Academic literature on the topic 'Patologia generale'

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the lists of relevant articles, books, theses, conference reports, and other scholarly sources on the topic 'Patologia generale.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Journal articles on the topic "Patologia generale"

1

Sena, Luigi Massimino. "Gli albori della Patologia generale a Napoli." La Rivista Italiana della Medicina di Laboratorio - Italian Journal of Laboratory Medicine 13, no. 3-4 (November 7, 2017): 199–202. http://dx.doi.org/10.1007/s13631-017-0163-9.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Jeammet, Philippe. "Per una psicopatologia evolutiva." RICERCA PSICOANALITICA, no. 1 (March 2011): 15–23. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-001003.

Full text
Abstract:
L'evoluzione della societŕ ha cambiato la nostra visione di alcuni aspetti della psicopatologia. L'accento si sposta dalla patologia dei conflitti favorita da una societŕ repressiva ad una patologia dei legami, dei limiti e della dipendenza facilitata da una societŕ liberale. La problematica pulsionale dell'aggressivitŕ o della sessualitŕ non puň piů essere pensata in altro modo se non dialetticamente con quella dell'identitŕ, dei limiti, della paura di essere sopraffatti o dell'abbandono da parte delle persone investite. I fallimenti del narcisismo come l'importanza delle relazioni insicure precoci di questi soggetti, occupano una posizione centrale nella comprensione di queste patologie. L'adolescenza č un momento privilegiato d'espressione di queste problematiche. Il peso dei limiti, sia biologici che sociali, ridanno all'Io un ruolo centrale nella loro gestione. La sua capacitŕ di fronteggiare o, al contrario, la sua vulnerabilitŕ ai traumatismi sono variabili centrali nella prognosi. Questa evoluzione interroga i modelli classici della psicoterapia e, in senso generale, gli strumenti piů efficaci per favorire un cambiamento dei soggetti.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Perricone, Giovanna, Concetta Polizzi, M. Regina Morales, Francesco De Luca, Carmen Lo Pinto, Lorella Pitrolo, and Emanuela Giudice. "La rappresentazione del sé corporeo in bambini con patologie croniche diversamente trattate." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (May 2011): 51–65. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-001005.

Full text
Abstract:
Il contributo presenta uno studio sulla rappresentazione del sé corporeo in bambini con patologie croniche diversamente trattate, al fine di esplorare possibili risorse funzionali alla gestione della condizione di rischio costituita dalla patologia; nello specifico, gli indicatori delle risorse vanno individuati, su un piano qualitativo, nell'adeguatezza dell'immagine del corpo, nell'integritŕ dell'immagine di sé, nell'integrazione di mappe cognitive e, su un piano quantitativo, nel quoziente di maturitŕ cognitiva. Lo studio ha previsto il coinvolgimento di un gruppo di 52 bambini (etŕ media 10 anni) di cui un 50% con patologie croniche che prevedono trattamenti invasivi, caratterizzati da "pratiche" sul corpo costanti che alterano la serenitŕ del quotidiano (es. trasfusioni, cateteri venosi, iniezioni di insulina, microinfusioni), l'altro 50% con cardiopatie sottoposti a trattamenti solo farmacologici. L'indagine ha previsto l'uso del Disegno della Figura Umana. I risultati, pur mostrando, in generale, livelli medi di adeguatezza e di integritŕ corporea, sottolineano differenze statisticamente significative in relazione alla tipologia di trattamento, laddove i bambini sottoposti a trattamenti invasivi presentano livelli piů elevati sia di adeguatezza che di integritŕ corporea. Relativamente al quoziente di maturitŕ, invece, non si evidenziano differenze tra i due gruppi, sottolineando la presenza di alcune risorse cognitive funzionali all'adattamento alla patologia.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Simonetti, L., F. Esposito, P. Capasso, L. Greco, G. Sirabella, and S. Cirillo. "Riflessioni sulla diagnosi della diffusione meningo-encefalica di patologia infiammatoria oto-mastoidea e sinusale." Rivista di Neuroradiologia 10, no. 2_suppl (October 1997): 166. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s267.

Full text
Abstract:
Nel generale incremento di incidenza (o di riconoscimento?) della patologia infettiva ed infiammatoria cerebrale, anche le diffusioni secondarie da patologia di pertinenza otorinolaringoiatrica risultano maggiormente frequenti. Gli autori propongono la propria esperienza su 10 casi, ponendo l'attenzione; • sulle grandi possibilità diagnostiche della TC anche del solo interessamento meningeo; • sull'importanza dell'integrazione con la diagnosi infettivologica su liquor; • sul decorso nel tempo di tali lesioni alla TC, in relazione alla risposta alla terapia.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Porro, Alessandro, Antonia Francesca Franchini, Paolo Maria Galimberti, Bruno Falconi, and Lorenzo Lorusso. "Salomone Enrico Emilio Franco (1881-1950) di fronte alle leggi razziali Italiane del 1938." Acta medico-historica Adriatica 19, no. 2 (2021): 305–21. http://dx.doi.org/10.31952/amha.19.2.8.

Full text
Abstract:
Più di ottant’anni fa le cosiddette Leggi Razziali espulsero gli Ebrei Italiani dalle loro proprietà e da ogni luogo. Gli autori analizzano l’ergobiografia di salomone Enrico Emilio Franco, un anatomopatologo cosmopolita. Nato a Trieste, ma educato a Venezia, egli condusse la sua formazione medica a Padova, fu anatomopatologo all’Ospedale Civile di Venezia, per poi raggiungere il Portogallo. Franco fondò l’Istituto di Patologia Generale dell’Università di Lisbona. Studiò la leishmaniosi e si dedicò a ricerche di ematologia. Durante la Prima Guerra Mondiale combatté come volontario nel R. Esercito italiano. Fu poi professore di Anatomia patologia nelle Università di Sassari, Bari e Pisa, ma le cosiddette Leggi Razziali lo costrinsero a trovare rifugio in Palestina. Combatté come volontario per la creazione di Eretz Yisrael, ed indi diresse l’Istituto di Patologia della Hadassah a Gerusalemme.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Sequenza, Maria Josè, Dorian Soru, Alessandro Carrus, Maria Maddalena Sedda, Simeone Andrulli, Vincenzo Barbera, Domenico Ferrara, and Francesco Logias. "Benzodiazepine: indicazioni terapeutiche e utilizzo nel paziente nefropatico." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 4 (December 16, 2013): 304–9. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1062.

Full text
Abstract:
Le benzodiazepine, costituite da un anello benzenico unito a un anello diazepinico e a un radicale fenilico, sono una classe di farmaci elettivamente utilizzati per il trattamento dei sintomi ansiosi. Esse incrementano la trasmissione dell'acido gamma-amminobutirrico (una sorta di ansiolitico endogeno) e, perciò, presentano un effetto ansiolitico, ipnoinducente o sedativo, miorilassante, anticonvulsivante e anestetico generale. Presentano minime interazioni farmacologiche con altri farmaci ma troppo spesso vengono utilizzate come terapia a lungo termine e non quando è strettamente necessario. Il farmacista territoriale può svolgere un ruolo sempre più importante per risolvere questo problema. Nel paziente con una patologia renale, occorre tenere in alta considerazione la farmacocinetica di questi farmaci e, quindi, l'assorbimento, la degradazione e l'escrezione sia dei principi attivi che dei loro metaboliti, fattori alterati nell'insufficienza renale. I pazienti con patologia renale fanno un uso di benzodiazepine maggiore rispetto alla popolazione generale, tuttavia è necessaria una riduzione del dosaggio di circa un terzo della dose massima consentita in pazienti con una funzione renale normale. Sono, inoltre, necessarie delle ricerche che indaghino sulle principali ragioni dell'utilizzo delle benzodiazepine da parte dei pazienti nefropatici.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Niccolini, Irene. "L'importanza del Medico di Medicina Generale per la diagnosi e la gestione del paziente con rene policistico: Dal Congresso SIMG di Firenze, la grande promessa di AIRP." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 4 (December 16, 2013): 358–60. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1077.

Full text
Abstract:
Il Medico di Medicina Generale è un referente fondamentale per affrontare la malattia da rene policistico autosomico dominante che non solo è diffìcile da diagnosticare ma ha anche caratteristiche sistemiche che spesso compromettono altri organi oltre ai reni. Per questo motivo, AIRP Onlus (Associazione Italiana Rene Policistico), in occasione del XXX Congresso Nazionale SIMG, ha presentato alla comunità scientifica di Medicina Generale i due volumi dedicati alla malattia, distribuendoli ad oltre 7.500 medici. Una grande opera di sensibilizzazione e sostegno per tutti i pazienti e le loro famiglie. Come dimostrato anche da uno studio epidemiologico-conoscitivo condotto dal Dott. Salvatore Campo nella regione Sicilia, è molto importante che la classe medica possa conoscere e diagnosticare correttamente questa patologia per la presa in carico completa del paziente.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Paschino, Luisa. "A proposito di…diete iperproteiche: proviamo a discuterne." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 3 (October 9, 2014): 262–66. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.917.

