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Journal articles on the topic 'Pedagogical responsability'

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1

Corsi, Michele. "Il limite, il bisogno e il desiderio." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 65–88. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9311.

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Abstract:
L'articolo verte sulla triade limite, bisogno e desiderio. Partendo dal riconoscimento che il limite è consustanziale all'educazione. Anzi, che il limite è la meta-regola che dovrebbe ispirare le singole regole. Per passare, poi, ad analizzare il desiderio sulla scorta di Lacan, Freud e di altri Autori. Col desiderio che è altro dal piacere e dal godimento. E con l'oggetto del desiderio che è un fantasma o un'illusione. Col bisogno, infine, che è la risposta pedagogica al desiderio, definendo uno stato di urgenza reale, connotato fisiologicamente, del soggetto. Quello stesso bisogno, riconosciuto e limitato, che è la risposta a un godimento possibile e praticabile e, ugualmente, a una domanda ben posta e articolata. Un bisogno attualizzato, per quantità e qualità, dall'educazione. Nell'ottica delle tre grandi finalità dell'educazione: libertà, autonomia e responsabilità. E con la pedagogia medesima che non legifera, ma offre strumenti per il loro corretto esercizio. In grado così, il rapporto educativo, di educare i desideri, di sottometterli al principio del piacere e, laddove questo fallisse, di riportare il tutto al principio di realtà, faro e fondamento dell'educazione.
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2

Sidoli, Rita. "La trama dei valori condivisi e la pedagogia della responsabilitŕ." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 2 (January 2011): 31–42. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-002002.

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Abstract:
La parte introduttiva del capitolo (Paragrafo 1) riassume l'esperienza professionale in cui si radicano le riflessioni successive. Nel paragrafo 2 il tema del dolore č analizzato nei suoi risvolti individuali e sociali, nelle risposte che esso attiva in coloro che ne sono testimoni e nel "costo emotivo" della condivisione. Nel paragrafo conclusivo il prendersi cura, sintesi di sapere razionale e coinvolgimento emotivo, č coniugato nei suoi fondamenti teorici e nelle pratiche che lo concretizzano.
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Teresa Giovanazzi. "For a culture of sustainability. Pedagogical reflection, educational professionalism 0-6." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no. 2 (July 31, 2021): 160–68. http://dx.doi.org/10.36253/form-11330.

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Abstract:
Increasing awareness about the impending ecological crisis urges pedagogical research to project itself into the future and promote the training of human resources that is both responsible and aware of the educational value associated with the Environment. This paper, without claiming to be exhaustive, considers some challenges to transform the conditions of people and ecosystems within a culture of sustainability. Identifying balanced and authentic ways to inhabit the Earth is primordial to achieve the aforementioned objective and imply promoting effective educational actions through a new mindset between responsibilities and shared values. The governance of the educational ecosystem shall be the starting point with a particular focus on educational professionals 0-6. To make these multifaceted challenges a reality, the development of skills for professionals working in the educational and training services of childhood should be considered first. This is an unprecedented opportunity for the construction of sustainable skills that support the development of educational professionals 0-6 to take care of the environment. Per una cultura della sostenibilità. Riflessioni pedagogiche, professionalità educative 0-6 Assumere consapevolezza della rilevanza della crisi ecologica sollecita la ricerca pedagogica a proiettarsi nel tempo futuro, promuovendo una formazione delle risorse umane responsabile e consapevole del valore educativo dell’ambiente. Il presente contributo, senza pretesa di esaustività, si interroga sulle sfide di un cambiamento necessario nella prospettiva di migliorare le condizioni delle persone e degli ecosistemi, per una cultura della sostenibilità. Individuare modi più equilibrati e autentici per abitare la Terra implica promuovere azioni educative efficaci attraverso una nuova forma mentis, tra responsabilità e valori condivisi, muovendo dalla governance dell’ecosistema formativo con peculiare riferimento alle professionalità educative 0-6. Accostarsi alla realtà multiforme, a partire da chi opera nei servizi educativi e formativi dell’infanzia, richiede uno sguardo inedito nella costruzione di competenze sostenibili per lo sviluppo di professionalità educative 0-6 che sappiano prendersi cura dell’ambiente, nel segno dell’ecologia integrale.
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Braga, Caterina. "Participation and co-creative planning for urban sustainability. The Clic-Plan project educational case." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no. 2 (July 31, 2021): 151–59. http://dx.doi.org/10.36253/form-11326.

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Abstract:
The environmental degradation and climate change are the contemporary contexts in which educational processes take place. New forms of knowledge are therefore necessary, which place individuals, groups, as well as those responsible for social life at all levels (economic-political, institutional, administrative, productive, cultural), in the condition of not ignoring the consequences of human actions, also on the environment. Educating to participation, in contrast to delegation, promotes a sense of belonging and makes citizens responsible actors within the decision-making processes for managing their own territory. This, in the epistemological relevance of the pedagogical discourse, takes shape in the dimension of engagement for the benefit of the person and the community and is realized in active participation to the so-called smart city. This discussion can occur within an on-going project, CLIC-PLAN: Changing Climate: Local Adaptation Plan for sub-alpine lake districts with a strong commitment to tourism led by the Catholic University, with activities on climate change. Partecipazione e progettazione condivisa per la sostenibilità urbana. Il caso formativo del progetto Clic-plan Il degrado ambientale e i cambiamenti climatici sono il contesto in cui si svolgono oggi i processi educativi. Sono dunque necessarie nuove forme di conoscenza, che pongano gli individui, i gruppi, i responsabili della vita sociale a tutti i livelli (economico-politico, istituzionale, amministrativo, produttivo, culturale), nella condizione di non ignorare le conseguenze delle azioni umane, anche sull’ambiente. Educare alla partecipazione, in contrasto con la delega, promuove il senso di appartenenza e rende i cittadini attori responsabili dei processi decisionali di gestione del proprio territorio. Questo, nella rilevanza epistemologica del discorso pedagogico, trova forma nella dimensione di engagement a beneficio della persona e della comunità e si realizza nella partecipazione attiva all’interno della cosiddetta smart city. Può contribuire ad alimentare la riflessione il progetto CLIC-PLAN: CLIma in Cambiamento. Piano Locale di AdattameNto per comuni lacustri in territorio subalpino con forte vocazione turistica dell’Università Cattolica, inerente al cambiamento climatico.
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Bruni, Elsa Maria. "L'educazione nel tempo della post-verità. Pedagogia e mass-media." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 177–91. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9409.

