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Ottolenghi, Emanuele. "SOPRAVVIVERE SENZA GOVERNARE: L'ELEZIONE DIRETTA DEL PRIMO MINISTRO IN ISRAELE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 32, no. 2 (August 2002): 239–67. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200030148.

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Abstract:
IntroduzioneA seguito di un prolungato periodo di paralisi politica e frammentazione partitica durante gli anni ottanta, nel marzo 1992 il parlamento israeliano – la Knesset – adottò un nuovo e originale sistema consistente nell'elezione diretta del Premier –in contemporanea con l'elezione del parlamento – e nel mantenimento del legame fiduciario tra legislatore e governo. Scopo principale della riforma era di rafforzare l'esecutivo e garantire una maggior efficacia e coerenza nel processo di formulazione ed esecuzione della politica del governo. Il nuovo sistema è entrato in vigore per le elezioni del maggio 1996 e dopo appena cinque anni è stato abolito nel marzo del 2001.
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Pawluk, Tadeusz. "Sprawy wyznaniowe w Konstytucji 3 Maja." Prawo Kanoniczne 35, no. 1-2 (June 5, 1992): 3–13. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1992.35.1-2.01.

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Abstract:
La costituzione, votata a Varsavia dal parlamento polacco il 3 Maggio 1791, fu di grande valore, essendo la prima in Europa e la seconda nel mondo, dopo quella degli Stati Uniti di America (1787). Essa fu un coronamento di una lunga attività delle persone colte che desideravano sinceramente di sollevare la Polonia dall’umiliante caduta politica e farne un paese moderno dell’Europa. Con gli autori della Costituzione del 3 Maggio collaboravano numerosi rappresentanti del clero. La Costituzione del 3 Maggio era di stampo cristiano e cattolico. L’articolo primo stabiliva che la fede cattolica sarà in Polonia la religione reggente. Il fatto di aversi dichiarato per la religione cattolica come una religione reggente, non introduceva l’egemonia religiosa ma proteggeva pubblicamente, nello stato multinazionale e multiconfessionale, valori universali provenienti dal cristianesimo e dalla Chiesa cattolica alla quale la Polonia aveva legato la propia sorte. La Costituzione, in parola garantiva la libertà di fede a tutte le confessioni che esistevano in Polonia.
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Saccone, Eduardo, and Sebastiano Timpanaro. "Il socialismo di Edmondo De Amicis. Lettura del "Primo Maggio"." MLN 100, no. 1 (January 1985): 184. http://dx.doi.org/10.2307/2905677.

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Casolari, Marzia. "EQUILIBRI MUTEVOLI NELLA POLITICA ESTERA DELL'INDIA: FATTORI INTERNAZIONALI E INTERNI IN GIOCO." Il Politico 254, no. 1 (June 7, 2021): 22–46. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2021.559.

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Abstract:
Dalla seconda vittoria elettorale di Narendra Modi, nel maggio 2019, le relazioni bilaterali USA-India sono state segnate da una cordialità senza precedenti toni. "Howdy, Modi!" è stato lo slogan usato alla cerimonia di ricevimento tenuta dal presidente Trump al Houston Strong Stadium il 22 settembre 2019, per accogliere il primo ministro indiano Narendra Modi, in visita negli Stati Uniti. In questa occasione, per la prima volta nelle relazioni bilaterali USA-India un presidente degli Stati Uniti ha elogiato sontuosamente un primo ministro indiano. Trump ha descritto Modi come un "amico leale" e ha celebrato i suoi risultati, in particolare "l'incredibile numero" di quasi 300 milioni di persone sollevate dalla povertà e 140 milioni di indiani elevati al rango di classe media. Trump ha sottolineato il processo elettorale democratico dell'India e i suoi tratti comuni comuni con la democrazia americana.
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Sicurello, Rossana. "Il tirocinio nel corso di specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità per una formazione all." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no. 1 (June 2022): 71–85. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2022oa13937.

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Abstract:
L'articolo riporta i risultati di un'indagine condotta grazie agli strumenti della narrative inquiry nei mesi di aprile-maggio 2021 con un gruppo di 30 insegnanti frequentanti i Percorsi di formazione per la specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità della scuola secondaria di primo e di secondo grado, V ciclo, A.A. 2019/2020 riservato agli idonei dei cicli precedenti presso l'Università degli Studi di Messina. A partire dal percorso di tirocinio indiretto svolto on line con il tutor coordinatore individuato dall'Università degli Studi di Messina, si è voluto indagare l'utilità della scrittura riflessiva quale dispositivo innovativo di sviluppo professionale.
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Vilei, Leonardo. "Il socialismo dei professori nella Torino di fine Ottocento: immagini letterarie ed echi cinematografici." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, no. 1 (March 17, 2020): 277–96. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910904.

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Abstract:
Il presente articolo prende in esame la vicenda del socialismo dei professori, con particolare riferimento all’esperienza, sia politica che letteraria, di Edmondo De Amicis, autore di un romanzo postumo, Primo Maggio, che è stato letto in chiave anti Cuore o come un Cuore socialista. La stessa vicenda che accompagna la gestazione e la pubblicazione dell’opera permette di comprendere meglio la complessità del fermento socialista della fine dell’Ottocento, ma anche i timori di una società borghese e conservatrice che aveva proprio nello scrittore di Oneglia il suo referente letterario più amato. Si prenderà infine in esame il film I compagni di Mario Monicelli, che con l’eredità di De Amicis, e con alcuni nodi irrisolti della sinistra italiana, dialoga a distanza di decenni, volente o nolente.
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Lucarelli, Stefano. "The 1973-1978 workgroup on money of the journal 'Primo Maggio': an example of a pluralist critique of political economy." International Journal of Pluralism and Economics Education 4, no. 1 (2013): 30. http://dx.doi.org/10.1504/ijpee.2013.053585.

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Bazzani, Carlo. "Dante e Napoleone. Miti fondativi nella cultura bresciana di primo Ottocento (Brescia, Palazzo Tosio, maggio-dicembre 2021): il catalogo della mostra." STORIA IN LOMBARDIA, no. 2 (January 2022): 141–44. http://dx.doi.org/10.3280/sil2020-002008.

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Savarese, Giulia, Daniela D’Elia, Nadia Pecoraro, Lugi Curcio, Oreste Fasano, and Monica Mollo. "Problematiche psicologiche e disturbi da stress post-traumatico in studenti universitari italiani durante il primo lockdown da Covid-19 e terapia EMDR online." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 2 (August 2021): 63–81. http://dx.doi.org/10.3280/mal2021-002005.

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Abstract:
La letteratura ha evidenziato problemi psicologici durante il lockdown da Covid-19. È stata condotta una ricerca con 49 studenti che si sono rivolti al Centro di Counseling psicologico dell'Università di Salerno tra marzo e maggio 2020. Gli obiettivi sono stati: a) indagare l'eventuale presenza di disturbi psicologici e in particolare di PTSD; b) valutare l'efficacia di un percorso breve con protocollo EMDR online per quegli studenti con PTSD legato alla riattivazione di traumi pregressi in seguito allo stress da pandemia e lockdown. I dati raccolti in fase di pre e post trattamento (dai colloqui psicologici e dallo scoring della Scala SCL-90-R) mostrano: PTSD (25%), ansia e stress (100%), depressione (88%). Nel post-trattamento EMDR si è evidenziata, alla Scala IES-R, una riduzione dei cut-off da range clinico a range normativo e alla SCL-90-R un passaggio da punteggi clinicamente significativi nelle scale sindromiche a punteggi normativi. In particolare, alla SCL-90, il punteggio all'indice Global Severity Index - GSI, indicatore globale dell'intensità attuale del disagio psichico percepito dal soggetto conferma, nel post trattamento, il raggiungimento di un assetto normativo.
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Portelli, Alessandro. "Co stanowi o odmienności historii mówionej." Wrocławski Rocznik Historii Mówionej, Specjalny (December 31, 2018): 23–38. http://dx.doi.org/10.26774/wrhm.213.

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Abstract:
To tekst pochodzący z epoki wielkich debat nad statusem naukowym badań opartych na wątpliwym – zdaniem wielu historyków – materiale. Alessandro Portelli rozprawia się w tym opracowaniu z wątpliwościami i zarzutami stawianymi nie tylko wówczas, ale i dziś, wszędzie tam, gdzie pojawia się „widmo historii mówionej”. Ów swoisty manifest posiada ogromne walory edukacyjne, ponieważ porządkuje i wyjaśnia fundamentalne dla historii mówionej kwestie natury epistemologicznej i warsztatowej: wiarygodności źródeł mówionych, konsekwencji ich oralności i roli transkrypcji, czy wreszcie obiektywizmu przekazu. Przedruk: A. Portelli, The Death of Luigi Trastulli and Other Stories: Form and Meaning in Oral History, State University of New York Press, Albany 1991, s. 45–58 State University of New York Press, Albany, 1991, s. 45–58, za zgodą State University of New York Press. Pierwsza wersja, Sulla specificitá della storia orale ukazała się w „Primo Maggio” (Mediolan, Włochy), 1979, vol. 13, s. 54–60, przedrukowana jako The peculiarities of oral history w „History Workshop”, 1981, nr 12, s. 96–107. [Tłumaczenie na podstawie: A. Portelli, What makes oral history different, [w:] The Oral History Reader, red. A. Thompson, R. Perks, London, New York 1998, s. 63–74. Zgoda na publikację przetłumaczonej wersji artykułu została udzielona przez Autora. Licencja CC BY-SA 4.0 (przyp. red.)].
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Sani, Giacomo, and Paolo Segatti. "PROGRAMMI, MEDIA E OPINIONE PUBBLICA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 26, no. 3 (December 1996): 459–82. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024485.

