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Academic literature on the topic 'Plasmaferesi'
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Journal articles on the topic "Plasmaferesi"
Busnach, Ghil. "Le Tecniche Di Plasmaferesi." Giornale di Tecniche Nefrologiche e Dialitiche 1, no. 2 (April 1989): 91–100. http://dx.doi.org/10.1177/039493628900100203.
Full textRusso, Gaspare Elios, Silvia Lai, Massimo Testorio, Anna Rita D’Angelo, Andrea Martinez, Alessandra Nunzi, Virgilio DeBono, Dmytro Grynyshyn, and Tania Gnerre Musto. "L'aferesi terapeutica oggi." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 2 (June 30, 2014): 123–29. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.878.
Full textScarfia, R. V., F. Paglialonga, G. Ardissino, A. Biasuzzi, G. Bagnaschi, A. Ballarino, V. Frezzani, et al. "Tandem plasmaferesi-emodialisi in bambini e giovani adulti." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, no. 1 (January 24, 2018): 17–19. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1454.
Full textScarfia, R. V., F. Paglialonga, G. Ardissino, A. Biasuzzi, G. Bagnaschi, A. Ballarino, V. Frezzani, et al. "Tandem plasmaferesi-emodialisi in bambini e giovani adulti." Giornale di Tecniche Nefrologiche e Dialitiche 23, no. 1 (January 2011): 17–19. http://dx.doi.org/10.1177/039493621102300105.
Full textAntozzi, Carlo. "L'aferesi terapeutica nella miastenia grave." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 4_suppl (July 31, 2013): S17—S19. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1083.
Full textMoriconi, Luigi. "Terapia della sindrome nefrosica idiopatica: ruolo delle tecniche aferetiche." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 4_suppl (July 23, 2013): S41—S45. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1090.
Full textSalvati, Giovanni, Mario Paracuollo, Roberta Rossano, and Marco Terribile. "Vasculite ANCA associata in un paziente con trombofilia ereditaria." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 3 (September 23, 2014): 267–72. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.918.
Full textMancini, Elena, Anna Laura Chiocchini, Raffaella Rizzo, Laura Patregnani, and Antonio Santoro. "L'aferesi nelle Unità di Terapia Intensiva: la parola al Nefrologo." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 4_suppl (February 8, 2013): S49—S56. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1092.
Full textLukito, Vimaladewi, Irawan Mangunatmadja, Antonius H. Pudjiadi, and Tatang M. Puspandjono. "Plasmaferesis Sebagai Terapi Sindrom Guillain-Barre Berat pada Anak." Sari Pediatri 11, no. 6 (November 23, 2016): 448. http://dx.doi.org/10.14238/sp11.6.2010.448-55.
Full textMangunatmadja, Irawan, Susanti Himawan, and Dheeva Noorshintaningsih. "Perbandingan Plasmaferesis dan Imunoglobulin untuk Terapi Miastenia Gravis Juvenil." Sari Pediatri 21, no. 6 (May 25, 2020): 386. http://dx.doi.org/10.14238/sp21.6.2020.386-93.
Full textDissertations / Theses on the topic "Plasmaferesi"
Bortolati, Maria. "L’aferesi nel trattamento della Sindrome da Anticorpi Antifosfolipidi e del Blocco Cardiaco Congenito Autoimmune." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3425605.