Full text
Abstract:
Con l'aumento costante della prevalenza di sovrappeso e obesità in tutto il mondo, è sempre maggiore l'interesse e l'utilizzo di diete iperproteiche da parte della popolazione generale per contrastare tale fenomeno. Tuttavia, vi sono ancora oggi forti dubbi sulla sicurezza a lungo termine delle High-Protein diets, soprattutto per quanto riguarda il possibile sviluppo e la progressione della patologia renale. Le diete iperproteiche sono state associate a ipertrofia renale, iperfiltrazione glomerulare, accelerazione della CKD, aumento della proteinuria, maggior rischio di nefrolitiasi e varie alterazioni metaboliche. Mentre è ormai accettato che tali condizioni possono causare un danno renale progressivo nelle persone che già soffrono di patologia renale, meno chiaro è invece l'impatto di un elevato apporto di proteine nei soggetti sani. Una comprensione globale del rischio ad esse correlato è ancora oggi limitata dall'assenza di rigorosi studi a lungo termine sull'uomo e dalla mancanza di una definizione universalmente accettata di High-Protein diet. A tal proposito è bene non indicare diete iperproteiche nei soggetti con GFR
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Colli, Andrea, Andrea De Martino, Giosuè Falcetta, Mariagrazia Croccia, Federico Del Re, Clemente Pascarella, Giacomo Ravenni, Michele Celiento, Carlo Barzaghi, and Maurizio Levantino. "Tricuspid regurgitation: new diagnostic and therapeutic evidences." Cardiologia Ambulatoriale, no. 12020 (January 30, 2020): 58–70. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-1-5.

Full text
Abstract:
L’Insufficienza tricuspidalica (IT) di tipo funzionale, secondaria a patologia delle sezioni sinistre del cuore, è la più frequente forma di patologia della valvola tricuspide nei paesi occidentali, mentre la forma organica, più spesso isolata, risulta meno frequente. Sebbene diversi studi abbiano recentemente dimostrato evidenze in favore di un approccio chirurgico più aggressivo nella correzione dell’insufficienza tricuspidale funzionale, solo una piccola parte di questi pazienti viene trattata; ancor più raro è il ricorso alla chirurgia in pazienti con malattia tricuspidale isolata, a causa dell’elevata mortalità ospedaliera, soprattutto in caso di sostituzione. Ciò evidenzia come sia necessario ridefinire i criteri di selezione dei pazienti e le tempistiche per le procedure chirurgiche isolate. Negli ultimi anni sono state sviluppate diverse opzioni di trattamento percutaneo simili a quelle usate per la patologia mitralica, ovvero con plicatura dei lembi, rimodellamento dell’anulus o sostituzione valvolare. Gli studi scientifici pubblicati finora hanno mostrato dati promettenti in termini di sicurezza ed efficacia. In futuro il trattamento percutaneo potrà rappresentare una valida alternativa per un ampio numero di pazienti con IT inoperabili o ad alto rischio per la chirurgia convenzionale, ma attualmente non è disponibile per un uso generale a causa di limitazioni anatomiche e la necessità di tecniche di imaging avanzate. Lo scopo di questo lavoro è quello di analizzare gli aspetti eziopatogenetici, diagnostici e prognostici dell’IT e di riassumere le opzioni terapeutiche attualmente disponibili alla luce delle moderne acquisizioni tecnologiche nel trattamento percutaneo di una valvulopatia per molti anni sottovalutata.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Mercuri, A., A. Facchinetti, F. Baruzzi, G. Minonzio, and G. Bonaldi. "Spondilodisciti a localizzazione multipla." Rivista di Neuroradiologia 6, no. 3 (August 1993): 311–20. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600309.

Full text
Abstract:
Le spondilodisciti rappresentano una patologia di sempre più frequente osservazione, sia per l'incremento in anni recenti di condizioni favorenti (quali la tossicodipendenza, l'AIDS o l'immunodepressione terapeutica), sia per la maggiore sensibilità delle indagini diagnostiche, in particolare della risonanza magnetica, sia infine per l'aumentata invasività diagnostica e terapeutica a carico dei dischi intervertebrali (chirurgia spinale, discografie, trattamenti percutanei per ernie discali). Essa rimane tuttavia una causa non comune di rachialgia, la cui eziologia, per quanto spesso attribuibile con certezza ad un preciso agente patogeno, non è ancora chiarita con certezza in tutti i suoi aspetti. In letteratura le segnalazioni riguardanti localizzazioni discitiche multiple sono in generale scarse. Recentemente sono giunti alla nostra osservazione tre casi di spondilodiscite lombare multipla, meritevoli di descrizione sia per la loro rarità, sia per alcune peculiarity morfologiche e conseguentemente radiologiche. Esse ci consentono inoltre considerazioni di ordine eziopatogenetico generale, anche riguardo la ben più frequente localizzazione singola. La concentrazione nei tempo delle nostre osservazioni ci fa ritenere probabile che anche le localizzazioni multiple siano di fatto più frequenti di quanto usualmente ritenuto e segnalato.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
More sources

Dissertations / Theses on the topic "Patologia generale"

1

Bianco, Carlo <1980&gt. "Analisi d'immagine, patologia quantitativa e dimensione frattale in patologia veterinaria: Densita' e forme." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6833/1/ANALISI_D%E2%80%99IMMAGINE%2C_PATOLOGIA_QUANTITATIVA_E.pdf.

Full text
Abstract:
Fino dagli albori della metodica scientifica, l’osservazione e la vista hanno giocato un ruolo fondamentale. La patologia è una scienza visiva, dove le forme, i colori, le interfacce e le architetture di organi, tessuti, cellule e componenti cellulari guidano l’occhio del patologo e ne indirizzano la scelta diagnostico-classificativa. L’osservazione del preparato istologico in microscopia ottica si attua mediante l’esame e la caratterizzazione di anomalie ad ingrandimenti progressivamente crescenti, a diverse scale spaziali, che partono dalla valutazione dell’assetto architettonico sovracellulare, per poi spostarsi ad investigare e descrivere le cellule e le peculiarità citomorfologiche delle stesse. A differenza di altri esami di laboratorio che sono pienamente quantificabili, l’analisi istologica è intrinsecamente soggettiva, e quindi incline ad un alto grado di variabilità nei risultati prodotti da differenti patologi. L’analisi d’immagine, l’estrazione da un’immagine digitale di contenuti utili, rappresenta una metodica oggettiva, valida e robusta ormai largamente impiegata a completamento del lavoro del patologo. Si sottolinea come l’analisi d’immagine possa essere vista come fase descrittiva quantitativa di preparati macroscopici e microscopici che poi viene seguita da una interpretazione. Nuovamente si sottolinea come questi descrittori siano oggettivi, ripetibili e riproducibili, e non soggetti a bassa concordanza inter operatore. La presente tesi si snoda attraverso un percorso concettuale orientato ad applicazioni di analisi d’immagine e patologia quantitativa che parte dalle applicazioni più elementari (densità, misure lineari), per arrivare a nozioni più avanzate, quali lo studio di complessità delle forme mediante l’analisi frattale e la quantificazione del pattern spaziale di strutture sovracellulari.
Until the dawn of the scientific method, observation was pivotal. Pathology is a visual science, where the forms, colors, interfaces and architectures of organs, tissues, cells and cell components direct the diagnosis. The observation of the histological preparation in optical microscopy is implemented through the examination and characterization of anomalies at progressively higher magnifications, at different spatial scales, which start from the evaluation of sovracellular architecture, then move to investigate and describe the cells and cytological fetures. In contrast to other laboratory tests that are quantitative, histological analysis is inherently subjective, and therefore prone to a high degree of variability in the results produced by different pathologists. The image analysis, extraction from a digital image of meaningful content, is an objective and robust method, now widely used to aid the pathologist. Should be stressed that image analysis can be seen as a quantitative descriptor of macroscopic and microscopic specimens, followed by an interpretation (the diagnosis). This thesis unfolds through different applications of image analysis and quantitative pathology that starts with the most basic applications (density, linear measurements), to get to more advanced concepts, such as the study of the complexity of shapes by the ' fractal analysis and quantification of the spatial patterns of sovracellular structures.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Bianco, Carlo <1980&gt. "Analisi d'immagine, patologia quantitativa e dimensione frattale in patologia veterinaria: Densita' e forme." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6833/.

