Academic literature on the topic 'Paesaggio Culturale'

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Journal articles on the topic "Paesaggio Culturale"

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Venturi Ferriolo, Massimo. "Qualitŕ dei paesaggi, qualitŕ delle politiche. Aménager le futur." TERRITORIO, no. 57 (June 2011): 135–39. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057017.

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Abstract:
La Convenzione europea del paesaggio collega il processo di paesaggio al riconoscimento dell'ambito di vita percepito. Il paesaggio č una risorsa da governare per il benessere dei suoi abitanti, con potenzialitŕ propulsive per le culture locali nel variegato patrimonio culturale e naturale dell'Europa. La qualitŕ si dovrebbe affermare in ogni paesaggio indipendentemente dal giudizio estetico: essa č il fattore privilegiato e non la bellezza. Lo sviluppo dell'individuo e la sua affermazione socio-culturale si realizzano grazie ai tre concetti essenziali di benessere, soddisfazione, identitŕ: la vera bellezza di un paesaggio, che č il risultato dell'azione, quindi non astratta. A partire da qui si analizza il rapporto tra qualitŕ dei paesaggi e qualitŕ delle politiche, fondato sul riconoscimento, soprattutto quello dell'appartenenza: una straordinaria occasione democratica.
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김민동. "La Nozione Giuridica Del Paesaggio Culturale." Ilkam Law Review ll, no. 41 (October 2018): 47–72. http://dx.doi.org/10.35148/ilsilr.2018..41.47.

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Vitale, Carmen. "Percorsi di valorizzazione sostenibile del patrimonio culturale e promozione turistica: la disciplina degli itinerari enogastronomici per lo sviluppo dei territori." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 2 (January 2021): 43–61. http://dx.doi.org/10.3280/aim2018-002004.

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Abstract:
Il presente contributo si propone di ricostruire la disciplina degli itinerari enogastronomici, attraverso l'analisi delle fonti regionali, nazionali ed europee per ricostruirne le principali questioni applicative e le prospettive. Come si dirà, gli itinerari eno-gastronomici e più in generale quelli culturali possono diventare un importante strumento di valorizzazione e sviluppo locale, poiché sono in grado di mettere insieme pubblico e privato, turismo, paesaggio e patrimonio culturale.
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Journals, FrancoAngeli, and Massimiliano Grava. "Dalle fabbriche ai nuovi spazi dell' innovazione: transizioni socio-economiche e mutamenti dei paesaggi della produzione." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 4 (December 2021): 45–72. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa4-2021oa12959.

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Abstract:
Il presente contributo si pone l'obiettivo di combinare l'analisi dei cambiamenti urbani generati dalle dinamiche di transizione socio-economica con lo studio delle trasformazioni di spazi industriali e l'emergere di segni e significati riconducibili ai nuovi paesaggi dell'innovazione. Partendo dagli approcci evolutivi applicati in campo geografico e adottando alcune chiavi di lettura di matrice storico-culturale elaborate dalla letteratura sul paesaggio, il lavoro ricostruisce la storia dei processi di industrializzazione, di abbandono e di recupero che hanno riguardato tre aree industriali, situate in contesti urbani di piccolee medie dimensioni della provincia di Pisa, e la loro trasformazione in luoghi dell'università, della cultura, dell'imprenditorialità high-tech. Oltre alla trattazione dei contenuti progettuali e del ruolo dei soggetti convolti, l'articolo mira ad evidenziare le nuove forme di materialità collegate ai paesaggi dell'innovazione e le interconnessioni con le tendenze di sviluppo post-fordista e le strategie promosse a livello locale.
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Tolusso, Emiliano, Andrea Marini, and Luca Bonardi. "Dal racconto al paesaggio. La narrazione come strumento progettuale nel recupero degli spazi agricoli di versante (Valtellina, Alpi centrali)." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 1 (March 2022): 60–80. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13367.

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Abstract:
Contemporaneamente all'emersione di progetti di recupero del suo patrimonio storicoculturale, il paesaggio terrazzato della Media Valtellina di Tirano (Alpi centrali, Lombardia) ha negli ultimi anni guadagnato una posizione centrale nel discorso pubblico, sia a livello regionale che a quello, transfrontaliero e internazionale, della macroregione alpina. Tali progetti si focalizzano soprattutto sul restauro del patrimonio rurale, permettendone un nuovo impiego come substrato per la conduzione di attività agricole e turistiche, spesso integrate. Avvalendosi di interviste narrative con una serie di informatori chiave, sviluppate nell'ambito del progetto "Emblematici", l'articolo esplora, tramite un approccio qualitativo, la cultura contemporanea del terrazzamento in una regione fortemente contrassegnata dalla sua presenza. Questioni legate alla dimensione simbolica e culturale del terrazzamento si accompagnano a interrogativi riguardo al lavoro quotidiano, alle prospettive future di sviluppo dell'agricoltura locale e al ruolo dell'abbandono nella formazione del paesaggio culturale.
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Nuti, Lucia. "Le alterne fortune dell'acqua nella storia del territorio." STORIA URBANA, no. 125 (April 2010): 5–9. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125001.

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Abstract:
Questa nota introduttiva propone alcune riflessioni sulla presenza dell'acqua nel paesaggio della Toscana e sulle sue variazioni nel corso dei secoli. Momenti di forte espansione dell'acqua nelle sue diverse forme, acque vive,morte,naturali, artificiali,navigabili o di deflusso, si sono alternati a momenti di regressione in favore delle terre coltivate. Nell'attuale clima culturale sembrano risorgere le fortune dell'acqua ed i piani di recupero urbano e territoriale le assegnano un ruolo attivo come componente del paesaggio e si torna a invocarne la presenza anche nei luoghi da cui č stata tenacemente estromessa.
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Dal Santo, Raul, and Lucia Vignati. "Ispirare il futuro del paesaggio culturale: il caso Parabiago." TERRITORIO, no. 82 (December 2017): 114–19. http://dx.doi.org/10.3280/tr2017-082021.

