Academic literature on the topic 'Predestinazione'

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Journal articles on the topic "Predestinazione"

1

Vettori, Alessandro. "LA PREDESTINAZIONE AL MALE NELL'OPERA DI GIUSEPPE BERTO." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 36, no. 2 (September 2002): 316–38. http://dx.doi.org/10.1177/001458580203600204.

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2

Grossi, Vittorino. "La ricezione agostiniana della predestinazione. Difficoltà antiche e moderne." Augustinianum 49, no. 1 (2009): 191–221. http://dx.doi.org/10.5840/agstm200949126.

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3

Bettoni, Anna. "Il sonetto di Veronica Gambara sulla predestinazione in Du Bellay." Italique, no. V (December 31, 2002): 33–52. http://dx.doi.org/10.4000/italique.144.

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4

Lorini, Gualtiero. "Tra libertà e predestinazione: lo spazio della Provvidenza nella riflessione kantiana." Quaestio 8 (January 2008): 707–12. http://dx.doi.org/10.1484/j.quaestio.1.100409.

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5

Detering, Heinrich. "Das Lachen im Himmel." Deutsches Dante-Jahrbuch 97, no. 1 (October 24, 2022): 66–80. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2022-0020.

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Abstract:
Riassunto La sorprendente inclusione dell’imperatore pagano Traiano nel Paradiso di Dante solleva la questione della giustificazione, della preistoria e delle conseguenze di questa elezione miracolosa, del rapporto tra »predestinazione« e »grazia«. Il presente saggio sostiene che un’idea di umorismo, non esplicitamente menzionata, ma scenicamente rappresentata, fa da sfondo alla concezione dantesca della grazia divina. L’argomentazione si serve del romanzo L’eletto di Thomas Mann, testimone della ricezione della Divina Commedia da parte di uno scrittore che vi ricorre più volte anche nel contesto di altri quesiti estetico-religiosi. Basato su una leggenda medievale, il romanzo di Mann condivide infatti con l’episodio di Paradiso XX lo stesso motivo (Traiano viene »riscattato« da papa Gregorio) e costituisce dunque un’aiuto per l’interpretazione della scena.
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6

Păuleț, Lucian. "God’s Providence: Divine Knowledge of Future Contingents." Studia Universitatis Babeș-Bolyai Theologia Catholica 65, no. 1-2 (December 30, 2020): 5–28. http://dx.doi.org/10.24193/theol.cath.2020.01.

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Abstract:
"Provvidenza di Dio: conoscenza divina delle cose contingenti future. Come può Dio conoscere le cose contingenti future? Usa il suo intelletto trascendente o la sua volontà infallibile? Dio determina le cose contingenti future nell'ordine della creazione? Se lo fa, come viene preservata la libertà umana? Le risposte a queste domande forniscono diversi spunti per la comprensione della dottrina sulla provvidenza, sulla volontà salvifica universale di Dio, sulla predestinazione e sulla libertà umana. Questo articolo si propone di rivisitare questi temi presentando: I. l'opinione di due scuole teologiche che hanno affrontato la questione (i neotomisti e i molinisti); II. l'insegnamento della Scrittura; III. l'insegnamento di Padri e teologi latini e greci; e IV. l'opinione di San Tommaso d'Aquino sulla prescienza divina. San Tommaso riassume tutta la tradizione riguardo a questi aspetti. Nella sua comprensione, la conoscenza di Dio è la misura della realtà. Tutte le cose esistono perché sono conosciute da Dio e volute da lui. Questo tipo di conoscenza, in cui è coinvolta la volontà di Dio, è chiamata conoscenza dell'approvazione. Per spiegare come Dio conosce le decisioni future degli uomini senza violare la loro libertà, San Tommaso fa appello alla spiegazione dell'eternità. Tuttavia, la conoscenza divina non è causa di cose malvagie. Si può concludere che in tutta la tradizione ci sono opinioni che Dio può prevedere con il suo intelletto trascendente, anche senza decreti infallibili. Allo stesso tempo, la sua causalità è richiesta per l'esistenza degli esseri, sebbene non delle cose malvagie che sono non esseri. A mio parere, la risposta alla domanda principale (Dio conosce le cose per decreti infallibili o per il suo intelletto trascendente?) non puo essere data da una sola scuola di teologia. Entrambe le scuole teologiche hanno riconosciuto che la volontà divina e l'intelletto divino sono trascendenti. Tuttavia, ciascuna non riesce a riconoscere l'applicazione della trascendenza divina fatta dall'altra. Parole chiave: conoscenza divina, contingenti futuri, volontà di Dio, intelletto di Dio, neo-tomisti, molinisti, Tommaso d'Aquino, causalità divina, predestinazione, libertà umana, Agostino, massa damnata."
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7

Peters, Edward. "Dialoghi sulla prescienza divina e la predestinazione degli eletti. Gioacchino da Fiore , Gian Luca Potestà." Speculum 79, no. 3 (July 2004): 761–63. http://dx.doi.org/10.1017/s0038713400090084.