Full text
Abstract:
Fino dagli albori della metodica scientifica, l’osservazione e la vista hanno giocato un ruolo fondamentale. La patologia è una scienza visiva, dove le forme, i colori, le interfacce e le architetture di organi, tessuti, cellule e componenti cellulari guidano l’occhio del patologo e ne indirizzano la scelta diagnostico-classificativa. L’osservazione del preparato istologico in microscopia ottica si attua mediante l’esame e la caratterizzazione di anomalie ad ingrandimenti progressivamente crescenti, a diverse scale spaziali, che partono dalla valutazione dell’assetto architettonico sovracellulare, per poi spostarsi ad investigare e descrivere le cellule e le peculiarità citomorfologiche delle stesse. A differenza di altri esami di laboratorio che sono pienamente quantificabili, l’analisi istologica è intrinsecamente soggettiva, e quindi incline ad un alto grado di variabilità nei risultati prodotti da differenti patologi. L’analisi d’immagine, l’estrazione da un’immagine digitale di contenuti utili, rappresenta una metodica oggettiva, valida e robusta ormai largamente impiegata a completamento del lavoro del patologo. Si sottolinea come l’analisi d’immagine possa essere vista come fase descrittiva quantitativa di preparati macroscopici e microscopici che poi viene seguita da una interpretazione. Nuovamente si sottolinea come questi descrittori siano oggettivi, ripetibili e riproducibili, e non soggetti a bassa concordanza inter operatore. La presente tesi si snoda attraverso un percorso concettuale orientato ad applicazioni di analisi d’immagine e patologia quantitativa che parte dalle applicazioni più elementari (densità, misure lineari), per arrivare a nozioni più avanzate, quali lo studio di complessità delle forme mediante l’analisi frattale e la quantificazione del pattern spaziale di strutture sovracellulari.
Until the dawn of the scientific method, observation was pivotal. Pathology is a visual science, where the forms, colors, interfaces and architectures of organs, tissues, cells and cell components direct the diagnosis. The observation of the histological preparation in optical microscopy is implemented through the examination and characterization of anomalies at progressively higher magnifications, at different spatial scales, which start from the evaluation of sovracellular architecture, then move to investigate and describe the cells and cytological fetures. In contrast to other laboratory tests that are quantitative, histological analysis is inherently subjective, and therefore prone to a high degree of variability in the results produced by different pathologists. The image analysis, extraction from a digital image of meaningful content, is an objective and robust method, now widely used to aid the pathologist. Should be stressed that image analysis can be seen as a quantitative descriptor of macroscopic and microscopic specimens, followed by an interpretation (the diagnosis). This thesis unfolds through different applications of image analysis and quantitative pathology that starts with the most basic applications (density, linear measurements), to get to more advanced concepts, such as the study of the complexity of shapes by the ' fractal analysis and quantification of the spatial patterns of sovracellular structures.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Ravaioli, Stefano <1974&gt. "Patologia ed epidemiologia molecolare delle infezioni associate all'impianto." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2518/1/TESI_Ravaioli_Stefano.pdf.

Full text
Abstract:
Staphylococcus aureus and Staphylococcus epidermidis are leading pathogens of implant-related infections. This study aimed at investigating the diverse distribution of different bacterial pathogen factors in most prevalent S. aureus and S. epidermidis strain types causing orthopaedic implant infections. In this study the presence both of the ica genes, encoding for biofilm exopolysaccharide production, and the insertion sequence IS256, a mobile element frequently associated to transposons, was investigated in relationship with the prevalence of antibiotic resistance among Staphylococcus epidermidis strains. The investigation was conducted on 70 clinical isolates derived from orthopaedic implant infections. Among the clinical isolates investigated a dramatic high level of association was found between the presence of ica genes as well as of IS256 and multiple resistance to all the antibiotics tested. Noteworthy, a striking full association between the presence of IS256 and resistance to gentamicin was found, being none of the IS256-negative strain resistant to this antibiotic. This association is probably because of the link of the corresponding aminoglycoside-resistance genes, and IS256, often co-existing within the same staphylococcal transposon. Moreover we investigated the prevalence of aac(6’)-Ie-aph(2’’), aph (3’) IIIa, and ant(4’) genes, encoding for the three forms of aminoglycoside-modifying enzymes (AME), responsible for resistance to aminoglycoside antibiotics. All isolates were characterized by automated ribotyping, so that the presence of antibiotic resistance determinants was investigated in strains exhibiting different ribopatterns. Interestingly, combinations of coexisting AME genes appeared to be typical of specific ribopatterns. 200 S. aureus isolates, categorized into ribogroups by automated ribotyping, i.e. rDNA restriction fragment length polymorphism analysis, were screened for the presence of a panel of adhesins genes, accessory gene regulatory (agr) polymorphisms and toxins. For many ribogroups, characteristic tandem genes arrangements could be identified. Surprisingly, the isolates of the most prevalent cluster, enlisting 27 isolates, were susceptible to almost all antibiotics and never possessed the lukD/lukE gene, thus suggesting the role of factors other than antibiotic resistance and the here investigated toxins in driving the major epidemic clone to the larger success. Afterwards, .in the predominant S. aureus cluster, the bbp gene encoding bone sialoprotein-binding protein appeared a typical virulence trait, found in 93% of the isolates. Conversely, the bbp gene was identified in just 10% of the remaining isolates of the collection. In this cluster, co-presence of bbp with the cna gene encoding collagen adhesin was a pattern consistently observed. These findings indicate a crucial role of both these adhesins, able to bind the most abundant bone proteins, in the pathogenesis of orthopaedic implant infections, there where biomaterials interface bone tissues. Moreover a PCR screening for the ebpS gene, conducted on over two hundred S. aureus clinical isolates from implant related infections revealed the detection of six strains exhibiting an altered amplicon size, shorter than expected. In order to elucidate the sequence changes present in these gene variants, the trait comprised between the primers was analyzed in all six isolates bearing the modification and in four isolates exhibiting the regular amplicon size. From nucleotide translation, the corresponding encoded protein was found to lack an entire peptide segment of 60 amino acids. These variants, missing an entire hydrophobic region, could actually facilitate current structural studies, helping to assess whether the absent domain is strictly necessary for a functional adhesin conformation and its contribution to the topology of the protein. This study suggests that epidemic clones appear to pursue different survival strategies, where adhesins, when present, exhibit diverse importance as virulence factors. A practical message arising from the present study is that strategies for the prevention and treatment of implant orthopaedic infections should target adhesins conjointly present in epidemic clones. Furthermore, the choice of reference strains for testing the anti-infective properties of biomaterials should focus on a selection of the most prevalent clones as they exhibit distinct profiles of adhesins.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Ravaioli, Stefano <1974&gt. "Patologia ed epidemiologia molecolare delle infezioni associate all'impianto." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2518/.

Full text
Abstract:
Staphylococcus aureus and Staphylococcus epidermidis are leading pathogens of implant-related infections. This study aimed at investigating the diverse distribution of different bacterial pathogen factors in most prevalent S. aureus and S. epidermidis strain types causing orthopaedic implant infections. In this study the presence both of the ica genes, encoding for biofilm exopolysaccharide production, and the insertion sequence IS256, a mobile element frequently associated to transposons, was investigated in relationship with the prevalence of antibiotic resistance among Staphylococcus epidermidis strains. The investigation was conducted on 70 clinical isolates derived from orthopaedic implant infections. Among the clinical isolates investigated a dramatic high level of association was found between the presence of ica genes as well as of IS256 and multiple resistance to all the antibiotics tested. Noteworthy, a striking full association between the presence of IS256 and resistance to gentamicin was found, being none of the IS256-negative strain resistant to this antibiotic. This association is probably because of the link of the corresponding aminoglycoside-resistance genes, and IS256, often co-existing within the same staphylococcal transposon. Moreover we investigated the prevalence of aac(6’)-Ie-aph(2’’), aph (3’) IIIa, and ant(4’) genes, encoding for the three forms of aminoglycoside-modifying enzymes (AME), responsible for resistance to aminoglycoside antibiotics. All isolates were characterized by automated ribotyping, so that the presence of antibiotic resistance determinants was investigated in strains exhibiting different ribopatterns. Interestingly, combinations of coexisting AME genes appeared to be typical of specific ribopatterns. 200 S. aureus isolates, categorized into ribogroups by automated ribotyping, i.e. rDNA restriction fragment length polymorphism analysis, were screened for the presence of a panel of adhesins genes, accessory gene regulatory (agr) polymorphisms and toxins. For many ribogroups, characteristic tandem genes arrangements could be identified. Surprisingly, the isolates of the most prevalent cluster, enlisting 27 isolates, were susceptible to almost all antibiotics and never possessed the lukD/lukE gene, thus suggesting the role of factors other than antibiotic resistance and the here investigated toxins in driving the major epidemic clone to the larger success. Afterwards, .in the predominant S. aureus cluster, the bbp gene encoding bone sialoprotein-binding protein appeared a typical virulence trait, found in 93% of the isolates. Conversely, the bbp gene was identified in just 10% of the remaining isolates of the collection. In this cluster, co-presence of bbp with the cna gene encoding collagen adhesin was a pattern consistently observed. These findings indicate a crucial role of both these adhesins, able to bind the most abundant bone proteins, in the pathogenesis of orthopaedic implant infections, there where biomaterials interface bone tissues. Moreover a PCR screening for the ebpS gene, conducted on over two hundred S. aureus clinical isolates from implant related infections revealed the detection of six strains exhibiting an altered amplicon size, shorter than expected. In order to elucidate the sequence changes present in these gene variants, the trait comprised between the primers was analyzed in all six isolates bearing the modification and in four isolates exhibiting the regular amplicon size. From nucleotide translation, the corresponding encoded protein was found to lack an entire peptide segment of 60 amino acids. These variants, missing an entire hydrophobic region, could actually facilitate current structural studies, helping to assess whether the absent domain is strictly necessary for a functional adhesin conformation and its contribution to the topology of the protein. This study suggests that epidemic clones appear to pursue different survival strategies, where adhesins, when present, exhibit diverse importance as virulence factors. A practical message arising from the present study is that strategies for the prevention and treatment of implant orthopaedic infections should target adhesins conjointly present in epidemic clones. Furthermore, the choice of reference strains for testing the anti-infective properties of biomaterials should focus on a selection of the most prevalent clones as they exhibit distinct profiles of adhesins.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Sirri, Rubina <1983&gt. "Approccio multimetodologico in patologia delle specie ittiche." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3600/1/Sirri_Rubina_tesi.pdf.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Sirri, Rubina <1983&gt. "Approccio multimetodologico in patologia delle specie ittiche." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3600/.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Ferrara, Domenico <1977&gt. "Ruolo del Porcine Circovirus tipo 2 (PCV2) nella patologia riproduttiva del suino." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4560/2/ferrara_domenico_tesi.pdf.

