nascono liberi ed eguali in dignità significa affermare di fatto che la dignità è un attributo ontologico, una qualità intrinseca (e quindi inalienabile) dell’essere umano, al di là di differenze di sesso, di salute, di stato sociale. L’uso della nozione di persona come sinonimo delle qualità dell’adulto rischia di frantumare questo guadagno della politica. La biopolitica liberale rischia di essere fonte di discriminazioni tra gli uomini quando adotta un concetto di persona distinto da quello di essere umano. In essa rivive il dualismo antropologico proprio del platonismo. Le tesi di Hannah Arendt, di Eva Kittay e di Martha Nussabaum ci permettono di evidenziare i caratteri della persona umana sia come soggetto sia come essere corporeo diveniente nel tempo, secondo quell’intuizione che fu propria di Tommaso d’Aquino. Se si torna a pensare alla persona umana come essere umano diveniente nel tempo, è possibile salvaguardare i diritti di tutti e in particolare difendere quelle fasi della vita umana in cui la persona umana è esposta, per le fasi dello sviluppo o per la malattia, alla dipendenza. Solo così si può pensare ad una giustizia che includa tutti e tutte le fasi dell’esistenza, anche quelle segnate dalla disabilità. ---------- The United Nations Universal declaration of human rights (1948) has centred the assertion of human dignity and freedom as innate (not acquired) qualities in the logic of citizenship itself; this claim has been made not only in philosophical and religious terms, but also in political terms. Affirming that all men born free and equal for what concerns their dignity means to affirm actually that dignity is an ontological attribute, an intrinsic quality (and therefore inalienable) of the human being, beyond sex, health and social standing differences. The use of the notion of person as synonym of the qualities of adult risks to crush this gain of politics. The liberal biopolitics risks to be a source of discriminations among men when it adopts a concept of person different from that of human being. According to this view, the anthropological dualism peculiar to the Platonism lives again. Hannah Arendt, Evas Kittay and Martha Nussabaum’s thesis allow us to underline the human person characteristics as both subject and bodily being, according to the Thomas Aquinas’ intuition. If we think again human person as human being, it is possible to safeguard the everybody rights and particularly to defend those phases of human life in which human person is exposed, for the phases of the development or for the illness, to the dependence. Only in this way justice could be thought including all and all the phases of the existence, also those marked by disability.
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"THE AMERICAN SOCIETY OF HEMATOLOGY." Blood 114, no. 22 (November 20, 2009): R23. http://dx.doi.org/10.1182/blood.v114.22.r23.r23.

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Abstract:
Abstract The Society gratefully acknowledges the time and effort of the following individuals who served as reviewers of abstracts for this meeting: ASH ABSTRACTS COORDINATING REVIEWERS Blanche P. Alter Stephen M. Ansell Ralph B. Arlinghaus Scott Armstrong Asad Bashey Philip Bierman Neil Blumberg Chiara Bonini Dominique Bonnet Jacqueline Boultwood Rena Buckstein John C. Byrd Marc Carrier Lucio H. Castilla Selina Chen-Kiang Nicholas Chiorazzi Jorge Cortes-Franco Claire E. Dearden Mary C. Dinauer Harry Paul Erba Carolyn A. Felix Pierre Fenaux Debra L. Friedman Irene M. Ghobrial Jason R. Gotlib Brandon Hayes-Lattin Cheryl A. Hillery Achille Iolascon Jean-Pierre J. Issa Sundar Jagannath Diane F. Jelinek H. Phillip Koeffler John Koreth Robert J. Kreitman Robert B. Levy David Lillicrap Richard Lottenberg John D. McMannis Mark D. Minden Charles G. Mullighan Arnon Nagler Peter J. Newman Robert Z. Orlowski Antonio Palumbo Julie A. Panepinto Warren S. Pear Sibrand Poppema Barbara Pro Ching-Hon Pui A. Koneti Rao Aaron P. Rapoport Pieter H. Reitsma Douglas D. Ross J. Eric Russell Barbara Savoldo Kirk R. Schultz Radek C. Skoda Marilyn L. Slovak Susan Smyth Hugo ten Cate Herve Tilly John M. Timmerman Ivo Touw Amy J. Wagers Russell E. Ware Catherine J. Wu Virginia M. Zaleskas ASH ABSTRACTS REVIEWERS Camille Abboud Omar Abdel-Wahab Jeremy Abramson Suneet Agarwal Sikander Ailawadhi Onder Alpdogan Andrew Aprikyan Mary Armanios Aneel Ashrani Norio Asou Aglaia Athanassiadou Eyal Attar Mohammad Azam Maria Baer Jorg Baesecke Sarah Ball Karen Ballen Frederic Baron Shannon Bates Minoo Battiwalla Marie Bene Charles Bennett James Berenson Steven Bernstein Francesco Bertoni Monica Bessler Wolfgang Bethge Kapil Bhalla Deepa Bhojwani James Bieker Bruce R. Blazar Annemarie Block David Bodine Catherine Bollard Antonio Bonati Eric Bouhassira Benjamin Braun Christopher Bredeson Patrick Brown Ross Brown Jan Burger Dario Campana Jose Cancelas Paul Carpenter Andrew Carroll James Casella Rebecca Chan Roy Chemaly Benny Chen Jerry Cheng Linzhao Cheng Bruce Cheson Mark Chiang Athar Chishti Hearn Cho Magdalena Chrzanowska-Wodnicka Richard E. Clark Joseph Connors Kenneth Cooke Miguel Cruz Adam Cuker Sandeep Dave Janice Davis Sproul Lucia De Franceschi Philip De Groot Rodney DeKoter Richard Delarue Stephen Devereux Steven Devine Paola Jorge Di Don Diamond Meletios Dimopoulos John DiPersio Angela Dispenzieri Benjamin Djulbegovic Jing-fei Dong James Downing William Drobyski Rafael Duarte Charles Dumontet Kieron Dunleavy Brian Durie Dimitar Efremov Elizabeth Eklund Jonas Emsley Patricia Ernst Andrew Evens Chris Fegan Andrew Feldman Giuliana Ferrari Willem Fibbe Adele Fielding Thoas Fioretos Robert Flaumenhaft Rafael Fonseca James Foran Joseph Frank Janet Franklin Paul Frenette Alan Friedman Terry Fry Saghi Gaffari Naomi Galili Patrick Gallagher Anne Galy David Garcia Randy Gascoyne Cristina Gasparetto Norbert Gattermann Tobias Gedde-Dahl Alan Gewirtz Francis Giles Robert Godal Lucy Godley Ivana Gojo Norbert Gorin Andre Goy Eric Grabowski Steven Grant Timothy Graubert Elizabeth Griffiths H. Leighton Grimes Claudia Haferlach Corinne Haioun Parameswaran Hari Christine Harrison Robert Hasserjian Nyla Heerema Shelly Heimfeld Roland Herzog Elizabeth Hexner Teru Hideshima William H. Hildebrand Gerhard Hildebrandt Devendra Hiwase Karin Hoffmeister Donna Hogge