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Possieri, Andrea. "El Partito comunista italiano, su herencia política y la identidad de la izquierda italiana." Investigaciones Históricas. Época Moderna y Contemporánea, no. 41 (December 3, 2021): 869–900. http://dx.doi.org/10.24197/ihemc.41.2021.869-900.

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Abstract:
El 21 de enero de 2021 se celebró el centenario del nacimiento del Partito comunista italiano. ¿Cuáles son los motivos por los cuales, aún hoy, se reflexiona acerca de la historia del Pci? En primer lugar porque el Pci ha sido el partido comunista más grande del mundo occidental entre 1945 y 1989. En segundo lugar porque el Pci ha sido un partido que ha tenido algunas características originales respecto a los otros Partidos comunistas occidentales. Por último, porque su herencia ha tenido influencia por muchos años en la identidad de la izquierda italiana, después de 1989. El Partito comunista italiano ha dejado una profunda herencia cultural en el sistema político italiano.
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Fugazzotto, Giulio. "Il Partito Comunista Italiano in Somalia tra retaggi coloniali e funzione pedagogica di massa." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 303 (December 2023): 241–338. http://dx.doi.org/10.3280/ic303-oa1.

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Abstract:
Questo articolo tenta di analizzare alcuni quesiti storiografici concernenti il rapporto tra comunismo italiano e colonialismo, sollevati dalla presenza di una sezione del Partito Comunista Italiano (Pci) sorta a Mogadiscio nel 1942. Innanzitutto, si contestualizza la nascita di questa sezione nella Somalia occupata dalle forze britanniche, focalizzandosi sui rapporti con l'amministrazione militare e con la comunità italiana. Ci si sofferma poi sull'attività dei comunisti di Mogadiscio e sui rapporti con il Pci, rispetto a cui la sezione sembrerebbe essere sorta in sostanziale autonomia. Se ciò conferma una notevole circolazione di idee e pratiche del movimento comunista al di là dei network della Terza internazionale, allo stesso tempo risulta un elemento atipico nel contesto politico di questi anni. L'articolo identifica poi il reclutamento di militanti attuato nei campi di prigionia inglesi da parte della sezione come una peculiare declinazione del "partito nuovo" togliattiano. Infine, ci si sofferma sull'atteggiamento paternalista e colonialista alla base dell'esclusione dei somali dall'orizzonte politico della sezione.
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3

Baviello, Davide. "Democrazia e modernizzazione. Ambizioni americane e modelli europei nella distribuzione italiana 1947-1978." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 259 (November 2010): 284–301. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-259005.

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Abstract:
Con il piano Marshall e l'avvio dell'integrazione europea, gli Stati Uniti lanciarono un ambizioso progetto egemonico. Fondato sulla modernizzazione economica come strumento per consolidare la democrazia, esso venne tuttavia ostacolato da gran parte degli imprenditori italiani, anche se l'aumento della produttivitŕ e la diffusione del benessere avrebbero non solo rafforzato il libero mercato, ma anche eroso le basi sociali del consenso al Partito comunista italiano e al Partito socialista italiano. Questi partiti, che si proponevano di ammodernare la distribuzione commerciale secondo modelli diversi dal supermercato introdotto dagli americani nel 1957, furono accusati di volere la scomparsa del commercio privato, come era giŕ avvenuto in Europa orientale. I comunisti s'impegnarono nello sviluppo delle cooperative e i socialisti, nel primo governo Moro, proposero invano la creazione di una rete di supermercati a gestione pubblica. A conferma della mancata attuazione del progetto di consolidamento democratico attraverso la modernizzazione, dopo il boom economico la democrazia italiana fu sottoposta a serie minacce eversive, mentre la riforma commerciale del 1971, invece d'ispirarsi ai principi liberisti della Comunitŕ europea, continuň a ostacolare la distribuzione moderna.
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Goretti, Leo. "Sport popolare italiano e Arbeitersport tedesco-occidentale (1945-1950)." PASSATO E PRESENTE, no. 78 (October 2009): 65–88. http://dx.doi.org/10.3280/pass2009-078004.

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Abstract:
- Focuses on the sport policies of the Italian Communist Party and the West German Social Democratic Party in the post-war period. Whereas the Pci leadership decided to build up a flanking sports association (the Unione Italiana Sport Popolare, established in 1948), the Spd abandoned the pre-Nazi tradition of the Arbeitersport (workers' sport). Based on a research undertaken in the archives of the two parties, the article analyses their sport policies in a comparative perspective. Particular attention is paid to the legacy of the Nazi and Fascist regimes and the different political contexts in the two countries after World War II.Keywords: Italian Communist Party, West German Social Democratic Party, Sport, Labour Movement, Leisure.Parole chiave: Partito comunista italiano, Partito socialdemocratico tedesco-occidentale, sport, movimento operaio, tempo libero.
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5

Pellizzari, Paolo. "Socialisti e comunisti italiani di fronte alla questione energetico-nucleare 1973-1987." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 259 (November 2010): 237–61. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-259003.

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Abstract:
Il saggio si concentra sulle proposte avanzate dai partiti politici e dalle istituzioni repubblicane tra anni settanta e ottanta per sciogliere i problemi riguardanti l'approvvigionamento energetico dell'Italia, con uno sguardo particolarmente attento alla questione nucleare e al potenziale impatto ecologico di quelle proposte. In particolare, sono qui analizzate le posizioni via via assunte dai principali rappresentanti della sinistra socialcomunista italiana (Partito comunista italiano, Partito socialista italiano, Confederazione generale italiana del lavoro, Unione italiana del lavoro) in rapporto all'effetto di rottura di alcuni eventi traumatici (dalla crisi petrolifera del 1973 all'incidente di Chernobyl del 1986) e alle risposte dell'opinione pubblica. I soggetti qui presi in esame si dimostrarono particolarmente attenti al tema energetico, considerando soprattutto le ripercussioni occupazionali delle scelte in tale ambito. Benché al suo interno molte voci si siano schierate a sostegno delle battaglie antinucleariste, il movimento ope- raio, complessivamente inteso, non sembra invece essere riuscito a cogliere le potenzialitŕ dello scontro sul tema ecologico.
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Brogi, Alessandro. "Il Pci tra testimone e protagonista globale. Una discussione del nuovo contributo storico di Silvio Pons, I comunisti italiani e gli altri." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 299 (August 2022): 252–63. http://dx.doi.org/10.3280/ic299-oa3.

