Academic literature on the topic 'Partito comunista italiano'

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Journal articles on the topic "Partito comunista italiano"

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Possieri, Andrea. "El Partito comunista italiano, su herencia política y la identidad de la izquierda italiana." Investigaciones Históricas. Época Moderna y Contemporánea, no. 41 (December 3, 2021): 869–900. http://dx.doi.org/10.24197/ihemc.41.2021.869-900.

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Abstract:
El 21 de enero de 2021 se celebró el centenario del nacimiento del Partito comunista italiano. ¿Cuáles son los motivos por los cuales, aún hoy, se reflexiona acerca de la historia del Pci? En primer lugar porque el Pci ha sido el partido comunista más grande del mundo occidental entre 1945 y 1989. En segundo lugar porque el Pci ha sido un partido que ha tenido algunas características originales respecto a los otros Partidos comunistas occidentales. Por último, porque su herencia ha tenido influencia por muchos años en la identidad de la izquierda italiana, después de 1989. El Partito comunista italiano ha dejado una profunda herencia cultural en el sistema político italiano.
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Fugazzotto, Giulio. "Il Partito Comunista Italiano in Somalia tra retaggi coloniali e funzione pedagogica di massa." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 303 (December 2023): 241–338. http://dx.doi.org/10.3280/ic303-oa1.

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Abstract:
Questo articolo tenta di analizzare alcuni quesiti storiografici concernenti il rapporto tra comunismo italiano e colonialismo, sollevati dalla presenza di una sezione del Partito Comunista Italiano (Pci) sorta a Mogadiscio nel 1942. Innanzitutto, si contestualizza la nascita di questa sezione nella Somalia occupata dalle forze britanniche, focalizzandosi sui rapporti con l'amministrazione militare e con la comunità italiana. Ci si sofferma poi sull'attività dei comunisti di Mogadiscio e sui rapporti con il Pci, rispetto a cui la sezione sembrerebbe essere sorta in sostanziale autonomia. Se ciò conferma una notevole circolazione di idee e pratiche del movimento comunista al di là dei network della Terza internazionale, allo stesso tempo risulta un elemento atipico nel contesto politico di questi anni. L'articolo identifica poi il reclutamento di militanti attuato nei campi di prigionia inglesi da parte della sezione come una peculiare declinazione del "partito nuovo" togliattiano. Infine, ci si sofferma sull'atteggiamento paternalista e colonialista alla base dell'esclusione dei somali dall'orizzonte politico della sezione.
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Baviello, Davide. "Democrazia e modernizzazione. Ambizioni americane e modelli europei nella distribuzione italiana 1947-1978." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 259 (November 2010): 284–301. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-259005.

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Abstract:
Con il piano Marshall e l'avvio dell'integrazione europea, gli Stati Uniti lanciarono un ambizioso progetto egemonico. Fondato sulla modernizzazione economica come strumento per consolidare la democrazia, esso venne tuttavia ostacolato da gran parte degli imprenditori italiani, anche se l'aumento della produttivitŕ e la diffusione del benessere avrebbero non solo rafforzato il libero mercato, ma anche eroso le basi sociali del consenso al Partito comunista italiano e al Partito socialista italiano. Questi partiti, che si proponevano di ammodernare la distribuzione commerciale secondo modelli diversi dal supermercato introdotto dagli americani nel 1957, furono accusati di volere la scomparsa del commercio privato, come era giŕ avvenuto in Europa orientale. I comunisti s'impegnarono nello sviluppo delle cooperative e i socialisti, nel primo governo Moro, proposero invano la creazione di una rete di supermercati a gestione pubblica. A conferma della mancata attuazione del progetto di consolidamento democratico attraverso la modernizzazione, dopo il boom economico la democrazia italiana fu sottoposta a serie minacce eversive, mentre la riforma commerciale del 1971, invece d'ispirarsi ai principi liberisti della Comunitŕ europea, continuň a ostacolare la distribuzione moderna.
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Goretti, Leo. "Sport popolare italiano e Arbeitersport tedesco-occidentale (1945-1950)." PASSATO E PRESENTE, no. 78 (October 2009): 65–88. http://dx.doi.org/10.3280/pass2009-078004.

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Abstract:
- Focuses on the sport policies of the Italian Communist Party and the West German Social Democratic Party in the post-war period. Whereas the Pci leadership decided to build up a flanking sports association (the Unione Italiana Sport Popolare, established in 1948), the Spd abandoned the pre-Nazi tradition of the Arbeitersport (workers' sport). Based on a research undertaken in the archives of the two parties, the article analyses their sport policies in a comparative perspective. Particular attention is paid to the legacy of the Nazi and Fascist regimes and the different political contexts in the two countries after World War II.Keywords: Italian Communist Party, West German Social Democratic Party, Sport, Labour Movement, Leisure.Parole chiave: Partito comunista italiano, Partito socialdemocratico tedesco-occidentale, sport, movimento operaio, tempo libero.
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Pellizzari, Paolo. "Socialisti e comunisti italiani di fronte alla questione energetico-nucleare 1973-1987." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 259 (November 2010): 237–61. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-259003.

