Academic literature on the topic 'Prodotti alimentari'

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Journal articles on the topic "Prodotti alimentari"

1

Ragionieri, Maria Pia. "L'igiene dei prodotti alimentari nella disciplina europea." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (April 2009): 119–28. http://dx.doi.org/10.3280/aim2008-001008.

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Abstract:
- As regards the subject of food product hygiene European Community legislation disciplines hygiene food requirements by means of three regulations passed in 2004, the first Regulation n.852/2004 regards general information, the second n. 853/2004 deals with food of an animal origin, the third n. 854/2004 concerns the organisation of official controls on products of animal origin destined for human consumption. Our attention is focused on the first regulation, due to the fact that, by its application to food products of a vegetable origin, it especially affects Egypt as regards fruit and vegetable exportation to Europe. Egypt is a country which is taken into consideration so as to face the matter of the commercialisation of farm produce towards Europe in view of the establishment of a free trade area within the Mediterranean. The field of application of regulation n. 852/2004 includes primary production as of its definition given in Art. 3 of Regulation n. 178/2002. In Enclosure I it is specified that within the primary production environment, primary products may be transported, stored and handled on the condition that these procedures do not alter their aspects. At this point, the assessment arises as regards the ascribability of certain operations to the three hypotheses and according to the abovementioned condition. Both during primary production phases and throughout subsequent activities, in order to apply community legislation, it is sufficient to carry out one of the phases of the foreseen activities in order to be considered pursuant to Art. 3, n. 2, Regulation n. 178/02. Within the food business the control functions are carried out by the food sector operator. Hygiene rules must be both respected and applied to the entire food chain but also in a different way as regards the primary activities with respects to those carried out subsequently. As regards Third-Party countries, it is accepted that products may be obtained by means of equivalent hygienic rules and however dispensations from community standards are not permitted. As follows you will find a summary of the normative references on the subject of hygiene. Key words: hygiene European Community legislation, primary production, Third- Party countries.
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2

Babuscio, Teresa. "I controlli sulla circolazione dei prodotti alimentari." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (April 2009): 129–36. http://dx.doi.org/10.3280/aim2008-001009.

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Abstract:
- Food controls are a key issue within the European food safety arena. Since 2002 the legislator is constantly improving the control system in order to better achieve the high safety principles contained in the European regulation n.178 and the network set up in it. Thus, the regulation n. 882/2004 is specifically dedicated to food safety controls: it is the main piece of legislation concerning this aspect as it has been adopted by the co-decisions procedure which involves the European Parliament and the Council. Despite that, it left some "white" spaces to be filled by the implementing measures adopted within the so called comitology procedure in which it is the Commission to act as a co-regulator. The latter is currently implementing art. 15.5. of the regulation n. 882/2004 to set up a system of increased controls for food and feed. Key words: food safety; control system; regulation n. 882/2004.
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Tavoletti, Ernesto. "Un'alternativa alla retorica della dimensione aziendale e degli IDE: sistemi agro-alimentari sostenibili di PMI ed internazionalizzazione endogena per mezzo delle indicazioni geografiche." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 2 (January 2021): 27–42. http://dx.doi.org/10.3280/aim2018-002003.

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Abstract:
Le indicazioni geografiche (IG) fanno riferimento a prodotti con speciali caratteristiche, qualità o reputazione riconducibili all'origine geografica, e sono proprietà intellettuali. Sono, quindi, per loro natura uno strumento di marketing e di tutela della denominazione, ed hanno il potenziale per innescare un circolo virtuoso di sviluppo economico locale endogeno, coinvolgendo tutti gli stakeholder territoriali. Offrono un'alternativa alla retorica della dimensione aziendale e degli investimenti diretti esteri. La sostenibilità economica è una pregiudiziale a tutto questo e il multiple case study Fao di Vandecandelaere et al. (2018) aggiunge un modello ed una generalizzazione analitica alle meta-analisi quantitative esistenti, che già evidenziano il contributo positivo delle IG alla sicurezza alimentare, ai prezzi, ai redditi dei produttori e alle quantità prodotte. La raccomandazione di policy principale è quella di promuovere le IG a livello globale perché, lungi dall'essere strumenti protezionistici, favoriscono lo sviluppo di sistemi di produzione alimentari endogeni, sostenibili e resilienti, capaci di contribuire allo sviluppo economico ed imprenditoriale locale, oltre che alla sicurezza e alla qualità alimentare.
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4

Baldi, Lucia, Alessandro Banterle, and Stefanella Stranieri. "Alimentazione, salute e ambiente: consumatori e imprese "sostenibili"." RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', no. 2 (January 2013): 69–89. http://dx.doi.org/10.3280/riss2012-002005.

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Abstract:
Il tema dell'alimentazione, nei suoi aspetti relativi alla salute e all'ambiente, viene analizzato in una prospettiva di sostenibilitŕ. La relazione tra alimentazione e salute, infatti, sta acquisendo un interesse crescente dovuto sia alla diffusione dell'obesitŕ che all'attenzione per il benessere complessivo dell'individuo. L'alimentazione, inoltre, riveste un ruolo fondamentale nelle problematiche ambientali: l'approvvigionamento sostenibile, il ridotto consumo di energia e acqua, la gestione dei rifiuti e, soprattutto, l'acquisto consapevole di prodotti alimentari rappresentano le principali sfide che il sistema alimentare dovrŕ affrontare nei prossimi anni. Tali tematiche hanno riflessi anche all'interno delle filiere agro alimentari, con l'implementazione di sistemi di certificazione relativi alla sostenibilitŕ, che possono determinare benefici in termini di efficienza degli scambi.
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Mazzanti, Edoardo. "Brevi note sulla tutela penale della produzione alimentare locale." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 2 (January 2021): 63–76. http://dx.doi.org/10.3280/aim2018-002005.