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Abstract:
Una discussione critica del contributo storiografico di Silvio Pons, I comunisti e gli altri. L'articolo, oltre ad attribuire merito ai fatti esposti per la prima volta qui, e ai nuovi approcci utilizzati - in particolare quello di storia transnazionale - dal saggio di Pons, offre anche un'analisi comparata di altri contributi storiografici, e propone alcuni spunti per un ulteriore esame dell'impatto interno e internazionale del Partito comunista italiano.
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Mastrolillo, Gabriele. "Paolo Ravazzoli e il Psi-Ios nell'emigrazione antifascista in Francia (1931-1940)." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (March 2023): 31–49. http://dx.doi.org/10.3280/mon2022-001002.

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Abstract:
Paolo Ravazzoli fu uno dei dirigenti nazionali del Partito comunista d'Italia negli anni Venti. Espulso nel 1930 per la sua opposizione ai metodi di attuazione della "svolta" attuati dalla direzione del partito, fu (insieme ad Alfonso Leonetti, Pietro Tresso, Mario Bavassano e Gaetana Teresa Recchia) uno dei fondatori e dirigenti della Nuova opposizione italiana, sezione dell'Opposizione di sinistra internazionale guidata da Lev Trockij. La sua militanza all'interno del movimento trockista, però, terminò nel 1934 a seguito di dissensi sorti in merito alla linea seguita dal movimento trockista italiano e internazionale. Contemporaneamente ebbe inizio il suo avvicinamento al movimento Giustizia e libertà e soprattutto al Partito socialista italiano-sezione dell'Internazionale operaia e socialista, al quale aderì nel 1935. Da quel momento fu un assiduo collaboratore della testata del partito, Il Nuovo Avanti, fino alla sua morte, avvenuta a seguito di un incidente sul lavoro nel 1940. Questo articolo descrive i suoi rapporti con il socialismo italiano alla luce di documentazione d'archivio e dei contributi da lui pubblicati sulla stampa trockista e socialista italiana.
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Hobel, Alexander. "La «democrazia progressiva» nell'elaborazione del Partito Comunista Italiano." HISTORIA MAGISTRA, no. 18 (September 2015): 57–72. http://dx.doi.org/10.3280/hm2015-018005.

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Ciulla, Alice. "L'amministrazione Carter e la "questione comunista" in Italia: elaborazione e azione politica, 1976-1978." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 293 (August 2020): 254–79. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-293011.

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Abstract:
Il democratico Jimmy Carter venne eletto presidente degli Stati Uniti nel novembre del 1976.Pochi mesi prima, il Partito comunista italiano (Pci) aveva ottenuto uno straordinario risultatoelettorale che aveva garantito incarichi istituzionali ad alcuni suoi esponenti. Durante lacampagna elettorale, i membri dell'entourage di Carter rilasciarono dichiarazioni che sembravanopreludere all'abbandono del veto anticomunista posto dai governi precedenti e per circaun anno dall'insediamento l'amministrazione mantenne una posizione ambigua. Il 12 gennaio1978, tuttavia, gli Stati Uniti ribadirono ufficialmente la contrarietà a qualsiasi forma dipartecipazione dei comunisti nel governo italiano. Utilizzando fonti di natura diversa e includendonell'analisi una pluralità di attori non statali tra cui think tank e centri di ricerca universitari,questo saggio mira a ricostruire il dibattito interno all'amministrazione Carter sulla "questione comunista" in Italia e a collocarlo all'interno di una discussione più ampia che attraversòla cultura liberal statunitense.
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Ciulla, Alice. "L'amministrazione Carter e la "questione comunista" in Italia: elaborazione e azione politica, 1976-1978." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 293 (August 2020): 254–79. http://dx.doi.org/10.3280/ic293-oa2.

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Abstract:
Il democratico Jimmy Carter venne eletto presidente degli Stati Uniti nel novembre del 1976.Pochi mesi prima, il Partito comunista italiano (Pci) aveva ottenuto uno straordinario risultatoelettorale che aveva garantito incarichi istituzionali ad alcuni suoi esponenti. Durante lacampagna elettorale, i membri dell'entourage di Carter rilasciarono dichiarazioni che sembravanopreludere all'abbandono del veto anticomunista posto dai governi precedenti e per circaun anno dall'insediamento l'amministrazione mantenne una posizione ambigua. Il 12 gennaio1978, tuttavia, gli Stati Uniti ribadirono ufficialmente la contrarietà a qualsiasi forma dipartecipazione dei comunisti nel governo italiano. Utilizzando fonti di natura diversa e includendonell'analisi una pluralità di attori non statali tra cui think tank e centri di ricerca universitari,questo saggio mira a ricostruire il dibattito interno all'amministrazione Carter sulla "questione comunista" in Italia e a collocarlo all'interno di una discussione più ampia che attraversòla cultura liberal statunitense.
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Di Donato, Michele. "Partito comunista italiano e socialdemocrazia tedesca negli anni Settanta." MONDO CONTEMPORANEO, no. 3 (April 2011): 91–117. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-003004.

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Abstract:
Il saggio ricostruisce i caratteri delle relazioni intercorse tra il Pci e il Partito socialdemocratico tedesco negli anni in cui la «questione comunista» italiana andava assumendo importanza centrale nel dibattito politico europeo. Rispetto ad una lettura diffusa che enfatizza le consonanze ideali tra i leader Willy Brandt ed Enrico Berlinguer, l'autore si concentra piuttosto sulle concrete occasioni di dialogo politico tra i due partiti, delle quali analizza consistenza e rilevanza. L'analisi della documentazione archivistica italiana e tedesca mostra come, anche nel decennio della distensione, a caratterizzare il rapporto tra i rappresentanti piů eminenti dei movimenti comunista e socialdemocratico in Europa occidentale fu la prudenza, che fece da portavoce di strategie differenti per lo sviluppo del continente. Il rapporto con le socialdemocrazie svolse un suo ruolo all'interno del processo di rinnovamento del Pci di Berlinguer; tuttavia, mai perseguito come una prioritŕ, produsse risultati politici limitati.
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Santoro, Stefano. "Il Partito comunista italiano e i regimi comunisti dell’Europa orientale attraverso la rivista “Rinascita”." Studia Universitatis Babeș-Bolyai Historia 66, no. 2 (April 13, 2022): 179–204. http://dx.doi.org/10.24193/subbhist.2021.2.09.

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Abstract:
"The Italian Communist Party and the communist regimes of Eastern Europe through the magazine “Rinascita”. The cultural magazine of the Italian Communist Party “Rinascita” was published from 1944 to 1991, thus following the evolution of that party from the post-WWII to its self-dissolution. Through an analysis of the articles published in the magazine, this contribution studies the evolution of the image of the communist regimes of Eastern Europe among the Italian communists, retracing the strategic and ideological changes that characterized the Pci, along a difficult path that from the cult of Stalin eventually came to social democracy. Keywords: Magazine “Rinascita”; Italian Communist Party; Eastern Europe; “Real socialism”. "
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Travis, D. J. "Communism in Modena: the Provincial Origins of the Partito Comunista Italiano (1943–1945)." Historical Journal 29, no. 4 (December 1986): 875–95. http://dx.doi.org/10.1017/s0018246x00019099.