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Abstract:
Il saggio si concentra sulle proposte avanzate dai partiti politici e dalle istituzioni repubblicane tra anni settanta e ottanta per sciogliere i problemi riguardanti l'approvvigionamento energetico dell'Italia, con uno sguardo particolarmente attento alla questione nucleare e al potenziale impatto ecologico di quelle proposte. In particolare, sono qui analizzate le posizioni via via assunte dai principali rappresentanti della sinistra socialcomunista italiana (Partito comunista italiano, Partito socialista italiano, Confederazione generale italiana del lavoro, Unione italiana del lavoro) in rapporto all'effetto di rottura di alcuni eventi traumatici (dalla crisi petrolifera del 1973 all'incidente di Chernobyl del 1986) e alle risposte dell'opinione pubblica. I soggetti qui presi in esame si dimostrarono particolarmente attenti al tema energetico, considerando soprattutto le ripercussioni occupazionali delle scelte in tale ambito. Benché al suo interno molte voci si siano schierate a sostegno delle battaglie antinucleariste, il movimento ope- raio, complessivamente inteso, non sembra invece essere riuscito a cogliere le potenzialitŕ dello scontro sul tema ecologico.
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Brogi, Alessandro. "Il Pci tra testimone e protagonista globale. Una discussione del nuovo contributo storico di Silvio Pons, I comunisti italiani e gli altri." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 299 (August 2022): 252–63. http://dx.doi.org/10.3280/ic299-oa3.

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Abstract:
Una discussione critica del contributo storiografico di Silvio Pons, I comunisti e gli altri. L'articolo, oltre ad attribuire merito ai fatti esposti per la prima volta qui, e ai nuovi approcci utilizzati - in particolare quello di storia transnazionale - dal saggio di Pons, offre anche un'analisi comparata di altri contributi storiografici, e propone alcuni spunti per un ulteriore esame dell'impatto interno e internazionale del Partito comunista italiano.
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Mastrolillo, Gabriele. "Paolo Ravazzoli e il Psi-Ios nell'emigrazione antifascista in Francia (1931-1940)." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (March 2023): 31–49. http://dx.doi.org/10.3280/mon2022-001002.

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Abstract:
Paolo Ravazzoli fu uno dei dirigenti nazionali del Partito comunista d'Italia negli anni Venti. Espulso nel 1930 per la sua opposizione ai metodi di attuazione della "svolta" attuati dalla direzione del partito, fu (insieme ad Alfonso Leonetti, Pietro Tresso, Mario Bavassano e Gaetana Teresa Recchia) uno dei fondatori e dirigenti della Nuova opposizione italiana, sezione dell'Opposizione di sinistra internazionale guidata da Lev Trockij. La sua militanza all'interno del movimento trockista, però, terminò nel 1934 a seguito di dissensi sorti in merito alla linea seguita dal movimento trockista italiano e internazionale. Contemporaneamente ebbe inizio il suo avvicinamento al movimento Giustizia e libertà e soprattutto al Partito socialista italiano-sezione dell'Internazionale operaia e socialista, al quale aderì nel 1935. Da quel momento fu un assiduo collaboratore della testata del partito, Il Nuovo Avanti, fino alla sua morte, avvenuta a seguito di un incidente sul lavoro nel 1940. Questo articolo descrive i suoi rapporti con il socialismo italiano alla luce di documentazione d'archivio e dei contributi da lui pubblicati sulla stampa trockista e socialista italiana.
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Hobel, Alexander. "La «democrazia progressiva» nell'elaborazione del Partito Comunista Italiano." HISTORIA MAGISTRA, no. 18 (September 2015): 57–72. http://dx.doi.org/10.3280/hm2015-018005.

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Ciulla, Alice. "L'amministrazione Carter e la "questione comunista" in Italia: elaborazione e azione politica, 1976-1978." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 293 (August 2020): 254–79. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-293011.

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Abstract:
Il democratico Jimmy Carter venne eletto presidente degli Stati Uniti nel novembre del 1976.Pochi mesi prima, il Partito comunista italiano (Pci) aveva ottenuto uno straordinario risultatoelettorale che aveva garantito incarichi istituzionali ad alcuni suoi esponenti. Durante lacampagna elettorale, i membri dell'entourage di Carter rilasciarono dichiarazioni che sembravanopreludere all'abbandono del veto anticomunista posto dai governi precedenti e per circaun anno dall'insediamento l'amministrazione mantenne una posizione ambigua. Il 12 gennaio1978, tuttavia, gli Stati Uniti ribadirono ufficialmente la contrarietà a qualsiasi forma dipartecipazione dei comunisti nel governo italiano. Utilizzando fonti di natura diversa e includendonell'analisi una pluralità di attori non statali tra cui think tank e centri di ricerca universitari,questo saggio mira a ricostruire il dibattito interno all'amministrazione Carter sulla "questione comunista" in Italia e a collocarlo all'interno di una discussione più ampia che attraversòla cultura liberal statunitense.
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Ciulla, Alice. "L'amministrazione Carter e la "questione comunista" in Italia: elaborazione e azione politica, 1976-1978." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 293 (August 2020): 254–79. http://dx.doi.org/10.3280/ic293-oa2.