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Abstract:
Il lavoro offre una breve rassegna delle fattispecie penali applicabili a difesa della produzione alimentare locale. Introdotto il tema dell'origine dei prodotti alimentari ai fini penali, il contributo dà conto, prima, dei delitti del Titolo VIII Capo II del codice penale; poi, della complessa disciplina a difesa del made in Italy, contenuta nella legge n. 350/2003. Evidenziate le principali criticità dell'assetto attuale, nella parte finale si prospettano schematicamente alcune possibili direttrici di riforma.
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6

Antonelli, Gervasio, Gian Italo Bischi, Fabio Tramontana, and Elena Viganò. "Consumo e consumatori di prodotti alimentari nella società postmoderna." ECONOMIA AGRO-ALIMENTARE, no. 1 (April 2015): 59–80. http://dx.doi.org/10.3280/ecag2015-001004.

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7

Siniscalchi, Valeria. "I processi di tipicizzazione tra singolaritŕ e ripetizione." CULTURE DELLA SOSTENIBILITA ', no. 6 (June 2010): 51–64. http://dx.doi.org/10.3280/cds2009-006004.

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Abstract:
I processi di tipicizzazione tra singolaritŕ e ripetizione Valeria Siniscalchi In questo scritto l'autore rilegge i fenomeni di tipicizzazione di prodotti, pratiche e luoghi attraverso alcuni elementi costitutivi: la singolaritŕ, l'autenticitŕ e la ripetizione nel tempo. Un'attenzione particolare č rivolta alle produzioni alimentari. I prodotti tipici sono oggetto e risultato di conflitti, di negoziazioni, di rapporti di forza e di giochi di potere, spesso occultati o invisibili nei lavori sulla tipicitŕ. L'autore mostra come essi siano, invece, centrali per l'analisi di simili processi.
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8

Germanò, Alberto. "Il cibo nel diritto internazionale del mercato dei prodotti agricoli: disciplina e controversie." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (December 2010): 85–113. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001008.

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Abstract:
L'Autore, dopo aver illustrato il significato dei termini food security e food safety, analizza il mercato internazionale dei prodotti alimentari, con particolare attenzione alle regole tecniche e alle regole sanitarie e fitosanitarie e, quindi, all'Accordo Tbt e Sps, nonché al criterio di equivalenza, quale strumento per la tutela della diversità e nel contempo di conferma della sovranità degli Stati. L'Autore esamina, inoltre, alcune delle più significative controversie internazionali relative agli alimenti (la c.d. guerra delle banane e le controversie relative alla carne agli ormoni), l'Accordo Tbt e le regole tecniche a tutela dell'ambiente, nonché l'Accordo Trips e il rapporto tra indicazioni geografiche e marchi geografici di prodotti alimentari. Infine, viene affrontato il problema dei cambiamenti nell'allocazione della terra e nelle pratiche agricole utilizzate: per ottenere la riduzione delle emissioni climalteranti si sta alterando l'uso razionale della terra, agendo in modo scorretto sui "conflitti" tra le produzioni a fini mercantili e le produzioni a fini alimentari. In conclusione l'A. evidenzia la necessità , per i cultori del diritto dell'agricoltura, di uscire dagli angusti confini del diritto domestico e di affrontare, passando per il diritto comunitario, i problemi che il diritto internazionale prospetta, con conseguenti ricadute sulla comprensione ed interpretazione del diritto nazionale.
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Rizzo, Giorgio, and Violeta Moreno Megías. "Roma e le prime importazioni di alimenti ispanici trasportati in anfora." Journal of Roman Archaeology 32 (2019): 23–38. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759419000047.

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Abstract:
Un noto passo di Strabone (3.2.6),1 che potrebbe riferirsi al periodo in cui Posidonio (una delle sue fonti) si trovò nella valle del Baetis e a Gades, all’inizio del I sec. a.C., restituisce l’immagine di un’economia della Turdetania, la regione che dal 27 a.C. costituì parte della provincia della Baetica, già molto fiorente, in grado di alimentare esportazioni di generi alimentari — soprattutto grano, vino ed olio di ottima qualità (oὺ πoλὺ μóvov, ὰλλὰ καìκὰλλιστov), ma anche prodotti derivati dalla lavorazione del pesce . di notevole entità e varietà. Nel testo di Strabone questi flussi verso il mercato di Roma e dell’Italia centromeridionale sono materializzati dalle navi di grandi dimensioni in entrata nei porti di Dicearchia (Pozzuoli) e Ostia.
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Cristini, Guido. "Crisi dei consumi e marca commerciale: le opportunitÀ di copacking per le PMI alimentari." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 3 (October 2012): 57–83. http://dx.doi.org/10.3280/mc2012-003004.

