Academic literature on the topic 'Organizzazione'

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Journal articles on the topic "Organizzazione"

1

Lanzalaco, Luca. "LA FORMAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI IMPRENDITORIALI IN EUROPA OCCIDENTALE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no. 1 (April 1989): 63–89. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017494.

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Abstract:
IntroduzioneLa progressiva attenzione della scienza politica per le tematiche organizzative sembra essere una tendenza incontrovertibile. Gli attori politici collettivi sono visti sempre meno come delle «scatole nere», dei semplici canali di trasmissione di domande e interessi, e si sottolinea, invece, sempre più come essi siano delleorganizzazioni complessela cui condotta è regolata da meccanismi ed imperativispecificiedautonomie come, di conseguenza, l'individuazione di queste dinamiche organizzative contribuisca in modo determinante alla comprensione del funzionamento del sistema politico nel suo complesso. La configurazione di una organizzazione politicanonè un fatto meramente «tecnico» o «ingegneristico», e men che meno «formale», ma determina l'autonomia e la discrezionalità di cui gode il gruppo dirigente nel ridefinire gli interessi dei gruppi sociali rappresentati e nel «guidare» lamembershipverso determinate mete collettive. Una delle acquisizioni più rilevanti che sono state fatte in questo campo di indagine è che per spiegare le caratteristiche strutturali di una organizzazione politica occorre risalire al modo in cui essa è nata, si è formata e si è consolidata. Il concetto distruttura, infatti, appartiene ad una classe di concetti utilizzati nelle scienze sociali — i cosiddettitime oriented concepts— che assumono significato solo in un orizzonte temporalediacronico(Rosenthal 1978). Ciò che si percepisce come «strutturale» al tempo T sono modelli di comportamento e interazioni sociali che sono perdurati e si sono stabilizzati al tempo T-1, T-2, T-3, … T-n, e che per questo motivo diventano elementicostitutividi quella relazione sociale. Quella che potremmo chiamare lafallacy of synchronic reductionismporta a «fotografare» una organizzazione in un dato momento e a considerare tutti i suoi caratteri strutturali in un orizzonteatemporale.Invece, le proprietà strutturali di una organizzazione sono il risultato di scelte organizzative e di processi di adattamento che si sono verificati inmomenti e fasi differentidella vita dell'organizzazione e i cui risultati si sono poi «congelati», «sedimentati», «stratificati» nel tempo. Una semplice analisi del contesto ambientale in cui opera un'organizzazione, come suggerisce l'approcciocontingency, non è sufficiente in quanto organizzazioni con «storie»differentipotranno daredifferentirisposte, in termini di proprietà organizzative, agliidenticiimperativi posti in un dato momento dallo stesso ambiente. Per spiegare le proprietà strutturali di una organizzazione politica occorre quindi integrare opportunamente l'analisistrutturale-morfologica, basata sull'ipotesi che le organizzazioni tendano ad adattarsi razionalmente alla struttura del loro ambiente, con l'analisistorico-genetica, in base alla quale la razionalità degli attori organizzativi è vincolata dalle loro esperienze passate, dallastoriadell'organizzazione e, in particolare, dal modo in cui l'organizzazione stessa è nata e si è formata. L'approccio genetico ha trovato ampie applicazioni nello studio di vari tipi di organizzazioni politiche: i partiti, i sindacati dei lavoratori, i gruppi di interesse, i movimenti collettivi, le organizzazioni terroristiche. Con questo articolo mi propongo di estendere l'utilizzazione, e di dimostrare l'utilità, di questo approccio anche per quanto riguarda l'analisi di un tipo particolare di organizzazioni politiche, che solo recentemente sono diventate oggetto di studio, cioè leassociazioni imprenditoriali.In particolare, mi occuperò dellepeak associations, cioè delle confederazioni nazionali intersettoriali, come la confindustria e le sue omologhe in altre nazioni. Nella prossima sezione traccerò una tipologia dellepeak associationssulla base del loro «modello originario», cioè del modo in cui sono nate, e del loro grado di istituzionalizzazione; nella seconda sezione verificherò la validità di questa tipologia attraverso l'analisi storico-comparata: illustrerò un «modello a dicotomie successive», costruito alla luce dell'evidenza empirica disponibile, per l'analisi dei processi di formazione delle associazioni imprenditoriali, mettendo in evidenza come a diversi processi di formazione siano corrisposti differenti «modelli originari». Nelle sezioni finali, infine, esaminerò i fattori esplicativi che hanno determinato il prevalere di uno o dell'altro dei vari processi di formazione.
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Butera, Federico. "Innovazione e Ricerca e Sviluppo: la questione dell'organizzazione e del lavoro." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 122 (June 2011): 57–68. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122003.

