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Journal articles on the topic 'Ottieri'

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1

Umberto, Casari. "Ottiero Ottieri, Tempi stretti, Hacca, Matelica 2012, pp. 386." Sinergie Italian Journal of Management, no. 94 (2014): 289–91. http://dx.doi.org/10.7433/s94.2014.17.

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2

Sanguineti, Federico. "Tasso in Ottieri." Italique, no. III (December 31, 2000): 103–10. http://dx.doi.org/10.4000/italique.193.

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3

Carter, Jim. "Salaried Intellectuals: Fortini, Giudici, Ottieri, Volponi, and Buzzi at the Olivetti Company." Italian Culture 37, no. 1 (January 2, 2019): 47–63. http://dx.doi.org/10.1080/01614622.2019.1601391.

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4

Beduschi, Guido G. "Travel, Expertise and Readers: Francesco Ottieri (1665–1742) and the Writing of Modern History." History 106, no. 371 (May 6, 2021): 384–408. http://dx.doi.org/10.1111/1468-229x.13140.

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5

Ceretta, Omar. "L'AUTOBIOGRAFIA CHE CURA: ESPERIENZA E SCRITTURA DEL DOLORE IN OTTIERO OTHERI." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 36, no. 2 (September 2002): 339–59. http://dx.doi.org/10.1177/001458580203600205.

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6

Destrebecq, Anne, Mauro Parozzi, Stefano Terzoni, Paolo Ferrara, and Maura Lusignani. "DISSERTATION NURSING." Dissertation Nursing 1, no. 1 (July 29, 2022): 1–2. http://dx.doi.org/10.54103/dn/18418.

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Abstract:
In un momento storico in cui gli investimenti globali su ricerca e formazione sono estremamente ridotti, vogliamo cogliere un celebre invito: “Osare. Il progresso si ottiene solo così”. (Victor Hugo)
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7

Mazzoleni, Piera. "Problemi reciproci ed ottimi paretiani." Rivista di Matematica per le Scienze Economiche e Sociali 16, no. 2 (September 1993): 3–14. http://dx.doi.org/10.1007/bf02095121.

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8

Gambaro, Anna. "Lunga sopravvivenza di una paziente con carcinoma mammario HER2-positivo, in trattamento con lapatinib." AboutOpen 3, no. 1 (December 29, 2017): 104–7. http://dx.doi.org/10.19156/abtpn.2017.0024.

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Abstract:
Si riporta il caso di una paziente affetta da carcinoma metastatico della mammella HER2-positivo, con recidiva di malattia a livello cerebrale e cerebellare, la quale ottiene un buon controllo mediante l’associazione capecitabina e lapatinib con cui è in trattamento da più di tre anni (Oncology).
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Sergi, B., and G. Paludetti. "L’analisi della curva di apprendimento della chirurgia dell’otosclerosi può aiutare a predirre i risultati funzionali?" Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 2 (April 2016): 135–38. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-599.

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Abstract:
Il numero di interventi per otosclerosi è progressivamente diminuito nel corso degli ultimi 20 anni. Questa riduzione crea difficoltà sia al chirurgo esperto ma soprattutto a quello giovane che inizia il suo percorso di formazione. Abbiamo analizzato in maniera retrospettiva i risultati funzionali ottenuti dopo stapedotomia effettuati da un giovane chirurgo presso la Clinica Otorinolaringoiatrica del Policlinico “A. Gemelli” di Roma. La tecnica impiegata è quella della stapedotomia con laser COe utilizziamo una protesi in teflon e titanio. I risultati funzionali sono stati valutati come riduzione della ipoacusia trasmissiva sulle frequenze comprese tra 250 e 4000 Hz all’ultimo esame eseguito durante il follow-up. L’analisi dei dati non ha evidenziato un momento in cui la curva di apprendimento possa essere considerata conclusa poiché ottimi risultati con una riduzione pressoché completa della ipoacusia trasmissiva si sono alternati con altri i cui risultati funzionali non sono stati altrettanto ottimi. In nessun caso si è comunque registrata una coclearizzazione dell’ipoacusia. Questa analisi supporta l’esistenza di una curva di apprendimento della chirurgia dell’otosclerosi senza però individuare un punto dopo il quale si possa prevedere che i risultati funzionali saranno tutti ottimi. La chirurgia dell’otosclerosi non dovrebbe essere effettuata all’inizio della pratica della chirurgia otologica, data l’aspettativa funzionale che il paziente ripone nell’intervento e la mancanza delle capacità chirurgiche necessarie.
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10

LUALDI, ALBERTO. "LA FAMIGLIA SELVA, OTTICI DEL '700 VENEZIANO." Nuncius 16, no. 2 (2001): 531–46. http://dx.doi.org/10.1163/182539101x00532.

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Abstract:
Abstracttitle SUMMARY /title A new research about the Selva family of opticians and instrument makers in Venice during the XVIII century is described in this article. From Domenico, the grandfather (d. 1758), to the famous Lorenzo (1716-1800) and his sons Giuseppe or Jacopo (1755-?) and Domenico (1761-?) and through the books and pamphlets they left, a large and distinguished production confirms their leadership in the field. A list of the extant instruments is also given.
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LUALDI, ALBERTO. "LA FAMIGLIA SELVA, OTTICI DEL '700 VENEZIANO." Nuncius 16, no. 2 (January 1, 2001): 531–46. http://dx.doi.org/10.1163/221058701x00536.

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GRILLOT, SOLANGE. "L'EMPLOI DES OBJECTIFS ITALIENS L'OBSERVATOIRE DE PARIS LA FIN DU 17me SICLE." Nuncius 2, no. 2 (1987): 145–55. http://dx.doi.org/10.1163/182539187x00051.

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Abstract:
Abstracttitle RIASSUNTO /title Dopo Galileo il cielo pu essere osservato con strumenti ottici. Nel corso del XVII sec. nasce e si sviluppa l'ottica astronomica, sfruttando fino all'estremo le possibilit offerte da obiettivi costituiti da una sola lente. La produzione qualitativamente pi alta quella di vetrai e ottici italiani. La notoriet di uno di questi, Giuseppe Campani, mostra chiaramente che i suoi pretesi segreti di fabbricazione erano soltanto una leggenda. In realt, egli doveva il successo soltanto alla sua ingegnosit, pazienza e alla severa eliminazione dei prodotti imperfetti. Fu proprio Campani a fornire a J.-D. Cassini quelle lenti che, in Italia prima, all'Osservatorio di Parigi poi, permisero a quest'ultimo di compiere le sue scoperte, dovute anche, e in gran parte, all'abilit e tenacia dell'osservatore. Infatti, i telescopi aerei o ?CTRLerr type="1" mess="Doute Cars isoles avec recollage" ?telescopi senza tubo erano difficilissimi da usare a causa delle loro dimensioni legate al problema della riduzione dell'aberrazione cromatica. La difficolt di impiego era tale da impedire ogni scoperta: solo un secolo pi tardi, con l'impiego dei telescopi riflettori, gli sforzi riprenderanno e le scoperte saranno nuovamente possibili.
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Dallara, Antonio. "L'indice di sviluppo urbano sostenibile dei 103 comuni capoluogo di provincia italiani." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 3 (November 2010): 48–79. http://dx.doi.org/10.3280/rest2010-003003.

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Abstract:
Dopo la sintesi dello stato dell'arte sugli indicatori di sostenibilitŕ territoriale costruiti a livello internazionale e nazionale, in questo lavoro si richiamano alcune tecniche per l'analisi e la selezione di variabili territoriali e si propone un metodo per la costruzione di un indice di sviluppo urbano sostenibile. L'indice proposto si ottiene combinando in sequenza tre tecniche di statistica multivariata, l'analisi delle componenti principali, l'analisi cluster, l'analisi discriminante. Se ne formula la definizione formale, e si richiamano i risultati della sua applicazione ai 103 comuni capoluogo di provincia italiani, per gli anni 1999, 2000 e 2001.
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Parnetti, L., F. Corea, V. Gallai, R. Tarducci, O. Presciutti, G. Gobbi, E. Leone, P. Floridi, and G. P. Pelliccioli. "Ruolo della spettroscopia protonica nella malattia di Alzheimer." Rivista di Neuroradiologia 13, no. 1 (February 2000): 57–60. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300110.

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Abstract:
La spettroscopia protonica è un metodo di studio neuroradiologico non invasivo che ottiene informazioni sulla funzione cerebrale identificando diversi metaboliti, sulla base del loro contenuto protonico. Questo articolo paragona i profili dei rilievi su sostanza bianca a grigia in pazienti affetti da malattia di Alzheimer (AD), a diverso livello di gravità. Si ritrova una significativa riduzione dell'N-Acetil-Aspartato (NAA) nel cervello dei pazienti AD a confronto con i casi controllo con un orientamento opposto per il mio-inositolo (ml). La spettroscopia protonica si è dimostrata mezzo diagnostico utile addizionale nello studio della fisiopatologia dell'Alzheimer e del risultato terapeutico.
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Dessardo, Maria Chiara. "Il turista danneggiato ottiene sempre un risarcimento, a prescindere dal suo comportamento." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 8 (October 2013): 154–67. http://dx.doi.org/10.3280/dt2013-008003.