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Consiglio dei Ministri (book author), Presidenza del, Dipartimento per gli Affari Regionali (book author), Dipartimento per l' Informazione e l'Editoria (book author), and Lydia M. Rende (review author). "Italia, territori, culture. Profili del paesaggio culturale italiano, regioni, simboli." Quaderni d'italianistica 25, no. 2 (June 1, 2004): 158–59. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v25i2.9204.

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Inoue, Noriko, and Olimpia Niglio. "Paesaggio culturale e turismo sostenibile sull'isola di Hirado in Giappone." TERRITORIO, no. 85 (September 2018): 154–61. http://dx.doi.org/10.3280/tr2018-085018.

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Mussinelli, Elena, and Raffaella Riva. "Ecomusei e musei di comunità per la valorizzazione del paesaggio culturale." TERRITORIO, no. 82 (December 2017): 78–86. http://dx.doi.org/10.3280/tr2017-082018.

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Dissertations / Theses on the topic "Paesaggio Culturale"

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Fregona, Laura <1987&gt. "Il fiume Piave come paesaggio culturale Unesco." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12935.

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Abstract:
Da tempo il Fiume Sacro alla Patria è oggetto di studio per essere inserito all'interno dei siti Patrimonio Mondiale UNESCO. Cogliendo la proposta del dott. Giuliano Vantaggi, responsabile del Comitato Piave UNESCO proponente la candidatura, si è deciso di dedicare uno studio ad hoc che vada ad integrare ed approfondire la proposta di riconoscimento del fiume come paesaggio culturale. Con il seguente elaborato si analizzano le attività che hanno caratterizzato l’economia del fiume, il suo sviluppo artistico ed il suo contesto storico. Particolare attenzione è riservata al concetto di “paesaggio culturale UNESCO” del quale si riportano alcuni emblematici esempi di siti fluviali patrimonio dell’umanità. A conclusione del lavoro si segnalano i potenziali competitors che possono inficiare la candidatura del fiume Piave.
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Borzani, Patrizia. "Dinamiche spazio-temporali di un paesaggio culturale. Un'analisi cartografica." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2263/.

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CICALA, Federica. "NUOVI SISTEMI DI GESTIONE E STRATEGIE DI SVILUPPO PER IL PAESAGGIO CULTURALE DELL'AREA MEDITERRANEA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2022. https://hdl.handle.net/10447/564180.

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Bocci, Monica. "Le dimensioni della sostenibilità del paesaggio: patrimonio culturale e risorse ambientali." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2008. http://hdl.handle.net/11566/242396.

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DI, FELICE Giuseppe. "Il paesaggio culturale delle vie della transumanza. Conservazione e riuso a fini turistici." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2018. http://hdl.handle.net/11695/84817.

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Abstract:
La tesi ha come oggetto di analisi il paesaggio dei tratturi molisani nella sua dimensione culturale, sia per il significato che queste vie verdi hanno nella memoria storica del territorio sia per il valore ad esse attribuito dalle comunità locali nei processi di territorializzazione. Il paesaggio della transumanza come oggi percepito viene assunto nella ricerca come il risultato delle trasformazioni del territorio e fine per la definizione di nuovi immaginari e nuove territorializzazioni, anche di tipo turistico. La ricerca comprende una parte teorica e una parte applicativa; la prima concentrata sulla definizione di un metodo di analisi geografica delle vie della transumanza e sulla pertinenza degli oggetti di studio: i gradienti climatico-vegetazionali da cui sono originate, le dinamiche socio-spaziali che le hanno tradizionalmente interessate, le forme di mobilità a cui hanno dato luogo; la seconda propone un modello di ricostruzione virtuale con rendering 3d del paesaggio simbolico della transumanza a fini di valorizzazione per un turismo lento delle vecchie vie d’erba. Il contesto territoriale indagato è quello dell’Italia centro-meridionale orientale, influenzato da particolari forme di organizzazione spaziale e di pratiche sociali fondate su precise identità culturali. La ricerca è comunque focalizzata sul territorio del Molise e, più in dettaglio, su un’area dell’Alto Molise particolarmente interessata da progetti di conservazione del paesaggio: quella della riserva MaB (Man and Biosphere) dell’Unesco “Collemeluccio-Montedimezzo”. L’analisi condotta ha riguardato i diversi fattori geografici di questa pratica di grande interesse socio-spaziale, da quelli legati al rilievo e al clima per arrivare a quelli connessi agli assetti territoriali e ai riflessi paesaggistici della gestione della transumanza. A una prima parte teorica e di inquadramento storico-geografico segue una seconda parte di analisi del sistema della transumanza con riferimento al territorio oggetto di studio e una terza parte sulla valorizzazione del paesaggio della transumanza attraverso strumenti di rendering virtuale. Temi di interesse sono risultati l’organizzazione istituzionale del territorio da parte della Dogana della Mena delle pecore di Puglia; le pratiche spaziali della transumanza in termini di flusso-riposo-sosta; le migrazioni stagionali dei locati; l’uso del suolo e conflitto agricoltura-pastorizia per l’attribuzione dei terreni. La ricerca ha cercato di fare emergere una possibile chiave interpretativa del paesaggio culturale della transumanza tale da potere essere alla base di una sua valorizzazione come paesaggio simbolico del Molise. Il paesaggio della transumanza, assunto nella ricerca come il risultato delle trasformazioni del territorio, è dunque diventato fine per la definizione di nuovi immaginari basati sull’incontro fra una domanda potenziale di turismo sempre più attenta al genius loci e una presenza di patrimonio identitario legato alla transumanza dotato di un grande potenziale inespresso. Il modello di ricostruzione del paesaggio della transumanza della fase finale della ricerca è stato pensato anche come strumento di promozione turistica dell’area MaB, che potrebbe arricchire l’offerta di questo territorio facendo conoscere – a partire dalle tracce attuali – quel paesaggio culturale della transumanza che può essere meglio riconosciuto e valorizzato con strumenti di ricostruzione virtuale basati su una approfondita ricerca geo-storica.
The research analyzes cultural landscape aspects of transhumance routes with the aim to highlight the values set down by the local communities in the processes of territorialization and historical memory. The landscape of transhumance, as today perceived, has been assumed in the research as the result of the transformation of the territory, becoming a means in the definition of new imaginaries and new territorialization paths, including those driven by tourism. The research includes two approaches: theoretic and applicative; the first defines a method of geographical study to analyze transhumance routes and pertinent objects: climate and vegetation gradients, socio-spatial dynamics, type of mobility; the second part proposes a 3d virtual reconstruction of the transhumance landscape for slow tourism purposes. The area investigated is located in Central-Southern Italy, in a context influenced by particular forms of spatial organization and social practices based on specific cultural identities. The field research is focused in the area of “Alto Molise”, a territory extremely interested by landscape conservation projects, one of them is the "Collemeluccio-Montedimezzo" UNESCO MaB reserve (Man and Biosphere). The analysis concerned the study of the different geographical factors of the trashumance practice, from relief and climate to territorial infrastructures, and the landscape output of the transhumance network management. After a theoretical part, the second part of the thesis deals with a historical-geographical analysis and focuses on the transhumance system referred to the territory examined, the third part of the thesis is dedicated to the enhancement of the transhumance landscape through virtual rendering tools. The most relevant topics concern: the administrative organization of the territory managed by the Dogana della Mena delle pecore di Puglia; the spatial practices evaluated in terms of flow-rest-stop of the flocks; the seasonal migrations of the “locati”; the land use and the conflicts between agriculture and sheep breeding. The research seeks to bring out a possible interpretative key to the cultural landscape of transhumance that could become a base for its enhancement as a symbolic landscape of Molise. The landscape of transhumance, assumed in the research as the result of the transformation of the territory, then becomes a means for the definition of new imaginaries which are based on the link between potential tourism demand, increasingly interested in the search for genius loci, and the presence of cultural heritage strongly connected to transhumance history. The model of reconstruction of the transhumance landscape, in the last part of the research, has also been thought of as an instrument for promoting tourism in the MaB area, which could enrich the offer of this territory increasing the knowledge of the transhumance cultural landscape, starting from current trails. The use of virtual landscape reconstruction, based on accurate geo-historical research, could improve the recognition of these ancient routes and promote the enhancement of the cultural landscape of transhumance.
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PINNA, ANDREA. "Paesaggio e turismo culturale. Verso scenari di valorizzazione dei sistemi insediativi storici della Sardegna." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2019. http://hdl.handle.net/11584/261284.