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Abstract:
Il contributo intende ragionare in chiave pedagogica sulla configurazione che l'educazione e la scuola assumono o dovrebbero assumere in relazione ai cambiamenti in atto sul piano culturale e mediatico. In un tempo, che vive di post-verità, in cui l'intreccio finzione-realtà domina i modi di comunicare, di informare e di argomentare, una semiotica dell'educazione diventa funzionale a ridefinire i contorni della paideia intesa come processo continuo di prendere forma e di trasformarsi qualitativamente dell'individuo, invocata come farmaco per fronteggiare i diversi disorientamenti influenti sulla vita dei singoli e sulle sorti di intere comunità. In particolare, la vaghezza della e nella comunicazione, cui si intreccia il rischio dell'inattendibilità e del relativismo sempre più individualista a livello narrativo, reclama più che mai responsabilità, pensiero critico e capacità interpretative solide. Ad essere chiamata in causa ancora una volta è l'educazione e con essa il ruolo delle agenzie educative, della scuola in particolar modo, in virtù del ruolo, a cui sono tradizionalmente chiamate, di pensare e di governare i processi di formazione. In questo articolo ci si muove nella convinzione di ricentrare il tema formativo sulla dimensione culturale e intellettuale, sui fini di una pedagogia e di un'educazione che, lungi dal poter essere ridotta a atto tecnico e appannaggio di didatticismi alla moda, deve saper recuperare una narrazione incentrata sulla promozione di strumenti intellettuali, abiti mentali, atti a preparare i giovani a vivere il proprio tempo, a saper discernere, scegliere e agire in vista della piena realizzazione umana.
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Lo Piccolo, Alessandra. "Pedagogia e cura delle fragilità: suggestioni educative e proposte didattiche per la prevenzione dei comportamenti aggressivi." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 531–51. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9495.

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Abstract:
La scuola è un sistema relazionale complesso in cui abitano persone portatrici di bisogni, desideri, emozioni, aspettative, paure, angosce, ansie. La Pedagogia, che ha avuto da sempre il compito di interpretare, conoscere e orientare l'educazione e la formazione, ancora una volta deve cercare di fornire ad ognuno strumenti e competenze, lenti per leggere e criteri per, sviluppare abilità di adattamento, responsabilità, autonomia di pensiero e di azione. Una riflessione sui fenomeni di aggressività e violenza che caratterizzano il panorama sociale, oggi, specie tra le più giovani generazioni, impone domande specifiche su quali possano essere gli interventi educativi per gestirli e prima ancora, poterli prevenire. Si sente più che mai la necessità di percorsi educativi fondati sulla convivenza, la relazione pacifica, la condivisione, il riconoscimento di tutti e di ciascuno. In questa sede si è cercato di promuovere un approccio integrato, che tenga conto di istanze multidisciplinari e multidimensionali, individuando in una efficace educazione e formazione umana alle emozioni, una via possibile per rispondere a tale emergenza. Il contributo cerca di mettere in evidenza percorsi possibili, in una visione sistemica e complessa del fenomeno.
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D’Ambrosio, Maria, and Giovanni Laino. "Educatori come designer degli spazi perFormativi. Asili nido come ‘fabbriche' di cittadinanza e innovazione sociale." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 39–57. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001005.

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Abstract:
Il saggio apre uno spazio di riflessione sul tema della povertà educativa attraverso una pro-posta teorica e metodologica che investe le politiche e i servizi per l'infanzia di un ruolo stra-tegico nel ridisegno di un ecosistema territoriale in grado di qualificare in chiave pedagogica gli spazi e le attività rivolte ai minori e alla genitorialità. Una qualità pedagogica che passa per i professionisti dell'educazione, quindi per la loro formazione e per la loro postura da ricercatori in situazione, e anche per una pianificazione urbanistica strategica in grado di coniugarsi con una ‘visione' di città che contenga l'idea di spazio urbano e di relativa comu-nità educante, attenta alla complessità delle dinamiche che producono diseguaglianze, mar-ginalità e le molte forme di povertà. In questo senso, e recuperando una responsabilità istitu-zionale connessa alla responsabilità di ciascun professionista, il saggio fa emergere anche quanto pensato e sperimentato nell'attuazione del progetto IRIS (Interventi per Riqualificare e Innovare la Scuola) riferito agli asili nido e ai servizi per l'infanzia del Comune di Napoli. Politiche socio-educative e politiche urbane vengono lette come strumenti per connettere e articolare in chiave pedagogica, emancipativa, trasformativa, le azioni strutturali e integrate in grado di rispondere ai bisogni dell'infanzia e al ruolo dei professionisti dell'educazione, perché proprio a partire da questi professionisti si possa nutrire e potenziare la loro capacità/necessità di partecipazione alla vita e alla costruzione-rigenerazione dei legami sociali/territoriali, in chiave di contrasto alla povertà educativa. Si tratta cioè di recuperare per le professioni socio-educative e per i decisori istituzionali e i pianificatori delle politiche e dei servizi educativi, quella ‘sensibilità' e quella operosità, e quindi quella Vita Activa, rintraccia-ta dalla Arendt (1958) come specifica della condizione umana. Una condizione, quella sensi-bile e activa, quindi altamente interattiva e partecipativa, che ciascuno è chiamato a recupe-rare e a nutrire, proprio attraverso una qualità del gesto e della pratica educante che va ben oltre gli ‘spazi' destinati all'educazione. "L'educazione non è un'isola", sosteneva Jerome Bruner (1996), e in questo senso le politiche e i servizi educativi si devono riconnettere a una più estesa e complessa cultura dell'educazione che emerge proprio dalle dinamiche urbane, sociali, culturali, e trova nello spazio extra-quotidiano dell'educativo una possibilità concreta di innovazione e di nuova traiettoria. La qualità (pedagogica) dei servizi educativi in un qua-dro istituzionale di Welfare, è dunque quella possibilità della policy di tradursi in agency e di generare innovazione sociale ovvero variazioni sul piano della povertà educativa e dei feno-meni con cui si manifesta. La qualità (pedagogica) ha necessità di prendere corpo e di farsi spazio rigenerandosi in nuove pratiche che lavorino proprio sul nesso tra corpi e spazi, e sulla loro reciproca capacità di interazione. Lo scritto è dunque attraversato da un evidente sguardo epigenetico che tiene insieme rifles-sione epistemologica e sua istanza metodologica e qualifica le pratiche educative come ‘pale-stre' di cittadinanza e di coesione sociale in chiave trasformativa e rigenerativa, sia sul piano individuale che su quello politico e delle politiche, così da far emergere la metodologia ‘em-bodied' (Bongard-Pfeifer, 2007) come approccio bio-politico al governo ‘sensibile' del ‘vivente': perché l'educazione e la politica possono insieme ridisegnare un nuovo ecosistema per il process generativo della creatura vivente/living creature (Dewey, 1934).
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del Gobbo, Giovanna. "I professionisti dell'educazione alla sostenibilità ambientale." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 112 (March 2021): 83–102. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-112007.

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Abstract:
La riconversione e riorganizzazione dei processi economici (greening) e una dif-fusa responsabilità, anche individuale, rispetto all'ambiente e al territorio nella direzione di una "green society" oltre che della "green economy" sembrano poter aprire un potenziale mercato del lavoro dei professionisti dell'educazione alla sostenibilità ambientale. Le unità professionali operanti in attività di educazione, formazione e sensibilizzazione ambientale ad oggi sono varie. Le attività sono svolte, per lo più, da figure operanti in ambiti e settori diversi (public utilities, turismo, servizi culturali, escursionismo, tutela del patrimonio ambientale, agricoltura, educazione e istruzione, ecc.) vanno a definire una famiglia dai contorni indistinti, senza una univoca definizione di ruoli, aree di attività, competenze e percorsi for-mativi. Il presente contributo intende offrire uno sguardo introduttivo su un pro-blema che richiede necessariamente un approccio sistemico e sollecita la riflessione pedagogica sull'ambiente ad una interlocuzione più forte e mirata con il mercato del lavoro a garanzia di processi di professionalizzazione la cui utilità sociale ed economica sembra indiscutibile.
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Anadon, Simone Barreto, and Maria Manuela Alves Garcia. "“Educar para crescer” ou auditar para crescer? Governando para o desenvolvimento." Ensaio: Avaliação e Políticas Públicas em Educação 23, no. 87 (June 2015): 341–65. http://dx.doi.org/10.1590/s0104-40362015000100014.

