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Morgantini, Filippo. "Torino, piazza dello statuto." STORIA URBANA, no. 132 (February 2012): 203–26. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132007.

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Abstract:
Nota soprattutto per gli aspetti politici, economici e urbanistici, la Piazza Statuto a Torino propone ancora molti quesiti irrisolti circa i riferimenti culturali adottati ed i protagonisti coinvolti nella raffinata configurazione architettonica dell'uniforme complesso di edifici che la caratterizzano. Il nuovo studio evidenzia come, nella piazza edificata fra il 1864 e il 1868 per celebrare lo Statuto Albertino (la costituzione concessa dal re Carlo Alberto), alcune ingegnose proposte indirizzate a definire uno stile architettonico nazionale (Italiano), furono messe in ombra da un piů spettacolare e meglio conosciuto classicismo internazionale. Dalle complesse vicende costruttive emergono, inaspettatamente, figure di tecnici solidi e affidabili ma dalle non troppo spiccate capacitŕ creative, i cui riferimenti, nonostante la diretta partecipazione inglese, portano quasi sempre verso Parigi, sia per continuitŕ con i modelli neoclassici d'inizio secolo, sia per la forte influenza della cultura francese in tutta Europa. Con il trasferimento della capitale, ancor prima del completamento degli edifici, la piazza diviene uno dei luoghi-simbolo della nuova vocazione borghese e industriale della cittŕ, sottolineata dall'erezione del monumento agli uomini che scavarono il tunnel del Frejus; le testimonianze letterarie, pur in modo parziale e soggettivo, testimoniano, tuttavia, la difficoltŕ di assegnare funzioni simboliche a quegli spazi.
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Agger, Gunhild. "Fra Piazza del Popolo og fortællingen som genre." K&K - Kultur og Klasse 21, no. 76 (February 8, 1994): 111–36. http://dx.doi.org/10.7146/kok.v21i76.22137.

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Pertot, Gianfranco. "Milano e le difese militari da Napoleone al 1900: dismissioni, distruzioni, restauri." STORIA URBANA, no. 136 (March 2013): 29–67. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-136002.

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Abstract:
L'occupazione napoleonica di Milano portň con sé la demolizione dei baluardi del castello, una nuova piazza d'armi, un piano rivoluzionario quanto idealistico (quello dell'Antolini). Con la nuova concezione di guerra, di difesa e di offesa le mura persero la loro principale funzione e rimasero in auge come confine tributario, le porte divennero nuovi capisaldi monumentali o scomodo intralcio alla circolazione, le truppe trovarono spazi e ospitalitŕ in un gran numero di conventi del centro espropriati al tempo della dominazione austriaca. Questo stato di cose perdurň per buona parte dell'Ottocento, fino a quando le mutate condizioni politiche e socio-economiche, unitamente ad una rapida crescita demografica, videro la cittŕ scavalcare le sue mura, e porre il problema della regolazione della crescita attraverso nuovi strumenti urbanistici, mentre una spregiudicata imprenditoria del denaro avviava enormi speculazioni immobiliari sulle aree del demanio militare, in particolare sulla piazza d'armi napoleonica. S'innescarono a catena questioni paradigmatiche: la costruzione del nuovo Quartiere delle Milizie, lo spostamento reiterato della nuova piazza d'armi, la stipula di convenzioni fra Comune e demanio per la permuta di aree e caserme, la demolizione di Porte, Pusterle e delle mura spagnole. Un processo che ha generato contraddizioni che si consegnano ancora irrisolte alla Milano del Piano di Governo del Territorio (PGT).
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Musso, Stefano Francesco. "Genova: echi e tracce del Risorgimento e dell'Unitŕ d'Italia." STORIA URBANA, no. 132 (February 2012): 83–109. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132004.

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Abstract:
Il saggio tenta di mettere in luce i legami profondi e meno evidenti che sembrano intercorrere tra la storia generale del Risorgimento italiano (che fece di Genova, grazie anche a protagonisti quali Nino Bixio, Goffredo Mameli e Giuseppe Mazzini, una delle "patrie ideali") e alcune delle molte tracce fisiche che essa ha lasciato nel tessuto costruito della cittŕ. L'Autore propone la rilettura di alcuni episodi di trasformazione e formazione della cittŕ negli anni delle vicende risorgimentali con riferimento al momento in cui queste conobbero una prima conclusione in coincidenza con la proclamazione del regno d'Italia: il caso di via Garibaldi, ad esempio, che fu aperta demolendo chirurgicamente parte dei circostanti quartieri medievali, per collegare al nuovo centro della cittŕ, organizzato intorno a piazza De Ferrari, la cinquecentesca via Aurea, sede dell'antica classe oligarchica, attraverso piazza Fontane Marose. Oppure con la costituzione di ambiti celebrativi, come nel caso emblematico del nuovo snodo urbano di piazza Corvetto con le statue raffiguranti Giuseppe Mazzini e Vittorio Emanuele II. La rilettura di alcuni episodi noti e ormai oggetto di numerose analisi, anche recenti, si estende poi agli anni e decenni successivi a quella data (almeno fino ai primi anni del Novecento) che ebbe certo un forte impatto simbolico ma non altrettanto evidenti e immediate ricadute sulla vita e sulla struttura della cittŕ. Tutto ciň determinň anche diffuse e dolorose demolizioni, mutilazioni o spostamenti di antichi monumenti.
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Nifosì, Chiara. "Una piazza come anticipazione di una nuova visione." TERRITORIO, no. 93 (January 2021): 61–69. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093010.

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Abstract:
Attuando uno dei principali obiettivi del nuovo Piano di governo del territorio di Romano di Lombardia, la rigenerazione della piazza Don Sandro Manzoni ha risposto alla necessità di riconquistare uno dei luoghi più sensibili per la collettività, limitando le risorse investite. Il nuovo spazio pubblico si configura come un suolo comune, dinamico, flessibile e multifunzionale: un grande prato in grado di accogliere attività diversificate e il gioco libero, un'estesa superficie disegnata per gli eventi, lo sport, i mercatini e le feste di quartiere. Questo piccolo intervento non solo risponde a principi di rammendo dell'esistente, ma soprattutto esemplifica un efficiente processo di integrazione sia degli strumenti di pianificazione e di progetto, sia della moltitudine di soggetti e risorse a vario titolo coinvolti.
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Ventrone, Angelo. "LA STRAGE DI PIAZZA FONTANA." Il Politico 251, no. 2 (March 3, 2020): 105–20. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.238.

