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Journal articles on the topic 'Progetti complessi'

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1

Prieto, Bob. "Impatti dell'intelligenza artificiale nella gestione dei grandi progetti complessi." PROJECT MANAGER (IL), no. 40 (November 2019): 41–46. http://dx.doi.org/10.3280/pm2019-040010.

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2

di Castri, Gianluca. "Gestione e controllo dei progetti complessi: quarant'anni di esperienza." PROJECT MANAGER (IL), no. 10 (June 2012): 18–20. http://dx.doi.org/10.3280/pm2012-010006.

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3

De Stefano, Francesco, and Antonio Pizzo. "Nuove osservazioni sul tempio del santuario extraurbano di Tusculum." Journal of Roman Archaeology 33 (2020): 73–92. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759420000926.

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Abstract:
La Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma (EEHAR–CSIC) realizza ormai da 25 anni scavi archeologici e ricerche su Tusculum e il suo territorio, trattandosi di uno dei progetti di più lunga durata di una scuola straniera su territorio italiano. I risultati ottenuti da diversi gruppi di lavoro hanno restituito un′immagine straordinaria della città con la scoperta di una serie di complessi (foro, teatro, acropoli, chiese) che illustrano archeologicamente l'articolazione urbana del sito e le ulteriori possibilità di sviluppo delle ricerche. Dall′inizio dei lavori, nel 1994,1 la ricerca si è sviluppata in varie fasi contraddistinte da una strategia istituzionale coerente che ha facilitato la continuità del progetto, grazie anche alla partecipazione della XI Comunità Montana. In questi anni sono state numerose le pubblicazioni che hanno messo in circolazione i dati provenienti dalle varie campagne di scavo.2
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4

Angelino, Antimo, Giovanni Esposito, and Pierluigi Rippa. "Metodologie fuzzy per la gestione del rischio nei progetti complessi: il settore della difesa." PROJECT MANAGER (IL), no. 21 (February 2015): 42–45. http://dx.doi.org/10.3280/pm2015-021010.

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5

Pirozzi, Massimo. "La prospettiva dello stakeholder management per incrementare il tasso di successo dei progetti complessi." PROJECT MANAGER (IL), no. 35 (September 2018): 5–9. http://dx.doi.org/10.3280/pm2018-035002.

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6

di Castri, Gianluca. "Formazione e sviluppo delle competenze nelle professioni relative alla gestione ed al controllo di progetti complessi." PROJECT MANAGER (IL), no. 33 (February 2018): 32–35. http://dx.doi.org/10.3280/pm2018-033008.

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7

Pompili, Tomaso. "Valutazione Strategica Comparativa di Strategie Alternative di Reti tramite il Metodo VIT." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 43 (February 2010): 27–54. http://dx.doi.org/10.3280/riv2009-043004.

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Abstract:
Tema del lavoro č la valutazione economica strategica (ex-ante) di investimenti pubblici, sotto forma di progetti di investimento o di piani/programmi complessi. Obiettivo del lavoro č valutare l'affidabilitŕ normativa degli esiti dei metodi multi-obiettivi rispetto all'analisi costi-benefici. La metodologia consiste nell'applicare al caso dello sviluppo di reti infrastrutturali di trasporto un metodo multi-obiettivi (sei) e multi-criteri (trentadue), il metodo VIT (Valutazione di Impatto Territoriale). Sono elementi originali: la sostituzione della rilevazione quantitativa degli impatti attesi con una tecnica di tipo Delphi, la tecnica di quantificazione dei giudizi, il calcolo degli esiti in base a differenti ipotesi di preferenze della popolazione, la modalitŕ di raffronto fra benefici e costi. Il principale risultato č la capacitŕ del metodo di fornire un ordinamento di differenti alternative (sette) trasparente e robusto rispetto a diverse strutture di preferenze della popolazione. Il caso specifico riguarda il cosiddetto Corridoio del Brennero.
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8

Bricocoli, Massimo, and Paola Savoldi. "Il disastro pianificato e l'innovazione silenziosa. Due (quasi) progetti urbani a contrasto." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 104 (October 2012): 74–90. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104005.