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Abstract:
Resumo Analisa o funcionamento de uma seção do site “Educar para crescer”, que divulga os resultados do IDEB (Índice de Desenvolvimento da Educação Básica), a partir dos Estudos Culturais e da noção de discurso foucaultiana. Argumenta que o artefato põe em movimento discursos que atuam enquanto regimes de verdade e tecnologias que capturam a subjetividade dos internautas, de modo a responsabilizá-los e autorresponsabilizá-los pela auditoria dos desempenhos escolares. Mesclando aspectos da tradição pedagógica com discursos de caráter gerencial e desenvolvimentista, e recursos imagéticos da telenovela brasileira, o artefato compõe uma pedagogia empresarial que convoca todos e cada um para serem os fiscais da qualidade da educação básica, instituindo esta como a mola propulsora do desenvolvimento do país e de sua inserção no mercado global.
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Rossa, Carina. "TERZA MISSIONE E SERVICE LEARNING NEL MODELLO DELLE CATTEDRE SCHOLAS." Revista ComSertões 8, no. 1 (August 3, 2020): 101. http://dx.doi.org/10.36943/comsertoes.v8i1.8667.

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Abstract:
Tutti riconoscono le funzioni della didattica e della ricerca come missioni identitarie dell’università. Nel tempo si è introdotta una terza missione che riguarda il rapporto con il territorio. Il nuovo millennio porta un nuovo paradigma sulla terza missione in America Latina, si tratta dell’approccio di Responsabilità Sociale Universitaria (RSU). Questo orientamento si definisce innanzitutto per la gestione degli impatti dell’organizzazione nel proprio intorno umano, sociale, economico, naturale, in funzione dello sviluppo sostenibile. Alcune proposte pedagogiche, come il Service Learning, si propongono come approcci adeguati a questo modello di università nel momento in cui gli attori esterni lavorano insieme agli agenti interni all’università per attivare progetti di sviluppo, produrre nuove conoscenze socialmente utili e formare futuri professionisti attorno a valori che aiutano a migliorare la qualità di vita della popolazione, promuovendo la inter e trans-disciplinarietà. La sfida delle Cattedre Scholas è quella di supportare una rete mondiale di università impegnate socialmente, una rete come reale strumento di trasformazione dell’umanità.
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Chinazzi, Anna. "Homeschooling e cultura prefigurativa in Italia." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 367–82. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9489.

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Abstract:
Nonostante la consistente ricerca condotta dagli studiosi all'estero, poco è stato detto della pratica di homeschooling in Italia, dove sta diventando una scelta contemplata da diverse famiglie. Attraverso un approccio di tipo etnografico, l'autrice ha investigato le principali motivazioni e le etnoteorie parentali che influenzano questa scelta. L'istruzione parentale è un movimento eterogeneo, ma punti di contatto fondamentali sono ravvisabili in una specifica visione della responsabilità genitoriale e in un atteggiamento critico e riflessivo. I genitori vogliono promuovere l'autostima, la creatività e la curiosità dei propri figli in qualità di strumenti utili per affrontare un futuro opaco. Inoltre, lo studio delle famiglie che in Italia hanno optato per l'homeschooling permette all'autrice di trattare cambiamenti più ampi in atto nella cultura genitoriale e nei modelli di trasmissione culturale nell'Italia contemporanea come l'affermazione della cultura prefigurativa. Molti sono gli interrogativi ancora inesplorati che richiedono un approccio empirico. È soprattutto lo sguardo pedagogico a essere sollecitato per fare luce sulle peculiari caratteristiche del fenomeno
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Neves, Maralice De Souza. "A escuta de uma professora de língua inglesa em educação continuada: por que não sustentar a posição de louca?" Letras & Letras 32, no. 3 (November 3, 2016): 68. http://dx.doi.org/10.14393/ll65-v32n3a2016-5.

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Abstract:
Este estudo apresenta a escuta de uma professora de língua inglesa em Educação Continuada (EC) feita numa reunião denominada Pedagogical Round (PR). Estas são rodadas de conversa inspiradas na Conversação em psicanálise aplicada à educação. O objetivo dessas reuniões é dar lugar à discussão das questões pedagógicas, mas também interrogar a queixa do professor em relação a sua lida com o aluno, normalmente pouco escutada em cursos de EC. Ali se pode focalizar acontecimentos estranhos possibilitando que as discussões suscitadas ultrapassem a interpretação para seguir o caminho indicado na segunda clínica da psicanálise lacaniana (a partir de 1960). Essa abordagem privilegia o que há de insondável no Real para além do Simbólico e do Imaginário, possibilitando que o professor participante caminhe para mais à frente da escuta e da explicação do passado, implicando-se, assim, em um “não-saber” do futuro. Essa posição responsabiliza o professor pelas consequências de suas ações em sala de aula a despeito das opiniões do(s) outro(s). Apresento, assim, recortes gravados e transcritos, durante um PR, no qual a professora Mirela relata ser afetada pela fúria de um aluno. Interpretamos que ela recuou diante de seu modo de satisfação em dançar na aula, inibindo, com isso, um estilo próprio de ensinar a língua. A apresentação de situações como esta é relevante para demonstrar que, para além da qualificação pedagógica dos professores em cursos de EC, é necessário escutar como cada um lida com o que lhe afeta de forma singular.Palavras-chave: educação continuada, singularidade, gozo, real, pedagogical rounds
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Viafora, Corrado. "Formazione bioetica: presupposti teorici ed esperienze pratiche." Medicina e Morale 51, no. 3 (June 30, 2002): 453–76. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.694.

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Abstract:
Il saggio tratta della formazione bioetica, campo di attività in continua espansione. Acquisita ormai la convinzione che una gestione del progresso biomedico all’altezza dei valori in gioco non possa essere contenuta entro la sola normatività medico-sanitaria, si tende a sensibilizzare alla bioetica una cerchia sempre più vasta. Sullo sfondo di questo fenomeno si indicano i presupposti di carattere epistemologico alla base della formazione bioetica. La presentazione di una serie di diversificate esperienze pratiche nel campo della formazione bioetica, sia in ambito medico che in ambito filosofico, sia per quanto riguarda la formazione di base che la formazione permanente permette di focalizzare i parametri della progettualità educativa: differenziare le finalità, specificare gli obiettivi, articolare contenuti e metodi, aggiustare tempi e modalità di verifica. Le esperienze riportate fanno insieme emergere le questioni da affrontare per portare la bioetica verso la sua maturità pedagogica. Il saggio si conclude con un riferimento ad alcune dinamiche che, per quanto rispondenti anche ai bisogni di formazione bioetica, appartengono prima ancora a ogni maturazione etica: a. la dinamica di reciprocità tra dimensione personale e dimensione culturale; b. la dinamica di circolarità tra problemi-casi particolari e principi generali; c. la dinamica della tolleranza e del dialogo; d. la dinamica della responsabilità, con particolare riferimento alle “sfide” (Z. Bauman) poste dalle attuali strategie della sua “neutralizzazione”.
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Borrows, John. "OUTSIDER EDUCATION: INDIGENOUS LAW AND LAND-BASED LEARNING." Windsor Yearbook of Access to Justice 33, no. 1 (January 29, 2017): 1. http://dx.doi.org/10.22329/wyaj.v33i1.4807.