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Abstract:
Il democratico Jimmy Carter venne eletto presidente degli Stati Uniti nel novembre del 1976.Pochi mesi prima, il Partito comunista italiano (Pci) aveva ottenuto uno straordinario risultatoelettorale che aveva garantito incarichi istituzionali ad alcuni suoi esponenti. Durante lacampagna elettorale, i membri dell'entourage di Carter rilasciarono dichiarazioni che sembravanopreludere all'abbandono del veto anticomunista posto dai governi precedenti e per circaun anno dall'insediamento l'amministrazione mantenne una posizione ambigua. Il 12 gennaio1978, tuttavia, gli Stati Uniti ribadirono ufficialmente la contrarietà a qualsiasi forma dipartecipazione dei comunisti nel governo italiano. Utilizzando fonti di natura diversa e includendonell'analisi una pluralità di attori non statali tra cui think tank e centri di ricerca universitari,questo saggio mira a ricostruire il dibattito interno all'amministrazione Carter sulla "questione comunista" in Italia e a collocarlo all'interno di una discussione più ampia che attraversòla cultura liberal statunitense.
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Dissertations / Theses on the topic "Partito comunista italiano"

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Keller, Hans-Jörg. "Der VI Parteitag der kommunistischen Partei Italiens (Mailand, 4.1. - 10.1.1948) /." Köln, 1997. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb41003986c.

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ALBA, Lorenzo. "La politica scolastica del Partito comunista italiano dal 1955 al 1980." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2021. http://hdl.handle.net/11384/105976.

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Paolino, Antonietta Gilda. "La sinistra nel Partito comunista italiano. Da Budapest a Praga (1956-1968)." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2011. http://hdl.handle.net/11695/66399.