Full text
Abstract:
La tesi è organizzata in 4 capitoli: -nel primo vengono brevemente riferite le patologie associate all’infezione da PCV2 con particolare riferimento all’iter diagnostico ed al ruolo rivestito dall’esame istologico e dalla identificazione dell’agente eziologico in situ contestualmente alle lesioni istologiche; -nel secondo viene presentato un iter diagnostico originale da applicare in condizioni di campo, qualora si voglia accertare la presenza del PCV2 nei tessuti dei prodotti di natimortalità/aborto del suino. In specifico si riferisce all’applicazione del protocollo in 2 aziende ed i risultati vengono analizzati per una revisione critica del protocollo impiegato; -nel terzo vengono presentati i risultati di un protocollo di infezione con PCV2 per via genitale tramite seme infetto. Scrofe convenzionali sono state sincronizzate per l’estro e fecondate con un’unica dose di seme PCV2 negativo alla PCR (gruppo controlli) o sperimentalmente esposto al PCV2 (gruppo infette). I risultati vengono analizzati in funzione delle ripercussioni che l’infezione precoce in gravidanza può produrre sulla scrofa (mancata gravidanza, ritorno in calore), sui feti e sugli invogli fetali. Viene stabilito il ruolo protettivo degli anticorpi circolanti al momento dell’infezione, stante l’evenienza che un basso titolo anticorpale si associa a viremia prolungata e maggiore numero di feti positivi al virus; -nel quarto viene presentato un esperimento sovrapponibile a quello riferito nel capitolo 3, però con la presenza anche di un gruppo di soggetti convenzionali vaccinati ed infettati con PCV2 durante la fecondazione artificiale usando seme sperimentalmente esposto al virus. Nella discussione dei risultati vengono enfatizzati 2 aspetti importanti nell’epidemiologia dell’infezione da PCV2: la eliminazione di virus è fortemente ridotta dalla vaccinazione, con conseguenze verosimilmente positive sulla circolazione del virus negli effettivi dell’allevamento; l’esposizione uterina è protetta dalla vaccinazione, stante la bassa percentuale di placente infette nel gruppo dei soggetti vaccinati rispetto a quelli non vaccinati e nei controlli.
The thesis is organized into 4 chapters: -in the first chapter, it is briefly overviewed the association of PCV2 with several diseases with particular emphasis to the diagnostic protocols and to the in situ identification of the virus in histological lesions; -in the second chapter, it is presented an original diagnostic protocol to be applied in field conditions, to check for the presence of PCV2 in piglet tissues obtained from stillbirth/abortion. It refers to the application of the protocol in 2 herds and the results are analyzed for a critical review of the used protocol; -in the third chapter, it is presented an experimental trial aimed to infect gilts during artificial insemination by PCV2 infected semen. Conventional gilts were synchronized for oestrus and inseminated with a single dose of semen PCV2 PCR-negative (control group) or experimentally exposed to PCV2 (infected group). The results are analyzed to evaluate the impact that infection in early pregnancy may have on the sow (no pregnancy, return to oestrus), foetuses and foetal membranes. It emphasizes the protective role of circulating antibodies at the time of infection, given the possibility that a low antibody titre is associated with prolonged viremia and increased number of PCV2 positive foetuses; -in the fourth chapter, it is presented a protocol similar to that of Chapter 3, but with the presence of a third group of animals: gilts vaccinated and infected with PCV2 using semen experimentally exposed to the virus. In the discussion 2 important aspects are emphasized: the shedding of the virus is greatly reduced by vaccination, with positive effects on the reduction of the circulation of the virus in the herds; uterine exposure is protected by vaccination, given the low percentage of infected placentas in the vaccinated group compared with not vaccinated and control groups.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Ferrara, Domenico <1977&gt. "Ruolo del Porcine Circovirus tipo 2 (PCV2) nella patologia riproduttiva del suino." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4560/.

Full text
Abstract:
La tesi è organizzata in 4 capitoli: -nel primo vengono brevemente riferite le patologie associate all’infezione da PCV2 con particolare riferimento all’iter diagnostico ed al ruolo rivestito dall’esame istologico e dalla identificazione dell’agente eziologico in situ contestualmente alle lesioni istologiche; -nel secondo viene presentato un iter diagnostico originale da applicare in condizioni di campo, qualora si voglia accertare la presenza del PCV2 nei tessuti dei prodotti di natimortalità/aborto del suino. In specifico si riferisce all’applicazione del protocollo in 2 aziende ed i risultati vengono analizzati per una revisione critica del protocollo impiegato; -nel terzo vengono presentati i risultati di un protocollo di infezione con PCV2 per via genitale tramite seme infetto. Scrofe convenzionali sono state sincronizzate per l’estro e fecondate con un’unica dose di seme PCV2 negativo alla PCR (gruppo controlli) o sperimentalmente esposto al PCV2 (gruppo infette). I risultati vengono analizzati in funzione delle ripercussioni che l’infezione precoce in gravidanza può produrre sulla scrofa (mancata gravidanza, ritorno in calore), sui feti e sugli invogli fetali. Viene stabilito il ruolo protettivo degli anticorpi circolanti al momento dell’infezione, stante l’evenienza che un basso titolo anticorpale si associa a viremia prolungata e maggiore numero di feti positivi al virus; -nel quarto viene presentato un esperimento sovrapponibile a quello riferito nel capitolo 3, però con la presenza anche di un gruppo di soggetti convenzionali vaccinati ed infettati con PCV2 durante la fecondazione artificiale usando seme sperimentalmente esposto al virus. Nella discussione dei risultati vengono enfatizzati 2 aspetti importanti nell’epidemiologia dell’infezione da PCV2: la eliminazione di virus è fortemente ridotta dalla vaccinazione, con conseguenze verosimilmente positive sulla circolazione del virus negli effettivi dell’allevamento; l’esposizione uterina è protetta dalla vaccinazione, stante la bassa percentuale di placente infette nel gruppo dei soggetti vaccinati rispetto a quelli non vaccinati e nei controlli.
The thesis is organized into 4 chapters: -in the first chapter, it is briefly overviewed the association of PCV2 with several diseases with particular emphasis to the diagnostic protocols and to the in situ identification of the virus in histological lesions; -in the second chapter, it is presented an original diagnostic protocol to be applied in field conditions, to check for the presence of PCV2 in piglet tissues obtained from stillbirth/abortion. It refers to the application of the protocol in 2 herds and the results are analyzed for a critical review of the used protocol; -in the third chapter, it is presented an experimental trial aimed to infect gilts during artificial insemination by PCV2 infected semen. Conventional gilts were synchronized for oestrus and inseminated with a single dose of semen PCV2 PCR-negative (control group) or experimentally exposed to PCV2 (infected group). The results are analyzed to evaluate the impact that infection in early pregnancy may have on the sow (no pregnancy, return to oestrus), foetuses and foetal membranes. It emphasizes the protective role of circulating antibodies at the time of infection, given the possibility that a low antibody titre is associated with prolonged viremia and increased number of PCV2 positive foetuses; -in the fourth chapter, it is presented a protocol similar to that of Chapter 3, but with the presence of a third group of animals: gilts vaccinated and infected with PCV2 using semen experimentally exposed to the virus. In the discussion 2 important aspects are emphasized: the shedding of the virus is greatly reduced by vaccination, with positive effects on the reduction of the circulation of the virus in the herds; uterine exposure is protected by vaccination, given the low percentage of infected placentas in the vaccinated group compared with not vaccinated and control groups.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Bacci, Barbara <1976&gt. "Le neoplasie del gatto. Ricerche istologiche e immunoistochimiche." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/127/1/BacciDottorato.pdf.