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Abstract:
Few fields of study are as frequently subject to revision as the history of contemporary politics. This is especially true for communist movements, where new interpretations constantly rework the old. The outpouring of recent work on the Partito comunista italiano (PCI) is a case in point. The peculiarity of Italian communism and the popularity of the PCI within Italy pose intriguing problems which have attracted the attention of many political scientists. In the search for answers to these questions, most authors also end up recounting the Party's history. Unfortunately, the inspiration for these projects is rarely historical per se, but is rather ‘scientific’, intended in the outdated sense of a discipline which extracts its subject from a specific environment in order the better to study it.
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Petrillo, Gianfranco. "Il problema di Milano. La federazione comunista piů grande d'Italia. 1921-1975." STORIA IN LOMBARDIA, no. 1 (October 2011): 20–83. http://dx.doi.org/10.3280/sil2011-001002.

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Abstract:
Milano č un perno fondamentale della storia recente d'Italia. La direzione nazionale del Partito comunista italiano non lo ha mai capito e ciň ha costituito un problema e una spia dei suoi perduranti ritardi politici e culturali nell'affrontare i problemi del paese. Dal settarismo delle origini alle tentazioni omologatrici degli anni ottanta del Novecento, la storia della Federazione milanese del Pci č la storia di questo problema.
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Magnani, Alberto. "Umberto Massola e la riorganizzazione del Partito comunista clandestino a Milano (1941-1943)." STORIA IN LOMBARDIA, no. 2 (December 2010): 95–115. http://dx.doi.org/10.3280/sil2010-002004.

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Abstract:
L'articolo ricostruisce la fase di riorganizzazione della rete clandestina del Partito comunista italiano fra il 1942 e il 1943 a Milano ad opera di Umberto Massola con la collaborazione di vecchi militanti. Questa riorganizzazione che comprese la produzione di stampa clandestina, tra cui «L'Unitŕ», favorě il risveglio di altre forze antifasciste e pose le premesse degli scioperi del 1943. Note biografiche: Storico, collaboratore dell'Istituto lombardo per la storia contemporanea, del Centro studi Piero Ginocchi, della Societŕ pavese di storia patria e dell'Adar di Madrid. E-mail: krizai@email.it
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Nencioni, Tommaso. "Un capitolo di storia della sinistra italiana Riccardo Lombardi, Lelio Basso e la crisi del Partito d'azione." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 267 (November 2012): 211–37. http://dx.doi.org/10.3280/ic2012-267002.

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Abstract:
L'autore individua nel 1947 un anno di svolta nella lotta politica italiana e internazionale. Nell'ambito della sinistra, questo decisivo tornante sanziona tanto il passaggio all'opposizione dei partiti del movimento operaio con l'affermarsi del centrismo degasperiano, quanto, all'interno di quel campo, l'egemonia comunista. Questi fattori sono allo stesso tempo causa ed ef- fetto di profondi mutamenti nella galassia socialista. Sempre nel 1947 il Partito socialista italiano (Psi) inizia un percorso che lo porterŕ a una netta cesura sia con la tradizione prefascista, sia con le socialdemocrazie europee, e dunque alla costituzione insieme al Pci, in vista delle elezioni del 1948, del Fronte popolare. Infine, in quell'anno giunge a maturazione la definitiva crisi di un altro dei soggetti politici che, da sinistra, aveva contribuito all'abbattimento del fascismo: il Partito d'azione (Pd'a), la maggioranza del cui gruppo dirigente andrŕ a ingrossare proprio le file del Psi. Attraverso la ricognizione di come Riccardo Lombardi, ultimo segretario azionista, e Lelio Basso, allora segretario socialista, agirono nel corso di quei tumultuosi eventi, l'Autore intende gettare luce su alcuni aspetti di lungo periodo delle relazioni interne al campo della sinistra in Italia.
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Fijał, Małgorzata. "Treni della felicità. Społeczna inicjatywa na rzecz dzieci w powojennych Włoszech." Politeja 19, no. 1(76) (May 10, 2022): 47–61. http://dx.doi.org/10.12797/politeja.19.2022.76.03.

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Abstract:
TRENI DELLA FELICITÀ: A SOCIAL INITIATIVE FOR CHILDREN IN POST-WAR ITALY This paper is devoted to the analysis of the origins and development of a social initiative, the so-called Treni della felicità (Trains of happiness) and its impact on shaping civil society and sense of national community in the post-war Italy. This project, initiated by the Union of Italian Women (Unione Donne Italiane, UDI) and then promoted mainly by the Italian Communist Party (Partito Comunista Italiano, PCI) assumed the transfer of tens of thousands of children from families in need from southern Italy to relatively more developed north-central regions of the country in order to provide them better living conditions after World War II. This example of the fight against poverty and inequalities seems to be a forgotten symbol of solidarity and renewal of the idea of civil society in post-totalitarian Italy. Moreover, this action for children is not only an example of civic activity, but also an important element in the debate on the traditional division of Italy into North and South.
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Vinci, Maria Gloria. "Ideologia e traduzione: Jorge Amado in Italia e la traduzione in italiano di Capitães da Areia." Revista de Italianística, no. 34 (November 7, 2017): 4. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i34p4-11.

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Abstract:
Il presente lavoro intende prendere in considerazione la traduzione in italiano del romanzo di Jorge Amado, Capitães da areia, realizzata nel 1953 da Dario Puccini, collocandola nel contesto storico-ideologico dell’Italia degli anni ’50 dominato dalla contrapposizione tra Partito comunista e Democrazia Cristiana. Il testo della traduzione, infatti, porta i segni di una costrizione ideologica che piega il romanzo amadiano, mediante recisioni e tagli piuttosto netti di interi capitoli, semplificazioni linguistiche e riscrittura di corposi brani del testo originale, dentro gli schemi del realismo socialista e, dunque, di una letteratura a forte impronta esemplare-educativa.
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Giacci, Vittorio. "Cinematografia e ispirazione letteraria socialista." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, no. 1 (March 31, 2020): 473–557. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910925.