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Abstract:
This article examines pedagogical developments in Canadian law schools related to outdoor education. In the process, it shows how recommendations from the Indian Residential Schools Truth and Reconciliation Commission can be applied, which called for law schools to create Indigenous-focused courses related to skills-based training in intercultural competency, conflict resolution, human rights and anti-racism. Land-based education on reserves can give law students meaningful context for exploring these Calls to Action. At the same time this article illustrates that taking students outside law school walls is not solely an Indigenous development. Thus, it first provides a few examples about how outdoors legal education is occurring in non-Indigenous settings. Next, the article examines unique Indigenous legal methodologies for learning law on and from the land. Finally, the author discusses his own experience in teaching Anishinaabe law on his reserve to demonstrate how students can develop deeper understandings of their professional responsibilities. Dans cet article, l’auteur aborde les développements pédagogiques liés à l’enseignement de plein air dans les écoles de droit du Canada. Ainsi, il montre comment il est possible de donner suite aux recommandations de la Commission de vérité et de réconciliation relative aux pensionnats indiens, notamment en ce qui concerne la création par les écoles de droit de cours axés sur les compétences au regard de l’aptitude interculturelle, du règlement des différends, des droits de la personne et de la lutte contre le racisme. L’éducation axée sur le territoire qui est offerte sur les réserves peut donner aux étudiants en droit un contexte significatif qui les aidera à explorer ces appels à l’action. Au même moment, cet article montre que l’apprentissage du droit à l’extérieur des murs de l’école de droit n’est pas observé uniquement chez les Autochtones. Ainsi, l’auteur donne d’abord quelques exemples de la façon dont l’enseignement du droit à l’extérieur se fait dans des environnements non autochtones. Il décrit ensuite des méthodologies autochtones uniques utilisées pour l’apprentissage du droit axé et fondé sur le territoire. Enfin, l’auteur décrit l’expérience qu’il a lui-même vécue lorsqu’il a enseigné la loi anishinaabe sur sa réserve afin de démontrer comment les étudiants peuvent parvenir à mieux comprendre leurs responsabilités professionnelles.
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FARIA, Mónica. "A Ouvir é que a Gente se Entende." INTERRITÓRIOS 5, no. 9 (December 9, 2019): 351. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v5i9.243603.

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Abstract:
RESUMO“A ouvir é que a gente se entende” é um ensaio que escrevi no início da minha pesquisa de doutoramento em 2012, estimulada pelo VIII encontro do Fórum Internacional Paulo Freire. Tudo começou em 2003 numa viagem que aproximou o Porto, Portugal e Salgueiro (Pernambuco), Brasil. Hoje, olhando para trás, percebo de que foi um momento de viragem, uma tomada de consciência sobre o que havíamos partilhado até então e sobre todas as oferendas que recebi da comunidade quilombola de Conceição das Crioulas durante a viagem a Salgueiro. Na bagagem transportava comigo não só os ensinamentos de Paulo Freire e a pedagogia crioula, que conheci na comunidade; mas também, um medo miudinho da responsabilidade que procurava assumir: queria ir viver na comunidade para estar lá, sentir o ritmo do dia a dia, ser pessoa capaz de assimilar o mundo que me rodeia procurando reinventar-me todos os dias nesta partícula que é global. Paulo Freire. Pedagogia crioula. Ouvir. Listening is how we understand each other ABSTRACT “By listening we understand” is an essay that I wrote at the beginning of my PhD research in 2012, catalysed by the VIII meeting of the Paulo Freire International Forum. It all started in 2003 on a trip that connected Porto in Portugal to Salgueiro in (Pernambuco), Brazil. Looking back today, I realize that this essay was a turning point, an awareness of what we had shared so far and all the offerings I received from the quilombola community of Conceição das Crioulas during the trip to Salgueiro. In my luggage I carried with me, not only Paulo Freire's teachings and creole pedagogy, which I learnt within the community but also a fear of the responsibility I sought to assume. I wanted to live in the community of Salgueiro to be there present, to feel the rhythm of its everyday life, and to be able to assimilate the world around me by attempting to reinvent myself daily in this tiny particle that is global.Paulo Freire. Crioula Pedagogy. Listening. Ad’ascoltare le persone si capiscono RIASSUNTO "Ad’ascoltare le persone si capiscono" é stato un picolo articolo che ho scrito mentre facevo le indagini l doutoramento nel 2012, dopo che o conosciutto , Paulo Freire in un evento scientífico. Nel 2003 fece un commento che avvicinava a Porto, Portogallo e Salgueiro (cittá di Pernambuco), Brasile. Hoje, guardando indietro, baluardo di quello che fu un momento di coscienza che avevamo collaborato a tutte le regali ricevuti dalla comunità Quilombola di Conceição de le Crioulas in un viaggio a Salgueiro. Nel bagaglio portava con mé gli ensegnamenti de Paulo Freire e la pedagogia crioula, che conubi ne la comunità. O sentito la responsabilità da assumere: volevo vivere, sentire i ritmo de le giornate, volevo esse una persona capace di sentire il mondo in torno a me, cercando de reinventarmi tutti i giorni. Paolo Freire. Pedagogia Crioula. Il Ascoltare. Escuchar: es como nos entendemos RESUMEN"Al escuchar entendemos" es un ensayo que escribí al comienzo de mi investigación de doctorado en 2012, catalizado por la VIII reunión del Foro Internacional Paulo Freire. Todo comenzó en 2003 en un viaje que conectaba Oporto en Portugal con Salgueiro en (Pernambuco), Brasil. Mirando hacia atrás hoy, me doy cuenta de que este ensayo fue un punto de inflexión, una conciencia de lo que habíamos compartido hasta ahora y todas las ofertas que recibí de la comunidad quilombola de Conceição das Crioulas durante el viaje a Salgueiro. En mi equipaje llevé conmigo, no solo las enseñanzas y la pedagogía criolla de Paulo Freire, que aprendí dentro de la comunidad, sino también el temor a la responsabilidad que quería asumir. Quería vivir en la comunidad de Salgueiro para estar presente, sentir el ritmo de su vida cotidiana y asimilar el mundo que me rodea intentando reinventarme diariamente en esta pequeña partícula que es global. Paulo Freire. Pedagogía Crioula. Escuchando.
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Cembrani, Fabio. "Il “Giano bifronte” della responsabilità." Medicina e Morale 61, no. 3 (June 30, 2012). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2012.134.