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8

Lettieri, Gaetano. "Fato e predestinazione in De Civ. Dei V, 1-11 e C. duas ep. Pelag. II,5,9-7,16." Augustinianum 35, no. 2 (1995): 457–96. http://dx.doi.org/10.5840/agstm199535230.

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9

Gramantieri, Riccardo. "L'Archetipo di Cristo nella serie Dune di Frank Herbert." STUDI JUNGHIANI, no. 54 (February 2022): 44–66. http://dx.doi.org/10.3280/jun54-2021oa12552.

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Abstract:
Nel romanzo L'imperatore-dio di Dune di Frank Herbert il tiranno Leto II lega con un voto di obbedienza la fedele Nayla alla ribelle Siona. Nel finale del romanzo, Nayla contribuirà involontariamente all'uccisione del suo amato imperatore permettendo l'azione della ribelle Siona, e dunque del volere di Leto. C'è in questo legame fra Leto II, Nayla e Siona una predestinazione che ricorda il legame fra Cristo e Giuda. Facendo riferimento ai modelli della psicologia analitica, scopo di questo lavoro è quello di dimostrare come nell'operare di Leto II agisca l'archetipo junghiano di Cristo. Leto rappresenta, con la sua mostruosa fisicità e con le sue capacità psichiche e divinatorie, tutti i principali archetipi junghiani che si avvicendano nel processo di individuazione: è Ombra (è contemporaneamente il diavolo Shaitan e il dio creatore Shai-Hulud); è Anima (possiede i ricordi della sorella gemella Ghanima, della madre Chani, della nonna Jessica, e può parlare con la loro voce); è syzygia (sposa la sorella Ghanima); è rappresentazione del Sé attraverso l'archetipo di Cristo che, come dice Jung, in quanto eroe e uomo-dio psicologicamente designa il Sé
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10

Dentilli, Abramo. "Il De civitate Dei di Agostino e la sua influenza sul processo di secolarizzazione dello Stato." Stato, Chiese e pluralismo confessionale, January 18, 2022. http://dx.doi.org/10.54103/1971-8543/17109.

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Abstract:
SOMMARIO: 1. Premessa - 2. Il libro IV come introduzione al tema - 3. I magna latrocinia - 4. Lo svolgimento logico della tesi agostiniana sul rapporto tra Stato e giustizia - 5. Cristo come unico criterio per la giustizia/virtù/felicità - 6. Il libro XIX come allargamento dei confini della legittimità dello Stato - 7. Le due civitates - 8. L’assetto delle due città nel saeculum - 9. L’identificazione della CD con la Chiesa - 10. La predestinazione quale criterio di ascrizione alle due civitates - 11. Il DcD come strumento politico - 12. Una conseguenza imprevedibile (?): la secolarizzazione - 13. Conclusione. Augustine’s De civitate Dei and its influence on the process of secularization of the State ABSTRACT: Is justice essential to State? Augustine, in the fourth book of the City of God, starts with a strict idea of State, but then widens the definition: he grants that also an unjust - not based on the real God - State may be a real State. This option seems to be prominent in the process of secularization enacted in the last centuries, but it’s also connected to other matter: the predestination, the identification (or not) between the City of God and the Church, and so on. Methodologically, I tried to read what Augustine really wrote and not what others said about his works.
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Dissertations / Theses on the topic "Predestinazione"

1

RIU, EMMANUELE. "Dante, Pietro Lombardo e le "Sententiae". Un dibattito intorno a natura, peccato originale, grazia, libertà e predestinazione nella "Commedia"." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1006856.

