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Dissertations / Theses on the topic 'Personaggi femminili'

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1

Sannicandro, Lisa. "I personaggi femminili della Pharsalia di Lucano." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3426268.

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Abstract:
The PhD thesis at issue is a global study on female characters in Lucan's Pharsalia: actually the subject has been for long time disregarded by scholars. Female characters were simply nothing but mere and decorative elements for male characters. After a general introduction, in the first section the historical characters i.e. Giulia, Cornelia, Marzia, Cleopatra and Arsinoe are analysed; in the second section more space is given to the three characters that Lucan made up: an ordinary matron instigated by Apollo in a frenzied way, the Pythian Phemonoe and the witch Erictho. They play the role of forseeing Rome's unfortunate destiny: its downfall; in the third section the mythological characters Medusa, Medea and Agave are taken into consideration. In two chapters aside more space is given respectively to the personification of Rome appearing to Caesar at the Rubicon's shores and to the group of ordinary matrons letting themselves go for sorrow when the civil war starts all of a sudden. On the whole, (it has been evinced) it appears clearly that in Pharsalia women are elaborate and sophisticated characters and they play an active role in the whole action. Their importance is also demonstrated by the fortune they achieved and enjoyed afterwards in following literature and figurative arts, as we tried to highlight in the last chapter.
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2

Sannicandro, Lisa. "I personaggi femminili del Bellum civile di Lucano." Rahden/Westf. Leidorf, 2008. http://d-nb.info/99992110X/04.

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3

d'Arcangeli, Luciana. "I personaggi femminili nel teatro di Dario Fo e Franca Rame." Thesis, University of Strathclyde, 2008. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.488828.

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Abstract:
This study looks at the female characters that have appeared in Dario Fo and Franca Rame's theatre in the totality of their production, which spans over more than 50 years of personal and professional partnership. During this time the characters' evolution was conditioned by social and political changes in Italy, but also by personal changes in Franca Rame herself and this is tracked, as far as possible, in their oeuvre.
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4

Serretelle, Carlotta. "Adattare le female-centered dramas. Trasposizioni contemporanee di personaggi femminili dal romanzo alla serie tv." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23492/.

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Abstract:
In un mercato segnato da una sempre crescente competizione, l’industria televisiva statunitense è tornata, da qualche anno a questa parte, a volgere lo sguardo alla narrativa contemporanea in cerca di narrazioni da adattare per il pubblico televisivo. Dalla fine del 2016 circa, eventi quali l’elezione dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump e l’esplosione del caso Weinstein hanno favorito la rinascita dell’allora dormiente movimento femminista riverberandosi anche sul mercato televisivo con un numero sempre crescente di female-centered dramas, molte di queste adattate proprio da romanzi. Impiegando l’approccio ai prodotti audiovisivi proposto da Casetti parallelamente a una dovuta analisi comparativa, questa tesi considera i cinque casi di studio in termini di “discorsi sociali”; il nostro obiettivo è dimostrare l’influenza che la rapida ripresa del movimento femminista ha esercitato – in maniera più o meno marcata - sui processi di adattamento dei testi source di Sharp Objects, Big Little Lies, Dietland, The Handmaid’s Tale e Alias Grace
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5

Lodi, Irene <1991&gt. "Le dinamiche del fantastico: forme narrative e personaggi femminili da Iginio Ugo Tarchetti a Stefano Benni." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6915.

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Abstract:
La tesi si propone di analizzare il genere fantastico, esaminando la dialettica della critica e indagando le radici storiche, formali e l'orizzonte tematico. Inoltre verrà approfondita la figura femminile in questo genere letterario dalle origini agli sviluppi più recenti, nonchè la sua importanza nel processo di identificazione. Infine, verranno presi ad esempio alcuni tra i racconti di Iginio Ugo Tarchetti, Luigi Pirandello e Stefano Benni.
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6

Storelli, Ilaria <1993&gt. "La donna e l'amore secondo Zhang Ailing - Analisi letteraria dei personaggi femminili nelle sue opere autobiografiche." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13813.