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Abstract:
L’Autore esamina, in questo studio, la questione della responsabilità professionale del medico. Di questo concetto sono analizzati i diversi significati ripercorrendone la sua parabola filosofica. Attraverso ciò l’Autore riflette sul significato più autentico della responsabilità evidenziandone la non simmetricità con la colpa giuridica; segnala, a questo riguardo, che confondere la responsabilità con la colpa è fonte di comportamenti professionali non sempre coerenti con i valori etici che alimentano la relazione di cura. L’Autore esamina, poi, il significato dato alla parola responsabilità dal Codice di deontologia medica italiano evidenziandone le molte sfumature poco utili, purtroppo, a connotarla nel suo significato più autentico; auspica, perciò, che la nuova versione del codice deontologico del medico sappia dare alla responsabilità quella dimensione pedagogica che le è propria. ---------- In this study, the Author examines the issue of the physician’s professional responsibility. The different meanings of this concept are analyzed, thinking over the philosophical parable of it. By this the author reflects on the true meaning of responsibility, highlighting the non-symmetry with the legal guilt; he points on this regard that confusing responsibility with guilt is a source of professional behavior not always consistent with the ethical values on which the care relationship is grounded. Then, the author examines the meaning given to the word responsibility from the Italian Code of Medical Ethics highlighting the many hits, that are unfortunately useless to connote it within its true meaning; therefore, he hopes that the new version of the deontological code will be able to provide the pedagogical dimension that is proper.
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Fratini, Tommaso. "Sulla personalità neoliberista. Considerazioni pedagogiche." MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni 10, no. 2 (December 2020). http://dx.doi.org/10.30557/mt00149.

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Abstract:
L’articolo svolge alcune considerazioni pedagogiche sull’esistenza di una personalità neoliberista nella popolazione in Occidente. Dopo un breve riferimento alle responsabilità del neoliberismo alle radici dell’attuale condizioni di crisi sociale, viene fornita una descrizione di questo profilo di carattere, che incorpora molti tratti del narcisismo patologico quali si declinano nella nostra epoca. Viene altresì sostenuto come proprio la diffusione di questo tipo di personalità sia uno dei modi di esercitare il potere da parte delle politiche neoliberiste, mettendo in scacco il pensiero di sinistra. L’articolo si chiude ribadendo la preoccupazione per l’aumento endemico di questa forma di carattere e con un riferimento alla lotta alle disuguaglianze sociali quale vera alternativa possibile alla sua ulteriore diffusione. Da qui il ruolo di una pedagogia critica e di una pedagogia dell’inclusione nell’esercitare una opposizione credibile alla predominanza nella popolazione del narcisismo patologico, in specie nella sua versione neoliberista.
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Pescarmona, Isabella, and Giulia Gozzelino. "From a different perspective. The Pedagogies of Others for an Intercultural and Sustainable Relationship among Humanity, Nature and Society." MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni 10, no. 2 (December 2020). http://dx.doi.org/10.30557/mt00145.

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Abstract:
Nel quadro dello sviluppo sostenibile promosso dall’Agenda 2030, il contributo entra in dialogo con le proposte culturali, sociali ed economiche del Buen vivir (Ecuador e Bolivia) e dell'Ubuntu (Sud Africa) come occasione di riflessione pedagogica e interculturale. Ascoltare diverse interpretazioni di sviluppo umano, realizzate in comunità (attraverso prassi di responsabilità, educazione e partecipazione) e in equilibrio con l’ambiente (nel rispetto dei diritti della natura), non è solo un modo per conoscere la storia degli altri, ma diventa un atto di giustizia sociale se si riconosce il diritto di voce a altre visioni e si mette in discussione la nostra prospettiva, basata su un assunto individualista e eurocentrico. Nuovi sguardi ci insegnano la necessità di nutrire la diversità culturale, sociale e biologica come responsabilità pedagogica e economica per educare alla ricerca di risposte alternative e aprire le porte dell'oikos al mondo.
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Tramma, Sergio, and Lisa Brambilla. "Educare in "tempi bui". Discorsi d'odio e responsabilità pedagogiche." MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni 9, no. 2 (December 2019). http://dx.doi.org/10.30557/mt00099.

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Ellerani, Piergiuseppe. "Ecosistemi formativi capacitanti." MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni 10, no. 2 (December 2020). http://dx.doi.org/10.30557/mt00138.

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Abstract:
La formazione del capitale umano è ancora linguaggio e forma funzionale al modello di economia della convergenza tecnologica che ha riscritto il lavoro. Alle grammatiche di I4.0, si può contrapporre una Society 5.0, co-creatrice di milieu territoriali ecosistemici, basati su economie del quotidiano, civili e di solidarietà e su modelli cooperativi. La pedagogia può assumersi la responsabilità di ri-mappare teorie e prassi in dimensione agentivante e di sviluppo umano per la sostenibilità.
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Costa, Massimiliano. "Razionalità e scelta nella trasformazione dell'agire economico e formativo." MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni 10, no. 2 (December 2020). http://dx.doi.org/10.30557/mt00134.

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Abstract:
L’articolo analizza il rapporto tra economia e pedagogia, esplicitando la connessione tra i modelli di razionalità economica e quelli dell'agire formativo. Si argomentano le implicazioni dei modelli di razionalità economica sulle politiche educative e i diversi modelli di sviluppo. Verranno approfonditi i modelli di razionalità complessa delle economie robotizzate e il parallelo sviluppo di modelli eutagogici per l'apprendimento degli adulti basati su intenzionalità, autonomia e nuove responsabilità comunitarie globali. Si evidenzia, infine, il superamento della razionalità economica per il solo profitto a favore di uno modello di sviluppo umano in cui agire economico e formativo sintetizzano un nuovo patto per il learnfare delle capacitazioni.
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Vischi, Alessandra. "Pedagogia dell’impresa ed economia civile, un dialogo epistemico per educare al lavoro." MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni 10, no. 2 (December 2020). http://dx.doi.org/10.30557/mt00140.

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Abstract:
Lo scenario attuale, tra degrado dell’ambiente e dilagante ingiustizia sociale, tra innovazione tecnologica e fragilità lavorative, rappresenta una sfida per la pedagogia per ripensare e riprogettare un modello di sviluppo volto al pieno compimento umano e alla cura del creato. L’articolo, alla luce di una visione antropologica pedagogicamente connotata, accredita l’ipotesi che sia necessaria un’economia nella quale la produzione di beni e servizi sia funzionale alla fioritura umana e al bene comune. La pedagogia dell’impresa può contribuire, in dialogo con l’economia civile, a promuovere organizzazioni sostenibili e responsabili per un nuovo umanesimo, per risolvere i fallimenti professionali e far emergere la vocazione, tra processi formativi e politiche dell’educazione e del lavoro. Sollecita ad un patto educativo globale nel segno dell’ecologia integrale tra imprese, istituzioni e società civile per educarci nel lavoro (Vischi, 2020), tra relazioni e dono di sé.
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Perla, Loredana, and Viviana Vinci. "Modellistiche co-epistemologiche per la formazione del docente universitario: il progetto Prodid Uniba." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, January 2021, 11–30. http://dx.doi.org/10.3280/exioa0-2021oa11125.