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Abstract:
Qual è il significato della strage di Piazza Fontana nella recente storia italiana? Innanzitutto, un insieme di cesure che segnano profondamente il rapporto tra i cittadini e lo Stato. In particolare, l'emergere di una violenza politica radicale, insieme al coinvolgimento degli apparati statali nella sua attuazione, e la diffusione di un forte sentimento di sfiducia nei confronti della classe politica dominante (sempre più implicata nella cosiddetta trame nere) e delle istituzioni. In quel momento inizia un processo di delegittimazione, che ha colpito in primo luogo la classe politica dominante, ma che nella seconda metà degli anni Settanta si ripercuoterà sempre più anche sui partiti dell'opposizione, considerati ugualmente incapaci di fermare il degrado del Paese. Una parte significativa dell'opinione pubblica comincerà allora a guardare ai settori più attivi e anticonformisti della magistratura nella speranza di far luce su ciò che è oscuro sullo sfondo della Repubblica. Un auspicio che rappresenta un'esplicita richiesta alla magistratura di svolgere un ruolo di sostituzione e di controllo su un mondo politico ormai considerato chiuso in sé, non di rado corrotto e privilegiato, e comunque lontano dal "Paese reale".
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Nicosia, Manuela, and Valentina Pappalardo. "Lo spazio urbano come oggetto di osservazione: valenze simboliche e aspetti funzionali." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 97 (May 2012): 100–114. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-097008.

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Abstract:
Il lavoro č il risultato di un'esperienza osservativa che ha preso le mosse dall'ipotesi iniziale di Piazza della Loggia a Brescia come luogo turistico. L'osservazione del contesto fisico-sociale ha permesso di individuarne due funzioni sociali, una fruitiva (connessa ai diversi soggetti: turisti, abitanti e immigrati) ed una simbolica legata alla celebrazione della memoria collettiva, e allo stesso tempo una debole valenza di "piazza", intesa come spazio di socializzazione.
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Newbigin, Nerida, Tomaso Garzoni, Paolo Cherchi, Beatrice Collina, and Giovanni Battista Bronzini. "La piazza universale di tutte le professioni del mondo." Sixteenth Century Journal 29, no. 1 (1998): 157. http://dx.doi.org/10.2307/2544429.

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Bellone, Cinzia B., Paolo Trevisani, and Antonio Colonna. "Piazza Testaccio: esperienza di partecipazione nel recupero di uno spazio urbano nel centro storico di Roma." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 128 (August 2020): 64–79. http://dx.doi.org/10.3280/asur2020-128005.

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Abstract:
Il successo del recupero di Piazza Testaccio, nello storico rione di Roma, testimonia come la complessa partecipazione attiva dei cittadini, a prescindere dal supporto dei regolamenti vigenti, sia fondamentale per riqualificare i luoghi nei quali si vive. L'esperienza analizzata insegna che il "contributo utile" non è dato da un prodotto specifico ma da uno scambio continuo tra Amministrazione e cittadini, una sorta di controllo reciproco durante le fasi cruciali della realizzazione dell'opera. .
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Smith, Graham. "Gaetano Baccani's "Systematization" of the Piazza del Duomo in Florence." Journal of the Society of Architectural Historians 59, no. 4 (December 1, 2000): 454–77. http://dx.doi.org/10.2307/991621.

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Abstract:
Emilio de Fabris's completion of the west front of Santa Maria del Fiore is the best-known of the architectural interventions carried out during the nineteenth century in the Piazza del Duomo and Piazza di San Giovanni in Florence. But this initiative was preceded by an earlier one that was more radical in character, insofar as it transformed the area around the Campanile and Duomo. A proposal of November 1823 by the architect Gaetano Baccani resulted in the demolition of a large part of the late medieval cathedral canonry and the creation of an extensive new piazza on the south side of Santa Maria del Fiore. This intervention introduced two issues that were to become fundamental to the notion of urban patrimony. On the one hand, it prompted consideration of the relationship between a historic monument and its ambience; on the other, it brought into focus the tension that was likely to exist between conservation and the creation of a modern urban environment. The present study publishes Baccani's formal submission to the Deputazione Secolare sopra l'Opera di Santa Maria del Fiore and draws on other documents preserved in the Archivio dell'Opera to construct a detailed history of the project. The study also introduces other literary and visual materials to establish the nature of Baccani's "systematization" of the Piazza del Duomo. Baccani's project is linked retrospectively to a Napoleonic plan for the modernization of Florence, but it is discussed also as a harbinger of later programs of urban renewal in Florence and in other Italian cities. The paper outlines the history of the canonry compound and places Baccani's reorganization of it in the context of the development of a new relationship between church and state in Florence. The piazza likewise is considered in relation to the transformation of Florence into a modern, orderly city, well-suited to the growing tourist industry. From Baccani's proposal to the Deputazione Secolare it is apparent that he wished it to be believed that his project was in keeping with the intentions of the original architects of the Duomo. The present study considers Baccani's project in this light, while also assessing the extent to which his plans were rooted in his own time. In particular, Baccani's conception of the area around the Duomo is discussed in relation to other urbanistic projects that were planned in Florence, Milan, and Rome during the Napoleonic period. Finally, Baccani's scheme is considered in relation to recent studies of the area around the Duomo by Piero Sanpaolesi, Margaret Haines, and Marvin Trachtenberg. The paper establishes that Baccani's intervention fundamentally changed the manner in which Santa Maria del Fiore and the Campanile could be seen, revealing an "ideal" view of the two buildings in juxtaposition. Baccani's vision is discussed in relation to a widespread nineteenth-century wish to consecrate the individual monument. The study concludes by introducing a number of unfamiliar images of the Campanile and Duomo and proposes that they lent authority to Baccani's concept of a "best" general view of these monuments.
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Bruti Liberati, Edmondo. "LA MAGISTRATURA: LA “RADICALE SVOLTA” DELLA METÀ DEGLI ANNI SESSANTA DEL NOVECENTO." Il Politico 251, no. 2 (March 3, 2020): 77–104. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.237.