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Abstract:
La tesi si è occupata dell’analisi della sinistra interna al PCI in un decennio, e oltre (1956-1969), fondamentale nella storia del partito comunista e che ha visto al suo interno deflagrare processi tragici, decisivi, dagli effetti dirompenti: la destalinizzazione avviata con il XX congresso del PCUS; i fatti di Budapest; l’VIII Congresso del PCI; per finire alla vicenda di Praga. La ricostruzione generale dalle macerie della seconda Guerra Mondiale ridestavano nuove esigenze e necessità. Nell’Italia attardata in un’antica arretratezza, il «risveglio» si trasformava in un «miracolo economico». Ma i parametri per interpretarlo, le griglie con cui il PCI decrittava, ancora si legavano a schemi antichi, che non riuscivano a cogliere i segni dell’ammodernamento che invece il capitalismo stava realizzando dandosi una nuova veste. Tuttavia qualcuno lo intuiva prima e più degli altri: Ingrao per esempio, che diveniva, via via, il riferimento di quella nuova sinistra interna che guardava alla società reale e nazionale, ai movimenti tutti che la agitavano. Questa sinistra - completamente diversa da quella di origine insurrezionalista, operaista, di marca terzinternazionalista interpretata da Pietro Secchia - nasceva, dunque, dalla presa d’atto del miracolo economico e dell’avvento di una moderna società di massa e dei consumi; e trovava un contraltare nella destra «amendoliana». Lo spirito critico che animava il PCI induceva ad un confronto fra queste due anime del partito sui temi dello sviluppo, degli strumenti riformatori, sulla qualità della borghesia italiana e sui rapporti con il PSI, fino a scontrarsi circa l’atteggiamento da assumere verso il nascente centrosinistra. Amendola e Ingrao sarebbero divenuti dopo la morte di Togliatti i riferimenti dicotomici, le due anime che si giocavano la partita del futuro del partito. La diatriba si risolveva nel corso dell’XI Congresso (1966) con la sconfitta degli ingraiani che venivano decimati politicamente ed emarginati dalla vita del PCI. Il 1968 rimetteva tutto in moto, mostrando un’effervescenza della società che sembrava dare ampiamente ragione alle analisi della sinistra e di Ingrao. In quello stesso anno l’invasione sovietica della Cecoslovacchia avrebbe impresso non solo una svolta nei rapporti con la casa madre sovietica – per il sostegno che il PCI esprimeva al nuovo corso avviato da Dubcek, manifestando dissenso e riprovazione per il successivo intervento militare russo – ma determinava anche uno strappo, un profondo dissenso del gruppo della sinistra ingraiana raccolta intorno alla rivista il «manifesto», che giudicava, invece, insufficiente la risposta del partito, e offriva una sponda sia alla rivoluzione culturale cinese che ai nuovi movimenti giovanili. Comunque fosse, quegli eventi rappresentavano un nuovo spartiacque nella dialettica interna del PCI, rendendo del tutto evidenti i caratteri assolutamente incomparabili tra questa nuova sinistra interna al comunismo italiano e i paradigmi della precedente corrente «secchiana». L’unico elemento davvero omogeneo era la fine traumatica: il dimissionamento per alcuni, la radiazione per altri.
This work deals with the case of Italian communist party’s internal left between 1956-1968, a very important and dramatic period for the ICP’s history: from the claims of Stalin’s crimes, to the uprising and repression of Budapest, until the 8th ICP’s congress and the events of Prague in 1968. After the II World War, the italian economic reconstruction turned itself soon in a «miracolo economico». ICP was surprised by these changes and didn’t know tha a new italian capitalism was being born. Between the little to undestand it was Pietro Ingrao who became, after the fall of Pietro Secchia, the leader of the new (and very different from the past) ICP’s internal left. Infact, from his point of view, it was taking place a new economic system that provoked a deep changing of society, where the citizien turned up in a consumer. Its interpretation of «miracolo economico» contrasted clearly with the reading of the reality offered, in those same years, by the leader of ICP’s internal right Giorgio Amendola. The confrontation between the two hypotheses led to a heavy internal struggle, over all Togliatti’s death, in October 1964. During the 11th national congress (1966), Amendola (allied with the main part of the party’s directing group, including the new ICP’s leader Luigi Longo) won his political crash against Pietro Ingrao, neglecting all of his associates (the ingraiani). Only the successive season of the movements, in 1968, put all in argument again: It was then, infact, that many Ingrao’intuitions were recovered, in front of new, important social struggles, just against a system, more e more authoritative, begun like a market. But in the same year, the russian’ s Czechi-Slovakian invasion determined a new political shock that led ICP to condemn, for the first time, the URSS foreign politics. However, the internal discussion ICP’s new left (the former Ingrao’s associates) judged that the words against the Sovietic Union had to be stronger and heavier. At the end, the new left was hunting away from the party, provoking the first traumatic and public breach in the ICP’s history.
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Maia, Rodrigo Ismael Francisco [UNESP]. "Crise da esquerda comunista: políticas do PCI e do PCP sobre a união europeia." Universidade Estadual Paulista (UNESP), 2015. http://hdl.handle.net/11449/132429.

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Abstract:
Submitted by RODRIGO ISMAEL FRANCISCO MAIA null (rodrigomaiacs@yahoo.com.br) on 2016-01-09T01:47:09Z No. of bitstreams: 1 Dissertação RODRIGO - final.pdf: 978487 bytes, checksum: 2f64a5329e3ef10ebe5e3b495f2b3d8b (MD5)
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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)
Questa dissertazione ha lo scopo di capire le relazione tra il Partito Comunista Italiano(PCI) e il Partito Comunista Portoghese (PCP) rispetto il processo di integrazione europeo che si è concluso con l'Unione Europea (UE), rilevando la connessione fra politica interna e estera nelle strategie dei partiti. In Italia e Portogallo, lo stabilimento della democrazia faceva parte della strategia dei due PC, i quali avevano ampie basi nelle classi lavoratrici. La tenuta della autoorganizzazione delle classi lavoratrici e la fine dei processi di agitazione sociale portarono alla normalità democratica e alla internazionalizzazione economica, liberale. Il PCI, promuovendo la sua particolare via italiana al socialismo, ha collaborato con la formazione della Comunità Economica Europea (CEE), il PCP che inizialmente la rifiutava, ha iniziato a prenderla come fonte di benefici in difesa dalla democrazia. Lo sviluppo sociale della CEE è stato disuguale e combinato, grazie al quale i paesi sono diventati parte del mercato comune mentre la frammentazione devastava il mondo del lavoro. L'isolamento è stata una prima sconfitta per i due PC nei governi nazionali, e un'altra è stata la impossibilità di andare avanti con la strategia delle riforme in direzione al socialismo. Al fallimento pratico e ideologico si è aggiunto quello politico al momento della conclusione della UE e della crisi finale della sinistra comunista internazionale, quando il PCI ha deciso per lo scioglimento e il PCP per la continuità ortodossa.
Esta dissertação tem o objetivo de compreender as relações entre o Partido Comunista Italiano (PCI) e o Partido Comunista Português (PCP) a respeito do processo de integração europeu que culminou na União Europeia (EU), destacando a conexão entre a política interna e externa nas estratégias dos partidos. Na Itália e em Portugal, a instauração do regime democrático fazia parte da estratégia dos dois PCs, os quais possuíam amplas bases nas classes trabalhadoras. O estancamento das auto-organizações das classes trabalhadoras e o fim dos processos de efervescência social levaram à normalidade democrática e à internacionalização das economias, liberalizando-as. O PCI, promovendo sua particular via italiana ao socialismo, colaborou com a formação da Comunidade Econômica Europeia (CEE), o PCP que inicialmente a recusava, passou a tomá-la como fonte de benefícios em defesa da democracia. O desenvolvimento social da CEE foi desigual e combinado, no qual os países passaram a fazer parte do mercado comum ao mesmo tempo em que a fragmentação assolava o mundo do trabalho. O isolamento foi uma primeira derrota dos dois PCs nos governos nacionais, e a outra foi a impossibilidade de avançar com a estratégia de reformas rumo ao socialismo. À falência prática e ideológica se somou a política no limiar da efetivação da UE e diante da crise terminal da esquerda comunista internacional, quando o PCI decidiu pelo desmanche e o PCP pelo prosseguimento ortodoxo.
This thesis aims to understand the relationships between the Italian Communist Party (PCI) and the Portuguese Communist Party (PCP) about the European integration process which culminated in the EU, highlighting the connection between domestic and foreign policy in strategies of the parties. In Italy and Portugal, the establishment of the democratic system was part of the strategy of the two PCs, which had broad-based in the working class. The stagnation of the selforganization of the working classes and the end of social unrest processes have led to democratic normality and the internationalization of economies, liberalizing them. The PCI, promoting their particular Italian via to socialism, collaborated with the formation of the European Economic Community (EEC), the PCP that initially refused, began to take it as a source of benefits in defense of democracy. The EEC's social development was uneven and combined, in which countries became part of the common market at the same time the fragmentation ravaged the world of work. The isolation was a first defeat of the two PCs in national governments, and the other was the impossibility to move forward with the strategy of reforms toward socialism. To the practical and ideological failure was joined the politics at the threshold of execution of the EU, in front of the terminal crisis of the international communist left, when the PCI decided for dismantle and the PCP to the orthodox continuation.
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Maia, Rodrigo Ismael Francisco. "Crise da esquerda comunista : políticas do PCI e do PCP sobre a união europeia /." Marília, 2015. http://hdl.handle.net/11449/132429.