Scott Howard Brian Huntly Hiroto Inaba Baba Inusa Shai Izraeli Suresh Jhanwar Amy Johnson Craig Jordan Joseph Jurcic Nina Kadan-Lottick Lawrence Kaplan Jonathan Kaufman Neil Kay Michelle Kelliher Craig Kessler H. Jean Khoury Allison King Joseph Kiss Issay Kitabayashi Robert Klaassen Christoph Klein Yoshihisa Kodera Alexander Kohlmann Barbara Konkle Michael Kovacs Robert Kralovics Amrita Krishnan Nicolaus Kroger Ashish Kumar Ralf Küppers Jeffery Kutok Ann LaCasce Raymond Lai David Lane Peter Lane Richard Larson Michelle Le Beau Gregoire Le Gal Ollivier Legrand Suzanne Lentzsch John Leonard John Levine Ross Levine Linheng Li Renhao Li Zhenyu Li Wendy Lim Charles Linker Jeffrey Lipton Per Ljungman John Lollar Philip Low David Lucas Selina Luger Leo Luznik Gary Lyman Jaroslaw Maciejewski Elizabeth MacIntyre Nigel Mackman Luca Malcovati Guido Marcucci Tomer Mark Susan Maroney Giovanni Martinelli Peter Maslak Alan Mast Grant McArthur Philip McCarthy Michael McDevitt Peter McLaughlin Bruno Medeiros Jules P.P. Meijerink Junia Melo Thomas Mercher Bradley Messmer Marco Mielcarek Ken Mills Shin Mineishi Arturo Molina Silvia Montoto Marie Joelle Mozziconacci Auayporn Nademanee Vesna Najfeld Eneida Nemecek Ellis Neufeld Peter Newburger Heyu Ni Charlotte Marie Niemeyer Yago Nieto Anne Novak Paul O\'Donnell Vivian Oehler Fritz Offner Johannes Oldenburg Rebecca Olin Richard J. O'Reilly Thomas Ortel Keiya Ozawa Rose Ann Padua Sung-Yun Pai James Palis Derwood Pamphilon Animesh Pardanani Farzana Pashankar Andrea Pellagatti Catherine Pellat-Deceunynck Louis Pelus Chris Pepper Melanie Percy Andrew Perkins Luke Peterson Andrew Pettitt Javier Pinilla-Ibarz Kimmo Porkka David Porter Amy Powers Claude Preudhomme Frederick Racke Margaret Ragni Thomas Raife Alessandro Rambaldi Mariusz Ratajczak Pavan Reddy Mary Relling Tannishtha Reya Lisa Rimsza Stefano Rivella Isabelle Riviere Pamela Robey Gail Roboz Aldo Roccaro Maria Alma Rodriguez Frank Rosenbauer Laura Rosinol Alan Rosmarin Giuseppe Saglio Jonathan Said Valeria Santini Ravindra Sarode Yogenthiran Saunthararajah Bipin Savani Alan Schechter Charles Schiffer Robert Schlossman Laurie Sehn Rita Selby Orhan Sezer Sadhna Shankar John Shaughnessy Jordan Shavit Kevin Sheehan Shalini Shenoy Colin Sieff Paul Simmons Seema Singhal Sonali Smith Gerard Socie Pieter Sonneveld Simona Soverini David Spaner Steven Spitalnik Kostas Stamatopoulos David Steensma Richard Stone Toshio Suda Perumal Thiagarajan Courtney Thornburg Rodger Tiedemann David Traver Guido Tricot Darrell Triulzi Suzanne Trudel Christel Van Geet Karin Vanderkerken David Varon Amit Verma Srdan Verstovsek Ravi Vij Dan Vogl Loren Walensky Edmund Waller George Weiner Daniel Weisdorf Karl Welte Peter Westervelt Adrian Wiestner P.W. Wijermans John Wingard Anne Woolfrey Mingjiang Xu Qing Yi Anas Younes Ryan Zarychanski Arthur Zelent Clive Zent Dong-Er Zhang Xianzheng Zhou James Zimring
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Green, Lelia, Richard Morrison, Andrew Ewing, and Cathy Henkel. "Ways of Depicting: The Presentation of One’s Self as a Brand." M/C Journal 20, no. 4 (August 16, 2017). http://dx.doi.org/10.5204/mcj.1257.