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Abstract:
It is a common opinion that the greater consequences of tourism are related to the physical environment deterioration, through the developer plans on the coasts, the pollution or the consumption of natural resources. Actually, the phenomenon presents much more complex issues that, also in the field to cultural heritage, affect many disciplinary sectors, such as economics, sociology, psychology, and so on. Thus, the general objective of the research is the study and development of sustainable tourism models that can favour the protection and enhancement of the historic landscape, through the study of the Sardinian case. This case study is representative of all those peripheral areas that see tourism as a potential factor for economic development, but which have difficulty in promotion of effective tourism models. The objects of the research are landscape and tourism. The former, according to its modern concept, is the object that better represent the cultural heritage in a holistic, dynamic and relative perspective. Tourism, because of its nature, is a multidisciplinary phenomenon that needs to be faced according the point of view of different research fields, in order to understand all the dynamics that interact between heritage and tourism. In order to synthetize these complex and multidisciplinary notions, and to integrate the different disciplinary approaches, the research reinterprets the Rieglian analysis of values. Riegl’s values are, as we will see, both a theoretical basis and a fundamental component for the methodology. Three main tasks constitute the methodology. The first one aims to contribute to the construction of knowledge in the field of historic conservation and, at the same time, to build up a set of information which is useful for the next methodological steps. It is based on the concept of land as a palimpsest, thus the goal is to read the landscape through its historic layers, and understand two of the three components of landscape, the holistic and dynamic ones. The second methodology is based on the analysis of values, and it aims to deepen the third component of landscape, related to its individual perception as perceived by different people. On the basis of the latter step results and on the heritage classification, the research can finally intervene on intensity and diversity of historic systems and suggest the corresponding guidelines for the protection and enhancement of cultural heritage: a low diversity index should bring policies toward an enhancement strategy, a medium index to reinforcement measures and, finally, a high index to a maintenance approach. Obviously, measures must be evaluated case by case, but the methods could represent an important support tool for the decision-making process. All this course of the research aims to lead to an antifragile and ‘good’ tourism, that means that touristic models have to favour a diversified cultural offer, to share activities between locals and visitors, to not create a fashionable and global-style destination, to develop territorial rather than touristic policies (thus accessible both to locals and tourists), to integrate strategies with local economic structures and activities. So, the work ends up with the exposition of a few touristic opportunities that could foster these aspects, in order to integrate the results of the methodological approach. In conclusion, the work is a contribution to the field of historic conservation referring to the issue of tourism and its influence for cultural heritage. The aim was to develop ideas, measures, strategies in order not to preserve in a passive or static way landscape and heritage, but to consciously guide the process of transformation due to the impact of the touristic sector, avoiding as much as possible the negative effects and favouring, at the same time, the positive factors.
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Greco, Elena. "Il Paesaggio Urbano come Bene Culturale : Il dibattito in Italia e in Francia, 1945-2015." Thesis, Rennes 2, 2016. http://www.theses.fr/2016REN20022/document.