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Abstract:
La mia tesi di Dottorato mira a indagare i legami tra la Commedia di Dante, le Sententiae di Pietro Lombardo (il più celebre manuale di teologia del Basso Medioevo) e i commenti duecenteschi al testo del Magister sententiarum. Il primo capitolo raccoglie tutte le indicazioni che la critica dantesca e i commentari alle opere di Dante hanno offerto riguardo a quali argomenti del poema possano essere utilmente interpretati attraverso le Sententiae. Il secondo e il terzo capitolo prendono in esame alcuni argomenti specifici: da un lato, il tema del peccato originale, della natura umana prima della Caduta di Adamo ed Eva, e le dinamiche della Redenzione dell’uomo mediante l’Incarnazione di Cristo (Purg. xxvii-xxxiii e Par. vii); dall’altro, i complessi rapporti fra grazia e libertà nel poema, la possibilità (o meno) di salvezza per coloro che, per motivi geografici e/o cronologici, si situano fuori dal circolo della Rivelazione, e il dibattutissimo tema della predestinazione divina (Par. xix-xx e xxxii). Il ricorso alle Sententiae e ai relativi commenti permette sia, in alcuni casi, di rilevare possibili influenze dirette dell’opera teologica sul poema dantesca; sia, in altri, di ricostruire il background teoretico relativo alle questioni elencate, così da comprendere e apprezzare meglio la posizione di Dante in merito.
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Biagini, Dario. "Giovanni Calvino e la Metonimia Rapporti tra religione e linguaggio nell’Eucarestia riformata." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10807/.

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Abstract:
La mia analisi verte in principio sul diverso rapporto dei tre principali riformatori (Lutero, Calvino, Zwingli) con l’Eucarestia. In seguito, sono approfondite le teorie di Giovanni Calvino, cercando di tracciare un parallelo con la contemporaneità. Infine, il linguaggio: qui si spiega come l’arbitrarietà del segno linguistico sia collegata alla teoria della predestinazione calviniana.
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RAFFO, GIACOMO. "IN MYSTERIO AN VERITATE. LA DISPUTA EUCARISTICA CAROLINGIA TRA ESEGESI E AUCTORITAS PATRUM." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39097.

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Abstract:
La tesi prende in considerazione i tre trattati dallo stesso titolo, De corpore et sanguine Domini, sull’eucaristia composti nel IX secolo da Pascasio Radberto, Gotescalco d’Orbais e Ratramno di Corbie, analizzandoli sotto due diversi aspetti. In una prima parte se ne ricostruiscono i rapporti interni e i loro legami con le controversie teologiche e filosofiche dell’epoca, soprattutto con quella della predestinazione e della nascita verginale di Maria. A conclusione di questa analisi viene proposta una datazione relativa della composizione dei trattati differente da quella comunemente accolta, valorizzando un frammento del trattato di Gotescalco testimoniato da un solo manoscritto nella Biblioteca Reale di Bruxelles. In una seconda parte, a partire da una rilevazione sistematica di tutti i passi biblici e patristici citati nei tre trattati (riportata nelle tabelle in appendice), si prendono invece in considerazione le pratiche esegetiche in essi attuate, cercando di mettere in luce la metodologia di lavoro degli autori nei confronti delle fonti patristiche. In particolare viene svolta l’analisi dell’interpretazione di un passo di Ambrogio, presente nel De Mysteriis e nel De sacramentis, che risulta cruciale per l’argomentazione di ciascuno dei testi in causa.
The thesis considers three treatises of the same title, De corpore et sanguine Domini, on the Eucharist composed in the ninth century by Paschasius Radbertus, Gottschalk of Orbais and Ratramnus of Corbie, analyzing them under two different aspects. In a first part the internal relations and their ties with the theological and philosophical controversies of the period are reconstructed, above all with that of predestination and the virginal birth of Mary. At the end of this analysis a different date, relative to the composition of the treaties, is proposed from the one commonly accepted, valuing a fragment of the Gottschalk treaty testified by a single manuscript in the Royal Library of Brussels. In a second part, starting from a systematic survey of all the biblical and patristic passages mentioned in the three treatises (shown in the tables in the appendix), the exegetical practices implemented in them are taken into consideration, trying to highlight the methodology of authors' work towards their patristic sources. In particular, the analysis of the interpretation of a passage by Ambrose, present in De Mysteriis and in the De sacramentis, which is crucial for the argumentation of each of the texts in question, is carried out.
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RAFFO, GIACOMO. "IN MYSTERIO AN VERITATE. LA DISPUTA EUCARISTICA CAROLINGIA TRA ESEGESI E AUCTORITAS PATRUM." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39097.

