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Journal articles on the topic 'Palazzo Reale di Palermo'

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1

Takayama, Hiroshi. "The great administrative officials of the Norman Kingdom of Sicily." Papers of the British School at Rome 58 (November 1990): 317–35. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200011697.

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Abstract:
GLI ALTI FUNZIONARI AMMINISTRATIVE DEL REGNO NORMANNO IN SICILIAL'articolo riprende in esame la letteratura esistente riferita ai funzionari delle finanze nel regno normanno in Sicilia e descrive le responsabilità di questi alti ufficiali nella duana basata su una nuova interpretazione di questa organizzazione finanziaria e amministrativa. Il ad-diwan al-ma'mur, l'ufficio centrale predisposto per il lavoro generale e di routine a Palermo, era diretto dal ciambellano principale del palazzo reale, affiancato da due ciambellani subordinati. La duana de secretis, l'ufficio che a Palermo sovraintendeva agli speciali dazii riguardanti l'amministrazione della terra, era diretta da uno dei due ciambellani del palazzo reale. I suoi alti ufficiali erano chiamati magistri duane de secretis, ashab diwan at-tahqiq al-mἁ mur, οἱ ἐπὶ τοῦ μεγάλου σεκρέτου (οἱ ἐπὶ τοῦ σεκρέτου), O οἱ ἂρχοντες τοῦ σεκρέτον. La duana baronum, un ufficio distaccato a Salerno che doveva soddisfare l'ampia varietà di necessità amministrative locali della penisola, fu diretta dapprima dall'altro ciambellano della corte reale e successivamente dall'ammiraglio. Gli alti funzionari di questo ufficio erano chiamati magistri duane baronum oppure οἱ ἐπὶ τοû σεκρέτου τῶν ἀποκοπῶν.
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2

Di Liello, Salvatore. "Procida, isola del re: splendori e crisi di un Sito Reale nel regno di Napoli tra XVIII e XIX secolo." Librosdelacorte.es, no. 25 (December 29, 2022): 259–88. http://dx.doi.org/10.15366/ldc2022.14.25.010.

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Abstract:
Antico possedimento dei da Procida e poi dei Cossa, Procida fu feudo dei d’Avalos tra il 1504 e il 1734, anno in cui rientrò nei beni della corona borbonica che inaugurò nell’isola l’amministrazione dei Siti Reali, presto estesa a molti territori del regno di Napoli. Se la retorica dell’isola del re è stata al centro di studi, meno note sono le vicende del Sito Reale di Procida successive ai fasti dell’età borbonica (1734-1806). Mentre le numerose Caccette, almeno durante l’Ottocento, conservarono i caratteri architettonici e paesaggistici, diverso fu il destino del palazzo reale di Procida, un’idea vagheggiata per alcuni decenni, ma che non trovò seguito nel futuro del Sito Reale, a cominciare dai primi anni del XIX secolo.
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3

García Fernández, José. "La ciudad como marco identitario de Sicilia: un paseo cultural por la representación de Palermo en la narrativa de Giuseppina Torregrossa." Lingüística y Literatura 42, no. 79 (April 15, 2021): 353–69. http://dx.doi.org/10.17533/udea.lyl.n79a19.

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Abstract:
Giuseppina Torregrossa se sirve de su producción narrativa para representar antropológicamente su ciudad natal: Palermo. Marco espacial de siete de sus novelas, la capital siciliana aparece encarnada a través de múltiples protagonistas que exploran su rol social dentro de la isla. Haciendo un paseo cultural por Sicilia, este artículo se centra en el análisis histórico-literario de Palermo ―e incluso de su provincia― a partir de las descripciones etnográficas realizadas por Torregrossa en Il conto delle minne, Il figlio maschio, La miscela segreta di casa Olivares, Cortile Nostalgia, Panza e prisenza, Il basilico di Palazzo Galletti e Il sanguinaccio dell’Immacolata.
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4

Rao, Anna Maria. "La corte di Carlo di Borbone a Napoli: sedi e cerimoniali." Librosdelacorte.es, no. 23 (December 23, 2021): 335–57. http://dx.doi.org/10.15366/ldc2021.13.23.013.

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Abstract:
Negli ultimi anni la corte napoletana dei Borbone, a lungo trascurata dalla storiografia, è stata oggetto di studi sempre più numerosi, che hanno messo in rilievo numerosi aspetti della vita di corte: nascite, matrimoni, cerimonie funebri, apparati festivi. Questo contributo affronta un altro aspetto: la molteplicità delle sedi della corte borbonica create da Carlo di Borbone subito dopo il suo arrivo a Napoli. Appena insediatosi sul trono napoletano, il giovane sovrano avviò un impegnativo programma architettonico, rivolto a moltiplicare gli spazi della corte e a forgiare una nuova maestà: al palazzo reale di Napoli si aggiunsero i palazzi di Capodimonte e Caserta, e altre sedi minori legate alla caccia. Soprattutto Portici fu al centro dell’interesse del re e della regina Maria Amalia, che vi trascorsero ogni anno lunghi periodi.
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Sferrazza, Paolo. "CATTIVI PRESAGI: ANALISI DELLA RAFFIGURAZIONE DELLA STANZA 132 DEL PALAZZO REALE DI MARI." Vicino Oriente 16 (2012): 29–39. http://dx.doi.org/10.53131/vo2724-587x2012_2.