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Liberatore, Giovanni, and Francesco Mazzi. "Informativa sul tasso di attualizzazione nella stima dell'avviamento secondo lo IAS36: un confronto fra Italia e Paesi nordici." FINANCIAL REPORTING, no. 4 (December 2011): 107–33. http://dx.doi.org/10.3280/fr2011-004005.

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Abstract:
Il presente lavoro si focalizza sulla qualità dell'informativa obbligatoria sul tasso di attualizzazione nella stima a valore d'uso dell'avviamento. L'analisi compara un campione di società italiane con uno del Nord Europa, al fine di verificare se la qualità informativa risulti migliore in paesi che pongono maggiore attenzione sul capitale immateriale. Inoltre, si è inteso verificare se l'informativa aumenti in presenza di svalutazione dell'avviamento, evento più frequente nei periodi di crisi economica. I risultati ottenuti tramite la costruzione di un disclosure index e l'analisi di regressione supportano le ipotesi, mostrando che l'informativa aumenta se l'azienda appartiene ad un paese nordeuropeo; lo stesso effetto si ottiene in caso di rilevazione di impairment loss.
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Incollingo, Alberto, and Ferdinando Di Carlo. "IAS 1 revised e nuova rappresentazione della performance economica nel bilancio: evidenze empiriche da Italia e Francia." FINANCIAL REPORTING, no. 2 (September 2012): 11–41. http://dx.doi.org/10.3280/fr2012-002002.

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Abstract:
A partire dai bilanci dell'esercizio 2009, l'applicazione dello IAS 1 revised richiede al conto economico l'evidenza del total comprehensive income, una misura di performance che si ottiene sommando alla tradizionale figura del profit or loss quei valori non realizzati (segnatamente, variazioni di fair value) che, in precedenza, erano iscritti direttamente a patrimonio netto e quindi non partecipavano alla formazione del reddito di periodo. Con questa ricerca gli autori si pongono l'obiettivo di misurare l'impatto che l'adozione del prospetto di conto economico complessivo ha comportato sulla rappresentazione della performance periodica d'impresa, in Italia e Francia, osservando l'entità e la volatilità del nuovo risultato economico, nonché la sua composizione.
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Martinelli, Elisa. "I prodotti/servizi "extra" nel rapporto insegna-cliente." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 4 (November 2010): 145–63. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-004009.

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Abstract:
L'articolo si propone di analizzare l'impatto dell'offerta di prodotti/servizi tradizionalmente estranei alla proposta della GDO del largo consumo - cd "Extra" - sul rapporto insegna-cliente. A questo scopo vengono presentati i risultati emersi da un'indagine campionaria in-store condotta per comprendere il riscontro che questa tipologia di offerta ottiene presso la clientela ed il ritorno che ne puň derivare all'insegna, anche in termini di impatto sul livello complessivo di fedeltÀ comportamentale e conativa. Ne emergono interessanti implicazioni manageriali sia relativamente alla comprensione dei fattori/ leve di marketing su cui agire per raccogliere i principali benefici derivanti dalla nuova proposta, sia in termini di considerazioni competitive in ottica di rivalitÀ inter-type.
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Bocchi, L., P. Ferrata, F. Passarello, G. Belloni, G. Bonaldi, L. Moschini, A. Solini, et al. "La nucleoaspirazione secondo Onik nel trattamento dell'ernia discale lombare analisi multicentrica dei primi risultati su oltre 650 trattamenti." Rivista di Neuroradiologia 2, no. 1_suppl (February 1989): 119–22. http://dx.doi.org/10.1177/19714009890020s121.

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Abstract:
Gli autori espongono i risultati ottenuti applicando la nucleotomia percutanea secondo Onik al trattamento dell'ernia discale lombare. Le casistiche sommate complessivamente ammontano a oltre 600 pazienti. Nel complesso i risultati sono buoni o ottimi nel 72% circa dei casi. I risultati insoddisfacenti, considerando globalmente i modest e gli invariati, corrispondonoal 26% circa. Eccezionali le complicanze (meno dell' 1 %): 1 discite (risolta con intervento chirurgico). La metodica di Onik può già essere serenamente considerata una possibilitanon trascurabile nel campo vasto e variegato dei trattamentidisponibili per l'ernia discale lombare
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Escobar, Roberto. "L'aristocrazia degli Uguali." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 37 (April 2010): 15–21. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-037003.

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Abstract:
Il saggio propone di coniugare due termini all'apparenza difficilmente conciliabili, ‘eguaglianza' e ‘aristocrazia', a partire da due possibili e distinti significati dell'eguaglianza: come sovrapponibilitÀ (di atteggiamenti, comportamenti, opinioni) che ha generato e genera totalitarismi, e come comunanza generale all'origine di molteplici differenze, ovvero di identitÀ commisurantisi che convivono sotto il segno della relazione reciproca. Gli eguali in questo secondo senso divengono aristocratici, cioč ottimi, nel momento in cui decidono di rendersi, ciascuno, ‘signore consapevole' della propria biografia, e con ciň solidale con ogni altra storia personale, rispettoso e partecipe della sua differenza.
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Horowitz, Brian, Viktor E. Kelner, Dmitrii A. Eliashevich, Genrich M. Deych, and Benjamin Nathans. "Literatura o evreiakh na russkom iazyke, 1890--1914: knigi, broshiury, ottiski statei. Bibliograficheskii ukazatel'." Slavic and East European Journal 41, no. 1 (1997): 177. http://dx.doi.org/10.2307/309533.

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Damiani, Martina. "La centralità politico-culturale di Venezia negli scambi epistolari del primo Cinquecento." Tabula, no. 17 (November 16, 2020): 105–24. http://dx.doi.org/10.32728/tab.17.2020.4.

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Abstract:
Pietro Aretino intrattiene da Venezia diverse corrispondenze con personaggi di spicco del panorama politico e culturale, come traspare dai nomi altisonanti presenti nelle sue Lettere. Quando decide di rendere noti i suoi contatti epistolari e di includerli in un libro, ottiene un immediato successo che spinge il suo editore, Francesco Marcolini, a stampare nuove edizioni dell’opera. Con l’intento di ribadire il suo primato nell’epistolografia in volgare, Aretino biasima gli scrittori e i tipografi che pubblicano, subito dopo di lui, una moltitudine di libri di lettere, imitandolo. Dalla sua critica esonera però le persone più in vista di Venezia, tra cui Paolo Manuzio, prolifico autore ed editore di raccolte epistolari. Il presente lavoro si propone di analizzare quelle lettere che svelano il complesso meccanismo editoriale che sta dietro agli scambi epistolari del primo Cinquecento.
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DUPRE, SVEN. "THE DIOPTRICS OF REFRACTIVE DIALS IN THE SIXTEENTH CENTURY." Nuncius 18, no. 1 (2003): 39–67. http://dx.doi.org/10.1163/182539103x00558.

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Abstract:
Abstracttitle RIASSUNTO /title Questo articolo tratta di un particolare tipo di strumenti ottici, gli orologi a rifrazione costruiti nel secolo XVI, collocandoli nel contesto delle conoscenze ottiche contemporanee. Verranno affrontate in primo luogo le propriet delle meridiane a rifrazione e la loro introduzione nel XVI secolo a opera del costruttore di strumenti tedesco Georg Hartmann. Si mostrer poi il modo in cui questi orologi a rifrazione venivano costruiti nel '500. Attraverso l'analisi delle note di Ettore Ausonio, il presente saggio sostiene che la procedura utilizzata dai disegnatori di strumenti del XVI secolo per la realizzazione di orologi a rifrazione si fondava sulle conoscenze della rifrazione contemporanee.
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Garola, Claudio. "Il modello ESR: un'estensione locale e non-contestuale della meccanica quantistica." EPISTEMOLOGIA, no. 2 (November 2012): 281–98. http://dx.doi.org/10.3280/epis2012-002008.

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Abstract:
Secondo l'interpretazione standard della meccanica quantistica le proprieta di un sistema fisico microscopico non possono essere considerate possedute o non possedute dal sistema prima di una misura (non-oggettivita). L'esito di una misura dipende infatti dall'intero insieme di misure compatibili che sono effettuate simultaneamente (contestualita, non-localita). La non-oggettivita ha tuttavia conseguenze problematiche. Il modello ESR recupera l'oggettivita (e quindi la localita e la non-contestualita) incorporando ed estendendo il formalismo matematico della meccanica quantistica e reinterpretando le probabilita quantistiche come condizionali rispetto alla rivelazione invece che assolute. Le probabilita quantistiche ammettono allora un'interpretazione epistemica, e possibile costruire una teoria consistente della misura, si ottiene una descrizione piu intuitiva del mondo microscopico e si puo adottare una nozione classica di verita. A causa di queste caratteristiche il modello ESR (che e falsificabile) e compatibile con diverse posizioni di realismo filosofico.
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Pedone, Esther, and Arianna Casco. "L'EMDR come potenziale acceleratore della Terapia Familiare Sistemica." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 56 (December 2022): 42–52. http://dx.doi.org/10.3280/pr2022-056003.