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Abstract:
Nel 1964 Magistratura Democratica, un nuovo gruppo di giudici e procuratori, sostenne un "cambiamento radicale" all'interno dell'Associazione Nazionale Magistrati volto a far rispettare i nuovi principi della Costituzione democratica del 1948. Il "cambiamento radicale" sostenuto da Magistratura Democratica ebbe una forte influenza sulla dichiarazione finale redatta dal XII Congresso ANM organizzato a Gardone nel 1965. Per la prima volta le donne parteciparono al congresso: fino ad allora le donne erano scandalosamente discriminate nell'accesso alla magistratura. Studenti e movimento operaio (1968) scossero la società italiana e la magistratura non fu protetta. Gli anni tra il 1968 e il 1974, nonostante la "strategia della tensione" e le bombe (Milano Piazza Fontana 1969, Milano Centrale di Polizia 1973, Brescia Piazza della Loggia 1974), sono la stagione delle riforme, che riflettono il profondo cambiamento della società e danno un nuovo ruolo alla magistratura. La magistratura che nella seconda metà degli anni Settanta ha sfidato e combattuto il terrorismo e la mafia è stata la magistratura nata dal "cambiamento radicale" iniziato a metà degli anni Sessanta.
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Marina, Areli. "Order and Ideal Geometry in the Piazza del Duomo, Parma." Journal of the Society of Architectural Historians 65, no. 4 (December 1, 2006): 520–49. http://dx.doi.org/10.2307/25068327.

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Sciutteri, Bruno, Bruno Tortia, and Emanuele Bignamini. "Gli outcome nel trattamento dell'alcoldipendenza. L'esperienza del SA di piazza Montale – Torino." MISSION, no. 51 (April 2019): 37–41. http://dx.doi.org/10.3280/mis51-2018oa7514.

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Abstract:
Lo studio riguarda i dati clinici di efficacia dei trattamenti dell'utenza in carico al Servizio di Alcologia (SA) del Dipartimento Dipendenze Torino Nord nell'anno 2016. A fronte di un'utenza complessiva afferente al servizio nell'intero anno 2016   corrispondente a 212 utenti, i dati di efficacia verificati riguardano 144 pazienti per i quali sono stati individuati e verificati 236 obiettivi di cui 132 sanitari e 104 psico-socio-educativi (pse). La valutazione di efficacia viene espressa percentualmente, a seconda del grado di realizzazione, in obiettivi realizzati, parzialmente realizzati e non realizzati. L'efficacia del SA è quasi sovrapponibile a quella dei SerD in assenza di farmaco agonista. Il dato di efficacia degli obiettivi sanitari è significativamente superiore a quello degli obiettivi pse, tuttavia  bisogna considerare che il trattamento pse richiede  un "cambiamento" della persona  più "realizzativo", inevitabilmente meno efficace nel breve termine, ma potenzialmente determinante nel lungo periodo.
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Golan, Romy. "Vitalità del negativo/Negativo della vitalità." October 150 (October 2014): 113–32. http://dx.doi.org/10.1162/octo_a_00203.

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Abstract:
Vitalità del negativo nell'arte italiana 1960/70, an exhibition that occupied the ground floor of the monumental Palazzo delle Esposizioni from November 30, 1970, to January 31, 1971, revived an ideologically loaded site in Rome under the mantle of contemporary art. Curated by Achille Bonito Oliva, it featured thirty-four Italian artists from a wide range of schools and mediums: painters from the Scuola di Piazza del Popolo (the Roman school of Pop); members of the ′60s Milanese group Azimut; kinetic environments by Padua's Gruppo N and Milan's Gruppo T; artists from Arte Povera; and other, more idiosyncratic installation artists.
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Milani, Manlio, and Susanna Vezzadini. "Memoria e testimonianza: le stragi del terrorismo in Italia." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2021): 105–18. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-001006.

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Abstract:
L'articolo prende in esame il tema della memoria nelle sue dimensioni privata e pubblica al fine di evidenziare la centralità della testimonianza quale atto pubblico e di impegno civile. In tale prospettiva il contributo si avvale della testimonianza di Manlio Milani, superstite della strage di Piazza della Loggia a Brescia, avvenuta il 28 maggio 1974, nella quale persero la vita la moglie ed alcuni amici. Il valore della testimonianza pubblica è qui affrontato con riguardo ai temi del riconoscimento, della giustizia e del rapporto con la verità.
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Crunelle, M. "A Problem in Perception: Living in Trapezoidal Spaces." Perception 25, no. 1_suppl (August 1996): 35. http://dx.doi.org/10.1068/v96p0108.

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Abstract:
In journals devoted to architecture one comes more and more often across plans referring to spaces with vanishing, non-parallel, and split walls and other spaces—banana-shaped or perhaps trapezoidal. With respect to these last ones, I shall refrain from discussing the advantages or drawbacks of such solutions, but shall deal with a real problem inherent in them. Such plans are not new. Trapezoidal rooms can be found in circular or outward radiating designs. A prime example is Maison de la Radio in Paris. There the rooms with non-parallel walls are all parts of a circular annulus. People working in such spaces complain of discomfort they cannot identify. I shall try to put forward an explanation. The discussion will be extended to other, larger trapezoidal spaces—the Modern Art Museum in Frankfurt—and open spaces—Piazza del Campidoglio and Piazza San Pietro in Rome—so as to analyse the consequences of the strange effects of counterperspective.
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Papi, Emanuele. "La turba inpia: artigiani e commercianti del Foro Romano e dintorni (I sec. a.C. – 64 d.C.)." Journal of Roman Archaeology 15 (2002): 45–62. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759400013830.

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Abstract:
Chi avesse percorso la Sacra via tra gli ultimi decenni del I sec. a.C. e l'estate del 64 d.C. si sarebbe trovato in un profano e lussuoso quartiere commerciale: ori, argenti, perle e pietre preziose, aromi e spezie, primizie e cibi ricercati, strumenti musicali, libri, corone di fiori, cortigiane e prostitute — tutte le delizie della vita (come già ai Greci era piaciuto immaginarle) fornite dalla plebe urbana che qui gestiva il sistema di vendite al minuto più famoso e organizzato della città. Anche nelle altre zone intorno al Foro lo scenario non sarebbe stato diverso; nelle botteghe della piazza, lungo le strade circostanti e nei vicini edifici continuava il commercio di dispendiose mercanzie per una clientela di gusti ambiziosi e grandi disponibilità. La tradizione commerciale del luogo era molto antica e risaliva all'età dei re; stando alla tradizione, Tarquinio Prisco aveva per primo utilizzato la valle per attività pubbliche, facendo costruire appositi vani per artigianato e commercio (tabernae circa forum). Quando alla fine del VI sec. a.C. si impiantarono i quartieri della Sacra via, sul fronte degli isolati furono costruite una serie di botteghe tra le quali si aprivano gli ingressi alle domus. Nel periodo più remoto era lo smercio di prodotti alimentari, soprattutto le carni, l'attività primaria forse anche per la presenza di un mercato del bestiame collegato al Foro Boario (beccherie e beccai sono ricordati dal V sec. a.C). Fu negli ultimi decenni del IV sec. a.C. che un aspetto più conveniente (forensis dignitas) si sarebbe affermato per gli interventi di C. Maenius e per la trasformazione delle botteghe da lanienae in argentariae, da macellerie cioè in banchi di cambiavalute, usurai e banchieri, destinati a dominare la piazza fin agli inizi dell'Impero. I commerci più ordinari o le rivendite specializzate non dovettero scomparire del tutto almeno fino alla metà del II sec. a.C: alle tabernae argentariae si mescolavano i negozi di beccai e speziali, chiamati alla greca myropolae, i primi ricordati da Plauto e da Livio nel luogo della basilica Sempronia, i secondi soltanto da Plauto.
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Fernández, Ángel José. "Retiros y metrópolis: Gil de Biedma, su poética y las voces del poema “Piazza del Popolo”." Andamios, Revista de Investigación Social 12, no. 27 (August 17, 2015): 77. http://dx.doi.org/10.29092/uacm.v12i27.66.