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Abstract:
Ways of Seeing"Images … define our experiences more precisely in areas where words are inadequate." (Berger 33)"Different skins, you know, different ways of seeing the world." (Morrison)The research question animating this article is: 'How does an individual creative worker re-present themselves as a contemporary - and evolving - brand?' Berger notes that the "principal aim has been to start a process of questioning" (5), and the raw material energising this exploration is the life's work of Richard Morrison, the creative director and artist who is the key moving force behind The Morrison Studio collective of designers, film makers and visual effects artists, working globally but based in London. The challenge of maintaining currency in this visually creative marketplace includes seeing what is unique about your potential contribution to a larger project, and communicating it in such a way that this forms an integral part of an evolving brand - on trend, bleeding edge, but reliably professional. One of the classic outputs of Morrison's oeuvre, for example, is the title sequence for Terry Gilliam's Brazil.Passion cannot be seen yet Morrison conceives it as the central engine that harnesses skills, information and innovative ways of working to deliver the unexpected and the unforgettable. Morrison's perception is that the design itself can come after the creative artist has really seen and understood the client's perspective. As he says: "What some clients are interested in is 'How can we make money from what we're doing?'" Seeing the client, and the client's motivating needs, is central to Morrison's presentation of self as a brand: "the broader your outlook as a creative, the more chance you have of getting it right". Jones and Warren draw attention to one aspect of this dynamic: "Wealthy and private actors, both private and state, historically saw creative practice as something that money was spent on - commissioning a painting or a sculpture, giving salaries to composers to produce new works and so forth. Today, creativity has been reimagined as something that should directly or indirectly make money" (293). As Berger notes, "We never look at just one thing; we are always looking at the relation between things and ourselves…The world-as-it-is is more than pure objective fact, it includes consciousness" (9, 11). What is our consciousness around the creative image?Individuality is central to Berger's vision of the image in the "specific vision of the image-maker…the result of an increasing consciousness of individuality, accompanying an increasing awareness of history" (10). Yet, as Berger argues "although every image embodies a way of seeing, our perception or appreciation of an image depends also upon our own way of seeing" (10). Later, Berger links the meanings viewers attribute to images as indicating the "historical experience of our relation to the past…the experience of seeking to give meaning to our lives" (33). The seeing and the seeking go hand in hand, and constitute a key reason for Berger's assertion that "the entire art of the past has now become a political issue" (33). This partly reflects the ways in which it is seen, and in which it is presented for view, by whom, where and in which circumstances.The creation of stand-out images in the visually-saturated 21st century demands a nuanced understanding of ways in which an idea can be re-presented for consumption in a manner that makes it fresh and arresting. The focus on the individual also entails an understanding of the ways in which others are valuable, or vital, in completing a coherent package of skills to address the creative challenge to hand. It is self-evident that other people see things differently, and can thus enrich the broadened outlook identified as important for "getting it right". Morrison talks about "little core teams, there's four or five of you in a hub… [sometimes] spread all round the world, but because of the Internet and the way things work you can still all be connected". Team work and members' individual personalities are consequently combined, in Morrison's view, with the core requirement of passion. As Morrison argues, "personality will carry you a long way in the creative field".Morrison's key collaborator, senior designer and creative partner/art director Dean Wares lives in Valencia, Spain whereas Morrison is London-based and their clients are globally-dispersed. Although Morrison sees the Internet as a key technology for collaboratively visualising the ways in which to make a visual impact, Berger points to the role of the camera in relation to the quintessential pre-mechanical image: the painting. It is worth acknowledging here that Berger explicitly credits Walter Benjamin, including the use of his image (34), as the foundation for many of Berger's ideas, specifically referencing Benjamin's essay "The work of art in the age of mechanical reproduction". Noting that, prior to the invention of the