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Academic literature on the topic 'Polisaccaridi'
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Journal articles on the topic "Polisaccaridi"
Hoang, Phuong Ha, Hong Thu Nguyen, Trung Thanh Tran, Thanh Tung Tran, Lan Phuong Do, and Thi Nhi Cong Le. "Isolation and selection of nitrifying bacteria with high biofilm formation for treatment of ammonium polluted aquaculture water." Journal of Vietnamese Environment 8, no. 1 (January 15, 2017): 33–40. http://dx.doi.org/10.13141/jve.vol8.no1.pp33-40.
Full textMueck, Tobias. "Sollievo dalla tosse acuta grazie a uno sciroppo per la tosse con azione mucoprotettiva." Evidence for Self-Medication 1 (2021). http://dx.doi.org/10.52778/efsm.21.0074.
Full textDissertations / Theses on the topic "Polisaccaridi"
Michelet, Silvia <1987>. "Attività biologica di polisaccaridi algali in colture di Leishmania infantum." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5661.
Full textGABRIELE, FRANCESCO. "Applicazione di idrogel: Tensioattivi e polisaccaridi impiegati come costituenti altamente versatili." Doctoral thesis, Università degli Studi dell'Aquila, 2021. http://hdl.handle.net/11697/169020.
Full textSfriso, Andrea <1988>. "Ulvaceae e rhodophyceae: crescita, composizione, polisaccaridi solforati e fitopigmenti per applicazioni biotecnologiche." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/12923.
Full textGarofalo, Alessia. "Ottimizzazione della produzione di polisaccaridi e lipidi nella diatomea marina Phaeodactylum tricornutum in coltura." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/12647/.
Full textMedugno, Amelia. "Valutazione del grado di assorbimento di matrici oleose da parte di polisaccaridi ottenuti da aloe vera." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.
Find full textRicco, Daniele. "Meccanismi di formazione del fouling nei bioreattori a membrane." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/331.
Full textL’introduzione, nell’ultimo decennio, di limiti normativi sempre più restrittivi per lo scarico dei reflui trattati (D. Lgs. 152/2006) o il loro riutilizzo per scopi irrigui e industriali (D. Lgs. 185/2003) rende necessari interventi di up-grade degli impianti di depurazione esistenti e l’utilizzo di tecnologie innovative in grado di assicurare maggiori efficienze depurative. Tra le moderne tipologie impiantistiche, i bioreattori a membrana (MBR), derivanti dalla combinazione dei processi di degradazione biologica a fanghi attivi e di filtrazione su membrana, sono oggi sempre più utilizzati nel trattamento di reflui civili e industriali grazie all'elevata qualità degli effluenti trattati, a fronte di ridotte superfici d’ingombro. Il principale svantaggio degli MBR è rappresentato dal fouling (o “sporcamento”) delle membrane, che comporta un incremento non trascurabile dei costi d’investimento e di gestione di tali impianti e la progressiva riduzione dell’efficienza della filtrazione. Il fouling è sensibilmente influenzato dalle condizioni operative, dalla tipologia di materiali e dalla configurazione delle membrane filtranti, oltre che dalla miscela liquida, ricca di colloidi, fango biologico e macromolecole disciolte. Le componenti macromolecolari, comunemente dette "Sostanze Polimeriche Extracellulari", includono polisaccaridi, proteine, acidi nucleici, lipidi e altri polimeri presenti sulla superficie cellulare dei singoli microrganismi e nello spazio intercellulare degli aggregati microbici. Esperienze scientifiche testimoniano come la presenza di EPS nella miscela liquida sia tra le principali cause del fouling. Nel tentativo di approfondire le conoscenze concernenti i meccanismi di evoluzione del fenomeno, l'attività sperimentale, svolta presso il Laboratorio di Ingegneria Sanitaria Ambientale dell’Università degli Studi di Salerno e, per un quadrimestre, presso la Scuola di Scienze Applicate