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Abstract:
Nel corso dell'ultimo biennio la crisi dei consumi che ha investito anche il settore dei prodotti di largo consumo ha determinato mutamenti rilevanti in ordine alle condotte competitive sia delle imprese industriali di marca che delle insegne distributive. Tra i fenomeni che maggiormente hanno connotato il mercato in oggetto, conviene citare lo sviluppo della marca commerciale anche per le implicazioni che ne derivano per le Piccole e medie imprese1 industriali operanti nel comparto alimentare. Infatti, per una parte di tali imprese la produzione per conto rappresenta, non solo una minaccia, quanto una delle opzioni piů rilevanti sotto il profilo strategico e operativo. In questo contesto, il presente paper intende approfondire il tema delle opzioni di natura strategica che i copacker hanno di fronte, nonché analizzare le politiche di natura produttiva logistiche e di marketing da perseguire al fine di assicurarsi delle relazioni di sub-fornitura durevoli. Il lavoro analizza, pertanto, le politiche di integrazione verticale delle funzioni all'interno della filiera in questione, nel tentativo di comprendere se il processo di integrazione/ disintegrazione delle funzioni in questione abbia prodotto una maggiore efficienza complessiva della filiera o se, al contrario, si sia limitato ad avvantaggiare solo uno dei due attori.
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Dissertations / Theses on the topic "Prodotti alimentari"

1

Prataviera, Alberto <1986&gt. "Nuovi strumenti di valorizzazione sostenibile dei prodotti agro-alimentari." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1647.

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2

Di, Lascio Angelo <1989&gt. "The Dragon’s sweet tooth: Il Marketing dei prodotti alimentari e dolciari in Cina. Analisi delle specificità culturali del mercato Cinese dei prodotti alimentari, con particolare riferimento ai prodotti dolciari." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4282.

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Abstract:
In 1826 Brillat-Savarin stated: “Tell me what kind of food you eat and I will tell you who you are”. Since then, there has been a large body of research examining the relationship between food and culture, and the debate is still current. The topic is key for nowadays food companies operating in international markets. Food is one of the inner subjects in a culture: that’s why it also represents one of the most “cross-cultural topic”. As Zampollo underlines, food is central to cross-cultural studies of behavior, thought and symbolism (Zampollo et al., 2008), that’s why package, colors, flavors, brand name, advertising campaigns and other elements should be the result of a deep analysis of the cultural context chosen as destination of the company’s products and services. The focus will be on one of the farthest (not only as for geographical reasons) country for Westerners (China) and one of the fastest growing industry in the grocery sector (sweetings). The purpose of this work is to describe and underline the cultural aspects of the relationship between the Chinese consumer and food, with a particular reference to the confectionery and bakery sectors, that have been chosen due to the so different tastes and cultural habits that characterize the Chinese context rather than the Western countries. Understanding the existence of cultural differences between countries represents a marketing advantage in the global competition and food companies have to take in great consideration these differences while drafting their marketing and strategic plans. Through a socio-anthropological analysis, the role of food as an index of cultural differences will be examined and underlined, in order to better understand how deep and complicated this topic is. A special reference will be addressed to the Chinese cultural framework: analyzing the Chinese culture and its relationship with food will allow companies to better apply the Cross-Cultural Marketing strategies to such a diverse market. Examining the profile of “The Chinese”, his traditional preferences regarding flavors, colors, numbers, packaging, is a key issue for companies that would like to effectively address their products and marketing messages to Chinese customers. Moreover, an overview of the Chinese grocery sector will help the reader to effectively understand how different the business environment is and which are the most important trends that will characterize the future. Many examples of successful companies and products are cited in the Present work but three of them are analyzed at a detailed level: Ferreo Rocher (Chocolate) and Oreo (biscuits), whose data have been taken from external sources, and Elledi Gastone-Lago S.p.A. (wafer), an Italian company that I personally visited in December 2013 and that has been marketing its product to China for over twelve years. All of the examples cited have an aim: Ferrero Rocher shows how successful can be a correct positioning in the Chinese market, thanks to cultural links and behavior; Oreo, instead, underlines the importance of the product adaptation and its success when driven by the knowledge of the market cultural background; finally, Elledi-Gastone Lago highlights the need of a reliable partner (importer/distributor) for the Small and Medium enterprises, due to the deep knowledge of the local culture that these players can ensure to their commercial counterparts. The issue regarding the strategic choice between adaptation and standardization is here considered the final step of a complex process that takes into account all the characteristics of a culture, including the economical and social aspects, so that the topic can be seen as the key background of the Present work.
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3