Full text
Abstract:
Il contributo di ricerca di questo lavoro è consistito nel rivalutare da un punto di vista diagnostico, classificativo e statistico, una casistica di neoplasie del gatto archiviate in 23 anni (1984-2006). Nei primi 20 anni sono state diagnosticate 1696 neoplasie su un totale di 3682 campioni prevenuti nello stesso periodo, con una prevalenza delle patologie di tipo neoplastico del 46,06%. Nei tre anni successivi sono state individuate 382 neoplasie su un totale di 601 campioni archiviati, con una prevalenza del 61,02%. Le neoplasie avevano per l'81,8% un comportamento maligno, e questo dato risulta coerente con il dato più recente sulla malignità (85,6%) e con quello fornito da altri autori. L'età dei soggetti affetti era simile nei due studi, compresa fra pochi mesi e 22 anni, con il maggior numero di casi fra 9 e 13 anni. Le due casistiche presentano inoltre dati simili riguardo gli organi coinvolti anche se i tumori della mammella sono notevolmente diminuiti negli ultimi anni, con un aumento corrispondente di neoplasie cutanee. I fibrosarcomi, che hanno subito un drastico aumento tra il 1993 e il 1994 si sono mantenuti costanti in tutti gli anni successivi, dato ancora oggi quasi certamente correlabile alle pratiche vaccinali. I linfomi sono risultati piuttosto infrequenti in entrambe le casistiche, comparate con i dati della letteratura in cui vengono riportate percentuali nettamente maggiori. I tumori del cavo orale e dell'intestino hanno mantenuto circa le stesse percentuali di insorgenza nel corso degli anni. Tra i tumori presenti in questo studio, sono stati approfonditi i tumori a carico delle sierose (mesoteliomi) e del polmone attraverso metodiche immunoistochimiche e ultrastrutturali. Nei 23 anni sono stati diagnosticati 10 casi di mesotelioma, di cui 8 coinvolgenti la pleura e due il peritoneo. Su questi casi è stata applicata una metodica immunoistochimica con un pannello anticorpale utilizzato di routine in patologia umana per la diagnosi di mesotelioma e per la diagnosi differenziale con i carcinomi polmonari. Tutti i casi presentavano una doppia positività per vimentina e citocheratine ad ampio spettro; anticorpi specifici come CK5/6 e HBME-1 hanno presentato una buona specificità. Anche la microscopia elettronica si è rivelata di ausilio, mettendo in evidenza la presenza di tonofilamenti citoplasmatici e di microvilli, tipici delle cellule mesoteliali. Le neoplasie polmonari, analogamente a quelle umane hanno, sono notevolmente aumentate negli ultimi anni. Dei 24 casi raccolti tra il materiale di archivio, 14 sono stati diagnosticati negli ultimi 5 anni. Si è rilevata una significativa predisposizione nei gatti di razza Persiana, e le metastasi più frequenti sono state a carico dei linfonodi, del miocardio e dei cuscinetti plantari, analogamente a quanto segnalato in letteratura. L’istotipo più rappresentato è stato il carcinoma squamoso, seguito da adenocarcinomi papillari e bronchioloalveolari. Il pannello immunoistochimico applicato, finalizzato a individuare l’origine broncogena o ghiandolare della neoplasia, è risultato utile per la diagnosi delle forme squamose poco differenziate (CK 5/6 e CK 14). Infine è stato testato l’anticorpo di elezione nella diagnosi differenziale fra le neoplasie primitive e secondarie del polmone, il TTF-1, che però non ha cross-reagito con tessuti di gatto; la diagnosi di neoplasia primitiva polmonare si è dunque basata sull’assenza, anche nei dati anamnestici, di masse in altri distretti corporei.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Bacci, Barbara <1976&gt. "Le neoplasie del gatto. Ricerche istologiche e immunoistochimiche." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/127/.

Full text
Abstract:
Il contributo di ricerca di questo lavoro è consistito nel rivalutare da un punto di vista diagnostico, classificativo e statistico, una casistica di neoplasie del gatto archiviate in 23 anni (1984-2006). Nei primi 20 anni sono state diagnosticate 1696 neoplasie su un totale di 3682 campioni prevenuti nello stesso periodo, con una prevalenza delle patologie di tipo neoplastico del 46,06%. Nei tre anni successivi sono state individuate 382 neoplasie su un totale di 601 campioni archiviati, con una prevalenza del 61,02%. Le neoplasie avevano per l'81,8% un comportamento maligno, e questo dato risulta coerente con il dato più recente sulla malignità (85,6%) e con quello fornito da altri autori. L'età dei soggetti affetti era simile nei due studi, compresa fra pochi mesi e 22 anni, con il maggior numero di casi fra 9 e 13 anni. Le due casistiche presentano inoltre dati simili riguardo gli organi coinvolti anche se i tumori della mammella sono notevolmente diminuiti negli ultimi anni, con un aumento corrispondente di neoplasie cutanee. I fibrosarcomi, che hanno subito un drastico aumento tra il 1993 e il 1994 si sono mantenuti costanti in tutti gli anni successivi, dato ancora oggi quasi certamente correlabile alle pratiche vaccinali. I linfomi sono risultati piuttosto infrequenti in entrambe le casistiche, comparate con i dati della letteratura in cui vengono riportate percentuali nettamente maggiori. I tumori del cavo orale e dell'intestino hanno mantenuto circa le stesse percentuali di insorgenza nel corso degli anni. Tra i tumori presenti in questo studio, sono stati approfonditi i tumori a carico delle sierose (mesoteliomi) e del polmone attraverso metodiche immunoistochimiche e ultrastrutturali. Nei 23 anni sono stati diagnosticati 10 casi di mesotelioma, di cui 8 coinvolgenti la pleura e due il peritoneo. Su questi casi è stata applicata una metodica immunoistochimica con un pannello anticorpale utilizzato di routine in patologia umana per la diagnosi di mesotelioma e per la diagnosi differenziale con i carcinomi polmonari. Tutti i casi presentavano una doppia positività per vimentina e citocheratine ad ampio spettro; anticorpi specifici come CK5/6 e HBME-1 hanno presentato una buona specificità. Anche la microscopia elettronica si è rivelata di ausilio, mettendo in evidenza la presenza di tonofilamenti citoplasmatici e di microvilli, tipici delle cellule mesoteliali. Le neoplasie polmonari, analogamente a quelle umane hanno, sono notevolmente aumentate negli ultimi anni. Dei 24 casi raccolti tra il materiale di archivio, 14 sono stati diagnosticati negli ultimi 5 anni. Si è rilevata una significativa predisposizione nei gatti di razza Persiana, e le metastasi più frequenti sono state a carico dei linfonodi, del miocardio e dei cuscinetti plantari, analogamente a quanto segnalato in letteratura. L’istotipo più rappresentato è stato il carcinoma squamoso, seguito da adenocarcinomi papillari e bronchioloalveolari. Il pannello immunoistochimico applicato, finalizzato a individuare l’origine broncogena o ghiandolare della neoplasia, è risultato utile per la diagnosi delle forme squamose poco differenziate (CK 5/6 e CK 14). Infine è stato testato l’anticorpo di elezione nella diagnosi differenziale fra le neoplasie primitive e secondarie del polmone, il TTF-1, che però non ha cross-reagito con tessuti di gatto; la diagnosi di neoplasia primitiva polmonare si è dunque basata sull’assenza, anche nei dati anamnestici, di masse in altri distretti corporei.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
More sources

Books on the topic "Patologia generale"

1

A, Russo Matteo, Frati Luigi 1943-, and Allavena Paola, eds. Patologia generale e fisiopatologia generale. 5th ed. Padova: Piccin, 2015.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Cavallo, Giorgio. C'era una volta l'istituto: Momenti e figure della ricerca scientifica tra guerra e ricostruzione. Foggia: Bastogi editrice italiana, 2001.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Ertman, Marco. La disciplina fiscale del leasing: Principi generali, casi specifici, patologie del contratto. 2nd ed. Roma: Jandi Sapi, 2001.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

María Pilar del Amo Pérez. La intervención en la arquitectura: La acción restauradora y rehabilitadora : el mantenimiento : aspectos generales de la patología. A Coruña: Universidade da Coruña, Servizo de Publicacións, 2014.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Sapp, J. Philip. Contemporary oral and maxillofacial pathology. St. Louis: Mosby, 1997.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

R, Eversole Lewis, and Wysocki George P, eds. Contemporary oral and maxillofacial pathology. 2nd ed. St. Louis, Mo: Mosby, 2004.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Carrizosa Murcia, Marcelo. Trauma ocular del segmento anterior. Bogotá. Colombia: Universidad de La Salle. Ediciones Unisalle, 2013. http://dx.doi.org/10.19052/9789585136939.