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Abstract:
L'innovazione è un fenomeno più ampio di quello della ricerca e sviluppo: l'autore ne illustra le diverse tipologie. L'Italia dispone di una quota di risorse destinata alla R&S inferiore a tutti i Paesi sviluppati; i finanziamenti pubblici sono in proporzione più alti di quelli di altri Paesi; l'Italia, per numero di brevetti e di marchi comunitari registrati, è invece in una buona posizione e in costante crescita; forte è il contributo delle grandi imprese alla brevettazione, mentre modesto è quello delle medie imprese, praticamente nullo quello delle piccole imprese; tuttavia, il volume di innovazioni generate è molto più elevato: le innovazioni di processo (marketing, organizzazione, metodi, tecnologie di produzione, etc.) non brevettate e le innovazioni di prodotto incrementali sono molto più numerose del numero dei brevetti. L'articolo esamina le caratteristiche organizzative della Ricerca e Sviluppo che sono diverse da quelle di altre funzioni di impresa ma che hanno anticipato nuovi modelli organizzativi e in particolare le organizzazione organiche e quelle in rete. Viene presentato il modello di funzionamento basato sulle 4C originato nella R&S e poi diffuso nelle moderne organizzazioni: Cooperazione autoregolata, Conoscenza condivisa, Comunicazione estesa, Comunitŕ di lavoro.
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Marty, J. "Organizzazione del blocco operatorio." EMC - Anestesia-Rianimazione 25, no. 4 (November 2020): 1–10. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-0771(20)44242-2.

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dalla Chiesa, Nando, and Federica Cabras. "Potere di firma. Etica delle professioni e organizzazioni mafiose." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 157 (August 2020): 7–32. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-157001.

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Abstract:
Questo articolo mira ad analizzare la coerenza etica di alcune categorie professionali nella loro relazione con uno speciale interlocutore, le organizzazioni mafiose, al fine di identificare le loro distorsioni deontologiche. Pertanto, lo scopo principale di questa ricerca è sottolineare la connessione cruciale tra l'etica del lavoro e la qualità dei sistemi sociali nel contesto italiano. Partendo dal presupposto che i professionisti siano dotati di un potere speciale di firma, gli autori analizzano sette casi studio emblematici. Dalla loro analisi, propongono una tipologia basata su sei variabili: fase storica, area geografica, organizzazione criminale beneficiaria, professionista coinvolto, natura dei loro comportamenti illeciti e tipologia dei loro effetti.
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Fava, Sergio. "Gruppo, organizzazione, istituzione. Qualche spunto." GRUPPI, no. 1 (July 2022): 88–94. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa1-2021oa14024.

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Abstract:
L'autore, alla luce della sua lunga esperienza, propone alcuni spunti definitori per circoscrivere cosa lui intenda con questi termini. Successivamente propone una applicazione del vertice istituzionale a partire da una sua recente esperienza negli istituti di pena di Padova per tentare una comprensione della differenza di accoglimento e conversazione sui film presentati nella Casa di reclusione e in una delle sedi dell'UEPE (Ufficio Esecuzione Penale Esterna).
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Murgia, Annalisa, and Giulia Selmi. "Inspira e cospira. Forme di auto-organizzazione del precariato in Italia." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 123 (September 2011): 163–76. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-123010.