della Cranfield University (UK), è stata finalizzata all'individuazione e caratterizzazione dei meccanismi di fouling occorrenti nella filtrazione a flusso costante di sospensioni sintetiche di polisaccaridi comunemente prodotti dalla biomassa di reattori MBR operanti a scala reale o facilmente rilevabili perché già presenti nei reflui trattati. L'impiego di due differenti set-up sperimentali di filtrazione tangenziale e ortogonale, e di apparecchiature di analisi dimensionale ha permesso di analizzare l'influenza, sulle performance della filtrazione, della concentrazione iniziale dei composti indicatori nell'alimentato, del flusso di permeato applicato, della distribuzione dimensionale delle particelle in sospensione nella miscela liquida, delle condizioni idrodinamiche in prossimità delle membrane. L'utilizzo di sospensioni sintetiche dei cinque polisaccaridi (alginato di calcio, alginato di sodio, gomma di xantano, destrano e ß-1,3-glucano) ha inoltre permesso di esaminare in maniera più approfondita il ruolo delle EPS nell'evoluzione temporale della resistenza alla filtrazione. I dati di pressione registrati nel corso delle prove di laboratorio mostrano come l'alginato di calcio sia il carboidrato con la maggiore propensione al fouling; il destrano ed il ß-1,3-glucano sono invece responsabili di un incremento molto più contenuto della pressione transmembranale nel tempo. Il fouling, registrato nelle prove di filtrazione ortogonale e tangenziale, diviene più marcato all'aumentare della concentrazione iniziale dei composti impiegati. La linearizzazione dei dati di pressione, rilevati nella filtrazione tangenziale ed ortogonale delle sospensioni di xantano e degli alginati di calcio e di sodio, secondo le equazioni di pore blocking e cake formation testimonia la progressiva deposizione di materia sulla superficie filtrante a formare un cake. Con il procedere della filtrazione tangenziale, si rileva tuttavia per gli alginati l'incremento pressoché esponenziale della pressione transmembranale, a conferma dell'instaurarsi di meccanismi di fouling complessi. Differente tendenza presentano le sospensioni di ß-1,3-glucano e di destrano, per le quali l'incremento temporale della TMP è assai contenuto. L'analisi della distribuzione dimensionale delle particelle nei campioni di alimentato, concentrato e permeato ha poi evidenziato la presenza in sospensione di microaggregati di dimensioni variabili nel tempo e fortemente influenzate dalle caratteristiche del sistema di filtrazione e dall'idrodinamica in prossimità della membrana. Nelle prove di filtrazione tangenziale, le dimensioni delle particelle, con la sola eccezione del destrano, tendono gradualmente a ridursi nel corso dei test; nelle prove di filtrazione ortogonale si registra invece un sostanziale incremento dimensionale nel tempo per tutti i composti analizzati. Il fenomeno rilevato nei test di filtrazione tangenziale è dovuto, in parte, alla deposizione sulla membrana degli aggregati di dimensioni maggiori, responsabili dell’incremento di TMP, ed in parte alla loro disgregazione, indotta dall'idrodinamica e dalle caratteristiche costruttive dei set-up sperimentali. In tali condizioni, il meccanismo di trasporto esercitato dalla corrente di retentato è quello della diffusione indotta dalla sollecitazione tangenziale. Nei test di filtrazione ortogonale, la ridotta turbolenza favorisce invece l'aggregazione delle particelle. Lo studio condotto testimonia come i composti indicatori abbiano differenti proprietà chimico-fisiche ed una diversa propensione al fouling. [a cura dell'autore]
X n.s.
MARTORANA, Annalisa. "PROGETTAZIONE, SINTESI E CARATTERIZZAZIONE DI NUOVI DERIVATI POLISACCARIDICI E POLIURETANICI PER LA PRODUZIONE DI BIOMATERIALI INNOVATIVI PROCESSABILI CON STAMPANTE 3D AD ESTRUSIONE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2022. https://hdl.handle.net/10447/553566.