Gardini, Flavio. "Oleogel nelle applicazioni alimentari: il caso dei prodotti da forno." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
L'applicazione e la modulazione di oleogel come alternativa all'utilizzo di grassi industriali nelle applicazioni alimentari è un argomento che ha particolarmente interessato la ricerca negli ultimi anni. Sostituire o diminuire l'impiego di shortening nelle formulazioni alimentari porterà ad avere alimenti più sani in risposta alle esigenze dei consumatori che negli ultimi anni, si sono incentrate nella volontà di avere prodotti più salutari. La produzione degli oleogel si è vista particolarmente influenzata dal tipo di strutturante utilizzato. Fra i più interessanti, tecnologicamente parlando, si sono evidenziate le cere naturali animali o vegetali, composti polimerici come l'etilcellulosa, lecitina e orizanolo con sorbitano tristearato. Nell'elaborato viene inoltre trattata l'applicazione degli oleogel nei prodotti da forno come torte e biscotti ponendoli a confronto con i grassi industriali. Si è osservato, tramite analisi di laboratorio e panel test, che il loro impiego porta ad un prodotto finale con buone caratteristiche fisico chimiche e gradito dal consumatore. L'utilizzo di oleogel si è quindi dimostrato idoneo a queste applicazioni anche se saranno necessari ulteriori studi per riuscire a formulare oleogel che possano garantire determinate proprietà e caratteristiche agli impasti e al prodotto finito.
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4

Montalti, Arianna. "Caratteristiche degli aromatizzanti e loro uso nella formulazione dei prodotti alimentari." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Lo scopo di questo elaborato è quello di presentare gli agenti aromatizzanti e il loro uso nella formulazione alimentare. L’aroma dell’alimento è una caratteristica fondamentale, in quanto influenza la sua qualità e la percezione sensoriale del consumatore. Un agente aromatizzante è una sostanza che conferisce o modifica l’aroma naturale di un prodotto alimentare o di una bevanda, e viene aggiunto all’alimento per aumentare la soddisfazione dei consumatori e l’accettabilità dell’alimento stesso. Il primo capitolo ha l’obiettivo di evidenziare la definizione e le caratteristiche degli aromatizzanti. Vengono descritte le diverse tipologie di sostanze aromatizzanti, con riferimento ai vantaggi e agli svantaggi del loro utilizzo. Successivamente, vengono presentate le principali tecniche di produzione degli agenti aromatizzanti e le relative descrizioni dettagliate. Il secondo capitolo mostra quali siano i metodi più utilizzati per l’incapsulazione degli aromi, e per quale motivo queste tecnologie sono importanti. Anche in questo caso, è fornita una descrizione delle varie tecniche con la presentazione delle relative fasi di processo. Inoltre, viene spiegato il perché, in alcuni casi, si effettui un rivestimento secondario degli aromi incapsulati. Infine, si evidenzia quali siano i legami che si possono instaurare tra le sostanze aromatizzanti e i principali componenti alimentari. Il terzo e ultimo capitolo presenta la legislazione degli aromatizzanti, con riferimento alla legislazione europea e a quella statunitense. Vengono illustrate le principali funzioni del gruppo di esperti EFSA, FEMA ed infine JECFA per la valutazione della sicurezza degli aromatizzanti.
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5

Scalvedi, Maria Luisa <1966&gt. "Verso il consumo sostenibile: i prodotti biologici nelle abitudini alimentari degli italiani." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7212/1/Scalvedi_Maria_Luisa_Tesi.pdf.

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Abstract:
Scegliere di consumare in modo sostenibile significa passare ad un nuovo modello di consumo. Tale modello richiede una maggiore consapevolezza e responsabilità da parte dei consumatori, unite all'adozione di nuovi stili di vita e di scelte d’acquisto, che permettano il raggiungimento di elevati livelli di benessere nel rispetto dell'ambiente. Un notevole sforzo è stato compiuto recentemente dai policy maker per incoraggiare il consumo sostenibile quali implementazioni dello sviluppo sostenibile. Ancora lunga, tuttavia, è la strada da percorrere per raggiungere pienamente questo obiettivo. Tra i prodotti sostenibili, il biologico si è rivelato di gran lunga il più rappresentativo: le statistiche di questo mercato mostrano, infatti, tendenze positive, sebbene il consumo risulti ancora eterogeneo e contenuto rispetto al consumo di alimenti convenzionali. Ciò mostra che il comportamento dei consumatori non è ancora abbastanza reattivo alle suddette politiche. Il presente studio si propone di contribuire alla ricerca sul consumo sostenibile approfondendo i fattori che incoraggiano o impediscono il consumo di prodotti alimentari biologici in Italia. Adottando un nuovo approccio si cerca di capire come i diversi segmenti di diete alimentari affrontino gli alimenti biologici in termini di consumi e di atteggiamenti. Un'analisi multivariata a più fasi è stata condotta su un campione di 3.004 consumatori. Un’analisi delle componenti principali non lineare è stata applicata alle variabili ordinali che misurano il consumo di ventuno categorie di alimenti. Successivamente è stata applicata la cluster analysis che ha dato luogo a quattro segmenti di abitudini alimentari. I prodotti biologici sono diventati parte delle abitudini alimentari in Italia in quasi un terzo della popolazione. Il consumo sembra essersi affermato soprattutto nel segmento con abitudini alimentari sane. Una scarsa attenzione ad una dieta sana, gli stili di vita, il reddito, l'accessibilità, la mancanza di consapevolezza condizionano le abitudini alimentari a scapito di un consumo più sostenibile.
Choosing a sustainable consumption means shifting to a new consumer pattern. It requires greater awareness and responsibility from the consumer side, with the adoption of new lifestyles and purchasing choices enabling to achieve high levels of well-being and satisfaction while respecting the environment. A great effort has been made in last three decades by policy makers worldwide to encouraging sustainable production and consumption putting in practice the sustainable development principles. Still a long way is needed to achieve this objective. Organic food is one of the most representative sustainable product. World and European organic food market statistics highlight positive trends, although consumption results heterogeneous and low compared to conventional food consumption. This implies that consumer behavior is still not sufficiently responsive to policies on sustainable consumption. The present study aims to contribute to extant research on sustainable consumption investigating the factors that encourage or prevent consumption of organic food products. Adopting a new approach it tries to understand how different food diet segments face organic food in term of consumption and attitudes. A multi-step multivariate analysis was carried out on an Italian consumer survey on 3,004 respondents. A nonlinear principal component analysis was applied to variables measuring consumption frequencies for 16 food categories and 5 beverage categories measured on an ordinal scale. In a second step a two stages cluster analysis application provided four food habit segments. Organic products have become part of the eating habits in Italy in almost a third of the population. The consumption seems to be developed mostly in a segment also pursuing healthy eating habits. Low level of attention to a healthy diet, lifestyles, income level, accessibility, a lack of awareness of sustainability condition food habits to the detriment of more sustainable consumption.
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Scalvedi, Maria Luisa <1966&gt. "Verso il consumo sostenibile: i prodotti biologici nelle abitudini alimentari degli italiani." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7212/.