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Abstract:
L'utilizzo dell'EMDR in molte situazioni di Terapia Familiare ha accelerato in modo efficace la risoluzione dei problemi. L'EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) viene definito dalla stes-sa ideatrice Francine Shapiro come un metodo usato fondamentalmen-te per accedere, elaborare e portare a una risoluzione adattiva i ri-cordi di esperienze traumatiche, ricordi che stanno alla base dei di-sturbi psicologici attuali del paziente. Di seguito presenteremo un caso clinico di una terapia familiare soffermandoci in particolar modo su una seduta in cui, con l'ausilio dell'EMDR, abbiamo accompagnato la mamma di questa famiglia a elaborare un trauma del passato con una ripercussione in positivo per l'intero sistema familiare. La cosa sor-prendente è quanto accaduto in una singola seduta (tale elaborazione si ottiene in periodi molto più lunghi di psicoterapia): accelerare i processi elaborativi con l'EMDR potenzia il processo terapeutico.
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TRIARICO, CARLO. "ABOUT NEWLY DISCOVERED PIECES BY BOSCOVICH ON OPTICS AND ON THE FINDING OF A VITROMETRUM." Nuncius 16, no. 2 (2001): 547–69. http://dx.doi.org/10.1163/182539101x00541.

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Abstract:
Abstracttitle RIASSUNTO /title L'esame di fonti inedite e finora sconosciute ha permesso il ritrovamento del VITROMETRUM ideato da Boscovich nel 1773. Lo strumento fu usato per esaminare le qualit dispersive e rifrattive dei vetri da applicare ai sistemi ottici acromatici in vista di un miglioramento della tecnica costruttiva dei cannocchiali dollondiani. Le carte esaminate, risalenti agli ultimi anni di vita dello scienziato, permettono inoltre di conoscere diversi aspetti dell'attivit teorica di Boscovich intorno all'ottica e di far luce su alcuni dei suoi rapporti con gli scienziati coevi. Tra le diverse questioni affrontate la determinazione della velocit della luce in mezzi di diversa densit, il commercio librario dei suoi testi, le pubbliche dimostrazioni conseguenti la pubblicazione della sua pi importante opera di Ottica nel 1785.
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Galderisi, C., A. Cecilia, M. Tomaselli, P. Arcieri, L. Di Lullo, and P. Polito. "Quadro severo di mieloma multiplo e insufficienza renale trattato con successo con bortezomib e desametasone." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 22, no. 4 (January 31, 2018): 11–14. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2010.1237.

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Abstract:
Il trattamento delle malattie mieloproliferative richiede sempre più frequentemente il coinvolgimento della figura del nefrologo nella gestione terapeutica. Il nefrologo è chiamato a mettere in atto una serie di provvedimenti terapeutici che mirino a correggere fattori precipitanti la funzionalità renale. Mostreremo un caso emblematico di gestione ematologica e nefrologica di un caso di mieloma multiplo di tipo micromolecolare con severa compromissione renale trattato con successo con associazione di Velcade e desametasone in 8 cicli in un periodo di 6 mesi. In questo periodo il paziente è stato supportato con terapia medica e infusionale per mantenere un'adeguata idratazione, una costante alcalinizzazione delle urine, buoni livelli di albuminemia, calcemia e uricemia senza ricorrere a trattamento dialitico sostitutivo. Non viene mai sospeso il trattamento chemioterapico e gli effetti tossici più importanti vengono monitorati e trattati con terapia specifica senza mai ridurre il dosaggio del chemioterapico. Si ottiene un progressivo recupero della funzione renale oltre a una remissione della malattia di base.
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Wroceński, Józef. "Administrator diecezjalny jako tymczasowy rządca diecezją wakującą." Prawo Kanoniczne 46, no. 1-2 (June 15, 2003): 39–56. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2003.46.1-2.02.

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Abstract:
L’Autore in suo articolo illustra aspetto giuridico dell’ufficio di amministratore diocesano, che governa diocesi nei casi di vacanza della sede. Chi è eletto dal collegio dei consultori e accetta 1’ufficio, è tenuto a prestare la professione di fede alla presenza del collegio dei consultori, e resta normalmente in carica fino alla presa di posesso della diocesi da parte del nuovo vescovo diocesano. Nella disciplina del Codice di Diritto Canonico del 1917 quest’ufficio era denominato „vicario capitolare”. L’amministratore diocesano ottiene la potestà dal momento in cui accetta l’elezione, senza bisogno di conferma da parte di qualcuno. Lui ha potestà ordinaria e, ancora di più, è ordinario del luogo, allora ha lo stesso potere giuridico che il vescovo diocesano, escluso quanto „ex rei natura” non gli competa o gli è vietato dal diritto, e deve i anche rispondere agli stessi doveri. La sua posizione giuridica risulta in pratica limitata dalla regola generale di attività „sede vacante nihil innovetur”.
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Riggi, Carlo. "Sublimi azioni. Nota sulla Fotografia Transfigurativa." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 2 (November 2022): 134–40. http://dx.doi.org/10.3280/psp2022-002008.

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Abstract:
La Fotografia Transfigurativa è la nuova corrente artistica che indaga le potenzialità della fotografia al servizio della memoria e del pensiero, associandola al sogno. L'arte, fin dalle prime incisioni rupestri, nasce come una necessità terapeutica, per decongestionare la mente da un sovraccarico di stimoli grezzi. La fotografia è un atto di scomparsa, il movimento dell'otturatore ottiene di far sparire uno stimolo grezzo per trasformarlo in un diverso contenuto simbolico. La sublimazione, in senso transfigurativo, non è asservita a un interdetto morale, non consiste nel mettere a tacere una pulsione, inibirla o abbellirla, sosti-tuendola con una rappresentazione socialmente più accettabile, ma riguarda la possibilità di rafforzare la barriera paraeccitatoria, aiutando l'individuo a integrare le emozioni e gestire l'angoscia. L'articolo si conclude con un omaggio al grande fotografo giapponese Nobuyoshi Araki, il quale ha utilizzato la fotografia per vivere appieno gli ultimi momenti di vita della moglie e il lutto per la sua perdita.
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Pellini, R., A. De Virgilio, G. Mercante, B. Pichi, V. Manciocco, P. Marchesi, F. Ferreli, and G. Spriano. "Lembo miofasciale di vasto laterale nella ricostruzione della lingua." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 4 (August 2016): 321–25. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1031.

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Abstract:
Nell'ultimo decennio il lembo antero-laterale di coscia (ALT) è diventato il lembo libero più utilizzato nella ricostruzione della lingua, dal momento che esso è caratterizzato da bassa morbidità a livello del sito donatore e da migliori risultati estetici. Tuttavia, l'ALT fascio-cutaneo può essere insufficiente nella ricostruzione nei difetti maggiori (es. glossectomia totale) mentre la sua variante muscolo-cutanea (che include il muscolo vasto laterale)' può essere troppo voluminosa. Scopo dello studio è quello di descrivere la nostra esperienza preliminare nella ricostruzione della lingua utilizzando il lembo libero mio-fasciale di vasto laterale che potrebbe a nostro parere offrire notevoli vantaggi nella ricostruzione testa-collo come: possibilità di confezionare un lembo voluminoso quando necessario, ottimi risultati funzionali, obliterazione di spazi morti con prevenzione dello sviluppo di fistola e infezione con minima morbidità a livello del sito donatore.
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Gatti, Emilio. "Sintesi automatica di filtri ottimi per spettroscopia nucleare con vincoli e spettri di rumore arbitrari." Rendiconti del Seminario Matematico e Fisico di Milano 66, no. 1 (December 1996): 97–120. http://dx.doi.org/10.1007/bf02925356.

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Donati, P. Tortori, M. P. Fondelli, A. Rossi, S. Rolando, L. Andreussi, and M. Brisigotti. "La neuromielite ottica." Rivista di Neuroradiologia 6, no. 1 (February 1993): 53–59. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600107.

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Abstract:
La Neuromielite Ottica (m. di Devic) è una malattia demielinizzante (verosimilmente una forma fulminante di SM) a decorso rapidamente progressivo, che interessa i nervi ottici ed il midollo spinale, ed in cui l'edema massivo associato alla demielinizzazione acuta può causare una necrosi midollare da insufficienza circolatoria secondaria. Gli autori descrivono un caso di neuromielite ottica caratterizzato da un'ampia necrosi cavitaria cervico-dorsale a tutti gli effetti indistinguibile, dal punto di vista strettamente neuroradiologico, da un astrocitoma midollare, sottolineando le evidenti difficoltà nella diagnostica differenziale tra le due entità patologiche e le altre forme di necrosi cavitaria del midollo. Ribadiscono inoltre la necessità, nei casi di necrosi midollare, di eseguire uno studio oftalmologico che comprenda anche i PEV (potenziali evocati somestesici) e, nel sospetto di m. di Devic, di assumere, dopo l'applicazione della terapia steroidea, un atteggiamento di stretta sorveglianza clinico-neuroradiologica, al fine di evitare al paziente interventi bioptici potenzialmente dannosi.
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Постников, М. А., А. В. Бутвиловский, А. А. М. Алшарифи, А. В. Мадатян, И. С. Копецкий, and Д. А. Еремин. "Obosnovaniye ispol'zovaniya nes"yemnykh reteynerov na osnovanii analiza razmerov koronok reztsov i klykov." Вестник Российского государственного медицинского университета, no. 2022(6) (December 2022): 130–37. http://dx.doi.org/10.24075/vrgmu.2022.069.