Full textFlamigni, Anna. "Applicazioni della glicobiologia all'imaging molecolare." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2009. http://hdl.handle.net/10077/3047.
Full textI carboidrati sono stati per molto tempo considerati molecole aventi solo funzioni di tipo strutturale e di riserva energetica per la cellula e non sembravano in alcun modo coinvolti nei processi che contribuiscono allo sviluppo di una cellula completamente funzionante. Nuove ed accurate ricerche hanno dimostrato il ruolo svolto dai carboidrati in numerosi processi biologici al punto che attualmente essi sono considerati la terza categoria di macromolecole con caratteristiche bio-informative. I carboidrati sono strutture che possono dare una quantità di informazioni estremamente elevata; l’innumerevole variabilità dei legami con cui le unità monosaccaridiche possono costituire strutture più complesse, permette ai carboidrati di utilizzare un linguaggio estremamente eloquente. Questo linguaggio ha preso il nome di Glicocodice. I decifratori del glicocodice sono tipicamente proteine leganti gli zuccheri chiamate lectine, caratterizzate da un’elevata specificità; lectine in grado di riconoscere in modo specifico unità beta-galattosidiche, chiamate galectine, risultano coinvolte in numerosi processi che regolano l’omeostasi cellulare, tra cui le interazioni cellula-cellula, cellula-matrice, ma anche i sistemi apoptotici ed il differenziamento cellulare. Inoltre esse risultano strettamente correlate con lo sviluppo di numerose patologie tra cui i tumori e le infiammazioni articolari come l’osteartrite e l’artrite reumatoide. In particolare, la galectina-1, molecola regolatrice pro-apoptotica, risulta sovraespressa nei pazienti affetti da artrite reumatoide. Al contrario, l’aumentata espressione della galectina-3 risulta essere un fattore rilevante per lo sviluppo di patologie osteoartritiche. Le convenzionali metodologie di indagine diagnostica per immagine sono purtroppo strumenti deboli per l’analisi di patologie croniche, in particolare risulta difficile la distinzione tra stadio acuto e cronico e l’identificazione di fasi iperacute. E’ per questo motivo che è così complessa la distinzione tra l’artrite reumatoide e le altre patologie osteoarticolari nelle prime fasi della malattia. La messa a punto di metodologie in grado di fornire una diagnosi precoce e precisa è dunque uno dei passi fondamentali nella lotta all’artrite reumatoide. Oggi sono disponibili test di tipo immunologico a livello sierico e tecniche di imaging in grado di dare alcune informazioni importanti sulla natura e sul decorso della malattia. Tuttavia questi risultano essere strumenti ancora carenti per una diagnosi precoce della patologia. Nella moderna era della medicina molecolare, terapie geniche e terapie cellulari potranno essere studiate direttamente e indirettamente tramite l’uso dell’ imaging molecolare. L’utilizzo di tecniche di imaging funzionale e molecolare assieme a strumenti di immagine anatomica, può indubbiamente incrementare la specificità e la sensibilità della diagnosi. Le procedure di indagine molecolare dovrebbero essere dunque considerate importanti strumenti complementari alle tecniche di indagine per immagini utilizzate correntemente in clinica. Nuovi mezzi di contrasto per MRI in grado di interagire a livello molecolare potranno dunque incrementare il potenziale di questa tecnica. Inoltre, l’emergere di nuove tecniche di diagnostica per immagini che utilizzano metodi ottici (fluorescenza e bioluminescenza), che sono attualmente di comune utilizzo in modelli animali in fase pre-clinica, sono in corso di sviluppo per la loro applicazione anche sull’uomo. Il presente progetto di dottorato ha avuto come obiettivo la messa a punto di un sistema diagnostico per immagini che permetta di individuare precocemente e con alta specificità la presenza di patologie artritiche infiammatorie, in modo tale da diagnosticare la malattia artritica nei primi stadi del suo sviluppo, ma anche di discriminarne la tipologia e la prognosi, al fine di poter applicare una corretta e tempestiva strategia terapeutica. Per realizzare tale obiettivo, nel corso del dottorato di ricerca, sono state sviluppate strategie sintetiche di nuovi mezzi di contrasto in grado di individuare markers specifici della patologia artritica, successivamente utilizzati su modelli cellulari e animali. In particolare, come bersaglio per tali mezzi di contrasto sono state individuate le galectine. Per ottenere l’interazione con le galectine i nuovi mezzi di contrasto