Full text
Abstract:
El estudio y manejo del trauma ocular en cuidado ocular primario tiende a veces a permanecer lejos del alcance tanto del estudiante de optometría como del mismo profesional, entre otros, por temor al manejo clínico apropiado del caso. Con la sanción de la Ley 372 de optometría en 1997 se abrió un capítulo más en el ejercicio profesional, así como en la participación del profesional optómetra clínico en equipos multidisciplinarios en salud. El manejo del trauma ocular cobra vital importancia para los estudiantes que hacen la práctica extramural de externado en los diferentes hospitales de los departamentos de Colombia, como también para los estudiantes que están cursando la cátedra y los respectivos énfasis en patología ocular y profesionales que laboran en diferentes hospitales y clínicas donde se ejerce el cuidado primario ocular. Tanto estudiantes como profesionales de optometría tienen la responsabilidad y posibilidad de acceder a la atención de los pacientes lesionados, ya que su perfil de formación así lo determina. Además de ser profesionales de apoyo al oftalmólogo y médicos generales de urgencias, los optómetras y estudiantes abordan el manejo de pacientes con o sin acompañamiento de oftalmólogos. La mayoría de las veces la primera instancia ante las urgencias oculares son los estudiantes y optómetras profesionales, por tal razón estos deben conocer el manejo apropiado y el oportuno direccionamiento del paciente a un nivel de atención de mayor complejidad.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

C, Feldman Edward, ed. Textbook of veterinary internal medicine: Diseases of the dog and cat. 6th ed. St. Louis, Mo: Elsevier/Saunders, 2005.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Frances, Flinter, Maher E. R, Saggar-Malik Anand, and Crawfurd M. d'A, eds. The genetics of renal disease. Oxford: Oxford University Press, 2003.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Patologia Generale e Medica: Materiale Riassuntivo Strategico. Independently Published, 2021.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
More sources

Book chapters on the topic "Patologia generale"

1

Del Forno, Demenico, Angelo Compare, Enzo Grossi, Adriana Scuotto, Valentina Battimiello, and Alessandra Caiazza. "Le patologie legate allo stress: Un’introduzione generale." In Stress e disturbi da somatizzazione, 85–96. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2080-1_6.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Elizondo, Germán Valero. "Patología ambiental." In "Patología General Veterinaria", 261–80. Universidad Nacional Autónoma de México, 2017. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvn96g2x.11.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

"Front Matter." In "Patología General Veterinaria", 1–6. Universidad Nacional Autónoma de México, 2017. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvn96g2x.1.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Garrido, Gerardo Salas. "Neoplasias." In "Patología General Veterinaria", 233–60. Universidad Nacional Autónoma de México, 2017. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvn96g2x.10.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

"Índice analítico." In "Patología General Veterinaria", 281–86. Universidad Nacional Autónoma de México, 2017. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvn96g2x.12.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

"Back Matter." In "Patología General Veterinaria", 287–89. Universidad Nacional Autónoma de México, 2017. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvn96g2x.13.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Trigo, Franciso J., and Germán Valero. "Prefacio a la sexta edición." In "Patología General Veterinaria", 7–8. Universidad Nacional Autónoma de México, 2017. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvn96g2x.2.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

"Table of Contents." In "Patología General Veterinaria", 9–10. Universidad Nacional Autónoma de México, 2017. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvn96g2x.3.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Romero, Laura Romero. "Introducción a la patología." In "Patología General Veterinaria", 11–32. Universidad Nacional Autónoma de México, 2017. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvn96g2x.4.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Cantón, Beatriz Vanda. "Adaptación, lesión y muerte celular." In "Patología General Veterinaria", 33–86. Universidad Nacional Autónoma de México, 2017. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvn96g2x.5.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Conference papers on the topic "Patologia generale"

1

"ALIMENTACIÓN Y PATOLOGÍA DUAL." In 23° Congreso de la Sociedad Española de Patología Dual (SEPD) 2021. SEPD, 2021. http://dx.doi.org/10.17579/sepd2021p084s.

Full text
Abstract:
Introducción.- La Psiquiatría Nutricional debe de ser una disciplina integrada en la atención clínica de los pacientes afectados de patología mental. Son muchos los estudios (Smile, Helfimed, Stahl…) que han puesto de manifiesto la relación entre la calidad nutricional y la salud mental. La dieta mediterránea está considerada como el prototipo de dieta saludable. Objetivos: General.- Analizar las características de la dieta del colectivo a estudio. Específicos.- Determinar la adherencia a la dieta mediterránea del paciente dual vs paciente adicto no dual. Averiguar las principales deficiencias en la dieta de ambos colectivos. Material y Métodos.- Estudio observacional, descriptivo y transversal. Muestra.-. Pacientes adictos (n=123), a tratamiento en dos centros de adicciones del Instituto de Adicciones de Madrid-Salud. Elección al azar. Participación voluntaria. Instrumentos: - Cuestionario de adherencia a la Dieta Mediterránea (CADM): 14 preguntas, puntuando entre 0 - 1. Interpretación: se establecen tres cortes: 0-6; 7-9; 10-14 que corresponden a adherencia baja, media y alta respectivamente - Cuestionario A-PD de recogida de variables a estudio Resultados.- Se analizaron 123 pacientes: 75,61% (n=93) hombres y 24,39% (n=30) mujeres, edad media de 47,77 años, en un rango de 19-77 años. Pacientes duales: 43,90% (n=54), adictos no duales: 56,10% (n=69). La aplicación del CADM, determinó la adherencia de ambos grupos: pacientes duales: 6,962 y no duales: 6,927. Se estudian otras características cuantitativas y cualitativas de la alimentación de este colectivo. Discusión y Conclusión.- Los resultados obtenidos nos ponen de manifiesto la similar adherencia (baja) entre ambos grupos y la deficitaria alimentación que presentan, no solo a ese nivel, sino, en la calidad y características de la misma. Todo ello supone un inconveniente importante para la recuperación de esos pacientes. Por lo tanto, la Psiquiatría Nutricional debería de formar parte en los nuevos enfoques terapéuticos a la hora de abordar estos colectivos.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

"PATOLOGÍA DUAL Y MOTIVACIÓN PARA EL CAMBIO." In 23° Congreso de la Sociedad Española de Patología Dual (SEPD) 2021. SEPD, 2021. http://dx.doi.org/10.17579/sepd2021p026v.

Full text
Abstract:
Introducción El cambio de una conducta de consumo se ha definido tradicionalmente de forma dicotómica, afirmando que el cambio se daba en un solo paso (del consumo adictivo a la abstinencia). Sin embargo, se avanzó hacia una visión más procesual, teniendo en cuenta el proceso en etapas basadas en la motivación de la persona a modificar su conducta. Este grado de compromiso que presenta el paciente es vital para el establecimiento de un programa de tratamiento. Objetivo Estudiar el grado de motivación para el cambio y deseo para empezar un tratamiento en pacientes con abuso o dependencia de sustancias. Método Se llevó a cabo la administración de la Escala de Estados de Disposición al Cambio (SOCRATES) de los pacientes ingresados en la Unidad de Patología Dual del Complejo Asistencial Universitario de Salamanca durante los meses de febrero y marzo de 2021. La muestra total se compone de 20 pacientes con patología dual (35,29% consumidores de alcohol, 23,52% de cocaína, 17,6% de metadona, 17,6% de heroína y un 5,8% de benzodiacepinas), con una edad media de 44,6 años (60% mujeres y 20% hombres) Resultados A nivel general: Reconocimiento de hacer cambios=32;Ambivalencia=14,05;Haciendo cambios=36,55. Alcohol (Reconocimiento=32,5;Ambivalencia=14,66; Haciendo cambios=35,16); Cocaína (Reconocimiento=33;Ambivalencia=16,5;Haciendo cambios=34); Metadona (Reconocimiento=34,66;Ambivalencia=15;Haciendo cambios=39); Heroína (Reconocimiento=29,66;Ambivalencia=8,66; Haciendo cambios=40);Benzodiacepina (Reconocimiento=30;Ambivalencia=17; Haciendo cambios=35) Conclusiones Según los resultados, el factor que supera el punto de corte es “haciendo cambios”, es decir, a nivel general nos encontramos con pacientes que están tomando medidas para solucionar su problema, encontrando puntuaciones más elevadas en los pacientes con dependencia a la heroína y a la metadona. Los pacientes con dependencias a benzodiacepinas se encuentran en una actitud más ambivalente frente al consumo. Para futuras investigaciones, sería interesante ampliar la muestra de estudio, así como relacionar su evolución con el estadio de cambio inicial.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Jordá Jordá, Aránzazu, and Adrián Ruiz Marcet. "Diferencias de género en patología dual." In 22° Congreso de la Sociedad Española de Patología Dual (SEPD) 2020. SEPD, 2020. http://dx.doi.org/10.17579/sepd2020p164.