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Abstract:
Este artículo propone como hipótesis un sistema creativo basado en la experiencia vivida en las metrópolis y reflexionada y elaborada artísticamente desde el retiro. Jaime Gil de Biedma buscaba sitios de retiro, como el de la Casa del Caño en La Nava de la Asunción, Segovia, el solar antiguo de su familia, donde pasó las incidencias de la Guerra Civil y conoció de frente los estragos del conflicto bélico; pero también, ya en su juventud y madurez, tomó como su locus amoenus; allí reflexionó, escribió crítica literaria y produjo algunos de sus mejores poemas, como el titulado “Piazza del Popolo”, vivido, pensado en esta plaza romana en compañía de María Zambrano, y cuya experiencia compartió al escribir el poema romanceado en el que van alternándose las voces: la de la “narradora”, la voz del yo poético, las voces del silencio e, inclusive, las voces interiores. Este poema, a la vez, refleja el compromiso estético con la tradición y pone de manifiesto el sustrato ideológico del poeta, como burgués, y su aspiración socialista, que fracasó al ser rechazado por el partido debido a su homosexualismo.
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Buntak, Marija. "Kronika konjaničkog spomenika Marka Aurelija." Peristil 63, no. 1 (March 31, 2021): 9–28. http://dx.doi.org/10.17685/peristil.63.1.

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Abstract:
Rad prati složenu povijest konjaničkog spomenika Marka Aurelija od njegova nastanka do postavljanja na Kapitolijski trg (Piazza del Campidoglio) te suvremenog doba. Proučavanjem povijesnih izvora rasvjetljuje okolnosti pod kojima je skulptura, gotovo dvostruko veća od prirodne veličine, izrađena od bakra na koji je zatim aplicirana pozlata, svojom grandioznošću oduvijek plijenila pozornost i pobuđivala zanimanje stanovnika i posjetitelja Rima.
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Furlotti, Barbara. "La Collezione del principe Lelio Orsini nel palazzo di piazza Navona a Roma." Journal of the History of Collections 28, no. 1 (February 17, 2015): 149–50. http://dx.doi.org/10.1093/jhc/fhv001.

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Committeri, Giorgia, Laura Piccardi, Gaspare Galati, and Cecilia Guariglia. "Where did you “left” Piazza del Popolo? At your “right” temporo-parietal junction." Cortex 73 (December 2015): 106–11. http://dx.doi.org/10.1016/j.cortex.2015.08.009.

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Mei, Oscar, Lorenzo Cariddi, and Massimo Gasparini. "L'area forense di Forum Sempronii: nuovi dati architettonici e urbanistici alla luce degli scavi 2013-2017." REUDAR. European Journal of Roman Architecture 1 (December 1, 2017): 75. http://dx.doi.org/10.21071/reudar.v1i0.10164.

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Abstract:
Il presente contributo fornisce una preliminare analisi urbanistica e architettonica dell'area forense e delle relative strutture portate alla luce durante le campagne di scavo 2013-2017, presso il municipium di Forum Sempronii. Allo stato attuale sono stati identi cati, a livello di fondazione, la piazza del foro e i portici che la delimitavano; sul lato Nord dello spazio forense sono stati identi cati tre templi, dei quali il Tempio A interamente scavato. Al di fuori del limite orientale del forum e in posizione prospiciente alla via Flaminia, è stato rinvenuto, in buono stato di conservazione, una terza struttura con probabile funzione cultuale e amministrativa e identi cata come l'Augusteum di Forum Sempronii. Dai dati nora emersi, sembrerebbe possibile ipotizzare la pertinenza di tutte le strutture a una imponente riforma urbanistica e architettonica del municipium avvenuta in epoca augustea.
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García Pérez, Francisco Antonio. "Permanencias de la Venecia fugaz: tres actos y un epílogo en la escenografía urbana de San Marcos." ZARCH, no. 13 (September 28, 2019): 240–53. http://dx.doi.org/10.26754/ojs_zarch/zarch.2019133920.

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Abstract:
Se aborda el estudio de tres sucesos efímeros acaecidos en el espacio urbano más escenográfico de la ciudad de Venecia: la corta vida de una fuente construida en la Piazza de San Marcos en 1884, la inesperada caída del Campanile en 1902 y el concierto multitudinario que sobre un escenario flotante ofreció Pink Floyd en 1989. Se argumenta que cada uno de estos tres acontecimientos dejó al descubierto una serie de cuestiones relativas al tratamiento del patrimonio arquitectónico y urbano que marcarán el futuro de la imagen de la ciudad de los canales.
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Pane, Andrea, and Valentina Russo. "Le fortificazioni napoletane tra dismissione e valorizzazione (1860-1939)." STORIA URBANA, no. 136 (March 2013): 123–63. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-136005.