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6

ZUTTER, JÖRG. "Artemisia Gentileschi: Storia di una passione (Milano, Palazzo Reale, 23 September 2011-29 January 2012)." Renaissance Studies 27, no. 1 (May 25, 2012): 133–40. http://dx.doi.org/10.1111/j.1477-4658.2012.00817.x.

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Farneti, Fauzia. "Il quadraturismo in Pallazzo Pitti da Cosimo II a Cosimo III de' Medici." Varia Historia 24, no. 40 (December 2008): 369–86. http://dx.doi.org/10.1590/s0104-87752008000200002.

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Abstract:
Nei primi decenni del Seicento la pittura decorativa a Firenze risulta ancora legata all'ornamentazione tradizionale tardomanierista attuata nei modi di Alessandro Allori o di Bernardino Barbatelli detto il Poccetti. L'interesse per le novità e per l'aggiornamento dell'ambiente artistico fiorentino portarono il granduca Ferdinando II a chiamare a Firenze tra il 1636 ed il 1637 Pietro da Cortona, Angelo Michele Colonna e Agostino Mitelli. I due bolognesi completarono il ciclo pittorico celebrativo del governo di Ferdinando cui aveva dato inizio Giovanni da San Giovanni, con la decorazione delle tre sale di rappresentanza del quartiere estivo di palazzo Pitti realizzata tra il 1637 ed il 1641. L'intervento, condotto secondo il più moderno linguaggio barocco che vede la perfetta integrazione dell'illusionismo architettonico, che supera i limiti dello spazio reale, con le scene figurative, verrà a costituire nell'ambiente fiorentino un ineludibile modello di riferimento nella decorazione d'interni, soluzioni di grande modernità su cui si formerà Jacopo Chiavistelli e i giovani della sua scuola. Anche Giovan Carlo, fratello del granduca, nel 1637 diede inizio ad una serie di trasformazioni che si protrassero per oltre un ventennio, trasformando gli ambienti a lui assegnati in Pitti in veri e propri luoghi di delizie, decorati dagli artisti più significativi del momento quali ad esempio Angelo Michele Colonna, Agostino Mitelli, Pietro da Cortona, Jacopo Chiavistelli. Fu quest'ultimo frescante che con i suoi 'scolari', fin dagli anni Cinquanta fu attivo in palazzo Pitti, decorando a quadratura gli ambienti dei quartieri dei membri della famiglia granducale, ambienti che in gran parte sono andati perduti in quanto interessati dalle ristrutturazioni lorenesi e sabaude. Con i lavori commissionati dal gran principe Ferdinando si chiude in palazzo Pitti la grande stagione del quadraturismo barocco fiorentino.
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La Manna, Fabrizio. "Patrioti e «uomini di poco culta moralità». Le squadre nella rivoluzione siciliana del 1848." SOCIETÀ E STORIA, no. 171 (February 2021): 55–86. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-171003.

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Abstract:
Il saggio si sofferma su un elemento essenziale per il consolidamento della rivoluzione scoppiata il 12 gennaio 1848 a Palermo, ossia sull'intervento delle squadre. L'autore si serve della memorialistica prodotta dopo il fallimento della rivoluzione al fine di verificare quale fu il giudizio complessivo e comprendere il reale impatto di queste formazioni. Quello che emerge è uno scenario frammentato e non privo di ambiguità, in quanto i principali memorialisti ricoprirono importanti ruoli istituzionali. Il sodalizio tra delinquenza comune e opposizione politica si rivelò fondamentale per l'affermazione della rivoluzione, ma fu deleterio per lo stato dell'ordine pubblico. In fatti, il tentativo di smobilitazione delle squadre fu di difficile esecuzione, e nel caso di reimpiego dei membri all'interno dei corpi deputati al mantenimento della pubblica sicurezza si ebbero ulteriori e ancora più gravi problemi.
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Thomas, Robin L. "From the Library to the Printing Press: Luigi Vanvitelli's Life with Books." Journal of the Society of Architectural Historians 69, no. 4 (December 1, 2010): 508–33. http://dx.doi.org/10.1525/jsah.2010.69.4.508.