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Abstract:
Scegliere di consumare in modo sostenibile significa passare ad un nuovo modello di consumo. Tale modello richiede una maggiore consapevolezza e responsabilità da parte dei consumatori, unite all'adozione di nuovi stili di vita e di scelte d’acquisto, che permettano il raggiungimento di elevati livelli di benessere nel rispetto dell'ambiente. Un notevole sforzo è stato compiuto recentemente dai policy maker per incoraggiare il consumo sostenibile quali implementazioni dello sviluppo sostenibile. Ancora lunga, tuttavia, è la strada da percorrere per raggiungere pienamente questo obiettivo. Tra i prodotti sostenibili, il biologico si è rivelato di gran lunga il più rappresentativo: le statistiche di questo mercato mostrano, infatti, tendenze positive, sebbene il consumo risulti ancora eterogeneo e contenuto rispetto al consumo di alimenti convenzionali. Ciò mostra che il comportamento dei consumatori non è ancora abbastanza reattivo alle suddette politiche. Il presente studio si propone di contribuire alla ricerca sul consumo sostenibile approfondendo i fattori che incoraggiano o impediscono il consumo di prodotti alimentari biologici in Italia. Adottando un nuovo approccio si cerca di capire come i diversi segmenti di diete alimentari affrontino gli alimenti biologici in termini di consumi e di atteggiamenti. Un'analisi multivariata a più fasi è stata condotta su un campione di 3.004 consumatori. Un’analisi delle componenti principali non lineare è stata applicata alle variabili ordinali che misurano il consumo di ventuno categorie di alimenti. Successivamente è stata applicata la cluster analysis che ha dato luogo a quattro segmenti di abitudini alimentari. I prodotti biologici sono diventati parte delle abitudini alimentari in Italia in quasi un terzo della popolazione. Il consumo sembra essersi affermato soprattutto nel segmento con abitudini alimentari sane. Una scarsa attenzione ad una dieta sana, gli stili di vita, il reddito, l'accessibilità, la mancanza di consapevolezza condizionano le abitudini alimentari a scapito di un consumo più sostenibile.
Choosing a sustainable consumption means shifting to a new consumer pattern. It requires greater awareness and responsibility from the consumer side, with the adoption of new lifestyles and purchasing choices enabling to achieve high levels of well-being and satisfaction while respecting the environment. A great effort has been made in last three decades by policy makers worldwide to encouraging sustainable production and consumption putting in practice the sustainable development principles. Still a long way is needed to achieve this objective. Organic food is one of the most representative sustainable product. World and European organic food market statistics highlight positive trends, although consumption results heterogeneous and low compared to conventional food consumption. This implies that consumer behavior is still not sufficiently responsive to policies on sustainable consumption. The present study aims to contribute to extant research on sustainable consumption investigating the factors that encourage or prevent consumption of organic food products. Adopting a new approach it tries to understand how different food diet segments face organic food in term of consumption and attitudes. A multi-step multivariate analysis was carried out on an Italian consumer survey on 3,004 respondents. A nonlinear principal component analysis was applied to variables measuring consumption frequencies for 16 food categories and 5 beverage categories measured on an ordinal scale. In a second step a two stages cluster analysis application provided four food habit segments. Organic products have become part of the eating habits in Italy in almost a third of the population. The consumption seems to be developed mostly in a segment also pursuing healthy eating habits. Low level of attention to a healthy diet, lifestyles, income level, accessibility, a lack of awareness of sustainability condition food habits to the detriment of more sustainable consumption.
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Armorini, Sara <1987&gt. "Valutazione della contaminazione da micotossine di prodotti alimentari destinati al consumo umano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/7944/1/armorini%20sara%20tesi.pdf.

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Abstract:
L'aflatossina B1 (AFB1), l'aflatossina M1 (AFM1), e l'ocratossina A (OTA) sono micotossine prodotte da funghi che possono contaminare diverse colture o prodotti di origine animale. Sono sostanze tossiche che rappresentano un rischio per la salute umana, in quanto dotate di potere cancerogeno e mutageno. Il presente progetto di ricerca nasce con l’obiettivo di valutare presenza e livelli di AFB1, AFM1, e OTA in diversi alimenti destinati al consumo umano. La ricerca di AFB1 e di AFM1 è stata condotta su 58 confezioni di latte e 90 confezioni di farina acquistati in diversi punti vendita distribuiti sul territorio di Bologna e provincia. Il monitoraggio condotto sul latte d’asina è stato incentrato sull’analisi di 63 campioni provenienti da un allevamento situato in Piemonte. La ricerca di OTA è stata effettuata su 100 campioni di salami (50 salami calabresi e 50 salami siciliani) prodotti artigianalmente. Dopo aver messo a punto la metodica estrattiva che prevedeva l’utilizzo di colonnine di immunoaffinità (IAC), le analisi sono state eseguite mediante cromatografia liquida ad alta prestazione con rivelazione a fluorescenza (HPLC-FD). Di tutti i campioni analizzati, solo uno dei campioni analizzati presentava un livello di contaminazione superiore ai limiti definiti per legge. Dai risultati ottenuti si evince come sia importante non solo tenere sotto controllo la filiera produttiva di alimenti destinati all'uomo e agli animali, ma anche effettuare un monitoraggio continuo della contaminazione da micotossine in questi prodotti.
Aflatoxin B1 (AFB1), aflatoxin M1 (AFM1), and ochratoxin A (OTA) are mycotoxins produced by fungi that contaminate agricultural commodities or food of animal origin. These substances present a serious health hazards such as carcinogenicity and mutagenicity. The aim of this research was to assess the mycotoxin contamination in different food products for human consumption. To verify the levels of aflatoxin B1 and AFM1 in flour (40 wheat flour and 50 corn flour) and milk from conventional and organic production purchased from local stores in the surrounding of Bologna, 90 samples of flour and 58 samples were analyzed. The presence of AFM1 was also investigated in donkey milk. For this purpose, 63 samples of milk collected in a farm of the North of Italy were analyzed. As regards OTA, 100 handmade salami (50 produced in Calabria and 50 produced in Sicilia) were investigated. For AFB1, a fast and sensitive high performances liquid chromatography with fluorescent detection (HPLC-FD) was developed and validated. For AFM1 and OTA, immunoaffinity-based techniques were used and analyses were performed by HPLC-FD. Thirteen samples of corn flour were positive for AFB1, but only one showed levels of contamination above the limit defined at Community level (2 µg/kg). No significant differences were observed in the concentration of AFB1 by comparing conventional and organic corn flour samples. With regard to AFM1, 35 samples of milk purchased from local stores and 1 sample of donkey milk were contaminated but none showed a level of contamination above the legal limit of 0.05 µg/kg. OTA was detected in 25 samples of salami, but only one exceeded the guideline level of 1 µg/kg established by Italian Ministry of Health. The food analyzed are safe as regards the considered mycotoxins. However, is very important to undertake a continuous monitoring to assure safe products to consumers.
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Paolin, Roberta <1987&gt. "La distribuzione dei prodotti alimentari italiani in Cina. Il caso Vicenzi Group." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3372.

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Magnani, Gianluca. "Sviluppo di un modello numerico termofisico di prodotti surgelati confezionati." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4568/.