Full text
Abstract:
Introducción: El género es un factor que influye en la prevalencia de las enfermedades psiquiátricas, curso, pronóstico y respuesta al tratamiento, así como también condiciona los trastornos por uso de sustancias (TUS). Aunque se cree que la patología dual es más frecuente en hombres, se considera que las mujeres tienen más riesgo de presentarla. Existe mayor prevalencia en hombres de trastornos psicóticos y bipolares, y en mujeres mayor prevalencia de trastornos de ansiedad y afectivos (Miquel et al., 2011). Son las mujeres quienes presentan mayor gravedad en el curso de la adicción cuando ambos trastornos se dan de forma conjunta (Díaz-Mesa, E. et al., 2016). Objetivos: Estudiar en una muestra de 1335 pacientes con patología dual las diferencias en tipo de diagnóstico mental asociado, sustancia principal consumida, número de sustancias y gravedad de la adicción según el género. Material y método: Se seleccionaron los pacientes que presentaban patología dual al inicio del tratamiento en una Unidad de Conductas Adictivas ambulatoria. Se realiza revisión de historias clínicas para obtener los datos. Conclusiones: Muestra compuesta por 1017 hombres (76,2%) y 318 mujeres (23,8%). Los trastornos más frecuentemente asociados al TUS en hombres son los trastornos de la personalidad (34,7%), los de ansiedad (18,7%) y los psicóticos (16,1%). Mientras que en las mujeres son los de ansiedad (32,1%), personalidad (25,8%) y afectivos (18,6%) (p=0,000). No existen diferencias significativas en las sustancias más frecuentemente consumidas, en ambos grupos son el alcohol (cerca del 30%), la cocaína (cerca del 20%) y los opioides (cerca del 16%) (p=0,076). No se han encontrado diferencias significativas en cuanto al número de sustancias consumidas, cerca del 55% son policonsumidores (p=0,086). Las mujeres presentan más recaídas tanto en el consumo de sustancias como en la reagudización de crisis, más abandonos del tratamiento y un peor curso general del tratamiento (p=0,001).
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

"PATOLOGÍA DUAL EN PACIENTES PSIQUIÁTRICOS HOSPITALIZADOS EN LA UNIDAD BREVE: SERIE DE CASOS TRATADOS CON LA NUEVA PAUTA DE INICIO DE ARIPIPRAZOL INYECTABLE DE LIBERACIÓN PROLONGADA." In 23° Congreso de la Sociedad Española de Patología Dual (SEPD) 2021. SEPD, 2021. http://dx.doi.org/10.17579/sepd2021p078s.

Full text
Abstract:
1.Objetivos: Examinar tanto el perfil clínico y sociofamiliar como el perfil de eficacia y seguridad de una serie de casos de 5 pacientes hospitalizados en UHB con diagnostico de patología dual tratados con Aripiprazol 400 mg ILP doble dosis (total 800mg) aplicada simultáneamente. 2.Material y métodos Con el registro general de pacientes ingresados en la UHB del Hospital Clínico de Salamanca, se realizó una búsqueda de todos aquellos pacientes que cumplieran criterios de diagnostico de patologia dual tratados con la nueva pauta de inicio de aripiprazol ILP del 1 de enero al 1 de septiembre del 2021. 3.Resultados y conclusiones El perfil clínico sociofamiliar de los pacientes de esta serie de casos son predominantemente varones de mediana edad con aproximadamente 2 a 3 ingresos previos siendo el primer ingreso a los 21 años. Han comenzado el consumo en torno a los 18.6 años. Con antecedentes familiares de trastornos psiquiátricos y tóxicos 60% y 40% respectivamente. La esquizofrenia y sus trastornos relacionados han predominado en esta serie de casos concurriendo con trastornos de la personalidad en un 40%. Las sustancias de abuso han sido cannabinoides 100%, cocaína 60% y alcohol 40% en orden de prevalencia. El perfil de eficacia y seguridad del Aripiprazol en la posología descrita mostró ser efectivo, seguro, bien tolerado, no prolongar los días de estancia hospitalaria respecto a lo descrito en la literatura y además no han presentado reingresos en el periodo de 3 meses posteriores al alta. En conclusión esta serie de casos plantea que el uso de la nueva pauta de inicio de Aripiprazol inyectable ILP, podría llegar a considerarse una alternativa terapéutica en pacientes con patología dual pero se necesitan estudios de mayor nivel de evidencia científica que lo respalde.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

"O-012 - PATOLOGÍA DUAL EN COMUNIDADES INDIGENAS." In 24 CONGRESO DE LA SOCIEDAD ESPAÑOLA DE PATOLOGÍA DUAL. SEPD, 2022. http://dx.doi.org/10.17579/abstractbooksepd2022.o012.

Full text
Abstract:
Introducción. Frecuentes estudios epidemiológicos dan cuenta de la patología dual centrados en poblaciones de centros de salud mental y drogodependencias, pero muy poco se ha investigado en poblaciones marginadas como las comunidades indígenas. Objetivo. Estimar la prevalencia de la patología dual y factores sociodemográfico, familiares y clínicos asociados a la patología dual en pacientes de las comunidades indígenas. Método. Estudio observacional descriptivo, de corte transversal y fuentes secundarias, que estima la prevalencia de la patología dual y los factores sociodemográficos y clínicos asociados, en una muestra de 121 pacientes de comunidades indígenas que ingresaron al Centro entre junio de 2019 y julio de 2021. Resultados. La prevalencia de la patología dual en los pacientes fue del 65,29%; el 63% residen en la zona rural; la edad de los pacientes tiene un promedio de 25 años, la mayoría hombres con un nivel académico de básica primaria que no trabaja. Respecto a las características familiares, el 56,96% convive en una familia de tipología extensa, el 50,63% tiene antecedentes familiares de consumo de sustancias psicoactivas y un 68,85% tiene antecedentes de enfermedades mentales. Entre los factores clínicos se destaca como droga de inicio la marihuana seguida del alcohol. El TUS más frecuente fue el trastorno mental del comportamiento debido al uso de múltiples drogas y el trastorno mental comórbido más prevalente fue el trastorno depresivo. Discusión y conclusión. La evidencia encontrada indica prevalencias importantes de patología dual en los indígenas, respecto a la población general. Palabras claves: Patología dual, factores asociados, población indígena.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

"PS-107 - PATOLOGÍA DUAL Y TRATAMIENTO AMBULATORIO INVOLUNTARIO." In 24 CONGRESO DE LA SOCIEDAD ESPAÑOLA DE PATOLOGÍA DUAL. SEPD, 2022. http://dx.doi.org/10.17579/abstractbooksepd2022.ps107.

Full text
Abstract:
En los últimos años, ha destacado la Patología Dual (PD) por su elevada prevalencia, así como su asociación con mal pronóstico clínico y social y el elevado coste sanitario que genera. Aunque son variadas las causas de las descompensaciones psicóticas que requieren ingresos hospitalarios, el abandono de la medicación y el consumo de drogas es, en un elevado porcentaje de pacientes, el factor principal. Es por ello que nos hemos interesado en diseñar un estudio de tipo "cuasi-experimental" en el que la intervención, en un grupo de pacientes con patología dual, consiste en medir el impacto en lo referente a número de ingresos hospitalarios y reducción del consumo de sustancias antes y después de instaurar como medida de tratamiento un régimen de Tratamiento Ambulatorio Involuntario (TAI). Con ello, nuestro objetivo, además de medir dicho impacto, también es demostrar si esta medida, pese a lo coercitivo de la misma, podría beneficiar a estos pacientes no solo en la continuidad del tratamiento sino para potenciar la recuperación de la autonomía y la competencia, disminuyendo el número de conductas disruptivas y la problemática legal que genera en muchas ocasiones.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Mulero García, Ana Beatriz, Eleuteria Sánchez Martínez, and Javier Hernández Pedrosa. "Importancia del abordaje de la patología primaria." In 22° Congreso de la Sociedad Española de Patología Dual (SEPD) 2020. SEPD, 2020. http://dx.doi.org/10.17579/sepd2020p063.

Full text
Abstract:
Objetivo: Describir un caso de comorbilidad entre fobia social, consumo de cannabis y psicosis, destacando la importancia del abordaje de la patología primaria. Material y métodos: Paciente de veinte años con fobia social desde los quince, sin otros antecedentes de interés. Consumidor de 3 cigarros de cannabis al día como método para desinhibirse. Posteriormente sufre episodio psicótico requiriendo ingreso hospitalario. Evolucionó favorablemente, siendo tratado con olanzapina 15 mg por la noche. Tras el alta, refiere ánimo bajo con ideas de muerte, se pauta citalopram 30 mg y se cambia la olanzapina por aripiprazol 5 mg. Actualmente acude a centro de drogodependencias y programa de Primeros Episodios, en el que principalmente se trata el tema de la fobia social, ya que refiere ser un factor especialmente incapacitante y conducirle al consumo. Resultados: Las pruebas realizadas durante el ingreso fueron normales (TAC de cráneo y analítica general), excepto tóxicos en orina (positivo a cannabis). Discusión y conclusiones: Según diversos estudios, se han planteado tres hipótesis que explican las relaciones entre consumo de drogas y enfermedades mentales: Modelo de dos o más factores independientes entre sí; modelo de trastorno por dependencia de sustancias primarias y modelo de trastorno psiquiátrico primario. En el caso que nos compete, tendríamos, modelo de trastorno psiquiátrico primario (debido a la fobia social el paciente consume) y modelo de trastorno por dependencia de sustancias primarias (el cannabis influye en la aparición de psicosis tóxica). En definitiva, la dependencia a cannabis como conducta de automedicación de un trastorno por ansiedad es muy frecuente, con nuestro paciente, además del tratamiento y la derivación a centro de drogodependencias, fue importante el abordaje de la patología primaria, la fobia social que es la que conduce al consumo y por lo que se desarrolla la psicosis.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

"ANOMALÍAS FÍSICAS MENORES Y PATOLOGÍA DUAL: UNA REVISIÓN BIBLIOGRÁFICA." In 23° Congreso de la Sociedad Española de Patología Dual (SEPD) 2021. SEPD, 2021. http://dx.doi.org/10.17579/sepd2021p003v.