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Abstract:
Analyzing the letters of architect Luigi Vanvitelli (1700––1773), Robin L. Thomas reconstructs his library and explores his prolific reading. From the Library to the Printing Press: Luigi Vanvitelli's Life with Books demonstrates how Vanvitelli's books influenced his architectural practice and, conversely, how his opinions and tastes conditioned the ways he read. Literary ideas of decorum explain the stylistic heterogeneity of his architectural oeuvre and influenced the way he wrote. His Dichiarazione dei disegni del Reale Palazzo di Caserta (1756), documenting the magnificent palace he designed for King Charles Bourbon, is among the most lavish books of its time. Its analysis illuminates how the architect interacted with the printed page and how books influenced architecture in the eighteenth century.
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Pellerito, Claudia, Agata Evelina Di Marco, Maria Concetta Di Natale, Bruno Pignataro, Michelangelo Scopelliti, and Mauro Sebastianelli. "Scientific studies for the restoration of a wood painting of the Galleria Interdisciplinare Regionale della Sicilia—Palazzo Mirto di Palermo." Microchemical Journal 124 (January 2016): 682–92. http://dx.doi.org/10.1016/j.microc.2015.10.033.

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Wolny, Miron. "Recepcja antycznej symboliki snu Hannibala na przykładzie dzieła malarskiego Jana Miela ‘Il Sonno di Annibale fra gl’Iberi’." Res Historica, no. 50 (December 28, 2020): 11. http://dx.doi.org/10.17951/rh.2020.50.11-33.

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Abstract:
<p>Zamierzeniem autora przedłożonej pracy jest zbadanie recepcji antycznego motywu snu Hannibala, zobrazowanego przez Jana Miela w pracy malarskiej ‘Il Sonno di Annibale fra gl’Iberi’, umieszczonej w ‘Sala del Consiglio’ Turyńskiego Palazzo Reale. Wykorzystując przykład tej pracy plastycznej, autor przygląda się problemowi snów w świecie antycznym. Wskazując na ich profetyczne znaczenie, usiłuje powiązać atrakcyjność tego motywu z kulturowymi pryncypiami epoki nowożytnej. Zstąpienie boskiego posłańca, który komunikuje wolę boską budzącemu się Hannibalowi było ważnym elementem konceptualizacji dzieła malarskiego, mającego za zadanie przekazać konkretny komunikat odbiorcy. Celowi temu służyła podpowiedź w formie motta dzieła: ‘Genius quo ducit eundum’, mającego zakomunikować o działaniu woli boskiej. Autor artykułu zwraca uwagę, że istotną rolę w dystrybuowaniu wątku snu Hannibala musiał odegrać poemat Syliusza Italikusa, przedstawiający dojrzałą kompozycję motywów literatury antycznej. Autor zastanawia się również z jakiego powodu bohaterem pracy został Hannibal, dochodząc w efekcie do wniosku, że Kartagińczyk ujęty w barokowym dziele to pewien czytelny symbol – antagonista pogańskiego Rzymu, z chrześcijańskiej perspektywy, będącego substytutem zła. Pomimo, że Liwiusz określał Hannibala jako człowieka wiarołomnego, ten w istocie nigdy nie złamał danej swoim bogom przysięgi – nigdy bowiem nie stał się przyjacielem Rzymian. Tym samym Hannibal staje się symbolem braku przyzwolenia na akceptację zła. Jego determinacja wyrażona poprzez dzieło Jana Miela jawi się zatem jako czynnik inspirujący i potrzebny Europie.</p>
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Ardizzone, Fabiola. "Le anfore recuperate sopra le volte del palazzo della Zisa e la produzione di ceramica comune a Palermo tra la fine dell'XI ed il XII secolo." Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes 111, no. 1 (1999): 7–50. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.1999.3678.

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Giannotta, Gaetano. "Il rococò a Valencia e la sua applicazione nell’adorno architettonico." SCRIPTA. Revista Internacional de Literatura i Cultura Medieval i Moderna 14 (December 26, 2019): 108. http://dx.doi.org/10.7203/scripta.0.16360.