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Abstract:
Questo elaborato ha come tema centrale l’idea di donna e amore secondo la scrittrice cinese Zhang Ailing che emerge dalle sue opere autobiografiche, ovvero i due romanzi in inglese The Fall of the Pagoda, The Book of Change e il romanzo in cinese Xiao Tuanyuan. Nel primo capitolo viene presentato il contesto storico al fine di collocare in un’epoca precisa gli scritti e la vita di Zhang Ailing; verrà poi brevemente delineato il contesto letterario per contestualizzare la produzione della scrittrice e infine sarà descritta la vita stessa di Zhang Ailing, fondamentale da conoscere poiché sono prese in analisi le sue opere autobiografiche. Il secondo capitolo consiste nell’analisi letteraria dei personaggi femminili più determinanti delle tre opere e di due personaggi maschili; in questo modo verranno messe le basi per trattare i temi centrali nell’ultimo capitolo. Infine, nel terzo capitolo, sulla base dell’analisi dei personaggi femminili e di ciò che ne è emerso, si procederà con la presentazione dei temi “donna”, “maternità”, “amore” e “matrimonio”, facendo in questo modo emergere la visione originale e controcorrente di Zhang Ailing riguardo a questi temi e ricercandone le cause.
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7

Di, Daniel Caterina. "Parola di donna: giuramenti femminili nella letteratura greca e latina." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3421860.

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Abstract:
La nostra ricerca prende in esame la rappresentazione dei personaggi femminili coinvolti nelle scene di giuramento all’interno della letteratura classica. Una prima sezione del lavoro è dedicata alla definizione di cosa sia il giuramento attraverso studi linguistici, antropologici, giuridici, storici e fornisce gli opportuni riferimenti alle fonti storiche e letterarie. La seconda sezione comprende una selezione di testi dalla letteratura greca e latina di epoca arcaica, classica ed ellenistica, di cui si offre un commento incentrato sull’analisi della formula di giuramento, degli aspetti gestuali descritti e del ruolo femminile nella scena. All’interno di ciascun quadro tematico si delinea una fenomenologia specifica, della quale si discute di volta in volta evidenziando il delicato rapporto tra la rappresentazione del personaggio femminile e il giuramento come forma del linguaggio autorevole e performativo. In questa dialettica tra performance di genere e parola efficace trovano spesso spazio la contestazione delle convenzioni sociali e una critica all’etica tradizionale, ma è anche possibile intravvedere dei tipi cristallizzati e delle ricorrenze topiche all’interno dei differenti generi letterari.
Our dissertation discusses the literary representation of female characters involved in the oath scenes of classic literature. In the first section of this work oath is analyzed from a linguistic, historical, juridical and anthropological point of view, providing references to many historical and literary sources. The second section consists of a selection of greek and latin texts of the archaic, classic and hellenistic period: our comment focuses on the oath formula, gestures and on the role of female characters, underlining the complex relation created by the interaction of female representation and oath as a speech act and an authoritative utterance. Each text is both exemplary for a specific phenomenology and it is indicative of peculiar literary themes, which are discussed. This tension between gender performance and performative language sometimes reveals a criticism concerned with social conventions and traditional values. Furthermore, it is also possible to identify some topic elements in different literary genres and to define some fixed and recurrent schemes.
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8

Moro, Barbara <1975&gt. "L’evoluzione del personaggio femminile nei romanzi di Stephen King." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4029.

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Abstract:
Partendo dai concetti di letteratura di massa, e di misoginia si vuole dimostrare la capacità dell'autore di creare personaggi femminili eccezionali e l'evoluzione compiuta durante la sua quarantennale carriera.
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9

Celsan, Elena <1990&gt. "Il personaggio femminile in letteratura tra fine Ottocento e primo Novecento." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10146.

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Abstract:
La tesi si propone di analizzare alcuni personaggi femminili presenti in determinati romanzi scritti tra fine Ottocento e primo Novecento. L'analisi è incentrata sul ruolo, sulla funzione e sull'evoluzione del personaggio all'interno della narrazione in relazione anche ad altri aspetti quali la religione, la follia, l'amore e il denaro.
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10

LEPORI, EMANUELA CAROLINA. "Penelope riscritta : Analisi comparata ed interpretazione critica di un tema letterario." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1288.

Full text
Abstract:
In questa tesi si analizza il tema di Penelope dal punto di vista della letteratura comparata, alla luce di una selezione di critica recente e con l'intento di redigere una breve serie di saggi critici che siano redatti in varia estensione ed esibiscano tagli differenti. Indagato è quindi, a partire dal testo omerico e poi ovidiano dell'antico personaggio mitologico femminile, un ventaglio di opere poetiche e narrative che ne ripropongono la figura, ricreandone altresì i motivi, all'interno della letteratura occidentale del XX e XXI secolo, in particolare di quella inglese.
In this dissertation I analyze the theme of Penelope from the point of view of comparative literature, in the light of a selection of recent criticism, and with the aim of writing a short series of critical essays that are shaped in various sizes and show a different composition. Starting from Homer's and then Ovid's text of this ancient female mythological character, I thus investigate a choice of poetic and narrative works which renew her figure, by also recreating her motives, within the domain of Western literature of the twentieth and twenty-first century – particularly English literature.
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LEPORI, EMANUELA CAROLINA. "Penelope riscritta : Analisi comparata ed interpretazione critica di un tema letterario." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1288.