devono contenere sonde per la diagnostica per immagini coniugate con strutture opportunamente modificate con ramificazioni di galattosio, al fine di permettere il legame selettivo alle galectine ed indicarne la presenza. Il progetto è stato articolato in due parti: Parte A, Analisi delle Patologie Articolari a Livello Molecolare. In questa fase sono stati sintetizzati complessi polimerici che potrebbero aiutare la comprensione dello sviluppo delle patologie articolari a livello molecolare. In particolare è stata effettuata la clusterizzazione di unità galattosidiche, note sonde biologiche per le galectine. La scelta delle strategie sintetiche è stata effettuata a partire dalla conoscenza del biopolimero Chitlac, composto le cui caratteristiche chimico/fisiche erano già ben note nel nostro laboratorio e a cui sono state riconosciute capacità di influenzare la crescita dei condrociti. Per meglio comprendere le interazioni e gli effetti di tale polisaccaride con molecole biologiche e colture cellulari, sono stati effettuati studi a livello molecolare e in vitro. In primo luogo si è quindi determinata la costante di affinità del Chitlac per le galectine-1 e -3, successivamente sono stati condotti studi di internalizzazione del Chitlac da parte di cellule presentanti un elevato numero di recettori per il galattosio (cellule di epatocarcinoma) e di condrociti primari, oggetto principale della nostra ricerca. I risultati ottenuti, hanno permesso di stabilire che il polisaccaride viene internalizzato negli epatociti in misura maggiore e in condrociti, in misura inferiore. Ne è seguito uno studio sull’effetto che il Chiltac svolge sul ciclo cellulare di tali cellule. Il risultato ottenuto ci ha indotti a pensare che il Chitlac sia in grado di interferire con le strutture che regolano il ciclo cellulare presumibilmente interferendo proprio con le galectine, proteine che controllano a monte l’espressione di proteine regolatrici dei checkpoint del ciclo cellulare. Questi risultati potrebbero finanche suggerire l’utilizzo del Chitlac non solo come sonda diagnostica ma anche some possibile agente terapeutico. Parte B, Analisi delle Patologie Artritiche a Livello Tissutale. Unità galattosidiche sono state ancorate a sonde per MRI, tra cui il DTPAGd (Magnevist®) presente in commercio e comunemente utilizzato in clinica, al fine di ottenere sonde maggiormente selettive nei confronti di patologie presentanti alterazioni dell’espressione di lectine. Come atteso, l’aggiunta dei gruppi ossidrilici dello zucchero ha portato ad un aumento dell’indice di relassività rispetto alla sonda commerciale con conseguente miglioramento dell’immagine MRI ottenuta dopo l’iniezione endovenosa del complesso di gadolinio. Infine, il Chitlac è stato utilizzato per evidenziare patologie artritiche in modelli animali tramite l’utilizzo dell’imaging ottico. A tale scopo, il polimero è stato coniugato con la sonda fluorescente Cy5.5. Le iniezioni intra-articolari del polimero hanno evidenziato le sole articolazioni patologiche, mentre il Chitlac è stato rapidamente allontanato dalle articolazioni sane. Una prima prova per via endovenosa ha inoltre permesso di verificare la permanenza nell’articolazione del polimero che dunque appare non subire un significativo sequestro da parte del fegato, come poteva essere ipotizzabile dai risultati ottenuti in vitro. Dagli studi condotti nel corso del presente progetto di tesi, è possibile concludere che la clusterizzazione del galattosio induce un incremento dell’affinità nei confronti delle galectine-1 e -3. Inoltre il polimero Chitlac (chitosano lattosilato) si è dimostrato in grado di interagire a livello cellulare al punto da influenzare il ciclo cellulare. Ulteriori studi potrebbero permettere una migliore comprensione di tali eventi. Infine, la possibilità di studiare condrociti derivanti da tessuti di articolazioni patologiche potrebbe permettere di valutare se in tali condizioni l’alterazione dell’espressione delle galectine possa essere tale da aumentare l’internalizzazione del polimero nelle cellule malate ed i suoi effetti sul ciclo cellulare. Studi preliminari in vivo su modelli di animale artritici, hanno permesso di evidenziare la permanenza del Chitlac nella articolazioni degli animali patologici, diversamente dagli animali sani, suggerendo un potenziale uso del polisaccaride nella discriminazione delle due tipologie di articolazione, effetto non evidenziabile con l’utilizzo di due polisaccaridi di controllo (chitosano e destrano), cioè privi del sostituente galattosio.