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Abstract:
Dall'inaugurazione del governo Berlusconi (maggio 1994) al giuramento della compagine guidata da Prodi intercorrono solo ventiquattro mesi. Ma sono due anni caratterizzati da una densa e convulsa vicenda politica nel corso della quale si verificano tutta una serie di episodi di rilievo. Tra i più salienti spiccano: la rottura dell'alleanza di centro-destra nata alla vigilia del 27 marzo 1994 (il cosiddetto «ribaltone»); il ricorso ad un governo «tecnico» che doveva costituire una soluzione provvisoria ma finisce col durare più del previsto; la nuova spaccatura che si produce nella maggior formazione di centro (il Ppi) nella primavera del 1995 e che porta alla nascita del Cdu e fa quindi salire a tre gli eredi della vecchia Dc; una ulteriore modifica delle regole del gioco con l'adozione di un nuovo sistema per le elezioni dei consigli regionali; e, infine, lo svolgimento di ben tre consultazioni elettorali a carattere nazionale (le elezioni per il Parlamento europeo 1994, le elezioni regionali ed amministrative dell'aprile 1995, la tornata referendaria del giugno dello stesso anno).Gli avvenimenti del biennio segnalano le evidenti difficoltà di un processo di transizione per il quale non si riesce a trovare una via di uscita. Dopo la fase di destrutturazione del periodo 1992-1993, con le elezioni del 1994 il sistema dei partiti pareva avviato ad assumere una configurazione di tipo (quasi) bipolare, accompagnata da una significativa riduzione del grado di frammentazione. Ma la dinamica della vita politica nei mesi successivi alla formazione del governo Berlusconi smentiva entrambe le ipotesi. Essa dimostrava, in primo luogo, che la doppia e anomala alleanza risultata vincente il 27 marzo era solo un precario cartello elettorale destinato a dissolversi nel breve periodo. In secondo luogo, risultava evidente che nonostante la prevalenza della quota maggioritaria e la clausola di sbarramento, il nuovo meccanismo elettorale non era riuscito ad incidere in maniera significativa sul numero delle formazioni politiche presenti nell'arena parlamentare e nel paese. Infine, che si trattasse di un bi-polarismo assai imperfetto risultava chiaro dal fatto che, caduto il governo di centro-destra per la defezione della Lega, risultava impraticabile la formazione di una maggioranza alternativa. In sostanza, le nuove regole e gli assetti usciti dalla consultazione e dai successivi rimescolamenti degli schieramenti e dell'offerta elettorale non avevano prodotto né un governo destinato a durare, né una opposizione pienamente in grado di sostituirlo.
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Góralski, Wojciech. "Korektury rzymskie pierwszego polskiego synodu plenarnego z 1936 roku." Prawo Kanoniczne 33, no. 1-2 (June 5, 1990): 153–73. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1990.33.1-2.07.

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Abstract:
Sono passati 50 anni dalla celebrazione del primo sinodo plenario polacco in Częstochowa, convocato per trattare negozi ecclesiastici della Chiesa in Polonia comprendente cinque provincie ecclesiastiche. L’assemblea sinodale, presieduta dal card. Francesco Marmaggi, legato speciale del Pio XI, ha radunato tutti i vescovi polacchi (51) di tre riti (latino, greco-cattolico, aremeno) con il card. Augusto Hlond, primate di Polonia, gli ordinari religiosi (31), i rappresentanti dei capitoli metropolitanie cattedrali (24), i delegati delle università e delle facoltà teologiche (5), il presidente dell’Azione Cattolica. Il risultato delle quattro sessioni sinodali (25—26 agosto) furono i 150 decreti divisi in 15 capitoli, presentati in seguito dal legato pontificio alla S. Congregazione del Concilio per essere esaminati e riconosciuti, conformemente alla disposizione del can. 291 § 1 del CJC. L’approvazione della S. Sede fu concessa il 23 maggio 1937, dopo di che i decreti furono stati promulgati (15 dicembre 1937). L’autore presenta i risultati della sua ricercha compiuta recentemente nel Archivo della Congregazione per il Clero sulle „corretture romane” introdotte nei decreti del sinodo polacco durante il procedimento del’esame e dell’approvazione del testo legislativo sinodale. Dopo aver conosciuto la procedura del riconoscimento della redazione dei decreti sinodali, il lettore prende conoscenza del merito delle corretture introdotte dai cardinali della Congregazione al testo presentato. L’analisi degli interventi ai decreti permette di constatare due speci degli emendameni compiuti dai correttori. Assai numerosi sono quelli di natura piuttosto formale che non cambiano la sostanza stessa delle rispettive norme. Poco numerosi sono questi che toccano il loro merito avendo un valore importante. Questa osservazione sembra essere conforme all’accertamento della Congregazione stessa che nel decreto della ricognizione ed approvazione dei decreti del sinodo (19 luglio 1937) ha menzionato che essi vengono approvati „.... nonnullis haud magni momenti tantummodo exceptis, ...”e ehe „... non solum ad normam vigentis Codicis Iuris Canonici reperta et recognita sunt, sed etiam digna habita quae promeritis laudibus honestarentur”
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Colao, Floriana. "La sovranità della Chiesa cattolica e lo Stato sovrano. Un campo di tensione dalla crisi dello Stato liberale ai Patti Lateranensi, con un epilogo nell'articolo 7 primo comma della Costituzione." Italian Review of Legal History, no. 8 (December 21, 2022): 257–312. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/19255.

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Abstract:
Il saggio ricostruisce la genesi della ‘Premessa’ al Trattato del Laterano del 1929, in cui le Due Alte Parti – governo italiano e Santa Sede, con le firme di Mussolini e del cardinale Gasparri – garantirono alla Chiesa «una sovranità indiscutibile pur nel campo internazionale». Da qui la «necessità di costituire, con particolari modalità, la Città del Vaticano […] con giurisdizione sovrana della Santa Sede», e l’art. 2, «l’Italia riconosce la sovranità della Santa Sede nel campo internazionale come attributo inerente alla sua natura, in conformità alla sua tradizione ed alle esigenze della sua missione». Il saggio considera che i giuristi – Vittorio Emanuele Orlando, che, da presidente del Consiglio nel maggio giugno 1919 tentò una trattativa con la Santa Sede per la risoluzione della Questione romana, e Amedeo Giannini, che tra i primi suggerì a Mussolini un «nuovo codice della legislazione ecclesiastica» – legarono la Conciliazione alla crisi dello Stato liberale ed al «regime diverso», insediatosi in Italia il 28 Ottobre 1922. Il saggio considera che già nel 1925 il guardasigilli Alfredo Rocco coglieva nelle ‘due sovranità’ una pietra d’inciampo nella costruzione dello Stato totalitario, anche se dichiarava di dover abbandonare l’«agnostico disinteresse del vecchio dottrinarismo liberale». Il saggio considera che Rocco rimase ai margini delle trattative con la Santa Sede, dal momento che metteva in guardia dal riconoscimento del «Pontefice sovrano, soggetto di diritto internazionale», e da «un altro Stato nello Stato», principio su cui convergevano giuristi quali Ruffini, Scaduto, Schiappoli, Orlando. Le trattative segrete furono affidate a Domenico Barone – consigliere di Stato, fiduciario del Duce – e Francesco Pacelli, avvocato concistoriale e fiduciario del cardinal Gasparri; la sovranità della Chiesa ed un suo ‘Stato’ appariva come la posta in gioco. Il saggio considera che la nascita dello Stato della Città del Vaticano complicava l’‘immagine’ del Regno d’Italia persona giuridica unitaria, ‘costruita’ dalla giuspubblicistica nazionale, difesa anche da Giovanni Gentile sul «Corriere della Sera». Mostra che il fascismo intese riconoscere il cattolicesimo «religione dominante dello Stato» per rafforzare la legge 13 Maggio 1871 n. 214, «sulle guarentigie pontificie e le relazioni fra Stato e Chiesa», che aveva previsto un favor religionis per la Chiesa cattolica. La Conciliazione risalta come l’approdo di un lungo processo storico, che offriva forma giuridica al ruolo che il cattolicesimo aveva e avrebbe rivestito per l’identità italiana; non a caso nel Marzo 1929 Agostino Gemelli celebrava una «nuova Italia riconciliata con la Chiesa e con sè stessa, con la propria storia e la propria bimillenaria civiltà». Il saggio mostra che la sovranità della Chiesa e lo Stato della Città del Vaticano furono molto discusse nel dibattito parlamentare sulla ratifica dei Patti firmati l’11 Febbraio 1929, con i toni duri di Mussolini, che definì la Chiesa «non sovrana e nemmeno libera». Rocco affermò che il «regime fascista» riconosceva «de iure» una sovranità «immutabile de facto»; rispondeva agli «improvvisati e non sinceri zelatori dello Stato sovrano, ma anticlericale», che «lo Stato è fascista, non abbandona parte alcuna della sua sovranità». Jemolo e Del Giudice – estimatori delle « nuove basi del diritto ecclesiastico – colsero il senso di questa «pace armata» tra governo e Santa Sede. Il saggio esamina l’ampio dibattito sulla «natura giuridica» della sovranità della Chiesa e sulla «statualità» dello Stato della Città del Vaticano, tra diritto pubblico, ecclesiastico, internazionale, teoria generale dello Stato. Coglie uno snodo nel pensiero di Santi Romano, indicato da Giuseppe Dossetti alla Costituente come assertore del «principio della pluralità degli ordinamenti giuridici». Il saggio esamina poi il confronto sullo Stato italiano come Stato confessionale, teoria sostenuta da Santi Romano, negata da Francesco Scaduto. Taluni – Calisse, Solmi, Checchini, Schiappoli – guardavano ai Patti Lateranensi come terreno del rafforzamento della sovranità dello Stato; Meacci scriveva di «Stato superconfessionale, cioè al di sopra di tutte le confessioni»; Piola e Del Giudice tematizzavano uno «Stato confessionista». Jemolo – che nel 1927 definiva la «sovranità della Chiesa questione forse insolubile» – affermava che, dopo gli Accordi, «il nostro Stato non sarà classificabile tra i Paesi separatisti, ma tra quelli confessionali». Il saggio esamina poi il dibattito sulla sovranità internazionale della Chiesa – discussa, tra gli altri, da Anzillotti, Diena, Morelli – a proposito della distinzione o unità tra la Santa Sede e lo Stato Città del Vaticano – prosecuzione dello Stato pontificio o «Stato nuovo» – e della titolarità della sovranità. Il saggio si sofferma poi sul dilemma di Ruffini, «ma cos’è precisamente questo Stato», analizzando uno degli ultimi scritti del maestro torinese, il pensiero di Orlando, Jemolo, Giannini, una monografia di Donato Donati e una di Mario Bracci, due dense «Lectures» di Mario Falco sul Vatican city, tenute ad Oxford, Ordinamento giuridico dello Stato della Città del Vaticano di Federico Cammeo, in cui assumeva particolare rilievo la «sovranità, esercitata dal Sommo Pontefice», per l’«importanza speciale» nei «rapporti con l’Italia». Quanto agli ecclesiasticisti, il saggio esamina le prospettive poi sviluppate nell’Assemblea Costituente, uno scritto del giovane Giuseppe Dossetti – docente alla Cattolica – sulla Chiesa come ordinamento giuridico primario, connotato da sovranità ed autonomia assoluta non solo in spiritualibus; le pagine di Jannaccone e D’Avack sulla «convergenza tra potestas ecclesiastica e sovranità dello Stato come coesistenza necessaria della Chiesa e dello Stato e delle relative potestà»; un ‘opuscolo’ di Jemolo «per la pace religiosa in Italia», che nel 1944 poneva la libertà come architrave di nuove relazioni tra Stato e Chiesa. Il saggio conclude il percorso della «parola sovranità» – così Aldo Moro all’Assemblea Costituente – nell’esame del sofferto approdo all’articolo 7 primo comma della Costituzione, con la questione definita da Orlando «zona infiammabile». Sull’‘antico’ statualismo liberale e sul ‘monismo giuridico’ si imponeva il romaniano pluralismo; Dossetti ricordava la «dottrina dell’ultimo trentennio contro la tesi esclusivista della statualità del diritto». Rispondeva alle obiezioni dei Cevolotto, Calamandrei, Croce, Orlando, Nenni, Basso in nome di un «dato storico», «la Chiesa cattolica […] ordinamento originario […] senza alcuna compressione della sovranità dello Stato». Quanto al discusso voto comunista a favore dell’art. 7 in nome della «pace religiosa», Togliatti ricordava anche le Dispense del 1912 di Ruffini – imparate negli anni universitari a Torino – a suo dire ispiratrici della «formulazione Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani». Tra continuità giuridiche e discontinuità politiche, il campo di tensione tra ‘le due sovranità’ si è rivelato uno degli elementi costitutivi dell’identità italiana, nel segnare la storia nazionale dei rapporti tra Stato e Chiesa dall’Italia liberale a quella fascista a quella repubblicana, in un prisma di temi-problemi, che ancora oggi ci interroga.
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Colao, Floriana. "La proprietà fondiaria dalla bonifica integrale di Arrigo Serpieri alla riforma agraria di Antonio Segni. Diritto e politica nelle riflessioni di Mario Bracci tra proprietà privata e socializzazione della terra." Italian Review of Legal History, no. 7 (December 22, 2021): 323–76. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16892.