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Abstract:
Pri planirovanii stomatologicheskogo lecheniya neobkhodimo uchityvat' anatomicheskiye osobennosti zubov. Neobkhodimost' postoyannogo nablyudeniya za izmenchivost'yu zubochelyustnoy sistemy trebuyet aktual'nosti dannoy raboty. Tsel'yu raboty byla otsenka razmerov koronok frontal'noy gruppy zubov s pomoshch'yu odontometrii. Polucheny dvukhsloynyye odnoetapnyye ottiski i otlity diagnosticheskiye modeli perednego uchastka chelyusti u 50 muzhchin i 50 zhenshchin v vozraste 18‒24 let. Opredeleny absolyutnyye znacheniya razmerov koronok reztsov i klykov. Dlya otsenki reduktsii lateral'nykh reztsov vychislen mezhreztsovyy indeks (Ii) po zubam 22 i 21, polovoy dimorfizm opredelen po formule Garna-L'yuisa. Ustanovleno, chto razlichiye meziodistal'nykh razmerov koronok legkikh zubov pravoy i levoy storony dykhaniya (r > 0,05). Meziodistal'nyye razmery koronok registriruyut v ryadu: verkhniye tsentral'nyye reztsy → verkhniye klyki → nizhniye klyki i verkhniye lateral'nyye reztsy → nizhniye lateral'nyye reztsy → nizhniye tsentral'nyye reztsy. Povyshennaya vyrazhennost' reduktsii lateral'nykh reztsov nizka (Ii = 74,9) i boleye vyrazhennaya u muzhchin, chem u zhenshchin. U podlezhashchikh patsiyentov sredi perednikh zubov naibol'shaya vysota koronki svoystvenna verkhnim tsentral'nym reztsam i nizhnim klykam, men'shaya ― verkhnim klykam, a naimen'shaya ― verkhnim lateral'nym reztsam, nizhnim tsentral'nym i lateral'nym reztsam. U muzhchin vysota koronok razvivayetsya klykov, verkhnikh reztsov i klykov registriruyetsya (r < 0,001) bol'she, chem u zhenshchin. Poluchennyye parametry koronok svidetel'stvuyut ob ikh dostatochnoy vysote i meziodistal'nykh razmerakh, chto v raschete s priblizitel'nymi vyrazhennostyami reduktsii lateral'nykh reztsov obosnovyvayet vozmozhnost' izgotovleniya nes"yemnykh reteynerov pryamym metodom. Dannyye byli ispol'zovany dlya planirovaniya stomatologicheskogo lecheniya.
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Colonna, Cécile, and Marie-Amélie Bernard. "“Ottimi frammenti di vasi e tazze” : Athènes – Tarquinia – Paris, l’historique des fragments de vases attiques de la collection de Luynes." Revue des Études Grecques 130, no. 1 (2017): 123–232. http://dx.doi.org/10.3406/reg.2017.8442.

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Ranieri, Gennaro. "Studio sperimentale degli effetti del drenaggio della water table sul processo erosivo del profilo di spiaggia." Ingeniería del agua 12, no. 2 (June 30, 2005): 149. http://dx.doi.org/10.4995/ia.2005.2558.

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Abstract:
Il Beach Drainage System (BDS) è un metodo per la protezione delle coste a basso impatto ambientale basato sul drenaggio della “water table” in corrispondenza della spiaggia emersa subito a monte della linea di riva. L’effetto drenante tende a incrementare il processo di deposito del materiale trasportato dal moto ondoso di run-up e, quindi, a favorire il ripascimento della spaigia, ovvero a contrastarne l’erosione. Il sistema è ancora oggetto di ricerca. Non è ancora chiaro come la geometria dei dreni e la loro posizione, nonché il moto ondoso incidente influiscano sugli effetti del drenaggio. Anche l’evoluzione morfologica ha una sua notevole influenza. Le considerazioni riportate in questo lavoro sono relative ad alcuni aspetti di una vasta ricerca sperimentale in corso presso il Laboratorio di Ricerca e Sperimentazione per la Difesa delle Coste (LIC) del Politecnico di Bari. E’ stato osservato che l’influenza del moto ondoso incidente deriva soprattutto dall’entità del set-up sottocosta. La oscillazioni della water table sottoposta all’azione del moto ondoso sono legate alle componenti alle basse frequenze del moto ondoso; infatti si riscontrano periodi di oscillazione propri del surf-beat. La quota più alta della W.T. si ottiene in corrispondenza del punto di massima elongazione del run-up e, quando il dreno è in funzione, la quota della W.T risulta maggiormente depressa per gli attacchi ondosi meno energetici. Al crescere dell’energia d’onda incidente aumentano di valore sia la quota della W.T. che la portata emunta. L’incremento di altezza della W.T. non sembra aumentare con una progressione lineare, piuttosto tende verso una situazione di saturazione.
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Calzolari, F., G. Mescoli, G. Garani, V. Mazzeo, L. Tamisari, and P. Guerrini. "Anomalie congenite del bulbo oculare e del nervo ottico." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 6 (December 1996): 663–68. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900606.

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Abstract:
Sono descritti sei casi di anomalie congenite del bulbo oculare e del nervo ottico. Diverse cause, genetiche o acquisite, possono alterare il normale sviluppo dell'organo della vista; il tipo di anomalia dipende dal momento in cui si verifica l'insulto o l'arresto di sviluppo piuttosto che dal fattore eziologico specifico. Il microftalmo viene definito «semplice» quando l'occhio è di piccole dimensioni ma normoconformato, «complesso» quando l'occhio è malformato. Il microftalmo complesso puù essere ulteriormente diviso in due categorie: forma colobomatosa e non colobomatosa; il coloboma è una anomalia dovuta ad un difetto di chiusura della fessura coroidea. Il microftalmo con cisti è una grave malformazione di tipo colobomatoso, eventualmente associata ad altre anomalie sistemiche: le dimensioni dell'occhio e della cisti possono essere estremamente variabili. La persistenza del corpo vitreo primitivo dipende dalla mancata involuzione dell'arteria ialoidea e del tessuto fibrovascolare ad essa circostante. L' ipoplasia dei nervi ottici è frequentemente associata ad altre anomalie oculari, facciali ed encefaliche, con disfunzioni endocrine concomitanti; la patogenesi è verosimilmente riconducibile ad una eccessiva degenerazione assonale del nervo ottico. Le metodiche di imaging sono necessarie per caratterizzare con precisione le malformazioni congenite oculari. L'ecografia rappresenta l'esame di screening. La TC è ritenuta attualmente la metodica di elezione; la TC 3D consente inoltre una più completa valutazione delle eventuali malformazioni facciali ed orbitarie coesistenti. La RM ha una maggiore accuratezza diagnostica nell'evidenziare o escludere anomalie intracraniche associate.
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Angileri, T., A. Banco, G. Sparacia, S. Pappalardo, and L. Manfrè. "Encefalopatia di Wernicke: Aspetti RM e revisione della letteratura Segnalazione di un caso." Rivista di Neuroradiologia 10, no. 2_suppl (October 1997): 190. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s284.

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Abstract:
L'encefalopatia di Wernicke è patologia legata a deficit di tiamina, conseguente spesso ad alcolismo cronico, che presenta peculiari localizzazioni encefaliche e conseguenti manifestazioni cliniche. Viene descritto un caso di encefalopatia di Wernicke in un uomo di 25 anni, non alcolista, valutandone le lesioni alla risonanza magnetica in fase acuta e seguendone l'evoluzione. Il paziente, con anamnesi patologica prossima di colite amebica, presentava un progressivo e rapido deterioramento delle capacità cognitive preceduto da una severa ipoacusia e riduzione dell'acuità visiva, discromatopsia, allucinazioni visive, prosopoagnosia, disartria. Viene eseguita una RM dell'encefalo (con apparecchio Vectra, GE, operante a 0,5 T; sequenze SE DP e T2 ponderate e T1, prima e dopo Gd-DTPA) che evidenzia aree lesionali espresse da iperintensità, nelle sequenze a lungo TE, dei corpi mammillari, dei tubercoli quadrigemelli inferiori e (segno semeiologico, per quanto risulta da una revisione della letteratura, non descritto in precedenza tra i reperti dell'encefalopatia di Wernicke) dei tratti ottici. Ad una decisa integrazione alimentare con tiamina segue un repentino miglioramento clinico. Esami RM seriati rivelano una netta riduzione dell'estensione e delle alterazioni dell'intensità di segnale delle aree precedentemente coinvolte fino alla totale normalizzazione dei reperti. Viene discussa la clinica, l'istologia e la presunta patogenesi dell'elettiva localizzazione del danno da carenza di tiamina a carico dell'encefalo, e gli aspetti neuroradiologici, individuando il ruolo dell'RM nell'iter diagnostico di tale patologia.
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Benasso, Sebastiano, Mauro Palumbo, and Stefano Poli. "Gli indicatori tra costruzione teorica e spendibilitŕ empirica: un caso di studio." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 49 (May 2012): 9–24. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-049002.