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Abstract:
In questa tesi si analizza il tema di Penelope dal punto di vista della letteratura comparata, alla luce di una selezione di critica recente e con l'intento di redigere una breve serie di saggi critici che siano redatti in varia estensione ed esibiscano tagli differenti. Indagato è quindi, a partire dal testo omerico e poi ovidiano dell'antico personaggio mitologico femminile, un ventaglio di opere poetiche e narrative che ne ripropongono la figura, ricreandone altresì i motivi, all'interno della letteratura occidentale del XX e XXI secolo, in particolare di quella inglese.
In this dissertation I analyze the theme of Penelope from the point of view of comparative literature, in the light of a selection of recent criticism, and with the aim of writing a short series of critical essays that are shaped in various sizes and show a different composition. Starting from Homer's and then Ovid's text of this ancient female mythological character, I thus investigate a choice of poetic and narrative works which renew her figure, by also recreating her motives, within the domain of Western literature of the twentieth and twenty-first century – particularly English literature.
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FORNASARI, ELEONORA CLAUDIA MIRELLA. "PICCOLE DONNE CRESCONO: STORIE AL FEMMINILE DALLA LETTERATURA PER L'INFANZIA ALLA SERIALITA' TELEVISIVA. TRE CASE STUDIES." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/42961.

Full text
Abstract:
La presente tesi di dottorato ha come oggetto la trasposizione televisiva di tre romanzi character driven: Heidi, Pippi Calzelunghe e The Story of Tracy Beaker. Questi, analizzati soprattutto dal punto di vista della protagonista femminile, sono stati studiati, così come i relativi adattamenti, utilizzando un modello metodologico di analisi che poggia le sue basi teoriche sia nell'estetica della letteratura per ragazzi sia nelle teorie dell'adattamento e della sceneggiatura. Il mercato audiovisivo e la tipologia di spettatori cambiano rapidamente e ciò rende necessaria un'attualizzazione non solo tematica, ma anche stilistica dell'opera originaria, alla ricerca di un compromesso tra la fedeltà al testo iniziale, necessaria per permettere al target l'immediata riconoscibilità dell'opera e dei personaggi, e l'esigenza di rispettare le richieste della contemporaneità. A livello accademico, lo studio degli adattamenti della letteratura per l'infanzia si è concentrato quasi esclusivamente in ambito cinematografico e non televisivo, nonostante quest'ultimo fornisca molti spunti di riflessione tanto sul processo di adattamento in sé quanto sulla serialità. Il presente lavoro si propone perciò di andare a riempire il gap teorico sull'argomento, ponendosi necessariamente a cavallo di due ambiti, -la letteratura e l'audiovisivo. Di conseguenza, l'approccio privilegiato è più letterario che pedagogico e si interseca con gli studi sull'adattamento e sull'industria audiovisiva.
This PhD dissertation investigates the adaptations from children's novels into television series, with a focus on three character-driven stories: Heidi, Pippi Longstockings and The Story of Tracy Beaker. Starting from the original novels, investigated mostly from the point of view of the female protagonist, the study then analyses the corresponding television adaptations, whether animated or live action, through a methodology that has its theoretical basis both in the aesthetics of children's literature and in the screenwriting theories. Nowadays, the audiovisual market and therefore the public are changing rapidly, making it necessary to update the thematic and the stylistic features of the original works from which the adaptations are drawn. Actually, adaptation is often a compromise between the contemporary market demand and the fidelity to the content, necessary to fulfil the expectations of the target audience. Surprisingly, there is a scarcity of critical literature on children's television adaptations, even if they represent a very rich topic as they raise specific issues both on the adaptation process itself and on serialisation. The present work, therefore, aims to fill the existing gap in the field of children's adaptations, placing itself where two critical areas, literature and media, meet. Consequently, the primary narrative approach intersects with studies on adaptation and audiovisual industry.
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FORNASARI, ELEONORA CLAUDIA MIRELLA. "PICCOLE DONNE CRESCONO: STORIE AL FEMMINILE DALLA LETTERATURA PER L'INFANZIA ALLA SERIALITA' TELEVISIVA. TRE CASE STUDIES." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/42961.