Full textIntroduzione. Le tecniche di aferesi rappresentano una valida scelta terapeutica nel trattamento di malattie autoimmuni gravate da una prognosi severa. In questo studio vengono descritti e discussi alcuni protocolli terapeutici di aferesi finalizzati al trattamento delle gravidanze ad alto rischio nelle pazienti con Sindrome da Antifosfolipidi (APS), della Sindrome da Antifosfolipidi Catastrofica (CAPS) e del Blocco Cardiaco Congenito (CHB) di tipo autoimmune. La plasmaferesi e l’immunoadsorbimento nelle gravidanze di donne con APS ad alto rischio. Nel nostro studio è stato messo a punto e usato un protocollo di trattamento di secondo livello comprendente l’aferesi associata alle terapie convenzionali, nell’intento di prevenire le complicanze gravidiche nelle donne affette da APS primaria ad elevato rischio. Sono state seguite 159 gravidanze di donne affette da APS nel periodo aprile 1991-gennaio 2008. In 13 gravidanze di 9 pazienti sono state applicate tecniche di aferesi quali la plasmaferesi e l’immunoadsorbimento, secondo modalità che sono state modificate nel corso degli anni sulla base dell’esperienza acquisita nel trattamento dei singoli casi. I risultati ottenuti suggeriscono che un adeguato trattamento aferetico in associazione con anticoagulazione a dose terapeutica e immunoglobuline endovena potrebbe rappresentare una valida opzione terapeutica nella prevenzione e nel trattamento delle complicanze gravidiche in donne con APS ad alto rischio. La plasmaferesi nel trattamento della CAPS. La CAPS è una variante rara dell’APS gravata da un’elevata mortalità. Il protocollo di trattamento più efficace comprende l’utilizzo di anticoagulanti, steroidi e plasmaferesi. Tuttavia le modalità del trattamento aferetico della CAPS non sono ben standardizzate; in particolare è controversa la scelta del liquido di sostituzione più adatto. Il plasma fresco congelato è attualmente il fluido di rimpiazzo maggiormente utilizzato; se da un lato esso contiene anticoagulanti naturali, dall’altro è però anche ricco di fattori della coagulazione, prodotti di attivazione del complemento e citochine che potrebbero aggravare lo stato trombofilico del paziente. Abbiamo trattato con risultato favorevole 4 casi di CAPS; le sedute aferetiche sono iniziate durante la prima settimana dalla diagnosi ed è stata utilizzata una soluzione di albumina come liquido di sostituzione. Il trattamento era eseguito giornalmente per 3 giorni e poi diradato e sospeso quando le condizioni cliniche del paziente lo consentivano. Una donna era trattata anche con anticoagulanti mentre le altre 3 ricevevano oltre agli anticoagulanti alte dosi di cortisone. I nostri risultati suggeriscono che la plasmaferesi, iniziata tempestivamente e con l’albumina come rimpiazzo, può essere considerata un trattamento efficace e sicuro nei pazienti con CAPS. La plasmaferesi nel CHB autoimmune. La casistica dello studio comprendeva 9 casi di CHB non autoimmune e 36 di CHB autoimmune, le cui caratteristiche cliniche sono state tra loro confrontate. Nel gruppo di casi non correlati ad anticorpi anti-SSA/SSB materni erano presenti 3 blocchi completi in utero e 4 blocchi erano instabili. Il decesso si è verificato in 3 casi, sempre dopo la nascita; a 6 bambini è stato applicato il pace-maker. I casi associati ad anticorpi anti-SSA/SSB materni presentavano tutti un blocco cardiaco completo in utero, tranne 2. Sono deceduti 10 di questi bambini, uno ha sviluppato una miocardiopatia dilatativa e 26 sono stati sottoposti ad applicazione di pace-maker. Il blocco autoimmune è risultato più spesso stabile e completo e legato ad una prognosi complessivamente peggiore rispetto a quello non autoimmune. In considerazione della severità prognostica del CHB autoimmune la madre di un feto con blocco incompleto riscontrato alla 22^ settimana gestazionale è stata trattata con plasmaferesi in aggiunta alla terapia steroidea convenzionale, ottenendo un arresto dell’evoluzione del blocco e la nascita di una bambina con CHB incompleto e senza segni di scompenso cardiaco. La nostra esperienza, che concorda con quella di alcune segnalazioni in letteratura, suggerisce che il trattamento aferetico potrebbe contrastare la progressione della malattia. Conclusioni. Il nostro studio mette in evidenza i benefici dell’aferesi nel trattamento delle gravidanze ad alto rischio nelle pazienti con APS, della CAPS e del CHB di tipo autoimmune. La modalità di esecuzione di tale terapia dovrebbe essere adeguata alle caratteristiche cliniche del singolo paziente.