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Abstract:
Orientador: Marcos Del Roio
Abstract: This thesis aims to understand the relationships between the Italian Communist Party (PCI) and the Portuguese Communist Party (PCP) about the European integration process which culminated in the EU, highlighting the connection between domestic and foreign policy in strategies of the parties. In Italy and Portugal, the establishment of the democratic system was part of the strategy of the two PCs, which had broad-based in the working class. The stagnation of the selforganization of the working classes and the end of social unrest processes have led to democratic normality and the internationalization of economies, liberalizing them. The PCI, promoting their particular Italian via to socialism, collaborated with the formation of the European Economic Community (EEC), the PCP that initially refused, began to take it as a source of benefits in defense of democracy. The EEC's social development was uneven and combined, in which countries became part of the common market at the same time the fragmentation ravaged the world of work. The isolation was a first defeat of the two PCs in national governments, and the other was the impossibility to move forward with the strategy of reforms toward socialism. To the practical and ideological failure was joined the politics at the threshold of execution of the EU, in front of the terminal crisis of the international communist left, when the PCI decided for dismantle and the PCP to the orthodox continuation.
Astratto: Questa dissertazione ha lo scopo di capire le relazione tra il Partito Comunista Italiano(PCI) e il Partito Comunista Portoghese (PCP) rispetto il processo di integrazione europeo che si è concluso con l'Unione Europea (UE), rilevando la connessione fra politica interna e estera nelle strategie dei partiti. In Italia e Portogallo, lo stabilimento della democrazia faceva parte della strategia dei due PC, i quali avevano ampie basi nelle classi lavoratrici. La tenuta della autoorganizzazione delle classi lavoratrici e la fine dei processi di agitazione sociale portarono alla normalità democratica e alla internazionalizzazione economica, liberale. Il PCI, promuovendo la sua particolare via italiana al socialismo, ha collaborato con la formazione della Comunità Economica Europea (CEE), il PCP che inizialmente la rifiutava, ha iniziato a prenderla come fonte di benefici in difesa dalla democrazia. Lo sviluppo sociale della CEE è stato disuguale e combinato, grazie al quale i paesi sono diventati parte del mercato comune mentre la frammentazione devastava il mondo del lavoro. L'isolamento è stata una prima sconfitta per i due PC nei governi nazionali, e un'altra è stata la impossibilità di andare avanti con la strategia delle riforme in direzione al socialismo. Al fallimento pratico e ideologico si è aggiunto quello politico al momento della conclusione della UE e della crisi finale della sinistra comunista internazionale, quando il PCI ha deciso per lo scioglimento e il PCP per la
Resumo: Esta dissertação tem o objetivo de compreender as relações entre o Partido Comunista Italiano (PCI) e o Partido Comunista Português (PCP) a respeito do processo de integração europeu que culminou na União Europeia (EU), destacando a conexão entre a política interna e externa nas estratégias dos partidos. Na Itália e em Portugal, a instauração do regime democrático fazia parte da estratégia dos dois PCs, os quais possuíam amplas bases nas classes trabalhadoras. O estancamento das auto-organizações das classes trabalhadoras e o fim dos processos de efervescência social levaram à normalidade democrática e à internacionalização das economias, liberalizando-as. O PCI, promovendo sua particular via italiana ao socialismo, colaborou com a formação da Comunidade Econômica Europeia (CEE), o PCP que inicialmente a recusava, passou a tomá-la como fonte de benefícios em defesa da democracia. O desenvolvimento social da CEE foi desigual e combinado, no qual os países passaram a fazer parte do mercado comum ao mesmo tempo em que a fragmentação assolava o mundo do trabalho. O isolamento foi uma primeira derrota dos dois PCs nos governos nacionais, e a outra foi a impossibilidade de avançar com a estratégia de reformas rumo ao socialismo. À falência prática e ideológica se somou a política no limiar da efetivação da UE e diante da crise terminal da esquerda comunista internacional, quando o PCI decidiu pelo desmanche e o PCP pelo prosseguimento ortodoxo.
Mestre
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Pucci, Lara. "Picturing the worker : Guttuso, Visconti, De Santis and the Partito Comunista Italiano, c.1944-1953." Thesis, Courtauld Institute of Art (University of London), 2007. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.437337.