XXI Ciclo
1976
FINELLI, IVANA. "Studio sulla struttura e sul comportamento dinamico di idrogel polisaccaridici per la formulazione di nuovi dispositivi biomedicali." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1227.
Full textHyadd4-G is a derivatized hyaluronic acid having 1÷3% of the carboxyl groups grafted with a hexadecylic amide side-chains. The introduction of a hexadecyl side chain onto hyaluronic acid (HA) chains yields a polysaccharide with new properties, capable of forming physical hydrogels, stable at very low polymer concentrations, whereas native HA forms viscous solutions at ten times higher concentrations. We addressed the structural and dynamic behavior of Hyadd4-G hydrogels at different time and length scales. Dynamic structural factor, f(Q,t), obtained by DLS, was used to extract the microscopic characteristic times and pore size of the network. Fluorescence recovery after photobleaching methodology, FRAP, was used to measure diffusion coefficients of fluorescent probes with different size. The hydrodynamic coil dimensions of dextrans evidencing a sieving effect of the hydrogels by FRAP experiments can be compared with the mesh size, δ, of Hyadd4-G hydrogels studied by DLS. Rheology measurements in the linear viscoelastic regime show that Hyadd4-G is a soft viscoelastic gel. Rheological measurements showed an unusual self-healing mechanism (structure recovery) after destruction of the gel network in a shear flow and the injectability of the hydrogel is supported by a pronounced shear-thinning behavior under nonlinear deformations. Neutron scattering techniques can provide information about the microstructure and the diffusional properties of water within the pores of the network. Characterization of Hyadd4-G showed that the driving force for its gel-like behavior is the occurrence of hydrophobic interactions involving hydrophobic side-chains stabilizing a 3D-network with nano-sized architecture, despite the low degree of substitution. This picture provides the necessary background to assess Hyadd4-G as one of the potential new hydrogel systems suitable for treatment of osteoarticular diseases. Xanthan and konjac glucomannan pair provides one of the most studied synergistic hydrogels. The junction zones stabilizing the 3D structure of this gel are present as macromolecular complexes in solution formed by the partially depolymerised polysaccharidic chains. The non-covalent interactions stabilizing the structure of the polysaccharidic complex cause the melting of the ordered structure of the complex in the solution and of the hydrogels. Introduction of chemical cross-links in the 3D structure of the synergistic hydrogel removes this behaviour, adding new features to the swelling and to the viscoelastic properties of the cured hydrogel. The use of epichlorohydrin as low molecular weight cross-linker does not impact on the viability of NIH 3T3 fibroblasts.
Cerciello, Raimondo. "Ruolo protettivo del polisaccaride A (PSA) di Bacteroides fragilis nei confronti di stati infiammatori indotti da Bartonella henselae." Tesi di dottorato, 2015. http://www.fedoa.unina.it/10327/1/Cerciello_Raimondo.pdf.
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