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Abstract:
Caratteri, debolezze e potenzialitŕ del progetto urbano in Italia sono messi a fuoco e discussi a partire da due recente esperienze che hanno riguardato la cittŕ di Milano. Il caso di Santa Giulia sembrava rispondere ai requisiti di una grande operazione urbana, ma si č ridotto all'emblema del fallimento di un'epoca. Il caso della trasformazione dell'area dell'ex ospedale psichiatrico Paolo Pini assume in corso d'opera e incrementalmente la statura di un interessante progetto urbano, per complessitŕ e implicazioni non solo locali e offre interessanti sollecitazioni rispetto a fattori importanti e pertinenti per una riflessione sul progetto e sul governo dei grandi progetti urbani.
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9

Ansini, Luca, and Benedetta Fani. "Il Setting di Cammino per giovani in messa alla prova. Un progetto pilota." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (September 2020): 204–12. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-001019.

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Abstract:
Nel presente contributo viene descritto un progetto educativo pilota realizzato dalla Onlus "Setting in Cammino" in collaborazione con l'Ussm di Roma, la Regione Lazio e il Dipartimento di Scienze della Formazione dell'Università Roma Tre. Nell'ambito di tre progetti di messa alla prova comunitari (art. 28 Dpr 448/88), già in corso, è stata inserita un'esperienza educativa nel Setting di Cammino: 140 km a piedi lungo la Via Francigena del Lazio, da Bolsena a Roma, per complessivi sette giorni. I tre giovani sono stati accompagnati da due operatori con alta formazione e con specifiche competenze di aiuto nel Setting di Cammino: un pedagogista ed una psicoterapeuta, entrambi di orientamento analitico transazionale. La Regione Lazio ha finanziato il progetto e l'Università di Roma Tre è stata incaricata di effettuare una valutazione pedagogica. Infine, è stata realizzata una Giornata di Studi conclusiva con la presenza dei rappresentanti di tutte le istituzionali coinvolte. Nella premessa vengono sinteticamente descritti gli elementi e le dimensioni del Setting di Cammino, indicando i contesti di ricerca nei quali sono stati elaborati.
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10

Mastrofini, Enrico. "La gestione della complessitŕ nei progetti." PROJECT MANAGER (IL), no. 11 (July 2012): 48. http://dx.doi.org/10.3280/pm2012-011011.

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11

Talŕ, Paola. "Acque trasportate: l'acquedotto di Colognole e l'entroterra di Livorno." STORIA URBANA, no. 125 (April 2010): 169–86. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125009.

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Abstract:
Costruito tra il 1793 e il 1872 su progetto di illustri architetti ed ingegneri delle Regie Fabbriche Granducali, l'Acquedotto di Colognole funziona per la cittŕ fino al 1957; da allora viene abbandonato e approvvigiona solo alcuni piccoli centri collinari. Oggi ci troviamo di fronte ad un manufatto monumentale che ha perso la funzione per cui era stato costruito, ma non il suo valore storico e architettonico e la relazione con il paesaggio. La costruzione di questo acquedotto ha segnato l'evoluzione delle consuetudini delle popolazioni collinari e dei territori che ha attraversato trasformandone gli scenari. La comprensione dei complessi cambiamenti nel tempo consente una lettura del paesaggio di grande attualitŕ in merito a rilevanti questioni di conservazione e tutela. Il contributo inquadra il tema a partire dalle accresciute necessitŕ dell'approvvigionamento idrico della cittŕ e del porto di Livorno, illustra la complessa articolazione del lungo cantiere per la costruzione del nuovo acquedotto; infine dedica un'ultima parte all'importanza della conoscenza geografica del paesaggio, cosě come emerge dalle descrizioni dalle principali guide storiche del XIX secolo e dalle vicende della realizzazione della Passeggiata degli Acquedotti.
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Fagiolo, Enzo. "La facoltà di medicina nella formazione integrale del medico." Medicina e Morale 45, no. 1 (February 28, 1996): 71–81. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.919.