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Abstract:
La dismissione, la trasformazione e la valorizzazione delle fortificazioni costituiscono, anche per Napoli, temi trainanti nell'evoluzione urbana tra la seconda metŕ del XIX e la prima metŕ del XX secolo. Nella prima parte del saggio, incentrato sul periodo post-unitario, sono approfondite le motivazioni psicologiche, sociali ed economiche connesse all'annullamento di simboli "negativi" che conducono alla riconfigurazione di ampie parti urbane: a tale quadro d'insieme possono riferirsi gli interventi di tabula rasa effettuati sulla cinta bastionata circostante Castelnuovo dalla fine del XV secolo. Lo smantellamento dei bastioni e delle fabbriche di uso militare racchiuse nel recinto fortificato assume un ruolo centrale nella configurazione della cittŕ del Novecento e, con essa, della piazza Municipio, come confermano anche disegni di legge e dibattiti parlamentari avviati fin dal 1861. La seconda parte del saggio affronta le vicende delle mura aragonesi, che saranno oggetto di interventi di demolizione e trasformazione a partire dalla metŕ del XIX secolo, per giungere ad una fase di progressiva presa di coscienza del loro valore. Dall'apertura della nuova via dei Fossi fino alla liberazione di porta Capuana, si evidenzia il progredire di un atteggiamento che da una sostanziale condanna delle fortificazioni, intese come ostacoli all'espansione urbana, muove verso una loro valorizzazione, ancorché fondata sulla prassi dell'isolamento del "monumento", conducendo, come nel caso di porta Capuana, all'estraniazione di un ambiente stratificato da molti secoli.
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Majanlahti, Anthony. "Mapping Rome: urban change in the neighbourhood of Santa Caterina della Rota." Papers of the British School at Rome 69 (November 2001): 393–95. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200001884.

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Abstract:
‘MAPPING ROME‘: CAMBIAMENTI URBANI NEL QUARTIERE DI SANTA CATERINA DELLA ROTALa zona di Roma intorno Piazza Santa Caterina della Rota presenta una ricca e varia serie di archivi per lo studio del quartiere. Gli archivi del Venerabile Collegio Inglese dimostrano la presenza di inglesi e delle loro proprietà nel quartiere e indicano inoltre le tracce di un declino della comunità inglese a Roma nei due decenni precedenti la rottura di Enrico VIII con la Chiesa Cattolica. Nonostante il Collegio Inglese continuò a funzionare, la sua importanza nella zona passo da quella di un centro inglese a quella di un maggiore proprietario locale.
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Bache-Wiig, Harald. "Olaf Malms historie. Om en skjebnefigur i Vilhelm Bergsøes roman "Fra Piazza del Popolo"." Studia Scandinavica, no. 2 (22) (December 28, 2018): 65–77. http://dx.doi.org/10.26881/ss.2018.22.04.

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Abstract:
In translation the title of this article would be: “The story of Olaf Malm: About a person of destiny in Vilhelm Bergsøes’s novel Fra Piazza del Populo”. The novel was published in 1867, and in many editions it is subtitled: “a cycle of short stories”. But this article is meant to show the reader that one of the stories, told by a character called “The old artist”, in itself can be read as a completed work of literature. The story of a young, Norwegian sculptor is meticulously composed, weaving a tissue of entangled threads of destiny. All his works are demolished, yet the protagonist finally appears as a creator of divine art. This is also an accomplishment both of the narrator: the old artist, and Bergsøe himself.
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Melis, Alessandro, Julia Gatley, and Stefan Couperus. "A romantic in Tuscany: Alessandro Gherardesca and the transformation of Pisa’s Piazza del Duomo." Cogent Social Sciences 4, no. 1 (January 1, 2018): 1487256. http://dx.doi.org/10.1080/23311886.2018.1487256.

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Ungaro, Lucrezia. "Traiano e la costruzione della sua immagine nel Foro." Veleia, no. 35 (July 12, 2018): 151. http://dx.doi.org/10.1387/veleia.19668.

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Abstract:
Riassunto: La scoperta di un nuovo ritratto colossale di Traiano avvenuta durante la preparazione della mostra “Traiano. Costruire l’Impero, creare l’Europa”, produce una rinnovata lettura del complesso programma figurativo voluto dall’imperatore nel suo Foro. Nel quadro della sua azione politica, militare e sociale, il Foro è infatti la massima rappresentazione della sua virtus imperatoria e della maiestas populi romani. In particolare, vengono riconsiderati i ritratti del Traianus Pater e della cosiddetta Agrippina/Marcia, alla luce di una possibile galleria dedicata alla famiglia genetica di Traiano e ai suoi modelli, come Giulio Cesare. Pari attenzione si dedica alla distribuzione delle sculture e dei rilievi noti negli spazi forensi, al loro rapporto gerarchico nello spazio sovradimensionato della piazza. Da ultimo, viene ripresa la proposta di riconoscere nell’aula trisegmentata la porticus porphiretica, riesaminando in via preliminare le sculture note in porfido attribuibili al Foro, e alcuni frammenti conservati nei depositi del Museo dei Fori Imperiali che acquisiscono così nuovo interesse.Parole chiave: nuovo ritratto colossale di Traiano, Agrippina/Marcia, Traianus Pater, programma figurativo del Foro, virtus imperatoria, la famiglia imperiale.
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Maestri, Diego. "Comacchio e i suoi ponti." Boletín de Arte, no. 34 (November 18, 2017): 161–78. http://dx.doi.org/10.24310/bolarte.2013.v0i34.3544.

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Abstract:
La città di Comacchio, a trenta chilometri a nord di Ravenna, essendo sorta all’interno di una vasta zona di Valli da Pesca, è rimasta isolata dalla terraferma fino alla metà del secolo XIX. Alla devoluzione del Ducato di Ferrara alla Santa Sede (1598), la Città di Comacchio, le sue saline e le sue Valli da Pesca sono state sfruttate dalla Reverenda Camera Apostolica per circa due secoli. Nella prima metà del secolo XVII, per volontà di alcuni illuminati cardinali Legati di Ferrara, la città di Comacchio ha visto la realizzazione di importanti interventi urbani e territoriali, tra cui la costruzione di numerosi ed interessanti ponti e l’escavazione di un canale navigabile, per metterla in comunicazione diretta con il Mare Adriatico. Lo scritto tratta, brevemente, della particolare configurazione urbana del centro storico della città e della costruzione dei ponti, che sono ancora oggi la caratteristica principale della città lagunare, e in particolare delle caratteristiche di tre di essi (il Treponti, il Ponte delle Carceri e il Ponte di Piazza).
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Groppaldi, Andrea. "Piazza delle lingue 2015. L'italiano del cibo, 30 settembre - 2 ottobre 2015, Sala Buzzati, Milano." MONDI MIGRANTI, no. 1 (May 2016): 207–8. http://dx.doi.org/10.3280/mm2016-001012.

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Sberna, Achille, Francesco Asdrubali, and Brigitte Schulte-Fortkamp. "Piazza del Marchese Paolo: An architectural and soundscape design to redevelop an outdoor public space." Journal of the Acoustical Society of America 130, no. 4 (October 2011): 2532. http://dx.doi.org/10.1121/1.3655114.