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Abstract:
Lo scenario del mercato del lavoro a cui assistiamo oggi in Italia è composto da una progressiva proliferazione di contratti non standard. Ciň comporta in primo luogo un problema di cittadinanza e di welfare, a causa della minore o semi-inesistente possibilitŕ di accesso ai diritti sociali che queste forme di impiego consentono (ai diritti pensionistici, ai congedi retribuiti di malattia, maternitŕ, disoccupazione, ecc.). A fronte di questa situazione di severa precarietŕ ed assenza di accesso alle risorse del welfare, tuttavia, nel corso degli ultimi dieci anni l'Italia ha visto la nascita ed il consolidamento di un articolato movimento sociale di contrasto alla precarietŕ agito in prima persona proprio dalla generazione più duramente colpita dal processo di deregolamentazione del mercato del lavoro: giovani, donne e "cognitari". Questo movimento in prima battuta ha concentrato i propri sforzi nella riscrittura del lessico e dell'immaginario simbolico sul lavoro, nel tentativo di consolidare i precari come soggettivitŕ collettiva oltre le sue tradizionali rappresentazioni. Negli ultimi anni, tuttavia, a questo processo di "autorappresentazione" va affiancandosi un processo di "auto-rappresentanza": una fattiva auto-organizzazione di precari nel gestire le conflittualitŕ sui luoghi di lavoro. In uno scenario di sfiducia nei confronti dei partiti e dei sindacati nell'affrontare la questione della precarietŕ, infatti, questi movimenti dimostrano una scarsa attitudine alla delega del conflitto, promuovendo invece modalitŕ di azione fondate sul modulo organizzativo della rete, sulla condivisione dei saperi e sulla rappresentanza diretta. Obiettivo di questo articolo è esplorare criticamente due esperienze di auto-organizzazione di lavoratori e lavoratrici precari/e, in relazione all'attuale crisi della rappresentanza attraversata dalle tradizionali organizzazioni sindacali, soprattutto per quanto riguarda i giovani lavoratori e i rapporti di lavoro non standard.
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Amici, Gianpaolo. "Dialisi peritoneale: ecco la dialisi che vorrei fare!" Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, Suppl. 5 (February 13, 2014): S23—S24. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.961.

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Abstract:
Quando il paziente è costretto a fare dialisi e a scegliere la metodica, l'emodialisi si presenta solida e ben organizzata, con numerosi servizi accessori che vengono apprezzati dalle famiglie e dai pazienti. La dialisi peritoneale raramente raggiunge lo stesso livello di organizzazione e di investimenti strutturali. Per dare ai pazienti e alle famiglie una buona alternativa, devono essere fatti passi avanti come organizzazione territoriale e servizi, affrontando con serietà le necessità della cronicità e della disabilità.
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Albasi, Cesare. "Valutare la psicopatologia grave nell'adolescenza: alcune ipotesi sul trauma e la dissociazione per la comprensione dell'organizzazione borderline." RICERCA PSICOANALITICA, no. 1 (March 2011): 25–59. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-001004.

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Abstract:
L'articolo riflette sulla salute e sulla psicopatologia nell'adolescenza in una prospettiva evolutiva che si nutre dell'orientamento relazionale in psicoanalisi, della teoria dell'attaccamento, dell'infant research. La salute č intesa con riferimento alla soggettivitŕ personale dell'adolescente e quindi come possibilitŕ di fare esperienza della propria esistenza come occasione di realizzazione di potenzialitŕ specifiche che lo contraddistinguono come individuo in crescita. Caratteristiche della salute sono la capacitŕ di integrazione mentale, la flessibilitŕ delle funzioni mentali e dell'organizzazione della personalitŕ, la possibilitŕ di elaborare i conflitti (intrapsichici ma intesi in senso relazionale e non pulsionale) con capacitŕ che si vanno strutturando come sostegno allo sviluppo, la resilienza necessaria per fronteggiare le esperienze potenzialmente traumatiche, perché disconoscenti le proprie necessitŕ evolutive specifiche, senza strutturare processi dissociativi pervasivi. La psicopatologia č concepita in modo strettamente connesso alla diagnostica, con riferimento al PDM, e discussa con riferimento ai livelli di organizzazione: particolare attenzione č posta sul livello organizzazione borderline e sui processi dissociativi sul loro ruolo nell'organizzare i livelli borderline di organizzazione della personalitŕ.
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Bassi, Antonio. "Organizzazione e cultura di project management." PROJECT MANAGER (IL), no. 50 (May 2022): 21–25. http://dx.doi.org/10.3280/pm2022-050005.

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MICALELLA, Dina. "Organizzazione degli spazi urbani e politica." Ancient Society 38 (December 31, 2008): 23–38. http://dx.doi.org/10.2143/as.38.0.2033269.

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Dissertations / Theses on the topic "Organizzazione"

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Orsina, Amalia. "La responsabilità da reato delle organizzazioni complesse tra colpa di organizzazione e colpa di reazione." Doctoral thesis, Università di Catania, 2017. http://hdl.handle.net/10761/3983.