Bontadi, Agnese. "Studio dell'attivazione piastrinica ed endoteliale in pazienti con sindrome da anticorpi antifosfolipidi ad alto rischio in trattamento aferetico." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422099.
Full textLa sindrome da anticorpi antifosfolipidi (APS) è una patologia autoimmune caratterizzata da manifestazioni trombotiche e/o da complicanze ostetriche associate alla presenza nel sangue di anticorpi antifosfolipidi (aPL), come gli anticorpi anticardiolipina (aCL), gli anti-beta2glicoproteina I (anti-β2GPI) e i lupus anticoagulants. È stata inoltre individuata una variante severa dell’ APS che si riscontra nell’1% dei pazienti chiamata Sindrome da Antifosfolipidi Catastrofica (CAPS). Essa è caratterizzata da fenomeni tromboembolici a carico di più distretti, con quadro clinico rapidamente ingravescente e gravato da un'elevata mortalità. La terapia tradizionale antitrombotica dell’APS non è sempre sufficiente a contrastare le complicanze presentate dai pazienti. Vi sono infatti casi, considerati ad alto rischio, in cui risulta necessario affiancare alla terapia convenzionale, trattamenti cosiddetti di 2° livello che sono generalmente costituiti dai boli di immunoglobuline endovena e/o da tecniche di aferesi. Nella prima parte dello studio sono state seguite tre pazienti in corso di gravidanza con APS ad alto rischio sottoposte ad un trattamento comprendente la terapia antitrombotica e l’aferesi (plasmaferesi e immunoadsorbimento su colonna) ed è stata valutata la capacità di rimozione degli anticorpi aCL e anti- β2GPI di classe IgG da parte di entrambi i trattamenti aferetici. I livelli anticorpali sono stati dosati tramite metodica ELISA "home made" in campioni sierici (n. 184) raccolti prima e immediatamente dopo ogni seduta aferetica. I risultati hanno mostrato un calo significativo dei livelli degli aCL IgG e anti-β2GPI IgG in tutte e tre le pazienti (p=0,00, p=0,00, p=0,00, rispettivamente) dopo ogni seduta di aferesi. E’ stato inoltre indagato l’andamento dei livelli anticorpali pre-trattamento durante il corso delle gravidanze. Si è osservato un “trend” significativamente decrescente degli aCL IgG durante la gravidanza in tutte e tre le pazienti (p=0,00, p=0,00, p=0,001, rispettivamente). Mentre gli anti-β2GPI IgG hanno avuto un andamento significativamente decrescente solo nelle due pazienti che avevano i valori anticorpali basali più elevati (p=0,00, p=0,00, rispettivamente). Nella seconda parte del lavoro, abbiamo valutato l’effetto in vitro sull’attivazione piastrinica degli anticorpi anti-β2GPI IgG, rimossi dall’aferesi. Abbiamo misurato l’espressione piastrinica di P-selettina (P-sel). Gli anti-β2GPI sono stati estratti dal plasma della paziente n. 3 descritta nello studio precedente, con APS in fase di quiescenza e dal plasma della stessa paziente durante la fase catastrofica della malattia. I risultati hanno mostrato che gli anti-β2GPI non hanno alcun effetto sull’espressione piastrinica di P-sel e quindi sull’attivazione piastrinica, mentre sono in grado di potenziare significativamente l’attivazione piastrinica indotta da dosi sottosoglia di un agonista piastrinico. Inoltre gli anti-β2GPI presenti nella variante catastrofica della malattia hanno indotto un incremento sgnificativamente maggiore dell’espressione piastrinica di P-sel rispetto agli anti-β2GPI della fase quiescente. Infine, a seguito dei risultati ottenuti in precedenza, nella terza parte dello studio abbiamo valutato l’effetto ex vivo degli aPL sulle piastrine e sull’endotelio tramite il dosaggio dei principali markers di attivazione piastrinica ed endoteliale in campioni plasmatici di pazienti con APS. I risultati hanno mostrato che i pazienti con APS hanno livelli plasmatici della maggior parte dei markers indagati significativamente più elevati rispetto ai controlli. Inoltre nella variante catastrofica dell’APS si è riscontrata una concentrazione significativamente maggiore di P-sel solubile rispetto all’ APS quiescente.