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Abstract:
Il paper rende conto di un lavoro affidato al Dipartimento di Scienze Antropologiche dalla Regione Liguria, finalizzato alla definizione di un set di indicatori da utilizzare per la ripartizione del Fondo Sociale Regionale, che alimenta una parte consistente delle politiche sociali liguri, governate dal Piano Sociale Regionale e dai Piani di Zona. L'intervento dei ricercatori si colloca dunque all'interno di indicazioni normative e programmatorie abbastanza stringenti, anche se, come si vedrŕ, nel corso del lavoro si sono sviluppate interessante retroazioni tra esiti del lavoro tecnico scientifico e ripensamento da parte del decisore dei criteri adottati (o della loro traduzione pratica), alla luce dei risultati ottenuti operativizzando dei criteri predefiniti. Si tratta di casi posti anche di recente sotto osservazione dalla letteratura italiana sugli indicatori (Parra Saiani, 2009; Bezzi, Cannavň e Palumbo, a cura di, 2010), che peraltro sono stati sempre caratterizzati da una feconda commistione tra impiego descrittivo-interpretativo e funzione pratica. In casi come questo č abituale per il sociologo l'applicazione dell'approccio lazarsfeldiano (Lazarsfeld, 1965), quindi l'individuazione delle dimensioni principali di un concetto e la successiva costruzione di variabili (indicatori) che permettano di rilevare tali dimensioni. Il lavoro presentato ha mantenuto un certo grado di continuitŕ con il paradigma lazarsfeldiano, pur aprendo ad una serie di riflessioni critiche al riguardo. Emerge in particolare la continua retroazione tra indicatori, dimensioni e concetti indicati, che nel caso del loro impiego valutativo produce anche una maggiore consapevolezza delle implicazioni pratiche delle scelte adottate, sia sul piano metodologico che su quello politico. In questo modo si ottiene un risultato che produce innovazioni ed empowerment sia sulle modalitŕ classiche di lavoro del ricercatore sociale, sia sui processi decisionali interessati.
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Marletta, F. "La neuroradiologia interventistica spinale e … Il punto di vista del Radioterapista." Rivista di Neuroradiologia 15, no. 4 (August 2002): 473–76. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500417.

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Abstract:
L'insorgenza di metastasi ossee è un evento frequente nella storia naturale di quasi tutte le neoplasie maligne e spesso incide molto sulla qualità di vita del paziente determinando algie e fratture patologiche invalidanti. L'interessamento della colonna vertebrale può determinare la comparsa di una sindrome da compressione midollare con gravi sequele neurologiche. La radioterapia riveste un ruolo di fondamentale importanza nel controllo della sintomatologia dolorosa, nella prevenzione e terapia delle fratture patologiche e nei casi di compressione midollare. La radioterapia transcutanea ottiene percentuali di risposte sulla sintomatologia dolorosa superiori al 75% anche quando viene ridotta la durata del trattamento per l'utilizzo di frazionamenti non convenzionali della dose (ipofrazionamenti o erogazione di una singola dose elevata eventualmente ripetibile alla ripresa della sintomatologia). La risposta sulla ricalcificazione delle lesione osteolitiche si verifica solo nel 25% circa delle lesioni irradiate e comunque con tempi di comparsa piuttosto lunghi (nel 70% dei casi si evidenzia radiologicamente 6 mesi dopo la radioterapia). Per tale motivo l'utilizzo di tecniche micro-invasive, quale la vertebroplastica percutanea, in grado di ottenere un effetto antalgico ed un rapido consolidamento delle vertebra, utilizzata in quei pazienti che non necessitano di una chirurgia decompressiva, può, in associazione alla radioterapia, certamente migliorare la risposta, sia in termini di controllo della sintomatologia antalgica che di stabilizzazione vertebrale. I risultati della radioterapia in caso di compressione midollare sono molto variabili e dipendono dalla gravità del deficit neurologico alla diagnosi, dalla tempestività del trattamento e dalla radiosensibilità della neoplasia. Se al trattamento chirurgico (laminectomia) si associa la radioterapia post-operatoria le percentuali di miglioramento della sintomatologia neurologica raggiungono il 60% mentre si ottengono risposte del 35% con la sola chirurgia decompressiva.
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De Nicola, M. "La TC della regione orbitaria." Rivista di Neuroradiologia 4, no. 3_suppl (December 1991): 115–20. http://dx.doi.org/10.1177/19714009910040s321.

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Abstract:
Il progresso tecnologico è impietoso: inizialmente nobilita certe metodiche e successivamente con l'avvento di nuove le mette da parte. Così accade anche per la tomografia computerizzata: diversi settori della patologia, una volta suo dominio incontrastato, sono oggi di pertinenza della RM come ad esempio la fossa cranica posteriore o la regione spinale. La regione orbitaria rimane a tutt'oggi di competenza pressoché esclusiva della TC, infatti la RM a tale livello non ottiene risultati migliori. La tecnica di esame TC prevede l'esecuzione di un «pacchetto» di scansioni sottili (1,5 – 2 mm) e contigue, eventualmente ingranate, di numero sufficiente a comprendere tutto il volume in esame, vale a dire l'intera regione orbitaria. Le scansioni vengono orientate di preferenza secondo il piano neuro-oculare che passa per il nervo ottico quando è in posizione di sguardo all'infinito, tuttavia la possibilità di rielaborare i dati relativi alle scansioni di base e quindi di ottenere ricostruzioni bidimensionali secondo altri piani (ad esempio secondo i piani di maggior sviluppo delle strutture intraorbitarie, come il nervo ottico ed i muscoli del cono) ci consente di scegliere, quale piano originale di scansione, anche un piano diverso da quello neuroculare. Sembra opportuno ribadire la priorità della TC a livello orbitario sia per motivi di ordine tecnico che diagnostico. Tuttavia è evidente la complementarietà di altre metodiche quali la RM in alcune situazioni patologiche ed è facile prevedere come nel tempo l'inesorabile progresso tecnologico consentirà alla RM di guadagnare terreno sulla TC soprattutto in relazione ad una maggiore specificità. Naturalmente entrambe non rappresentano l'unico strumento per risolvere tutte le problematiche cliniche: esse vanno correttamente utilizzate nell'ambito di un processo clinico diagnostico globale.
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Farina, L., L. D'Incerti, M. Grisoli, M. G. Bruzzone, N. Nardocci, G. Zorzi, and M. Savoiardo. "Studio neuroradiologico su 10 pazienti con distrofia neuroassonale infantile." Rivista di Neuroradiologia 10, no. 2_suppl (October 1997): 167. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s269.

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Abstract:
La distrofia neuroassonale infantile (INAD) è una malattia degenerativa ereditaria con esordio nel primo o nel secondo anno di vita e progressivo sviluppo di spasticità, deficit visivo e demenza. La diagnosi si ottiene con biopsia cutanea che dimostra le tipiche alterazioni costituite dagli sferoidi assonali. Presentiamo i dati neuroradiologici di 10 pazienti, 7 maschi e 3 femmine, studiati presso il nostro Istituto tra il 1987 e il 1996. Nove pazienti avevano 1 esame RM e 4 pazienti 2 per un totale di 13 esami RM: 12 erano stati ottenuti con apparecchio 0.5T., 1 con apparecchio 1.5T. Due pazienti hanno anche effettuato 1 esame TC; un paziente è stato sottoposto unicamente ad 1 esame TC. Il reperto più costante è la presenza di atrofia cerebellare riscontata in 8 casi su 10 e sempre associata ad una iperintensità di segnale in T2 della corteccia cerebellare; la cisterna magna e le cisterne intorno al tronco erano ingrandite in 6 casi. In 4 casi era presente un'atrofia del chiasma. Reperti più rari sono stati una iperintensità in T2 dei nuclei dentati (3 casi), della sostanza bianca periventricolare posteriore (2 casi) e del grigio periacqueduttale (2 casi). Nei 2 fratelli è stata evidenziata una iperintensità della porzione mediale dei globi pallidi. Dei 5 pazienti con controlli a distanza 3 mostravano una progressione dell'atrofia cerebellare e 2 nessuna evoluzione. Il dato RM più costante sembra essere quindi l'atrofia cerebellare associata ad una iperintensità in T2 della corteccia cerebellare. L'assenza di questo reperto non esclude peraltro la diagnosi. La coesistenza di un'alterazione dei globi pallidi riscontrata nei 2 fratelli rappresenta probabilmente un aspetto fenotipico diverso della stessa malattia piuttosto che una malattia differente.
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Barrère, Anne. "GATHER THURLER Monica, KOLLY OTTIGER Isabelle, LOSEGO Philippe & MAULINI Olivier (dir.). Les directeurs au travail. Une enquête au cœur des établissements scolaires et socio-san." Revue française de pédagogie, no. 197 (December 31, 2016): 140–42. http://dx.doi.org/10.4000/rfp.5178.