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Abstract:
Introduzione Una delle maggiori difficoltà durante la produzione dei prodotti surgelati riguarda la loro stabilizzazione e il mantenimento della catena del freddo durante tutte le fasi del processo produttivo. Tramite il seguente lavoro si propone di determinare a che temperatura e dopo quanto tempo, diverse tipologie di confezioni di surgelati (pisellini, melanzane e spinaci), raggiungono la temperatura ipotetica di inizio di scongelamento. Con lo scopo di analizzare, in maniera rapida ed economica, molte diverse combinazioni di tempo - temperatura dell’ambiente di produzione di diverse tipologie di prodotti surgelati (pisellini, melanzane e spinaci), sono stati sviluppati dei modelli numerici capaci di descrivere i fenomeni termici che intervengono durante il confezionamento dei prodotti. Materiali e Metodi Il modello sviluppatotiene conto sia dei fenomeni di convezione naturale che avvengono tra la superficie della confezione e il flusso esterno di aria, sia dei fenomeni di conduzione che interessano l'interno della confezione, la confezione (busta) ed il piano di appoggio. In figura vengono schematizzati i fenomeni termici presi in esame. La geometria del modelli rispecchia le reali dimensioni delle confezioni dei prodotti presi in esame. La mesh dei modelli 3D è costituita da elementi triangolari, posizionati sulle boundaries, tetraedrici e prismatici, posizionati in tutto il restante dominio. Trattandosi di trasferimenti di calore per superfici, nelle zone di interfaccia è stata adottata una mesh particolarmente fine. In figura viene riportata la mesh dell'intera geometria ed un particolare della mesh interna dove, i diversi colori indicano elementi tetraedrici o prismatici di diverse dimensioni. Per ottenere un accurato modello numerico è necessario descrivere nel modo più realistico possibile i materiali coinvolti, quindi è stato necessario descrivere i prodotti surgelati tramite le loro reali proprietà termiche in funzione della temperatura (conducibilità termica, calore specifico, diffusività termica). I valori delle proprietà termiche utilizzati nel modello tengono conto del fatto che il materiale interno alla busta è poroso, infatti è costituito da una "miscela" di aria e prodotto Successivamente sono state impostate le equazioni del modello e le condizioni al contorno. All'interno del volume della confezione, il trasfermiento del calore avviene per conduzione, mentre sulla superficie avviene per convezione, nelle zone esposte all'aria e per contatto nelle zone di contatto tra confezione e piano di appoggio. La validazione è stata effettuata riproducendo numericamente le medesime condizioni utilizzate durante la sperimentazione. I parametri tenuti in considerazione sono i seguenti: tipologia di confezione (definita numericamente dai parametri dimensionali), tipologia di prodotto (contraddistinto da specifiche proprietà termo-fisiche), temperatura della cella di conservazione, tempo di conservazione, temperatura iniziale all'interno della confezione pari. Risultati In figura viene riportato un esempio di configurazione dell’andamento della temperatura all’interno della confezione di pisellini dopo 20 minuti di condizionamento a 5°C. E’ possibile osservare che la temperatura della parte di confezione a diretto contatto con il piano di acciaio, raggiunge zero gradi (zona rossa), mentre la parte centrale della confezione si mantiene sui -22°C (zona blu). Con lo scopo di simulare la conservazione della confezione posizionata verticalmente, è stata eliminata la condizione di contatto tra piano d'acciaio e confezione. E’ possibile osservare che, in questo caso, la variazione della temperatura nei diversi punti della confezione è meno elevata, infatti la temperatura massima registrata è pari a circa -8°C (zona rossa), mentre la parte centrale della confezione si mantiene sui -22°C (zona blu). La confezione di melanzane è risultata essere la meno adatta al mantenimento della temperatura in quanto è caratterizzata da un ampia area di contatto con il piano e da uno spessore abbastanza limitato; la confezione che mantiene la temperatura più a lungo è quella costituita dagli spinaci, anche se le temperature medie delle confezioni di spinaci e pisellini sono pressoché simili. A fronte dei risultati ottenuti confrontando gli andamenti della temperatura delle tre differenti confezione, è stato valutato l'effetto del volume della confezione sull'andamento della temperatura media e al centro della confezione. Le prove sono state effettuate dimezzando e aumentando del doppio il volume della confezione di pisellini. Differenze significative sono state riscontrate solo tra la confezione standard e quella con volume raddoppiato. Dalla validazione sperimentale è risultato che il modello che meglio si adatta ai dati sperimentali è quello relativo ai pisellini, probabilmente perché il prodotto all'interno della confezione è distribuito in maniera piuttosto uniforme. Nelle confezioni degli spinaci e delle melanzane, risulta molto più difficile definire un valore di porosità che può variare anche da busta a busta. Tuttavia, a fronte di questa variabilità, i modelli risultano essere adatti ad un uso industriale. Conclusioni -I modelli numerici sviluppati permettono di analizzare un numero arbitrario di combinazioni delle variabili durata del confezionamento, temperatura ambiente, temperatura iniziale del prodotto, forma e dimensioni della confezione. - Il modello permette di osservare il campo di temperatura con un grado di dettaglio irraggiungibile dalle tecniche sperimentali. -I risultati, in forma integrale, si trovano in ottimo accordo con quelli osservati sperimentalmente.
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Podeschi, Francesco. "Riduzione di NaCl nei prodotti caseari: aspetti tecnologici." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Nella tesi in oggetto, sono stati riportati vari studi sulla riduzione di NaCl nei prodotti caseari, analizzando vari aspetti dei formaggi, quali: caratteristiche fisico-chimiche, analisi reologiche, analisi sensoriali. I prodotti lavorati a ridotto contenuto di sodio, possono contenere da 244 mg a 600 mg per 50 g di formaggio. In base ai vari studi, emerge che i campioni posti in salamoia con concentrazione ridotta dal 30% in poi, le concentrazioni di umidità sono inferiori rispetto al campione posto in salamoia con livelli di sale normali. Al contrario, non si sono visti effetti significativi sul pH. Ciò che ha avuto più influenza è senza dubbio il tempo di maturazione, i formaggi a concentrazioni di NaCl normali, hanno tempi inferiori rispetto a campioni con ridotto contenuto di sodio. Per quanto riguarda la texture dei formaggi con ridotto contenuto di sale, la maggior presenza di umidità, agisce come plastificante nelle rete proteica. Pertanto si ottengono riduzioni della deformabilità e della consistenza del formaggio. Il contenuto di sale ha anche un effetto sull’idratazione della para-caseina e sulla frazione di volume della rete della caseina, proprio a causa della riduzione del contenuto di sale diminuisce il gonfiore della matrice proteica del formaggio. In ambito sensoriale, la persistenza complessiva del formaggio è significativamente influenzata dalla condizione di salatura; tali attributi mostrano una chiara tendenza a diminuire con la riduzione del sale. Gli attributi della texture non sono significativamente influenzati, sebbene alcune differenze sono rilevate tramite parametri reologici. In generale, una riduzione del 25% del contenuto di sale porta a formaggi con un’accettazione sensoriale simile rispetto ad uno normale. Sostituendo il cloruro di sodio con miscele, risulta che le proporzioni superiori a 50:50, ovvero 70:30 o 60:40, riducono il contenuto di sodio in modo soddisfacente e mantengono il sapore caratteristico del formaggio.
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Books on the topic "Prodotti alimentari"

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Istituto per lo sviluppo economico dell'Appennino centro-settentrionale., ed. I prodotti alimentari tipici dell'Appennino. Bologna: Avenue media, 1996.