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Abstract:
La presente dissertazione, che si inscrive nel generale tema della responsabilità penale delle persone giuridiche, è preceduta da un Introduzione in cui si effettua l inquadramento contenutistico e metodologico dell indagine. In particolare l oggetto specifico viene individuato nella tematizzazione del criterio soggettivo di imputazione della responsabilità degli enti, in generale e con specifico riferimento a contesti particolarmente problematici come quelli di rischio da ignoto scientifico-tecnologico. Quale metodo di indagine si adotta lo strumento comparatistico, attraverso cui si procede ad un confronto tra il d.lgs. n. 231/2001 e i modelli di responsabilità degli enti vigenti in due ordinamenti di common law, il Regno Unito e la Federazione Australiana, nonché nel sistema giuridico tedesco afferente alla tradizione di civil law. Nel Capitolo I si muove dal proposito di riflettere problematicamente sul monito proveniente dalla dottrina per una maggiore valorizzazione della responsabilità degli enti nei contesti di rischio da ignoto scientifico-tecnologico; il tema della responsabilità penale delle organizzazioni complesse viene così contestualizzato nella prospettiva del diritto penale del rischio. Nel Capitolo II si riflette sullo statuto dell inedita forma di responsabilità del sistema 231, entrando nel merito della complessa natura di questo modello imputativo quale risultante della difficile coesistenza dei due paradigmi ascrittivi individualistico ed olistico. Nel Capitolo III, assumendo ad oggetto lo specifico versante della responsabilità collettiva da delitto colposo d evento, si riconsidera la vicenda evolutiva del paradigma punitivo in esame alla luce del contributo espresso dai tre principali formanti dell esperienza giuridica: il legislatore, la dottrina e la giurisprudenza. Nel Capitolo IV, si riflette sul dibattito dottrinale avente ad oggetto la costruzione di un paradigma di responsabilità da reato dell ente compiutamente personale. A tale riguardo si sviluppa un confronto comparatistico con l ordinamento tedesco ricostruendo il sistema di responsabilità degli enti ivi vigente; nonché si considera il rapporto tra responsabilità individuale e responsabilità dell ente in materia di salute e sicurezza sul lavoro ex art. 25-septies nel sistema 231. Nel Capitolo V si sviluppa la comparazione con l ordinamento del Regno Unito prendendo in esame il reato di Corporate killing, una figura di omicidio dell ente correlata alla normativa in tema di salute e sicurezza sul lavoro e rapportata alla persona giuridica quale suo autore esclusivo. Il Capitolo VI, infine, è suddiviso in due Parti. Nella Parte I si effettua una Ricognizione descrittiva del sistema di corporate criminal liability vigente nella Federazione Australiana, polarizzando l attenzione sulla proposta dottrinale dell Accountability model teorizzata da Brent Fisse e John Braithwaite, la quale trova il suo fulcro nella categoria della Reactive corporate fault quale inedito criterio ascrittivo del reato alle persone giuridiche. Nella Parte II, correlativamente a quanto esposto nella Parte I, si sviluppa una Riflessione critica, che si concretizza nell elaborazione di una proposta di valorizzazione della reactive fault quale meccanismo di adattamento del canone della colpa di organizzazione a quei contesti particolarmente problematici di responsabilità degli enti in cui, stante l inesigibilità da parte dell ente di un contegno prevenzionale diverso da quello tenuto, si palesano le insufficienze di un paradigma imputativo ancorato solo al canone dell organizational fault. Si prospetta pertanto la possibilità di una rilettura, già sul piano de iure condito, del paradigma ascrittivo dell ente configurato nel sistema 231, avanzando la proposta ermeneutica di un coordinamento del criterio della colpa di organizzazione con quello della colpa di reazione.
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CIAMPI, SONIA. "Il sindacato come organizzazione." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/513.

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Abstract:
Il lavoro, dopo una ricostruzione storica del fenomeno sindacale, è incentrato sull'analisi degli elementi costitutivi della fattispecie sindacale nonchè sull'analisi dello spazio ricoperto dalla contrattazione collettiva alla luce delle più recenti riforme in materia.
The work, further to the historical reconstruction of the trade unions, is focused on the analysis of the constituent elements of a trade union, as well as on the analysis of the position of collective bargaining in the light of the recent law reforms in regard.
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CIAMPI, SONIA. "Il sindacato come organizzazione." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/513.

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Abstract:
Il lavoro, dopo una ricostruzione storica del fenomeno sindacale, è incentrato sull'analisi degli elementi costitutivi della fattispecie sindacale nonchè sull'analisi dello spazio ricoperto dalla contrattazione collettiva alla luce delle più recenti riforme in materia.
The work, further to the historical reconstruction of the trade unions, is focused on the analysis of the constituent elements of a trade union, as well as on the analysis of the position of collective bargaining in the light of the recent law reforms in regard.
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Colucci, Vincenzo. "Organizzazione dell'interfaccia utente su Android." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3130/.

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Rinaldi, Anna <1979&gt. "Organizzazione produttiva e gruppi di imprese." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/765/1/Tesi_Rinaldi_Anna.pdf.