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De Luca, Roberto. "Nuove liste e vecchi candidati: le elezioni politiche e comunali del 2006 in Calabria." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 57, no. 1 (June 30, 2007): 53–84. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-10224.

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Abstract:
Nelle elezioni politiche del 2006, in uno scenario abbastanza scontato per quanto riguarda l’elezione dei rappresentanti in parlamento e, in parte, l’esito dei partiti e delle coalizioni in lizza, fa scalpore in Calabria l’eccezionale risultato della lista dei Consumatori (Codacons) che ottiene un seggio al Senato e percentuali di voto sia alla Camera che al Senato superiori al 5%. D’altra parte anche l’ottimo risultato del Codacons era possibile preventivarlo da coloro i quali conoscono il sistema politico di questa regione ed i suoi attori, la cultura politica e le dinamiche comportamentali dell’elettore e, non ultimo, i possibili effetti del nuovo sistema elettorale. In questo articolo ci si chiede, in via principale, come può nascere un nuovo partito ad estensione territoriale regionale a pochi giorni dalla competizione elettorale nazionale più importante ed avere successo e quali possono essere le precondizioni sia per la nascita di una nuova formazione politica, sia, soprattutto, perché questa riesca a consolidarsi e ad affermarsi. Per fare ciò è necessario ricostruire le vicende che hanno portato alla spaccatura nella Margherita in Calabria, del dissenso maturato da una porzione del partito con i vertici nazionali, con la conseguente costituzione di una nuova formazione. Cercheremo, inoltre, di valutare quanto ha inciso sulla nascita del partito la presenza di un nuovo sistema elettorale di tipo proporzionale con liste bloccate che, se da una parte riconsegna maggiori poteri ai singoli partiti, dall’altra – attraverso il contrasto fra centro e periferia nelle scelte delle candidature - accentua lo stato di profonda crisi del sistema dei partiti messa a nudo dalla ormai lontana epoca di «Mani pulite». Nella cronistoria della nascita di un nuovo partito, non tralasceremo di verificare quali sono gli elementi, o meglio, le variabili di successo a partire proprio dal peso esercitato dagli attori coinvolti. E sul filo della personalizzazione della politica, infatti, che tutta l’operazione della nascita del partito viene portata a termine confidando che l’influenza personale sugli elettori avrebbe prevalso su ogni altra variabile in gioco nella scelta elettorale ed avrebbe, perciò, portato i suoi buoni frutti. Considerato che i principali protagonisti della nascita della nuova formazione sono elementi di spicco dell’establishment regionale (il presidente e un assessore della Regione) andremo ad analizzare quali ripercussioni si sono avute nella conduzione della direzione del governo regionale e, soprattutto, nel rapporto fra i diversi partiti che compongono la maggioranza. Infine, anche per mezzo delle dichiarazioni più o meno ufficiali dei protagonisti, cercheremo di individuare alcuni dei possibili scenari futuri e le prospettive entro cui cerca di collocarsi il nuovo partito.
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Tobia, Valentina, and Gian Luca Marzocchi. "Il benessere nei bambini con disturbi specifici dell'apprendimento e nei loro genitori: uno studio pilota con il questionario sul benessere scolastico - versione per genitori." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (March 2013): 499–517. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-004004.

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Abstract:
Alcuni studi mostrano come alle difficolta scolastiche dei bambini con Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA), si affiancano difficolta di natura emotiva, comportamentale e relazionale, che vanno ad influenzare il benessere psicologico dei bambini stessi e dei loro genitori. In questo articolo vengono analizzati i risultati della somministrazione del Questionario sul Benessere Scolastico-versione per genitori (QBS-G), che valuta diversi aspetti dell'integrazione scolastica dei bambini con DSA e i vissuti dei loro genitori. In questo studio pilota viene misurata la validita della struttura interna del questionario con un'analisi fattoriale confermativa che mostra risultati accettabili; anche i punteggi di omogeneita interna delle singole sottoscale e del punteggio totale danno risultati da sufficienti a ottimi. I punteggi del questionario ottenuti dai genitori di bambini con DSA (n = 164) vengono confrontati con quelli di genitori di bambini con sviluppo tipico (n = 59), mostrando differenze significative. L'analisi del solo gruppo di genitori con figli con DSA evidenzia delle differenze nei punteggi in base al numero di disturbi in comorbilita (sottoscala Valutazione degli apprendimenti) e all'aver preso parte o meno ad un intervento (sottoscala Rapporto con scuola e insegnanti). Nell'articolo vengono discusse le implicazioni del benessere scolastico in relazione alla valutazione e al trattamento dei bambini con DSA. Parole chiave: Disturbi specifici dell'apprendimento, difficolta d'apprendimento, benessere scolastico, genitori. Abstract Few studies reported emotional, behavioural and relational difficulties in children with Specific Learning Difficulties (SLD), associated with a decline in school wellness. Furthermore, children's difficulties also afflict parents' wellness. In this study the results from the first administration of the Questionnaire on the School Wellness-parents' version (QSW-P), are described. The questionnaire's internal structure is analyzed using a confirmatory factor analysis, that showed acceptable fit indices. Furthermore, the validity analysis showed good psychometric properties of the instrument. The scores from the QSW-P administered to parents whose children have a diagnosis of SLD (n = 164) were compared to questionnaires of parents of children with typical development (n = 59): the two groups showed significant difference in some sub-scales of the questionnaire. Analyses run on the SLD group, showed differences in the QSW-P scores based on comorbidity (subscale Evaluation of learning processes) and on taking part in an intervention (subscale Relationship with teachers and school). The results of the QSWP in relationship with assessment and treatment of children with SLD are discussed.
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Cuccaroni, Valerio. "Didattica pandemica. La digitalizzazione forzata della scuola italiana durante l'epidemia da Covid-19." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 1 (August 2021): 59–76. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-001005.

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Abstract:
La pandemia da Covid-19 ha indotto le istituzioni scolastiche italiane a sostituire la didattica in presenza con una varietà di forme di apprendimento online. Per indicare queste forme di e-learning, il governo italiano ha fatto ricorso al termine Didattica a Distanza (DaD) creando un neologismo semantico che denuncia la mancanza di inquadramento storico-pedagogico e di un piano già predisposto, con la conseguente necessità di improvvisare. Come nel resto d'Europa, la maggior parte dei docenti ha insegnato online per la prima volta e ha trasposto a distanza le pratiche tipiche della presenza. Criticata dal movimento nazionale Priorità alla Scuola, con occupazioni di scuole e decine di manifestazioni in oltre 60 città ita-liane, alla fine del primo lockdown la DaD è stata subordinata dal Ministero dell'Istruzione alla necessità di garantire l'insegnamento in presenza, tranne che in situazioni di rinnovata emergenza sanitaria per le quali ogni scuola è stata chiama-ta a elaborare un Piano scolastico per la didattica digitale integrata. In assenza degli spazi necessari, del personale idoneo e dei trasporti sufficienti a garantire la didattica in presenza e in sicurezza, a causa dell'aumento autunnale dei contagi la DaD è tornata al 100% nelle scuole superiori da novembre 2020. In seguito alle denunce degli psichiatri sull'aumento dei ricoveri e del disagio psichico tra gli ado-lescenti, iniziate a gennaio 2021, a cui si sono aggiunti gli allarmi sull'aumento dell'abbandono scolastico, ad aprile 2021 la DaD è stata limitata al 50% in zona rossa e al 70% in zona gialla e arancione, dal nuovo Governo Draghi, dimostrando il fallimento dell'integrazione forzata della didattica digitale ma non rinunciando-vi. Stando ai dati forniti dall'osservatorio Eduscopio della Fondazione Agnelli, chi dovrebbe guidare il delicato percorso di integrazione della didattica digitale nelle pratiche educative abituali, ovvero le ventidue scuole fondatrici del movimento istituzionale delle Avanguardie Educative, promosso dall'Indire, raggiunge me-diamente ottimi risultati soltanto in ambito professionale e tecnico, mentre su 27 indirizzi che preparano all'università solo 13 figurano tra i primi posti della classifi-ca che misura i risultati dei diplomati all'esame di maturità e al primo anno di uni-versità. A fronte di questi scarsi risultati, occorre interrogarsi sullo stretto legame tra INDIRE e imprese private come le multinazionali dell'informatica e C2Group, azienda di riferimento in Italia nel settore, che fornisce ambienti digitali integrati alle scuole ed è sponsor della fiera Didacta, inserita dal MIUR tra gli eventi previsti dal piano pluriennale di formazione dei docenti.
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Andreula, C., and I. Kambas. "Il dolore lombosacrale da ernie discali lombosacrali e patologia degenerativa correlata." Rivista di Neuroradiologia 15, no. 4 (August 2002): 421–30. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500411.