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Abstract:
Lo sviluppo professionale della docenza universitaria rappresenta una leva strategica per migliorare i risultati di apprendimento degli studenti e contribuire al progresso sociale. Le istituzioni universitarie hanno la responsabilità di sostenere - attraverso azioni di Faculty Development - processi di innovazione didattica e di qualificazione della docenza. Una delle competenze chiave da implementare nei percorsi di formazione universitari è quella relativa alla progettazione dell'insegnamento.È la stesura attenta del Syllabus che permette un lavoro di allineamento e di coerenza interna fra obiettivi formativi, risultati di apprendimento e strategie di valutazione. Si presentano i risultati di un'analisi comparativa fra Syllabi di insegnamento di area pedagogica e disciplinare (N: 94), specificatamente di quattro corsi di laurea dell'Università di Bari: due di area pedagogica (L19, LM85); due di aree disciplinari (LMG/01, L30). L'analisi comparativa dei Syllabi è stata condotta per comprendere il grado di chiarezza, coerenza e di eterogeneità nella strutturazione documentale di Ateneo e individuare elementi di criticitàe aree di possibile miglioramento. L'analisi ha reso evidenti alcune risultanze capaci di orientare future prospettive di sviluppo sia a livello di indagine, che nell'ambito della formazione della docenza universitaria: fra tutte, quella di strutturare, all'interno dei Teaching and Learning Center, team interdisciplinari composti da docenti di prospettive epistemologiche differenti che possano cooperare alla redazione del Syllabus e nelle pratiche di peer learning.
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Chiappetta Cajola, Lucia, and Marianna Traversetti. "Il metodo di studio a scuola per allievi con DSA nella prospettiva dell'ICF-CY. Dati di ricerca." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (July 2018). http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2018oa6120.

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Abstract:
Nel presente contributo si illustrano i risultati di una ricerca esplorativa delle scelte inclusive della scuola, ai fini dell'acquisizione del metodo di studio nelle classi frequentate anche da allievi con disturbi specifici di apprendimento-DSA. Il metodo di studio è di importanza fondamentale per tutti gli allievi in relazione alla necessità di sviluppare sia le potenzialità individuali sia la capacità di"imparare ad imparare".  I riferimenti teorici che lo pongono quale prima misura compensativa sollecitano la riflessione sulla responsabilità della scuola e degli insegnanti, in termini di promozione di fattori ambientali facilitanti, quali atteggiamenti, strategie e strumenti, in grado di sviluppare positivamente il "funzionamento umano" (WHO, 2001, 2007). Quest'ultimo, che risulta dall'interazione tra le caratteristiche individuali e i fattori facilitanti-ostacolanti dell'ambiente in cui la persona vive, trova rispondenze culturali e pedagogiche con il metodo di studio, in quanto quegli stessi fattori ne determinano la costruzione, che è di natura ambientale, sociale, relazionale e strumentale.
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Alves, Alexandre, Viviane Klaus, and Carine Bueira Loureiro. "Do sonho à realização: pedagogia empreendedora, empresariamento da educação e racionalidade neoliberal." Educação e Pesquisa 47 (2021). http://dx.doi.org/10.1590/s1678-4634202147226115.

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Abstract:
Resumo Nas últimas décadas, as reformas educacionais têm se baseado cada vez mais na lógica do mercado e na norma neoliberal de um sujeito autorregulado, flexível e empreendedor. No Brasil, a partir de diversas parcerias público-privadas, difundiu-se a chamada “pedagogia empreendedora”, que procura utilizar o dispositivo escolar para disseminar a cultura do empreendedorismo entre crianças e jovens. Informada pela racionalidade econômica neoliberal, essa forma pedagógica sustenta que a adoção de uma atitude empreendedora em todas as esferas da vida é a chave para realizar objetivos como autorrealização, bem-estar material e satisfação pessoal. De acordo com essa lógica, para se adaptar a uma economia em contínua mudança e cada vez mais competitiva, é necessário que o indivíduo aprenda a ser autor e protagonista de sua própria vida, responsabilizando-se pelo aprendizado permanente das competências e habilidades demandadas pelo mercado. Para realizar este ensaio, consideramos estudos sobre a pedagogia empreendedora no Brasil, além de programas específicos e parcerias público-privadas, tendo como sustentação a teoria social contemporânea. Os resultados encontrados não têm como intenção representar a totalidade de ações na área da educação empreendedora no Brasil, mas apontar a disseminação do empreendedorismo como um modelo normativo que incita o sujeito a se conceber como uma empresa e a aceitar riscos, segundo uma racionalidade atuarial, que responsabiliza o estudante por sua própria formação, seu sucesso ou fracasso. Assim, a pedagogia empreendedora não só vende uma ilusão, mas reduz o espaço para formas alternativas de conceber a educação como direito do cidadão e bem comum.
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Stooke, Rosamund K., and Kathryn Hibbert. "Writing Goes Back to School: Exploring the “Institutional Practice of Mystery” in a Graduate Education Program." Canadian Journal for the Scholarship of Teaching and Learning 8, no. 3 (December 4, 2017). http://dx.doi.org/10.5206/cjsotl-rcacea.2017.3.14.

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Abstract:
Drawing on a qualitative case study of writing practices and pedagogies in one Canadian graduate Education program, this article discusses roles and responsibilities of course instructors for teaching and supporting academic writing at the master’s level. Data were collected through individual, semi-structured, in-depth interviews with 14 graduate students and eight professors and they were analyzed thematically. The discussion is framed by the academic literacies pedagogical framework (ACLITS). The data suggest that academic writing expectations can be sources of extreme stress for graduate students. The students and instructors lacked a common language to discuss student texts. In the absence of explicit academic writing pedagogies, students and instructors sometimes turned to simplistic advice received at school. The paper also discusses pedagogical challenges associated with the teaching of disciplinary writing genres in multi-perspectival fields such as Curriculum Studies. Dans cet article, basé sur une étude de cas qualitative de pratiques et de pédagogies de rédaction menée dans un programme universitaire d’éducation de cycle supérieur dans une université canadienne, il est question des rôles et des responsabilités des instructeurs concernant l’enseignement et les travaux de rédaction universitaire de soutien au niveau de la maîtrise. Les données ont été recueillies à partir d’entrevues individuelles approfondies, semi structurées, auprès de 14 étudiants de cycle supérieur et de huit professeurs. Les entrevues ont ensuite été analysées de manière thématique. La discussion se place dans le cadre pédagogique des littéracies universitaires (ACLITS - Academic Literacies Pedagogical Framework). Les données suggèrent que les attentes en matière de travaux de rédaction universitaire peuvent être des sources de stress extrême pour les étudiants de cycle supérieur. Les étudiants et les instructeurs n’ont pas de langue commune pour discuter les textes produits par les étudiants. En l’absence de pédagogies explicites en matière de travaux de rédaction universitaire, les étudiants et les instructeurs se tournent parfois vers des avis simplistes obtenus à l’école. Cet article présente également les défis pédagogiques associés à l’enseignement des genres disciplinaires de travaux de rédaction dans des domaines qui présentent des perspectives multiples tels que les études du curriculum.
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Die, George. "Integrating Local Cultural Knowledge as Formal and Informal Education for Young African Learners: A Ghanaian Case Study." Comparative and International Education 40, no. 1 (June 1, 2011). http://dx.doi.org/10.5206/cie-eci.v40i1.9169.