Freitas, Claudio Fonseca de. "Plasmaferese na produção de soros hiperimunes Anti-Crotalus durissus terrificus (Laurenti,1768) em eqüínos." Universidade Federal de Minas Gerais, 1997. http://hdl.handle.net/1843/BUOS-8PQHAB.
Full textSeis eqüinos foram hiperimunizados com veneno de Crotalus durissus terrificus por quatro ciclos consecutivos. Ao final de cada ciclo os cavalos foram sangrados individualmente por quatro dias seguidos e sete litros de sangue foram coletados em cada sangria. Um total de 28 litros de sangue foi obtido de cada cavalo ao final de cada processo de sangria. A potência do plasma diminuiu no decorrer das sangrias, mas manteve um título de anticorpos acima do mínimo requerido. A técnica de plasmaferese utilizada nestes eqüinos para a produção de soro antiofídico, anticrotálico, permitiu o aumento de 102% no volume de plasma hiperimune produzido em comparação com o volume obtido pelo método padrão de apenas duas sangrias sem reinfusão das hemácias no eqüino doador. A técnica permitiu a coleta de grandes volumes de plasma sem interferir significativamente no estado clínico dos animais. Os resultados mostram que o procedimento de plasmaferese utilizado é altamente recomendável na produçãoo de soros hiperimunes.
Santos, Rogerio Batista dos. "Influência do uso da plasmaferese sobre o tempo de recuperação de caprinos doadores de sangue ou plasma." Universidade de São Paulo, 2005. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/10/10136/tde-18102006-103030/.
Full textThe objective of this study was to determine the influence of plasmapheresis on clinical and haematological recovery time of whole blood or plasma donor goats. For this, 20 clinically healthy adult goats were divided into two groups of ten animals each: control group (not-treated whole blood donor animals), and experimental group (donor animals which were treated with plasmapheresis). Goats were selected and evaluated through physical examination (vital functions) and complementary tests (haemogram, total proteins, albumin, globulin, albumin:globulin ratio, urea nitrogen, creatinine, and plasma free haemoglobin), carried out at the following moments: immediately before and after blood donation, 12, 24, 72, 120, 360, 480, and 720 hours after the procedures. Results were analysed comparing animals in and between both groups (at differents moments of the study). The clinical observations made during the period of thirty days after donation of 20% of total blood volume, with or without plasmapheresis in the animals of studied groups, were not influenced by these procedures. The results revealed significant variation of eritrogram components, showing the experimental group to have better recovery rates according to time. Based on the results obtained in the present study, plasmapheresis technique application in goats showed to be efficient as a resource to optimize recovery time of haemogram values of plasma donor animals, and did not cause hemolisis during its procedure
Parra, Andréa Cristina. "Variações da crase sangüínea durante a hiperimunização e após sangria e plasmaferese em eqüinos de produção de soro hiperimune anti-crotálico." Universidade de São Paulo, 2005. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/10/10136/tde-12052009-134707/.