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Verità, Marco, Lorenzo Lazzarini, Elena Tesser, and Fabrizio Antonelli. "Villa del Casale (Piazza Armerina, Sicily): stone and glass tesserae in the baths floor mosaics." Archaeological and Anthropological Sciences 11, no. 1 (November 3, 2017): 373–85. http://dx.doi.org/10.1007/s12520-017-0559-5.

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Lesti, Sante. "Padre Pio. Miracoli e politica nell'Italia del Novecento. In margine a una recente biografia di Sergio Luzzatto." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (April 2010): 97–120. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-001004.

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Abstract:
Il 20 settembre 1918, un giovane cappuccino della provincia foggiana, padre Pio da Pietrelcina, riceveva sul proprio corpo, dopo aver recitato la messa mattutina, le stimmate della Passione di Cristo. Poco meno di un secolo piů tardi, il 16 giugno 2002, Giovanni Paolo II ne avrebbe proclamata la santitŕ, in una piazza San Pietro affollata da centinaia di migliaia di fedeli accorsi per l'affermazione della «santitŕ vissuta» piů invocata del Novecento cattolico italiano. «Alter Christus», «mistico da clinica psichiatrica», «piccolo chimico», santo e «idolo di stoppa»: l'articolo si propone, sulla scia del recente libro di Sergio Luzzatto, Padre Pio. Miracoli e politica nell'Italia del Novecento (Einaudi, Torino, 2007) di ripercorrere i momenti essenziali della biografia del frate con le stimmate nel contesto dell'Italia del XX secolo, approfondendo in particolare - anche a partire da materiali inediti - ''interazione tra l'esperienza mistica di padre Pio e l'immaginario, politico e religioso, degli italiani del suo tempo.
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Pérez Igualada, Javier. "Ingres en el Campidoglio: otra mirada al paisaje urbano." EGA Revista de Expresión Gráfica Arquitectónica 26, no. 42 (July 16, 2021): 42. http://dx.doi.org/10.4995/ega.2021.12881.

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Abstract:
<p>En este artículo se analiza la mirada particular al paisaje urbano que propone Ingres en su dibujo L’Escalier de Santa Maria in Aracoeli, comparándola con la que resulta de aceptar como punto de vista predeterminado el que Miguel Ángel propone en su composición simétrica para la Piazza del Campidoglio. Se examinan para ello las diferentes formas en las que se ha representado gráficamente el conjunto del Campidoglio, tanto en manuales de referencia sobre morfología urbana como en los grabados antiguos, para rastrear a través del encuadre y la perspectiva antecedentes de la mirada alternativa de Ingres. Finalmente, se integra el análisis del dibujo de la escalinata de Santa María in Aracoeli en una interpretación de los paisajes urbanos dibujados por Ingres durante su estancia en Roma, identificando los rasgos distintivamente modernos que podemos encontrar en su representación de la ciudad.</p>
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Ciccolo, Nicole. "Perizia grafico-grafologica." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 265 (June 2012): 627–44. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-265007.

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Abstract:
L'autore discute del convegno "La memoria in piazza. Monumenti risorgimentali nelle cittŕ lombarde tra identitŕ locale e identitŕ nazionale" (Universitŕ degli studi di Pavia, 7 ottobre 2011), che ha costituito l'avvio di una riflessione storiografica sul tema della "statuomania" patriottica (la definizione č di Maurice Agulhon), tratto tipico del tardo Ottocento italiano. Catherine Brice, in apertura, ha individuato le chiavi di lettura ideologiche e politiche che qualificano il fenomeno come elemento centrale del nation-building postunitario. Le successive relazioni si sono concentrate su singole statue di argomento risorgimentale collocate nei capoluoghi della Lombardia e, oltre ad analizzarne i caratteri estetici e simbolici, hanno ricostruito i problemi sottesi alla scelta di soggetti e artisti, al finanziamento, alle celebrazioni inaugurali e anniversarie: aspetti importanti per comprendere scopi ed efficacia di una monumentalitŕ pubblica intesa, anche a livello municipale, come operazione di pedagogia politica nazionale.
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Di Bella, Marcella, Simona Quartieri, Giuseppe Sabatino, Francesco Santalucia, and Maurizio Triscari. "The glass mosaics tesserae of “Villa del Casale” (Piazza Armerina, Italy): a multi-technique archaeometric study." Archaeological and Anthropological Sciences 6, no. 4 (December 14, 2013): 345–62. http://dx.doi.org/10.1007/s12520-013-0172-1.

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Maslikova, I. I. "POLYFUNCTIONALITY AND CULTURAL VALUE OF PUBLIC SPACE: HISTORICAL AND CULTURAL STUDY OF AN URBAN SQUARE." UKRAINIAN CULTURAL STUDIES, no. 2 (5) (2019): 88–92. http://dx.doi.org/10.17721/ucs.2019.2(5).16.

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Abstract:
The article explores changes in the organization and functioning of public space in cities in the context of sociocultural dynamics – from antiq- uity to modernшен. The sociocultural features of open urban space in ancient Greece and Rome, Renaissance Italy, modern Europe, the USA, Latin America, Ukraine are clarified. The experience of the functioning and management of public space is analyzed on specific examples of world- famous urban squares – Antique agora, roman forum, piazza del Campo in Siena, piazza della Signoria in Florence, piazza San Marco in Venice, Union Square in New York, Latin American squares, Bibikovsky boulevard and University park in old Kyiv, "Maydan" – Independence Square in contemporary Kyiv. Particular attention is being given to transformations of ceremonial, religious, recreational, economic, political, aesthetic and moral functions of open public space. Urban squares are places for official celebrations and religious rituals. They serves as a place of a rest, reali- zation of creative ideas and are a conductor of public communication. Public spaces create opportunities for trade, affect the formation and reten- tion of real estate prices, and are a means of attracting investment and business development in them and adjacent territories. All these provide opportunities for uniting citizens for joint projects and activities, political protests or symbolization of power. It is noted that the cultural value of the modern square is manifested in architectural forms, aesthetics of recreational areas and historical monuments, and is associated with its ability to be a place for the proclamation and implementation of high moral ideals of order, equality, solidarity, freedom, independence, human dignity, the value of moral rights and civic virtues. From the time of antiquity to the present day, the central squares of cities, as a public space, reproduce the aesthetics of the city and become a symbol of spiritual and political power, since temples, municipalities, financial and commercial institutions, theaters, and restaurants are often concentrated in such spaces.
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Djuric, Zeljko. "Traduzioni dall’italiano di Joakim Vujic (I parte)." Prilozi za knjizevnost, jezik, istoriju i folklor, no. 83 (2017): 31–52. http://dx.doi.org/10.2298/pkjif1783031d.