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Abstract:
Riassunto: Il Rococò si manifestò nella città di Valencia durante il trentennio centrale del Settecento e si espresse in tutte le forme dell’arte. Raggiunse l’apice della sua ricchezza nella decorazione degli interni, primi tra tutti quelli del palazzo de Dos Aguas e della vicina chiesa di San Andrés. Il suo successo cessò con l’avvento dell’Accademismo, che con l’istituzione della Reale Accademia di Belle Arti di San Carlos nel 1768, pretese il controllo delle arti sotto il segno del neoclassicismo. Si è sempre relegato il Rococò nelle ultime pagine dell’evoluzione del Barocco valenzano e manca uno studio indipendente del Rococò valenciano, delle sue fonti stilistiche, dei modelli che impiega, delle sue relazioni con gli stili precedenti, delle cause che determinano il suo trentennale successo. Questo articolo pretende iniziare a far luce su questi aspetti, confidando che approfondimenti futuri possano valorizzare le produzioni di uno dei periodi più ricchi della storia dell’arte valenciana. Parole chiave: rococò, Valencia, XVIII secolo, accademismo. Abstract: Rococo emerged in the city of Valencia in the central three decades of 18th century and it has been expressing itself in all forms of art. It reached the peak of its richness in interior decoration, first of all those of the palace de Dos Aguas and the nearby church of San Andrés. Its success ended because of arrival of Academism, with the establishment in 1768 of the Royal Academy of Fine Arts of San Carlos, which claims to control the arts under the sign of neoclassicism. The Rococo has been always relegated to the last pages of the evolution of the Valencian Baroque. Nowadays, an independent study of the Valencian Rococo and its stylistic sources, of the models it employs, of its relations with previous styles, of the reasons of its thirty-year success, is still missing. This article pretends to shed light on these aspects, trusting that further studies can enhance the products of one of the richest periods in the history of Valencian art.Keywords: rococo, Valencia, XVIII century, academicism.
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Markus, R. A. "L'Opera letteraria di Agostino tra Cassiciacum e Milano. Agostino nelle terre di Ambrogio (1–4 ottobre 1986). By Giovanni Reale and others. (Augustiniana, Testi e studi, II.) Pp. 221. Palermo: Edizioni Augustinus, 1987. L. 32,000." Journal of Ecclesiastical History 41, no. 4 (October 1990): 699–700. http://dx.doi.org/10.1017/s0022046900075898.

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Bonner, Gerald. "Augustine's Earliest Writings - Giovanni Reale, Luigi Franco Pizzolato, Jean Doignon, José Oroz Reta, Goulven Madec, Georges Folliet: L'opera letteraria di Agostino tra Cassiciacum e Milano: Agostino nelle Terre di Ambrogio (1–4 ottobre 1986). (Augustiniana. Testi et Studi. Collana diretta da Mauro Nicolosi II.) Pp. 221. Palermo: Edizioni Augustinus, 1987. L. 32,000." Classical Review 39, no. 2 (October 1989): 238–40. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x00271552.

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Paoli, Matilde. "Sull'uso di mentre invece." XXI, 2022/2 (aprile-giugno), no. 21 (June 20, 2008). http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2022.19776.

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Abstract:
Molti utenti tra cui Gianluca Arrigoni da Assemini, Cristina Esposito da Rozzano, Claudio Reale da Palermo, Giuseppe Discalzo da Reano ci chiedono se sia corretto usare mentre invece e Maria Lenigno di Cagliari ci scrive: "Invito sempre i miei alunni a non usare insieme mentre e invece, che hanno uguale funzione avversativa e ritengo scorretta al pari di ma però, ma loro rimangono perplessi, perché è un'espressione assai usata e sentita".
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Grippaudo, Ilaria. "La Cappella Reale di Palermo all’incrocio tra fede e potere." Mélanges de l'École française de Rome. Italie et Méditerranée, no. 133-2 (January 1, 2021). http://dx.doi.org/10.4000/mefrim.11089.

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"Diritto italiano. Asilo." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 4 (February 2011): 117–24. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-004009.

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Abstract:
1. Corte di cassazione 27.7.2010 n. 17576 - cittadino turco di etnia curda - impugnazione del diniego del riconoscimento della protezione internazionale - preliminare ricostruzione del processo di Cassazione in materia - accertamento di merito del giudice ordinario - dovere di indagine e necessitŕ di complessiva valutazione della situazione reale del Paese di provenienza.2. Tribunale di Bari 21.5.2009 n. 280 - impugnazione del diniego del riconoscimento dello status di rifugiato e richiesta subordinata di protezione sussidiaria - accertamento di merito del giudice ordinario - onere probatorio del richiedente - applicazione del criterio della verosimiglianza dei fatti dedotti.3. Tribunale di Palermo 2.7.2009 - impugnazione del diniego del riconoscimento dello status di rifugiato e richiesta subordinata di protezione sussidiaria - accertamento di merito del giudice ordinario - onere probatorio del richiedente - valorizzazione dei poteri ufficiosi del giudice per la disamina del materiale offerto.
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"Giovanni Reale, Luigi Franco Pizzolato, Jean Doignon, José Oroz Reta, et al., L'opera letteraria di Agostino tra Cassiciacum e Milano: Agostino nelle terre di Ambrogio (1–4 ottobre 1986). (Augustiniana, Testi e Studi, 2.) Palermo: Edizioni Augustinus, 1987. Pp. 221. L 32,000." Speculum 64, no. 03 (July 1989): 787–88. http://dx.doi.org/10.1017/s003871340015081x.

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