Full text
Abstract:
La presente tesi di dottorato ha come oggetto la trasposizione televisiva di tre romanzi character driven: Heidi, Pippi Calzelunghe e The Story of Tracy Beaker. Questi, analizzati soprattutto dal punto di vista della protagonista femminile, sono stati studiati, così come i relativi adattamenti, utilizzando un modello metodologico di analisi che poggia le sue basi teoriche sia nell'estetica della letteratura per ragazzi sia nelle teorie dell'adattamento e della sceneggiatura. Il mercato audiovisivo e la tipologia di spettatori cambiano rapidamente e ciò rende necessaria un'attualizzazione non solo tematica, ma anche stilistica dell'opera originaria, alla ricerca di un compromesso tra la fedeltà al testo iniziale, necessaria per permettere al target l'immediata riconoscibilità dell'opera e dei personaggi, e l'esigenza di rispettare le richieste della contemporaneità. A livello accademico, lo studio degli adattamenti della letteratura per l'infanzia si è concentrato quasi esclusivamente in ambito cinematografico e non televisivo, nonostante quest'ultimo fornisca molti spunti di riflessione tanto sul processo di adattamento in sé quanto sulla serialità. Il presente lavoro si propone perciò di andare a riempire il gap teorico sull'argomento, ponendosi necessariamente a cavallo di due ambiti, -la letteratura e l'audiovisivo. Di conseguenza, l'approccio privilegiato è più letterario che pedagogico e si interseca con gli studi sull'adattamento e sull'industria audiovisiva.
This PhD dissertation investigates the adaptations from children's novels into television series, with a focus on three character-driven stories: Heidi, Pippi Longstockings and The Story of Tracy Beaker. Starting from the original novels, investigated mostly from the point of view of the female protagonist, the study then analyses the corresponding television adaptations, whether animated or live action, through a methodology that has its theoretical basis both in the aesthetics of children's literature and in the screenwriting theories. Nowadays, the audiovisual market and therefore the public are changing rapidly, making it necessary to update the thematic and the stylistic features of the original works from which the adaptations are drawn. Actually, adaptation is often a compromise between the contemporary market demand and the fidelity to the content, necessary to fulfil the expectations of the target audience. Surprisingly, there is a scarcity of critical literature on children's television adaptations, even if they represent a very rich topic as they raise specific issues both on the adaptation process itself and on serialisation. The present work, therefore, aims to fill the existing gap in the field of children's adaptations, placing itself where two critical areas, literature and media, meet. Consequently, the primary narrative approach intersects with studies on adaptation and audiovisual industry.
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IAQUINTA, TERESA MANUELA. "Nathalie Sarraute: i "personaggi" femminili. Dal neutro alla differenziazione." Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/11573/918074.