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Abstract:
Il saggio affronta il tema della relazione tra letteratura e cinema sia in termini generali che in ambito più strettamente politico, soffermandosi sugli adattamenti di opere letterarie scritte da autori di area e ispirazione socialista, ma anche su opere cinematografiche, tratte da soggetti originali, realizzate da registi che si sono riconosciuti, stabilmente o temporaneamente, nel socialismo italiano. Si vuole colmare l’evidente lacuna di una critica che ha preferito guardare alle esperienze di autori che palesavano altre ispirazioni, come quelle cattolica e comunista, benché il contributo di cineasti dell’area socialista sia stato altrettanto, se non più ampio e profondo, come il presente saggio intende dimostrare. Lo studio considera anche l’apporto fornito dai socialisti laddove hanno operato, con incarichi di responsabilità, nelle politiche culturali italiane, partecipando anche alla definizione legislativa di settore, con posizioni di rilievo in importanti istituzioni del cinema pubblico (Centro Sperimentale di Cinematografia, Cinecittà, Italnoleggio, Istituto Luce), senza escludere la Biennale, i vari festival e le organizzazioni del settore pubblico. Ne risulta il ruolo determinante giocato dal pensiero e dai valori socialisti nel quadro del rinnovamento culturale del paese attuato mediante lo strumento della settima arte. La relazione cinema/socialismo non può essere colta in tutte le sue articolazioni se non la si inscrive in un più ampio contesto storico/politico e all’interno delle due anime che hanno da sempre caratterizzato le vicende del Partito Socialista, la tensione massimalista e la progettualità riformista, le scissioni ed i tentativi di riunificazione, l’unità d’azione e il contrasto a sinistra tra Partito Comunista e Partito Socialista, la propensione del primo al monopolio culturale ed a tacciare di “revisionismo” qualunque tentativo di innovazione politica che fosse al passo con i tempi e la refrattarietà del secondo a ogni forma di immobilismo ideologico, di egemonia culturale e di subalternità.
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Fioravanzo, Monica. "La "donna nuova" nelle riviste femminili della Sed e del Partito comunista italiano (1944-1989)." STORIA E PROBLEMI CONTEMPORANEI, no. 80 (November 2020): 163–81. http://dx.doi.org/10.3280/spc2019-080008.

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Sorgonà, Gregorio. "Alle origini del "compromesso storico". "Crisi" e "sviluppo" nella cultura politica del Partito comunista italiano." HISTORIA MAGISTRA, no. 20 (July 2016): 39–58. http://dx.doi.org/10.3280/hm2016-020005.

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Carpi, Umberto. "Il Partito Comunista Italiano e De Sanctis negli anni Cinquanta. Classe operaia ed egemonia nazionale1." Quaderns d’Italià 16 (November 2, 2011): 67. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.296.

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Bellassai, Sandro. "The Party as School and the Schools of Party. The Partito comunista italiano 1947‐1956." Paedagogica Historica 35, no. 1 (January 1999): 87–107. http://dx.doi.org/10.1080/0030923990350106.

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Carioli, Stefania. "Neorealism in the work of Gianni Rodari. Reflections 100 years after the birth of the author." Rivista di Storia dell’Educazione 7, no. 1 (July 9, 2020): 129–36. http://dx.doi.org/10.36253/rse-9399.

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Abstract:
Within the influence of Gramsci’s pedagogical model in the work of Gianni Rodari, this article examines the novel Piccoli vagabondi (Small vagabonds) (1952-1953), a unicum in the author’s production of Grammatica della fantasia (The Grammar of Fantasy), as it is characterized by neorealistic themes and by a communicative style that uses “proletarian” rhetoric, progressive vision and utopian elements. After mentioning the national issue of the non-existence of children’s literature (which Gramsci mentions in his essays on popular literature) and the neorealistic traits present in Rodari, the paper enters more directly into the merit of the neorealist novel, which presents itself as a document of the pedagogical effort (even contradictory) made by the Partito Comunista Italiano (Italian Communist Party) in the political climate of the “cold war” and as a testimony to the origin of the author’s search to reconcile realism with fantasy, dream and invention.
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Ceci, Giovanni Mario. "Aldo Moro di fronte ai terrorismi e alle trame eversive (1969-1978)." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (December 2010): 167–206. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-002008.

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Abstract:
Il saggio propone un'analitica ricostruzione - basata su numerose fonti tanto italiane quanto statunitensi (documenti del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, documentazione della Democrazia cristiana, stampa di partito, dibattiti parlamentari, memorie, etc.) e soprattutto sulla documentazione personale di Moro - dell'atteggiamento di Aldo Moro nei confronti del terrorismo italiano e dei fenomeni sovversivi dal 1969 al 1978. L'autore mette in luce alcuni elementi che hanno soprattutto (e costantemente) caratterizzato la posizione e le riflessioni di Moro nei riguardi della violenza e del terrorismo. In primo luogo, nel saggio viene evidenziata l'immediatezza con cui Moro colse la novitŕ e la pericolositŕ del terrorismo. In secondo luogo, l'autore sottolinea il fatto che per Moro il terrorismo rappresentava un fenomeno essenzialmente politico e che, a suo parere, la risposta ad esso doveva dunque essere non solo di tipo repressivo ma anche e soprattutto di natura piů propriamente politica. Nel saggio vengono poi ricostruite le differenti analisi e i diversi giudizi (e la loro evoluzione nel corso degli anni Settanta) che Moro elaborň in relazione al terrorismo di destra e a quello di sinistra. L'autore mette quindi a confronto tali analisi e giudizi con quelli espressi dagli altri principali leader della Dc. Il contributo mette in luce inoltre la salda convinzione di Moro che tanto il terrorismo di destra quanto quello di sinistra avessero dei legami internazionali e potessero contare sul sostegno di alcune nazioni straniere. Infine, l'autore affronta brevemente il problema dell'eventuale impatto del terrorismo sulla politica di Moro nei confronti del Partito comunista italiano.
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Castellina, Luciana. "The pci: The Communist Giraffe." Notebooks: The Journal for Studies on Power 1, no. 2 (February 14, 2022): 356–67. http://dx.doi.org/10.1163/26667185-01020008.

Full text
Abstract:
Abstract This commentary offers an insight into ‘the Gramsci genome’, the concept typically used to underline Gramsci’s influence on the historical experience of the Italian Communist Party (Partito Comunista Italiano; pci). Drawing on a personal and specific experience of political militancy within the party, this contribution explores how the pci, by assuming the role of a collective subject in Gramscian terms, pursued the Gramscian line of revolution as a protracted process of democratic expansion and conquest of essential forms of power in civil society. The article underlines the pivotal role played in this endeavour by party leadership until the death of Palmiro Togliatti; it assesses the events that led to the end of pci – including Berlinguer’s failed attempt to revive a left alternative after the historic compromise position; and underlines the persistent need for communism (a ‘more robust communism’) in view of the disaster caused by capitalism over the last 40 years.
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Zivkovic, Bogdan. "The two last encounters between Broz and Berlinguer - the epilogue of an alliance." Balcanica, no. 53 (2022): 273–300. http://dx.doi.org/10.2298/balc2253273z.