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BASSI, GIULIA. "Parole che mobilitano. Il concetto di ‘popolo’ tra storia politica e semantica storica nel partito comunista italiano." Doctoral thesis, Università degli Studi di Trieste, 2017. http://hdl.handle.net/11368/2908197.

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Abstract:
La tesi prende le mosse dal presupposto metodologico che il linguaggio è parte imprescindibile del fare politica, in quanto non solo ‘parola’ ma anche ‘azione’, producendo cioè un effetto performativo sugli agenti collettivi e riflettendo un meccanismo di potere. Tra le parole della politica, quella di ‘popolo’ ha acquisito culturalmente nel discorso pubblico e politico contemporaneo nei paesi occidentali un peso politico e simbolico particolarmente rilevante, ben più di ‘moltitudine’, ‘massa’ o ‘folla’. Questo lavoro intende proporsi come contributo a quella parte della storiografia contemporanea attenta ai fenomeni linguistici, culturali e simbolici, indagando secondo una prospettiva interdisciplinare come si sia articolata discorsivamente la dialettica tra politica e popolo. La ricerca analizza come questa relazione sia stata costruita, normata e inserita entro binari regolamentativi nel discorso di uno dei maggiori partiti di massa occidentali del ventesimo secolo: il partito comunista italiano. Il primo capitolo, dopo un excursus storiografico su come il ‘popolo’ è diventato parte fondamentale del discorso politico occidentale, inquadra il concetto all’interno dell’universo simbolico comunista, internazionale, sovietico, italiano (1921-1942). L’analisi dei testi di Gramsci e Togliatti dagli anni venti fino agli anni quaranta mostra come il concetto di ‘popolo’ si sia affiancato e abbia poi superato quello di ‘classe’, dialogando strettamente con i concetti di leadership e nazione. Il secondo capitolo, muovendo dalla svolta di Salerno (1943-1945), indaga la dinamica con cui il partito ha centrato tutto il suo discorso politico sul ‘popolo’, come insieme omogeneo nazionalmente connotato. Il terzo capitolo tratta i primi anni della ricostruzione fino alle prime elezioni politiche della repubblica italiana (1946-1948) e punta a mostrare come dietro la semantica ‘totalizzante’ del popolo si nascondessero fratture politiche e identitarie fin dall’immediato dopoguerra e ben prima di quanto la storiografia ammetta. Il quarto capitolo, dedicato agli anni del centrismo e della guerra fredda (1949-1955), analizza alcuni plessi narrativi della politica del partito: la strategia della ‘popolarizzazione’, la politica culturale, il culto della personalità e l’esaltazione del mito sovietico, tutti paradigmaticamente connessi alla parola ‘popolo’. Il quinto capitolo, relativo agli anni del centro-sinistra fino all’esplosione delle rivolte studentesche (1956-1967), studia come, nel contesto internazionale dei movimenti di liberazione nei paesi ex-coloniali, il concetto abbia avuto un ruolo centrale nelle strategie discorsive del partito, pur all’interno di un trend di progressiva incapacità di comprensione delle istanze della società civile. Nelle conclusioni si cerca di enucleare i principali plessi discorsivi legati al termine soprattutto negli anni settanta, gettando uno sguardo fino alla conclusione dell’esperienza comunista (1968-1991). Il lavoro presenta due appendici, una iconografica, relativa all’uso del tema ‘popolo’ nella propaganda del partito, e una lessicometrica, con tabelle di frequenze assolute e relative tratte da l’Unità.
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Rogante, Elisa <1982&gt. ""Un libro per ogni compagno". Case editrici e politiche per la lettura del partito comunista italiano (1944-1956)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7142/1/ROGANTE_ELISA_TESI.pdf.