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Abstract:
La recherche vise à retracer les origines de la notion de «paysage urbain» dans le débat sur la protection des villes historiques dans la deuxième partie du XXe siècle. Elle procède à une analyse comparée entre l'Italie et la France, dont le système juridique est caractérisé par la protection publique du patrimoine. L'analyse couvre les axes suivantes: la généalogie du terme, les variation de la notion et ses relations avec les théories relatives à la protection de la ville historique; le développement du système législatif et ses connexions possibles au débat culturel; la relation entre le débat théorique et les pratiques d’urbanisme. Cette dernière question est analysée au moyen de deux cas d’étude, Turin et Lyon. Ces deux enquêtes ont été rendues possibles par des fonds d'archives. La reconstruction du débat théorique et de l’élaboration d’un appareil législatif repose, quant à elle, sur un corpus constitué par les principales revues professionnelles italiennes et françaises.Bien que les débats français et italiens des décennies d’après la Seconde Guerre mondiale aient élaboré un concept de paysage urbain comme patrimoine particulièrement intéressant, ils ne sont pas parvenus à être traduits dans des dispositions législatives substantielles. La protection et la mise en valeur du paysage urbain demeurent des questions ouvertes. La notion de paysage urbain en tant que patrimoine doit encore être théorisée, au moins sur le plan législatif.Cette étude tente de contribuer à cette conceptualisation
This study aims to trace the roots of the notion of “urban landscape" within the debate on the protection of historic citiesduring the second half of the 20th century. The analysis is carried out through a comparison between Italy and France, whose legal systems are characterized by the public protection of cultural heritage.The analysis covers three main areas: the genealogy of the concept of urban landscape, its variations, and its relation with the theory of the historic centre; the development of legislation and its connection with the cultural debate; the outcomes in urban planning practice. To analyse the theoretical debate on urban landscape the main sources include the most important Italian and French professional periodicals. Urban planning outcomes are analyzed through two case studies on Turin and Lyon, developed by archive research. Although the French and Italian discourses of the post world war II decades have been particularly interesting for the cultural elaboration about preservation and promotion of urban heritage, both Italian and Frenchnotions of urban landscape didn’t succeed in reaching substantial outcomes in term of legislation.The preservation and promotion of urban landscape are still open questions, and the concept of urban landscape as part of cultural heritage is still to be theorized, at least on a legislative level.This study attempts to contribute to this conceptualization
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Gilardi, T. "LA COMPLESSITÀ DEL PAESAGGIO DELLE CINQUE TERRE: SEGNI MATERIALI, SIGNIFICATI CULTURALI E INTERPRETAZIONI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/311978.

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Abstract:
Il presente lavoro studia il paesaggio delle Cinqueterre con un approccio umanistico nel tentativo di comprendere quali esperienze collaborano a modificarne la percezione. Per questo scopo è stata realizzata una ricerca bibliografica relativa alle diverse interpretazioni del paesaggio e si sono messe in evidenza le criticità relative alle sue implicazioni con il concetto di identità. Quindi è stata realizzata una ricerca sul campo che ha visto l'elaborazione di dati raccolti in circa 350 questionari. I risultati della ricerca sono stati principalmente due: uno relativo al peso delle esperienze paesaggistiche maturate nel corso della vita degli intervistati; l'altro relativo al peso delle esperienze paesaggistiche in corso.
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Zilioli, Diana Maria <1982&gt. "Dalle aree protette ai luoghi dimenticati : suolo e paesaggio nell’evoluzione del mosaico paesistico culturale del bellunese." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1203.

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Abstract:
Oggetto della tesi è lo studio del suolo quale indicatore dei cambiamenti indotti dall'uomo sul paesaggio montano (Belluno, Veneto, Dolomiti). Attraverso il rilevamento sono stati individuate all’interno di diversi sistemi terrazzati, diverse unità di paesaggio. Per ciascuna, sono stati scavati e campionati profili pedologici rappresentativi delle diverse tipologie di uso del suolo individuate (prati falciati, boschi e terreni agricoli). L’indagine delle proprietà e delle caratteristiche ecosistemiche ha permesso di valutare gli effetti dei cambiamenti d’uso del suolo sull’ecosistema e sul paesaggio. All’interno degli ambienti terrazzati sono state identificate diverse fasi di degrado: • degrado assente (prato falciato o coltivato); • degrado moderato (progressivo rimboschimento naturale); • degrado elevato (boscaglia disetanea non gestita). L’indagine delle proprietà pedologiche dinamiche e dei processi innescati dai cambiamenti d’uso del suolo, si è rivelata molto utile per valutare le conseguenze dell’abbandono dei territori montani sul suolo e sull’ambiente.
The thesis deals with the study of soils as a target of human-induced landscape changes in a typical mountainous area, in the Dolomites region (Italy). A general soil survey allowed identification of different landform units in terraced soil systems. Representative soil profiles under different vegetation cover (meadows, forest and agricultural land) were opened and sampled for routine analyses. Selectde soil and environmental factors both chemical and bio-chemical allowed assessment of the consistent effects of land use change on soils and soilscapes. Different evolutionary stages were recorded in the changing terraced landscape: • little degradation under permanent meadow; • moderate degradation under forest; • high degradation under abandoned forest. Dynamic soil properties, and the processes involved, proved greatly useful to understand environmental transformation mechanism and to assess possible consequences of land abandonment on soils and the whole environment.
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Sbrissa, Beatrice <1995&gt. "Il riconoscimento delle colline del Prosecco come sito UNESCO: possibilità e responsabilità di un paesaggio culturale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18669.

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Abstract:
L'elaborato si propone di analizzare le fonti giuridiche di varia estensione in materia di tutela del paesaggio, la nascita e lo sviluppo della categoria di paesaggio culturale nella normativa internazionale e una presentazione dei luoghi italiani riconosciuti con questo titolo, in particolare paesaggi vitivinicoli il cui ultimo ingresso vede le colline del Prosecco.
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Books on the topic "Paesaggio Culturale"

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Il paesaggio culturale. Bologna: Pàtron, 1986.

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Rosaria, Nappi Maria, Italy. Ufficio centrale per i beni ambientali e paesaggistici., Piedmont (Italy), and Colloquio Il paesaggio culturale nelle strategie europee (1996 : Turin, Italy), eds. Il paesaggio culturale nelle strategie europee. [Napoli]: Electa Napoli, 1998.