Full text
Abstract:
Based on unpublished historical sources from the archives of the communist parties of Yugoslavia and Italy (Archives of Yugoslavia, Belgrade; Fondazione Istituto Gramsci, Archivio del Partito comunista Italiano, Rome), this paper analyzes the two last meetings of the leaders of the two parties, Josip Broz Tito and Enrico Berlinguer. The topics are Berlinguer?s two visits to Yugoslavia, in October 1977 and October 1978, which took place at the height of the inter-party alliance, after the Berlin Conference of the Communist Parties of Europe held in June 1976. The aforementioned two visits are viewed in this paper as case studies that testify to the nature of the alliance between the two parties, and illuminate the key similarities and differences between these two political actors.
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Ettore, Lorenzo. "Chiesa, religione e Dc nella politica del Partito comunista italiano: la fase della ricostruzione nazionale (1944-1946)." SOCIETÀ E STORIA, no. 144 (September 2014): 281–330. http://dx.doi.org/10.3280/ss2014-144003.

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Baroni, Walter Stefano. "Paradoxes of the self: the autobiographical construction of the subject in the Italian Communist Party and in Italian neo-feminism." Modern Italy 23, no. 1 (January 22, 2018): 69–84. http://dx.doi.org/10.1017/mit.2017.68.

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Abstract:
This article compares the autobiographical practices used by the Partito Comunista Italiano (PCI) in the aftermath of the Second World War with those developed by Italian neo-feminism from the late 1960s onwards. The former involved a repeated injunction for activists to write about and express themselves upon joining the party, in what amounted to self-criticism. The latter, meanwhile, took shape as a result of self-consciousness exercises practised by feminist groups in various cities across Italy. The terms of comparison of this article aim to describe what changed and what remained the same in the technologies used to produce the political self within the Italian Left in the twentieth century, beginning from its split in the 1960s. In this context, the paper reveals that the communist and feminist experiences were supported by the same discursive mechanism, which hinged on a paradoxical enunciation of the self. Communist activists and feminists thus faced the same difficulty in political self-expression, which was resolved in two different ways, both equally unsatisfactory. In conclusion, examining the communist autobiographical injunction allows a radical critical reappraisal of the idea that the use of the first person and the political affirmation of subjectivity are determining features exclusively bound to the feminist experience.
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Adlington, Robert. "Whose Voices? The Fate of Luigi Nono's Voci destroying muros." Journal of the American Musicological Society 69, no. 1 (2016): 179–236. http://dx.doi.org/10.1525/jams.2016.69.1.179.

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Abstract:
Luigi Nono's Voci destroying muros for female voices and small orchestra was performed for the first and only time at the Holland Festival in 1970. A setting of texts by female prisoners and factory workers, it marks a sharp stylistic departure from Nono's political music of the 1960s by virtue of its audible quotations of revolutionary songs, its readily intelligible text setting, and especially its retention of the diatonic structure of the song on which the piece is based, the communist “Internationale.” Nono's decision, following the premiere, to withdraw the work from his catalogue suggests that he came to regard it as transgressing an important boundary in his engagement with “current reality.” I examine the work and its withdrawal in the context of discourses within the Italian left in the 1960s that accused the intellectuals of the Partito Comunista Italiano of unhelpfully mediating the class struggle. Nono's contentious reading of Antonio Gramsci, offered as justification for his avant-garde compositional style, certainly provided fuel for this critique. But Voci destroying muros suggests receptivity on the part of the composer—albeit only momentary—to achieving a more direct representation of the voices of the dispossessed.
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Lee, Joanne. "Political utopia or Potemkin village? Italian travellers to the Soviet Union in the early Cold War." Modern Italy 20, no. 4 (November 2015): 379–93. http://dx.doi.org/10.1017/s1353294400014836.

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Abstract:
Situated on the border between the capitalist West and Communist East, and with the largest Communist party in Western Europe, Italy found itself at the centre of global ideological struggles in the early Cold War years. A number of Italian writers and intellectuals who had joined the PCI (Partito Comunista Italiano) during the Resistance had hoped that the party would play a central role in the post-war reconstruction of Italy and were attracted to the Soviet Union as an example of Communism in action. This article centres on accounts of journeys to the USSR by Sibilla Aleramo, Renata Viganò and Italo Calvino. It will argue that although their writings portray a largely positive vision of the USSR, they should not be dismissed as naive, or worse, disingenuous travellers whose willingness to embrace Soviet-style Communism was based on a wholescale rejection of Western society and its values (see P. Hollander's 1998 [1981] work, Political Pilgrims: Western Intellectuals in Search of the Good Society). Rather, the article shows how their accounts of the USSR shed light on the writers' relationship with the PCI and argues that the views expressed in the travelogues emerge from the writers' personal experiences of war and resistance, a fervent desire to position themselves as anti-Fascist intellectuals, and their concerns regarding the direction that Italian politics was taking at a pivotal moment in the nation's history.
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Bakshaev, Maxim. "The Rivalry at the Periphery of the Cold War: the USA, the USSR and the Communist Parties of Spain, Italy and France during the Conflict in Western Sahara (1977–1979)." Vostok. Afro-aziatskie obshchestva: istoriia i sovremennost, no. 4 (2023): 114. http://dx.doi.org/10.31857/s086919080021120-9.

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Abstract:
The article examines the foreign policy positions of Moscow and Washington in the context of the events in Western Sahara in the second half of the 1970s, taking into account the diplomatic activities of the Communist parties of Italy (Partito Comunista Italiano, PCI), France (Parti communiste français, PCF) and Spain (Partido Comunista de Españа, PCE). The research is based on the published documents of the US president J. Carter's administration, sources of the US State Department and the Central Intelligence Agency, as well as unpublished declassified documents of the CPSU Central Committee from the funds of the Russian State Archive of Contemporary History, and also press materials and memoirs. It is argued that 1) the conflict in Western Sahara united the PCI, the PCF and the PCE in a campaign of solidarity with the Polisario Front against the background of Moscow's non-recognition of the Sahrawi Arab Democratic Republic (SADR) and Washington's supply of arms to Morocco to suppress the struggle for Western Saharan independence; 2) The United States perceived the activity of the Western European Communist Parties in organizing solidarity campaigns with the Polisario Front as a minor episode of international politics that did not lead to recognition of SADR independence by Western European countries; 3) U.S. diplomats observed the speeches of Western European Communist Parties in support of the Polisario, but did not bring their analysis to practical recommendations that would have adjusted tactics toward these Communist Parties. The Eurocommunists' support for the Polisario wasn't coordinated with Moscow.
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Travis, David. "Renzo Martinelli, Storia del Partito comunista italiano: II ‘Partito nuovo’ dalla Liberazione al 18 Aprile, Einaudi, Turin, 1995, 382 pp, ISBN 88-06-13877-4, 65,000 Lire." Modern Italy 2 (August 1997): 127–29. http://dx.doi.org/10.1017/s1353294400006384.