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Abstract:
La facoltà di Medicina si trova al centro di un dibattito i cui postulati, spesso antitetici ed esterni alla scienza medica, si riflettono sui progetti formativi. La speculazione epistemologica sembra aver introdotto fratture concettuali all’interno della scienza medico-biologica, postulando una distinzione tra vari tipi di medicina, ognuna delle quali richiederebbe schemi differenti. In tal modo, termini relativi alla naturale complessità della medicina ed alle diverse fasi e condizioni dell’agire medico, vengono presentati come contrapposizioni strutturali della scienza medico biologica. per una formazione integrale, tecnica ed insieme etica, sembra necessario recuperare l’unità del sapere e della medicina, sia come scienza che come prassi, sulla base di una concezione integrale della persona umana. Il docente, componente di una vera “comunitas professorum” dovrà essere portatore di una visione unitaria della medicina e quindi di un progetto formativo globale. La facoltà di Medicina deve tornare ad essere la sede naturale di una riflessione autenticamente “universitaria” sulla persona umana e sulle acquisizioni della ricerca scientifica.
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Zagli, Andrea. "Acque morte: il lago e la palude di Bientina nel Settecento." STORIA URBANA, no. 125 (April 2010): 101–31. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125006.

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Abstract:
Il caso della palude di Bientina, una vasta zona umida bonificata mediante canalizzazioni alla vigilia dell'unitŕ d'Italia, viene indagato cercando di coglierne la complessitŕ e le contraddizioni. La presenza di un confine politico fra Lucca e Firenze compromise fino a metŕ ‘800, in virtů di interessi divergenti, ogni tentativo di condividere soluzioni e progetti di bonifica. Il saggio cerca di spiegare come le acque stagnanti di Bientina - "le acque morte" - fossero ancora nel XVIII secolo un ecosistema umido estremamente composito e, e come tale appariva nella cartografia e nelle fonti storiche. In realtŕ potremmo parlare, ribaltando in positivo lo stereotipo "palustre", di acque estremamente "vive", intorno alle quali ruotavano, da secoli, complesse forme di organizzazione economica e sociale. A partire dalle riforme del '700 iniziň a prevalere un modello di sviluppo incentrato sull'agricoltura e sulla progressiva riduzione e ‘domesticazione' di questo paesaggio di acque. Non si trattň, tuttavia, di un processo inevitabile ma di una graduale e assai contrastata affermazione di un modo diverso di intendere e di utilizzare lo spazio ambientale.
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Gallo, Eugenio, and Gino Targa. "Quality evaluation in psychiatric services: a regional system of quality indicators." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no. 2 (August 1998): 110–19. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007247.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo — Il presente lavoro propone un sistema di indicatori basato sui sistemi informativi di routine adottati dalla Regione Emilia Romagna. Esso si pone l'obiettivo di cogliere la qualità e la complessità dei percorsi di cura dei pazienti psichiatrici tenendo conto dell'articolazione delle strutture psichiatriche della Regione del Progetto obiettivo Tutela della Salute Mentale 1994-1996 e degli Indicatori di efficienza e qualita del SSN. richiesti dal Ministero della Sanità. Metodo — Formazione di un gruppo di lavoro su iniziativa della Regione, per la costruzione degli indicatori con definizione del significato, della formula, della soglia di attenzione, della finalita, del livello di utilizzazione, della fonte dei dati e della frequenza di rilevazione congruente con i sistemi informativi regionali.Risultati — Vengono presentati 105 indicatori suddivisi in base alia struttura psichiatrica a cui fanno riferimento (centri di salute mentale, reparti per acuti, strutture semiresidenziali, strutture residenziali, strutture ex-manicomiali, dipartimento di salute mentale) ed in base al codice in tre elenchi: 1) d'informazione generale (30), comprendente i 12 indicatori richiesti dal Ministero della Sanità; 2) di approfondimento; 3) di esito. Conclusioni — Il sistema di indicatori, pur nato per un uso locale, si fonda su obiettivi definiti dal Progetto Obiettivo ministeriale, per cui può rivestire un interesse anche per altre realtà regionali italiane. La costruzione modulare permette un'applicazione flessibile e un adattamento a sistemi informativi meno complessi. Una parte del sistema è stata inserita dal 1997 nel flusso informativo di routine tra le ASL e la Regione Emilia Romagna.
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Carlucci, Claudia, Maria Anna De Lucia Brolli, Simon Keay, Martin Millett, and Kristian Strutt. "An archaeological survey of the Faliscan settlement at Vignale, Falerii Veteres (province of Viterbo)." Papers of the British School at Rome 75 (November 2007): 39–121. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003524.