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Il paesaggio culturale astigiano: La festa. Asti: Omnia, 2009.

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Capurro, Rita. Milano, ritratto di una città: Il paesaggio culturale. Cinisello Balsamo, Milano: Silvana editoriale, 2020.

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5

Rita, Colantonio Venturelli, and Müller Felix 1954-, eds. Paesaggio culturale e biodiversità: Principi generali, metodi, proposte operative. [Firenze]: L.S. Olschki, 2003.

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Rome (Italy). Assessorato alla cultura. and Palazzo delle esposizioni (Rome, Italy), eds. Il paesaggio culturale: Aspetti dell'esperienza nordica nell'arte, 1890-1990. Roma: Edizioni Carte segrete, 1992.

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7

Il paesaggio multiculturale: Immigrazione, contatto culturale e società locale. Milano: FrancoAngeli, 2008.

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Gisotti, Maria Rita. L'invenzione del paesaggio toscano: Immagine culturale e realtà fisica. Firenze: Polistampa, 2008.

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Morisi, Massimo, ed. 'Guardare' il paesaggio. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-976-4.

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Abstract:
Il volume è frutto di una ricognizione delle esperienze e delle avvertenze utili alla creazione di un osservatorio del paesaggio in Toscana e alle definizioni delle modalità reticolari e interattive che questo può assumere ai fini della propria efficacia operativa. L’analisi si è svolta nell’ambito del processo di formazione del Piano Paesaggistico della Regione Toscana e della collaborazione che questa ha promosso con il Centro interuniversitario di Scienze del territorio. Partendo dall’esame dei modelli organizzativi e funzionali che caratterizzano le principali esperienze europee e italiane, nella pluralità dei contesti normativi, delle forme di pianificazione e regolazione paesaggistica e delle pratiche di mobilitazione culturale e associativa delle popolazioni di riferimento, vengono formulate alcune ipotesi di lavoro calibrate sulla situazione toscana.
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Ercolini, Michele, ed. Fiume, paesaggio, difesa del suolo. Florence: Firenze University Press, 2007. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-8453-549-8.

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Abstract:
Nei giorni 10 e 11 maggio 2006 si è tenuto a Firenze, presso l'Aula Magna del Rettorato, il Convegno internazionale sul tema "Fiume, paesaggio, difesa del suolo. Superare le emergenze, cogliere le opportunità". L'input culturale e scientifico di tale iniziativa (promossa ed organizzata dal Dottorato di Ricerca in Progettazione Paesistica – prof. Giulio G. Rizzo, dott. Michele Ercolini – e dal Master in Paesaggistica – prof. Guido Ferrara – dell'Università degli Studi di Firenze), vale a dire il tentativo di trasformare un "sistema di esigenze" (riconducibile a necessità di difesa del suolo) in un "sistema di opportunità" per la progettazione di "nuovi paesaggi", ha contraddistinto la maggior parte delle relazioni presentate nelle due giornate di lavoro ed inserite nel presente volume.
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Book chapters on the topic "Paesaggio Culturale"

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Giorgi, Pamela. "“Paesaggi della Memoria. Laboratorio didattico tra passato della Resistenza e presente”. Per un uso delle fonti nella pratica didattica." In Raccontare la Resistenza a scuola, 53–60. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-650-6.08.

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Abstract:
The paper aims at describing some topics linked to the use of sources in didactical practises, almost of all in didactics of history. It underlines their relevance for didactic practises, as technology makes possible to use cultural patrimony as a didactic tool. Hence, relationship between scholars, archivists, school and territory wqill be enforced. This huge possibility to enlarge the traditional scholastic space will let possibile us to think about how digital cultural patrimony could be used, as well how we can modulate our language, first of all,Public history ones.
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Guarini, Paola, Francesca R. Castelli, and Raffaella Gatti. "UNA PASSEGGIATA TRA LE CASE, LA RUPE E LA CITTÀ-PAESAGGIO." In Flaminio Distretto Culturale di Roma, 114–31. Quodlibet, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv160btd4.7.

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Cerrina Feroni, Caterina. "La dimensione culturale-identitaria di paesaggio Uno sguardo giuridico comparato." In Sapere l’Europa, sapere d’Europa. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-562-9/007.

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Abstract:
The essay investigates the connection between the cultural dimension of landscape and the judicial evolution of this topic within some European judicial systems. The comparative approach underlies differences both in terms of landscape discipline and in evaluation of cultural aspects related with national identity, with some similarities among Neolatin and German meanings. In this diversified context the relevant international legislation constitutes a benchmark, in particular thanks to the provisions of the European Landscape Convention which defines the landscape focus on the perceptions of the populations who live it. More ambiguous are the provisions of the Faro Convention on the Value of Cultural Heritage for Society, although the ratification marks the recognition of cultural heritage as a factor for sustainable growth, human development and quality of life by introducing the “right to cultural heritage”.
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Fabio Bianconi and Marco Filippucci. "Digital Draw Connections. La sfida culturale della rappresentazione della complessità e contraddizioni nel paesaggio." In CONNETTERE - UN DISEGNO PER ANNODARE E TESSERE · CONNECTING - DRAWING FOR WEAVING RELATIONSHIPS. FrancoAngeli srl, 2020. http://dx.doi.org/10.3280/oa-548.164.

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Oddi, Roberta Francesca. "I piloni votivi nella Val Sangone Un’eredità culturale e identitaria per l’identificazione del paesaggio storico." In Sapere l’Europa, sapere d’Europa. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-562-9/011.