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Abstract:
Nel lontano 1802, a Trieste, dove ha raggiunto la comunit? serba che guidata dall?illustre scrittore Dositej Obradovic cercava di assorbire la cultura razionalistica europe per trapiantarla poi, almeno in parte, nell? tesssuto della cultura serba, Joakim Vujic studia le lingue straniere (italiano, francese, inghlese) e appena compiuto con successo i primi passi si mette a tradurre un romanzo italiano che gli ? venuto sotto mano: per esercitarsi nella lingua e per offrire al pubblico serbo un testo divertente e utile. Si tratta del romanzo di Antonio Piazza intitolato Il vero amore o sia la storia amorosa d?Irene ? Filandro, un testo linguisticamente complicato, non lontano, per stile, dalla tradizione del romanzo barocco italiano. Nella situazione culturale quando la lingua serba stava vivendo il periodo della sua lenta ed incerta maturazione, Joakim Vujic, nel tradurre, ha continuamente dovuto fare le scelte tra le soluzioni del serbo slavo, la lingua del ceto intellettuale, e del serbo volgare che in quel periodo si faceva strada per entrare nella letteratura. Il nostro lavoro cerca di descrivere e di analizzare il suo coraggioso tentativo.
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Mazzucotelli, Francesco. "FRAGMENTS OF LEBANON: SECTARIANISM AND THE FINANCIAL CRISIS." Il Politico 252, no. 1 (June 22, 2020): 24–42. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2020.295.

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Abstract:
L’attuale crisi finanziaria libanese è per molti versi il risultato di un sistema politico clientelare, rivestito di narrazioni e di rivendicazioni confessionali, che ha utilizzato le risorse pubbliche in cambio di un instabile supporto. L’articolo prende in considerazione il default del marzo 2020 nel quadro del dibattito sulla fragilità dello stato libanese e la natura del sistema confessionalista. La fragilità delle istituzioni pubbliche libanesi è stata spesso convenientemente spiegata come l’effetto di fattori esterni, ultimo tra i quali il fardello rappresentato dai rifugiati della guerra civile siriana, o come il risultato delle frammentazioni religiose. L’articolo inquadra la crisi in corso all’intersezione tra il collasso di un sistema neopatrimoniale di rendite legate alle economie del Golfo e la crisi di legittimità delle élites politiche locali. La combinazione di tutti questi fattori esaspera i meccanismi di impoverimento della maggioranza della popolazione, e particolarmente della sua classe media, che rimane esposta a meccanismi confessionali di clientelismo, disciplina e controllo. Il paradosso dell’attuale crisi è che essa sta rafforzando le fondamenta del sistema che è all’origine dei meccanismi di indebitamento e di insostenibilità finanziaria. Dopo essere state messe sotto pressione dalle manifestazioni di piazza negli ultimi mesi del 2019, la pandemia di Covid-19 sta offrendo alle élites politiche la possibilità di riaffermare il proprio controllo egemonico sui propri territori e settori sociali di riferimento.
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Milandri, Flavio. "Iperluoghi di una biografia generazionale." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 3 (September 2011): 91–109. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-003007.

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Abstract:
Una nuova generazione di ragazzi affascinante, definita da caratteri molto contraddittori tra loro. Accanto all'inquietudine e all'incertezza c'č il recupero della voglia di protagonismo, di "fare politica". Poliedrici, agili e prudenti, si muovono in un ambiente che ha tolto loro la speranza evidenziando una forte capacitŕ d'adattamento. Ecco spuntare: le nuove vie si scorgono in altri luoghi e in forme alternative di produzione e meno in piazza. Ogni demografia del resto ha i suoi luoghi di incontro e glicontemporanei non fanno eccezione. New media, social network ed Internet descrivono uno degli spazi di protagonismo della gioventů contemporanea. Per la prima volta tra gli adolescenti il Web batte infatti il piccolo schermo:.
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Boccia, Maddalena, Antonella Di Vita, Liana Palermo, Giorgia Committeri, Laura Piccardi, and Cecilia Guariglia. "The way to “left” Piazza del Popolo: damage to white matter tracts in representational neglect for places." Brain Imaging and Behavior 12, no. 6 (February 13, 2018): 1720–29. http://dx.doi.org/10.1007/s11682-018-9839-7.

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Verità, Marco, Lorenzo Lazzarini, Elena Tesser, and Fabrizio Antonelli. "Correction to: Villa del Casale (Piazza Armerina, Sicily): stone and glass tesserae in the baths floor mosaics." Archaeological and Anthropological Sciences 11, no. 1 (December 8, 2017): 387. http://dx.doi.org/10.1007/s12520-017-0575-5.

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Koch, Guntram. "Umberto Pappalardo / Rosaria Ciardiello: Die Pracht römischer Mosaiken. Die Villa Romana del Casale bei Piazza Armerina auf Sizilien." Das Historisch-Politische Buch (HPB): Volume 67, Issue 3 67, no. 3 (September 1, 2019): 347–48. http://dx.doi.org/10.3790/hpb.67.3.347.

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Kelly, Cathie C. "Carlo Rainaldi, Nicola Michetti, and the Patronage of Cardinal Giuseppe Sacripante." Journal of the Society of Architectural Historians 50, no. 1 (March 1, 1991): 57–67. http://dx.doi.org/10.2307/990546.

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Abstract:
The chapel dedicated to Beata Lucia in the cathedral of Narni has been attributed to Nicola Michetti on the basis of both style and the fact that he had worked elsewhere for the patron, Cardinal Giuseppe Sacripante. The configuration of the altar surround, however, is not typical of Michetti's work. That structure, in fact, is by Carlo Rainaldi and originally stood in the chapel of S. Antonio di Padova in SS. Apostoli in Rome. Sacripante purchased the altar surround in October 1711 and had it set up in Narni sometime between 1712 and 1714. Michetti's contribution to the design of the chapel, therefore, is limited to the revetment of the walls, the windows, and the transverse oval dome. Rainaldi's altar surround is an important find. Conceived in 1652 and constructed between 1654 and c. 1656, it is the immediate forerunner of his urbanistic masterpieces of the early 1660s, S. Maria di Montesanto and S. Maria dei Miracoli, on piazza del Popolo.
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Pozo-Sánchez, Begoña. "Reflexiones sobre el espacio migrante en la narrativa de Amara Lakhous." Revista de lenguas y literaturas catalana, gallega y vasca 22 (January 11, 2018): 237. http://dx.doi.org/10.5944/rllcgv.vol.22.2017.20854.