Full text
Abstract:
Objetivos: Las anomalías físicas menores (AFM) son alteraciones congénitas morfológicas de órganos o tejidos, con escasa relevancia funcional o estética. A diferencia de las anomalías mayores, no implican un daño en la salud. La importancia de las AFM radica en que son consideradas signos sutiles indirectos de alteraciones en las fases tempranas del desarrollo embrionario. Aunque son frecuentes en la población general, la presencia de múltiples AFM en un mismo individuo se ha relacionado ampliamente con trastornos del neurodesarrollo, como la discapacidad intelectual, los TEA, TDAH, síndrome alcohólico fetal, epilepsia, Tourette o trastornos del aprendizaje y lenguaje. También se ha descrito ampliamente una mayor presencia de AFM en Esquizofrenia y Trastorno Bipolar. Aunque las AFM no pueden considerarse como un endofenotipo asociado a un trastorno concreto, serían útiles como biomarcadores sugerentes de un neurodesarrollo alterado. A pesar de su relación demostrada con múltiples trastornos asociados a las conductas adictivas, la relación entre las AFM y el uso de sustancias no está bien definida. El objetivo de este trabajo es resumir las publicaciones sobre AFM, conducta adictiva y patología dual. Material y métodos: Se realizó una revisión de la literatura científica en PubMed, incluyendo los términos: "Minor physical anomalies", “malformations”, AND "addiction", "addictive", "substance", "drug", dependance", “nicotine”, "alcohol", “cannabis”, “cocaine”, “psychostimulants” “gambling”, “ludopathy". Resultados y conclusiones: Dos estudios (1977, 1982) analizaron la presencia de AFM en pacientes con alcoholismo. Un único estudio (2018) relacionó las AFM en adolescentes con el riesgo de consumo precoz de sustancias. Por el contrario, existe una amplia literatura sobre el riesgo de malformaciones en la descendencia por exposición intrauterina a sustancias durante la gestación. Detectamos un incomprensible déficit de publicaciones en relación a las AFM y su relación con la conducta adictiva, a pesar de la extensamente aceptada relación entre el neurodesarrollo y las adicciones.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

"ANOMALÍAS FÍSICAS MENORES Y PATOLOGÍA DUAL: UNA REVISIÓN BIBLIOGRÁFICA." In 23° Congreso de la Sociedad Española de Patología Dual (SEPD) 2021. SEPD, 2021. http://dx.doi.org/10.17579/sepd2021p003s.

Full text
Abstract:
Objetivos: Las anomalías físicas menores (AFM) son alteraciones congénitas morfológicas de órganos o tejidos, con escasa relevancia funcional o estética. A diferencia de las anomalías mayores, no implican un daño en la salud. La importancia de las AFM radica en que son consideradas signos sutiles indirectos de alteraciones en las fases tempranas del desarrollo embrionario. Aunque son frecuentes en la población general, la presencia de múltiples AFM en un mismo individuo se ha relacionado ampliamente con trastornos del neurodesarrollo, como la discapacidad intelectual, los TEA, TDAH, síndrome alcohólico fetal, epilepsia, Tourette o trastornos del aprendizaje y lenguaje. También se ha descrito ampliamente una mayor presencia de AFM en Esquizofrenia y Trastorno Bipolar. Aunque las AFM no pueden considerarse como un endofenotipo asociado a un trastorno concreto, serían útiles como biomarcadores sugerentes de un neurodesarrollo alterado. A pesar de su relación demostrada con múltiples trastornos asociados a las conductas adictivas, la relación entre las AFM y el uso de sustancias no está bien definida. El objetivo de este trabajo es resumir las publicaciones sobre AFM, conducta adictiva y patología dual. Material y métodos: Se realizó una revisión de la literatura científica en PubMed, incluyendo los términos: "Minor physical anomalies", “malformations”, AND "addiction", "addictive", "substance", "drug", dependance", “nicotine”, "alcohol", “cannabis”, “cocaine”, “psychostimulants” “gambling”, “ludopathy". Resultados y conclusiones: Dos estudios (1977, 1982) analizaron la presencia de AFM en pacientes con alcoholismo. Un único estudio (2018) relacionó las AFM en adolescentes con el riesgo de consumo precoz de sustancias. Por el contrario, existe una amplia literatura sobre el riesgo de malformaciones en la descendencia por exposición intrauterina a sustancias durante la gestación. Detectamos un incomprensible déficit de publicaciones en relación a las AFM y su relación con la conducta adictiva, a pesar de la extensamente aceptada relación entre el neurodesarrollo y las adicciones.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

"CARACTERIZACIÓN DE LOS PACIENTES QUE PRESENTAN SEROLOGÍA POSITIVA A VIH EN LAS INTERCONSULTAS AL SERVICIO DE ADICCIONES EN UN HOSPITAL GENERAL." In 23° Congreso de la Sociedad Española de Patología Dual (SEPD) 2021. SEPD, 2021. http://dx.doi.org/10.17579/sepd2021o047.

Full text
Abstract:
Objetivos Describir las características sociodemográficas y clínicas de los pacientes VIH+ de las interconsultas al servicio de Adicciones de un Hospital General en Barcelona. Métodos Se registran un total de 2.439 interconsultas por el servicio de interconsulta de Adicciones entre el 2009-2017 en el Hospital del Mar (Barcelona). Mediante un cuestionario “ad hoc” se determinan diferentes variables clínicas de dichos pacientes. Posteriormente se completa la información con informes médicos electrónicos. El análisis estadístico es realizado a través de IBM SPSS Statistics (Chicago INC). Resultados De un total de 2.439 interconsultas 344(14,10%) presentaban serologías VIH+. De esta muestra, un 73,5% eran hombres, la edad media era de 44,3 años, un 42.1% eran solteros, un 70,1% eran autóctonos, un 49,1% eran desempleados y un 30,4% vivían en situación de indigencia. De la muestra total VIH+ un 75.5% presentaban una problemática psicosocial moderada-grave. Respecto al diagnóstico principal en adicciones de esta muestra, un 62.4% presentaban un trastorno por consumo (TPC) de opioides de los cuales, un 67.3% se encontraban en terapia sustitutiva por metadona, un 17% TPC de alcohol, un 2.9% TPC de hipnosedantes, un 8,2% TPC de cocaína, un 2,9% TPC por nicotina y un 1,7% TPC de anfetaminas. Un 17.7% de los pacientes de la muestra presentaban patología dual, de este subgrupo las patologías concomitantes psiquiátricas más frecuentes fueron trastornos psicóticos (28.2%), trastornos depresivos (24,9%) y trastorno bipolar (8.5%). Conclusiones En una muestra de pacientes con serología positiva para VIH en la Interconsulta de Adicciones de un Hospital General, un porcentaje no despreciable no consumían sustancias por vía endovenosa. Estos pacientes presentan una situación psicosocial claramente desfavorable (indigencia, desempleo…). El abordaje de los pacientes con infección VIH no debe limitarse a los aspectos médicos y psiquiátricos y deben tenerse en cuenta aspectos sociales desde una perspectiva multidisciplinar.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Reports on the topic "Patologia generale"

1

Carrasco Flores, Carol, Enzo Alarcón Acuña, Angélica Ruz Ramírez, and Claudia Guajardo Sáez. Día Internacional de la toma de conciencia de la Tartamudez. Universidad Autónoma de Chile, January 2020. http://dx.doi.org/10.32457/2050012728/9581202019.

Full text
Abstract:
La comunicación oral es un acto de relación social donde dejamos “fluir libremente nuestras palabras”, sin embargo, en algunas ocasiones algo tan simple y básico como hablar puede ser muy dificultoso para algunas personas. Así es en la tartamudez, donde su principal manifestación es presentar interrupciones en la comunicación oral; expresándose en bloqueos, repeticiones o prolongaciones de sonidos, sílabas o palabras, entre otras manifestaciones. Esto genera limitaciones y dificultades en la fluidez al iniciar y/o mantener un acto de habla. Asimismo, pueden existir concomitantes físicos como movimientos excesivos de alguna parte del cuerpo que van variando de un individuo a otro con diversos grados de severidad. Esta patología suele manifestarse desde etapas muy tempranas, pudiendo ser de carácter transitoria o permanente; desencadenando no sólo dificultad en el habla, sino que, afectando el rendimiento académico de los niños y adolescentes, generando sentimientos y emociones negativas hacia su condición, así como también inconvenientes en la interacción social.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography