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1

Saoud, M., J. Brunelin, and T. D’Amato. "Les signes précoces : vulnérabilité ou prodome." L'Encéphale 33, no. 3 (June 2007): S408—S414. http://dx.doi.org/10.1016/s0013-7006(07)74592-x.

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2

D’Orsogna, Domenico, and Andrea Areddu. "Le misure a sostegno del settore culturale e l'istituzione del Fondo per la cultura." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 30 (September 2020): 87–105. http://dx.doi.org/10.3280/dt2020-030007.

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Abstract:
Il presente contributo analizza le misure a sostegno del settore culturale adottate per far fronte alle conseguenze negative, sia economiche sia finanziarie, prodotte dell'emergenza epidemiologica da COVID-19. Tra queste, si segnala l'istituzione del "Fondo per la cultura". Le misure presentano aspetti positivi, ma anche alcune criticità.
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3

N. Inkret, Andreja. "Tim Whitmarsh: Starogrška literatura. Prevedla Nada Grošelj." Keria: Studia Latina et Graeca 16, no. 1 (July 24, 2014): 129. http://dx.doi.org/10.4312/keria.16.1.129-132.

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Abstract:
»Grška literatura je pomembna. Še vedno.« Udarna stavka, s katerima se začenja Starogrška literatura Tima Whitmarsha, priznanega strokovnjaka predvsem za poznejšo staro grško književnost, lepo podčrtata glavno odliko te prodorne študije, katere prevod je (pičlih devet let po njenem prvem izidu) v slovenskem kulturnem prostoru nedvomno nadvse dobrodošel.
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4

Marzo, Patrizia, and Michele Cirillo. ""Alice" ... Nei Piani di Zona. Una sperimentazione di approccio integrato nelle pianificazioni urbane." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 99 (April 2011): 70–86. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-099005.

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Abstract:
Gli autori descrivono gli aspetti sociali di un progetto innovativo realizzato dalla Regione Puglia. Il progetto conferma l'importanza dell'integrazione fra le pianificazioni pubbliche nella complessivadel territorio regionale e, in particolare, della mobilitŕ dell'utenza "debole" della strada. Nel saggio sono esposte le motivazioni, le azioni, le fasi e i risultati della ricerca e delle altre azioni prodotte dal Progetto.
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5

Bistrović, Željko, Ivan Braut, and Toni Šaina. "St. Matthew in Prodol – Example of a Painted Country Church from Early–15th Century." Portal 6 (December 21, 2015): 41–52. http://dx.doi.org/10.17018/portal.2015.3.

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6

Inglês, Paulo. "Globalizzazione, mobilità umana e creatività: Rivisitando categorie a partire da tre casi di migrazione forzata in Angola." REMHU: Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 26, no. 54 (September 2018): 95–113. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880005406.

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Abstract:
Riassunto Questo articolo raccoglie alcune riflessioni sull’esperienza di ricerca in Angola nell’ambito della mobilità umana, con l’obiettivo di riflettere sulla produzione di classificazioni e categorie da parte di agenzie internazionali, ONG, policy-makers e ricercatori. Dopo aver sottolineato i rischi dell’assunzione acritica in attività di ricerca accademica di classificazioni e categorie prodotte in ambito burocratico, l’autore propone d'interpretare la migrazione come un’azione creativa alla quale individui o gruppi umani ricorrono per affrontare circostanze avverse e ricostruire la quotidianità.
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Pellmyr, Olle, Manuel Balcázar-Lara, David M. Althoff, Kari A. Segraves, and James Leebens-Mack. "Phylogeny and life history evolution of Prodoxus yucca moths (Lepidoptera: Prodoxidae)." Systematic Entomology 31, no. 1 (February 28, 2005): 1–20. http://dx.doi.org/10.1111/j.1365-3113.2005.00301.x.

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8

Bordone, Renato. "Mitologia dell'etÀ comunale e ipoteca sabauda nella storiografia piemontese del settecento." SOCIETÀ E STORIA, no. 133 (October 2011): 437–48. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-133002.

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Abstract:
Nel corso dell'ottocento, in tutte le cittÀ e i centri minori del Piemonte furono prodotte ricerche di storia municipale, che risentirono dapprima dell'influenza esercitata dal "modello" del comune cittadino (applicato anche a quei centri urbani o semi-urbani che non ebbero nel XII e XIII secolo un'effettiva autonomia municipale). Nella seconda metÀ del secolo, con la costituzione del Regno d'Italia e l'affermazione del "mito" dinastico sabaudo, prevalsero invece i riferimenti alla dinastia che sin dal tardo medioevo aveva parzialmente unificato la regione subalpina.
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9

Gatti, Marco. "Gli strumenti di controllo orientati al cliente: un'analisi sistemica." MANAGEMENT CONTROL, no. 1 (April 2011): 99–124. http://dx.doi.org/10.3280/maco2011-001005.

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Abstract:
In tempi recenti la dimensione statica del controllo ha conosciuto profondi rinnovamenti. L'affermazione di strumenti fortemente orientati al monitoraggio di taluni aspetti critici della relazione con il cliente ha stimolato l'attenzione degli Autori, inducendo ad una focalizzazione sulle peculiaritŕ distintive degli stessi e sul loro utilizzo. Scopo di questo articolo č, in termini generali, di analizzare le modalitŕ con cui le informazioni multidimensionali prodotte dagli strumenti indagati possono essere impiegate in maniera integrata all'interno del sistema di controllo e, in termini particolari, di porre in luce le modalitŕ con cui esse possono contribuire al calcolo del customer lifetime value.
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Giacomini, Corrado, Filippo Arfini, and Davide Menozzi. "Processi di qualificazione e spillovers: il caso del Prosciutto di Parma Dop." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 3 (September 2010): 55–80. http://dx.doi.org/10.3280/qu2010-003003.

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Abstract:
Il lavoro analizza gli effetti spillovers nel distretto del Prosciutto di Parma Dop e le conseguenti relazioni tra i prodotti interessati Dop e non Dop. Lo studio ha consentito di individuare all'interno del distretto due distinti network: uno relativo al prosciutto Dop e uno alla produzione del prosciutto "tipo Parma" che utilizza una tecnica produttiva simile pur non rispettando le prescrizioni del disciplinare del prodotto Dop. L'articolo mostra le relazioni esistenti all'interno e tra i due network, evidenziando gli spillovers positivi di tipo geografico e di reputazione, che derivano dalle ricadute sul prodotto non certificato delle economie esterne prodotte dall'ambiente distrettuale e della reputazione del Prosciutto di Parma Dop.
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Chieffi, Lorenzo, and Lorenzo Chieffi Chieffi. "Il contributo della Bioetica alla promozione dei diritti umani." Revista Fronteiras Interdisciplinares do Direito 2, no. 1 (November 10, 2020): 02–13. http://dx.doi.org/10.23925/2596-3333.2020v2i1a1.

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Abstract:
Dalla storicizzazione alla relativizzazione dei principi costituzionali. L’analisi interdisciplinare delle questioni bioetiche ha certamente rappresentato un importante stimolo per l’arricchimento interpretativo dei principi fondamentali posti alla base dell’edificio costituzionale. Il proficuo approfondimento da parte degli esperti, appartenenti alle scienze umane e a quelle biomediche, delle conseguenze prodotte dalle più sofisticare applicazioni tecnologiche, induce a ricercare nuove soluzioni esegetiche, mutevoli nel tempo, coerentemente alla continua trasformazione di una società per sua natura liquida. In presenza di un’inarrestabile evoluzione delle conoscenze scientifiche, un approfondimento dell’indagine bioetica, consapevole della primazia dei diritti umani, potrà certamente contribuire ad un progressivo sviluppo interpretativo di principi storicizzati dal Costituente italiano nel
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Miles, Lachlan F., Christiana Burt, Joseph Arrowsmith, Mikel A. McKie, Sofia S. Villar, Pooveshnie Govender, Ruth Shaylor, Zihui Tan, Ravi De Silva, and Florian Falter. "Optimal protamine dosing after cardiopulmonary bypass: The PRODOSE adaptive randomised controlled trial." PLOS Medicine 18, no. 6 (June 7, 2021): e1003658. http://dx.doi.org/10.1371/journal.pmed.1003658.

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Abstract:
Background The dose of protamine required following cardiopulmonary bypass (CPB) is often determined by the dose of heparin required pre-CPB, expressed as a fixed ratio. Dosing based on mathematical models of heparin clearance is postulated to improve protamine dosing precision and coagulation. We hypothesised that protamine dosing based on a 2-compartment model would improve thromboelastography (TEG) parameters and reduce the dose of protamine administered, relative to a fixed ratio. Methods and findings We undertook a 2-stage, adaptive randomised controlled trial, allocating 228 participants to receive protamine dosed according to a mathematical model of heparin clearance or a fixed ratio of 1 mg of protamine for every 100 IU of heparin required to establish anticoagulation pre-CPB. A planned, blinded interim analysis was undertaken after the recruitment of 50% of the study cohort. Following this, the randomisation ratio was adapted from 1:1 to 1:1.33 to increase recruitment to the superior arm while maintaining study power. At the conclusion of trial recruitment, we had randomised 121 patients to the intervention arm and 107 patients to the control arm. The primary endpoint was kaolin TEG r-time measured 3 minutes after protamine administration at the end of CPB. Secondary endpoints included ratio of kaolin TEG r-time pre-CPB to the same metric following protamine administration, requirement for allogeneic red cell transfusion, intercostal catheter drainage at 4 hours postoperatively, and the requirement for reoperation due to bleeding. The trial was listed on a clinical trial registry (ClinicalTrials.gov Identifier: NCT03532594). Participants were recruited between April 2018 and August 2019. Those in the intervention/model group had a shorter mean kaolin r-time (6.58 [SD 2.50] vs. 8.08 [SD 3.98] minutes; p = 0.0016) post-CPB. The post-protamine thromboelastogram of the model group was closer to pre-CPB parameters (median pre-CPB to post-protamine kaolin r-time ratio 0.96 [IQR 0.78–1.14] vs. 0.75 [IQR 0.57–0.99]; p < 0.001). We found no evidence of a difference in median mediastinal/pleural drainage at 4 hours postoperatively (140 [IQR 75–245] vs. 135 [IQR 94–222] mL; p = 0.85) or requirement (as a binary outcome) for packed red blood cell transfusion at 24 hours postoperatively (19 [15.8%] vs. 14 [13.1%] p = 0.69). Those in the model group had a lower median protamine dose (180 [IQR 160–210] vs. 280 [IQR 250–300] mg; p < 0.001). Important limitations of this study include an unblinded design and lack of generalisability to certain populations deliberately excluded from the study (specifically children, patients with a total body weight >120 kg, and patients requiring therapeutic hypothermia to <28°C). Conclusions Using a mathematical model to guide protamine dosing in patients following CPB improved TEG r-time and reduced the dose administered relative to a fixed ratio. No differences were detected in postoperative mediastinal/pleural drainage or red blood cell transfusion requirement in our cohort of low-risk patients. Trial registration ClinicalTrials.gov Unique identifier NCT03532594.
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Bertin, Giovanni. "Complessitŕ e valutazione: l'impatto sulle pratiche dei servizi socio-sanitari." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 45 (October 2010): 47–72. http://dx.doi.org/10.3280/riv2009-045005.

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Abstract:
Il temine valutazione č entrato appieno nel dibattito sui servizi e sulle politiche sociosanitarie, ma le pratiche concrete sono ancora episodiche e non sempre hanno contribuito a migliorare i processi decisionali. I risultati positivi sono dovuti alla motivazione degli attori, al ruolo da loro giocato, ai processi e ai disegni di valutazione adottati. La valutazione deve farsi carico della complessitŕ sottesa agli interventi socio sanitari e deve costituire un occasione di apprendimento riflessivo per le organizzazioni. I disegni devono consentire di evitare l'autoreferenzialitŕ e attivare un confronto fra gli attori capace di creare senso, ma anche sviluppare uno scambio informativo basato sulle evidenze e farsi carico del rapporto fra informazioni prodotte e processo decisionale.
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Marraffa, Massimo. "Esperimenti in filosofia." PARADIGMI, no. 3 (December 2011): 153–71. http://dx.doi.org/10.3280/para2011-003011.

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Abstract:
La "filosofia sperimentale" č l'uso dei metodi delle scienze cognitive per dare risposta a questioni empiriche che sono rilevanti per alcuni dibattiti filosofici. L'articolo esamina alcuni importanti lavori in filosofia sperimentale e discute due differenti interpretazioni delle sue implicazioni metafilosofiche: secondo i "riformisti" i risultati ottenuti dai filosofi sperimentali rappresentano un'integrazione indispensabile dell'impiego delle intuizioni prodotte in risposta a casi ipotetici (esperimenti mentali) quale base probativa per la valutazione di tesi filosofiche; secondo gli "eliminazionisti" i dati della filosofia sperimentale decretano la fine della prassi del ricorso alle intuizioni in filosofia. In ambedue i casi, si sostiene, il giudizio sulla filosofia sperimentale č positivo in quanto ulteriore tassello nel processo di affermazione della tradizione naturalistica quineana.
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Vagnoni, Mirko. "L' immagine di Federico II di Svevia." Eikon / Imago 2, no. 1 (June 14, 2013): 49–68. http://dx.doi.org/10.5209/eiko.73367.

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Abstract:
La critica storiografica ha spesso visto, forse un po’ troppo entusiasticamente, la rappresentazione dell’imperatore Federico II di Svevia in una cospicua serie di manufatti artistici. Passando in rassegna presunte e reali raffigurazioni dello Svevo nella sfragistica, nella numismatica, nella glittica, nell’oreficeria, nella scultura, nella pittura e nella miniatura, in questo saggio si fa lo Status quaestionis sulla ritrattistica fridericiana cercando di delineare quali furono le immagini prodotte all’interno della sua corte e su sua stessa iniziativa, in altre parole le sue raffigurazioni ufficiali. Giungeremo così, dopo un percorso ad esclusione che lascerà ben pochi superstiti, a rintracciare quei ritratti che lo Stupor mundi volle dare di sé e che ancora oggi sono conservati.
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Greene, Kenneth V., and Erol Balkan. "Military Conscription, Efficient Policies, and Transfers from the Politically Weak." Journal of Public Finance and Public Choice 14, no. 2 (October 1, 1996): 153–62. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907540336.

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Abstract:
Abstract Questo scritto mette a confronto differenti teorie economiche sull’arruolamento militare obbligatorio, sottoponendole successivamente a verifica empirica.Si è sostenuto che, poiché il costo del servizio militare è concentrato su una ristretta base sociale, la maggioranza sarebbe pronta a votare contro la sua eliminazione.Il contro-argomento è stato che, poiché l’arruolamento obbligatorio è inefficiente, sarebbe invece conveniente eliminarlo. Infatti, con una forte domanda di lavoro e in assenza di guerre si dovrebbe fare minore ricorso all’arruolamento.Malgrado la varietà delle situazioni concrete, appare che i sistemi democratici sono quelli che maggiormente ricorrono all’arruolamento.Il problema è quello del confronto tra i costi di efficienza dell’arruolamento e quelli dovuti alle distorsioni prodotte dalle imposte che dovrebbero altrimenti essere prelevate per far fronte alle spese militari.
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Rusciano, Mario. "Legge sullo sciopero e modello neo-istituzionale." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 121 (April 2009): 121–38. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2009-121008.

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Abstract:
L'a. richiama anzitutto la concezione di Massimo D'Antona circa la modellistica istituzionale, contenuta nella proposta di legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali (divenuta poi l. n. 146/1990), e mette in luce la diffidenza dello stesso D'Antona nei confronti della c.d. "istituzionalizzazione dei processi di autonomia collettiva": grazie alla quale, le concrete restrizioni del diritto di sciopero vengono prodotte dall'autonomia collettiva, ma divengono poi precetti legali, provvisti di sanzione. L'a. critica la tesi di D'Antona, secondo cui il modello neo-istituzionale comporterebbe l'integrazione dell'ordinamento sindacale nell'ordinamento statuale e smentirebbe la prospettiva pluriordinamentale; e si sofferma, infine, sui tre nodi problematici, affrontati da D'Antona: la riserva di legge dell'art. 40 Cost.; la rappresentanza e rappresentativitŕ sindacale; la titolaritŕ individuale del diritto di sciopero.
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Reichlin, Pietro. "Le conseguenze economiche della mobilitŕ del lavoro." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 125 (May 2010): 159–80. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-125003.

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Abstract:
La mobilitŕ del lavoro č fortemente aumentata negli ultimi vent'anni. Questo fenomeno č destinato a persistere sia perché i differenziali salariali tra le nazioni sono eleva- ti, sia perché una gran parte dei paesi sviluppati č caratterizzata da declino demografico ed invecchiamento della popolazione. Le migrazioni sono vantaggiose sia per i paesi di origine che quelli di destinazione, perché incrementano l'efficienza produttiva e diminuiscono le disuguaglianze. Tuttavia, possono anche avere effetti indesiderati: una riduzione dei salari dei lavoratori poco qualificati dei paesi di destinazione degli immigrati e un aumento degli oneri fiscali. Le analisi empiriche prodotte in questi ultimi anni hanno, tuttavia, mostrato che questi effetti sono generalmente trascurabili. La fuga dei cervelli contribuisce al progresso tecnologico nei paesi avanzati, ma puň avere effetti positivi anche sui paesi di origine.
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Beni, Paolo. "Crisi e politicitŕ della cittadinanza." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 3 (September 2011): 7–18. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-003002.

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Abstract:
I profondi processi di trasformazione economica, sociale e culturale che negli ultimi decenni hanno investito il nostro Paese stanno producendo negli individui una crescente difficoltŕ a riconoscersi nelle relazioni sociali e nella dimensione pubblica del vivere civile. Cambia la percezione di sé dei cittadini e delle cittadine, fino a provocare disaffezione e alienazione. Č in atto una sfida: fra la cittadinanza come pura iscrizione anagrafica che sopravvive come strumento di discriminazione dei non cittadini, e la cittadinanza come insieme dei diritti delle persone, con la loro dignitŕ e autonomia, con il loro sentimento di solidarietŕ e appartenenza a una comunitŕ politica. L'urgenza della storia marcia nella seconda direzione, verso un'evoluzione che corregga le discriminazioni prodotte dall'economia di mercato e ripristini la piena eguaglianza dei diritti civili, politici e sociali.
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Wagner, David L., and Jerry A. Powell. "A New Prodoxus from Yucca baccata: First Report of a Leaf-Mining Prodoxine (Lepidoptera: Prodoxidae)." Annals of the Entomological Society of America 81, no. 4 (July 1, 1988): 547–53. http://dx.doi.org/10.1093/aesa/81.4.547.

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Ingrosso, Marco. "Alle sorgenti della cura. Ricerca di idee guida per le societÀ della salute." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 38 (September 2010): 73–92. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-038007.

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Abstract:
Il testo ripercorre il passaggio dalle forme di cura antiche a quelle moderne e contemporanee, interrogandosi sulle idee motivanti e generatrici che hanno sostenuto, nei diversi contesti e ambienti storico-sociali, le specifiche pratiche di cura compresenti. Tale analisi costituisce la premessa della domanda su quali siano o possano essere le sorgenti della cura in un'epoca planetaria e secondo-moderna, nella quale si sono prodotte crescenti aspettative di vita e di salute e una maggiore articolazione delle offerte di cura, tanto da far parlare della formazione di societÀ della salute. In esse sembrano entrare in crisi le motivazione profonde, diffuse e condivise, del ‘prendersi cura' tanto nell'ambito familiare e interpersonale quanto in quello professionale, con esiti critici sul piano della qualitÀ e delle relazioni, ma anche del faticoso coordinamento fra i diversi saperi e forme di cura.
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Althoff, David M., Joshua D. Groman, Kari A. Segraves, and Olle Pellmyr. "Phylogeographic Structure in the Bogus Yucca Moth Prodoxus quinquepunctellus (Prodoxidae): Comparisons with Coexisting Pollinator Yucca Moths." Molecular Phylogenetics and Evolution 21, no. 1 (October 2001): 117–27. http://dx.doi.org/10.1006/mpev.2001.0995.

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Gaebel, W., and M. Riesbeck. "Results of the German Research Network on Schizophrenia (GRNS): Prodorme-based treatment in first-episode schizophrenia." European Psychiatry 22 (March 2007): S76. http://dx.doi.org/10.1016/j.eurpsy.2007.01.293.

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D’Aloia, Antonio. "Natura, scienza, diritto: relazioni incrociate." DIRITTO COSTITUZIONALE, no. 3 (October 2020): 99–160. http://dx.doi.org/10.3280/dc2020-003005.

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Abstract:
Natura, scienza, diritto si confrontano in un gioco di incroci in cui nessuna delle forze è immune dal condizionamento e dalle pressioni delle altre. L'ambizione della natura di essere una sorta di parametro oggettivo e presupposto cade di fronte alla presa d'atto che «la voce della natura (..) è una voce interpretata dall'uomo». Soprattutto la tecnica (la scienza che fa) appare in grado di riscrivere i confini e le proiezioni di ciò che è ‘naturale'. Il diritto prende atto delle nuove possibilità prodotte dallo sviluppo scientifico con uno sguardo che a sua volta è carico di sedimentazioni e di valori, e adegua le sue risorse ‘inventando' nuovi diritti che cambiano la cultura sociale e il modo di interpretare la natura e la scienza. Questo contributo prova a descrivere questo quadro di relazioni estremamente complesso, ragionando su una serie di temi al confine tra le tre grandi ‘forze' prima ri-chiamate
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Pignotti, Marco. "Populismo: una categoria storiografica controversa." Italianistica Debreceniensis 25 (March 29, 2020): 80–94. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2019/5514.

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Abstract:
La nota nasce dalla necessità di realizzare un sondaggio sulla recente letteratura internazionale dedicata al populismo, partendo soprattutto dalle considerazioni contenute in The Populist Temptation di Eichengreen, e in Dal fascismo al populismo nella storia di Finchelstein, nonché dai risultati dell'Oxford Handbook of Populism di Oxford, a cura di Rovira Kaltwasser, Taggart, Ochoa Espejo e Ostiguy. Le riflessioni contrastanti registrate attorno a un fenomeno così dibattuto consentono di delineare gli elementi che giustificano l'introduzione di una categoria storiografica a sé stante e di proiettare alcune definizioni sull'intera storia del sistema politico italiano. L'intenzione di questa visione d'insieme è quella di costruire un catalogo delle varie interpretazioni del populismo emerse negli ultimi anni. È interessante notare che negli anni successivi alla seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri, le pubblicazioni sul populismo sono state prodotte in modo discontinuo, rendendo l'argomento ancora più sfuggente e non classificabile.
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Vizzi, Alessandro. "Sull'esperienza estetica. Il sistema dei neuroni specchio e la comprensione del gesto pittorico." QUADERNI DI GESTALT, no. 2 (May 2012): 113–17. http://dx.doi.org/10.3280/gest2011-002012.

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Abstract:
Il presente lavoro si propone come un contributo ai recenti studi che assegnano al sistema mirror e al processo di simulazione incarnata un ruolo chiave nella comprensione "empatica" delle opere d'arte visiva. Nello specifico l'ipotesi che si vuole qui corroborare č quella secondo cui le opere d'arte Segnica o Gestuale siano in grado di attivare nel fruitore una sorta di risonanza motoria nei confronti dell'artista che le ha prodotte, una comprensione implicita del gesto pittorico cristallizzato nell'oggetto artistico. I soggetti sperimentali sono stati sottoposti alla presentazione di tre categorie di immagini statiche differenti, durante la quale sono stati registrati i Potenziali Motori (MEPs) relativi ad ogni singolo stimolo evocati dall'applicazione della Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS). Č stato rilevato un incremento specifico nell'eccitabilitŕ dei muscoli della mano dei soggetti alla vista di immagini raffiguranti pitture gestuali piuttosto che nelle altre due categorie di immagini-stimolo.
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Kramer, Nicole. "Der Wandel des italienischen Sozialstaats in Zeiten politischer Umbrüche." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (December 20, 2017): 3–23. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0003.

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Abstract:
Riassunto La storia dello Stato sociale italiano affonda le sue radici nel XIX secolo e comprende un periodo di radicali cambiamenti politici. Introducendo la sezione tematica „Le molte facce dello Stato sociale. Prospettive sulla storia della protezione sociale in Italia tra dittatura e democrazia“, il contributo offre una panoramica della ricerca e discute, in particolare, i risultati a cui sono giunti nuovi studi. A partire dai primordi delle assicurazioni sociali nel nuovo Regno d’Italia si seguono le fasi dell’ampliamento e della trasformazione dei sistemi di sicurezza sociale con particolare riguardo alle innovazioni realizzate durante la guerra e nel dopoguerra, nonche al quadro ideologico e alle idee guida su cui si basano. Da cio emerge che la forma dello Stato sociale italiano e stata influenzata sia dalla monarchia che dalla dittatura e la democrazia. Si discute in quale misura i passaggi da un regime all’altro, come pure le conseguenze prodotte dalla guerra, abbiano innescato dinamiche trasformative.
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Kramer, Nicole. "Der Wandel des italienischen Sozialstaats in Zeiten politischer Umbrüche." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (March 5, 2018): 3–23. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0003.

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Abstract:
Riassunto La storia dello Stato sociale italiano affonda le sue radici nel XIX secolo e comprende un periodo di radicali cambiamenti politici. Introducendo la sezione tematica „Le molte facce dello Stato sociale. Prospettive sulla storia della protezione sociale in Italia tra dittatura e democrazia“, il contributo offre una panoramica della ricerca e discute, in particolare, i risultati a cui sono giunti nuovi studi. A partire dai primordi delle assicurazioni sociali nel nuovo Regno d’Italia si seguono le fasi dell’ampliamento e della trasformazione dei sistemi di sicurezza sociale con particolare riguardo alle innovazioni realizzate durante la guerra e nel dopoguerra, nonché al quadro ideologico e alle idee guida su cui si basano. Da ciò emerge che la forma dello Stato sociale italiano è stata influenzata sia dalla monarchia che dalla dittatura e la democrazia. Si discute in quale misura i passaggi da un regime all’altro, come pure le conseguenze prodotte dalla guerra, abbiano innescato dinamiche trasformative.
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Tavoletti, Ernesto. "Un'alternativa alla retorica della dimensione aziendale e degli IDE: sistemi agro-alimentari sostenibili di PMI ed internazionalizzazione endogena per mezzo delle indicazioni geografiche." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 2 (January 2021): 27–42. http://dx.doi.org/10.3280/aim2018-002003.

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Abstract:
Le indicazioni geografiche (IG) fanno riferimento a prodotti con speciali caratteristiche, qualità o reputazione riconducibili all'origine geografica, e sono proprietà intellettuali. Sono, quindi, per loro natura uno strumento di marketing e di tutela della denominazione, ed hanno il potenziale per innescare un circolo virtuoso di sviluppo economico locale endogeno, coinvolgendo tutti gli stakeholder territoriali. Offrono un'alternativa alla retorica della dimensione aziendale e degli investimenti diretti esteri. La sostenibilità economica è una pregiudiziale a tutto questo e il multiple case study Fao di Vandecandelaere et al. (2018) aggiunge un modello ed una generalizzazione analitica alle meta-analisi quantitative esistenti, che già evidenziano il contributo positivo delle IG alla sicurezza alimentare, ai prezzi, ai redditi dei produttori e alle quantità prodotte. La raccomandazione di policy principale è quella di promuovere le IG a livello globale perché, lungi dall'essere strumenti protezionistici, favoriscono lo sviluppo di sistemi di produzione alimentari endogeni, sostenibili e resilienti, capaci di contribuire allo sviluppo economico ed imprenditoriale locale, oltre che alla sicurezza e alla qualità alimentare.
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SNELL, R. S., and J. F. ADDICOTT. "Limiting the success of stem borers (Prodoxus quinquepunctellus) in yuccas: indirect effects of ants, aphids, and fruit position." Ecological Entomology 33, no. 1 (January 18, 2008): 119–26. http://dx.doi.org/10.1111/j.1365-2311.2007.00946.x.

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Villarejo Galende, Helena. "Balance de una década de regulación de los grandes establecimientos comerciales en España." Ciudades, no. 10 (February 1, 2018): 39. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.10.2007.39-65.

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Abstract:
Nuove norme legislative sono state prodotte per risolvere i problemi sollevati dallo sviluppo dei nuovi formati commerciali. All’inizio, sono stati ispirati dal modello francese della legge Royer, con l’obiettivo di regolamentare le grandi strutture distributive. Dalla regolamentazione della localizzazione delle strutture si è quindi passati alla pianificazione del commercio, con i Piani per le attività commerciali, definendo le destinazione d’uso dei suoli e con i Piani per la modernizzazione del commercio, che sostengono attraverso aiuti finanziari gli imprenditori l’innovazione del settore. Gli obiettivi di questi strumenti sono strettamente settoriali e non tengono in alcun conto le relazioni con gli obiettivi della pianificazione e della progettazione urbanistica. La Direttiva Bolkenstein del 2006 ha avuto l’effetto di ridurre gli ostacoli nella localizzazione delle imprese economiche. L’autorizzazione per l’apertura di nuove strutture commerciali deve rispondere all’interesse generale (pianificazione, urbanistica, tutela dell’ambiente), favorendo il successo imprenditoriale.La regolazione di carattere amministrativo delle attività commerciali ha anche prodotto effetti non previsti, come il contenimento degli ipermercati a fronte dello sviluppo di supermercati e centri commerciali ed un processo di concentrazione delle imprese.
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Strangio, Donatella, and Marco Teodori. "Le Terme di Viterbo: dal termalismo sociale ai progetti di rilancio nel segno del turismo del benessere." Agua y Territorio, no. 6 (December 30, 2015): 80–96. http://dx.doi.org/10.17561/at.v0i6.2811.

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Abstract:
Le motivazioni sottese a questo studio riguardano alcuni aspetti finora meno studiati del termalismo in Italia, in particolare le trasformazioni prodotte sul settore termale dall’intervento dello Stato a partire dagli anni tra le due guerre; tale intervento, intensifi catosi nel corso della seconda metà del Ventesimo secolo, produsse un nuovo modello di sviluppo, fuori dalle logiche di mercato, incentrato sul termalismo sociale assistito. Divenuto insostenibile dal punto di vista fi nanziario, dalla fi ne del Novecento l’apporto statale si ridusse drasticamente costringendo le imprese del settore ad elaborare nuovi percorsi per uscire da un profondo stato di crisi.Dopo aver fornito un inquadramento generale, tali processi sono stati studiati attraverso un particolare caso di studio, quello delle Terme di Viterbo. Le vicende di questa stazione termale sono state analizzate storicamente ricorrendo a fonti archivistiche inedite, ma sono state anche inquadrate nei loro assetti odierni sulla base di recenti indagini condotte dalle istituzioni locali, mosse dall’obiettivo di rivitalizzare i fl ussi turistici anche attraverso un nuovo connubio tra termalismo e benessere.
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Powell, Jerry A. "Synchronized, mass-emergences of a yucca moth, Prodoxus Y-inversus (Lepidoptera: Prodoxidae), after 16 and 17 years in diapause." Oecologia 81, no. 4 (December 1989): 490–93. http://dx.doi.org/10.1007/bf00378957.

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Marchi, D., D. Lanati, G. Mazza, and P. Cascio. "Composizione in antociani e flavonoli di vini prodotti nel territorio svizzero." BIO Web of Conferences 15 (2019): 02012. http://dx.doi.org/10.1051/bioconf/20191502012.

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Abstract:
In questa nota sono presentati i risultati delle determinazioni del profilo degli antociani e dei flavonoli di vini prodotti con uve di alcune varietà a frutto colorato prodotte a Nord della Svizzera, nel cantone di Schaffhausen , nella regione di Klettgau. I vini sono stati ottenuti da uve delle varietà di Vitis vinifera Cabernet Dorsa, Gamaret, Dornfelder, Acolon e di un incrocio interspecifico Sylvaner × Müller Thurgau × Chambourcin (Regent). Il profilo degli antociani dei vini delle varietà di Vitis vinifera studiate è risultato a netta prevalenza di molecole trisostituite all'anello laterale (soprattutto malvidina-3-glucoside e suoi derivati acilati). Il vino Regent si è rivelato ricco di antociani 3,5-diglucosidi (soprattutto della malvidina) che hanno superato in proporzione i monoglucosidi. Di rilevante interesse è risultato il profilo dei flavonoli per la presenza nei vini, appena dopo la fine della fermentazione alcolica, di quercetina aglicone, di solito assente nell'uva. I vini Acolon e Regent sono risultati i più ricchi di quercetina aglicone. L'origine della quercetina aglicone nei vini esaminati in questo lavoro è stata attribuita all'idrolisi che le forme glicosilate di questo flavonolo hanno subito, probabilmente per via enzimatica, già durante la macerazione fermentativa.
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Treccani, Gian Paolo. ""Voci di un'Italia bambina". Monumenti toponomastica e allestimenti celebrativi nella costruzione della cittŕ risorgimentale." STORIA URBANA, no. 132 (February 2012): 5–20. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132001.

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Abstract:
Sono numerosi gli studi dedicati ai processi di trasformazione delle cittŕ italiane, avvenuti dopo l'unitŕ del Paese. In particolare, si tratta di ricerche che hanno indagato gli aspetti quantitativi di tale fenomeno, che riguardano lo sviluppo territoriale dei centri abitati, la dotazione di nuove infrastrutture, quali strade, ferrovie, porti, ecc, o la realizzazione di grandi opere pubbliche con finalitŕ di carattere sociale. Meno numerosi sono invece gli studi dedicati alle trasformazioni dei centri abitati e dei territori prodotte da quel fenomeno che si definisce di "costruzione dell'identitŕ nazionale". Lo scritto delinea il contesto in cui prende forma tale progetto e inquadra i temi che ne costituiscono la concretizzazione. Si tratta, nello specifico, di individuare quella "geografia" (costituita da un numero infinito di monumenti commemorativi del Risorgimento, di luoghi simbolici, di targhe in ricordo di eventi insurrezionali, di lapidi con epigrafi dedicatorie, di toponomastiche e itinerari d'ispirazione patriottica, di restauri dei cosiddetti "monumenti nazionali") in cui prende forma tale progetto e di evidenziarne i caratteri specifici. Tale rappresentazione dell'identitŕ nazionale costituisce oggi un tratto imprescindibile del volto delle cittŕ italiane, e richiede politiche di tutela e valorizzazione.
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Drummond, C. S., H.-J. Xue, J. B. Yoder, and O. Pellmyr. "Host-associated divergence and incipient speciation in the yucca moth Prodoxus coloradensis (Lepidoptera: Prodoxidae) on three species of host plants." Heredity 105, no. 2 (December 16, 2009): 183–96. http://dx.doi.org/10.1038/hdy.2009.154.

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DELLE DONNE, Fulvio. "Un'inedita epistola sulla morte di Gugliemo de Luna, maestro presso loStudiumdi Napoli, e le traduzioni prodotte alla corte di Manfredi di Svevia." Recherches de Théologie et Philosophie Médiévales 74, no. 1 (September 30, 2007): 225–45. http://dx.doi.org/10.2143/rtpm.74.1.2022840.

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Garotti, Pier Luigi, Lavinia La Torre, Dorella Scarponi, and Andrea Pession. "Operatore e utente nel contesto sanitario. Quali competenze per una relazione efficace?" PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (September 2010): 89–102. http://dx.doi.org/10.3280/psd2010-001005.

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Abstract:
La maggior parte dei contributi che riguardano la relazione tra operatore sanitario e paziente ha reso evidente la necessitŕ di approfondire un aspetto importante della formazione dell'operatore, quello che riguarda l'acquisizione di abilitŕ a prestare attenzione alla "risonanza emotiva" suscitata dalla relazione con l'altro. A questo proposito č in corso una ricerca presso il reparto di Oncologia pediatrica dell'ospedale Sant'Orsola di Bologna che ha tra gli obiettivi quello di verificare il grado di coerenza, nel colloquio clinico tra medico e genitore del giovane paziente, della risposta emozionale non verbale del medico, con i segnali espressivo-emozionali prodotti dal genitore. I risultati confermano che la maggior parte dei segnali non verbali e delle espressioni prodotte dal medico hanno, soprattutto, funzione comunicativo- relazionale e non esprimono emozioni in sintonia con quelle espresse dal genitore. Tale aspetto si puň considerare indicativo di una relazione tra medico e interlocutore non sempre efficace. Riconoscere le emozioni permette di comprenderne il significato e di trarne informazioni su cosa accade all'altro e a se stessi; č un percorso personale di auto-conoscenza e di accrescimento delle proprie capacitŕ relazionali che rende possibile all'operatore di adattare le proprie competenze ai bisogni dell'altro. Lo sviluppo e l'acquisizione di specifiche e adeguate skills comunicative e relazionali possono diventare obiettivo primario di un'organizzazione sanitaria che ha come scopo l'alta qualitŕ del servizio.
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Bignamini, Angelo A. "Evidence-based medicine e linee guida di pratica clinica: soluzione o parte del problema?" Medicina e Morale 50, no. 2 (April 30, 2001): 225–49. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.719.

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Abstract:
La Evidence-based medicine (EBM) e le linee guida di pratica clinica sono oggi ampiamente utilizzate per prendere decisioni in campo sanitario. Sebbene abbiano il merito di sintetizzare efficacemente la vastissima massa di informazioni cliniche continuamente prodotte nel mondo moderno, e possano portare alla esclusione di procedure chiaramente inutili o dannose, non si possono trascurare i rischi di un loro impiego scorretto. Entrambe soffrono del difetto strutturale di essere limitate quanto a copertura, dato che oggetto di evidenza possono essere solo procedure in linea di principio non necessarie, e limitate in quanto ad applicabilità al caso individuale, dato che la previsione statistica su cui si fondano è applicabile a popolazioni e non a soggetti. Infine, la loro stessa origine può essere soggetta ad errori sistematici. EBM e linee guida possono essere un utile strumento di educazione di chi opera nella sanità e un efficace supporto alla programmazione dell’utilizzo delle risorse sanitarie disponibili. Non possono però prevaricare il diritto di ciascun malato alla migliore terapia disponibile, né il diritto-dovere di ciascun medico di applicare per ciascun paziente l’approccio terapeutico ritenuto più utile per il paziente stesso nelle sue specifiche condizioni. D’altra parte, l’aderenza del medico alle informazioni ricavate dalla EBM e alle raccomandazioni delle linee guida può al più costituire garanzia di evitare errori macroscopici, ma non di avere operato nel migliore interesse del paziente e in maniera appropriata sotto il profilo etico e deontologico.
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Kovic, Milos. "PARLAMENT UJEDINJENOG KRALjEVSTVA O BOSNI I HERCEGOVINI (1876)." Srpska politička misao 72, no. 2/2021 (September 27, 2021): 101–29. http://dx.doi.org/10.22182/spm.7222021.5.

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Abstract:
U članku se istražuju stavovi poslanika britanskog Parlamenta o srpskom ustanku u Bosni i Hercegovini, od njegovog izbijanja do preusmeravanja pažnje evropske diplomatije i britanske javnosti sa Hercegovine, Bosne, Srbije i Crne Gore ka Bugarskoj i Carigradu u leto i jesen 1876. godine. Pokazalo se da su gledišta britanskih konzervativaca i liberala bila međusobno sasvim različita u osnovnim pitanjima uzroka ustanka, ocene diplomatskih akcija britanske vlade i predloga rešenja za nastale sukobe. Konzervativci nisu bili sasvim jedinstveni, ali njihovi ključni predstavnici, predvođeni premijerom Bendžaminom Dizraelijem (Benjamin Disraeli), tvrdili su da su ustanak pokrenuli i vodili „strani uticaji”, pri čemu su optuživali Srbe iz Srbije i Crne Gore. Branili su politiku konzervativne vlade, a rešenje za sukobe videli su u očuvanju postojećeg stanja u Osmanskom carstvu i uvođenju opreznih i postepenih reformi, na osnovu pregovora između Turaka i ustanika. Liberali su, sa druge strane, bili jedinstveniji u uverenju da je glavne uzroke ustanka trebalo tražiti u turskoj strahovladi i nepravdama i da se saradnja pripadnika istog naroda nije mogla sprečiti ni zaustaviti. Podršku britanske vlade Osmanskom carstvu smatrali su moralno i praktično neodbranjivom. Kao rešenje za smirivanje sukoba predlagali su uvođenje autonomije u Bosni i Hercegovini, po ugledu na Srbiju ili Rumuniju. Na taj način bi lanac slobodnih država lokalnih naroda zamenio Osmansko carstvo, kao brana ruskom prodoru ka jugu. Austrijska okupacija Bosne i Hercegovine, u raspravama iz 1876, gotovo da nije pominjana.
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Pieralli, S., G. Scotti, E. Bianchini, F. Simionato, and A. Mazza. "Utilità clinica della RM nello studio della regione sellare." Rivista di Neuroradiologia 4, no. 3_suppl (December 1991): 89–99. http://dx.doi.org/10.1177/19714009910040s318.

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Abstract:
Lo studio RM della regione sellare si avvale di una tecnica ormai standardizzata; le sequenze abitualmente realizzate sono Spin-Echo ponderate in T1 (SE T1W) (TR = 550, TE = 20, 4 acquisizioni), Field of view (FOV) <20 cm, matrice 256, secondo piani coronali e sagittali, con sezioni di 3 mm di spessore. Sezioni di spessore sottile, con alta matrice e FOV ridotto, dotate di buon rapporto segnale rumore potevano essere prodotte fino a poco tempo fa solo da apparecchi ad alto campo magnetico, ma attualmente anche dai più recenti apparecchi 0,5 T. Le sequenze Densità Protonica e T2W sono generalmente limitate allo studio di lesioni ad estensione extrasellare. I mezzi di contrasto paramagnetici vengono utilizzati sempre più frequentemente come completamento della indagine allo scopo di aumentare la sensibilità nei confronti di patologie di piccole dimensioni, introdurre ulteriori elementi di specificità e permettere una miglior delimitazione delle lesioni rispetto alle strutture viciniori. Sequenze Gradient Echo 3D, con acquisizione volumetrica, appaiono secondo i primi risultati molto promettenti 18in quanto permettono di ottenere sezioni di spessore fino ad 1 mm, ralmente contigue e senza effetti di interferenza o di volume parziale tra fette adiacenti, con possibilità di ricostruire successivamente immagini secondo piani diversi dalla orientazione originaria. In sintesi è stato possibile ottenere una buona risoluzione spaziale, necessaria per lo studio della sella e del suo contenuto, in una metodica caratterizzata da alta risoluzione di contrasto, dalla multiplanarità e dalla assenza di artefatti da osso e da amalgami dentari oltre che di radiazioni ionizzanti. Per queste ragioni la RM è attualmente l'esame di prima scelta nello studio delle patologie della regione sellare.
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KRISTOL, ANDRES MAX. "« Que dea! Mettes le chapron, paillard, com tu parles a prodome! » La representation de l’oralité dans les Manières de langage du XIVe/XVe siècle." Romanistisches Jahrbuch 43, no. 1 (December 31, 1992): 35–64. http://dx.doi.org/10.1515/9783110244991.35.

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Refolo, Pietro, Vincenzo L. Pascali, and Antonio G. Spagnolo. "Editing genetico: nuova questione bioetica? / Gene editing: a new issue for Bioethics?" Medicina e Morale 66, no. 3 (July 3, 2017): 291–304. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.493.

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Abstract:
Modificazioni controllate nel genoma sono possibili, tramite svariate tecniche, sin dagli anni ’70. Nucleasi a dito di zinco, nucleasi TALE, ma soprattutto CRISPR-Cas9 sono tecniche di editing genetico che hanno reso più semplice effettuarle. Il sistema CRISPR-Cas9, in particolare, si sta dimostrando estremamente vantaggioso in termini di accessibilità, efficienza e versatilità. Gli obiettivi del presente contributo consistono nel: 1. ricostruire i “fatti” salienti che hanno determinato l’emergere del topic dell’“editing genetico”; 2. provare a dar risposta a un primo fondamentale interrogativo circa l’originalità dei dilemmi etici da esso sollevato con particolare riferimento al CRISPR-Cas9. La conclusione è che, allo stato attuale, l’impiego di queste nuove tecniche non solleva questioni etiche nuove. L’unica eccezione sembrerebbe essere data dal particolare tipo di mutazioni indotte da queste tecniche, indistinguibili a lungo termine da quelle prodotte dalla natura, fatto che sta già determinando qualche difficoltà nella classificazione degli OGM ottenuti tramite queste tecniche. ---------- Controlled genome mutations are made possible through several techniques since the ’70s. Zinc finger nucleases, TALE nucleases and above all CRISPR-Cas9 system are “gene editing” techniques which have made mutations easier. Particularly, CRISPR-Cas9 system seems to be extremely profitable in terms of accessibility, efficiency and versatility. The aims of the present article are: 1. to reconstruct the main “facts” about the birth of the topic on “gene editing”; to seek to answer a first question about the novelty of issues raised by this topic. Our conclusion is that, from an ethical point of view, using these techniques does not raise new ethical questions. Perhaps, the only exception refers to the specific mutations produced through these techniques which cannot be distinguished from natural mutations and makes GMO classification more difficult.
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Bozzato, Gianni. "Quando inizia ad esistere l’individuo umano?" Medicina e Morale 48, no. 1 (February 28, 1999): 77–93. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.811.

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Abstract:
Nel saggio sono posti in rilievo i seguenti principali aspetti di ordine biologico che contrastano con le argomentazioni sostenute da N. M. Ford nel suo libro When did I begin? 1) Nel cosiddetto pre-embrione, le cellule non sono totipotenti. (Ossia, non sono in grado di esprimere la totipotenza residua nucleare e cioè produrre altrettanti pre-embrioni. Nel presente articolo l’analisi della questione riguardante la totipotenza del pre-embrione, delle sue cellule o del loro nucleo viene soltanto appena accennata). La possibilità che il pre-embrione (individuo originario) dia origine a più gemelli monozigoti c. d. “identici” non è la conseguenza della totipotenza delle cellule, ma del loro distacco fisico dal pre-embrione, oppure della loro semplice “separazione/isolamento” dal suo schema di organizzazione dell’espressione genica del DNA (schema di OEG-DNA). 2) Le cellule del pre-embrione, inoltre, sono “identiche e indiscernibili” soltanto dal punto di vista genetico (genotipico), ma non da quello biologico (fenotipico). Anche dal punto di vista biologico (v. schema di OEG-DNA) il pre-embrione non è un semplice aggregato di cellule individuali, ma è una unità integrata e cioè un sistema individuale di cellule che possiede già una sua identità biologica, dunque ontologica. 3) Durante lo sviluppo, le cosiddette fasi (o stadi) e le forme anatomiche dell’embrione sono sempre precedute e prodotte da forme temporali (schemi di processi biochimici). Pertanto, sempre dal punto di vista dell’identità biologica (e ontologica), lo zigote (o il pre-embrione), anche nel caso di successiva gemellazione, è già un individuo umano in sviluppo (in atto) molto tempo prima che “appaia” - all’osservatore - un indizio “visibile” della sua forma anatomica individuale; dunque, ancor prima della “comparsa” della stria primitiva. 4) Proprio per il fatto che l’identità biologica dell’individuo umano non corrisponde alla sua identità genetica (ovvero il genotipo non è il fenotipo), i gemelli c. d. “identici” non sono mai veramente identici tra loro; essi sono sempre diversi fin dall’inizio del loro sviluppo, il quale avviene per biforcazione (una rottura di simmetria) dello schema di OEG-DNA dell’individuo pre-embrione originario. Lo studio della conformazione delle loro membrane fetali ci consente, infatti, di dedurre e di affermare che essi sono già in formazione (in atto) molto tempo prima della comparsa della stria primitiva e, in quanto biologicamente diversi, che sono già distinti; dunque, potenzialmente discernibili.
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HENZ, Alexandre De Oliveira, André RODRIGUES, Angela Aparecida CAPOZZOLO, Harete Vianna MORENO, Rafaela Camargo BALDO, and Sidnei José CASETTO. "Pactos do sensível." INTERRITÓRIOS 5, no. 9 (December 9, 2019): 140. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v5i9.243606.

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Abstract:
RESUMOEste artigo apresenta experiências sensíveis relacionadas com o Laboratório de Sensibilidades da UNIFESP, com a formação e o trabalho em saúde. A partir de narrativas, produzidas pelos integrantes do GELS (grupo de estudos do Laboratório de Sensibilidades), foi possível desdobrar experiências e apostas que constituem dispositivos de formação, nem sempre com objetivos determinados. Algumas experiências passam tempos em um período de incubação e depois se transformam, ganham outros sentidos. Há graus e variações de pactuação, há acordos maiores, explícitos, e eles envolvem pequenas pactuações, invisíveis, sutis, mais próximas das alianças episódicas, pactos delicados que vão deslizando a sensibilidade. Este texto dá expressão a uma série de marcas que insistem em nós, tratando-se ele também de um experiência de sondagem. Laboratório de Sensibilidades.Pactos delicados. Trabalho em saúde. Dispositivos de Formação.Sensibility pacts ABSTRACTThis article presents sensitive experiences related to the sensitivities laboratory of UNIFESP, also related to training and work in health. Based on narratives produced by members of GELS (sensitivities laboratory study group) it was possible to unfold experiences and investments that constitute training measures, not always with specific goals. Some experiences spend some time in incubation period and then are transformed, gaining new meaning. There are levels and variations of agreements, there are greater and explicit understandings, and they involve small agreements that are invisible, subtle, closer to episodic alliances, delicate pacts that slide the sensitivity. This text gives expression to several marks which insist on us, also meaning a survey experience.Sensitivities laboratory. Delicate pacts. Work in health. Training measures.Alleanze sensibiliRIASSUNTO Questo articolo presenta esperienze sensibili relative al laboratorio di sensibilità UNIFESP, all'educazione sanitaria e al lavoro. Dalle narrazioni prodotte dai membri del gruppo di studio GELS (Sensitivity Laboratory), è stato possibile dispiegare esperienze e scommesse che costituiscono dispositivi di allenamento, non sempre con obiettivi specifici. Alcune esperienze trascorrono del tempo in un periodo di incubazione e poi si trasformano in altri significati. Ci sono gradi e variazioni di alleanza, ci sono accordi più ampi ed espliciti e coinvolgono piccole, invisibili, sottili alleanze, più vicine alle alleanze episodiche, patti delicati che fanno scivolare la sensibilità. Questo testo esprime una serie di segni che insistono su di noi ed è anche un'esperienza di sondaggio. Laboratorio di sensibilità. Patti delicati. Lavoro in salute. Dispositivi di adestramentoPacto de lo sensibleRESUMENEste artículo presenta experiencias sensibles relacionadas con el Laboratorio de Sensibilidad de UNIFESP, con la formación y el trabajo en salud. A partir de las narrativas producidas por los miembros del GELS (Grupo de Estudio del Laboratorio de Sensibilidad), fue posible desarrollar experiencias y apuestas que constituyen dispositivos de formación, ni siempre con objetivos específicos. Algunas experiencias pasan tiempo en un período de incubación y luego se transforman en otros significados. Hay grados y variaciones de pacto, hay acuerdos más grandes y explícitos, e involucran pactos pequeños, invisibles y sutiles, más cercanos a alianzas episódicas, pactos delicados que deslizan la sensibilidad. Este texto expresa una serie de marcas que insisten en nosotros, y también es una experiencia de sondeo.Laboratorio de Sensibilidad. Pactos Delicados. Trabajo en Salud. Dispositivos de Formación.
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Gustin, Marco, Mattia Brambilla, and Claudio Celada. "Stato di conservazione e valore di riferimento favorevole per le popolazioni di uccelli nidificanti in Italia." Rivista Italiana di Ornitologia 86, no. 2 (December 21, 2016): 3. http://dx.doi.org/10.4081/rio.2016.332.

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Abstract:
<p>Le linee guida comunitarie per monitorare lo stato di conservazione delle specie e degli habitat richiedono che gli Stati membri forniscano un’indicazione del “<em>Favourable</em> <em>Reference</em> <em>Value</em>” (FRV), o “Valore di Riferimento Favorevole”. Il FRV rappresenta un obiettivo di conservazione a lungo termine, tale da rappresentare una situazione indubbiamente favorevole per una data specie, in grado di garantirle ottime possibilità di persistenza nel lungo periodo. La disponibilità di FRV consente una valutazione più oggettiva e trasparente dello stato di conservazione di una specie. Il presente lavoro ha valutato lo stato di conservazione delle specie ornitiche nidificanti in Italia, sviluppando un metodo basato sui requisiti delle direttive comunitarie che integra al suo interno la definizione dei valori di riferimento. Attualmente, è stato proposto un metodo per la definizione dei FRV per popolazione, range e habitat per ciascuna specie, ma è stato possibile procedere ad una identificazione su base quantitativa del solo FRV relativo alla popolazione per le specie di uccelli regolarmente nidificanti in Italia e non attualmente in fase di espansione demografica in seguito a recente colonizzazione (ultimi 30 anni). L’approccio sviluppato per definire il FRV di popolazione ha previsto l’utilizzo di tecniche di <em>Population Viability Analysis</em> o, in alternativa, valutazioni basate sulla densità riproduttiva, secondo le caratteristiche di abbondanza e distribuzione delle specie nidificanti (popolazioni maggiori o minori di 2500 coppie, coloniali o non). Sono state prese in considerazione 250 specie nidificanti in Italia, di cui 88 (che comprendono due sottospecie) incluse nell’Allegato I della Direttiva Uccelli (147/2009CE). Complessivamente, per 46 popolazioni appartenenti a 20 specie inserite nell’Allegato I e per 10 popolazioni di 6 specie non incluse, è stato possibile calcolare un valore di FRV attraverso tecniche di PVA. Per 15 specie inserite nell’Allegato e per 92 specie non inserite è stato formulato un FRV in termini di densità riproduttiva a una o due scale spaziali; per le specie con popolazioni superiori a 2500 coppie esigenze spaziali elevate (territori o <em>home ranges</em> di decine di ettari o più) non è stato formulato il FRV a scala locale. Per valutare lo stato di conservazione è stato utilizzato un adattamento della classificazione a “semaforo” proposta dalla Commissione Europea per la Direttiva Habitat, attribuendo a ciascuna delle tre voci considerate (popolazione, range e habitat), un giudizio sintetico: <br />- favorevole: semaforo VERDE. Tutti favorevoli oppure due favorevoli ed uno sconosciuto;<br />- inadeguato: semaforo GIALLO. Uno o più inadeguato/i ma nessuno cattivo; <br />- cattivo: semaforo ROSSO. Uno o più cattivo/i; <br />- sconosciuto semaforo BIANCO. Tre sconosciuti oppure due sconosciuti ed un favorevole.</p><p>Prima di poter attribuire il giudizio a ciascuna voce, è necessario verificare se vi sono fattori che possono portare almeno uno dei tre valori di riferimento favorevole a non essere raggiunto, mantenuto o raggiungibile nel futuro prossimo (<em>warning</em> <em>lights</em>). Complessivamente, 42 specie incluse nell’Allegato I della Direttiva Uccelli hanno stato di conservazione cattivo, 39 inadeguato, 6 favorevole e 1 sconosciuto; tra le specie non inserite, 35 hanno stato di conservazione cattivo, 44 inadeguato, 67 favorevole e 16 sconosciuto Per alcune specie è stato possibile valutare lo stato di conservazione per singole bioregioni e sono state prodotte classificazioni “a semaforo” per ciascuna bioregione ospitante la specie in oggetto. Per essere in stato di conservazione favorevole, una specie non deve essere semplicemente al riparo dal rischio di estinzione, ma deve avere un ruolo “significativo” nel proprio habitat di riferimento, rinvenendosi con frequenze e densità soddisfacenti e ricoprendo le funzioni ecologiche che le sono proprie. Le forti pressioni cui molte specie e popolazioni sono sottoposte (cambiamenti climatici, continuo degrado ambientale, variazioni ad ampia scala nella dinamica di popolazione), rendono necessario valutare accuratamente le minacce e pressioni cui la specie/popolazione sono soggette o potranno esserlo nel prossimo futuro, anche in caso di popolazioni superiori al FRV. Risulta, infine, evidente come i FRV dovranno essere sottoposti a periodica rivalutazione e aggiornamento, sulla base soprattutto dei nuovi dati che ogni sei anni vengono forniti dal Reporting sull’applicazione della Direttiva Uccelli.</p>
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Ruppelt, Hans-Jürgen. "Competition Law and its Application in Germany." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 117–24. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345054.

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Abstract:
Abstract L’economia tedesca è sempre stata caratterizzata da una struttura molto concentrata, in cui le imprese facevano frequente ricorso ai cartelli. Alia fine dell’ultima guerra, gli alleati (ed in particolare gli Stati Uniti) hanno insistito perché la concentrazione fosse ridotta ed i cartelli fossero eliminati, introducendo cosi la libera concorrenza nell’economia.La legge ha introdotto un generale divieto di cartellizzazione, con alcune esenzioni legali che consentono specifiche intese.L’applicazione della legge attraverso un organismo indipendente, l’Ufficio Federale dei Cartelli, si è basata esclusivamente sugli aspetti concorrenziali, con esclusione quindi degli aspetti di «interesse pubblico». L’unica eccezione è costituita dal potere di autorizzazione di cartelli e concentrazioni da parte del Ministro, che tuttavia vi ha fatto ricorso molto raramente.Nell’ambito di applicazione della legge sono rientrate non soltanto le attività dirette a limitare la concorrenza da parte dei privati, ma anche le distorsioni del mercato prodotte da interventi pubblici, come regolamentazione, sussidi e protezionismo. Negli anni più recenti, in particolare, la politica della concorrenza si è ispirata all’idea di modificare l’equilibrio tra settore privato e settore pubblico, riducendo quest’ultimo mediante deregolamentazione e privatizzazione.La legge tedesca riguarda essenzialmente quattro gruppi di limitazioni della concorrenza: accordi orizzontali, restrizioni verticali, abuso del potere di mercato e concentrazioni.Gli accordi orizzontali sono proibiti e, di conseguenza, nulli. Coloro che vi abbiano preso parte sono passibili di una multa che può giungere fino ad un ammontare pari a tre volte il valore degli utili così conseguiti. Si tratta, peraltro, di un criterio di difficile applicazione, essendo molto ardua la determinazione dell’incremento di utili ottenuto con un accordo.Una lacuna del sistema era costituita dal fatto di escludere alcune forme di collusione che a stretto rigore non rientravano nella categoria degli «accordi». È stato necessario emendare la legge, includendovi esplicitamente le «azioni concertate».Un secondo problema riguarda l’inclusione o meno nel concetto di «restrizione della concorrenza” dell’obbligo per le parti dell’accordo di mettere in atto comportamenti contrari alla concorrenza. Secondo l’interpretazione degli organi giudiziari tale obbligo si deve presumere.Per quanto riguarda le deroghe, l’Ufficio Federale dei Cartelli tende ad essere alquanto rigido.Per gli «accordi verticali», la legge tedesca, in contrasto con l’art. 85 del Trattato CEE e con la legge italiana, introduce specifiche regole. Essi sono, in genere, legali, con la sola eccezione degli accordi per la determinazione del prezzo, che sono proibiti di per sé, a meno che non riguardino il settore dell’editoria.Gli interventi per accordi verticali sono stati poco frequenti e, a quanto sembra, nella maggior parte dei casi tali accordi non dovrebbero essere stati influenzati dalla legislazione sulla concorrenza.Per quanto riguarda l’abuso di potere di mercato, il vecchio adagio statunitense vale anche per la Germania: le dimensioni non danno luogo, di per sé, ad un pericolo. Analogamente, una posizione dominante, come tale, non può essere ritenuta dannosa, anche se è ampiamente diffusa l’opinione secondo cui non debba essere consentito l’abuso di posizione dominante.Sotto il profilo applicativo, peraltro, bisogna identificare due fondamentali presupposti: una «posizione dominante” e un «comportamento abusivo».Il controllo del comportamento abusivo persegue, sia in Germania che in Italia, due obiettivi: impedire alle imprese dominanti di stabilire prezzi troppo elevati, realizzando profitti monopolistici (abuso di prezzi), e proteggere la libertà di competere delle altre imprese (pratiche restrittive).Per quanto riguarda l’abuso di prezzi, l’esperienza tedesca non è stata molto incoraggiante, soprattutto per la ben nota difficoltà nella definizione del «giusto prezzo».Hanno avuto maggiore successo, invece, i procedimenti nei riguardi di pratiche restrittive. Anche in questo caso non e facile applicare la normativa concorrenziale, specie per quanto riguarda i casi «marginali», come i casi di collegamenti tra imprese che non sembrano evidenziare comportamenti anti-competitivi.L’introduzione della regolamentazione delle concentrazioni è avvenuta in Germania soprattutto per le difficoltà nel perseguire gli abusi di posizione dominante. Diversamente dalla legge italiana, il sistema tedesco non prevede un minimo fatturato nazionale, ma fa riferimento al valore del fatturato nel suo complesso, dovunque sia stato conseguito.Notevoli difficoltà potranno derivare dalla definizione del concetto di «controllo». Dal punto di vista pratico sembra conveniente combinare le caratteristiche di flessibilità e certezza giuridica con una definizione generale che specifichi il maggior numero possibile di fattispecie.Le caratteristiche più significative dell’attività di controllo delle concentrazioni svolta in Germania sono l’effetto sospensivo della notificazione che precede la concentrazione e un criterio strettamente concorrenziale. L’esperienza dimostra che è molto difficile far venir meno una concentrazione, una volta che sia stata effettuata. Per questo motivo si richiede che le concentrazioni che eccedono una determinata soglia siano comunicate in anticipo.Sebbene l’Ufficio Federale dei Cartelli abbia a disposizione quattro mesi per completare la sua investigazione, circa i tre quarti delle procedure sono completate entro quattro settimane.Vi è una netta distinzione di compiti tra l’Ufficio Federale dei Cartelli e il Ministro dell’Economia. Il primo si occupa degli aspetti strettamente inerenti alla concorrenza, senza tener conto degli altri benefici che possono derivare dalla concentrazione. Il Ministro, invece, per considerazioni d’interesse pubblico, può autorizzare una concentrazione che l’Ufficio Federale dei Cartelli aveva bloccato. Sino ad ora (dal 1973) soltanto sei autorizzazioni sono state concesse dal Ministro e non sembra che esse abbiano dato luogo ai risultati positivi che erano attesi.
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Harhoff, Frederik. "Securing criminal evidence in armed conflicts abroad." Military Law and the Law of War Review 58, no. 1 (November 25, 2020): 2–30. http://dx.doi.org/10.4337/mllwr.2020.01.01.

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Abstract:
This article concerns an issue that has become increasingly relevant for international coalition forces participating in joint military operations abroad, viz. the duty to collect, document, record and secure evidence of serious violations of international humanitarian law (IHL) and international human rights committed in armed conflicts. The point, simple as it seems, is that respect for justice and international humanitarian law requires that perpetrators of war crimes etc. be brought to justice. Yet prosecution and trial of these crimes cannot succeed without material proof and information that meet the standards for admission into evidence in criminal trials. However, judicial experience from international criminal trials suggests that much of the evidence produced in Court fails to meet this standard – and is therefore dismissed. The article highlights the need to secure evidence of these crimes and proposes five simple basic recommendations for military personnel who come across evidence of serious violations of international humanitarian law in armed conflicts: (1) be familiar with the elements of genocide, crimes against humanity, war crimes and aggression; (2) know the rules of the game regarding collection of evidence, including the duty to respect local norms and authorities and to follow any international rules or agreements, and the duty to comply with obligations to seek authorization for investigation from domestic authorities; (3) be careful in your registration and handling of evidence material; (4) be careful not to hurt yourself or others when you search for evidence; and (5) stay critical and impartial to all material and information you receive from others. Cet article aborde un problème que les forces armées des coalitions internationales rencontrent de plus en plus souvent lorsqu’elles participent à des opérations militaires conjointes à l’étranger: l’obligation de rassembler, de documenter, d’enregistrer et de garantir des preuves de violations graves du droit international humanitaire et des droits de l’homme lors de conflits armés. Aussi simple qu’il paraisse, le principe est le suivant: le respect de la justice et du droit international humanitaire implique que les auteurs de crimes de guerre et autres soient traduits en justice. Toutefois, les poursuites judiciaires et le procès qui s’ensuit ne peuvent aboutir sans preuves matérielles et informations qui répondent aux normes d’admission de la preuve dans les procès au pénal. L’expérience judiciaire de ces procès internationaux suggère néanmoins que bon nombre des preuves présentées au tribunal ne répondent pas à ces normes et sont dès lors rejetées. L’auteur insiste sur le besoin de fournir des preuves de ces crimes et propose cinq recommandations de base pour le personnel militaire qui aurait des preuves de violations graves du droit international humanitaire dans les conflits armés: (1) informez-vous sur les différents éléments qui composent le génocide, les crimes contre l’humanité, les crimes de guerre et les agressions; (2) connaissez les règles relatives au rassemblement de preuves, y compris le devoir de respecter les normes et autorités locales, de suivre les règles et accords internationaux, et de se conformer à l’obligation d’obtenir une autoris­ation des autorités nationales pour mener une enquête; (3) soyez prudents lorsque vous enregistrez et utilisez des éléments de preuve; (4) veillez à ne pas causer de tort aux autres ni à vous-même lorsque vous cherchez des preuves; et (5) restez critique et impartial lorsque vous recevez des informations d’autres personnes. Dit artikel bespreekt een kwestie die van toenemend belang is voor internationale coalitietroepen die deelnemen aan gezamenlijke militaire operaties in het buitenland, nl. de plicht om bewijs van ernstige schendingen van het internationaal humanitair recht (IHR) en van de mensenrechten in gewapende conflicten te verzamelen, te staven, vast te leggen en veilig te stellen. Het punt, hoe eenvoudig ook, is dat het respect voor de rechtspleging en het internationaal humanitair recht vereist dat de daders van oorlogsmisdaden enz. voor het gerecht worden gebracht. Toch kunnen deze misdaden niet succesvol vervolgd en berecht worden zonder materieel bewijs en informatie die voldoen aan de normen om als bewijs in strafprocessen te worden toegelaten. De ervaring uit internationale strafprocessen leert echter dat veel van het bewijsmateriaal dat in de rechtbank wordt aangedragen, niet aan deze norm voldoet – en daarom wordt verworpen. Het artikel benadrukt de noodzaak om het bewijs van deze misdaden veilig te stellen en stelt vijf eenvoudige basisaanbevelingen voor aan militairen die in gewapende conflicten bewijzen van ernstige schendingen van het internationaal humanitair recht aantreffen: (1) wees op de hoogte van de elementen van genocide, misdaden tegen de menselijkheid, oorlogsmisdaden en agressie; (2) ken de regels van het spel met betrekking tot het verzamelen van bewijs, met inbegrip van de plicht om de lokale normen en autoriteiten te respecteren en om alle internationale regels of overeenkomsten te volgen, evenals de plicht om te voldoen aan de verplichting dat aan binnenlandse autoriteiten toestemming moet worden gevraagd om een onderzoek in te stellen; (3) let op bij het registreren en behandelen van bewijsmateriaal; (4) zorg ervoor dat je jezelf of anderen geen schade berokkent wanneer je naar bewijs zoekt; en (5) blijf kritisch en onpartijdig ten opzichte van al het materiaal en de informatie die je van anderen ontvangt. El artículo aborda un problema que con el tiempo ha adquirido una importancia relevante para las fuerzas en coalición que participan en operaciones conjuntas en el exterior, tal cual es el deber de recoger, documentar, registrar y asegurar las pruebas de crímenes graves contra el Derecho Internacional Humanitario (DIH) y contra los derechos humanos cometidos en los conflictos armados. El asunto, tan simple como parece, es que el respeto por la justicia y el Derecho Internacional Humanitario exige que en definitiva los perpetradores de crímenes de guerra sean llevados ante la justicia. Sin embargo, la acusación y el enjuiciamiento de estos crímenes no pueden prosperar sin una prueba material e información que reúna los requisitos necesarios para ser admitida como prueba de cargo en juicios penales. Al hilo de esto, la experiencia judicial en procedimientos penales internacionales demuestra que muchas de estas pruebas presentadas ante un tribunal no cumplen con estos estándares y, por consiguiente, son rechazadas. El artículo resalta la necesidad de asegurar la prueba de estos crímenes y propone cinco recomendaciones básicas para el personal militar que deba requisar estas pruebas relativas a crímenes graves contra el Derecho Internacional Humanitario en conflictos armados: (1) Familiarizarse con los elementos constitutivos del crimen de genocidio, crímenes contra la humanidad, crímenes de guerra y crimen de agresión; (2) Conocer las reglas del juego relativas a la recogida de pruebas, incluido el deber de respetar las normas y a las autoridades locales y cualquier otra regla o acuerdo internacional, y el deber de cumplir con la obligación de solicitar autorización a las autoridades locales para llevar a cabo investigaciones; (3) Ser diligente en el registro y manejo de las pruebas materiales; (4) Tener cuidado de no dañarse o dañar a otros en la búsqueda de las pruebas; y (5) tener una actitud crítica e imparcial ante las pruebas e información que se reciba de otros. Questo articolo tratta di una questione che è diventata sempre più rilevante per le forze di coalizione internazionali che partecipano ad operazioni militari congiunte all’estero, vale a dire il dovere di raccogliere, documentare, registrare e mettere al sicuro le prove di gravi violazioni al diritto internazionale umanitario (IHL) e dei diritti umani commesse nei conflitti armati. Il punto, semplice come appare, è che il rispetto della giustizia e del diritto internazionale umanitario richiedono che gli autori di crimini di guerra etc. siano assicurati alla giustizia. Però l’azione penale e il processo per tali crimini non possono avere successo senza prove materiali e informazioni che soddisfino gli standard per l’ammissione come prova nei processi penali. Tuttavia, l’esperienza giudiziaria dei tribunali penali internazionali suggerisce che molte delle prove prodotte nei tribunali non soddisfano questi standard e perciò vengono respinte. Questo articolo evidenzia la necessità di garantire prove di questi crimini e propone cinque semplice raccomandazioni di base per il personale militare che si imbatte in prove di serie violazioni al diritto internazionale umanitario nei conflitti armati: (1) Conoscere gli elementi del genocidio, dei crimini contro l’umanità, dei crimini di guerra e dell’aggressione; (2) Conoscere le regole del gioco riguardo la raccolta delle prove, compreso il dovere di rispettare le norme e autorità locali e di seguire qualsiasi regola o accordo internazionale, e il dovere di rispettare gli obblighi di chiedere l’autorizzazione alle indagini alle autorità nazionali; (3) Fare attenzione nella registrazione e gestione del materiale probatorio; (4) Fare attenzione a non fare del male a se stessi od altri nella ricerca delle prove; e (5) Rimanere critici ed imparziali nei confronti di tutto il materiale e delle informazioni ricevute da altri. Dieser Artikel behandelt eine Angelegenheit, die für die Streitkräfte internationaler Koalitionen, die sich an gemeinsamen Militäreinsätzen im Ausland beteiligen, an Relevanz gewinnt, nämlich die Pflicht, Beweismittel schwerer Verletzungen des internationalen humanitären Rechts und internationaler Menschenrechte in bewaffneten Konflikten zu sammeln, zu dokumentieren, aufzuzeichnen und sicherzustellen. Der Kernpunkt, so einfach dieser scheinen mag, besteht darin, dass Respekt vor der Justiz und dem internationalen humanitären Recht erfordert, dass Täter von Kriegsverbrechen, usw. vor Gericht gebracht werden sollen. Dennoch können die Verfolgung und Ahndung dieser Verbrechen ohne materiellen Beweis und Informationen, die den Standards zur Zulassung als Beweismittel in Strafprozessen gerecht werden, nicht gelingen. Die gerichtliche Erfahrung internationaler Strafprozesse weist allerdings darauf hin, dass manche der dem Gericht unter­breiteten Beweise diesen Standards nicht gerecht werden, und somit abgewiesen werden. Der Autor unterstreicht, dass es notwendig ist, Beweise für diese Verbrechen sicher­zustellen, und schlägt fünf einfache Grundempfehlungen für Militärangehörige vor, die auf Beweise schwerer Verletzungen des internationalen humanitären Rechts in bewaffneten Konflikten stoßen: (1) Sorgen Sie dafür, dass Sie die Elemente des Genozids, der Verbrechen gegen die Menschlichkeit, Kriegsverbrechen und Aggressionen kennen; (2) seien Sie mit den Spielregeln hinsichtlich der Sammlung von Beweisen vertraut, und dies einschließlich der Pflicht, örtliche Normen und Autoritäten zu respektieren, irgendwelche internationale Regeln oder Abkommen zu befolgen und die Verpflichtungen zu erfüllen, um die Genehmigung zur Durchführung von Ermittlungen von den Behörden des betreffenden Landes einzuholen; (3) seien Sie vorsichtig bei Ihrer Erfassung von bzw. Ihrem Umgang mit Beweismaterial; (4) sorgen Sie dafür, dass Sie sich selbst oder anderen keinen Schaden zufügen, wenn Sie nach Beweisen suchen; und (5) bleiben Sie kritisch und unvoreingenommen in Bezug auf all das Material und alle Informationen, die Sie von anderen erhalten.
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"Todepurazione E impieghi delle biomasse prodotte." Water Research 19, no. 2 (January 1985): 271. http://dx.doi.org/10.1016/0043-1354(85)90213-1.

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Bošnjak, Blanka. "PRODORNE IN PREROŠKE MISLI 16. STOLETJA: ob petstoletnici Trubarjevega rojstva." Slavia Centralis, January 1, 2008. http://dx.doi.org/10.17161/scn.1808.7256.

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