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della Redazione, A. cura. "Rassegna bibliografica. Storia del Partito Comunista Italiano, Spazi sociali e urbani, L'Italia liberale, La Seconda guerra mondiale, Fascismo, Antisemitismo fra Italia liberale e fascismo, La Resistenza italiana." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 299 (August 2022): 279–320. http://dx.doi.org/10.3280/ic299oa5.

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Rivera, Víctor Samuel. "Hermenéutica y violencia. Reflexiones a partir de Comunismo hermenéuticode Gianni Vattimo y Santiago Zabala." Ideas y Valores 64, no. 158 (August 28, 2015): 319–36. http://dx.doi.org/10.15446/ideasyvalores.v64n158.51120.

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Abstract:
En marzo del 2004, Gianni Vattimo rompió el carné del Partido de los Comunistas Italianos (Vattimo 2009 45). El filósofo de la hermenéutica nihilista rompía con el “comunismo real”, aunque no quería renunciar al comunismo. Dos años después el profesor de Turín fue a visitar en La Habana a Fidel Castro, e imprimió allí para él Ecce comu, una polémica colección de alegatos de prensa y crónicas donde el filósofo italiano pretendía justificar de manera autobiográfica su paso del “comunismo real” al “comunismo ideal” (<em>cf.</em> Vattimo 2006 13-15). ¿Hermenéutica “comunista”? Para el lector es manifiesto que, al margen de este homenaje a una de las escasas autocracias comunistas que ha sobrevivido en la Tierra después de la Guerra Fría, lo que Vattimo llama “comunismo” no guarda relación con los usos de ese término y sus derivados en la semántica social de los dos siglos precedentes. “Comunismo”, lejos de ser un vocablo sin historia, está acompañado de una extensa narración alfombrada de violencia, terror y muerte, y de un tipo peculiar y espantoso de opresión, basada en ideas metafísicas que hoy resultan académicamente insolventes. “Comunista” es un término histórico social que, luego de 1989 y el fin de la Guerra Fría, no solo ha caído en desuso, sino que se ha vuelto tan poco atractivo como “fascista” o “nacional socialista”. “Comunismo” resulta ser un concepto que, más que de una definición, requiere de una explicación. Vattimo, pero más aún su filosofía, la “hermenéutica nihilista” (<em>cf.</em> Volpi 156-158), adquiría para el 2006 una deuda de responsabilidad y un alegato de sentido.
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Palma, Francesco Di. "„Rote“ Städtepartnerschaften als die besseren kommunistischen Beziehungen im geteilten Europa?" Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 103, no. 1 (November 1, 2023): 389–418. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2023-0020.

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Abstract:
Abstract This article uses the example of a trilateral network of relationships to offer a critical and much-needed contribution to the history of town twinning across the Iron Curtain through the late 1970s and 1980s. The chosen case studies are Italy and France on the one hand, the two countries with the most influential communist parties in Western Europe – the PCI (Partito Comunista Italiano) and the PCF (Parti Communiste Français) –, and the SED (Sozialistische Einheitspartei Deutschlands, Socialist Unity Party of Germany) on the other, the state party of the German Democratic Republic (GDR). Exploration of such transnational relationships is essential for a better understanding of the Cold War on a regional and local level, as ideological disputes arose regularly despite the supposedly neutral character of municipal ties. What characterized the networking between the French and Italian cities, mostly governed by the PCF and the PCI respectively, and the „real socialist“ Eastern German municipalities, and why or to what extent did they constitute an exception within relations among the three communist parties? The essay critically examines this issue and shows that the translocal scope of the connections potentially enabled the relevant actors to maintain and secure the transsocietal and sociocultural focus of exchange even amidst the most serious tensions of the late Cold War. Nevertheless, countering the assumption that such connections thrived almost automatically thanks to the allegedly shared ideological roots of the participants, it shows that communal ties were virtually always torn between utopian visions of the future and the interests of „Realpolitik“.
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De Matos, Vera Margarida Coimbra. "3D: Ditadura, Democracia e Diplomacia." Revista Estudos do Século XX, no. 17 (December 27, 2018): 199–216. http://dx.doi.org/10.14195/1647-8622_17_11.

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Abstract:
Nos anos 60 e até ao período de transição democrática em Portugal (1974-1976), as relações diplomáticas entre Roma e Lisboa foram utilizadas pelos partidos italianos como arma de ataque político. Durante o Estado Novo, o Partido Comunista Italiano (PCI) e o Partido Socialista Italiano (PSI) usam-nas para atacar o Partido da Democracia-cristã (PDC), líder das sucessivas alianças governativas de centro-esquerda formadas, desde 1963, entre os partidos do centro e os socialistas. O objetivo era aprofundar a abertura à esquerda. Durante a transição democrática, a possibilidade de o PCI entrar no Governo devido à sua base eleitoral leva o PDC e o PSI a utilizar a radicalização de esquerda da revolução portuguesa para enfraquecer a popularidade dos comunistas, acusando-os de quererem instalar em Itália um regime ditatorial estalinista, tal como o Partido Comunista Português, com o qual mantinham estreitas ligações, fazia em Portugal. Simultaneamente, o PCI recorria aos acontecimentos portugueses para pressionar a Democracia-cristã a aceitar uma aliança governativa com os comunistas, chamada compromisso histórico.
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Figueira da Hora, Juliana. "Arqueologia, Política e Ideologia." Veredas - Revista Interdisciplinar de Humanidades 1, no. 2 (December 12, 2018): 43–59. http://dx.doi.org/10.56242/revistaveredas;2018;1;2;43-59.

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Abstract:
Durante o segundo período do pós-guerra (1945-1960), o Partido Comunista Italiano foi um centro de intelectuais e, como tal, influenciou também o desenvolvimento da arqueologia italiana. A ideologia marxista, de fato, era percebida como meio de emancipar a disciplina da velha academia. Concentrando-se na chamada "escola romana" de arqueologia, este artigo analisa a influência das ideologias comunistas e marxistas no desenvolvimento da disciplina. Destacamos diversos arqueólogos proeminentes e carismáticos, dentre eles Bianchi Bandinelli, Renato Peroni e Andrea Carandini. Argumenta-se que, embora as trajetórias de pesquisa marxista tenham sido caracterizadas por uma força inovadora e impulsionadora inicial que revolucionou a arqueologia italiana, o colapso do Partido Comunista Italiano e a consequente queda de sua tradição intelectual determinaram o esgotamento do potencial inovador da disciplina, mas não impediram que a intelectualidade e vitalidade destes arqueólogos ecoassem por todo o mundo ocidental até nossos dias.
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D'Elia, Nicola. "Da Gramsci a Occhetto: nobiltà e miseria del Partito comunista italiano 1921–1991, by Franco Andreucci, Pisa, Della Porta Editori, 2014, 467 pp., €20.00, ISBN 978-88-96209-13-4." Modern Italy 20, no. 2 (May 2015): 216–18. http://dx.doi.org/10.1080/13532944.2015.1029323.