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Abstract:
Nel Programma di Giangastone Bolla per la Rivista di diritto agrario (1922) la proprietà fondiaria era banco di prova delle «moderne trasformazioni del diritto di proprietà» – su cui Enrico Finzi – in primo luogo con la «funzione sociale». Nell’azienda agraria Bolla osservava inoltre lo spostamento dalla proprietà all’impresa; asseriva che il legame tra l’agricoltura e lo Stato imponeva allo studioso del diritto agrario l’impegno per la «ricostruzione sociale ed economica del paese». In vista della «funzione sociale» Arrigo Serpieri – dal 1923 sottosegretario di Stato all’Agricoltura – promuoveva diversi provvedimenti legislativi per la «bonifica integrale»; la politica per l’agricoltura si legava all’organizzazione dello Stato corporativo in fieri (Brugi, Arcangeli). Il Testo unico del 1933 mirava al risanamento della terra per aumentarne la produttività e migliorare le condizioni dei contadini con trasformazioni fondiarie di pubblico interesse, con possibili espropri di latifondi ed esecuzione coatta di lavori di bonifica su terre private; dal 1946 il Testo unico del 1933 sarà considerato una indicazione per la riforma agraria (Rossi Doria, Segni). Nel primo Congresso di diritto agrario, (Firenze 1935), Maroi, Pugliatti, Serpieri, D’Amelio, Bolla, Ascarelli, Calamandrei discutevano alcune questioni, in primo luogo il diritto agrario come esperienza fattuale, legato alla vita rurale, irriducibile ad un ordine giuridico uniforme; da qui la lunga durata della ‘fortuna’ dell Relazione Jacini sulle diverse Italie agrarie. In vista della codificazione civile, i giuristi rilevavano l’insufficienza dell’impianto individualistico; ponevano l’istanza di norme incentrate sul bene e non sui soggetti, fino al superamento della distinzione tra diritto pubblico e privato. I più illustri giuristi italiani scrivevano nel volume promosso dalla Confederazione dei lavoratori dell’agricoltura; La Concezione fascista della proprietà esprimeva il distacco dalla concezione liberale – con l’accento sulla proprietà della terra fondata sul lavoro (Ferrara, Panunzio) – e teneva ferma l’iniziativa privata (Filippo Vassalli). Bolla ribadiva la particolarità della proprietà fondiaria tra ordinamento corporativo e progetto del codice civile, «istituto a base privata, aiutato e disciplinato dallo Stato», con il titolare «moderator et arbiter» della propria iniziativa. Nel codice civile del 1942 la proprietà fondiaria aveva senso dell’aspetto dinamico dell’attività produttiva, senza contemplare la «funzione sociale» come «nuovo diritto di proprietà» (Pugliatti, Vassalli, D’Amelio).Dopo la caduta del regime fascista le lotte nelle campagne imponevano al ministro Gullo di progare i contratti agrari e regolare l’occupazione delle terre incolte, con concessioni pluriennali ai contadini occupanti; il lodo De Gasperi indennizzava i mezzadri. Le differenti economie delle ‘diverse Italie agrarie’ sconsigliavano una riforma uniforme (Rossi Doria, Serpieri); i riorganizzati partiti politici miravano alla ripartizione delle terre espropriate e ad indennizzi al proprietario privato, senza lesioni del diritto di proprietà. L’iniziale azione dello Stato ad erosione del latifondo, con appositi Enti di riforma, aveva per scopo la valorizzazione della piccola proprietà contadina (Segni, Bandini). Per coniugare proprietà privata ed interesse sociale nella Costituzione Mortati motivava la sua proposta di «statuizione costituzionale»; Fanfani chiedeva «un articolo che parli espressamente della terra». Il latifondo era la questione più urgente ma divisiva; Di Vittorio ne chiedeva l’«abolizione » ed Einaudi la «trasformazione», scelta che si imponeva in nome delle diverse ‘Italie rurali’; non si recepiva la proposta di una norma intesa ad ostacolare le grandi proprietà terriere. L’articolo 44 della Costituzione prevedeva una legge a imporre «obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata», al fine di «conseguire il razionale sfruttamento del suolo ed equi rapporti sociali». Bolla apprezzava la scelta di «trasformare la proprietà individuale in proprietà sociale»; Vassalli scriveva di un non originale «prontuario di risoluzione del problema agrario». Nel progetto del Ministro per l’agricoltura Segni – che riusciva a far varare una contrastata riforma agraria – l’art. 44 dettava compiti al «legislatore futuro»; la legge Sila 21 Maggio 1950, la legge stralcio del 21 Ottobre 1950 per le zone particolarmente depresse, i progetti di legge sui contratti agrari erano discussi nel Terzo congresso di diritto agrario e nel primo Convegno internazionale, promosso da Bolla, con interventi di Bassanelli, Segni, Capograssi, Pugliatti, Santoro Passarelli, Mortati, Esposito. Il lavoro era considerato l’architrave della proprietà della terra, «diritto continuamente cangiante, che deve modellarsi sui bisogni sociali» (Bolla). In questo quadro è interessante la riflessione teorico-pratica, giuridico-politica di Mario Bracci, docente di diritto amministrativo a Siena, rettore, incaricato anche dell’insegnamento di diritto agrario. Rappresentante del PdA alla Consulta nazionale nella Commissione agricoltura, Bracci si proponeva di scrivere un «libro sulla socializzazione della terra», mai pubblicato; l’Archivio personale offre una mole di appunti finora inediti sul tema. Bracci collocava nella storia la proprietà della terra, che aveva senso nel «lavoro»; la definiva architrave del diritto agrario e crocevia di diritto privato e pubblico, tra le leggi di bonifica, la codificazione civile, l’art. 44 della Costituzione, la riforma agraria, intesa come «problema di giustizia». Dal fascismo alla Repubblica Bracci coglieva continuità tecniche e discontinuità ideologiche nell’assetto dell’istituto di rilevanza costituzionale, «le condizioni della persona sono indissolubilmente legate a quelle della proprietà fondiaria». Da studioso e docente di diritto amministrativo e diritto agrario dal luglio 1944 Bracci intendeva rispondere al conflitto nelle campagne, mediando tra «fini pubblici della produzione agraria e le esigenze della giustizia sociale»; proponeva «forme giuridiche adeguate e che sono forme di diritto pubblico».
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Fromm, Erich. "Il concetto freudiano di sessualità (1957)." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 1 (February 2022): 67–86. http://dx.doi.org/10.3280/pu2022-001010.

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Abstract:
Viene pubblicata per la prima volta in italiano una lezione che Erich Fromm tenne il 28 maggio 1957 alla New School for Social Research di New York. Questa era l'ultima di una serie di lezio-ni sui concetti principali della psicoanalisi freudiana, la maggior parte delle quali non furono regi-strate mentre quest'ultima fu registrata e trascritta. Fromm discute i seguenti argomenti: il concetto fisiologico di sessualità in Freud e la concezione biologica della sessualità proposta da Fromm; il ruolo della mascolinità e della femminilità; il concetto freudiano di libido; la teoria della natura umana secondo Fromm, in cui vengono concettualizzati diversi bisogni dell'essere umano così come sono stati descritti nel libro del 1955 Psicanalisi della società contemporanea (il bisogno di essere in relazione, il bisogno di radicamento, il bisogno di un senso di identità, il bisogno di tra-scendenza, il bisogno di una cornice di riferimento e di un oggetto di devozione); implicazioni per la comprensione dei pazienti; le associazioni libere; il rapporto tra analista e paziente; l'importanza dei sogni; la situazione attuale della psicoanalisi e il suo futuro.
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Cagnolati, Antonella, and Sergio Marín Conejo. "ACCENTI CRITICI E PROGETTUALITÀ FORMATIVE PER LE DONNE IN A SERIOUS PROPOSAL TO THE LADIES DI MARY ASTELL (1694)." RAUDEM. Revista de Estudios de las Mujeres 4 (December 18, 2017): 212. http://dx.doi.org/10.25115/raudem.v4i0.1756.

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Abstract:
Riassunto:Nell”Inghilterra del secolo XVII si andavano argomentando con sempre maggior frequenza nuove proposte per l”educazione femminile, in parte sostenute dalle istanze religiose della Riforma protestante che vedeva nella donna il pilastro morale della famiglia e la prima educatrice dei figli, in parte su esplicita richiesta delle nuove classi borghesi, intenzionate a dare alle figlie una solida istruzione. Le teorie tradizionali elaborate da intellettuali, filosofi e predicatori furono fortemente messe in crisi allorquando le donne si impadronirono della cultura e cominciarono a scrivere trattati in cui rivendicavano per loro i medesimi percorsi educativi previsti per gli uomini, sostenendo che la fonte principale della disuguaglianza risiede nella diversa istruzione che viene impartita, non nel mero aspetto biologico o fisiologico. Il primo trattato pedagogico femminista fu opera di Mary Astell.
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Serra, Ilaria. "I silenzi dell’autobiografia italoamericana." Mnemosyne, no. 2 (October 11, 2018): 12. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i2.12023.

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Abstract:
Questo intervento verte sull’interpretazione del vuoto nell’autobiografia, non solo nel contenuto, ma anche nello stile. Le fonti primarie sono un corpus di 58 scritture autobiografiche di emigranti italiani negli Stati Uniti, emigranti di prima generazione, alcuni rimpatriati, altri trapiantati in America. La maggior parte di essi è “gente comune.” Contrapponendo questi lavori (molti dei quali inediti esempi di scrittura popolare) all’autobiografia propriamente americana (modellata sull’esempio di Benjamin Franklyn), propongo un’interpretazione del loro “non detto”. Primo, le stesse autobiografie si pongono come significativa rottura di un silenzio per uomini e donne scomparsi nelle pagine della Storia e diventati numeri su un biglietto d’imbarco. Questo squarcio nel silenzio non è però un urlo, quanto una narrazione sottovoce. E’ un’espressione del tutto originale e non proprio americana di un particolare ethos retorico, quello che chiamerò dell’individualità quieta.
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Toroš, Anna. "Le figure femminili nella poesia slovena e italiana su Trieste della prima metà del XX secolo." Quaderni d'italianistica 35, no. 1 (January 15, 2015): 135–48. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v35i1.22356.

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Abstract:
Argomento del presente contributo è quel segmento della poesia slovena e italiana su Trieste della prima metà del XX secolo in cui hanno trovato espressione le figure femminili. A seconda del modo in cui queste figure sono rappresentate, la maggior parte può essere inserita in uno dei due gruppi: quello realistico oppure quello simbolico. Nel primo gruppo, cioè quello di rappresentazione realistica, troviamo delle descrizioni di donne triestine che sono legate alla Trieste asburgica oppure alla Trieste interbellica, ma che in entrambi i casi appartengono alle classi sociali più povere. Spesso queste donne provenivano dal retroterra triestino e si recavano quotidianamente in città per motivi di lavoro: questo è il caso delle fioraie, delle lattaie, delle fruttivendole, ma anche delle mondatrici di caffè e di altri prodotti. In tale contesto i poeti accennarono qualche volta alla loro provenienza slovena. In queste poesie prevalgono temi sociali, che però non sempre sono accompagnati da toni elegiaci. Quest’ultimi sono caratteristici soprattutto della poesia slovena, che accanto al problema della crisi economica si occupa anche della correlata problematica nazionale. Nell’altro gruppo, quello delle figure di tipo simbolico, troviamo invece figure più complesse, spesso costruite mediante lo strumento poetico della personificazione. Accanto a Jadranka, figura materna e portatrice di conforto agli sloveni triestini, troviamo nella poesia italiana dei primi due decenni del XX secolo la figura di Trieste come sposa irredenta d’italia, che apparirà anche nelle poesie italiane dei decenni successivi, sebbene con toni e sfumature diversi.
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Giampà, Federica, Stefano Magno, Laura Agostini, Annalisa Di Micco, Claudia Maggiore, Bianca Maria De Cesaris, Roberta Rossi, Chiara Simonelli, and Filippo Maria Nimbi. "Tumore al seno e sessualità: uno studio esplorativo sugli aspetti psicologici e affettivi." RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 2 (November 2021): 5–20. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2021-002001.

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Abstract:
Il tumore al seno è la forma di cancro più frequente e, ancora oggi, nonostante vi sia stato un miglioramento della prognosi, esso rimane la prima causa di morte da tumore nelle donne. L'obiettivo del presente studio è stato quello di valutare la qualità della vita e indagare gli aspetti psicologici, sessuologici ed affettivi in donne affette da carcinoma mammario, ponendole a confronto con un gruppo di con-trollo e identificare le possibili differenze. Il protocollo, composto da strumenti self-report, è stato somministrato a 97 donne suddivise in due gruppi: il gruppo clinico (n = 44 donne con tumore al seno in menopausa iatrogena) e il gruppo di controllo (n = 53 donne in menopausa). Le analisi hanno cercato di indagare quali domini hanno determinato la significatività nel confronto tra i due gruppi. È stato valutato il funzionamento sessuale (FSFI) e il distress (FSDS), il funzionamento psicologico (SCL-90-R) ed emozionale relativo alla sessualità (PANAS). Le donne con cancro al seno in menopausa iatrogena hanno mostrato maggio-ri difficoltà sessuali rispetto alle donne in menopausa naturale. Similmente, sinto-mi come ansia e depressione sono presenti in maniera più o meno sfumata nelle donne in menopausa naturale, mentre acquistano maggior valore in quelle in cui la menopausa è stata indotta precocemente. I dati che emergono dallo studio hanno risvolti notevoli sia per ricerche future che per l'attività clinica, sottolineando come la prospettiva biopsicosociale sia fondamentale per comprendere a pieno il vissuto personale e relazionale connesso alla patologia.
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Marino, Giulia. "Aspetti comunitari dell'attivitŕ in emergenza: il caso Abruzzo." GRUPPI, no. 3 (October 2011): 53–60. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-003006.

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Abstract:
L'autrice ripercorre le fasi dell'intervento di emergenza realizzato all'Aquila dopo il terremoto, per evidenziarne le criticitŕ e per individuare le modifiche necessarie alla sua ottimizzazione. A questo scopo, propone la cronaca dei primi interventi dal punto di vista logistico e aiuta a rappresentarsi l'ingente dispiego di forze messe in campo per fronteggiare l'emergenza. Descrive i primi interventi in ambito psicologico - destinati ai familiari delle vittime - e, in seguito, le attivitŕ di counselling e ludico-creative per i soggetti che manifestavano un maggior disagio psicologico e per i bambini. L'assistenza psicosociale č stata fornita da un gran numero di volontari impegnati in alcune associazioni coordinate dalle Protezione Civile. Prima di chiudere la fase dell'emergenza in carico alla Protezione Civile, i volontari hanno stimato la situazione psicologica della comunitŕ, utilizzando i parametri proposti da Gordon per la valutazione a lungo termine dopo una catastrofe, e hanno passato le consegne agli Enti locali che, sempre grazie alla disponibilitŕ di associazioni che autofinanziano il proprio lavoro, hanno organizzato interventi diversi, soprattutto nelle scuole.
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Di Virgilio, Aldo. "Elezioni in Italia – Prima e dopo le elezioni politiche: referendum su temi bioetici, elezioni regionali in Sicilia e Molise, referendum di revisione costituzionale." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 58, no. 2 (December 30, 2007): 141–59. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-10215.

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Abstract:
Procreazione medicalmente assistita: referendum abrogativi senza quoziente di validità Le elezioni regionali in Sicilia del maggio 2006 Le elezioni regionali in Molise del novembre 2006 Il referendum confermativo in tema di forma di governo: la cancellazione della riforma del centrodestra
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Cantoni, Lorenzo. "Su alcune dimensioni del suicidio. Il caso dell'Emilia-Romagna." Medicina e Morale 43, no. 6 (December 31, 1994): 1143–60. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1002.

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Abstract:
Nell'articolo si affronta il problema del suicidio muovendo dal caso specifico dell'Emilia-Romagna, la regione italiana con il maggior numero di suicidi. La differenza tra i dati nazionali e quelli emiliani denotano, inoltre, una divergenza che conosce nell'ultimo periodo il suo picco massimo: non solo in Emilia-Romagna ci si suicida percentualmente di più, ma con un incremento maggiore rispetto a quello medio del Paese. Per l'analisi del fenomeno, l'Autore indica due percosi: l'exitus e il reditus. Il primo propone alcune interpretazioni di carattere socio logico, psicologico e filosofico. Riprendendo il frame durkheimiano, si nota come il suicidio si accompagni a fenomeni di disgregazione, o di indebolimento, a livello di tutte le diverse comunità in cui la persona vive: familiare, religiosa, sociale, economica, politica. L'analisi della dimensione psicologica rivela l'esistenza di una sindrome presuicidale, caratterizzata da tre aspetti: chiusura esistenziale, autoaggressività repressa, fantasie suicide. La dimensione filosofica favorevole al suicidio è indicata come quella mentalità che attribuisce all'uomo ogni potere sulla propria vita. Il secondo cammino, di reditus, intende disegnare un percorso di uscita, di allontanamento dal suicidio, riandando ai tre livelli- sociale, psicologico e filosofico/religioso - che la prima analisi ha mostrato importanti per la comprensione del fenomeno.
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Petti, Livia, and Filippo Bruni. "Grande aula universitaria on-line e feedback: un connubio possibile?" EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (December 2021): 221–34. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12386.

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Abstract:
Nel contesto italiano la formazione degli insegnanti di sostegno, ormai da anni, è attuata attraverso un apposito Corso di Specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità e, nelle sedi universitarie in cui è stato attivato, ha spesso coinvolto numeri consistenti di studenti. Il V Ciclo del percorso per la prima volta, per ovvie ragioni legate all'emergenza sanitaria, si è svolto per la maggior parte on-line. In questo contributo, attraverso l'analisi dell'insegnamento "Didattica speciale: approccio metacognitivo e cooperativo" (30 ore-4 CFU) che è stato tenuto presso l'Università degli Studi del Molise dalla stessa docente sia nel percorso dedicato alla scuola dell'infanzia e primaria, sia in quello per la scuola secondaria di primo e secondo grado si è cercato di vedere come modalità didattiche di active learning basate sul feedback - con il fine di indagare opinioni e porre domande in itinere durante la lezione universitaria, anche nella "grande aula" - abbiano permesso il coinvolgimento, la comprensione e l'apprendimento dei corsisti rendendo più efficace, al tempo stesso, l'azione didattica dell'insegnante.
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Maravall, José Maria. "L'IDENTITÀ DELLA SINISTRA: LE POLITICHE SOCIALDEMOCRATICHE NELL'EUROPA DEL SUD." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 22, no. 3 (December 1992): 449–99. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200018888.

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Abstract:
IntroduzioneQuesto articolo intende discutere i programmi e le politiche realizzate dai partiti socialisti dell'Europa del Sud giunti al potere negli anni ottanta. Vi sono considerati i partiti socialisti spagnolo (PSOE), greco (PASOK), portoghese (PSP), italiano (PSI) e francese (PS). Per i primi tre, la democrazia costituiva un'esperienza recente, esito delle transizioni dall'autoritarismo della metà degli anni settanta; negli altri due casi, era stata invece ristabilita al termine del secondo conflitto mondiale. Tre dei partiti socialisti considerati – PSOE, PS e PASOK – giungevano al potere forti di maggioranze assolute al Parlamento e dopo una lunga esclusione dal potere. Al contrario, i partiti socialisti portoghese e italiano facevano parte di coalizioni, con l'eccezione, in Portogallo, di un breve periodo di governo monopartitico socialista, dalle elezioni del 1976 fino alla fine del 1977. Il PSI, inoltre, figura al governo come partner minore, sebbene Craxi sia stato primo ministro dal 1983 al 1987. L'analisi comparata delle politiche sarà quindi agéométrie variable: poiché la presenza di coalizioni rende difficile assumere il bilancio dell'azione del governo come indicativo di specifiche politiche socialiste, il lavoro discuterà i casi di Spagna, Francia e Grecia con maggior dovizia.
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Cuccaroni, Valerio. "Didattica pandemica. La digitalizzazione forzata della scuola italiana durante l'epidemia da Covid-19." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 1 (August 2021): 59–76. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-001005.

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Abstract:
La pandemia da Covid-19 ha indotto le istituzioni scolastiche italiane a sostituire la didattica in presenza con una varietà di forme di apprendimento online. Per indicare queste forme di e-learning, il governo italiano ha fatto ricorso al termine Didattica a Distanza (DaD) creando un neologismo semantico che denuncia la mancanza di inquadramento storico-pedagogico e di un piano già predisposto, con la conseguente necessità di improvvisare. Come nel resto d'Europa, la maggior parte dei docenti ha insegnato online per la prima volta e ha trasposto a distanza le pratiche tipiche della presenza. Criticata dal movimento nazionale Priorità alla Scuola, con occupazioni di scuole e decine di manifestazioni in oltre 60 città ita-liane, alla fine del primo lockdown la DaD è stata subordinata dal Ministero dell'Istruzione alla necessità di garantire l'insegnamento in presenza, tranne che in situazioni di rinnovata emergenza sanitaria per le quali ogni scuola è stata chiama-ta a elaborare un Piano scolastico per la didattica digitale integrata. In assenza degli spazi necessari, del personale idoneo e dei trasporti sufficienti a garantire la didattica in presenza e in sicurezza, a causa dell'aumento autunnale dei contagi la DaD è tornata al 100% nelle scuole superiori da novembre 2020. In seguito alle denunce degli psichiatri sull'aumento dei ricoveri e del disagio psichico tra gli ado-lescenti, iniziate a gennaio 2021, a cui si sono aggiunti gli allarmi sull'aumento dell'abbandono scolastico, ad aprile 2021 la DaD è stata limitata al 50% in zona rossa e al 70% in zona gialla e arancione, dal nuovo Governo Draghi, dimostrando il fallimento dell'integrazione forzata della didattica digitale ma non rinunciando-vi. Stando ai dati forniti dall'osservatorio Eduscopio della Fondazione Agnelli, chi dovrebbe guidare il delicato percorso di integrazione della didattica digitale nelle pratiche educative abituali, ovvero le ventidue scuole fondatrici del movimento istituzionale delle Avanguardie Educative, promosso dall'Indire, raggiunge me-diamente ottimi risultati soltanto in ambito professionale e tecnico, mentre su 27 indirizzi che preparano all'università solo 13 figurano tra i primi posti della classifi-ca che misura i risultati dei diplomati all'esame di maturità e al primo anno di uni-versità. A fronte di questi scarsi risultati, occorre interrogarsi sullo stretto legame tra INDIRE e imprese private come le multinazionali dell'informatica e C2Group, azienda di riferimento in Italia nel settore, che fornisce ambienti digitali integrati alle scuole ed è sponsor della fiera Didacta, inserita dal MIUR tra gli eventi previsti dal piano pluriennale di formazione dei docenti.
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Benci, Antonio. "Il "film della rivoluzione": il '68 francese in prima pagina." MEMORIA E RICERCA, no. 30 (July 2009): 153–69. http://dx.doi.org/10.3280/mer2009-030014.

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Abstract:
- Due to its time setting, iconography, interconnections with the world revolution of 1968, the French May "event" is charged with visual representations, both during its unfolding and in the years and decades to come. This essay ventures a reflection on the connections between images and memory, analyzing the most significant snapshots of the French May and filtering them through the militants' recollections, such as the images conveyed through movies or the photographs which with the years turned into icons, one for all, the ‘68 "Marianna". It follows that the image, even when not authentic, provides a key for entering the "event" and is often found in the store of mental self-representations which it has brought about and in the whole series of memories and feelings of belonging that it has aroused.Parole chiave: Maggio francese, '68, immagini, film della rivoluzione, mito, memoria French may, '68, images, revolution's movie, myth, memory
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Gaboardi, Marta, Silvia Demita, Roberta Cosentino, Natale Canale, Michela Lenzi, Claudia Marino, Alessio Vieno, and Massimo Santinello. "La comunità di Padova si attiva: il volontariato nella prima fase dell'emergenza COVID-19." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (June 2021): 47–62. http://dx.doi.org/10.3280/psc2021-001004.

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Abstract:
A Padova, per l'emergenza COVID-19, è stato attivato il progetto di gestione del volonta-riato "Per Padova noi ci siamo". La presente ricerca ha l'obiettivo di conoscere le caratteristi-che dei volontari e capire quali fattori sono legati alla disponibilità a continuare il volontariato post-emergenza. In aprile-maggio 2020, 299 volontari hanno completato un questionario onli-ne che indagava l'esperienza di volontariato e alcune dimensioni psicosociali. Dalle analisi emerge la relazione tra l'intenzione a continuare il volontariato e la crescita post-traumatica, il senso di appartenenza e la partecipazione a riunioni di quartiere. Alla luce dei risultati, sono elaborate delle proposte per aiutare le organizzazioni a stimolare e fidelizzare le persone che hanno intenzione di continuare a svolgere volontariato.
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Curami, Andrea. "L'industria bellica prima dell'8 settembre." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 261 (February 2011): 665–79. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-261006.

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Abstract:
L'autore esamina le cause del sottoutilizzo dell'industria italiana durante il secondo conflitto mondiale, nonostante una disponibilitŕ di manodopera, forza motrice e materie prime superiore a quella che vi era stata nella Grande guerra, quando l'industria nazionale era stata al contrario capace di avviaremolte produzioni, di raggiungere alti livelli produttivi e di seguire l'evoluzione tecnologica. Staticitŕ progettuale e risultati quantitativamente e qualitativamente limitati caratterizzarono cosě il secondo conflitto mondiale e si spiegano sia con la maggior forza dell'industria rispetto al potere politico, sia con il timore di quest'ultimo di imporre al paese scelte che avrebbero potuto ridurre drasticamente il consenso al regime. In Italia, come in Germania, centrale fu la questione della disponibilitŕ di manodopera per l'industria, e in particolare di quella specializzata. Le richieste avanzate all'inizio del 1943 dai militari circa un uso piů intenso della manodopera (aumento dell'orario di lavoro, diversa normativa sui trasferimenti, impiego piů esteso di donne e ragazzi e controlli piů severi) vennero respinte da Mussolini, che poco dopo sottrasse agli Stati Maggiori ogni controllo sulla produzione bellica.
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Teobaldelli, Adriano. "I lepidotteri della riserva naturale statale “Gola del Furlo” (provincia Pesaro-Urbino, Marche, Italia)." Bollettino della Società Entomologica Italiana 152, no. 2 (September 9, 2020): 57–68. http://dx.doi.org/10.4081/bollettinosei.2020.57.

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Abstract:
Negli anni 2017-2018 l’Autore ha effettuato una sistematica indagine conoscitiva sui lepidotteri presenti nella Riserva Naturale Statale “Gola del Furlo” (Provincia di Pesaro-Urbino, Marche). le specie accertate sono 582, tra cui alcune entità poco note e localizzate, altre primo rinvenimento nel territorio marchigiano. Il rilevante numero di specie censite evidenzia la ricchezza della biodiversità e l’interesse scientifico sul piano faunistico e zoogeografico della Riserva. Vengono esaminate le entità raccolte per categoria corologica, riportando i dati percentuali dei vari elementi faunistici. Si evidenzia che la maggior parte delle specie sono a diffusione Euroasiatica, Eurosibirica e Mediterranea.
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 . "“Multitasking 2.0: Presente E Futuro” Riccione 7-8-9 Maggio 2018: Prima Sessione: Umanizzazione Delle Cure." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 30, no. 1 (May 24, 2018): NP1—NP10. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2018.576.

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Magalhães, Ana G. "Achille Funi nella collezione del MAC-USP." L'uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità 19, no. 19-20 (December 13, 2022): 141–50. http://dx.doi.org/10.54103/2974-6620/uon.n19-20_2022_pp141-150.

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Abstract:
Negli ultimi anni, molto è stato detto, nella storiografia dell’arte brasiliana, sulla creazione delle istituzioni artistiche dedicate all’arte moderna nel paese, a partire dai contatti, negli anni Quaranta, del critico paulistano Sérgio Milliet e, poi, dell’industriale Francisco Matarazzo Sobrinho (di discendenza italiana) con gli Stati Uniti, in particolare col Museum of Modern Art di New York. Da queste trattative, svolte con maggior intensità nel 1946, risultò l’acquisto, da parte di Francisco Matarazzo Sobrinho e di sua moglie, Yolanda Penteado, di un primo gruppo di opere moderniste italiane e francesi, che giunsero in Brasile nel 1947. Quei due anni segnarono l’inizio del progetto di costituzione del primo Museo d’Arte Moderna di San Paolo (MAM), la cui collezione fu trasferita all’Università di San Paolo nel 1963, con la creazione del Museo di Arte Contemporanea (MAC-USP) per accoglierla.Il saggio si concentra su un dipinto di Achille Funi incluso nella collezione, L’indovina (1924), comprato per tramite della Galleria Il Milione di Milano nel 1946.
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Floridia, Antonio. "Le elezioni del 13 maggio 2001: coalizioni e partiti, conferme e novità nel volto politico della Toscana." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 48, no. 3 (December 31, 2002): 5–79. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12765.

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Abstract:
Premessa. La partecipazione elettorale. La struttura dell'offerta elettorale. I risultati del voto per la Camera e per il Senato: aree elettorali e coalizioni elettorali. I parlamentari eletti, i meccanismi di attribuzione dei seggi, le "liste civetta". Struttura e rendimento delle coalizioni. Alcune prime conclusioni: forza delle coalizioni o debolezza dei partiti?
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Turco, Eugenio. "Obiettivo: I progetti europei di gemellaggio (twinning) e l'esperienza albanese." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 3 (July 2009): 123–32. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-003012.

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Abstract:
- I twinning projects sono strumenti di cooperazione internazionale, elaborati dalla Commissione europea, che prevedono la diretta assistenza di uno Stato membro in favore di uno Stato beneficiario per il raggiungimento di specifici obiettivi nel rispetto delle politiche di allargamento della Unione. Il twinning di supporto all'Alto Consiglio della giustizia in Albania č stato il primo progetto al quale ha partecipato il Consiglio superiore della magistratura italiano: iniziato nel febbraio del 2007, e realizzato unitamente al Consiglio superiore dei giudici di Spagna, esso si č concluso nel dicembre del 2008. I positivi risultati ottenuti rendono auspicabile un maggior impegno del CSM in tali forme di cooperazione.
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Di Tommaso, Noemi. "Censimento preliminare della corrispondenza di Ulisse Aldrovandi." Aldrovandiana. Historical Studies in Natural History 1, no. 2 (December 20, 2022): 29–174. http://dx.doi.org/10.30682/aldro2202c.

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Abstract:
Il presente contributo intende offrire uno strumento per orientarsi all’interno della vasta e quasi totalmente inedita corrispondenza di Ulisse Aldrovandi (1522–1605). Il corpus di oltre duemila lettere in italiano e in latino copre l’intero arco temporale delle attività intellettuali e istituzionali di Aldrovandi (1534–1604) e rappresenta uno degli esempi più significativi di mediazione tra diversi contesti socio-culturali nel XVI secolo. Oltre alla maggior parte delle lettere conservate presso la Biblioteca Universitaria di Bologna, si considerano anche altri nuclei preservati presso altre biblioteche e archivi italiani ed europei. Questo contributo presenta il primo censimento del carteggio di Aldrovandi in ordine cronologico, seguito da un elenco alfabetico dei suoi corrispondenti.
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Picone, Rosa Maria. "Prime indagini sulla flora pollinica aerodiffusa nella città di Messina e correlazioni meteorologiche (maggio 1985 - aprile 1986)." Giornale botanico italiano 121, no. 5-6 (January 1987): 313–23. http://dx.doi.org/10.1080/11263508709429382.

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Marchand, Jean-Jacques. "Componenti etiche nell’Arte della Guerra." Las Torres de Lucca. International Journal of Political Philosophy 11, no. 2 (June 13, 2022): 223–31. http://dx.doi.org/10.5209/ltdl.80656.

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Abstract:
Sebbene la questione della liceità della guerra non si ponga per Machiavelli, come non si pone per la maggior parte dei pensatori italiani del primo Cinquecento, la componente etica non è assente dalla riflessione machiavelliana nell’Arte della guerra. Infatti, accanto all’assunto tecnico della creazione di una milizia d’ordinanza e dei suoi vari modi di combattere in campo, strettamente legato peraltro ai requisiti politici di una repubblica virtuosa, fondamentali sono le esigenze etiche sia nelle qualità morali dei cittadini-soldati, sia nella virtù dei comandanti, sia nella dirittura dei dirigenti politici che li reclutano e li impiegano nelle operazioni militari. È quanto può essere più particolarmente evidenziato nella parte introduttiva e in quella conclusiva del trattato.
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Giordana, Emanuele. "La crisi dell'opzione civile nella palude afgana." FUTURIBILI, no. 1 (March 2011): 187–94. http://dx.doi.org/10.3280/fu2011-001013.

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Abstract:
Le dimissioni anticipate di Kai Eide, il capo della missione Onu in Afghanistan, il fallimento del processo elettorale per l'elezione del presidente - vessato da frodi e brogli manifesti - ma soprattutto la decisione di Barack Obama di inviare nuovi soldati sembrano dire, sul futuro dell'Afghanistan, una sola cosa: nonostante le speranze di una svolta che sapesse coniugare la presenza dei soldati della Nato a un cambio di strategia che tenesse in maggior conto le esigenze e le necessitŕ della popolazione, il conflitto nel paese asiatico sembra rimanere prigioniero della sola opzione militare. La decisione di Obama di inviare trentamila marine, seguita dalla promessa della Nato di cercarne in Europa altri diecimila (tra cui mille italiani) non solo non č stata accompagnata da una riflessione sulla necessitŕ di un maggior impegno civile in Afghanistan nella ricostruzione e per soddisfare le necessitŕ primarie, ma sembra significare che la Comunitŕ internazionale non č in grado di formulare alternative alla sola azione militare. Se non un generico appello per una miglior qualitŕ del governo nazionale di Kabul. Gli ultimi mesi sono significativi da questo punto di vista e vale la pena di ripercorrerli. Cercheremo anche di indicare qualche possibile suggerimento che, in primo luogo, dovrebbe coinvolgere un cambio di strategia del nostro Paese.
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Cesqui, Elisabetta. "Osservazioni asistematiche sul primo quadriennio di applicazione del nuovo sistema disciplinare." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 5 (January 2011): 63–111. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-005007.

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Abstract:
Dal 19 giugno del 2006 il sistema disciplinare introdotto dal d.lgs 109/ 2006, in attuazione dell'art. 1, comma 1, lett. f della legge 25 luglio 2005 n. 150 č entrato in vigore. Privo originariamente di qualunque disposizione transitoria, esso č stato modificato in alcuni punti essenziali dalla legge 24 ottobre 2006 n. 269, che ha smussato le maggiori asperitŕ del testo originario (con riferimento soprattutto ad alcuni degli illeciti tipizzati e al potere di intervento del ministro in dibattimento) e ha introdotto, per la fase di transizione dal vecchio al nuovo regime, il principio dell'applicazione della norma di maggior favore limitatamente ai procedimenti disciplinari iniziati dopo la sua entrata in vigore ed esclusivamente per i fatti verificatisi in un momento precedente a essa (Cass., sez. unite, 26 ottobre 2006 n. 27172). Le cadenze temporali imposte al procedimento disciplinare dall'art. 15 (un anno dalla conoscenza del fatto per l'inizio nell'azione, due anni per le indagini e due anni per il dibattimento) e i tempi rilevabili dalla esperienza concreta, consentono di dire che i quattro anni della consigliatura appena conclusa rappresentano un campione significativo e che la fase di transizione, fatti salvi i procedimenti (non molti) per i quali la sospensione per pregiudiziale penale ha congelato il procedimento e quelli (pochi) che dovessero eventualmente nascere per fatti antecedenti venuti a conoscenza dei titolari dell'azione disciplinare con molto ritardo (fermo restando il limite decennale di decadenza dell'azione introdotto dal comma 1 bis dell'art. 15), č ormai sostanzialmente conclusa.
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Marzana, Daniela, Giovanni Aresi, Nicola Boventi, Chiara Crafa, and Elena Marta. "La risposta delle associazioni di terzo settore lombarde all'emergenza sanitaria da COVID-19: uno studio qualitativo." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (June 2021): 29–46. http://dx.doi.org/10.3280/psc2021-001003.

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Abstract:
Il presente studio indaga come le organizzazioni del Terzo Settore abbiano reagito per ri-spondere ai loro scopi primari nel corso della dell'emergenza sanitaria da COVID-19. Sono state coinvolte otto organizzazioni lombarde attraverso un'intervista semi-strutturata ai rispetti-vi presidenti e ad un totale di 10 volontari attivi durante i primi mesi dell'emergenza. Dall'analisi tematica emerge che nella Fase 1 dell'emergenza (lockdown di Marzo-Aprile 2020), le associazioni hanno sviluppato riflessioni e redatto bilanci che si sono tradotti in pro-poste formative mirate a volontari e operatori, sviluppo di nuovi strumenti e modalità alternati-ve utili a garantire la continuità dei servizi offerti. Nella seconda fase dell'emergenza (maggio-giugno 2020) le associazioni hanno cercato di muoversi all'interno dell'incertezza per progetta-re e rivedere la propria mission e non trovarsi impreparati in futuro.
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Hills, A. J., A. M. Holden, and M. McGurk. "Sialendoscopy-assisted transfacial removal of parotid calculi." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 2 (April 2017): 128–31. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1602.

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Abstract:
La diffusione delle tecniche minimamente invasive per il trattamento dei calcoli salivari, quali la scialoendoscopia, ha permesso di ottenere un maggior tasso di preservazione della funzionalità ghiandolare, evitando le significative morbidità notoriamente associate alla parotidectomia superficiale. La scelta terapeutica è condizionata dalla dimensione, mobilità e posizione del calcolo così come dalla presenza di stenosi duttali. Verranno descritti i principi terapeutici inerenti la patologia litiasica, nonché due tecniche scialoendoscopico-assistite di rimozione dei calcoli salivari: la prima per via intra-orale, la seconda per via extra-orale.
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Franzen, A., A. Buchali, and A. Lieder. "The rising incidence of parotid metastases: our experience from four decades of parotid gland surgery." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 4 (August 2017): 264–69. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1095.

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Abstract:
La neoplasia secondaria nella ghiandola parotide è un reperto sempre più frequente nella chirurgia parotidea. Vengono qui presentati i nostri risultati in quaranta anni di chirurgia parotidea, analizzando le modalità di metastasi in pazienti con lesioni metastatiche della ghiandola parotide, le procedure operatorie e la gestione dei pazienti. Sono stati esaminati retrospettivamente 772 casi consecutivi di chirurgia parotide in un ospedale universitario tra il 1975 e il 2015 e valutate le variazioni di incidenza e di gestione della patologia nel corso di quattro decenni (I: 1975-1985; II: 1986-1995; III: 1996-2005; IV: 2006-2015). Sono stati diagnosticati complessivamente 683 tumori della parotide, di cui il 15,8% (n = 108) sono rivelati essere di natura maligna; a loro volta, il 44% (n = 48) di tutte le lesioni maligne si sono rivelate essere metastasi. Si è inoltre potuto constatare come, con l’andare del tempo, i tumori maligni della ghiandola parotide abbiano incrementato la loro incidenza con un aumento dall’8% nel primo decennio, del 14% nel secondo, del 17% nel terzo fino al 21% nel quarto decennio. L’incidenza di metastasi alla ghiandola parotide è altresì ulteriormente aumentata dal 10% nella prima decade fino al 57% nell’ultimo decennio. Il 71% per cento dei pazienti era di sesso maschile e il 29% era di sesso femminile, con un’età compresa tra i 23 ei 93 anni (media di 68 anni). La diagnosi istopatologia più frequente era quella di metastasi di carcinoma a cellule squamose (79%). La grande maggioranza delle lesioni primarie era localizzata in lesioni sopra la clavicola (87%), delle quali 30 tumori primari erano localizzati nel cuoio capelluto e nella cute del collo. Nella maggior parte di questi casi, il tumore primario è stato rimosso tra 6 e 24 mesi prima della metastasi parotidea e i pazienti sono stato seguiti in modo subottimale. La gestione consisteva in intervento chirurgico di dissezione del collo. 48 pazienti (67%) sono stati sottoposti a terapia adiuvante, ma nonostante il trattamento multimodale aggressivo la malattia è progredita nella maggior parte dei casi, nel 57% dei casi di metastasi da carcinoma a cellule squamose cutaneo, nel 67% da metastasi di tumore primario della mucosa sopra la clavicola e l’83% dei casi di metastasi da primitivo infraclaveare. I tumori maligni parotidei registrano un progressivo aumento di incidenza, in gran parte dovuto ad un incremento delle lesioni metastatiche parotidee. I più frequenti tumori primitivi sono melanomi maligni precedentemente asportati, e i carcinomi a cellule squamose del cuoio capelluto e del collo precedentemente operati. Nonostante la terapia multimodale il tasso di recidiva e di progressione rimane alto. È auspicabile per i tumori della testa e del collo un programma di follow-up, come già in atto per i tumori della mucosa della testa e del collo.
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Elefante, R., S. Cirillo, L. Simonetti, G. La Tessa, and F. Smaltino. "La Risonanza Magnetica in età pediatrica." Rivista di Neuroradiologia 1, no. 1_suppl (April 1988): 27–33. http://dx.doi.org/10.1177/19714009880010s104.

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Abstract:
La Risonanza Magnetica (RM) ha trovato un campo di applicazione ideale nello studio neuroradiologico della patologia del Sistema Nervoso Centrale in età pediatrica. Essa, infatti, presenta potenzialmente chiari vantaggi rispetto alle altre tecniche disponibili, prima tra tutte la Tomografia Computerizzata. Questi vantaggi sono rappresentati dalla assenza di invasività radiobiologica e farmacologica e dalla alta efficacia diagnostica nella maggior parte dei capitoli della patologia neurologica del bambino. Nella sua applicazione in età pediatrica la RM presenta anche alcuni problemi. Si tratta principalmente dello scadimento della qualità di immagine per la necessità di usare scansioni sottili e campi di vista ridotti, della necessità di procedere, nei bambini più piccoli alla narcosi e della difficile accessibilità dell'esame. Risolti tali problemi, la RM si propone quale metodica di prima scelta in neuroradiologia pediatrica.
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Guslandi, Silvia. "“Ma immobile la freccia ardiva a un cielo senza tempo né varco”: Avversative e sacralità in Utilità della memoria di Maria Luisa Spaziani." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 53, no. 3 (October 10, 2019): 716–30. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819872938.

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Abstract:
L’articolo si propone di rintracciare il dualismo individuato da diversi critici nella poesia della maturità di Maria Luisa Spaziani e nella raccolta giovanile Utilità della memoria. La presenza di una tensione irrisolta nella sua poesia è ancorata, nel caso specifico, a due espedienti su cui si concentra la maggior parte del saggio: l’uso della congiunzione avversativa “ma” e del lessico sacro. Il primo introduce nel testo un’alternativa tra positività e scetticismo, tra aspirazione e disillusione, dove la scelta spetta al soggetto stesso. Considerando la raccolta nel suo complesso, questi appare dunque costantemente sulla soglia tra due atteggiamenti contrastanti, dei quali nessuno riesce a vincere definitivamente sull’altro. Simile effetto è prodotto dall’utilizzo del lessico sacro. Questo apre l’esperienza individuale a un piano metafisico, che non è però accettato pacificamente, bensì costantemente ricercato e interrogato.
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Arrighetti, Andrea. "Materiali e tecniche costruttive del Mugello tra basso Medioevo e prima Età Moderna." Arqueología de la Arquitectura, no. 13 (January 17, 2017): 037. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2016.001.