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Abstract:
Twenty years after the signing of the European Landscape Convention, the need to recognise and protect the identity values of local communities in Italy is becoming increasingly consolidated in the collective consciousness. In particular in Piedmont, scattered in the Val Sangone, votive pylons stand out as important elements of popular culture: guardians of a religious semantics deeply rooted in local communities, dedicated to Marian worship but also to the memory of historical events, they retain the essence of local values and stand as a vestige of the historical landscape that needs to be valued and protected.
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Raffa, Alessandro. "Paesaggi marginali nel paesaggio culturale UNESCO delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene Per una topografia della resilienza al cambiamento climatico." In Sapere l’Europa, sapere d’Europa. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-562-9/028.

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Abstract:
This paper begins with a discussion on the potential of the cultural landscape of the Colline del Prosecco to play an experimentative role in climate-resilience, and presents a research project that looks at the marginal areas in this UNESCO Buffer Zone as spaces that could play a decisive role in climate change adaptation strategies. By means of field explorations and meetings with the residents, it has been possible to identify a set of sample areas that model a potential operative topography for local groups and communities to elaborate shared resilient adaptation scenarios.
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Pepe, Carla. "Contesto archeologico e paesaggio:." In Conexiones Culturales y Patrimonio Prehistórico, 98–104. Archaeopress Publishing Ltd, 2023. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv37c06c2.11.

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Zanetti, Melania. "Biblioteche e archivi tra valorizzazione e tutela." In Dalla tutela al restauro del patrimonio librario e archivistico. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-215-4/011.

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Abstract:
Italian Regions were responsible for the safekeeping of historical library holdings from 1972 to 2015, when a State law returned such duties to the State. However, that law did not provide for specific training of the officials on the subjects they are supposed to deal with. The paper focuses on some of the critical issues deriving from that institutional reform, which has had a negative impact on the preservation and conservation activities that, in accordance with the Italian legislation (Codice dei beni culturali e del paesaggio), play an important role in the protection of our cultural heritage.
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Benetti, Francesca. "Paesaggio, pianificazione, partecipazione: una prospettiva archeologica." In Sapere l’Europa, sapere d’Europa. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-562-9/018.

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Abstract:
In Italy, the management and protection of historic landscapes are regulated though a variety of tools, i.e. planning regulations and cultural heritage law, at different levels (from local to regional and national). Within this framework, this paper focuses on cultural heritage law, and in particular on the definition of the ‘zones of archaeological interest’ (art. 142, comma 1, letter m of the d.lgs. 42/2004). The common juridical interpretation of this sentence is compared to the theories at the basis of landscape archaeology. Adopting an archaeological perspective in landscape management could facilitate a participatory approach encouraged by the European Landscape Convention, as exemplified by some recent experiences.
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"Front Matter." In I Nebrodi nell’antichità: Città Culture Paesaggio. Archaeopress Publishing Ltd, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvr00xn3.1.

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Conference papers on the topic "Paesaggio Culturale"

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Ragosta, Annamaria, and Bianca Gioia Marino. "Close to the volcan. Knowledge, conservation and enhancement of a Vesuvian vernacular heritage." In HERITAGE2022 International Conference on Vernacular Heritage: Culture, People and Sustainability. Valencia: Universitat Politècnica de València, 2022. http://dx.doi.org/10.4995/heritage2022.2022.15377.

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Abstract:
Nell'area circostante le pendici del vulcano è individuabile un reticolo storico di architettura rurale creato dalla nota fertilità del suolo vesuviano. Il terreno, ricco di minerali per la natura piroclastica del sito, ha favorito fin dall'epoca romana la costruzione di strutture agricole, più o meno concentrate in aree dove la natura impervia del suolo consentiva un proficuo insediamento per la coltivazione. La rete di tali esempi di architettura vernacolare, situata entro i confini del Parco Nazionale del Vesuvio, è ancora oggi visibile, seppur frammentata e in stato di abbandono. Una ricerca in corso ha permesso di effettuare una prima rigorosa indagine. Tali edifici sono espressione di criteri distributivi coerenti con la loro funzione e rappresentano lo stretto rapporto tra tipologia insediativa e territorio. Questa particolarità si riflette fortemente nelle tecniche costruttive e rappresenta anche la testimonianza materiale di un particolare savoir-faire edilizio tramandato nei secoli. Vengono utilizzati materiali prelevati dal sito (es. lave, schiuma lavica, lapilli, pomice, ecc.) e sebbene non vi sia un'esatta estrazione della pietra, esiste la tecnica 'a cantieri' con una malta forte come legante. La tipologia è diversificata: dal piccolo presidio all'edificio disposto su due livelli, talvolta turriti, a seconda dell'impegno produttivo e colturale. A differenza delle masserie tradizionali poste più a valle, già oggetto di una notevole storiografia, questi casi di architettura rurale posti più a monte non sono mai stati oggetto di indagine sistematica. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli.
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Pugliano, Antonio. "Il restauro per la valorizzazione di architetture e siti da conservare: studi per la fruizione del paesaggio culturale italiano: il caso di Ostia." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8003.

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Abstract:
La memoria riguarda un’iniziativa sviluppata nell’Università Roma Tre, con il MiBACSoprintendenza Speciale ai Beni Archeologici di Roma e con l’Ordine degli Architetti di Roma. L’iniziativa, sostenuta dal valente Soprintendente Anna Maria Moretti e dall’eccellente direttore della Sede di Ostia, Angelo Pellegrino, mira alla costituzione di un sistema di azioni integrate di ricerca e formazione per la documentazione, la conservazione e la gestione del contesto ambientale, naturale e antropico, del territorio sud-occidentale di Roma, sino alla costa. Ivi si indagano le peculiarità dei siti individuando e caratterizzando possibili attrattori materiali e immateriali, da utilizzare come gli elementi eloquenti di una ricomposizione storica e antropologica del territorio utile al turismo di qualità, chiamato a giocare il ruolo di motore di crescita per l’economia locale. Il suddetto sistema si fonda su attività conoscitive e progettuali svolte da archeologi e architetti, assieme, nel contesto didattico del Laboratorio di Restauro 2M della Facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre. Il prodotto degli ultimi anni, tanto della didattica svolta soprattutto sul campo, quanto della ricerca applicata, è un modello di piattaforma digitale attraverso la quale sono state ordinate le informazioni necessarie alla pianificazione delle iniziative di tutela e alla gestione della manutenzione, del restauro, della valorizzazione.
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Lutzoni, Leonardo. "Paesaggi in divenire: la territorialità attiva dei nuovi abitanti: il caso di Luogosanto in Alta Gallura." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7998.