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Rinaldi, Anna <1979&gt. "Organizzazione produttiva e gruppi di imprese." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/765/.

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Faccioli, Marco <1979&gt. "Organizzazione strutturale della catena respiratoria mitocondriale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2886/1/Faccioli_Marco_Tesi_PDF.pdf.

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Abstract:
La catena respiratoria mitocondriale è principalmente costituita da proteine integrali della membrana interna, che hanno la capacità di accoppiare il flusso elettronico, dovuto alle reazioni redox che esse catalizzano, al trasporto di protoni dalla matrice del mitocondrio verso lo spazio intermembrana. Qui i protoni accumulati creano un gradiente elettrochimico utile per la sintesi di ATP ad opera dell’ATP sintasi. Nonostante i notevoli sviluppi della ricerca sulla struttura e sul meccanismo d’azione dei singoli enzimi della catena, la sua organizzazione sovramolecolare, e le implicazioni funzionali che ne derivano, rimangono ancora da chiarire in maniera completa. Da questa problematica trae scopo la presente tesi volta allo studio dell’organizzazione strutturale sovramolecolare della catena respiratoria mediante indagini sia cinetiche che strutturali. Il modello di catena respiratoria più accreditato fino a qualche anno fa si basava sulla teoria delle collisioni casuali (random collision model) che considera i complessi come unità disperse nel doppio strato lipidico, ma collegate funzionalmente tra loro da componenti a basso peso molecolare (Coenzima Q10 e citocromo c). Recenti studi favoriscono invece una organizzazione almeno in parte in stato solido, in cui gli enzimi respiratori si presentano sotto forma di supercomplessi (respirosoma) con indirizzamento diretto (channeling) degli elettroni tra tutti i costituenti, senza distinzione tra fissi e mobili. L’importanza della comprensione delle relazioni che si instaurano tra i complessi , deriva dal fatto che la catena respiratoria gioca un ruolo fondamentale nell’invecchiamento, e nello sviluppo di alcune malattie cronico degenerative attraverso la genesi di specie reattive dell’ossigeno (ROS). E’ noto, infatti, che i ROS aggrediscono, anche i complessi respiratori e che questi, danneggiati, producono più ROS per cui si instaura un circolo vizioso difficile da interrompere. La nostra ipotesi è che, oltre al danno a carico dei singoli complessi, esista una correlazione tra le modificazioni della struttura del supercomplesso, stress ossidativo e deficit energetico. Infatti, la dissociazione del supercomplesso può influenzare la stabilità del Complesso I ed avere ripercussioni sul trasferimento elettronico e protonico; per cui non si può escludere che ciò porti ad un’ulteriore produzione di specie reattive dell’ossigeno. I dati sperimentali prodotti a sostegno del modello del respirosoma si riferiscono principalmente a studi strutturali di elettroforesi su gel di poliacrilammide in condizioni non denaturanti (BN-PAGE) che, però, non danno alcuna informazione sulla funzionalità dei supercomplessi. Pertanto nel nostro laboratorio, abbiamo sviluppato una indagine di tipo cinetico, basata sull’analisi del controllo di flusso metabolico,in grado di distinguere, funzionalmente, tra supercomplessi e complessi respiratori separati. Ciò è possibile in quanto, secondo la teoria del controllo di flusso, in un percorso metabolico lineare composto da una serie di enzimi distinti e connessi da intermedi mobili, ciascun enzima esercita un controllo (percentuale) differente sull’intero flusso metabolico; tale controllo è definito dal coefficiente di controllo di flusso, e la somma di tutti i coefficienti è uguale a 1. In un supercomplesso, invece, gli enzimi sono organizzati come subunità di una entità singola. In questo modo, ognuno di essi controlla in maniera esclusiva l’intero flusso metabolico e mostra un coefficiente di controllo di flusso pari a 1 per cui la somma dei coefficienti di tutti gli elementi del supercomplesso sarà maggiore di 1. In questa tesi sono riportati i risultati dell’analisi cinetica condotta su mitocondri di fegato di ratto (RLM) sia disaccoppiati, che accoppiati in condizioni fosforilanti (stato 3) e non fosforilanti (stato 4). L’analisi ha evidenziato l’associazione preferenziale del Complesso I e Complesso III sia in mitocondri disaccoppiati che accoppiati in stato 3 di respirazione. Quest’ultimo risultato permette per la prima volta di affermare che il supercomplesso I+III è presente anche in mitocondri integri capaci della fosforilazione ossidativa e che il trasferimento elettronico tra i due complessi possa effettivamente realizzarsi anche in condizioni fisiologiche, attraverso un fenomeno di channeling del Coenzima Q10. Sugli stessi campioni è stata eseguita anche un analisi strutturale mediante gel-elettroforesi (2D BN/SDS-PAGE) ed immunoblotting che, oltre a supportare i dati cinetici sullo stato di aggregazione dei complessi respiratori, ci ha permesso di evidenziare il ruolo del citocromo c nel supercomplesso, in particolare per il Complesso IV e di avviare uno studio comparativo esteso ai mitocondri di cuore bovino (BHM), di tubero di patata (POM) e di S. cerevisiae.
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Faccioli, Marco <1979&gt. "Organizzazione strutturale della catena respiratoria mitocondriale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2886/.