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Abstract:
La literatura migrante italiana actual transita ciertos espacios heterotópicos que, siguiendo la propuesta teórica de Michel Foucault, inciden especialmente en la creación y el análisis de esos no-lugares que, bien desde la utopía o desde la heterotopía, analizan la situación social a través de la literatura. «Italia» se convierte así en un territorio al que llegar, conocer, habitar pero, sobre todo, desde el que construir realidades otras. Esta perspectiva de la literatura actual no aparece solo en obras escritas «en» italiano y «desde» Italia –como, por ejemplo, Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio, publicada por Amara Lakhous en 2006; o como las propuesta poéticas transculturales de la Compagnia delle Poete– sino también «en» otras lenguas y «desde» otras miradas –quizá uno de los ejemplos relativamente recientes sea el texto Vergogna tra le due sponde del escritor egipcio Ezzat el Kamhawi, a medio camino entre la novela y el ensayo. Nuestro artículo se centra en el estudio de la construcción de la identidad migrante a través del análisis de la poética del espacio propuesta por Amara Lakhous, evidenciando cómo desde distintas realidades transculturales se aborda y (re)crea actualmente el concepto de «Italia» a partir del discurso literario, a modo incluso de polémico «contra-espacio».Current Italian migrant literature goes along certain heterotopic spaces which, following Michel Foucault’s theoretical proposal, influence especially on the creation and analysis of those no-places that, either from utopia or heterotopia, scrutinise the social situation through literature. Thus, «Italy» becomes a place to get, discover, dwell in but, especially, from which to construe other realities. This perspective of current literature does not only feature in works written «in» Italian and «from» Italy – as, for instance, Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio, published by Amara Lakhous in 2006; or as transcultural poetic proposal by the Compagnia delle Poete– but also «in» other languages and «from» other stances – one of the most recent texts is perhaps Vergogna tra le due sponde by the Egyptian writer Ezzat el Kamhawi, midway between novel and essay. This articles focuses on studying the construction of migrant identity by analysing the poetics of space proposed by Amara Lakhous, showing how the idea of «Italy» is currently dealt with and recreated in literary discourse from distinct transcultural realities, even in a polemical «counter-space» way.
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Ziolkowski, Adam. "Was Agrippa's Pantheon the temple of Mars in Campo?" Papers of the British School at Rome 62 (November 1994): 261–77. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010084.

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Abstract:
ERA IL PANTHEON DI AGRIPPA IL TEMPIO DI MARS IN CAMPO?Il Pantheon di Agrippa non era un reale pantheion, essendo questo appellativo unicamente legato a motivi storici. Non si tratta di un santuario dinastico, perchè uno dei suoi dei tutelari, Marte, non fu mai considerate un antenato divino degli Iulii. Un indizio per la sua interpretazione viene dalla sua collocazione topografica. Assieme alla basilica di Nettuno (un memoriale alle vittorie navali di Agrippa, in particolare Actium) esso formava un complesso di due edifici simili che si aprivano su una piazza posta fra di loro. Le divinità di Actium erano Apollo, divinità personale di Augusto, e due esperti militari divini, Marte e Nettuno. Il pantheon di Agrippa avrebbe dovuto quindi essere dedicato a Marte e commemorare le vittorie terrestri del suo fondatore. Ciò è corroborato dai Fasti Fratrum Arvalium del 23 settembre, che citano feste dedicate a: Marti, Neptuno in Campo, Apollini e theatrum Marcelli. I tempii di Marte e Nettuno in Campo, fondati sotto Augusto nella zona delle attività costruttive di Agrippa e dedicati ad Augusto nel giorno del suo compleanno insieme al tempio di Apollo, erano sicuramente memoriali per Actium. Poichè la Basilica di Nettuno viene anche riferita come τὸ Ποσειδώνιον, il che rende inevitabile la sua identificazione con il tempio di Nettuno in Campo, il Pantheon di Agrippa avrebbe dovuto essere il tempio di Marte in Campo. Questi tempii, costruiti su terreni privati ed assenti dal calendario ufficiale, costituivano sacra privata. Ciò facilitò la loro reinterpretazione, nel successivo periodo dei Giulio-Claudii, discendenti di Marco Antonio, rispettivamente di mal definito pantheion (non una aedes publica, poichè le iscrizioni conservate da Adriano non citano alcuna divinità) e di basilica.
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Capizzi, P., R. Martorana, P. Messina, and P. L. Cosentino. "Geophysical and geotechnical investigations to support the restoration project of the Roman ‘Villa del Casale’, Piazza Armerina, Sicily, Italy." Near Surface Geophysics 10, no. 2 (August 1, 2011): 145–60. http://dx.doi.org/10.3997/1873-0604.2011038.

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Carrero Santamaría, Eduardo. "Bella Tancredi, S. Andrea a Piazza Armerina, priorato dell'Ordine del Santo Sepulcro: Vicende ostruttive, cicli pittorici e spazio liturgico." Hortus Artium Medievalium 19 (May 2013): 469–70. http://dx.doi.org/10.1484/j.ham.5.103007.

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Agid, Yves. "A personal note—Gerald Stern and Yves Agid: A walk in Piazza del Popolo in Rome, sometime in 1998." Journal of Neural Transmission 127, no. 5 (March 24, 2020): 703–5. http://dx.doi.org/10.1007/s00702-020-02177-z.

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Degli Abbati, Stefania, Serena Cattari, Ilaria Marassi, and Sergio Lagomarsino. "Seismic Out-of-Plane Assessment of Podestà Palace in Mantua (Italy)." Key Engineering Materials 624 (September 2014): 88–96. http://dx.doi.org/10.4028/www.scientific.net/kem.624.88.

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Abstract:
The paper describes the seismic assessment of the Palazzo del Podestà in Mantua (Italy), hit by the Emilia earthquake (2012), focusing the attention on the activation of the out-of-plane response of the north-east façade on Piazza Broletto. In fact, even if the earthquake marginally hit Mantua, the façade highlighted its significant vulnerability mainly consequent to the lack of connection between the orthogonal walls and of tie-rods. Nonlinear kinematic analyses have been performed, referring to a macro-block model and considering both the original configuration and some possible strengthened ones. The results were coherent with the observed damage after the seismic event, highlighting in this way the reliability of the adopted modelling strategies and analysis method, and allowed to outline the most proper strengthening solution, able to minimize the impact on the monument and guarantee its preservation.
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