Full textTwenty animals were used to assess the blood profile of horses during hyperimmunization for anticrotalic hyperimmune serum production and after the bleedings of production and the plasmapherese, obeying the protocol schedule of Instituto Butantan. The samples were obtained before the antigen inoculations (crotalic poison), before and after the bleedings of production, right after the plasmapherese and 15, 30 and 45 days after the last one, making a total of 340 collections in 17 moments. Samples were analyzed for hemogram (number of erythrocytes, packed cell volume, hemoglobin, MCV, MCH, MCHC, white cell count, differential leukocytes count) and some serum biochemical components (iron, transferrin and bilirrubin). Significant variations were observed on the blood profile of the horses throughout the hyperimmunization, showing normocytic, normochromic anemia, without significant alterations on leukogram. Beside that, a significant reduction of the hemosiderin was observed in association with the elevation of the serum transferrin concentration, making possible its classification as an iron deficiency-like anemia. During the bleedings phases, evident variations were observed on the blood profile showing pos-sangrias hypocitemic normocytic, hyperchromic anemia without changing the leukogram values, but with significant variations on the biochemical components (reduction of serum iron and increase of transferrin concentrations). During rest periods, the efficacy of plasmapherese was evident with a rapid but partial recuperation of the hemogram and the hemosiderin of the anemic animals, making easier the fast return of hematologic normality and making them capable to a new hyperimmune serum production.
Britto, Alexandre Paulo Machado de. "Custo-efetividade do uso de imunoglobulina intravenosa e de plasmaferese no tratamento da síndrome de Guillain-Barré no Hospital de Clínicas de Porto Alegre." reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2009. http://hdl.handle.net/10183/148859.
Full textObjectives: To compare the cost-effectiveness of two distinct therapies, Intravenous Immunoglobulin (IVIg) and Plasma Exchange (PE) in the treatment of Guillain-Barré Syndrome, concerning the public health care system. Compliance to the guidelines of the Pharmacy and Therapeutics Committee of the Hospital de Clínicas de Porto Alegre was a secondary objective. Methods: A cross-sectional, economical analysis was conducted, including patients treated for GBS in the period from June, 2003 through June, 2008 in Hospital de Clínicas de Porto Alegre (HCPA). The cost-effectiveness of the use of IVIg and PE in such patients was studied through the cost minimization method, considering direct medical costs only (2008 currency), yield by the management of the institution. Patients receiving treatments other than PE or IVIg were excluded. Data were collected by chart reviews. Severity of disease on admittance was classified as follows: mild disease, when the patient was able to walk; moderate disease, when the patient was unable to walk, and severe disease, when assisted ventilation was required. Disability on discharge was established by the 7-point scale of Hughes. Compliance to the guidelines of the Pharmacy and Therapeutics Committee was evaluated through the dose and prescription scheme of IVIg. Results: Twenty-five participants (2 to 70 years of age) were included in the study, 5 were submitted to treatment with PE, using human albumin as replacement for plasma, and 20 were treated with IVIg. The total treatment cost for PE in a single patient was US$6,058.85 (±1,701.78 SD), and the same expense for IVIg was US$18,344.57 (± 12,259.56 SD) (p = 0.035). Total inpatient cost was US$25,729.79 (± 18,714.54 SD) in the PE group, and US$34,768.16 (±27,766.01 SD) (p=0.530) in the IVIg group. The main clinical outcome was improvement in the 7-point disability grade scale. The median of that measure in patients admitted with a severity grade 3 treated either with PE and IVIg was the same. Secondary outcomes, such as in-hospital stay, ICU stay, and number of days on mechanical ventilation revealed no statistically significant difference between treatments. Conclusions: As the mean expenses of both therapeutic options are compared, one clearly stands-out as less onerous. Clinical outcomes, when compared, reveal no statistical difference after each treatment. We concluded that, in HCPA, plasma exchange is more cost-effective than intravenous immunoglobulin.
"Influência do uso da plasmaferese sobre o tempo de recuperação de caprinos doadores de sangue ou plasma." Tese, Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da USP, 2005. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/10/10136/tde-18102006-103030/.
Full textTeixeira, João Francisco Abreu Alves. "Microangiopatias trombóticas : síndrome hemolíticourémico e púrpura trombocitopénica trombótica." Master's thesis, 2015. http://hdl.handle.net/10451/25712.