camera, a painting could never be seen in more than one place at a time, Berger suggests that the camera foments a revolutionary transformation: "its meaning changes. Or, more exactly, its meaning multiplies and fragments into many meanings" (19). This disruption is further fractured once that camera-facilitated image is viewed on a screen, ubiquitous to Morrison's stock in trade, but in Berger's day (1972) particularly associated with the television:The painting enters each viewer's house. There it is surrounded by his wallpaper, his furniture, his mementoes. It enters the atmosphere of his family. It becomes their talking point. It lends its meaning to their meaning. At the same time it enters a million other houses and, in each of them, is seen in a different context. Because of the camera, the painting now travels to the spectator, rather than the spectator to the painting. In its travels, its meaning is diversified. (Berger, 19-20)Even so, that image, travelling through space and time is seen on the screen in a sequential and temporal context: "because a film unfolds in time and a painting does not. In a film the way one image follows another, their succession constructs an argument which becomes irreversible. In a painting all its elements are there to be seen simultaneously." Both these dynamics, the still and the sequence, are key to the work of a visual artist such as Morrison responsible for branding a film, television series or event. But the works also create an unfolding sequence which tells a different story to each recipient according to the perceptions of the viewer/reader. For example, instead of valorising Gilliam's Brazil, Morrison's studio could have been tagged with Annaud's Enemy at the Gates or, even, the contemporary Sky series, Niel Jordan's Riviera. Knowing this sequence, and that the back catalogue begins with The Who's Quadrophenia (1979), changes the way we see what the Morrison Studio is doing now.Ways of WorkingRichard Morrison harnesses an evolutionary metaphor to explain his continuing contribution to the industry: "I've adapted, and not been a dinosaur who's just sunk in the mud". He argues that there is a need to explore where "the next niche is and be prepared for change 'cause the only constant thing in life is change. So as a creative you need to have that known." Effectively, adaptation and embracing innovation has become a key part of the Morrison Studio's brand. It is trumpeted in the decision that Morrison and Ware made when they decided to continue their work together, even after Ware moved to Spain. This demonstrated, in an age of faxes and landlines, that the Morrison Studio could make cross country collaboration work: the multiple locations championed the fact that they were open for business "without boundaries".There was travel, too, and in those early pre-Internet days of remote location Morrison was a frequent visitor to the United States. "I'd be working in Los Angeles and he'd be wherever he was […] we'd use snail mail to actually get stuff across, literally post it by FedEx […]." The intercontinental (as opposed to inter-Europe) collaboration had the added value of offering interlocking working days: "I'd go to sleep, he wakes up […] We were actually doubling our capacity." If anything, these dynamics are more entrenched with better communications. Currah argues that Hollywood attempts to manage the disruptive potential of the internet by "seeking to create a 'closed' sphere of innovation on a global scale […] legitimated, enacted and performed within relational networks" (359). The Morrison Studio's own dispersed existence is one element of these relational networks.The specific challenge of technological vulnerability was always present, however, long before the Internet: "We'd have a case full of D1 tapes" - the professional standard video tape (1986-96) - "and we'd carefully make sure they'd go through the airport so they don't get rubbed […] what we were doing is we were fitting ourselves up for the new change". At the same time, although the communication technologies change, there are constants in the ways that people use them. Throughout Morrison's career, "when I'm working for Americans, which I'm doing a lot, they expect me to be on the telephone at midnight [because of time zones]. […] They think 'Oh I want to speak to Richard now. Oh it's midnight, so what?' They still phone up. That's constant, that never goes away." He argues that American clients are more complex to communicate with than his Scandinavian clients, giving the example that people assume a UK-US consistency because they share the English language. But "although you think they're talking in a tongue that's the same, their meaning and understanding can sometimes be quite a bit different." He uses the example of the A4 sheet of paper. It has different dimensions in the US than in the UK, illustrating those different ways of seeing.Morrison believes that there are four key constants in his company's continuing success: deadlines; the