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Abstract:
La tesi prende in considerazione i tre trattati dallo stesso titolo, De corpore et sanguine Domini, sull’eucaristia composti nel IX secolo da Pascasio Radberto, Gotescalco d’Orbais e Ratramno di Corbie, analizzandoli sotto due diversi aspetti. In una prima parte se ne ricostruiscono i rapporti interni e i loro legami con le controversie teologiche e filosofiche dell’epoca, soprattutto con quella della predestinazione e della nascita verginale di Maria. A conclusione di questa analisi viene proposta una datazione relativa della composizione dei trattati differente da quella comunemente accolta, valorizzando un frammento del trattato di Gotescalco testimoniato da un solo manoscritto nella Biblioteca Reale di Bruxelles. In una seconda parte, a partire da una rilevazione sistematica di tutti i passi biblici e patristici citati nei tre trattati (riportata nelle tabelle in appendice), si prendono invece in considerazione le pratiche esegetiche in essi attuate, cercando di mettere in luce la metodologia di lavoro degli autori nei confronti delle fonti patristiche. In particolare viene svolta l’analisi dell’interpretazione di un passo di Ambrogio, presente nel De Mysteriis e nel De sacramentis, che risulta cruciale per l’argomentazione di ciascuno dei testi in causa.
The thesis considers three treatises of the same title, De corpore et sanguine Domini, on the Eucharist composed in the ninth century by Paschasius Radbertus, Gottschalk of Orbais and Ratramnus of Corbie, analyzing them under two different aspects. In a first part the internal relations and their ties with the theological and philosophical controversies of the period are reconstructed, above all with that of predestination and the virginal birth of Mary. At the end of this analysis a different date, relative to the composition of the treaties, is proposed from the one commonly accepted, valuing a fragment of the Gottschalk treaty testified by a single manuscript in the Royal Library of Brussels. In a second part, starting from a systematic survey of all the biblical and patristic passages mentioned in the three treatises (shown in the tables in the appendix), the exegetical practices implemented in them are taken into consideration, trying to highlight the methodology of authors' work towards their patristic sources. In particular, the analysis of the interpretation of a passage by Ambrose, present in De Mysteriis and in the De sacramentis, which is crucial for the argumentation of each of the texts in question, is carried out.
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BIANCHI, ANDREA. "HETERODOXY AND RATIONAL THEOLOGY: JEAN LE CLERC AND ORIGEN." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/73305.

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Abstract:
L’elaborato analizza la ricezione del pensiero di Origene di Alessandria (c. 184-c.253) nell’opera del teologo arminiano Jean Le Clerc (1657-1736), soffermandosi in particolare sulla concezione origeniana della libertà e sulle questioni che vi sono annesse. Tale analisi consente anche di chiarire alcune pratiche argomentative e dinamiche intellettuali, soprattutto riguardanti i dibattiti religiosi ed interconfessionali, nella seconda metà del XVII secolo. L’elaborato è diviso in tre sezioni. La prima, di carattere introduttivo, mira ad indagare le premesse epistemologiche di Le Clerc, nonché la sua relazione con le auctoritates religiose ed intellettuali del passato. La seconda sezione prende in esame le citazioni dirette di Origene presenti nella vasta produzione di Le Clerc, come pure i suoi rimandi all’opera dell’Alessandrino e al suo pensiero, consentendo in questo modo di delineare un quadro preciso dell’Origene letto e reinterpretato da Le Clerc. La terza sezione restringe infine il campo d’indagine allo sguardo che Le Clerc porta sulla dimensione più propriamente teologica di Origene ed in particolar modo su quel nodo di concetti che ruota attorno al tema della libertà umana (peccato originale, grazia e predestinazione, il problema del male). Questo studio mostra come, malgrado l’indubbia, e talvolta malcelata, simpatia per Origene, Le Clerc non possa essere definito tout court un ‘origenista’, dal momento che la sua visione epistemologica, scritturale e teologica lo distanzia da una acritica e piena adesione al pensiero dell’Alessandrino.
The present thesis analyses the reception of the thought of Origen of Alexandria (c. 184-c. 253) in Jean Le Clerc (1657-1736). Its particular focus is on Origen's conception of freedom and the theological doctrines related to it. The goal of this thesis is to uncover, through Le Clerc's use of Origen, some of the argumentative practices and the intellectual dynamics of the time, in particular in religious, especially inter-confessional, debates. This thesis is divided into three main parts. The first part has mainly an introductory character and looks at the epistemological assumptions of Le Clerc and his relationship with intellectual and religious authorities of the past. The second part reviews the various ways in which Le Clerc quoted, referred to or otherwise made use of the thought or the name of Origen in his vast production. This part provides a first result in that it frames, in general, Le Clerc's reception of Origen. This step is, at the same time, also preparatory for the material contained in part three. In the third part, only the material is considered which is strictly related to Origen's idea of freedom and the related theological doctrines of original sin, grace/predestination, and the problem of evil. The result of this analysis, as it appears form the examination of argumentative practices in the previous sections, is that Le Clerc was no simple "Origenist" but neither was he was fully uncommitted to the Origenian cause. A full commitment to Origen, despite this strong sympathy, was still hindered by Le Clerc's epistemological, scriptural and theological outlook.
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BIANCHI, ANDREA. "HETERODOXY AND RATIONAL THEOLOGY: JEAN LE CLERC AND ORIGEN." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/73305.