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Abstract:
Se la Sarraute ammette nell’opera solo dei «rares cas où la femme joue un rôle de femme» il numero cospicuo di presenze femminili, oltre ad indurre alcune riflessioni, suscita inevitabilmente una qualche interrogazione. A titolo di esempio basti ricordare Tropismes. Sul numero complessivo di ventiquattro tropismi, quattordici sono dedicati a delle “Elles”, in quattro delle “Elles” sono citate e soltanto nei rimanenti sei non ne compare nessuna. Pur essendo all’insegna dell’anonimato Tropismes appare immerso, e non solo da un punto di vista quantitativo, nell’universo femminile di cui regala diversi scorci alternando micro scenette di quotidianità a profili appena tracciati ma comunque riconducibili a categorie ben precise. Si va dalla «femme-ménagère», alla «intellectuelle rapace» , dalla «femme seule et insatisfaite» a colei che lavora a maglia: «[…] “C’est servi, c’est servi”, disait-elle. Elle rassemblait à table la famille, chacun caché dans son antre, solitaire, hargneux, épuisé. “Mais qu’ont-ils donc pour avoir l’air toujours vannés?” disait-elle quand elle parlait à la cuisinière.» «Et elle restait sans bouger sur le bord du lit, occupant le plus petit espace possible, tendue, comme attendant que quelque chose éclate, s’abatte sur elle dans ce silence menaçant.» «Elle connaissait “l’échelle des valeurs”. Pour elle, pas de conversations sur la forme des chapeaux et les tissus de chez Rémond. […] les galeries de tableaux, tous les livres qui paraissaient… Elle connaissait tout cela. Elle avait commencé par “Les Annales”, maintenant elle se glissait vers Gide, bientôt elle irait prendre des notes, l’œil intense et cupide, à “L’Union pour la Vérité”.» «Bien qu’elle se tût toujours et se tînt à l’écart, modestement penchée, comptant tout bas un nouveau point, deux mailles à l’endroit, maintenant trois à l’envers et puis maintenant un rang tout à l’endroit […] ils sentaient […] sa presence.» Pertanto sebbene la Sarraute si adoperi, nell’apparato paratestuale, per rendere il personaggio il più etereo possibile e in particolare giustifichi l’uso spropositato del pronome femminile adducendo motivazioni linguistiche , nell’opera pare però avvenire dell’altro. Il romanzo è, in fondo, una sorta di terra di mezzo dove si scontrano le intenzioni dell’autore e le interpretazioni del lettore: «Mais il faut là […] sans doute donner tort à l’auteur, dont le projet ne peut tout à fait contredire l’impression authentique ressentie par tout lecteur sans prévention. Nous croyons dans les personnages inventés par Nathalie Sarraute […] alors même que l’auteur voudrait nous convaincre qu’il ne s’agit que de simulacres sans épaisseur.» Indipendentemente dalla sua volontà i personaggi paiono, infatti, sfuggire a Nathalie Sarraute, ovvero, come spiega Pierrot, la demistificazione produce un effetto contrario, finisce cioè con il rafforzare lo stereotipo dando credibilità ai personaggi: «Au moment même où elle croit forcer le trait, pour lui donner un caractère nettement outré et caricatural, remplacer les personnages par des fantoches anonymes, par des voix sans consistance, Nathalie Sarraute ne fait, par l’effet bien connu de la stylisation, que renforcer la généralité et la puissance de sa peinture.» I personaggi femminili in particolar modo si presentano come maggiormente soggetti a questo processo rispetto ai loro antagonisti maschili. Per decenni la critica, confortata dall’idea della dissoluzione del personaggio, inteso come entità indifferenziata e plurale, non si è curata dei “personaggi femminili”. Non si è dunque occupata del ruolo che essi ricoprono nell’opera. Con gli anni ’90 e soprattutto con il nuovo secolo qualcosa cambia. L’importanza e ancor prima la presenza dei personaggi femminili diventa innegabile e inizia a suscitare un qualche interesse. Da un certo momento in poi, cioè, la questione incomincia ad affermarsi e a rendere necessario uno studio più approfondito e indipendente. Tuttavia la relativa disamina viene generalmente affrontata sotto una luce di tipo psicoanalitico, oppure da una prospettiva femminista e da un’angolazione peculiare ai gender-studies . Questo lavoro si propone, al contrario, di mostrare i personaggi femminili senza appoggiarsi a griglie interpretative preesistenti. L’intento è quello di porre in rilievo un aspetto poco o male indagato o, semplicemente, esplorato da un punto di vista diverso da quello puramente letterario. Questo studio prende il via dalla consapevolezza che il personaggio inteso in senso tradizionale in Nathalie Sarraute non esiste, ma esiste in un senso nuovo o in dei sensi nuovi. Quella sarrautiana non è esclusivamente un’opera in cui il personaggio, dotato di ipertrofia interiore, finisce per dissolversi, oppure un’opera intimista in cui il soggetto spezzettato lascia libero sfogo a elucubrazioni endofasiche. La Sarraute segue, invece, un duplice movimento: s’installa dentro la coscienza frantumata ma si proietta anche all’esterno, per analizzare come viene vista dal di fuori. Si assiste a un movimento centrifugo, per il quale il personaggio si relaziona con il mondo reale, entra in contatto con l’altro attraverso la «conversation», e a uno centripeto, per il quale tutto ciò che coglie all’esterno viene accolto e metabolizzato interiormente (sfera della «sous-conversation»). Se all’interno avviene lo sgretolamento del personaggio in piena crisi d’identità, all’esterno ciò che rimane è una carcassa vuota, uno stampo nel quale il personaggio è rinchiuso dagli altri. “Il personaggio” così concepito coincide con l’immagine attribuitagli da chi l’osserva. In altri termini l’essere