capacity to scope a job so that you know who and how many people to pull in to it to meet the deadline; librarian skills; and insecurity. The deadlines have always been imposed on creative organisations by their clients, but being able to deliver to deadlines involves networks and self-knowledge: "If you can't do it yourself find a friend, find somebody that's good at adding up, find somebody that's good at admin. You know, don't try and take on what you can't do. Put your hand up straight away, call in somebody that can help you". Chapain and Comunian's work on creative and cultural industries (CCIs) also highlights the importance of "a new centrality to the role of individuals and their social networks in understanding the practice of CCIs" (718).Franklin et al. suggest that this approach, adopted by The Morrison Studio, is a microcosm of the independent film sector as a whole. They argue that "the lifecycle of a film is segmented into sequential stages, moving through development, financing, production, sales, distribution and exhibition stages to final consumption. Different companies, each with specialized project tasks, take on responsibility and relative financial risk and reward at each stage" (323). The importance that Morrison places on social networks, however, highlights the importance of flexibility within relationships of trust - to the point where it might be as valid to engage someone on the basis of a history of working with that person as on the basis of that person's prior experience. As Cristopherson notes, "many creative workers are in vaguely defined and rapidly changing fields, seemingly making up their careers as they go along" (543).The skills underlying Morrison's approach to creative collaboration, however, include a clear understanding of one's own strength and weaknesses and a cool evaluation of others, "just quietly research people". This people-based research includes both the capabilities of potential colleagues, in order to deliver the required product in the specified time frame, along with research into creative people whose work is admired and who might provide a blueprint for how to arrive at an individual's dream role. Morrison gives the example of Quentin Tarantino's trajectory to directing: "he started in a video rental and all he did is watch lots and lots of films, particularly westerns and Japanese samurai films and decided 'I can do that'". One of his great pleasures now is to mentor young designers to help them find their way in the industry. That's a strategy that may pay dividends into the future, via Storper and Scott's "traded and untraded interdependencies" which are, according to Gornostaeva, "expressed as the multiple economic and social transactions that the participants ought to conduct if they wish to perpetuate their existence" (39).As for the library skills, he says that they are crucial but a bit comical:It's a bit like being a constant librarian in old-fashioned terms, you know, 'Where is that stuff stored?' Because it's not stored in a plan chest anymore where you open the drawer and there it is. It's now stored in, you know, big computers, in a cloud. 'Where did we put that file? Did we dump it down? Have we marked it up? […] Where's it gone? What did we do it on?'While juggling the demands of technology, people and product The Morrison brand involves both huge confidence and chronic insecurity. The confidence is evident in the low opinion Morrison has of the opportunities offered by professional disruptor sites such as 99designs: "I can't bear anything like that. I can see why it's happening but I think what you're doing is devaluing yourself even before you start […] it would destroy your self-belief in what you're doing". At the same time, Morrison says, his security is his own insecurity: "I'm always out hunting to see what could be next […] the job you finish could be your last job."Ways of BrandingChristopherson argues that there is "considerable variation in the occupational identities of new media workers among advanced economies. In some economies, new media work is evolving in a form that is closer to that of the professional [in contrast to economies where it is] an entrepreneurial activity in which new media workers sell skills and services in a market" (543). For The Morrison Studio, its breadth, history and experience supports their desire to be branded as professional, but their working patterns entirely resonate with, and are integrated within, the entrepreneurial. Seeing their activity in this way is a juxtaposition with the proposition advanced by Berger that:The existing social conditions make the individual feel powerless. He lives in the contradiction between what he is and what he would like to be. Either he then becomes fully conscious of the contradiction and its causes, and so joins the political struggle for a full democracy which entails, among other things, the overthrow of capitalism; or else he lives, continually subject to an envy which, compounded with his sense of