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Abstract:
L’elaborato analizza la ricezione del pensiero di Origene di Alessandria (c. 184-c.253) nell’opera del teologo arminiano Jean Le Clerc (1657-1736), soffermandosi in particolare sulla concezione origeniana della libertà e sulle questioni che vi sono annesse. Tale analisi consente anche di chiarire alcune pratiche argomentative e dinamiche intellettuali, soprattutto riguardanti i dibattiti religiosi ed interconfessionali, nella seconda metà del XVII secolo. L’elaborato è diviso in tre sezioni. La prima, di carattere introduttivo, mira ad indagare le premesse epistemologiche di Le Clerc, nonché la sua relazione con le auctoritates religiose ed intellettuali del passato. La seconda sezione prende in esame le citazioni dirette di Origene presenti nella vasta produzione di Le Clerc, come pure i suoi rimandi all’opera dell’Alessandrino e al suo pensiero, consentendo in questo modo di delineare un quadro preciso dell’Origene letto e reinterpretato da Le Clerc. La terza sezione restringe infine il campo d’indagine allo sguardo che Le Clerc porta sulla dimensione più propriamente teologica di Origene ed in particolar modo su quel nodo di concetti che ruota attorno al tema della libertà umana (peccato originale, grazia e predestinazione, il problema del male). Questo studio mostra come, malgrado l’indubbia, e talvolta malcelata, simpatia per Origene, Le Clerc non possa essere definito tout court un ‘origenista’, dal momento che la sua visione epistemologica, scritturale e teologica lo distanzia da una acritica e piena adesione al pensiero dell’Alessandrino.
The present thesis analyses the reception of the thought of Origen of Alexandria (c. 184-c. 253) in Jean Le Clerc (1657-1736). Its particular focus is on Origen's conception of freedom and the theological doctrines related to it. The goal of this thesis is to uncover, through Le Clerc's use of Origen, some of the argumentative practices and the intellectual dynamics of the time, in particular in religious, especially inter-confessional, debates. This thesis is divided into three main parts. The first part has mainly an introductory character and looks at the epistemological assumptions of Le Clerc and his relationship with intellectual and religious authorities of the past. The second part reviews the various ways in which Le Clerc quoted, referred to or otherwise made use of the thought or the name of Origen in his vast production. This part provides a first result in that it frames, in general, Le Clerc's reception of Origen. This step is, at the same time, also preparatory for the material contained in part three. In the third part, only the material is considered which is strictly related to Origen's idea of freedom and the related theological doctrines of original sin, grace/predestination, and the problem of evil. The result of this analysis, as it appears form the examination of argumentative practices in the previous sections, is that Le Clerc was no simple "Origenist" but neither was he was fully uncommitted to the Origenian cause. A full commitment to Origen, despite this strong sympathy, was still hindered by Le Clerc's epistemological, scriptural and theological outlook.
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Books on the topic "Predestinazione"

1

1959-, Nocentini Lucia, and Fiaschi Giovanni, eds. Conciliazione dei dissensi sulla predestinazione. Tirrenia (Pisa): Edizioni del Cerro, 1997.

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2

Pomponazzi, Pietro. Il fato, il libero arbitrio e la predestinazione. Torino: N. Aragno, 2004.

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3

Magris, Aldo. Destino, provvidenza, predestinazione: Dal mondo antico al cristianesimo. Brescia: Morcelliana, 2008.

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4

Valdés, Juan de. Alfabeto cristiano: Domande e risposte della predestinazione catechismo. Torino: Einaudi, 1994.

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5

Destino, provvidenza, predestinazione: Dal mondo antico al cristianesimo. Brescia: Morcelliana, 2008.

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6

1952-, Potestà Gian Luca, ed. Dialoghi sulla prescienza divina e la predestinazione degli eletti. Roma: Viella, 2001.

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7

Il Sinodo di Dordrecht: (1618-1619) : predestinazione e calvinismo. Torino: Claudiana, 2015.

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8

Wolfhart, Pannenberg. Dottrina della predestinazione di duns scoto nel contesto dello suiluppo della dottrina scolastica. Milano: Biblioteca Francescana, 1994.

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9

Biase, Riccardo De. L' agostinismo di Martin Lutero tra peccato e predestinazione: Le radici medievali e moderne della "gettatezza" umana. Napoli: Partagées, 2006.

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10

Destino, provvidenza, predestinazione. Morcelliana, 2008.

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