Full textA Síndrome Hemolíticourémico e a Púrpura Trombocitopénica Trombótica são as duas principais Microangiopatias Trombocitopénicas Trombóticas, caracterizadas pela presença de anemia hemolítica microangiopática e trombocitopénia. A fisiopatologia destas passa pela disfunção endotelial e libertação de multímeros de alto peso molecular, cuja consequência final é o desenvolvimento de trombos microvasculares. Estas apresentam entre si um contínuo de manifestações clínicas, pelo que a sua definição em entidades distintas não é necessária para a iniciação do tratamento com plasmaferese. Existe uma predominância na Púrpura Trombocitopénica Trombótica para a presença de microtrombos na vasculatura cerebral, com manifestações predominantemente neurológicas, enquanto que na Síndrome Hemolítico Urémico os microtrombos apresentam maior incidência na vasculatura renal. O diagnóstico presumptivo destas pode ser feito pela presença pela hemólise microangiopática e trombocitopénica sem causa aparente.
Haemolytic Uremic Syndrome and Thrombocytopenic Thrombotic Purpura are the main Thrombotic Thrombocitopenic Microangiopathies, characterized by the presence of hemolytic microangiopathic anemia and thrombocytopenia. The phisiopathology of these is based on the endothelial disfunction and release of Unusually Large Von Willebrand Factor multimers, which leads to the development of microvascular thrombi. These pathologies are clinically similar, and as such there is no need for their distinction for the purpose of initiating treatment with plasmapheresis. In Thrombocytopenic Thrombotic Purpura the microthrombi affects mainly the cerebral vasculature, while in Haemolytic Uremic Syndrome the microthrombi are mostly confined to the kidney. The presumptive diagnosis of these Thrombotic Thrombocytopenic Microangiopathies can be made merely by the presence of hemolytic microangiopathic anemia and thrombocytopenia, without a known cause.
Marques, Catarina Esteves Vasques de Carvalho Marinho Crespo. "Relatório de estágio: Labomarques." Master's thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10451/11212.
Full textO estágio do mestrado em análises clínicas consistiu num período de trabalho de seis meses no Laboratório de Análises Clínicas Labomarques. Neste laboratório realizam-se análises nas áreas da Bioquímica, Imunologia, Endocrinologia, Hematologia e Microbiologia. O objectivo deste relatório é expor de forma sucinta e objectiva, as aprendizagens adquiridas durante o estágio, explicando o fluxo de trabalho num laboratório de análises clínicas e mencionando as fases pré-analítica, analítica e pós-analítica, e de um modo particular abordando para cada valência laboratorial, os aspectos mais relevantes.
The Masters in Clinical Analysis internship consisted of a six months period working in the Clinical Laboratory Labomarques. This laboratory performs in the areas of: Biochemistry, Immunology, Endocrinology, Hematology and Microbiology. My aim was to display in this report in a short and objective way, the acquired acknowledgements: in a general way, by explaining de workflow in a clinical laboratory and citing the pre-analytical, analytical and post-analytical phases, and in a particular way by addressing for each laboratorial department the most relevant aspects.
As doenças autoimunes surgem devido a falhas nos mecanismos de tolerância imunológica do indivíduo, conduzindo à produção de autoanticorpos que atacam o próprio. As doenças autoimunes podem ser classificadas em sistémicas e específicas de orgão. Na década de 60 foram associadas causas autoimunes para certas patologias do sistema nervoso. As patologias autoimunes do sistema nervoso são um grupo de doenças específicas de orgão, que podem afectar o sistema nervoso central, o sistema nervoso periférico e as junções neuromusculares. Dentro deste grupo de doenças autoimunes, existe um subgrupo no qual a neoplasia aparece associada a doença autoimune, passando a ser chamada síndrome paraneoplásico. O objectivo deste trabalho foi falar das doenças do sistema nervoso mais prevalentes no âmbito laboratorial e compará-las quanto à sua epidemiologia, patogénese, manifestações clínicas, diagnóstico, tratamento e prognóstico.