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Abstract:
La patogenesi del dolore lombo-sacrale è ancora motivo di discussione e potrebbe essere sostenuta non solo da fattori meccanici diretti di compressione del disco (protrusione o ernia) sul nervo con conseguente alterazione della guaina mielinica, ma anche da fattori meccanici indiretti generati da stasi venosa e conseguente ischemia delle radici particolarmente sensibili all'ipossia e da fattori infiammatori di tipo immunomediato e di tipo bioumorale legati al disco. La gestione del paziente lombosciatalgico affidata al chirurgo dopo il fallimento della terapia medica, conservativa e fisiatrica ha rivelato che nelle casistiche chirurgiche più equilibrate la percentuale di successo degli interventi per ernia del disco lombosacrale si aggira sul 95–98% a breve termine con un'incidenza di reale recidiva erniaria nel 2–6%, la percentuale di successo scende a distanza fino all' 80–85%, per la comparsa di sintomatologia legata al fallimento chirurgico (Failed Back Surgery Sindrome FBSS), caratterizzata da recidive e/o cicatrici ipertrofiche, con sintomi rilevanti nel 20%, e vera e propria FBSS nel 15%. Tali dati hanno indotto a ricercare sempre nuove tecniche microchirurgiche per ridurre tali risultati indesiderati e contemporaneamente sono state approntate tecniche di trattamento percutaneo secondo procedure intervenzionali (chemiodiscolisi con chimopapaina, con ossigeno-ozono, nucleoaspirazione secondo la tecnica di Onik …) per ridurre al minimo da un lato l' “invasività” chirurgica, e dall'altro le non rare complicazioni di natura infettiva correlate all'intervento. Tutte le tecniche percutanee sono atti medici poco invasivi, con tempi di ospedalizzazione brevi. Il loro approccio extra canale spinale elimina i rischi connessi all'atto chirurgico di cicatrice post-operatoria, spesso responsabile di recidiva di sintomatologia dolorosa. Hanno inoltre il vantaggio di essere ripetibili nello stesso paziente senza precludere in caso di insuccesso il ricorso alla chirurgia tradizionale. Le percentuali di successo riportate da numerose casistiche si aggirano sul 65–75% di risultati ottimi o buoni. Queste procedure interventistiche spinali agirebbero sulla genesi meccanica del dolore riducendo quantitativamente il materiale nucleare, ma non espleterebbero alcuna azione sulla componente infiammatoria di origine radicolare e/o gangliare, talvolta causa autonoma del dolore. Pertanto in corso di trattamento di chemiodiscolisi con miscela di ossigeno-ozono, si è proceduto all'aggiunta di infiltrazione periradicolare e periganglionare con ossigeno-ozono, steroidi e anestetici. Gli autori riportano la loro personale esperienza sull'utilizzo del trattamento di Chemiodiscolisi con nucleoptesi con ossigeno-ozono con infiltrazione periradicolare e periganglionare nelle ernie discali lombosacrali e patologia degenerativa correlata.
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Febi, G., G. Arcidiacono, P. Marchesi, M. Tosetti, and R. Battini. "L'impiego della maschera laringea in anestesia pediatrica per RM." Rivista di Neuroradiologia 13, no. 2 (April 2000): 197–202. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300206.

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Abstract:
Per eseguire un esame di risonanza magnetica (RM) in età pediatrica è necessario “sedare” in sicurezza il bambino per garantirne durante le scansioni I'immobilità e l'omeostasi delle funzioni vitali. Nella ricerca di una metodica che riassumesse caratteristiche di invasività minima, scarsa produzione di inquinamento ambientale e che consentisse un esatto e costante controllo del livello di anestesia e della pervietà delle vie aeree, siamo giunti all'utilizzo della maschera laringea (LMA) abbinato ad anestesia generale inalatoria in respiro spontaneo. In un periodo di 18 mesi 482 bambini non premedicati di classe ASA I-III (5,5 + 4,3 aa; range 1 giorno − 18 aa) affetti da patologie del SNC sono stati sottoposti in sequenza ad anestesia inalatoria con LMA per eseguire una RM cerebrale. Utilizzando un circuito Mapleson “F” modificato allungando le branche inspiratoria ed espiratoria e collegando quest'ultima ad un sistema di aspirazione “Venturi”, l'anestesia veniva indotta, in presenza di un genitore, facendo respirare al bambino alotano a concentrazioni rapidamente crescenti in una miscela gassosa di ossigeno e protossido d'azoto al 50%. Alla scomparsa del riflesso ciliare il. genitore poteva allontanarsi, si provvedeva ad incannulare una vena periferica e quindi si introduceva una maschera laringea di misura appropriata. Utilizzando un monitor amagnetico compatibile con gli alti campi magnetici presenti, si provvedeva quindi a monitorare la saturazione trans-cutanea dell'ossigeno (Sa02), l'ECG, la PA non invasiva, la pressione parziale della C02 di fine espirazione (EtPC02) e la concentrazione sia dell'alogenato che dei gas respirati. Si posizionava poi il bambino all'interno del magnete continuando l'anestesia in respiro spontaneo con alotano a 1,5 della sua concentrazione minima alveolare inibente (MAC) in miscela gassosa di ossigeno ed aria, con un flusso respiratorio minimo di 300 ml/Kg/min. Circa alla metà della durata dell'esame la concentrazione dell'alogenato veniva diminuita a circa 1,0 MAC. Al termine dell'esame si sospendeva l'erogazione dell'alogenato togliendo la maschera laringea alla comparsa dei primi riflessi delle vie aeree superiori. Il piccolo veniva poi adagiato su un lettino di un'altra stanza dove si risvegliava accanto allo stesso genitore che aveva precedentemente assistito all'induzione. In tutta l'esperienza descritta, sia durante l'induzione, che nel periodo intraesame, come al risveglio, non sono stati registrati casi rilevanti di desaturazione, ipotensione, bradicardie, aritmie, convulsioni o altri incidenti clinicamente significativi. Non si è mai constatato rigurgito gastro-esofageo. Questo lavoro durato quasi due anni ci porta senz'altro a concludere che l'utilizzo della LMA con anestesia inalatoria in respiro spontaneo per il paziente in età pediatrica in risonanza magnetica, comporta ottimi risultati in fatto di sicurezza ed efficacia anestesiologica.
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Marin, Francesca. "Il fine vita e l’attribuzione di responsabilità morale / The end of life and the ascription of responsibility." Medicina e Morale 66, no. 5 (December 20, 2017): 617–32. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.510.

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Abstract:
L’odierno dibattito bioetico sulle questioni del fine vita sembra ancora caratterizzato da alcuni nodi problematici in merito alla responsabilità morale. Per esempio, certi approcci di stampo utilitaristico conferiscono a un medico che pratica l’eutanasia la medesima responsabilità morale attribuibile a chi non avvia o sospende dei trattamenti di sostegno vitale. Chiamiamo questo come l’argomento della “sempre uguale responsabilità”. La prospettiva opposta alla precedente riguardo all’attribuzione di responsabilità ritiene invece che vi sia una differenza morale assoluta tra uccidere e lasciar morire. Si definisca tale tesi nei seguenti termini: “mai la medesima responsabilità”. Dopo aver sottolineato come l’argomento della “sempre uguale responsabilità” equipari erroneamente all’eutanasia il non avvio o la sospensione dei trattamenti, l’articolo evidenzia le implicazioni sull’attribuzione di responsabilità derivanti sia dal rifiuto sia dalla difesa incondizionata della distinzione uccidere/lasciar morire. Nello specifico, mentre la tesi della “sempre uguale responsabilità” conduce a un’iper-responsabilizzazione del medico, l’altro argomento (“mai la medesima responsabilità”) ottiene l’effetto opposto, cioè de-responsabilizza l’agente morale. Richiamando altre distinzioni morali, il paper suggerisce quindi un approccio intermedio che distingue da un lato la causa dalle condizioni, dall’altro i doveri negativi da quelli positivi. Infine, attraverso la distinzione tra lasciar morire colpevole e lasciar morire per il bene del paziente, si rileva come in alcuni casi il lasciar morire sia moralmente equiparabile all’uccidere. Di conseguenza, affrontare le questioni del fine vita per attribuire la responsabilità significa confrontarsi con la complessità dell’agire morale, ma, per evitare approcci riduttivi, è necessario mantenere tutte le distinzioni appena menzionate. ---------- Nowadays the bioethical debate on end-of-life issues seems to still be characterized by some problematic interpretations of moral responsibility. For example, within certain utilitarian approaches, the same moral responsibility is ascribed to a physician who practices euthanasia and to another who withholds or withdraws life-sustaining treatments. Let’s call this point of view “the always equal argument”. An opposite approach to the ascription of responsibility emerges from the thesis that there is an absolute moral distinction between killing and letting die. Let’s call this thesis “the never equal argument”. After showing that the always equal argument erroneously describes the act of withholding or withdrawing treatments such as euthanasia, the paper addresses the implications that both a rejection and an unconditional defense of the killing/letting distinction could have in the ascription of responsibility. To specify, it is argued that while the always equal argument calls for an over-responsibility of the physician, the never equal argument leads the agent to take less responsibility for his actions. By referring to other moral distinctions, the paper then suggests an intermediate position that addresses the relevance of the distinctions between cause and conditions and between negative and positive duties. Finally, by the distinction between morally culpable letting die and letting die for the patient’s good, it is argued that in some cases letting die is morally equivalent to killing. Ascribing responsibility at the end of life thus means struggling with the complexity of moral acting, but maintaining all these distinctions is necessary to avoid reductive approaches.
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Fonda, C., and M. Antonello. "Base cranica: Anatomia neuroradiologica della patologia." Rivista di Neuroradiologia 13, no. 3 (June 2000): 307–26. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300303.