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Abstract:
La catena respiratoria mitocondriale è principalmente costituita da proteine integrali della membrana interna, che hanno la capacità di accoppiare il flusso elettronico, dovuto alle reazioni redox che esse catalizzano, al trasporto di protoni dalla matrice del mitocondrio verso lo spazio intermembrana. Qui i protoni accumulati creano un gradiente elettrochimico utile per la sintesi di ATP ad opera dell’ATP sintasi. Nonostante i notevoli sviluppi della ricerca sulla struttura e sul meccanismo d’azione dei singoli enzimi della catena, la sua organizzazione sovramolecolare, e le implicazioni funzionali che ne derivano, rimangono ancora da chiarire in maniera completa. Da questa problematica trae scopo la presente tesi volta allo studio dell’organizzazione strutturale sovramolecolare della catena respiratoria mediante indagini sia cinetiche che strutturali. Il modello di catena respiratoria più accreditato fino a qualche anno fa si basava sulla teoria delle collisioni casuali (random collision model) che considera i complessi come unità disperse nel doppio strato lipidico, ma collegate funzionalmente tra loro da componenti a basso peso molecolare (Coenzima Q10 e citocromo c). Recenti studi favoriscono invece una organizzazione almeno in parte in stato solido, in cui gli enzimi respiratori si presentano sotto forma di supercomplessi (respirosoma) con indirizzamento diretto (channeling) degli elettroni tra tutti i costituenti, senza distinzione tra fissi e mobili. L’importanza della comprensione delle relazioni che si instaurano tra i complessi , deriva dal fatto che la catena respiratoria gioca un ruolo fondamentale nell’invecchiamento, e nello sviluppo di alcune malattie cronico degenerative attraverso la genesi di specie reattive dell’ossigeno (ROS). E’ noto, infatti, che i ROS aggrediscono, anche i complessi respiratori e che questi, danneggiati, producono più ROS per cui si instaura un circolo vizioso difficile da interrompere. La nostra ipotesi è che, oltre al danno a carico dei singoli complessi, esista una correlazione tra le modificazioni della struttura del supercomplesso, stress ossidativo e deficit energetico. Infatti, la dissociazione del supercomplesso può influenzare la stabilità del Complesso I ed avere ripercussioni sul trasferimento elettronico e protonico; per cui non si può escludere che ciò porti ad un’ulteriore produzione di specie reattive dell’ossigeno. I dati sperimentali prodotti a sostegno del modello del respirosoma si riferiscono principalmente a studi strutturali di elettroforesi su gel di poliacrilammide in condizioni non denaturanti (BN-PAGE) che, però, non danno alcuna informazione sulla funzionalità dei supercomplessi. Pertanto nel nostro laboratorio, abbiamo sviluppato una indagine di tipo cinetico, basata sull’analisi del controllo di flusso metabolico,in grado di distinguere, funzionalmente, tra supercomplessi e complessi respiratori separati. Ciò è possibile in quanto, secondo la teoria del controllo di flusso, in un percorso metabolico lineare composto da una serie di enzimi distinti e connessi da intermedi mobili, ciascun enzima esercita un controllo (percentuale) differente sull’intero flusso metabolico; tale controllo è definito dal coefficiente di controllo di flusso, e la somma di tutti i coefficienti è uguale a 1. In un supercomplesso, invece, gli enzimi sono organizzati come subunità di una entità singola. In questo modo, ognuno di essi controlla in maniera esclusiva l’intero flusso metabolico e mostra un coefficiente di controllo di flusso pari a 1 per cui la somma dei coefficienti di tutti gli elementi del supercomplesso sarà maggiore di 1. In questa tesi sono riportati i risultati dell’analisi cinetica condotta su mitocondri di fegato di ratto (RLM) sia disaccoppiati, che accoppiati in condizioni fosforilanti (stato 3) e non fosforilanti (stato 4). L’analisi ha evidenziato l’associazione preferenziale del Complesso I e Complesso III sia in mitocondri disaccoppiati che accoppiati in stato 3 di respirazione. Quest’ultimo risultato permette per la prima volta di affermare che il supercomplesso I+III è presente anche in mitocondri integri capaci della fosforilazione ossidativa e che il trasferimento elettronico tra i due complessi possa effettivamente realizzarsi anche in condizioni fisiologiche, attraverso un fenomeno di channeling del Coenzima Q10. Sugli stessi campioni è stata eseguita anche un analisi strutturale mediante gel-elettroforesi (2D BN/SDS-PAGE) ed immunoblotting che, oltre a supportare i dati cinetici sullo stato di aggregazione dei complessi respiratori, ci ha permesso di evidenziare il ruolo del citocromo c nel supercomplesso, in particolare per il Complesso IV e di avviare uno studio comparativo esteso ai mitocondri di cuore bovino (BHM), di tubero di patata (POM) e di S. cerevisiae.
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Callegaro, Federica <1994&gt. "La stabile organizzazione nel diritto tributario." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19455.

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Abstract:
Il presente elaborato si occupa, partendo dall'analisi del concetto di residenza di persone fisiche e giuridiche e del conseguente problema della doppia imposizione affrontato sia dal Modello Ocse che nelle normative interne, di esaminare l'istituto della stabile organizzazione nella normativa convenzionale e domestica, ponendo anche alcuni cenni sull'economia digitale e sulle recenti modifiche apportate dal Progetto BEPS (Base Erosion and Profit Shifting). Infine, viene esaminata la particolare ipotesi di stabile organizzazione occulta con riferimento alle sentenze Philiph Morris (in cui per la prima volta si è affrontata la questione) e ad altre sentenze in cui la Corte di Cassazione si è pronunciata in merito all'argomento.
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Brescancin, Federica <1993&gt. "Stabile organizzazione: evoluzione normativa articolo 162 TUIR." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15650.

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Abstract:
L'elaborato approfondisce il tema della stabile organizzazione, ponendosi l’obiettivo di analizzare le novità normative introdotte sia a livello nazionale attraverso l'articolo 162, sia internazionale secondo le linee guida del Modello OCSE. Le considerazioni effettuate sono dettate dall’evoluzione degli attuali modelli di business in continuo aggiornamento (ad esempio la digital economy), e sulle prospettive di innovazione delle normative che rispondono alle nuove esigenze di attrarre il reddito conseguito da un soggetto non residente nel territorio dello Stato, al diritto impositivo. L'analisi svolta in merito alle modifiche apportate in tema di stabile organizzazione mira inoltre ad sottolineare come le stesse siano parte del progetto Beps di contrasto all’elusione e all’evasione fiscale.
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Come studiare le organizzazioni. Bologna]: Il mulino, 2006.

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Sforza, Gabriella. L' organizzazione riflessiva: Riflessioni su una organizzazione universitaria. Bari: Cacucci, 1997.

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3

Daccò, Giuseppe. L' organizzazione aziendale. 2nd ed. Padova: CEDAM, 1985.

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4

Daccò, Giuseppe. L' organizzazione aziendale. 3rd ed. Padova: CEDAM, 1990.

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5

1926-, Bachelet Vittorio, Università degli studi di Trieste. Facoltà di giurisprudenza., Libera università internazionale degli studi sociali (Rome, Italy). Facoltà di scienze politiche., and Università degli studi di Roma "La Sapienza". Facoltà di scienze politiche., eds. Amministrazione e organizzazione. Milano: A. Giuffrè, 1987.

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6

Stazione sperimentale per i combustibili (Italy). Organizzazione e attività. San Donato Milanese, Milano: La Stazione, 1985.

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7

Liberati, Annamaria. Organizzazione militare, esercito. Roma: Quasar, 1988.

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8

Rummler, Geary A. Come migliorare i risultati aziendali: Il nuovo approccio sistemico ai problemi di qualita produttiva, servizio cliente, costi, efficienza, competitivita. Milano: F. Angeli, 1992.

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9

D'Egidio, Franco. L' organizzazione del futuro. Milano, Italy: FrancoAngeli, 1995.

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10

Saulle, Maria Rita. Lezioni di organizzazione internazionale. 2nd ed. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2002.