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Pasqualini, Mauro. "¿Alienados, rebeldes, o revolucionarios? El comunismo italiano y el desafío de las culturas juveniles, 1960-1966." Historia Contemporánea 50, no. 1 (March 13, 2015): 163–93. http://dx.doi.org/10.1387/hc.14147.

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Abstract:
El artículo estudia las reacciones y debates sobre la «cuestión juvenil» en el seno de <em>Vie Nuove</em>, un semanario ligado al Partido Comunista Italiano durante los años ‘60s. Considera que las reacciones de los editores cambiaron en el lapso de pocos años. Mientras que en un principio la continuidad generacional era sinónimo de virtud política, posteriormente se comenzó a discutir acerca del valor de actitudes rupturistas por parte de los jóvenes. El artículo enfatiza la heterogeneidad de las posiciones al interior de este grupo de comunistas italianos, y su interés pero también dificultad para entender las nuevas culturas juveniles.
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Kertzer, David. "Rituais políticos e a transformação do Partido Comunista Italiano." Horizontes Antropológicos 7, no. 15 (July 2001): 15–36. http://dx.doi.org/10.1590/s0104-71832001000100002.

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Abstract:
Os rituais exercem um papel central na vida política contemporânea, mesmo que, freqüentemente, este papel não seja reconhecido. Demonstramos, através da análise da transformação, entre 1989-1991, do Partido Comunista Italiano (PCI) em um partido pós-comunista, o papel-chave do ritual na política moderna. Ao longo deste caminho, examinamos e ilustramos as maneiras pelas quais os rituais são empregados para propósitos políticos. Após a queda do muro de Berlim, líderes do PCI decidiram que a identidade comunista tornou-se demasiadamente estigmatizada, e que uma nova identidade era necessária para o Partido, para que se evitasse o seu declínio. Desde a metade dos anos 1979, o segundo maior partido da Itália, o PCI, vinha constantemente perdendo suporte eleitoral. Na tentativa de mudar sua identidade, no entanto, os líderes do PCI deparam-se com a grande força do simbolismo associado ao Comunismo na Itália. Para muitos membros, o ser "Comunista" era parte central de sua própria auto-imagem. A oposição dentro do Partido tirou vantagem da força deste simbolismo, e dos ritos associados a ele, para opor-se à mudança. A inabilidade para inventar novos ritos e símbolos que tivessem o mesmo poder, deixou a liderança vulnerável. Este artigo examina esta disputa, pensada através do simbolismo e do ritual, olhando para o processo pelo qual o Partido Comunista Italiano tornou-se o Partido Democrático da Esquerda (PDS).
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Araujo Xavier, Felipe. "REFLEXÕES POLÍTICAS DE DELIO CANTIMORI: O PROJETO DE ESTADO ITALIANO E A FORMAÇÃO CIVIL COMO PROBLEMASDE INTERPRETAÇÃO HISTÓRICA (1924-1943)." Fênix - Revista de História e Estudos Culturais 16, no. 1 (June 30, 2019): 1–22. http://dx.doi.org/10.35355/000002.

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Abstract:
Este artigo tem como objetivo apresentar as reflexões histórico-políticas de Delio Cantimori voltadas para a relação entre o Estado Italiano e a formação ético-moral do povo. Levando em consideração as mudanças ideológicas do intelectual italiano, primeiramente, busco apresentar sua interpretação do projeto de sociedade fascista como a verdadeira revolução civil italiana, para depois explorar a inflexão política, na qual Cantimori se distanciou do pensamento Idealista Atualista e do Partido Nacional Fascista e depositou sua crença política no projeto ético-político comunista no contexto em que se interessava pelo estudo dos reformadores políticos radicais, utopistas e jacobinos italianos que atuaram na fase inicial do Risorgimento.
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Nascimento, Lorivaldo do, and Aparecida Favoreto. "Os escritos gramscianos e suas publicações na Itália após a II Guerra Mundial." Revista HISTEDBR On-line 22 (November 9, 2022): e022030. http://dx.doi.org/10.20396/rho.v22i00.8670000.

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Abstract:
Esta pesquisa aborda a temática da publicação das obras de Gramsci na Itália após a II Guerra Mundial através de uma ação político-pedagógica denominada, justamente, Operação Gramsci. Assim, em primeira instância, elucida a disputa pela herança literária de Gramsci entre Togliatti e a família russa (família Schucht), envolvendo os principais expoentes da Internacional Comunista. Após a vitória de Togliatti, e a svolta de Salerno, que estabeleceu um governo de coalizão nacional entre os diversos partidos políticos italianos, inclusive o comunista, iniciou-se o projeto político-pedagógico mencionado, no qual a publicação das obras de Gramsci servia para a formação política das classes e, consequentemente, para o crescimento do Partido Comunista na Itália. A pesquisa utiliza-se, em modo especial, da correspondência entre os familiares russos de Gramsci, os membros do PCI – Partido Comunista Italiano e da Internacional Comunista. Portanto, o estudo visa preencher uma lacuna na medida em que as obras de Gramsci são difundidas no Brasil, a partir de traduções das edições italianas, que não aprofundam o contexto sociopolítico e o projeto político-pedagógico que motivou sua publicação na Itália após a II Guerra Mundial.
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Schachter, Gustav. "Luigi Nono: Carteggi Concernenti Politica Cultura e Partito Comunista Italiano, edited by Antonio Trudu, Fondazione Giorgio Cini, Venezia-Studi di Musica Veneta, Archivio Luigi Nono, Studi III 2007, Venice, Leo S. Olschki, 2008, 320 pp., €40.00 (paperback), ISBN 978-88-222-57277." Modern Italy 14, no. 4 (November 2009): 505–6. http://dx.doi.org/10.1080/13532940903237698.

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Fonseca, Thiago Silva Augusto da. ""LÊNIN NA INGLATERRA": MARIO TRONTI E O OPERARISMO ITALIANO." Cadernos de Ética e Filosofia Política 2, no. 29 (December 16, 2016): 144–57. http://dx.doi.org/10.11606/issn.1517-0128.v2i29p144-157.