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Abstract:
Anche se la politica editoriale comunista rappresenta un campo di indagine fondamentale nella ricerca sul Pci, la sua attività editoriale è caduta in un oblio storico. Assumendo il libro come supporto materiale e veicolo della cultura politica comunista, e la casa editrice come canale di socializzazione, questa ricerca s’interroga sui suoi processi di costruzione e di diffusione. La ricerca si muove in due direzioni. Nel primo capitolo si è tentato di dare conto delle ragioni metodologiche dell’indagine e della messa a punto delle ipotesi di ricerca sul “partito editore”, raccogliendo alcune sfide poste alla storia politica da altri ambiti disciplinari, come la sociologia e la scienza politica, che rappresentano una vena feconda per la nostra indagine. La seconda direzione, empirica, ha riguardato la ricognizione delle fonti e degli strumenti di analisi per ricostruire le vicende del “partito editore” dal 1944 al 1956. La suddivisione della ricerca in due parti – 1944-1947 e 1947-1956 – segue a grandi linee la periodizzazione classica individuata dalla storiografia sulla politica culturale del Pci, ed è costruita su quattro fratture storiche – il 1944, con la “svolta di Salerno”; il 1947, con la “svolta cominformista”; il 1953, con la morte di Stalin e il disgelo; il 1956, con il XX Congresso e i fatti d’Ungheria – che sono risultate significative anche per la nostra ricerca sull’editoria comunista. Infine, il presente lavoro si basa su tre livelli di analisi: l’individuazione dei meccanismi di decisione politica e dell’organizzazione assunta dall’editoria comunista, esaminando gli scopi e i mutamenti organizzativi interni al partito per capire come i mutamenti strategici e tattici si sono riflessi sull’attività editoriale; la ricostruzione della produzione editoriale comunista; infine, l’identificazione dei processi di distribuzione e delle politiche per la lettura promosse dal Pci.
Communist editorial policy is a fundamental research area for the study of PCI, but the party’s publishing activity has fallen into historical oblivion. Assuming the book as a material support and vehicle of the communist political culture and the publishing house as a socialization channel, this research questions the its construction and diffusion processes. This research follows two main paths. In the first chapter, we tried to explain the methodological reasons of “Party Publisher”. In the second part of the thesis, empiric, we try to reconstruct the history of communist publishing houses. The historical period embraced is divide in two parts – 1944-1947 and 1947-1956 – according to the classical history of the cultural policy of the PCI, and is centered on four historical events: the “Salerno turn” (1944), the “Cominform turn” (1947), Stalin’s death (1956) and the XX Congress (1956). We adopted three levels of analysis: identifying the organization and decision making structure of Communist publishing activity, reconstructing book production processes, and identifying distribution processes and reading promotion policies promoted by the PCI.
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Rogante, Elisa <1982&gt. ""Un libro per ogni compagno". Case editrici e politiche per la lettura del partito comunista italiano (1944-1956)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7142/.

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Abstract:
Anche se la politica editoriale comunista rappresenta un campo di indagine fondamentale nella ricerca sul Pci, la sua attività editoriale è caduta in un oblio storico. Assumendo il libro come supporto materiale e veicolo della cultura politica comunista, e la casa editrice come canale di socializzazione, questa ricerca s’interroga sui suoi processi di costruzione e di diffusione. La ricerca si muove in due direzioni. Nel primo capitolo si è tentato di dare conto delle ragioni metodologiche dell’indagine e della messa a punto delle ipotesi di ricerca sul “partito editore”, raccogliendo alcune sfide poste alla storia politica da altri ambiti disciplinari, come la sociologia e la scienza politica, che rappresentano una vena feconda per la nostra indagine. La seconda direzione, empirica, ha riguardato la ricognizione delle fonti e degli strumenti di analisi per ricostruire le vicende del “partito editore” dal 1944 al 1956. La suddivisione della ricerca in due parti – 1944-1947 e 1947-1956 – segue a grandi linee la periodizzazione classica individuata dalla storiografia sulla politica culturale del Pci, ed è costruita su quattro fratture storiche – il 1944, con la “svolta di Salerno”; il 1947, con la “svolta cominformista”; il 1953, con la morte di Stalin e il disgelo; il 1956, con il XX Congresso e i fatti d’Ungheria – che sono risultate significative anche per la nostra ricerca sull’editoria comunista. Infine, il presente lavoro si basa su tre livelli di analisi: l’individuazione dei meccanismi di decisione politica e dell’organizzazione assunta dall’editoria comunista, esaminando gli scopi e i mutamenti organizzativi interni al partito per capire come i mutamenti strategici e tattici si sono riflessi sull’attività editoriale; la ricostruzione della produzione editoriale comunista; infine, l’identificazione dei processi di distribuzione e delle politiche per la lettura promosse dal Pci.
Communist editorial policy is a fundamental research area for the study of PCI, but the party’s publishing activity has fallen into historical oblivion. Assuming the book as a material support and vehicle of the communist political culture and the publishing house as a socialization channel, this research questions the its construction and diffusion processes. This research follows two main paths. In the first chapter, we tried to explain the methodological reasons of “Party Publisher”. In the second part of the thesis, empiric, we try to reconstruct the history of communist publishing houses. The historical period embraced is divide in two parts – 1944-1947 and 1947-1956 – according to the classical history of the cultural policy of the PCI, and is centered on four historical events: the “Salerno turn” (1944), the “Cominform turn” (1947), Stalin’s death (1956) and the XX Congress (1956). We adopted three levels of analysis: identifying the organization and decision making structure of Communist publishing activity, reconstructing book production processes, and identifying distribution processes and reading promotion policies promoted by the PCI.
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Palmieri, Mariangela. "La propaganda della Democrazia Cristiana e del Partito Comunista Italiano negli anni della guerra fredda attraverso i documentari cinematografici." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/1518.