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Milano, Lucio. Testi amministrativi: Assegnazioni di prodotti alimentari (archivio L. 2712, parte 1). Roma: Missione archeologica italiana in Siria, 1990.

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Segrè, Andrea. Abbondanza e scarsità nelle economie sviluppate: Per una valorizzazione sostenibile dei prodotti alimentari invenduti. Milano: F. Angeli, 2002.

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4

Correra, Carlo. Disciplina giuridica dei prodotti alimentari: Sicurezza, igiene e qualità : commento alla legislazione nazionale e comunitaria ed orientamenti giurisprudenziali. [Santarcangelo di Romagna, Rimini]: Maggioli, 2004.

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5

Pecorino, Biagio. La trasformazione del grano duro in prodotti alimentari nel Mezzogiorno d'Italia: Analisi economiche sulla materia prima utililizzata e sull'industria molitoria e pastaria. [Palermo?]: Consorzio per la ricerca su specifi settori della fileria cerealicola "Gian Pietro Ballatore", 2001.

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6

Fardella, Gian Gaspare. La trasformazione del grano duro in prodotti alimentari nel Meridione d'Italia: Analisi e studio della competitività economica delle diverse fasi dell'intera filiera. [Palermo?]: Consorzio per la ricerca su specifi settori della fileria cerealicola "Gian Pietro Ballatore", 2001.

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7

Salaris, Fernando. I "Messaggi" nel mercato dei prodotti agro-alimentari: Atti dell'incontro di studio di Sassari del 13-14 ottobre 1995 su "La concorrrenza con riguardo ai prodotti agro-alimentari tra la disciplina della produzione e quella del mercato" con i testi delle leggi nazionali, degli atti comunitari e delle sentenze della Corte di giustizia. Torino: G. Giappichelli, 1997.

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Nigro, Giampiero, ed. Il commercio al minuto. Domanda e offerta tra economia formale e informale. Secc. XIII-XVIII / Retail Trade. Supply and demand in the formal and informal economy from the 13th to the 18th century. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-751-7.

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Abstract:
La distribuzione dei beni di consumo nell’Europa medievale e moderna era multiforme e coinvolgeva spazi e attori diversi. Nelle fiere e nei mercati, nelle botteghe più o meno grandi delle città si vendeva ogni tipo di derrate alimentari e di oggetti necessari alla vita quotidiana. Erano anche innumerevoli i piccoli ambulanti che tenevano banco per strada, i contadini che raggiungevano la città per offrire i prodotti dei loro orti o del pollaio, della caccia o della raccolta spontanea, passando di casa in casa. Mercanti ambulanti percorrevano con le loro balle e casse anche le vie meno frequentate, raggiungendo villaggi e frazioni disperse. Una grande molteplicità di attori economici che concorrevano assieme a raggiungere ogni tipo di consumatore, dai più agiati ai più umili. L’obiettivo del progetto di ricerca è stato quello di comprendere l’organizzazione economica e l’evoluzione di queste diverse forme di commercio al minuto. Sul piano dei risultati, i contributi raccolti in questo volume costituiscono la risposta storiograficamente più aggiornata ad alcune delle questioni proposte, come l’analisi dei legami tra le diverse scale spaziali (dalla bottega alle reti europee di mercanti ambulanti), del commercio formale e informale tra regola e pratica, della circolazione dei beni fra città e campagna, delle tensioni fra gli attori di questi scambi, le loro rivalità e i loro accordi, ma anche le attese dei consumatori e le esigenze dello stato, e degli effetti sull’organizzazione istituzionale e dei mestieri della distribuzione nel periodo compreso fra il Medioevo e il XVIII secolo.
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Alexander, Julie. La disciplina comunitaria sulla sicurezza alimentare, sugli OGM e sul prodotto biologico: Un confronto con l'atteggiamento regolamentare degli Stati Uniti. Roma: Aracne, 2005.

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10

Italy) Congresso mondiale di diritto agrario dell'Unione Mondiale degli Agraristi Universitari in memoria di Louis Lorvellec (7th 2002 Pisa-Siena. Prodotti agricoli e sicurezza alimentare: Atti del VII Congresso mondiale di diritto agrario dell'Unione Mondiale degli Agraristi Universitari in memoria di Louis Lorvellec, Pisa-Siena, 5-9 novembre 2002. Milano: Giuffrè, 2003.

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Book chapters on the topic "Prodotti alimentari"

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Rizzi, Antonio, Roberto Montanari, Massimo Bertolini, Eleonora Bottani, and Andrea Volpi. "Impiego della tecnologia RFID per la tracciabilità dei prodotti alimentari." In Food, 111–49. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1929-4_5.

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2

"Prodotti alimentari diversi." In Food, 209–27. Milano: Springer Milan, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-0786-4_9.

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3

"Alimenti e prodotti fermentati non lattiero-caseari." In Food, 185–207. Milano: Springer Milan, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-0786-4_8.

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