sarrautiano esiste ed è visibile esteriormente in quanto esiste qualcuno che lo vede lo giudica e ne inventa il personaggio. Del processo di stereotipizzazione che ne deriva pare risentire in modo speciale la donna. Malgrado il fenomeno di riduzione che investe il personaggio sarrautiano persiste, dunque, una differenziazione di tipo sessuale. Senza entrare nel merito di interpretazioni e forzature, sembra inoltre innegabile il fascino che le presenze femminili suscitano in chi legge. Gli esempi non sono rari. Si pensi alla nonna di «disent les imbéciles», alla madre di Usage de la Parole e a quelle dei primi romanzi come la “Elle” del Portrait, la zia e la cugina di Martereau, la suocera, Gisèle, Germaine Lemaire ne Le Planétarium. Questi personaggi appaiono maggiormente qualificati e contraddistinti da capricci e atteggiamenti esacerbati che richiamano comportamenti femminili standardizzati. È bene precisare come questa analisi non sia mossa dalla ricerca impervia e disperata di caratteri, ricerca che finirebbe con lo snaturare il progetto sarrautiano, bensì si prefigga l’osservazione di ciò che pare trasparire, più che dall’apparato ipertestuale, dall’opera stessa e cioè l’utilizzo particolare di questi personaggi. Esiste inoltre una difficoltà terminologica presentata dalla Sarraute stessa e di cui occorre tener conto. Il lemma “personaggio” non viene impiegato in senso pertinente nemmeno dalla scrittrice. L’uso del termine in Sarraute è comparabile a una «commodité mensongère» . Ne L’Ère du soupçon, la scrittrice considera il “caractère” come «une étiquette grossière» : «il est réducteur parce qu’il faut qu’il se tienne, qu’il soit vraisemblable» , infatti è presente nel romanzo del passato in quanto figura riconoscibile e facilmente individuabile dall’esterno mentre in Sarraute è piuttosto un «porteur d’états». La concezione sarrautiana sembrerebbe allora avvicinare la scrittrice alle teorie strutturaliste. Philippe Hamon spiega, ad esempio, come la scelta di studiare il personaggio prevalentemente alla luce del modello psicologico abbia generato la confusione tra persona e personaggio e abbia portato a considerare i personaggi come reali. Il personaggio va invece trattato come «signe» , esso è un «support permanent de traits distinctifs et de transformations narratives» . Dello stesso parere è Roland Barthes che ritenendo il personaggio un agente testuale lo definisce non come «être» ma come «participant» all’interno del testo. Anche il personaggio sarrautiano può dirsi privo di spessore psicologico . Pertanto la Sarraute adopera il vocabolo prendendo le distanze dall’uso fattone dall’autore tradizionale. Questo giustifica la scelta delle virgolette nel titolo di questo studio “personaggi” femminili, posto in rilievo per evitare una lettura fuorviante. Tuttavia il titolo pare rappresentativo di questa tesi che non può prescindere dalla questione del personaggio e che volge nello specifico verso quello della “femme”. Il discorso sul femminile s’intreccia inevitabilmente con la questione del genere maschile/femminile che assume grande importanza nell’analisi. Nonostante la Sarraute proceda verso l’abolizione del genere sul piano teorico, la differenza sessuale pare imprescindibile a livello linguistico, come si vedrà nel capitolo secondo, e sembra ritornare prepotentemente nelle relazioni interpersonali descritte nell’opera, prese in esame nel capitolo terzo. Riassumendo e prendendo in prestito la terminologia di Hamon in Le personnel du roman è possibile affermare che in questo studio rientrano almeno tre piani diversi : -un niveau grammatical et lexical: masculin/féminin -un niveau des rôles thématiques: l’homme/la femme/l’amour -un niveau des rôles actantiels: relation entre les personnages Lo studio verte sull’analisi dell’intero corpus romanzesco, anche se la maggiore attenzione prestata ad alcuni romanzi rispetto ad altri risponde a delle scelte funzionali all’argomento. La tesi consta di tre capitoli ciascuno formato da tre paragrafi ad eccezione dell’ultimo che ne contiene quattro. Il primo capitolo è di tipo teorico, opera una contestualizzazione e affronta questioni preliminari inerenti la poetica sarrautiana. Più da vicino il paragrafo iniziale si propone come obiettivo la collocazione di Nathalie Sarraute fuori da un’ottica femminista e affronta problematiche relative a questo aspetto; tenendo conto anche delle considerazioni e delle dichiarazioni della scrittrice in merito. Il secondo paragrafo indaga le ragioni che hanno portato, a torto, alcune femministe, tra cui la Wittig, a designare la Sarraute come precorritrice. Nelle scienze umane l’introduzione del “gender” cerca di articolare la specificità del soggetto maschile come coscienza universale e quello del soggetto femminile come dato socio-culturale. Il soggetto viene messo duramente in discussione dalla femministe con motivazioni politiche e sociali. Al contrario se la Sarraute pensa il soggetto in termini di problematica sessuale la sua interpretazione differisce però dalla corrente femminista dell’epoca. In altri termini l’aspirazione all’indifferenziazione delle soggettività pare avere ragioni meramente letterarie. Il paragrafo intende, infatti, sottolineare la specificità del personaggio femminile sarrautiano allontanandolo da eventuali componenti sociali. L’ultimo paragrafo precisa lo statuto del personaggio in Nathalie Sarraute. Una breve ricognizione linguistica ed etimologica mostra l’origine dell’aspetto illusionistico del personaggio. Il paragrafo muove quindi dalla contestazione della nozione di personaggio in quanto asse portante del romanzo tradizionale. Esso spiega le motivazioni del rifiuto da parte