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Abstract:
Il paesaggio urbano contemporaneo, governato dal movimento e dalla trasformazione, produce disorientamento. La velocità delle reti assorda la città, lacera e segmenta la campagna e il binomio oppositivo urbano/rurale non si presenta più in quanto tale. In diverse aree del nostro paese, però, in particolare lì, dove la rete dei flussi e delle infrastrutture, del mercato e dell'economia globale, che alterano la fisionomia locale della città e del territorio, si dirada, si nascondono dei territori meno illuminati, spazi aperti, di rallentamento, di silenzio, di sopravvivenza di campagna e agricoltura, di resistenza alla crescita lineare e senza senso dell'urbanizzazione (Lanzani, 2011, pag. 20). Sono territori densi di natura e di storia nei quali si stanno verificando fenomeni emergenti, indizi, che disegnano le traiettorie per una prospettiva di cammino differente, ormai necessario, anche per la pianificazione urbanistica contemporanea: nuove forme dell'abitare, dinamiche di insediamento neo rurali, nuove economie legate alla terra, processi di riterritorializzazione, rielaborazione del rapporto tra uomo e natura, una vera e propria svolta etico-culturale. Partendo dalla consapevolezza di vivere ed agire in un delicato equilibrio “sistema-mondo” a cui ogni realtà locale è connessa, nell’articolo si analizza il fenomeno dei nuovi abitanti a Luogosanto, piccolo Comune dell’Alta Gallura, in Sardegna. Fenomeno che richiede un'impostazione metodologica basata sull'osservazione attenta, infatti, si tratta, in buona sostanza, di associare un’analisi più generale a un’indagine di dettaglio che può arrivare addirittura alla ricerca della singola esperienza di vita, necessaria a tracciare le linee per il progetto di territorio.
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Fatta, Francesca, Andrea Marraffa, and Claudio Patanè. "Geometrie dello sguardo nel paesaggio calabrese." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11543.

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Abstract:
Geometries of the gaze in the Calabrian landscapeHaving lost their function of sighting as an instrument of strategic control, inclusion and protection from presumed pirate invasions, the coastal towers of Calabria Ultra, represented in the Diary of Wonders of the end of the sixteenth century, called Codice Romano Carratelli, will act as the key and device of the gaze that links the land to the expanse of water. A vast geometric, precise and linear system that will connect, through the gaze, the “terracqueo landscape”, unstable and multiform, continuously changing. The ninety-nine watercolour maps of the Codice are an immense heritage of clues, traces, geometries and measurements on which to think in order to bring to the surface of the earth, military tactics that have become latent in history as a palimpsest. The use of ancient and modern techniques of survey and graphic representation, want to accompany the contemporary traveler to turn his gaze towards new strategies of “reception”, rather than aversion of a silent landscape, where merge and mix. The “stratigraphies of the gaze” are sections perpendicular to the “horizontal plane” of a “living” landscape from which routes, artefacts, signs, traces, fragments of history can be distilled for a widespread cultural regeneration of the territory. The experimental character of this research, recounted in these pages, lies in the application of an innovative strategy of communication and information, based on the creation of cultural routes structured in museums, widespread or located on the coastal landscape of Calabria.
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Middea, Alexandra. "Identita', cultura, paesaggio: costruzione di una responsabilità condivisa." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7970.

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Abstract:
L'aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai, la maggiore frequenza degli episodi di siccità e di alluvioni sono tutti sintomi della dissonanza tra attività antropiche e fenomeni naturali, dei cambiamenti climatici in atto. I rischi per il pianeta e per le generazioni future saranno incalcolabili se non s’interverrà con urgenza a partire proprio dalle nuove generazioni. Per questo, quando si parla di politiche urbane, è indispensabile che si tenga presente che esistono cittadini, che la loro partecipazione, il loro coinvolgimento nella cura del territorio rappresenta la strategia migliore per guidare le trasformazioni urbane; garantirsi una migliore qualità della vita e garantirla ai luoghi. Produrre inclusione sociale significa assicurare la realizzazione degli interventi. La memoria del passato, la condivisione, la trasparenza nell’informazione, la consapevolezza di far parte di una collettività attiva permette di salvaguardare l’identità storica di un luogo e di una popolazione. Rising temperatures, melting glaciers, the increased frequency of droughts and floods are all symptoms of dissonance between human activities and natural phenomena, of climate changes. The risks for the planet and for future generations will be incalculable if we not intervene urgently, starting from the new generations. For this reason, when it comes to urban policies, it is imperative that you understand that there are citizens, their participation, their involvement in the care of the land is the best strategy to guide urban transformations; ensure a better quality of life and ensure it to places. Produce social inclusion means ensuring the implementation of the interventions. The memory of the past, sharing, transparency of information, awareness of being part of a community active allows to preserve the historical identity of a place and of a population
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Cedroni, Anna Rita. "Roadmap per una citta sostenibile: Vienna." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7915.