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Abstract:
This paper is about schooling, education and socialization in Africa with a focus on the pedagogic and instructional relevance of local cultural resource knowledge such as the teachings of Indigenous proverbs. Using Ghanaian case material, the paper examines how Indigenous cultural knowledges inform the education and socialization of youth and suggest ways for rethinking schooling and education in African contexts. Among the teachings of Indigenous proverbs highlighted are knowings about self and community, development of self-worth and character, importance of social discipline and collective social responsibility. The discussion also addresses the challenges of integrating local cultural knowledges as part of the formal education of young learners. Cet article cherche à comprendre les processus de scolarité, d‘éducation et de socialisation en Afrique en se concentrant spécialement sur la pédagogie des connaissances culturelles locales telles que l‘enseignement des proverbes autochtones. Cet article examine comment les connaissances culturelles locales informent l‘éducation et les processus de socialisation des jeunes et suggère de ce fait une remise en question de la scolarité et de l‘éducation dans les contextes africains. Parmi les proverbes autochtones enseignés, certains font référence au développement personnel du soi et à la notion de communauté, à l‘amour propre et à la dignité, à l‘importance de la discipline sociale et à la responsabilité collective sociale. En conclusion, cet article discute également des défis auxquels il faut faire face quand il est question d‘intégrer les connaissances culturelles locales dans la formation officielle des jeunes apprenants.
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Le Boucher, Caroline, Geneviève Lameul, and Hugues Pentecouteau. "L’expérimentation du eportfolio à l’université : questionnements autour de la réflexivité." Canadian Journal for the Scholarship of Teaching and Learning 9, no. 3 (December 31, 2018). http://dx.doi.org/10.5206/cjsotl-rcacea.2018.3.7.

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Abstract:
Le développement des compétences professionnelles oriente les politiques d’établissements universitaires français, plus particulièrement depuis la loi relative aux libertés et aux responsabilités des universités de 2007. Ce terrain est d’autant plus favorable à la mise en place d’eportfolios avec la volonté d’intégrer des technologies numériques. Ces injonctions institutionnelles s’accompagnent rarement d’un discours pédagogique (Houot, Issenmann et Nowakowski, 2013). L’eportfolio montre alors, dans ses fonctions et ses usages, de multiples facettes (Salinas, Marín et Escandell, 2013 ; Siampou & Komis, 2011). Mettant l’accent sur les processus, il sous-entend le développement d’une démarche réflexive (Loisy et Lison, 2013), mais à certaines conditions (Bibeau, 2007 ; Naccache, Samson et Jouquan, 2006). Cet article permet de documenter cette place accordée à la fonction réflexive de l’eportfolio par les parties prenantes à sa mise en place. L’étude a été menée en 2016-2017 auprès de sept établissements de l’enseignement supérieur. Trente-huit enseignants-chercheurs, ingénieurs de formation, formateurs, porteurs de projets et étudiants ont fait part de leur expérience lors d’entretiens semi-directifs. Tout d’abord, des eportfolios mis en place visent le développement de la réflexivité des étudiants sur leurs apprentissages et leurs pratiques. Les modalités d’autorisation d’accès influencent la possibilité d’exercer une réflexivité, surtout lorsqu’il faut peser entre la promotion et la protection de soi. Enfin, la facilité d’usage de l’eporfolio est essentielle. Sans elle, le risque est de freiner la réflexivité ou d’entrer en contradiction avec la démarche : en d’autres termes, mettre en place un eportfolio ne garantit pas une pratique réflexive (Garnier & Marchand, 2012). The development of professional skills has been guiding French university policies, especially since the 2007 Loi relative aux libertés et aux responsabilités des universités (LRU, Law on the Liberties and Responsibilities of Universities). The will to integrate digital technologies makes this area all the more favourable to setting up eportfolios. Institutional injunctions are rarely accompanied by a pedagogical discourse (Houot, Issenmann & Nowakowski, 2013). So, the eportfolio, in the way it works and can be used, is multifaceted (Salinas, Marín & Escandell, 2013; Siampou & Komis, 2011). Emphasizing processes, it implies the development of a reflexive initiative (Loisy & Lison, 2013), but under certain conditions (Bibeau, 2007; Naccache, Samson & Jouquan, 2006). This article documents the place given to the reflexive function of the eportfolio for its implementation by stakeholders. The study was conducted between 2016 and 2017 in seven institutions of higher education. In semi-structured interviews, thirty-eight teacher-researchers, trained engineers, trainers, project holders and students shared their experiences. Firstly, the eportfolios that were set up aim for the development of students’ reflexivity in their learning and practices. The terms and conditions for access influence the possibility of exercising reflexivity, particularly when deciding between self-promotion and self-protection. Finally, the eportfolio’s ease of use is essential. Without it, there is a risk of hampering reflexivity or contradicting the initiative: in other words, establishing an eportfolio does not guarantee a reflexive practice (Garnier & Marchand, 2012).
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Brett, Clare, Bruce Forrester, and Nobuko Fujita. "Online Learning Journals as an Instructional and Self-Assessment Tool for Epistemological Growth." Canadian Journal of Learning and Technology / La revue canadienne de l’apprentissage et de la technologie 35, no. 1 (September 3, 2009). http://dx.doi.org/10.21432/t27306.

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Abstract:
This study looked at the instructional and assessment effects of using learning journals in three distance asynchronous computer conferencing courses (n=18, n=16, n=17). The instructor used a design-research methodology: each iteration of the course involved modifications to how learning journals were used based on analyses of the responses and results from the preceding course. Modifications included: a) use of orienting questions; b) question content, c) journal assessment and d) amount of scaffolding. Protocols were analyzed with a view to characterizing students’ epistemic cognition from two perspectives: belief mode (rationalist epistemology, self analysis, norms of inquiry to defend competing beliefs) and design mode (knowledge building epistemology, collective responsibility, norms of inquiry to support idea improvement and explanatory coherence). Changes in metacognitive reflection and learning journal activity were related to measures of learning. As a pedagogical tool, learning journals with directed questions (scaffolding) encouraged self-awareness of learning and epistemological reflection. Résumé : La présente étude a examiné les effets de l’utilisation de journaux d’apprentissage sur l’enseignement et l’évaluation dans trois cours à distance asynchrones en téléconférence assistée par ordinateur (n = 18, n = 16, n = 17). L’instructeur a utilisé une méthodologie de recherche-conception : à chaque prestation du cours, des modifications étaient apportées à la manière dont les journaux d’apprentissage étaient utilisés en se basant sur l’analyse des réponses et les résultats obtenus lors de la prestation précédente. Les modifications concernaient : a) l’utilisation de questions d’orientation; b) le contenu des questions; c) l’évaluation du journal; d) la quantité d’échafaudage. Les protocoles ont été analysés de manière à caractériser la cognition épistémique des étudiants à partir de deux points de vue : le mode « croyance » (épistémologie rationaliste, autoanalyse, normes d’enquête pour défendre les croyances concurrentes) et le mode « conception » (épistémologie de coélaboration des connaissances, responsabilité collective, normes d’enquête pour appuyer l’amélioration des idées et la cohérence explicative). Les changements dans la réflexion métacognitive et l’activité des journaux d’apprentissage étaient liés à des mesures de l’apprentissage. En tant qu’outil pédagogique, les journaux d’apprentissage avec questions dirigées (échafaudage) encouragent la prise de conscience de l’apprentissage et la réflexion épistémologique.
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Torío López, Susana, José Vicente Peña Calvo, and María del Carmen Rodríguez Menéndez. "Estilos educativos parentales: revisión bibliográfica y reformulación teórica." Teoría de la Educación. Revista Interuniversitaria 20 (January 23, 2009). http://dx.doi.org/10.14201/988.