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More sources

Book chapters on the topic "Organizzazione"

1

Ciullo, Giuseppe. "Organizzazione e presentazione dei dati." In UNITEXT for Physics, 79–94. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5656-5_6.

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2

Comhaire, Frank. "Organizzazione del testo e guida all’uso." In Andrologia clinica, 4. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1487-9_2.

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3

Costa, Giovanni. "Organizzazione del lavoro a turni e problemi di staffing." In Prevenire gli eventi avversi nella pratica clinica, 307–14. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5450-9_27.

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4

Costa, Alessandro Nanni. "Gestione del trapianto d’organo: la morte cerebrale e l organizzazione nazionale." In Rianimazione in età pediatrica, 503–7. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2059-7_45.

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5

Saggioro, Fabio. "Struttura e organizzazione delle aziende pubbliche nell'Italia padana (VIII-X secolo)." In Biens publics, biens du roi, 235–59. Turnhout: Brepols Publishers, 2019. http://dx.doi.org/10.1484/m.scisam-eb.5.118745.

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6

Donne, Fulvio Delle. "Alle origini della organizzazione in summa delle epistole di Pier della Vigna." In Der mittelalterliche Brief zwischen Norm und Praxis, 69–86. Köln: Böhlau Verlag, 2020. http://dx.doi.org/10.7788/9783412519643.69.

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7

Geertman, Herman. "La genesi del Liber pontificalis romano. Un processo di organizzazione della memoria." In Liber, Gesta, histoire, 37–107. Turnhout: Brepols Publishers, 2009. http://dx.doi.org/10.1484/m.stmh-eb.3.2496.

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8

Compare, A., Alberto Tonelli, and Enzo Grossi. "Organizzazione aziendale e stress lavoro-correlato: Tutela della salute e sviluppo della performance." In Stress e disturbi da somatizzazione, 333–54. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2080-1_22.

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9

St.Pierre, Michael, Gesine Hofinger, Cornelius Buerschaper, Robert Simon, and Ivan Daroui. "Organizzazioni e incidenti." In Gestione delle crisi in medicina d’urgenza e terapia intensiva, 297–318. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2799-2_14.

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10

Majocchi, Piero. "L’esercito del re e le città: organizzazione militare degli eserciti urbani in Italia settentrionale (viii-xi sec.)." In Urban identities in Northern Italy, 800-1100 ca., 103–48. Turnhout: Brepols Publishers, 2015. http://dx.doi.org/10.1484/m.scisam-eb.5.109859.

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Conference papers on the topic "Organizzazione"

1

Lariccia, Stefano, Robert M. Karn, and Marco Stefanoni. "Green’ntropy: semantic web / pragmatic web e Officine per la Sostenibilità della Ricerca come motore per riattivare la riqualificazione energetica degli edifici pubblici." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7914.

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Abstract:
In questo “position paper” si rappresentano obbiettivi modelli e metodi per contribuire ad avviare una campagna attiva di ricerca e sensibilizzazione sociale basata sull’interazione attraverso reti sociali e reti di automi basata nel Parco della Ricerca Enea Casaccia. Viene fornita un’anticipazione di quello che vuole essere il progetto “Sistemi Aperti Sapienza”; viene poi fornita una descrizione delle motivazioni di partenza e della riflessione che ha generato questa idea progettuale. Poi vengono considerate le ragioni per la convergenza di partner, identificati nei principali organismi della ricerca nel nostro territorio, in una organizzazione regionale guidata e ospitata da ENEA per raggiungere più rapidamente gli obiettivi dichiarati. La proposta prevede l’ implementazione presso ENEA, di un “FabLab”, un laboratorio finalizzato alla realizzazione di prototipi virtuali / reali, ovvero progettati attraverso software di modellazione 3d e stampabili attraverso stampanti 3d dall’utilizzatore finale. Ciò avverrebbe sulla scorta di quanto sta rapidamente diffondendosi in Italia e nel mondo sull’esempio del Center for Bits and Atoms (CBA) - MIT di Boston fondato da Neil Gershenfeld. Il FabLab Casaccia dovrebbe essere realizzato come una delle previste Officine della Sostenibilità specializzata nella produzione di soluzioni per la riqualificazione energetica degli edifici, per l’ applicazione delle energie sostenibili, per la diffusione virale di educazione e consapevolezza energetica e ambientale. Questo progetto, è pensato come un contributo di Sapienza nell’ambito della partnership al progetto di riqualificazione del Parco ENEA finalizzato ad operare per l’applicazione, prevista entro il 2015, delle misure di riqualificazione degli edifici nel settore della Pubblica Amministrazione.
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