della scrittrice. Segue la presentazione dell’universo nel quale si muovono i “personaggi” sarrautiani. Un universo totalmente innovativo ai margini del monologo interiore. Viene inoltre affrontata l’impossibilità per il personaggio tradizionale di attecchire sul terreno “tropismique” e la conseguente necessità di un personaggio maggiormente risolto nella sua designazione linguistica. Il capitolo secondo si occupa di aspetti linguistico-formali. Anch’esso costituito da tre paragrafi. Quello sarrautiano è un percorso che va dal pronome singolare dei primi romanzi a quello plurale degli ultimi, con il fine di permettere una libera circolazione tra le coscienze facendo sì che “il” e “elle” entrino in un “ils plus large”. Tuttavia permane la massa di “ils” e di “elles”, che si vorrebbe indistinta, ma che presenta comunque delle caratteristiche circoscritte alla categoria d’appartenenza M/F. Il primo paragrafo rivela come l’utilizzo dei pronomi sia conseguente alla riduzione del numero di nomi propri e come sia associato alla questione dell’identità-universalità. La loro diffusione, che diventa eccessiva negli ultimi romanzi, pone di fronte non solo alla questione dell’anonimato ma anche al problema della referenzialità. Frequentemente i pronomi compaiono prima del referente e indicano oggetti e stati d’animo generando indecisione tra referente-animato e referente-inanimato. Nel secondo paragrafo viene allora mostrata la difficoltà d’individuazione del personaggio. Esiste dunque un problema di “lisibilité” che rientra nell’idea sarrautiana dell’indefinito. Qualora il referente indichi qualcosa di non animato il testo trascina il pronome corrispondente per pagine e pagine fino a produrre l’oblio del referente stesso e a originare un gran numero di personalizzazioni. Il terzo paragrafo, operando il passaggio dal pronome al personaggio, rappresenta un’apertura verso il capitolo successivo. Nonostante la Sarraute cerchi di scongiurarne il rischio, secondo Bernard Pingaud, non è sufficiente sostituire il pronome al nome per evitare che il lettore rintracci il personaggio. Il pronome ripetuto è pur sempre qualcuno: «Mais il ne suffit pas de remplacer le père Goriot ou Madame Bovary par “il” ou “elle” pour que leur figure fascinante cesse de fasciner […]. Le pronom lui-même, suffisamment répété, localisé, peut tenir lieu d’identité […]. “Il”, c’est encore quelqu’un, dont les manies, le caractère, les biens sont seulement estompés derrière l’abstraction apparente du pronom. » Sebbene nella dimensione psichica il sesso non intervenga, da un punto di vista grammaticale quella tra maschile e femminile si configura come la prima differenza da affrontare. Il paragrafo esamina inoltre da vicino il processo di adesione al “personaggio-femme”. La donna si compiace dell’immagine che le viene attribuita tanto da coincidere con essa. Il capitolo terzo affronta questioni d’analisi narratologica e tematica. Nello specifico s’incentra sulla stereotipizzazione femminile. Già il titolo “Vita di donne” risulta evocativo in quanto ricalca l’espressione francese «la vie des femmes» usata dalla Sarraute stessa nel Tropisme numero X. Si tratta di un’espressione che riassume le abitudini e gli atteggiamenti più stereotipati. In generale i personaggi femminili appaiono caratterizzati da manie esasperanti, la coesistenza di debolezza e forza non viene mai apertamente denunciata ma rimane peculiarità intrinseca dell’essere donna. Nel primo paragrafo, alla luce dei casi riscontrati nell’opera, la frivolezza e l’attitudine alla chiacchiera vengono analizzate come caratteristiche prettamente rappresentative del genere femminile. Il paragrafo secondo indaga sulle ragioni dei rimandi a soggetti ben definiti. Infatti gli esseri femminili in Nathalie Sarraute paiono risplendere di luce altrui, si appoggiano cioè a personaggi già codificati appartenenti anche ad altre arti. Rimandando così a suggestioni già note lasciano un sapore stucchevole di qualcosa di falso e ripetuto. Il paragrafo terzo tratta della descrizione dei personaggi femminili che, colta in movimento, fatta di dettagli e sfuggente, ricrea un effetto sfumato. Inoltre proprio quando un carattere pare definirsi la scrittrice interviene dando vita a una serie di trasformazioni improvvise. Nel paragrafo vengono seguiti da vicino il caso della “Fille” del Portrait e quello della nonna di «disent les imbéciles». L’ultimo paragrafo approfondisce le dinamiche che governano i rapporti interpersonali. Nello specifico si sofferma sulla relazione uomo/donna e sulla diversa concezione dell’amore. Se quella femminile è una visione letteraria e colorata di luoghi comuni, l’amore visto dagli uomini rivela risvolti cupi e sgradevoli che ricalcano l’idea negativa che hanno del sesso opposto. La trattazione del tema risulta innovativa e insolita. In Nathalie Sarraute, infatti, l’amore è sondato a un livello profondo, percettivo, “tropismique”. «Musicienne de nos silences» , Nathalie Sarraute sperimenta una scrittura dell’amore indiscreta e invadente di tipo telepatico, che permette al lettore di ascoltare le parole pronunciate dai personaggi e allo stesso tempo di vedere cosa si cela dietro di esse. Capta, inoltre, i movimenti psicologici che precedono il pensiero formulato e rivela le esitazioni, gli impulsi e gli atti larvali che si muovono alle porte della coscienza. L’amore serve a cementare la differenza tra maschile e femminile rivelando due mondi tra loro inconciliabili.
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Elen, Botros El Malek. "Sade: la menzogna del linguaggio e la quête della trasparenza." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/2158/1186326.