Autoimmune diseases appear due to a failure in the mechanisms of self immune tolerance, which can lead to the production of autoantibodies that attack the individual. Autoimmune diseases can be classified into systemic and organ specific. In the 60s, causes were linked to certain autoimmune diseases of the nervous system. The autoimmune diseases of the nervous system are a group of organ specific diseases that can affect the central nervous system, peripheral nervous system and the neuromuscular junctions. Within this group of autoimmune diseases, there is a subgroup in which cancer appears linked to autoimmune disease, being called paraneoplastic syndrome. The goal was to address the more prevailing nervous system diseases in the laboratorial context and compare them in terms of their epidemiology, pathogenesis, clinical manifestations, diagnosis, treatment and prognosis.
Passos, Cláudia Sofia Silva dos. "Doença do anticorpo anti-membrana basal glomerular : revisão da literatura a propósito de um caso clínico." Master's thesis, 2021. http://hdl.handle.net/10451/51827.
Full textA Doença do Anticorpo Anti-Membrana Basal Glomerular é uma vasculite de pequenos vasos associada a imunocomplexos, rara e potencialmente fatal, que afeta os capilares glomerulares e pulmonares. É caracterizada pela presença de anticorpos Anti-Membrana Basal Glomerular em circulação. Se estes anticorpos forem específicos contra o domínio não colagenoso da cadeia α3 do colagénio IV, presente na membrana basal dos capilares glomerulares e alveolares, estamos perante uma Doença de Goodpasture. Tipicamente os doentes apresentam-se com uma insuficiência renal rapidamente progressiva, com ou sem hemorragia alveolar associada. O diagnóstico é feito com base na apresentação clínica, dados laboratoriais e achados histológicos, tais como a presença de depósitos lineares de Imunoglobulina G ao longo da membrana basal glomerular na biópsia renal O objetivo do tratamento consiste em remover os anticorpos patogénicos da circulação com recurso à plasmaferese, impedir a formação de novos anticorpos e atenuar a inflamação e lesão glomerular recorrendo à imunossupressão. O diagnóstico rápido e a instituição de terapêutica precoce são essenciais para diminuir a mortalidade e para preservar a função renal destes doentes. O prognóstico desta patologia tem vindo a melhorar ao longo dos anos, apesar de ser condicionado pela apresentação inicial da mesma. Neste trabalho é apresentado um caso clínico juntamente com uma revisão bibliográfica da literatura relativos à patologia em questão. Posteriormente, é discutido o caso clínico à luz da revisão efetuada.
Anti-Glomerular basement membrane disease is a rare, life-threatening, small vessel vasculitis associated with immune complex that can affect both glomerular and pulmonary capillaries. It is classically characterized by the presence of circulating antibodies against the Glomerular Basement Membrane. If these antibodies are specific against the non-collagenous domain of the α3 chain of type IV collagen, which is present on the basement membrane of glomerular and alveolar capillaries, it is called Goodpasture Disease. Typically, patients present with rapidly progressive renal failure with or without lung hemorrhage. Diagnosis is based on clinical presentation, laboratory data, and histological findings, such as the presence of linear immunoglobulin G deposits along the glomerular basal membrane in renal biopsy. The treatment seeks to remove pathogenic antibodies from circulation using plasmapheresis, and prevent the formation of new antibodies and, at the same time, attenuate inflammation and glomerular injury with immunosuppression. Rapid diagnosis and early initiation of therapy are essential to decrease mortality and preserve renal function in these patients. The prognosis of this pathology has been improving over the years, despite being conditioned by its initial presentation. On this thesis, a case report is presented, and a bibliographic review of the literature is made based on the disease in question. Subsequently, the case report is discussed considering the review effected.
Books on the topic "Plasmaferesi"
Fernandez-Lomana, Fernando Anaya. Aféresis Terapéutica: Plasmaferesis, Inmunoadsorción, Doble Filtración y Plasmadsorción. Aspectos Biofísicos, Clínicos y Prácticos. Universidad Complutense de Madrid, Servicio de Publicaciones, 2005.
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