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Abstract:
La base cranica si suddivide in tre fosse, l'anteriore (FCA), la media (FCM) e la posteriore (FCP). Numerosi sono i forami che consentono il passaggio di componenti vasculonervose in comunicazione fra strutture endo ed extracraniche. La base cranica deriva da un'ossificazione encondrale a partire dal 40° giorno di gestazione. Dalla notocorda prende origine la cartilagine paracordale che dalla linea mediana si estende alla regione sellare ed ai primi somiti occipitali, derivati da tre rispettivi sclerotomi. Rostralmente e lateralmente alla placca paracordale si sviluppano le cartilagini polari, ipofisarie, dalla cui fusione deriva parte del corpo sfenoidale e la porzione posteriore dell'etmoide. Accanto alla placca cartilaginea mediana cosi formata si sviluppano, in sede paramediana, altre isole cartilaginee che completano la formazione della base cranica. Le metodiche di studio della base cranica sono diverse, dalla radiografia convenzionale, alla TC ad alta risoluzione ed a strato sottile, sia in acquisizione a strato singolo che volumetrica, con visualizzazione per tessuti molli e per osso, sul piano assiale o coronale diretto o attraverso l'impiego di ricostruzioni basate su algoritmi di riformattazione multiplanare o 3D-rendering. La risonanza magnetica, attraverso acuisizioni convenzionali od ad alta risoluzione in proiezioni multiplanari consente un'ottima definizione delle strutture molli ad estensione intra ed extracranica. L'impiego di preimpulsi di saturazione per l'eliminazione del segnale del tessuto adiposo (STIR, SPIR, FAT-SAT) consente di migliorare la visualizzazione delle alterazioni patologiche. La somministrazione di mezzo di contrasto appare necessaria qualora si sospetti un coinvolgimento neoplastico, primitivo o secondario o infettivo. L'angiografia in RM, diretta o contrast enhanced, appare necessaria sia per la valutazione dell'eventuale interessamento estrinseco dei vasi arteriosi e venosi, sia per la valutazione di situazioni malformative vascolari. La patologia della base cranica viene valutata, in primis, secondo criteri topografici. Vengono suddivise lesioni che interessano prevalentemente la fossa cranica anteriore, la fossa cranica media, la fossa cranica posteriore, le strutture delle linea mediana, della loggia sellare e delle logge cavernose. Vengono inoltre suddivise le lesioni ad origine intracranica ed estensione extracranica, le lesioni intrinseche della base e le lesioni extracraniche ad interessamento secondario della base. Tra le prime è compresa la patologia congenita con i cefaloceli della base, le cisti aracnoidee e le cisti dermoidi, la patologia neoplastica primitiva (craniofaringiomi, macroadenomi ipofisari, gliomi ottici, meningiomi e schwannomi). Frequente è la comparsa di lesioni secondarie, in particolare in sede sfenoorbitaria. Più rare le lesioni malformative vascolari (aneurismi, fistole durali, MAV). Tra le lesioni intrinseche della base cranica vengono comprese inoltre i cordomi, i condromi, i sarcomi, gli osteomi e le cisti colesteriniche, le malattie emolinfoproliferative, il rabdomiosarcoma. Sede elettiva trova nella base cranica la displasia fibrosa, la malattia di Paget e l'istiocitosi X. Tra le lesioni extracraniche ad interessamento della base cranica vengono incluse le forme infettive (sinusiti, micosi e l'otite esterna maligna), tra le neoplastiche l'angiofibroma masofaringeo, l'estesioneuroblastoma i carcinomi rinofaringei, e le lesioni secondarie. In tale capitolo vengono incluse altre forme quali la poliposi aggressiva ed il mucocele. L'affidabilità e la sensibilità delle medodiche suddescritte oltrepassa il 98%, laddove la specificità in funzione delle varie sedi ed aspetti morfologici può variare dal 72 al 100%.
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Reis, Adriana Aparecida De Jesus, and Mirian Salvestrin Bonetto. "As Molduras do Decamerone e do Pentamerone." Revista Italiano UERJ 12, no. 2 (July 13, 2022): 19. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.67595.

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RESUMO: Giovanni Boccaccio, ao escrever sua obra-prima Decamerone no Trecento italiano (século XIV), emprega a narrativa-moldura para unir, em um encadeamento sucessivo, suas cem novelle. Procedente da retórica medieval e das narrativas orientais, a narrativa-moldura recebe de Boccaccio uma nova função: passa a integrar efetivamente a obra, tornando-se indispensável para a compreensão do todo. Giambattista Basile, escritor napolitano do Seicento (século XVII), retoma essa estrutura narrativa em sua coletânea de cinquenta contos maravilhosos intitulada Lo cunto de li cunti ovvero lo trattenemiento de peccerille, publicada postumamente entre 1634-36 em língua napolitana pela irmã do escritor. A obra-prima de Basile é também conhecida como Pentamerone ossia la fiaba delle fiabe, título atribuído pelo estudioso e crítico italiano Benedetto Croce em 1925, ao traduzi-la da língua napolitana para o italiano standard, em alusão à organização inaugurada por Boccaccio na Literatura Italiana a fim de tornar o livro napolitano mais conhecido na literatura nacional. Desse modo, em nosso estudo, temos o objetivo de investigar em que medida Giambattista Basile retoma o seu ilustre antecessor florentino, isto é, quais são os diálogos que a moldura do Pentamerone estabelece com a moldura do Decamerone, tendo em vista a diferença de contextos de produção entre ambos os livros.Palavras-chave: Boccaccio. Decamerone. Basile. Pentamerone. Narrativa-moldura. ABSTRACT: Quando scrive il suo capolavoro Decamerone nel Trecento, Giovanni Boccaccio usa il racconto-cornice per unire, in concatenamento, le sue cento novelle. Procedente dalla retorica medioevale e dalle narrazioni orientali, il racconto-cornice ottiene da Boccaccio una nuova funzione: comincia a integrare efficacemente l’opera, diventando indispensabile per la comprensione del tutto. Giambattista Basile, lo scritore napoletano del Seicento, riprende questa struttura narrativa nella raccolta sua costituita da cinquanta racconti fiabeschi ed intitolata Lo cunto de li cunti ovvero lo trattenemiento de peccerille. Quest’opera fu pubblicata dopo la morte di Basile, tra 1634-1636, in lingua napoletana da sorella dello scritore. Il capolavoro di Basile è anche conosciuto come Pentamerone ossia la fiaba delle fiabe, titolo assegnato dallo studioso e critico italiano Benedetto Croce nel 1925, quando lui ha fatto la traduzione dalla lingua napoletana all’italiano, facendo riferimento all'organizzazione inaugurata da Boccaccio nella Letteratura Italiana, affinché potesse diventare il libro napoletano più famoso nella letteratura nazionale. In questo modo, nel nostro studio, abbiamo l’obbiettivo di analisare a che punto Giambattista Basile riprende il suo illustre predecessore fiorentino, cioè, quali sono i dialoghi che la cornice del Pentamerone stabilisce con la cornice del Decamerone, in vista alla diferenza dei contesti di produzione tra entrambi i libri.Parole-chiave: Boccaccio. Decamerone. Basile. Pentamerone. Racconto-cornice. ABSTRACT: When Giovanni Boccaccio wrote his masterpiece Decamerone during the Italian Trecento (14th century), he used the frame story to unite, in a successive chain, his one hundred short stories. A precedent of medieval rhetorics and eastern tales, the frame story received a new role from Boccaccio: it started to effectively integrate the book and became indispensable for the understanding of the whole. Giambattista Basile, Neapolitan writer from the Seicento (17th century), reintroduces this narrative structure in his collection of fifty fairy tales named Lo cunto de li cunti ovvero lo trattenemiento de peccerille, posthumously published in Neapolitan language by his sister between 1634-1936. Basile’s masterpiece is also known as Pentamerone, title given to the book by the Italian scholar and critic Benedetto Croce in 1925, when he translated it to the standard Italian, as a reference to the narrative organization inaugurated by Boccaccio in Italian Literature in order to expand the Neapolitan book’s reach at a national level. Thus, we intend to investigate to what extent Giambattista Basile refers to his illustrious predecessor or, in other words, what kind of dialogue the Pentamerone’s frame story keeps with Decamerone’s, considering the different contexts of production of both pieces.Keywords: Boccaccio. Decamerone. Basile. Pentamerone. Frame story.
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