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Abstract:
O artigo “Lênin na Inglaterra”, de Mario Tronti, publicado originalmente na primeira edição de Classe operaia, em 1964, e traduzido para o português por Homero Santiago, pode ser considerado um documento consolidador do pensamento operaísta, vertente marxista italiana nas décadas de 1960 e 1970. Pretendemos aqui apresentar o momento vivido na Itália em que o texto aparece, além de uma breve trajetória de seu autor, militante do hoje extinto Partido Comunista Italiano e atual senador daquele país.
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Berardi, Silvio. "Le colonie italiane nel secondo dopoguerra: il Partito repubblicano e la questione somala (1948-1950)." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (July 2012): 91–118. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-001004.

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Abstract:
Il saggio intende ricostruire una tra le pagine piů complesse della politica coloniale italiana: la questione somala dai tragici fatti di Mogadiscio dell'11 gennaio 1948 al ritorno italiano in Somalia del 1950. La stampa nazionale fu concorde nel ritenere indirettamente responsabili dell'eccidio i funzionari britannici in Somalia, incapaci di tutelare e proteggere la comunitŕ italiana presente sul territorio. Il Partito repubblicano, impegnato in una difficile e complessa riorganizzazione interna, evitň di prendere nell'immediato una posizione ufficiale. Il ministro degli Esteri, il repubblicano Carlo Sforza, intervenendo a Napoli al XX congresso del partito, in cui l'orientamento prevalente fu quello di continuare a sostenere l'esecutivo e le politiche democristiane, escluse la responsabilitŕ del governo britannico nella strage. All'interno del partito, tuttavia, si stavano delineando delle frizioni, del resto sempre presenti, ma mai cosě ben avvertite: mentre la maggioranza era vicina alla posizione di Sforza di favorire il ritorno degli italiani negli antichi territori somali al fine di stimolare la collaborazione tra Europa ed Africa e salvare l'onore nazionale, una piccola minoranza, composta tra gli altri da Giovanni Conti e Giulio Andrea Belloni, richiamandosi agli antichi ideali del Partito repubblicano, era contraria a tale ritorno. La posizione "colonialista" risultň vincitrice, anche per l'emergere di una nuova classe dirigente, destinata a modificare, non senza contraccolpi, gli orientamenti del partito stesso.
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Cortizo, María del Carmen. "Socialismo e democracia: Bobbio e os marxistas italianos." Sociologias 17, no. 38 (April 2015): 254–79. http://dx.doi.org/10.1590/15174522-017003821.

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Abstract:
O trabalho apresenta alguns aspectos do debate mantido entre Norberto Bobbio e intelectuais vinculados ao Partido Comunista Italiano (PCI) sobre a teoria marxista do Estado, entre 1975 e 1976. Nas discussões, são explicitados os elementos teóricos que fundamentaram a construção da "via italiana ao socialismo", a participação do PCI na vida parlamentar italiana, e a afirmação da "democracia como valor universal". Os temas que constituem o centro do debate são, por um lado, a crítica ao modelo soviético e a afirmação da necessidade da socialização do poder político além da socialização da economia, e, por outro, a incorporação crítica dos direitos individuais e dos procedimentos da democracia representativa burguesa aos projetos políticos socialistas.
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Iglieri, Giuseppe. "L'esperienza di Comunità della cultura, degli operai e dei contadini d'Italia: alleanza laica e prospettive di centro-sinistra." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (March 2023): 85–117. http://dx.doi.org/10.3280/mon2022-001004.

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Abstract:
L'autore, grazie all'utilizzo di fonti inedite, delinea il profilo di una peculiare vi-cenda del sistema politico italiano maturata tra il 1957 ed il 1958. In quel frangen-te, alcune forze minori dell'area laico-progressista avviarono un percorso di avvicinamento. A questo processo presero parte anche il Movimento Comunità, guidato da Adriano Olivetti, il Partito dei contadini d'Italia e il Partito sardo d'azione. I tre partiti decisero di formare una coalizione in vista delle elezioni del 1958. Comunità della cultura, degli operai e dei contadini d'Italia si basò su un programma volto ad incunearsi tra l'area di governo centrista e il Pci, e condusse una campa-gna elettorale innovativa. L'autore sottolinea che, pur nella modestia dell'esito elettorale, Comunità, per volontà preponderante di Adriano Olivetti, riuscì ad esse-re parte attiva dell'esecutivo Fanfani II, delineando una proposta di sviluppo per il Mezzogiorno e prefigurando l'apertura di nuove prospettive politiche, in una fase di transizione del sistema politico italiano, che avrebbe poi condotto alla formula di centro-sinistra.
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Cortés, Martín. "Los viajes de la Unidad Popular Las “lecciones de Chile”, entre Italia y América Latina." Archivos de Historia del Movimiento Obrero y la Izquierda, no. 24 (March 1, 2024): 193–212. http://dx.doi.org/10.46688/ahmoi.n24.454.

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Abstract:
El texto analiza la circulación, entre Italia y América Latina, de los debates en torno de la relación entre socialismo y democracia suscitados en el marco del gobierno de la Unidad Popular en Chile (1970-1973). Se analiza cómo las “lecciones de Chile” animaron el debate italiano de su tiempo y contribuyeron a configurar la estrategia eurocomunista adoptada por el Partido Comunista en los años 70. Asimismo, se indaga en el hecho de que una zona de la intelectualidad latinoamericana no registrara significativamente los dilemas de la experiencia chilena pero sí reservara atención privilegiada a esos mismos temas en su versión italiana.
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Machado, Marília Gabriella Borges, and Marcos Del Roio. "AMADEO BORDIGA: APOGEU E DECLÍNIO DE UM DIRIGENTE COMUNISTA." Revista Aurora 16, no. 1 (June 15, 2023): 79–98. http://dx.doi.org/10.36311/1982-8004.2023.v16.n1.p79-98.

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Abstract:
O artigo se propõe a expor a trajetória e o pensamento político de Amadeo Bordiga do momento da fundação do Partido Comunista Italiano até o momento em que vem superado pela posição teórica política divergente de Antonio Gramsci. A capacidade notável de Bordiga agregar um contingente importante da classe operária em torno de uma doutrina intransigente em meio ao processo de centrifugação do socialismo italiano foi decisivo para a própria existência do PCI. A falta de flexibilidade e adaptabilidade de suas convicções não possibilitaram que pudesse resistir ao ataque brutal do fascismo contra o partido e à pressão política da Internacional Comunista para que seguisse sua orientação geral. A sobrevivência do Partido dependeu do afastamento de seu fundador da direção.
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