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Abstract:
RESUMEN: Los padres, en relación con los hijos, son los modelos de referencia más importantes de su vida y la falta de apoyo y de responsabilidad parental son actos que ocasionan graves consecuencias para un desarrollo equilibrado. Desde los estudios emprendidos por Baumrind, investigadora que durante más de treinta años ha estudiado las tipologías de estilos disciplinares y el comportamiento infantil, la literatura psico-pedagógica producida en esta materia ha sido abundante, por ser uno de los elementos claves de la socialización familiar. El objetivo de estas páginas es revisar las investigaciones que relacionan los estilos educativos paternos y el desarrollo de la infancia y la adolescencia, con el fin de realizar una propuesta integradora que permita el desarrollo de programas de intervención socioeducativa.ABSTRACT: Parents constitute the most important life model for children. Moreover, the absence of their support and the lack of parental responsibility lead to serious consequences for children’s balanced development. Beginning with the research carried out by Baumrind, who devoted over thirty years to studying the typologies of disciplinary styles and child behaviour, the psycho-pedagogical literature about these important topics in family socialization has been profuse. The aim of this paper is to review the investigations which relate parenting styles to childhood and adolescence, in order to offer an integrated proposal which can make the development of socioeducative programs of intervention feasible.SOMMAIRE: Par rapport aux enfants, les parents sont les modèles référentiels les plus importants de leur vie et le manque de soutien et de responsabilité parentale sont des actes ayant de graves conséquences sur un développement équilibré. Depuis les études entreprises par Mme. Baumrind, chercheur qui a étudié les typologies des styles disciplinaires pendant plus de trente ans, la littérature psychopédagogique produite dans cette matière est abondante, étant donné qu’il s’agit d’un élément clé de la socialisation familiale. À partir de l’analyse des recherches qui rattachent les styles éducatifs paternels et le développement de l’enfance et de l’adolescence, le but de ce travail est de réaliser une proposition intégrative permettant le développement de programmes d’intervention. SUMMARY: This article describes the evolution of the concept of sustainability in the official texts of European environmental organizations. Three phases in this evolution can be identified: 1) the model of sustainability based on the physical environment; 2) the model of sustainability based on the conservation and protection of natural resources; 3) the model based on human development. The evolution of the concept of environmental education in regard to the development of sustainability is described in this work, in addition to a new ethic of sustainability. SOMMAIRE: Cet article décrit l’évolution du concept de développement durable dans les textes officiels des Institutions Européennes sur l’Environnement. Trois étapes ou périodes sont identifiables dans cette évolution: 1) Le modèle de développement durable axé sur les aspects physico-naturels de l’environnement; 2) le modèle de développement durable axé sur la conservation et la protection des ressources naturelles; 3) le modèle axé sur le développement humain. On y propose une nouvelle éthique du développement durable. On y décrit aussi l’évolution du concept d’éducation environnementale parallèlement à celui du développement durable.
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Gama, Elizabeth, Liney Lucas, Maria Salviato, Denise Jesus, Janete Carvalho, and Jaime Doxsey. "As Percepções sobre a Causalidade do Fracasso Escolar no Discurso Descontente do Magistério." Revista Brasileira de Estudos Pedagógicos 72, no. 172 (June 18, 2019). http://dx.doi.org/10.24109/2176-6681.rbep.72i172.1282.

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Abstract:
Busca identificar no discurso do magistério suas percepções sobre a causalidade do fracasso escolar na escola pública. Parte do pressuposto de que essas percepções são fundamentadas em representações sociais, modos de compreender e explicar a realidade educacional, que se constituem em guias da ação pedagógica. A pesquisa é qualitativa. Os dados foram coletados em debates com professores oie seis municípios, a quem foram apresentadas estatísticas sobre o desempenho das escolas do município e do Estado. A análise de conteúdo revelou linhas de pensamentos bastante semelhantes em todos os municípios considerados. Cinco categorias de determinantes foram identificadas. Em geral, as percepções docentes deslocam o eixo da causalidade do fracasso escolar para as condições econômicas e sócio-psicológicas da criança e de sua familia, eximindo o professor de responsabilidades. Abstract This study aimed at indentifying in the teachers discourse their perceptions about the causality of academic failure in the public schools. It was based on the assumption that causal perceptions are derived from their social representations, ways to Understand and explain the educational reality, which are guidés of teacher pedagogical behavior. The research was qualitative. The data were collected in debates with teachers from six counties to whom were presented Statístics about the educational performance of the schools in the state and the counties. Content analysis revealed similar thinking in ali six counties. Five categories of determinants were identified. In general, their causal perception place the locus of the causality of school failure in the economic and socio-psychological conditions of the students and their families and exempt teachers from responsibility in the problem. Résumé Cette recherche a envisagé identifier au discours du corps enseignant les perceptions sur là causalité de 1'échec des écoliers à 1'école publique. On a parti de là présupposition de que ces perceptions sont établies à des représentations Sociales, des façons de comprendre et d'expliquer là réalité de Léducation, lesquelles se constituent guidés de 1'action pédagogique, ha recherche a été qualitative. Les données ont été recueillies en débats avec les professeurs de six "municípios" à qui ont été presentes des tableaux statistiques sur là performance des écoles du "município" et de "VEstado". Uanalyse du contenu a révelé des lignes de pensée três semblables dans tous les "municípios" consideres. Parmi les determinants ont été identifiées cinq categories. En general les perceptions du corps enseignant déplacent Vaxe de là causalité de Véchec des écoliers vers les conditions économiques et socio-psychologiques de 1'enfant et de sa famille, en exemptant le professeur de sa responsabilité. Resumen Esta pesquisa ha buscado identificar en el discurso del profesorado Ias percepciones sobre là causalidad del malogro escolar en là escuela pública. Se ha partido del supuesto de que esas percepciones son fundamentadas en representaciones Sociales, maneras de comprender y explicar là realidad educacional, Ias cuales se constituyen en guias de Ia acción pedagógica, La pesquisa fue cualitativo. Los datos fueron reco-lectados en discusiones con profesores de seis "municípios" a quienes fueron presentados mapas estadísticos sobre là actuación de Ias escuelas del "município"y del "Estado". El análisis del contenido ha evidenciado líneas de pensamiento bastante semejantes en todos los municípios considerados. Cinco categorias de determinantes fueron identificadas. En general Ias percepciones docentes transfieren el eje del malogro escolar para Ias condiciones econômicas y sócio-psicológica del nino y de su familia, eximiendo al profesor de su responsabilidad.
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