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Abstract:
UNA RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA DELL'INSEDIAMENTO FALISCO A VIGNALE, FALERII VETERES (PROVINCIA DI VITERBO)L'articolo presenta i risultati di una ricognizione geofisica condotta a Vignale nel 2001–2 come parte del ‘Progetto città romane nella media e bassa valle del Tevere’. Il sito costituisce una parte importante dell'insediamento topograficamente complesso di Falerii Veteres (moderna Civita Castellana) nella provincia di Viterbo. Il sito ebbe una lunga e complessa occupazione che si estese dall'età del bronzo al basso medioevo, benché il suo principale periodo di vita sia stato l'età del ferro.Le caratteristiche di questo sito particolare necessitavano di una ricognizione topografica dettagliata, associata all'uso della magnetometria, della resistività e di un programma di campionatura geochimica. I risultati di simili approcci hanno gettato nuova luce sull'organizzazione spaziale del pianoro di Vignale. Inoltre, i dati sono stati integrati con quelli raccolti in passato sulla stessa Vignale da Raniero Mengarelli tra il 1895 e il gennaio del 1896. Le evidenze emerse, insieme al riesame delle terrecotte raccolte sul sito, suggeriscono che a Vignale si trovasse uno dei santuari falisci principali di Falerii Veteres e che esso si sia sviluppato tra il V e il III secolo a.C.
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Bini, Emanuela. "L'inclusione degli alunni disabili migranti. Progettualità educativa e approcci pedagogici." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 255–69. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9451.

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Abstract:
Nel campo dell'educazione la prospettiva inclusiva diventa più complessa quando la disabilità e la migrazione sono connesse. L'aumento del numero di alunni disabili migranti nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria invita a riflettere sugli strumenti necessari per supportare il lavoro degli insegnanti e degli esperti del sistema socio-sanitario chiamati a collaborare nel lavoro di rete per definire il progetto di vita del soggetto disabile. Considerato il numero esiguo di ricerche sul tema, utili indicazioni emergono dai principali studi italiani che hanno individuato strategie e risorse efficaci per attivare interventi inclusivi per gli alunni migranti con certificazione di disabilità ai sensi della Legge 104/92 e per le loro famiglie. Il presente contributo, incentrato sulla rassegna delle principali ricerche condotte in Italia, è finalizzato a stimolare la riflessione sulla progettualità educativa e sugli orientamenti pedagogici. Secondo l'autrice, la presenza degli alunni disabili migranti rappresenta una sfida educativa intesa come occasione per leggere la complessità del presente e per costruire la scuola inclusiva di oggi e di domani
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Patera, Salvatore. "La cultura come progetto educativo di una narrazione complessa." Revista de estudios socioeducativos RESED, no. 4 (2016): 143–55. http://dx.doi.org/10.25267/rev_estud_socioeducativos.2016.i4.12.

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Onnis, Luigi, Marco Bernardini, Antonella Leonelli, Dario Cafagna, Roberta Cherubini, Domenico Ardito, Alessandra la Marca, Cristina D'Onofrio, and Marta Fajanesi. "Un approccio sistemico ai disturbi di panico. Protocollo di una ricerca sperimentale." PSICOBIETTIVO, no. 3 (November 2011): 55–71. http://dx.doi.org/10.3280/psob2011-003004.