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Abstract:
Al di là di più di duemila anni di tradizione storica, l’Austria, ha mostrato con coraggio, fin dall’entrata nella Comunità Europea, il suo sviluppo economico così come la sua modernità e la sua apertura verso l’esterno. La dinamicità culturale e tecnologica della sua capitale, l’ha resa uno degli esempi più apprezzati da tutta l’Europa fin dall’inizio di questo secolo. In poco più 15 anni, Vienna è diventata di fatto la città europea con la migliore qualità della vita. Il merito di tale successo è dato sicuramente da due componenti fondamentali: la stabilità politica del Paese e il metodo di gestione dei processi di pianificazione territoriale e urbana. L’attuale sviluppo del territorio mostra come alla base di tale qualità i fattori prevalenti siano l’architettura, ma anche le politiche urbanistiche territoriali. Sta di fatto, spiega un recente rapporto del comune di Vienna sul tema risparmio energetico e sostenibilità, che per garantire e mantenere una tale qualità della vita, occorre tener conto di tre costanti essenziali nelle dinamiche dei processi di sviluppo urbano: il rinnovamento, la ristrutturazione e l’espansione. Tali elementi consentono poi il confronto con modelli europei culturalmente più avanzati. La tutela dell’ambiente e del patrimonio ambientale si inseriscono in questo processo come una delle sfide più importanti che scaturiscono da tale confronto. Questo paper si prefigge di trattare l’esperienza viennese, ripercorrendo il lungo, ma rapido processo di cambiamento cominciato all’inizio degli anni Ottanta. Strumento generale di pianificazione urbanistica, il Piano di Sviluppo della Città (Stadtentwicklungsplan), ha costituito e costituisce tuttora lo strumento decennale di previsione e di programmazione energetica a livello urbano e territoriale, stabilendo le direttrici strategiche di espansione, di ristrutturazione e di rinnovamento della Città e del suo hinterland. Ma l’esclusività di tale strumento, è da vedere nell’anticipazione di temi come il consumo energetico, la sostenibilità e nell’individuazione della tutela ambientale, come questione prioritaria da includere nei programmi d’intervento da attuare a breve termine. Infatti, con la formulazione del primo Programma KliP (Klimaschutzprogramm) (1999–2009) e, successivamente, del secondo Programma KliP (2010-2020), vengono elaborati dei “pacchetti” di provvedimenti con obiettivi ben definiti, come per esempio la riduzione del 21%, a persona, dei gas di emissione e di gas propellenti rispetto ai valori rilevati nel 1990. Gli strumenti con i quali raggiungere tali obiettivi sono: la riduzione del fabbisogno energetico, l’introduzione di fonti di energia ecosostenibile, l’uso di materiali biologici nell’edilizia pubblica e privata a grande e piccola scala, ma soprattutto, gli interventi sulla mobilità, sulla gestione dei rifiuti e sulla protezione del paesaggio. Accanto ai Piani di Sviluppo, Il Programma SEP (Städtische Energieeffizienz-Programm), definisce le linee generali da seguire nella gestione della politica dei consumi energetici a lungo termine, ovvero fino alla fine del 2015. I risultati portano già nel 2011 ad un aumento della quota di energia rinnovabile del 10% del volume totale del consumo di energia. Tra gli incentivi ci sono quelli rivolti alla realizzazione di centrali elettriche, inceneritori per il riciclo di materie dalle quali ricavare energia, mentre un ruolo sempre più importante è dato dall’uso della geotermia, e dell’energia solare. La continuità programmatica culmina nella formulazione di un progetto unitario, SMART CITY WIEN, che riunisce ben dieci gruppi differenti di interessi, istituzioni pubbliche, enti privati, centri universitari di ricerca, ecc., attorno ad una visione a lunga scadenza: Smart Energy vision 2050. Al centro della tavola rotonda le tematiche: lo sviluppo della popolazione, l’ambiente, i metodi di gestione, l’economia, l’energia e la mobilità. Accanto a queste, sostenibilità, partecipazione, diversità, efficienza di risorse, sviluppo regionale integrato come pure sviluppo economico equilibrato sono gli elementi fondamentali per la preparazione delle decisioni future.
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Maccarrone, Maria. "Una città nomade e multidimensionale: il caso della reale Aci." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7973.

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Abstract:
Viviamo strani giorni, tempi di rapide accelerazioni, cambiamenti sociali e trasformazioni ambientali stressanti, che richiedono soluzioni contenitive e culturali improcrastinabili. Poniamo il caso di Acireale, città insulare di circa 50.000 abitanti, posta lungo la costa orientale sicula, stretta fra l’azzurra ionia marina, il nero del Vulcano Etna e il sempreverde degli agrumi. Il paesaggio dell’Aci trattiene geomorfologie e memorie antiche. Ricomporne le alterne vicende significa riflettere sulle “reali” specificità di una città siciliana per la quale è esistita un’articolata continuità storica di frequentazione in una porzione ampia di suolo vulcanico denominato Timpa. Nel corso dei secoli, le comunità hanno identificato in questo unico complesso lavico un salubre avamposto su cui migrare, tendenzialmente da Sud a Nord, fino a stanziarsi sul pianoro su cui sorge la città di Acireale. In età recente, la maggior crescita edilizia ha consumato pregevoli parti di terreno agricolo, inducendo uno sprawl urbano verso l’entroterra ed esponendo la Timpa a grandi rischi generati dalla progressiva assenza di organici interventi d’assetto territoriale. Questo contesto storico e paesaggistico aspetta d’essere attraversato, curato e valorizzato per ricomporre di quei valori percettivi che giacciono latenti nella memoria collettiva. La riqualificazione della Timpa può essere il tema per l’infrastrutturazione geografica con cui ri-connettere le inevitabili istanze di trasformazione urbana all’improrogabile sviluppo sostenibile del territorio acese. We live in strange days, periods of rapid acceleration, with stressful social changes and environmental changes, which require cultural solutions. Take the case of Acireale, city of about 50.000 inhabitants, located along the eastern coast of Sicily, between the Ionio sea, Mount Etna and evergreen citrus. The landscape of Aci holds geomorfologie and ancient memories. Over the centuries, communities have identified in this unique building of lava a place healthy where migrate, from South to North. In recent years, the growth of buildings has consumed valuable pieces of agricultural land, causing urban sprawl inland and exposing the Timpa large risks generated by the progressive absence of organic interventions of regional planning. This historical context and landscape is waiting to be crossed, edited and enhanced. The project of the Timpa may be the theme for re-connect the inevitable instances of urban transformation at the sustainable development of the territory.
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