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1

Colavitti, Anna Maria, and Sergio Serra. "Il piano particolareggiato per il recupero del centro storico di Cagliari. prime considerazioni critiche sulla proposta di piano." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 107 (August 2013): 74–106. http://dx.doi.org/10.3280/asur2013-107005.

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2

Richiedei, Anna, and Anna Frascarolo. "Evoluzioni di un piano di recupero: quartiere gentrificato o multiculturale? Il caso del Carmine a Brescia." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 123 (November 2018): 99–116. http://dx.doi.org/10.3280/asur2018-123005.

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3

Corcuff, Philippe. "La scommessa democratica e l'individualismo contemporaneo." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 37 (April 2010): 121–34. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-037011.

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Abstract:
Il saggio, nato da una conferenza sul tema della democrazia organizzata da "Attac", č una trattazione della questione dei processi di individualizzazione e disindividualizzazione in relazione all'impegno politico che ripercorre la produzione sociologica recente e attraversa le analisi di autori come Norbert Elias, Jacques Derrida e Michel Foucault. Particolare attenzione č rivolta al problema dei presupposti impliciti operanti nell'analisi sociologica e a quanto da essi deriva sul piano valutativo. L'autore, che propone un recupero critico della nozione di individualitÀ, mette in guardia da un lato rispetto a una considerazione atemporale delle categorie sociologiche e politiche, dall'altro rispetto alle riduzioni semplificanti dell'individualismo di cui sottolinea invece l'irriducibile complessitÀ.
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4

Musarra, Gabriella. "Una nuova dialettica tra il piano e il progetto: i grandi progetti urbani." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 104 (October 2012): 51–73. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104004.

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Abstract:
In risposta ai cambiamenti in corso nei sistemi insediativi e soprattutto alle modifiche che la societŕ manifesta, negli anni Novanta č stato possibile registrare un crescente cambiamento delle politiche urbane; ai problemi di qualitŕ della vita urbana, di deficit infrastrutturale e di servizi, le amministrazioni si trovano a dovere affrontare nuovi problemi che vanno dalla trasformazione della struttura economica delle cittŕ, al rilancio delle cittŕ e della loro capacitŕ attrattiva, al coinvolgimento di nuovi operatori economici e al reperimento di nuove risorse finanziarie per la trasformazione di essa. La riqualificazione nasce, quindi, non solo come azione di recupero e miglioramento dell'esistente, ma anche e soprattutto come processo di innovazione delle tecniche di intervento, delle modalitŕ di progettazione, delle politiche, delle forme di cooperazione e di coinvolgimento delle forze sociali. Nell'ambito delle strategie messe in campo dalle cittŕ per migliorare il proprio posizionamento competitivo, giocano un ruolo particolare i "Grandi Progetti", necessari a formulare programmi di ristrutturazione urbanistica e rigenerazione economica. Il progetto urbano, cosě inteso, non č né un piano urbanistico, né un progetto architettonico. Č uno strumento pragmatico che offre la possibilitŕ di operativitŕ immediata, un modo di intervento che investe gli strumenti di pianificazione e di progettazione e che si adatta ai gradi di certezza o di incertezza del contesto.
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5

Bianchi, P. E. "Il Cerebral Visual Impairment (CVI)." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 1 (October 2009): 9–19. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-001002.

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Abstract:
- La definizione "Cerebral Visual Impairment" o "Disturbo Visivo di Origine Centrale" (DVOC), che ha sostituito in anni recenti quella di "cecitŕ corticale", si riferisce a un quadro clinico che rappresenta una delle maggiori cause di handicap visivo in etŕ evolutiva, in relazione all'aumento di sopravvivenza nel mondo occidentale di soggetti gravemente prematuri e/o con severi quadri di sofferenza neonatale. La diagnosi č basata sul riscontro di segni clinici diretti e indiretti; l'elettrofisiologia non fornisce, a questo scopo, indicazioni realmente utili. Le strutture anatomiche coinvolte in questo tipo di danno possono essere non solo quelle corticali, ma anche quelle riguardanti la porzione retrochiasmatica delle vie visive, come ad esempio le radiazioni ottiche e le aree visive di associazione e di integrazione visuo-motoria. Sul piano prognostico si segnala la tendenza al miglioramento delle prestazioni visive, tuttavia il DVOC da leucomalacia periventricolare č suscettibile di recupero in misura minore rispetto a quello da danno cerebrale corticale isolato.Parole chiave Cerebral Visual Impairment, Disturbo Visivo di Origine Centrale, neurooftalmologia Pediatrica
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6

Varaldo, Riccardo, Daniele Dalli, Riccardo Resciniti, and Annalisa Tunisini. "Marketing e intangibles per la competitivitŕ delle medie imprese italiane." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (December 2010): 207–25. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-002001.

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Abstract:
Il paper analizza il ruolo del marketing soprattutto nelle sue componenti piů intangibili nelle strategie competitive delle medie imprese industriali italiane di successo. In particolare, si individuano le scelte di posizionamento di queste imprese e si esamina attraverso quali politiche di branding, pricing e comunicazione e quali relazioni di canale esse sono realizzate. Finalitŕ ultima del paper č l'identificazione dei modelli di successo nella gestione del marketing e l'analisi dei casi mira ad evidenziare come a) l'eccellenza di marketing segue a un generale recupero di competitivitŕ che si basa sul distacco dai modelli imprenditoriali tradizionali e sull'adesione a un modello d'impresa manageriale che gestisce direttamente il rapporto con i mercati, b) l'eccellenza di marketing esprime di rado una via italiana al marketing in senso stretto, quanto piuttosto una corretta applicazione dei principi del marketing tout court in grado di valorizzare il patrimonio di risorse cui sono applicati. Sul piano metodologico il paper si avvale dell'analisi dei risultati di 29 casi di studio di medie imprese con performance superiori alle medie dei rispettivi settori (alimentari, prodotti per la persona, prodotti per la casa, meccanica leggera, cantieristica). La ricerca č stata promossa dalla Societŕ Italiana di Marketing e ad essa hanno partecipato 29 gruppi di ricerca di 21 atenei diversi.
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7

Furiosi, M. Loredana. "Etica della pace e bioetica." Medicina e Morale 51, no. 4 (August 31, 2002): 667–709. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.689.

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Abstract:
Esiste una connessione tra l’etica della pace e la bioetica? Lo scritto, muovendo da questo interrogativo, analizza dapprima le problematiche che coinvolgono strettamente tanto l’etica della pace quanto la bioetica. Lungo tre direttrici fondamentali che contemplano il rispetto dei diritti umani fondamentali, la giustizia sociale globale e lo sfruttamento della natura, si sono voluti evidenziare non soltanto le grandi sfide e i pericoli per l’attuazione della pace nel nostro tempo, ma anche la sfida e l’impegno concreto per la bioetica. Bioetica che, dal canto suo, come etica della vita e per la vita e come disciplina in dialogo con diversi saperi interessati al problema della vita umana e della biosfera, può dare un oggettivo contributo nel delineare delle coordinate etiche che possano permettere o quanto meno coadiuvare e corroborare il recupero di valori fondamentali per garantire la pace, il ripristino delle condizioni di dialogo per la pace, laddove siano state smarrite, la prevenzione della guerra, la efficace attività di educazione degli animi alla solidarietà, che porta a riconoscere l’altro come un altro me stesso pur nelle fenomeniche diversità. In tale direzione si è inteso analizzare come in particolare la bioetica personalista, basata su una fondata ontologia e specifica antropologia, possa, lontano da gratuite ingenuità e paralizzanti scetticismi, aiutare a costruire una “cultura di pace”, ponendo proprio alla sua base la centralità del valore della vita ed il bene integrale della persona. Nell’ultima sezione del lavoro si è volta poi l’attenzione a delineare quali possano essere i punti di contatto e di confronto tra l’etica della pace e l’etica medica, essendo il confine tra le due aree non invalicabile, anzi quanto mai, almeno per certi aspetti, sovrapponibile ed intersecabile. Si è posto l’accento su come l’etica medica in particolare e la bioetica possano essere strumenti di promozione alla pace, ovvero come il medico, il bioingegnere siano per loro intrinseca natura per la pace, proprio in virtù del fatto che sono anzitutto uomini di scienza a servizio dell’uomo stesso. Infine si è evidenziato come la medicina possa contribuire non soltanto alla costruzione della pace, soprattutto sul piano della prevenzione, ad esempio riguardo alle situazioni di guerra e di soccorso in caso di catastrofe e nel negare l’uso della stessa scienza medica per scopi sbagliati e abusi delle conoscenze, ma anche nell’ottica di un nuovo “giuramento” che vada oltre quello ippocratico, che tuteli tanto l’uomo sano quanto quello malato, nella più ampia prospettiva non soltanto di riumanizzare tutto il sistema sanitario, ma di garantire una reale giustizia sanitaria: entrambi punti nodali per la costruzione di una trama sociale egalitaria e pacifica.
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Ballús Casóliva, Glòria. "Joaquim Pecanins Fàbregas (*1883; †1948), ejemplo de músico dedicado a la música culta y a la de tradición oral." Cuadernos de Investigación Musical, no. 3 (April 28, 2018): 50–74. http://dx.doi.org/10.18239/invesmusic.v0i3.1698.

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Abstract:
En la primera mitad del siglo XX se forjó un perfil de músico interesado en potenciar tanto la música culta como la de tradición oral. Un ejemplo de ello es Joaquim Pecanins i Fàbregas que desplegó una trayectoria como folclorista, pedagogo, pianista, violinista, compositor y director con un fuerte compromiso para recuperar la canción tradicional catalana. Como folklorista recogió y transcribió numerosas canciones y melodías populares de Catalunya, que se editaron, algunas de las cuales fueron premiadas en los concursos de la Festa de la Música Catalana, que organizaba el Orfeó Català, en los años 1904, 1905 y 1906. Fue director coral, principalmente del Orfeó Manresà, director-fundador del Conservatorio de Música de Terrassa y de una orquesta y profesor de piano, armonía, contrapunto y composición. Como pedagogo implantó el método de Émile Jaques-Dalcroze, importado de Suiza, “Canciones con gestos” (llamada también Gimnasia Rítmica) para niños y editó un libro de Teoría de la Música para sus alumnos. Como compositor armonizó más de cien canciones que forman parte del repertorio coral, y compuso diversas obras para piano, para voces, para canto y piano, para quinteto de cuerda y varias sardanas.
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Nuti, Lucia. "Le alterne fortune dell'acqua nella storia del territorio." STORIA URBANA, no. 125 (April 2010): 5–9. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125001.

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Abstract:
Questa nota introduttiva propone alcune riflessioni sulla presenza dell'acqua nel paesaggio della Toscana e sulle sue variazioni nel corso dei secoli. Momenti di forte espansione dell'acqua nelle sue diverse forme, acque vive,morte,naturali, artificiali,navigabili o di deflusso, si sono alternati a momenti di regressione in favore delle terre coltivate. Nell'attuale clima culturale sembrano risorgere le fortune dell'acqua ed i piani di recupero urbano e territoriale le assegnano un ruolo attivo come componente del paesaggio e si torna a invocarne la presenza anche nei luoghi da cui č stata tenacemente estromessa.
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10

Sánchez García, María Belén. "Proyección del piano valenciano en el París de entre siglos (XIX-XX): Blas María Colomer." Cuadernos de Investigación Musical, no. 4 (September 18, 2018): 32. http://dx.doi.org/10.18239/invesmusic.v0i4.1815.

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Abstract:
<p><span><span style="font-size: medium;">Blas Mª Colomer (1839-1917) fue el primer pianista y compositor valenciano que tuvo una importante proyección internacional al desarrollar su actividad musical en el centro cultural europeo del momento, París. Vinculado a las principales sociedades musicales e instituciones de enseñanza de la capital francesa, recibió numerosos premios, condecoraciones y distinciones como reconocimiento a su trabajo como compositor, pianista y pedagogo.</span></span></p><p><span><span style="font-size: medium;">El estudio de algunos pormenores de su biografía nos permitirá ir, desde lo particular de un caso concreto, a una visión más general. Este artículo supone una aproximación al fenómeno de la música pianística y su presencia en la sociedad europea (concretamente en Francia y España, durante el periodo comprendido entre la segunda mitad del s. XIX y la primera década del s. XX) y pretende recuperar la figura de un pianista que contribuyó de manera significativa a la divulgación y pedagogía del instrumento solista más relevante del s. XIX.</span></span></p>
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Pinilla Suárez, Juan Carlos, Karina Luengo Vergara, and Mauricio Navarrete T. "Uso de la Regeneración Natural para la Generación de Plantaciones Productivas de Pino Radiata." Ciencia & Investigación Forestal 27, no. 1 (July 14, 2021): 55–68. http://dx.doi.org/10.52904/0718-4646.2021.472.

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Abstract:
Se presentan antecedentes técnicos y económicos para la toma de decisiones, especialmente de los pequeños y medianos propietarios, respecto a métodos de manejo de la regeneración natural de Pinus radiata, para recuperan las plantaciones afectadas por los mega incendios forestales del año 2017en la región del Biobío. Se analizan dos predios de la comuna de Florida, donde se manejó la regeneración de pino con desbrozadora, herbicidas y herramientas manuales, observándose que el control manual presentó los menores valores de crecimiento en diámetro de cuello, mientras que la utilización del control químico generó los mayores valores en diámetro de cuello y altura.
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Ramos Oseguera, Carla Anahí, Adriana Elena Castro Ramírez, Noé Samuel León Martínez, José David Álvarez Solís, and Esperanza Huerta Lwanga. "Lombricomposta para recuperar la fertilidad de suelo franco arenoso y el rendimiento de cacahuate (Arachis hypogaea L.)." REVISTA TERRA LATINOAMERICANA 37, no. 1 (February 1, 2019): 45. http://dx.doi.org/10.28940/terra.v37i1.331.

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Abstract:
Peanut production is a significant source of income for Chiapas, which is the country’s second largest producer. Jiquipilas is one of the producing municipalities of the state; however, its yield has decreased in the last four years (from 2.4 to 1.45 Mg ha‑1) probably due to the intensive management, propitiating the gradual deterioration of the physical, chemical and biological properties of the soil (loss of fertility). In sandy loam soils, we evaluated the changes in said properties after addition of vermicompost and how these, in turn, affected crop yield. The study was conducted in a single crop cycle (2016), in a plot traditionally planted with peanuts (Arachis hypogaea L.) in the ejido of Jose Maria Pino Suarez, Jiquipilas, Chiapas. The vermicompost was made with agricultural residues of the region (manure, corn and peanut waste). We experimented with four different doses of vermicompost (300, 225, 150, and 75 g), which were complemented with agroecological management (without chemical inputs and incorporation of manually pulled and cut weeds between rows as dead cover). Soil with intensive management (application of fertilizers, insecticides, synthetic herbicides) and soil with agroecological management were considered as controls. The addition of vermicompost to the soil had a positive effect on physical properties (field capacity, real density and porous spaces); in terms of chemical properties, there were positive results in the availability of phosphorus, potassium, iron and manganese, as well as in the pH. Higher CO2 emissions were also obtained due to microbial activity. The emergence of plants and their flowering occurred in less time with vermicompost. Although there is a clear trend toward higher crop yield with the addition of vermicompost, there were no statistically significant differences.
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Vásquez-García, Adela Vásquez-García, Jaime Arturo Matus-Gardea, Víctor Manuel Cetina-Alcalá, Dora Ma Sangerman-Jarquín, Gilberto Rendón Sánchez, and Ignacio Caamal Cauich. "Análisis de rentabilidad de una empresa integradora de aprovechamiento de madera de pino." Revista Mexicana de Ciencias Agrícolas 8, no. 3 (August 8, 2017): 649. http://dx.doi.org/10.29312/remexca.v8i3.38.

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Abstract:
Las pequeñas y medianas empresas tienen que buscar la forma de mantenerse, compitiendo con las grandes empresas, pues han avanzado sus mercados provocando la desaparición de muchas de estas y las empresas integradoras surgen con la finalidad de agrupar a pequeñas y medianas empresas con el propósito de que a través de esta unión se obtengan ventajas de rentabilidad y competitividad para ellas. Se evaluó la rentabilidad financiera del aprovechamiento de madera de pino de una empresa integradora ubicada en Ixtlán de Juárez, Oaxaca utilizando encuestas para recopilar información y realizar la evaluación de rentabilidad financiera como empresa integradora mediante el cálculo de indicadores valor actual neto (VAN), tasa interna de retorno (TIR), relación beneficio costo. Los resultados obtenidos fueron: VAN= 481 952.4, TIR= 33% y relación beneficio costo= 1.01. Con los cuales se encontró que durante la vida útil del proyecto a una tasa de actualización de 31%, se va obtener una utilidad neta de 481 952.4 pesos. Con respecto a la relación beneficio/ costo a una actualización de 31%, por cada peso invertido se tendrá 1.01 centavos de beneficios y durante la vida útil del proyecto y de acuerdo a los resultados de la TIR se recupera la inversión y se obtiene una rentabilidad en promedio de 33%. Estos indicadores muestran que la empresa tiene una rentabilidad financiera positiva.
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Cogliani, Maurizio. "Musica e bellezza. Sinestesia etico-estetica e origine del pensiero creativo." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 16 (September 2011): 105–23. http://dx.doi.org/10.3280/eds2011-016008.

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Abstract:
La nota affermazione del principe Miskin nell'Idiota di Dostoevskij («La bellezza salverŕ il mondo»), offre una singolare chiave di lettura che, sulla base di un'interpretazione letterale del testo russo, conduce a invertire i termini della frase: "Il mondo salverŕ la bellezza". Affinché ciň sia possibile, č necessario che il mondo recuperi l'essenza del bello che consiste nella sua gratuitŕ; nell'essere, cioč, irriducibile a ogni definizione, e che pertanto trova un imprescindibile punto di riferimento nellaplotiniana, tradotta col termine "grazia". La grazia, per la sua neutralitŕ, rappresenta lo spazio aperto in cui far interagire la bellezza e il mondo: ciň che rende possibile un'esperienza che č insieme estetica ed etica. Il carattere immediato della grazia puň essere poi riferito sul piano psicoanalitico all'in quanto cognizione intuitiva propria del procedimento inconscio che attiva successivamente il processo consapevole su un piano culturale, linguistico, storico. Recuperando, quindi, nella gratuitŕ della bellezza anche la componente psicoanalitica che dall'inconscio arriva alla consapevolezza di sé, si amplia il significato stesso di bellezza e dell'esperienza estetica, la quale si contrassegna come conoscenza estesico-estetica che consiste primariamente nell'esercizio di una sensibilitŕ in grado di percepire ed elaborare sensazioni tramite l'. All'incrocio tra etica ed estetica si pone l'esperienza musicale. Nella sua sostanziale intraducibilitŕ, la musica č veicolo o "contenitore di risonanza" per le emozioni: il simbolo musicale appare oggettivamente come significante vuoto che mentre vanifica l'orizzonte dei concetti definiti, evoca quello indefinito dell'immaginazione e degli affetti. L'ascolto musicale, dunque, attiva una percezione interiore, una sorta di "insight estetico" (Di Benedetto, 2000) a livello inconscio, di per sé intraducibile in quanto proprio delle forme del pensiero simmetrico (Matte Blanco, 1981), suscettibile, poi, di essere dispiegato attraverso le relazioni asimmetriche proprie del pensiero logico. Č in questa chiave che puň essere interpretato il concetto di "tensione rinviante" (Morelli, 2010): qualitŕ evolutiva tipicamente umana che ci rende capaci di creare quello che ancora non c'č e di innovare l'esistente. Le esperienze estetiche che emergono dalle categorie a cui questa tensione rinvia hanno nella discontinuitŕ e nella creazione dell'inedito un fattore comune che in musica si ritrova a livello sia compositivo che improvvisativo. In conclusione, la musica, evocando e inducendo emozioni, rimanda a una dimensione di senso il cui nucleo č costituito dalla confluenza di sentire e pensare e che, nell'infinita combinazione di simmetrico e asimmetrico, rivela il vero volto della creativitŕ, in un processo che coinvolge anche la conoscenza e l'apprendimento.
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Barros Asenjo, Santiago. "Evolución de las plantaciones forestales en Chile. Forestación y reforestación." Ciencia & Investigación Forestal 24, no. 3 (July 15, 2018): 89–115. http://dx.doi.org/10.52904/0718-4646.2018.505.

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Abstract:
Usando como base la actualización de plantaciones forestales a diciembre de 2016 el Instituto Forestal (INFOR) efectúa un estudio de proyección de la disponibilidad de madera de plantaciones de pino radiata y eucaliptos para los próximos 30 años, estudio que arroja importantes déficits de madera, que indican que el sector forestal ve detenido el permanente crecimiento que los ha caracterizado desde los años 70 y que el nivel de consumo de madera de 45,8 MM m3 registrado en 2017 no podrá ser recuperado en más de 20 años (2041). La casi ausencia de forestación y la pérdida de casi 200 Mha de plantaciones a causa de los grandes incendios forestales del año 2017 han conducido a la situación descrita y, si se espera retomar el crecimiento sectorial en el año 2041, es indispensable incrementar desde ahora la tasa anual de plantación.
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Cristin, Renato. "Verità e libertà come fundamenti del circolo fenomenologico." Investigaciones Fenomenológicas, no. 4-I (January 15, 2014): 93. http://dx.doi.org/10.5944/rif.4-i.2013.29740.

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Abstract:
Il tema principale del saggio è un’interpretazione del metodo fenomenologico che, focalizzando la questione dell’identità, ne mette in evidenza il lato trascendentale ed egologico. L’obiettivo è il recupero dell’idea di filosofia come scienza rigorosa e il conseguente ritorno alla centralità del soggetto fenomenologico-trascendentale.Viene introdotto il concetto di circolo fenome-nologico, con il quale si intende indicare la ricorsività della riduzione e la necessità di restare in essa, per mantenere il livello fenomenologico dell’esperienza e della conoscenza. Si tratta di una circolarità virtuosa, non solo perché è produttiva, ma anche perché procede attraverso una costante messa fra parentesi dei risultati e una continua riapertura degli orizzonti. Il circolo fenomenologico è un continuo campo di rimandi, caratteristico anche della correlazione noetico-noematica, tra l’io e il mondo, tra la libertà de-ll’atteggiamento e la verità dell’evidenza, un campo polarizzato i cui elementi si relazionano incessantemente e dal quale l’io esce con l’obiettivo però di farvi ritorno. L’io trascendentale dev’essere libero di compiere questo ritorno a se stesso, perché dentro di sé risiede la verità. Questa circolarità è dunque generatrice di libertà per quanto riguarda l’esercizio del metodo del “vedere fenomenologico”, e portatrice di verità per quanto riguarda l’esito del metodo stesso.Viene sottolineato come l’aspirazione fenomenologica a “vivere nella verità” sia uno sforzo per ricostituire quella verità fluente rappresentata dalla vita della soggettività nel terreno del mondo-della-vita. L’epoché, in quanto “totale rivolgimento esistenziale”, diventa il perno di uno stile di vita rivolto alla verità. Per la fenomenologia, vivere nella verità vuol dire vivere nella libertà, perché se la verità scaturisce dall’epoché, e se quest ’ultima si realizza come “sguardo veramente libero”, allora la verità non è solo legata alla libertà, ma ne è anche dipendente.Si sostiene qui che la soggettività fenomenologico-trascendentale rappresenta la chiave per una svolta rispetto alla situazione culturale attuale, nella quale il concetto di “io” è diventato uno dei principali bersagli critici. Viene mostrato come la soggettività sia collegata al metodo: infatti, annota Husserl in un manoscritto del 1924, “la soggettività è il mio tema, ed è un tema puro e in sé conchiuso, indipendente. Mos-trare che e come ciò sia possibile è il compito della descrizione del metodo della riduzione fenomenologica. Il “tema” di Husserl è dunque il suo compito filosofico e la sua missione esistenziale.Da qui si può interpretare anche la fenomenologia dell’intersoggettività sul piano storico-fattuale: la teoria fenomenologica dell’esperienza dell’estraneo non va confusa con i problemi della multiculturalità né tanto meno con le retoriche dell’alterità, ma è un’istanza che ripropone oggi l’antica questione della filosofia che si determina come ethos della theoria e quindi come “ragione pratica”, un’istanza che rimette al centro dell’attenzione quel fondamento che rischia di andare perduto nell’anonimato della tecnoscienza e nell’indistinto di una forma culturale globalizzata e globalizzante, un’istanza che richiama tutti noi a ritornare a ciò che Husserl chiamerebbe la costituzione originaria di senso della civiltà europea.El tema principal del paper es una interpretación del método fenomenológico que, enfocando la cuestión de la identidad, pone en evidencia su dimensión trascendental y egológica. El objetivo es el rescate de la idea husserliana de filosofía como ciencia rigurosa o estricta y el consiguiente regreso a la centralidad del sujeto fenomenológico-trascendental.Se introduce el concepto de círculo fenomenológico, que alude a la recursividad de la reducción y la necesidad de permanecer en ella, para mantener el nivel fenomenológico de la experiencia y del conocimiento. Se trata de una circularidad virtuosa, no sólo porque es productiva, sino porque avanza a través de una constante puesta entre paréntesis de los resultados y una continua reapertura de los horizontes. El círculo fenomenológico es un infinito campo de rebotes referenciales –propio en primer lugar de la correlación noético-noemática– entre el ego y el mundo, entre la libertad de la actitud y la verdad de la evidencia, un campo polarizado cuyas partes se relacionan incesantemente y del cual el ego sale (o se expone) pero con el objetivo de volver a entrar. El ego trascendental debe ser libre de cumplir este retorno a sí mismo, porque dentro de sí reside la verdad. Esta circularidad es entonces generadora de libertad por lo que se refiere al ejercicio del método del “mirar fenomenológico”, y portadora de verdad por lo que se refiere al resultado del método mismo.Se subraya la aspiración fenomenológica a “vivir en la verdad” como esfuerzo que se propone reconstruir esa verdad fluyente constituida por la vida de la subjetividad en el terreno del mundo de la vida. La epoché, en tanto “total transformación existencial”, se vuelve el perno de un estilo de vida orientado hacia a la verdad. Para la fenomenología, vivir en la verdad quiere decir vivir en la libertad, porque si la verdad surge de la epoché, y si esta última se realiza como “mirada verdaderamente libre”, entonces la verdad no está sólo ligada a la libertad, sino que resulta dependiente de ella.Se sostiene que la subjetividad fenomenológico-trascendental representa la clave para un viraje respecto de la situación cultural que prevalece en la actualidad, en la cual el concepto de “yo” se ha vuelto uno de los principales blancos de crítica. Se muestra aquí la radicalidad del nexo entre la subjetividad y el método. En un manuscrito de 1924 Husserl efectivamente anota: “la subjetividad es mi tema, y es un tema puro y en sí completo, independiente. Mostrar que ello es posible y de qué manera, es el cometido de la descripción del método de la reducción fenomenológica”. El “tema” de Husserl es por lo tanto su cometido filosófico y su misión existencial.A partir de aquí es posible interpretar también la fenomenología de la intersubjetividad a nivel histórico-fáctico: la teoría fenomenológica de la experiencia del extraño no debe ser confundida con los problemas de la multiculturalidad ni, menos aún, con las retóricas de la alteridad, sino que es una instancia que vuelve nuevamente actual la antigua cuestión de la filosofía que se determina como ethos de la theoria y por ende como “razón práctica”, una instancia que vuelve a poner al centro de nuestra atención ese fundamento que corría el riesgo de perderse en el anonimato de la tecnociencia y en lo indistinto de una forma cultural globalizada y globalizante, una instancia que reclama un retorno, de parte de todos nosotros, a lo que Husserl llamaría la constitu-ción originaria de sentido de la civilización europea.
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LOZANO-GARCIA, S. "PALINOLOGIA Y PALEOAMBIENTES PLEISTOCENICOS DE LA CUENCA DE MEXICO." Geofísica Internacional 28, no. 2 (April 1, 1989): 335–62. http://dx.doi.org/10.22201/igeof.00167169p.1989.28.2.1034.

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Abstract:
Se analiza el contenido palinológico de un sondeo de 80 m del ex-lago de Texcoco, para establecer una palinoestratigrafía a través del análisis paléoecológico y paleoclimático. Los cambios detectados a través del análisis palinológico están apoyados por los cambios geoquímicos regis­trados en los sedimentos lacustres. La secuencia palinoestratigráfica se explica en términos de variaciones climá­ticas, conjuntamente con las alteraciones que sobre la cubierta vegetal y los suelos produjo el volcanismo de la cuenca. Basándose en la correlación litoestratigráfica y la tasa de depositación estimada, las arcillas lacustres del son­deo comprenden desde el final del Pleistoceno medio hasta el Pleistoceno superior. Se establecen tres zonas con base en el contenido palinológico y características geoquímicas de los sedimentos. La zona A (Pleistoceno medio superior) está dominada por polen de bosque de pino y encino y está presente polen de bosque mesófilo; el clima era templado-húmedo. Las evidencias palcolimnológicas señalan la existencia de un lago de agua dulce durante este período. La zona B (Pleistoceno medio superior) presenta variaciones importantes en el contenido palinológico, domi­nando el polen de comunidades herbáceas; se registra un enfriamiento importante que se correlaciona con la gla­ciación Tomicoxco. Hay gran aporte de material detrítico alóctono y los valores de Na y K se elevan, también hay un aumento considerable de la susceptibilidad magnética y se detecta una importante reducción del nivel lacustre. Hacia el final de la zona el nivel del lago aumenta, se empiezan a recuperar las comunidades boscosas y hay una retracción de las comunidades herbáceas. La zona C, que abarca el Pleistoceno superior, se caracteriza por la dominancia de polen arbóreo (Pinus, Quercus, Alnus). Se registran fluctuaciones paleoclimáticas; en las etapas húmedas, se registra polen de bosque mesófilo y en las etapas menos húmedas domina el polen de los bosques de pino y encino. En general se observa una tendencia moderada pero progresiva hacia la aridez. El lago que en la zona A era de agua dulce poco a poco se transforma en un lago salobre, debido posiblemente a una combinación de hidrotermalismo con un clima progresivamente más seco.
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Fernández-Pérez, Laura, Neptalí Ramírez-Marcial, and Mario González-Espinosa. "Reforestación con Cupressus lusitanica y su influencia en la diversidad del bosque de pino-encino en Los Altos de Chiapas, México." Botanical Sciences 91, no. 2 (June 15, 2013): 207–16. http://dx.doi.org/10.17129/botsci.415.

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Abstract:
El uso extendido de Cupressus lusitanica para reforestar áreas degradadas puede reducir la riqueza y diversidad de bosques húmedos de montaña. Se comparó la composición y estructura de la vegetación leñosa de un área reforestada con C. lusitanica con la de fragmentos de bosque de Pinus-Quercus y bosques secundarios de pino-encino en Los Altos de Chiapas. Los tres tipos de bosque presentaron diferencias significativas (P ? 0.01) en cobertura, riqueza y diversidad de especies leñosas. La mayor área basal de árboles grandes se registró en el bosque de Pinus-Quercus (38.7 m2ha-1) seguida del bosque secundario (16.5 m2ha-1) y la más baja en el sitio reforestado con Cupressus (12.7 m2ha-1). Aunque la menor riqueza (P ? 0.05) de especies arbóreas se registró en esta última condición (16 especies), comparada con el bosque de Pinus-Quercus (18) y el bosque secundario (30 especies), la diversidad de árboles (> 10 cm de diámetro a la altura del pecho) resultó mayor en el sitio reforestado con Cupressus (P ? 0.05). Las principales variables edáficas que explicaron las diferencias entre las parcelas mediante un análisis de escalamiento no métrico multidimensional fueron el contenido de fósforo y arcilla (P < 0.05). Se concluye que la reforestación después de 28 años ha sido efectiva para recuperar la cobertura del sitio; además de permitir la presencia de varias de las especies encontradas en los bosques aledaños no reforestados.
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Pacheco-Aquino, Guadalupe, Elvira Durán Medina, and José Antonio Benjamín Ordóñez-Díaz. "Estimación del carbono arbóreo en el área de manejo forestal de Ixtlán de Juárez, Oaxaca, México." Revista Mexicana de Ciencias Forestales 6, no. 29 (February 16, 2018): 126–45. http://dx.doi.org/10.29298/rmcf.v6i29.221.

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Abstract:
Los bosques son claves para mitigar el cambio climático global, y con un adecuado manejo pueden conciliar la producción de madera con la captura de carbono. Este estudio usó una metodología general que a partir de información del programa de manejo forestal de Ixtlán de Juárez, Oaxaca consistente en los volúmenes existentes y extraídos de pino y encino y el incremento corriente anual, permitió estimar el potencial de captura, el almacén y la dinámica del carbono en el área de manejo forestal (AMF). En esta, el potencial de captura fue de 58 577.24 MgCO e año-1, con un promedio de 1.36 MgC ha-1año-1 (± 0.31). El almacén de carbono en las 2 zonas de reservas comerciales y de conservación fue de 2 942 558.22 MgCO2e. No obstante en 1 211.00 ha se removió 63.0 % del carbono inicial, ocho años después ya se había recuperado 1.7 % del carbono extraído. Los resultados mostraron que en el AMF, a la par del aprovechamiento de madera, se captura y mantiene un importante almacén de carbono. Lo anterior constituye una línea base de carbono forestal, con la cual se podría implementar un proyecto de captura, para que la comunidad pudiese recibir ingresos adicionales para mejorar el manejo del bosque, y generar información para afinar la estimación del carbono. La metodología empleada fue práctica y los valores obtenidos coincidieron, en orden de magnitud, con los citados para otros bosques mexicanos. La aproximación propuesta es posible implementarla en otras comunidades, con programas de manejo forestal para extracción de madera.
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Lira, Juliana Lisboa Feitoza, Lidiane Lins Dutra, Valéria Cristina Rodrigues da Costa, Maria Emanuella Letícia da Silva, Natália Gomes de Oliveira, and Luís Felipe Espíndola-Castro. "Restaurações indiretas em resina composta em cavidades com diferentes profundidades: Relato de caso." Research, Society and Development 10, no. 4 (April 24, 2021): e58810414439. http://dx.doi.org/10.33448/rsd-v10i4.14439.

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Abstract:
Restaurações indiretas em resina composta são comumente usadas em dentes posteriores nas diferentes cavidades, permitindo maior resistência ao desgaste, adaptação marginal, estabelecimento de contatos proximais e maior dureza, uma vez que passam pelo processo de termopolimerização. O objetivo desse estudo é relatar um caso clínico de substituição de restaurações em amálgama por restaurações indiretas em resina composta em cavidades com diferentes profundidades. Paciente, sexo feminino, 34 anos, procurou a clínica odontológica de uma instituição privada, queixando-se de insatisfação estética nas restaurações em amálgama nos dentes 45, 46 e 47. Após exame clínico, devido à extensão das cavidades, foi sugerido a realização de restaurações indiretas em resina composta nos três elementos. Após a remoção do amalgama, com ponta diamantada, avaliou-se as profundidades das cavidades dos dentes. No dente 45, realizou-se tratamento endodôntico e instalação de pino de fibra de vidro. No dente 46 foi realizado um capeamento pulpar indireto e no dente 47 não foi realizado nenhum tratamento de proteção pulpar. Posteriormente, os dentes foram preparados para restaurações indiretas com ponta diamantada #3131, em seguida, foram moldados com silicone de adição, prosseguindo com vazamento do molde com gesso tipo IV. O modelo foi troquelizado pela técnica de duplo vazamento e as restaurações em resina composta foram confeccionadas sobre o modelo. Na sessão seguinte, as restaurações foram cimentadas com cimento resinoso dual autoadesivo. Por fim, foi realizado o ajuste oclusal, seguido do acabamento e polimento. As terapêuticas empregadas foram eficazes para recuperar a forma anatômica e estética dos elementos dentários envolvidos.
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D’Ambrosio, Maria, and Giovanni Laino. "Educatori come designer degli spazi perFormativi. Asili nido come ‘fabbriche' di cittadinanza e innovazione sociale." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 39–57. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001005.

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Abstract:
Il saggio apre uno spazio di riflessione sul tema della povertà educativa attraverso una pro-posta teorica e metodologica che investe le politiche e i servizi per l'infanzia di un ruolo stra-tegico nel ridisegno di un ecosistema territoriale in grado di qualificare in chiave pedagogica gli spazi e le attività rivolte ai minori e alla genitorialità. Una qualità pedagogica che passa per i professionisti dell'educazione, quindi per la loro formazione e per la loro postura da ricercatori in situazione, e anche per una pianificazione urbanistica strategica in grado di coniugarsi con una ‘visione' di città che contenga l'idea di spazio urbano e di relativa comu-nità educante, attenta alla complessità delle dinamiche che producono diseguaglianze, mar-ginalità e le molte forme di povertà. In questo senso, e recuperando una responsabilità istitu-zionale connessa alla responsabilità di ciascun professionista, il saggio fa emergere anche quanto pensato e sperimentato nell'attuazione del progetto IRIS (Interventi per Riqualificare e Innovare la Scuola) riferito agli asili nido e ai servizi per l'infanzia del Comune di Napoli. Politiche socio-educative e politiche urbane vengono lette come strumenti per connettere e articolare in chiave pedagogica, emancipativa, trasformativa, le azioni strutturali e integrate in grado di rispondere ai bisogni dell'infanzia e al ruolo dei professionisti dell'educazione, perché proprio a partire da questi professionisti si possa nutrire e potenziare la loro capacità/necessità di partecipazione alla vita e alla costruzione-rigenerazione dei legami sociali/territoriali, in chiave di contrasto alla povertà educativa. Si tratta cioè di recuperare per le professioni socio-educative e per i decisori istituzionali e i pianificatori delle politiche e dei servizi educativi, quella ‘sensibilità' e quella operosità, e quindi quella Vita Activa, rintraccia-ta dalla Arendt (1958) come specifica della condizione umana. Una condizione, quella sensi-bile e activa, quindi altamente interattiva e partecipativa, che ciascuno è chiamato a recupe-rare e a nutrire, proprio attraverso una qualità del gesto e della pratica educante che va ben oltre gli ‘spazi' destinati all'educazione. "L'educazione non è un'isola", sosteneva Jerome Bruner (1996), e in questo senso le politiche e i servizi educativi si devono riconnettere a una più estesa e complessa cultura dell'educazione che emerge proprio dalle dinamiche urbane, sociali, culturali, e trova nello spazio extra-quotidiano dell'educativo una possibilità concreta di innovazione e di nuova traiettoria. La qualità (pedagogica) dei servizi educativi in un qua-dro istituzionale di Welfare, è dunque quella possibilità della policy di tradursi in agency e di generare innovazione sociale ovvero variazioni sul piano della povertà educativa e dei feno-meni con cui si manifesta. La qualità (pedagogica) ha necessità di prendere corpo e di farsi spazio rigenerandosi in nuove pratiche che lavorino proprio sul nesso tra corpi e spazi, e sulla loro reciproca capacità di interazione. Lo scritto è dunque attraversato da un evidente sguardo epigenetico che tiene insieme rifles-sione epistemologica e sua istanza metodologica e qualifica le pratiche educative come ‘pale-stre' di cittadinanza e di coesione sociale in chiave trasformativa e rigenerativa, sia sul piano individuale che su quello politico e delle politiche, così da far emergere la metodologia ‘em-bodied' (Bongard-Pfeifer, 2007) come approccio bio-politico al governo ‘sensibile' del ‘vivente': perché l'educazione e la politica possono insieme ridisegnare un nuovo ecosistema per il process generativo della creatura vivente/living creature (Dewey, 1934).
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Toro Uribe, Jorge A., and Walter F. Castro. "Condiciones que activan la argumentación del profesor de matemáticas en clase." Revista Chilena de Educación Matemática 12, no. 1 (April 20, 2020): 35–44. http://dx.doi.org/10.46219/rechiem.v12i1.11.

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Abstract:
¿Cuáles son las condiciones que activan la argumentación del profesor de Matemáticas durante la discusión de tareas en clase? En este artículo se presentan posibles respuestas a esta pregunta, en el marco de un estudio que pretende comprender la argumentación del profesor de Matemáticas en un ambiente habitual de clase. Para ello se presenta una fundamentación teórica sobre la argumentación en la clase de Matemáticas. Los datos forman parte de un estudio más amplio, los cuales se tomaron durante lecciones de clase de décimo grado (estudiantes de 15 a 16 años), mientras la profesora y sus estudiantes discutían tareas sobre trigonometría. Se discuten fragmentos de episodios de clase, donde se describen indicadores de las condiciones que podrían activar la argumentación del profesor. Referencias Boero, P. (2011). Argumentation and proof: Discussing a “successful” classroom discussion. En M. Pytlak, T. Rowland, y E. Swoboda (Eds.), Actas del 7th Congress of the European Society for Research in Mathematics Education (pp. 120-130). Rzeszów, Polonia: ERME. Common Core State Standards Initiative. (2010). Common Core State Standards for Mathematics. Recuperado desde http://www.corestandards.org/assets/CCSSI_Math%20Standards.pdf Conner, A., Singletary, L., Smith, R., Wagner, P., y Francisco, R. (2014). Teacher support for collective argumentation: A framework for examining how teachers support students’ engagement in mathematical activities. Educational Studies in Mathematics, 86(3), 401-429. https://doi.org/10.1007/s10649-014-9532-8 van Eemeren, F., Grassen, B., Krabbe, E., Snoeck Henkemans, F., Verheij, B., y Wagemans, J. (2014). Handbook of Argumentation Theory. Dordrecht, Países Bajos: Springer. van Eemeren, F. y Grootendorst, R. (2011). Una Tteoría Sistemática de la Argumentación. La Perspectiva Pragmadialéctica. Buenos Aires, Argentina: Editorial Biblos. Knipping, C., y Reid, D. (2015). Reconstructing argumentation structures: A perspective on proving processes in secondary mathematics classroom interactions. En A. Bikner-Ahsbahs, C. Knipping, y N. Presmeg (Eds.), Approaches to qualitative research in mathematics education (pp. 75-101). New York: Springer. Krummheuer, G. (2011). Representation of the notion ‘‘learning-as-participation’’ in everyday situations of mathematics classes. ZDM Mathematics Education, 43(1), 81-90. https://doi.org/10.1007/s11858-010-0294-1 Metaxas, N. (2015). Mathematical argumentation of students participating in a mathematics–information technology project. International Research in Education, 3(1), 82-92. https://doi.org/10.5296/ire.v3i1.6767 Metaxas, N., Potari, D., y Zachariades, T. (2016). Analysis of a teacher’s pedagogical arguments using Toulmin’s model and argumentation schemes. Educational Studies in Mathematics, 93(3), 383-397. https://doi.org/10.1007/s10649-016-9701-z Pino-Fan, L., Assis, A., y Castro, W. (2015). Towards a methodology for the characterization of teachers' didactic-mathematical knowledge. EURASIA Journal of Mathematics, Science & Technology Education, 11(6), 1429-1456. https://doi.org/10.12973/eurasia.2015.1403a Prusak, N., Hershkowitz, R., y Schwarz, B. (2012). From visual reasoning to logical necessity through argumentative design. Educational Studies in Mathematics, 79(1), 19-40. https://doi.org/10.1007/s10649-011-9335-0 Santibáñez, C. (2015). Función, funcionalismo y funcionalización en la teoría pragma-dialéctica de la argumentación. Universum, 30(1), 233-252. https://dx.doi.org/10.4067/S0718-23762015000100014 Schoen, R. C., LaVenia, M., y Ozsoy, G. (2019). Teacher beliefs about mathematics teaching and learning: Identifying and clarifying three constructs. Cogent Education, 6(1), 1-29. https://doi.org/10.1080/2331186X.2019.1599488 Selling, S., Garcia, N., y Ball, D. (2016). What does it take to Develop Assessments of Mathematical Knowledge for Teaching?: Unpacking the Mathematical Work of Teaching. The Mathematics Enthusiast, 13(1), 35-51. Sfard, A. (2008). Thinking as communicating. Human development, the growth of discourses, and mathematizing. Cambridge, Reino Unido: Cambridge University Press. Solar, H. (2018). Implicaciones de la argumentación en el aula de matemáticas. Revista Colombiana de Educación, 74, 155-176. https://doi.org/10.17227/rce.num74-6902 Solar, H., y Deulofeu, J. (2016). Condiciones para promover el desarrollo de la competencia de argumentación en el aula de matemáticas. Bolema, 30(56), 1092-1112. http://dx.doi.org//10.1590/1980-4415v30n56a13 Staples, M., y Newton, J. (2016). Teachers' Contextualization of Argumentation in the Mathematics Classroom. Theory into Practice, 55(4), 294-301. https://doi.org/10.1080/00405841.2016.1208070 Stylianides, A., Bieda, K., y Morselli, F. (2016). Proof and Argumentation in Mathematics Education Research. En Á. Gutiérrez, G. Leder, y P. Boero (Eds.), The Second Handbook of Research on the Psychology of Mathematics Education (pp. 315-351). Rotterdam, Países Bajos: Sense Publishers. Toro, J. y Castro, W. (2019a). Features of mathematics’ teacher argumentation in classroom. En U. T. Jankvist, M. van den Heuvel-Panhuizen, y M. Veldhuis (Eds.), Proceedings of the Eleventh Congress of the European Society for Research in Mathematics Education (pp. 336-337). Utrecht, the Netherlands: Freudenthal Group & Freudenthal Institute, Utrecht University and ERME. Toro, J., y Castro, W. (2019b). Purposes of mathematics teacher argumentation during the discussion of tasks in the classroom. En M. Graven, H. Venkat, A. Essien, y P. Valero (Eds.), Proceedings of the 43rd Conference of the International Group for the Psychology of Mathematics Education (Vol. 4, pp. 458-477). Pretoria, Sudáfrica: PME. Toulmin, S. (2007). Los usos de la argumentación. Barcelona, España: Ediciones Península.
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Ciriello, Marina, and Mariaconsiglia Calabrese. "L’intervento fisioterapico nel paziente con piede diabetico." Journal of Advanced Health Care, September 16, 2019. http://dx.doi.org/10.36017/jahc1909-006.

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Abstract:
Il diabete mellito è oggi una delle più comuni malattie non trasmissibili in tutto il mondo. In molti paesi in via di sviluppo e di recente industrializzazione il numero di pazienti affetti cresce a ritmi vertiginosi. Tra le complicanze del diabete un ruolo sempre più rilevante assume la complicanza “piede diabetico”. È questa la complicanza che comporta per i diabetici il maggior numero di ricoveri ospedalieri, e per la quale i costi sono ingenti. Le ulcere del piede diabetico spesso si traducono in esiti gravemente avversi, come infezioni gravi, la necessità di ricovero in ospedale e amputazioni agli arti inferiori, che sono associati a una mortalità a 5 anni di circa il 50% La comparsa di un’ulcera in un paziente diabetico ne condiziona in maniera importante la qualità di vita ma anche la sopravvivenza Questa sindrome ha un decorso tipicamente subdolo ed asintomatico nelle sue fasi iniziali e l'insorgenza di sintomi conclamati è associata alla compromissione di funzionalità totale o parziale dell'area interessata. Appare quindi chiara l'importanza della prevenzione La Riabilitazione può avere un ruolo importante già nella prevenzione del piede diabetico. Studi recenti lo hanno suggerito che la fisioterapia può essere utile in pazienti con diabete e predisposizione a ulcera del piede L’esercizio influenza positivamente i fattori associati alla polineuropatia diabetica, promuovendo la funzione micro vascolare, riducendo lo stress ossidativo e provocando un aumento dei fattori neurotrofici. Gli effetti positivi dell’esercizio terapeutico sono connessi al miglioramento della funzione endoteliale e alla diminuzione della risposta infiammatoria, oltre al miglioramento del metabolismo e della forza dei muscoli scheletrici Ma l’esercizio terapeutico è utile anche nei pazienti con ulcera, anche grazie all'aumento del flusso di sangue nella regione del piede, con conseguente miglioramento della guarigione delle ferite Tra i tanti approcci riabilitativi, l’approccio neurocognitivo si propone di favorire il recupero della adattabilità del piede e della capacità di raccogliere informazioni indispensabili per l’organizzazione del movimento, nelle varie condizioni di interazione corpo-suolo Essendo quindi evidente l’utilità dell’intervento fisioterapico nella prevenzione nei pazienti a rischio di piede diabetico e nell’intervento terapeutico rivolto ai pazienti con piede diabetico, i PDTA- Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali per questi pazienti dovrebbero prevedere un piano assistenziale che includa l’intervento riabilitativo, inserendo nel team, accanto alle altre figure previste anche il fisioterapista.
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Paixão, Alexandro Henrique, and Patricia Amorim de Paula. "Os modos de vida das musicistas no Rio de Janeiro oitocentista." Revista Em Pauta 19, no. 47 (December 10, 2020). http://dx.doi.org/10.12957/rep.2021.56081.

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Abstract:
O objetivo deste artigo é apresentar os modos de vida das mulheres que viviam no Rio de Janeiro oitocentista e dedicaram parte de sua vida à carreira musical. Elas foram professoras de piano e de canto, intérpretes e compositoras, mas seus nomes não estão inscritos na história da música brasileira. O esforço metodológico consiste em recuperá-los dentre as páginas da imprensa fluminense e, assim, mapear fragmentos dessa história para que ela sobreviva à ação do tempo. O ponto é colocar a versão oficial da história em perspectiva, trazendo novos elementos relativos à participação dessas mulheres na vida social, revelando aspectos de suas vidas que podem contribuir para a construção de uma nova narrativa sobre a cena musical no Rio de Janeiro oitocentista. Palavras-Chave: musicistas; estudos de gênero; imprensa oitocentista; Rio de Janeiro.
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Zoethout, Margriet Antoinette. "Recuperar el control estatal en territorio de la Mara Salvatrucha: un análisis a partir del acuerdo “Santa Tecla Municipio Libre de Violencia”." Revista Policía y Seguridad Pública, August 14, 2015, 179–246. http://dx.doi.org/10.5377/rpsp.v5i1.1989.

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Abstract:
Este artículo presenta la primera parte de una investigación más amplia sobre el control social y territorial de la Mara Salvatrucha en la colonia San José del Pino y la comunidad San Rafael, ambas del municipio de Santa Tecla. En un estudio de caso en el marco de una Maestría en Estudios Latinoamericanos en la Universidad de Ámsterdam, se han mapeado los efectos de las políticas preventivas de seguridad pública en la zona, con énfasis en la estrategia “Santa Tecla Municipio Libre de Violencia” (MLV). El artículo analiza los efectos del proceso de pacificación, generado a partir de 2012 con la implementación de la filosofía de policía comunitaria y la estrategia MLV, para el tejido social y el sostenimiento local en las comunidades mencionadas. También se evalúa la recuperación de la gobernanza local después de décadas de ausencia estatal en la zona. Como resultado de las nuevas políticas de seguridad pública, los índices de delincuencia han bajado, el temor ha disminuido, el sostenimiento local ha mejorado, y valores y redes sociales están reestablecidas. Sin embargo, es necesario crear una política de seguridad pública que le dé sostenimiento a mediano y largo plazo a las demandas y necesidades del sector, independientemente de quién gobierne el municipio; este esfuerzo no puede detenerse si se quieren resultados positivos.Revista Policía y Seguridad Pública 5(1) 2015: 179-246
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Zoethout, Margriet Antoinette. "Consolidar el control estatal en territorio de la Mara Salvatrucha: Lecciones del trabajo comunitario en comunidades de alto riesgo." Revista Policía y Seguridad Pública, December 13, 2016, 115–204. http://dx.doi.org/10.5377/rpsp.v6i2.2991.

Full text
Abstract:
Este artículo presenta la segunda parte de una investigación más amplia sobre la colonia San José del Pino y la comunidad San Rafael, del Municipio de Santa Tecla, una zona de alto riesgo que por varios años estuvo bajo control de la Mara Salvatrucha. El establecimiento en 2012 de un puesto de Policía comunitaria en la colonia, sentó la base para un proceso de pacificación. Esto último aunado a varios beneficios adicionales en materia de seguridad, de servicios públicos y de programas de desarrollo y reinserción para la población local, que incluyó a jóvenes en riesgo y miembros de pandilla. El Estado ha podido recuperar el control social y territorial en la zona. Sin embargo, cambios de estrategias de seguridad pública y de dinámicas entre los distintos actores en el territorio, durante el contexto de las elecciones presidenciales en 2014 y municipales en 2015, generaron otros impactos en los esfuerzos de recuperación del territorio por parte del Estado. Existen indicios de nuevas expresiones de violencia pandilleril y, a pesar de la presencia permanente de la Policía en la colonia, se ha podido constatar que la pandilla todavía mantiene su propio sistema de control territorial. Déficits en la seguridad pública, en los servicios públicos y en la legitimidad del Estado, favorecen también el control social de dicha estructura en la zona.
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