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Abstract:
[it] Il Mugello è un’area a medio-alto rischio sismico situata sulla catena montuosa appenninica a confine fra la Toscana e l’Emilia Romagna. Il territorio si caratterizza per una nutrita presenza di insediamenti di lunga durata caratterizzata da edifici storici ben conservati, dei quali la maggior parte risultano strutture religiose. Una zona del Mugello, tra il 2010 ed il 2014, è stata interessata dal progetto “Archeologia dell’architettura e rischio sismico in Mugello”, una ricerca incentrata sulla sperimentazione del potenziale informativo del processo di analisi archeologica come forma di conoscenza, prevenzione e tutela dell’edilizia medievale dal rischio sismico. Fra i risultati che sono emersi dalle indagini archeologiche hanno svolto un ruolo centrale le considerazioni inerenti l’approvvigionamento ed utilizzo dei materiali costruttivi per l’edificazione e la modifica delle strutture architettoniche, in un periodo compreso fra il Basso Medioevo e l’Età Moderna.
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Atighetchi, Dariusch. "Islam e aborto." Medicina e Morale 42, no. 4 (August 31, 1993): 711–32. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1048.

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Abstract:
La Legge islamica (Shari'a) proibisce l'aborto soprattutto quando il feto ha più di centoventi giorni di vita dall'istante del concepimento, salvo nel caso in cui la madre rischi di morire. L'importanza del centoventesimo giorno deriva da un'espressione del Profeta Muharnmad raccolta da Bukhari, secondo la quale in quel momento Dio infonde l'anima nel nascituro la cui esistenza, da allora, esige una maggior protezione. Circa la liceità dell'aborto prima dei centoventi giorni, sussistono delle differenze tra le posizioni tradizionalmente assunte dalle quattro scuole giuridiche canoniche deli'Islam sunnita. Sostanzialmente restrittive appaiono le leggi che regolano attualmente l'aborto nei paesi arabo-islamici.
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Bruno, Licia, Shaniko Kaleci, Simona Chiodo, Angelo Fioritti, and Antonella Piazza. "Adolescenti in transizione nei servizi di salute mentale: uno studio di follow-up." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (December 2021): 111–31. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-003008.

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Abstract:
Scopi. Descrivere le caratteristiche degli adolescenti con disturbi psichici e comportamentali residenti nel territorio dell'Azienda USL di Bologna, dimessi dal servizio di Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza (NPIA) dal 2006 al 2015. Individuare i fattori predittivi della prosecuzione delle cure nei Centri di Salute Mentale (CSM). Metodi Studio di coorte retrospettiva con un follow-up di tre anni, basato sui dati dei sistemi informativi NPIA e CSM. Sono state effettuate due analisi multivariate per identificare i fattori predittivi del ricorso al CSM entro tre anni e della transizione entro il primo anno dalla dimissione. Risultati La coorte è costituita da 2594 adolescenti di almeno 15 anni dimessi dal servizio NPIA, in maggioranza maschi. Quasi l'80% è stato dimesso prima di aver raggiunto 17 anni; circa il 59% ha ricevuto diagnosi di ritardo mentale o di disturbi dello sviluppo psicologico specifici/misti. Nei tre anni successivi alla dimissione ha fatto ricorso al CSM quasi un quinto della coorte (489 soggetti), di cui più di metà dei casi (n=277) in transizione entro il primo anno. Sono risultati fattori predittivi del ricorso al CSM la nazionalità italiana, l'età alla dimissione di almeno 17 anni, più di dieci anni di trattamento, più di sette prestazioni nell'ultimo anno, disturbi psichici o comportamentali maggiori. I fattori predittivi della transizione entro un anno dalla dimissione NPIA sembrano in gran parte analoghi, con tre eccezioni: la nazionalità italiana perde significatività, tra i gruppi diagnostici sono solo i disturbi dello sviluppo psicologico specifici/misti a mostrare probabilità inferiori, mentre emerge come fattore predittivo avere avuto la dimissione negli ultimi sei anni del decennio. Conclusioni Analogamente a quanto riportato da altre indagini, il ricorso al CSM riguarda una minoranza di adolescenti dimessi dal servizio NPIA. Trattamenti NPIA intensi e prolungati e disturbi gravi appaiono i principali fattori predittivi. La maggior probabilità per i dimessi negli ultimi sei anni del decennio di transitare al CSM in continuità di cura può essere ascrivibile ai miglioramenti organizzativi apportati con il consolidamento di pratiche e procedure condivise per il passaggio dei casi. Tuttavia rimangono aperti interrogativi sui gap di cura e sulle azioni necessarie per superarli.
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Dello Iacono, Umberto, Eva Ferrara Dentice, Chiara Vitina Mannillo, and Maria Letizia Vitale. "Dalla comprensione del testo alla risoluzione del problema: un’esperienza nella scuola secondaria di secondo grado." Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no. 12 (November 21, 2022): 9–21. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.22.12.1.

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Abstract:
La risoluzione dei problemi è un’attività che crea difficoltà a molti studenti, indipendentemente dall’ordine scolastico, spesso legate alla fase di comprensione del testo del problema stesso. A tal proposito, abbiamo disegnato un’attività di apprendimento che prevede che gli studenti, a partire da alcuni problemi assegnati, individualmente e poi in maniera collaborativa, ne analizzino dapprima criticamente il testo per poi affrontarne la risoluzione. Abbiamo sperimentato tale attività con studenti del primo anno di una scuola secondaria di secondo grado. L’analisi dei dati mostra che l’attività didattica progettata sembra essere efficace nel favorire l’attivazione di adeguati processi risolutivi da parte degli studenti, nonché la produzione di argomenti a sostegno delle risposte fornite. In particolare, la maggior parte degli studenti, dopo aver lavorato sulla comprensione del testo, migliora la correttezza delle risposte e/o produce argomenti a supporto delle stesse.
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Brown, Rosalind. "Monastic Decline in Sardinia: S. Leonardo di Bosue (Sassari) 1300–1401." Papers of the British School at Rome 53 (November 1985): 329–41. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200011570.

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Abstract:
DECLINO MONASTICO IN SARDEGNA: S. LEORNARDO DI BOSUE (SASSARI) 1300–1401S. Leonardo, di proprietà del convento pisano di Ognissanti, si trovava in una delle zone di maggior declino economico della Sardegna del XIV secolo. Prima della conquista aragonese, Ognissanti si affidava alla protezione dell'Arcivescovo di Torres e della influente famiglia Palas. Durante i decenni successivi, l'abbandono e l'invasione da parte dei potenti Aragonesi ridussero decisamente il valore del possedimento; questo declino può essere paragonato ai problemi che anche altrienti religiosi incontrarono nell'isola. Dopo una drastica revisione delle sue aspettative, tuttavia, Ognissanti poté mantenere il controllo di un piccolo nucleo quasi fino alla fine del secolo.
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Contini, Federico. "L'"Eneide travestita" di Giovan Battista Lalli. Note sulle vicende compositive ed editoriali." AOQU (Achilles Orlando Quixote Ulysses). Rivista di epica 3, no. 2 (December 31, 2022): 177–205. http://dx.doi.org/10.54103/2724-3346/19504.

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Abstract:
A partire da alcune importanti discrepanze cronologiche nella bibliografia critica dell’Eneide travestia, dove la comparsa del poema è fatta risalire ora al 1632, ora al ’33, ora al ’34, il saggio descrive e riordina il materiale attualmente disponibile sul volgarizzamento lalliano, sulle sue vicende compositive e sui rapporti tra l’autore e la corte romana. Stabilita la forte continuità che lega le due impressioni “Facciotti”, viene innanzitutto proposto un periodo di stampa com-preso tra la fine del 1633 e i primi mesi del ’34; è quindi ricostruita la vicinanza tra l’autore, il cardinale Bernardino Spada e Nicola Villani; infine, sono indicati i punti di maggior contatto con la tradizione eroicomica braccioliniana.
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Di Nunzio, Daniele, Marcello Pedaci, Fabrizio Pirro, and Emanuele Toscano. "La didattica a distanza durante la pandemia di covid-19: il lavoro dei docenti e la diversità dei contesti scolastici." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 1 (June 2021): 98–106. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-001008.

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Abstract:
L'articolo presenta i risultati di un'indagine rivolta ai docenti delle scuole dell'infanzia, prima-ria e secondaria, in merito alla didattica a distanza attuata durante la fase emergenziale della pandemia di Covid-19. L'Indagine è stata condotta su tutto il territorio nazionale, con questio-nario online, tecnica Cawi, dal 3 aprile al 7 maggio 2020, con 1197 questionari validi. L'analisi approfondisce il ruolo dei contesti scolastici nel determinare gli impatti sia sulle con-dizioni di lavoro dei docenti che sulle disuguaglianze di accesso al diritto di istruzione da parte degli studenti. In particolare, sono considerati i seguenti fattori intervenienti: il ruolo delle possibilità di partecipazione dei docenti, la formazione ricevuta e la disponibilità di strumenti tecnologici. L'indagine è stata promossa dalla Flc-Cgil (Federazione Lavoratori della Conoscenza) e con-dotta in collaborazione con Fondazione Giuseppe Di Vittorio, Università di Teramo e Labora-torio LO-Lavoro e Organizzazioni del Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche dell'Università degli Studi di Roma «La Sapienza».
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