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Abstract:
2010 - 2011
The research examines the cinematic propaganda films commissioned by the Christian Democrat party and the Italian Communist Party in the period between the Second World War and the Sixties. These films, made from propaganda sections of party in order to use the power of cinema to effectively achieve their potential voters and activists, have played a central role in the Communist and Catholic imagery. This production, which increases during the election campaign, is continued until the Seventies, peaking in the phase between the first general elections of 1948 and the second half of the Sixties. This is a very diverse group of works, consisting of both fiction and documentary films, but also sketches and animated films , all short-or medium-length. These materials have been forgotten for years. In more recent times they have been recovered, cataloged and digitized to make them available to scholars and to prevent their total disappearance. The majority of Christian Democrat movies today is owned by the Istituto Luigi Sturzo of Rome, that only since 2005 has made possible the consultation. Instead, most of the movies due to PCI is currently in the Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, based in Rome, which houses audio-visual materials for the trade unions and the left. The digitization of these movies and the ability to search online as well to preserve them has offered a great help to the research, because through it the movies, hardly available on traditional media, can be seen more easily... [edited by Author]
X n.s.
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Books on the topic "Partito comunista italiano"

1

Palmiro, Togliatti. Il Partito comunista italiano. 4th ed. Roma: Editori riuniti, 1997.

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2

Vaglini, Benito. Partito comunista italiano, crollo annunciato. Livorno: Nuova fortezza, 1999.

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3

Amendola, Eva Paola. Storia fotografica del Partito comunista italiano. 2nd ed. Roma: Editori riuniti, 2006.

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4

Nuovo Partito comunista italiano. Commissione provvisoria del Comitato centrale. Manifesto programma del (nuovo) Partito comunista italiano. Milano: Rapporti sociali, 2008.

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5

Agosti, Aldo. Storia del Partito comunista italiano: 1921-1991. Roma [etc.]: GLF editori Laterza, 1999.

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6

Agosti, Aldo. Storia del Partito comunista italiano: 1921-1991. Roma: GLF editori Laterza, 1999.

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7

Andrea, Orlandi, and Istituto per la storia dell'Umbria contemporanea., eds. Perugia e il partito comunista. Foligno: Editoriale umbra, 2007.

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8

Palmiro, Togliatti. La politica di unità nazionale dei comunisti: Rapporto ai quadri dell'organizzazione comunista napoletana [i.e. la Federazione comunista di Napoli], 11 aprile 1944. Napoli: La città del sole, 2002.

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9

Teodorani, Orio. Comunisti a Cesena: Storie, personaggi ed eventi del Partito comunista cesenate, 1920-1975. Cesena: Società editrice "Il ponte vecchio", 2002.

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10

Dormagen, Jean-Yves. I comunisti: Dal PCI alla nascita di Rifondazione comunista : una semiologia politica. Roma: Koinè, 1996.

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Book chapters on the topic "Partito comunista italiano"

1

"3. Die Entwicklung und Bedeutung des Eurokommunismus im Partito Comunista Italiano." In Die Rote Gefahr, 61–130. Köln: Böhlau Verlag, 2017. http://dx.doi.org/10.7788/9783412508531-003.

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2

"Competing Utopias? The Partito Comunista Italiano between National, European, and Global Identities (1960s–1970s)." In Alan S. Milward and a Century of European Change, 293–308. Routledge, 2012. http://dx.doi.org/10.4324/9780203127995-18.

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