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Abstract:
Per esaminare l’influenza che gli eventi biografici possono aver avuto su un’opera marcata dalle intime pulsioni del suo autore, com’è nel caso di Sade, si è fatto ricorso sia a nozioni psicoanalitiche tecniche, sia a modelli biografici e di analisi testuale tributari della psicoanalisi. L’incarcerazione degli anni 1777-1790 è stata esaminata attraverso le missive private del periodo: in esse è emersa la problematica costituita dalla falsità del linguaggio altrui, e delineante un’impossibilità comunicativo-relazionale. Quest’ultima, d’altronde, già si era profilata negli anni infantili di Sade con la traumatica separazione dalla madre. Risultato dei due cruciali eventi biografici sarebbe (secondo un neologismo sadiano) l’“isolisme”, ovvero il rifiuto della comunicazione e della relazione con l’Altro. Tale rifiuto troverebbe espressione nell’opera nella negazione dei sentimenti altruisti, nel concomitante erotismo crudele e disumano perpetrato specie sulla figura femminile, e nell’impossibilità di conoscere appieno la “natura umana”. L’opera sarebbe allora la riarticolazione in simboli coscienti di quanto di sé e dell’altro, della dimensione erotica e comunicativo-relazione sfugge tendenzialmente alla coscienza e comprensione dell’autore. In tal senso, si può cogliere un’evoluzione dalla prima all’ultima delle opere prese in esame – Dialogue entre un prêtre et un moribond, Les 120 Journées de Sodome, Les Infortunes de la vertu, Histoire de Juliette: evoluzione che va nel senso di un allentamento dell’“isolisme”, di un’elevazione della donna da vittima a carnefice e di una maggiore conoscenza dell’essere umano. Concluderemmo allora che l’uomo Sade ha strutturato se stesso nell’opera, e viceversa che l’opera ha dato una nuova strutturazione all’esistenza di Sade. In order to examine the influence that biographical events may have had on a work marked by the intimate drives of its author, as is the case with Sade, technical psychoanalytic notions, biographical models and textual analysis tributary to psychoanalysis have been used. The imprisonment of the years 1777-1790 was examined through the private missives of the period: in them emerged the problem constituted by the falsity of the language of others, and delineating a communicative-relational impossibility. The latter, on the other hand, had already emerged in Sade's childhood years with the traumatic separation from his mother. The result of the two crucial biographical events would be (according to a Sadian neologism) the "isolisme", that is the refusal of communication and relationship with the other. This refusal would find expression in the work in the denial of altruistic feelings, in the concomitant cruel and inhuman eroticism perpetrated especially on the female figure, and in the impossibility of fully knowing "human nature". The work would then be the rearticulation into conscious symbols of what, in the erotic and communicative-relationship dimensions, tends to escape the author's consciousness and understanding. In this sense, we can see an evolution from the first to the last of the works examined - Dialogue entre un prêtre et un moribond, Les 120 Journées de Sodome, Les Infortunes de la vertu, Histoire de Juliette: an evolution that goes in the sense of a loosening of the "isolisme", an elevation of the woman from victim to tormentor and a greater knowledge of the human being. We would conclude then that the man Sade has structured himself in the work, and vice versa that the work has given a new structure to Sade's existence.
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