powerlessness, dissolves into recurrent day-dreams (148).The role of the brand, and its publicity, is implicated by Berger in both the tension between what an individual is and what s/he would like to be; and in the creation of an envy that subjugates people. For Berger, the brand is about publicity and the commodifying of the future. Referring to publicity images, Berger argues that "they never speak of the present. Often they refer to the past and always they speak of the future". Brands are created and marketed by such publicity images that are often, these days, incorporated within social media and websites. At the same time, Berger argues that "Publicity is about social relationships, not objects [or experiences]. Its promise is not of pleasure, but of happiness: happiness as judged from the outside by others. The happiness of being envied is glamour." It is the dual pressure from the perception of the gap between the individual's actual and potential life, and the daydreaming and envy of that future, that helps construct Berger's powerless individual.Morrison's view, fashioned in part by his success at adapting, at not being a dinosaur that sinks into the mud, is that the authenticity lies in the congruence of the brand and the belief. "A personal brand can help you straight away but as long as you believe it […] You have to be true to what you're about and then it works. And then the thing becomes you [… you] just go for it and, you know, don't worry about failure. Failure will happen anyway".Berger's commentary on publicity is partially divergent from branding. Publicity is generally a managed message, on that is paid for and promoted by the person or entity concerned. A brand is a more holistic construction and is implicated in ways of seeing in that different people will have very different perceptions of the same brand. Morrison's view of his personal brand, and the brand of the Morrison Studio, is that it encompasses much more than design expertise and technical know-how. He lionises the role of passion and talks about the importance of ways of managing deadlines, interlocking skills sets, creative elements and the insecurity of uncertainty.For the producers who hire Morrison, and help build his brand, Berger's observation of the importance of history and the promise for the future remains key to their hiring decisions. Although carefully crafted, creative images are central to the Morrison Studio's work, it is not the surface presentation of those images that determines the way their work is perceived by people in the film industry, it is the labour and networks that underpin those images. While Morrison's outputs form part of the visual environment critiqued in Ways of Seeing, it is informed by the dynamics of international capitalism via global networks and mobility. Although one of myriad small businesses that help make the film industry the complex and productive creative sphere that it is, Morrison Studios does not so much seek to create a public brand as to be known and valued by the small group of industry players upon whom the Studio relies for its existence. Their continued future depends upon the ways in which they are seen.ReferencesBenjamin, Walter. Illuminations: Essays and Reflections. United States of America, 1969.Berger, John. Ways of Seeing. London: Penguin Books, 1972.Brazil. Dir. Terry Gilliam. Universal Pictures. 1985. Film. Chapain, Caroline, and Roberta Comunian. "Enabling and Inhibiting the Creative Economy: The Role of the Local and Regional Dimensions in England." Regional Studies 44.6 (2010): 717-734. Christopherson, Susan. "The Divergent Worlds of New Media: How Policy Shapes Work in the Creative Economy." Review of Policy Research 21.4 (2004): 543-558. Currah, Andrew. "Hollywood, the Internet and the World: A Geography of Disruptive Innovation." Industry and Innovation 14.4 (2007): 359-384. Enemies at the Gates. Dir. Jean-Jacques Annaud. Paramount. 2001. FilmFranklin, Michael, et al. "Innovation in the Application of Digital Tools for Managing Uncertainty: The Case of UK Independent Film." Creativity and Innovation Management 22.3 (2013): 320-333. Gornostaeva, Galina. "The Wolves and Lambs of the Creative City: The Sustainability of Film and Television Producers in London." Geographical Review (2009): 37-60. Jones, Phil, and Saskia Warren. "Time, Rhythm and the Creative Economy." Transactions of the Institute of British Geographers 41.3 (2016): 286-296. Morrison, Richard. Personal Interview. 13 Oct 2016.The Morrison Studio. The Morrison Studio, 2017. 16 June 2017 <https://themorrisonstudio.com/>.Quadrophenia. Dir. Franc Roddam. Brent Walker Film Distributing. 1979. Film.Riviera. Dir. Neil Jordan. Sky Atlantic HD. 2017. Film.Storper, Michael, and Scott, Allen. "The Geographical Foundations and Social Regulation of Flexible Production Complexes". The Power of Geography: How Territory Shapes Social Life. Eds. Jennifer Wolch and Michael Dear. New York: Routledge, 1989. 21-40.
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