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Abstract:
Il presente lavoro discute la dimensione psicopatologica dei disturbi di panico (DP) e ne approfondisce gli aspetti legati alla ricerca clinica. Propone, poi i DP in una prospettiva sistemica come fenomeni complessi, analizzandone le componenti socio-culturali, individuali e familiari. In ultimo viene proposto un progetto di ricerca dedicato ai DP che valuta l'opportunitŕ di un approccio integrato, tale intervento viene confrontato con l'usuale intervento psicofarmacologico.
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Mela, Sara. "Reti d'impresa e beni collettivi locali per la competitivitŕ: il marchio Monferr.aLto." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 97 (May 2012): 11–24. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-097002.

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Abstract:
L'articolo analizza un progetto realizzato dallo spin-off dell'Universitŕ del Piemonte Orientale, finalizzato a dar vita a una rete d'imprese del comparto agroalimentare, alla luce di alcuni strumenti concettuali: quello di rete d'impresa e di beni collettivi locali per la competitivitŕ. L'autrice mette in luce le caratteristiche dei beni collettivi prodotti dalla rete, il ruolo svolto dallo spin-off e le ricadute del progetto sulla competitivitŕ complessiva del sistema territoriale.
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Balducci, Alessandro. "Il progetto Fragilità Territoriali." TERRITORIO, no. 91 (June 2020): 19–21. http://dx.doi.org/10.3280/tr2019-091002.

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Abstract:
Il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano è tra i dipartimenti italiani finanziati dal Ministero dell'Università e della Ricerca per il periodo 2018-2022 nell'ambito dell'iniziativa ‘Dipartimenti di Eccellenza'. Per il quinquennio, il dastu si è impegnato a esplorare i processi articolati e plurali di fragilizzazione del rapporto tra spazio e società. Un primo lavoro, presentato in questo servizio, è una descrizione di alcune declinazioni della fragilità territoriali a partire dalle diverse angolazioni dalle quali il tema è affrontato in 16 diverse linee di ricerca. L'obiettivo di questo lavoro è stato quello di aprire un dialogo sulle definizioni che consentisse di costruire una prima base - un lessico comune - per lo sviluppo di questo complesso programma di ricerca.
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Sampietro, Marco. "Adattare il Project Management in funzione della complessità dei progetti." PROJECT MANAGER (IL), no. 13 (March 2013): 37–40. http://dx.doi.org/10.3280/pm2013-013009.

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Coppetti, Barbara. "Strategie del progetto architettonico, urbano e ambientale nel margine ovest di Milano." TERRITORIO, no. 59 (November 2011): 64–65. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-059010.

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Abstract:
La necessitŕ di fermare in questa raccolta di testi e progetti lo stato della ricerca in un particolare momento č indotta dalla consapevolezza della condizione di temporaneitŕ che caratterizza la ricerca scientifica: essa in ogni fase e ad ogni passaggio non puň che porsi l'obiettivo di superare se stessa. Un processo che si sviluppa nel tempo mediante la ricomposizione dei materiali, il loro continuo aggiornamento, correzione e attribuzione di senso, fissato con gli scritti che seguono come provvisoria tappa di un percorso complesso.
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Romano, Titti, and Roberto Serpieri. "La leadership educativa nel sistema scolastico italiano: tra istituzioni e competenze." Swiss Journal of Educational Research 28, S (December 1, 2006): 77–102. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.28.s.4758.

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Abstract:
L’obiettivo di questo articolo è fornire una lettura della leadership educativa attra- verso una prospettiva che permetta di vedere la leadership come una «competenza emergente» (duratura, autonoma ed indipendente), esito della complessa relazione tra individuo e contesto (Archer). Il leader educativo non è nient’altro che un soggetto competente capace di monitorare riflessivamente (conversazioni interne) sé stesso (desideri, passioni, progetti) e i vincoli e le risorse istituzionali. La chiave di lettura proposta sarà applicata per l’analisi di uno studio di caso: da un lato, un contesto istituzionale (il sistema scolastico italiano) travolto da un processo di riforma che sol- lecita i leader all’assunzione di nuove competenze (dirigenza scolastica), dall’altro, un leader educativo con una lunga carriera professionale alle spalle. Le competenze di leadership emergeranno da questa complessa relazione tra elementi che si condi- zionano senza né fondersi (ontologia della prassi) né determinarsi (riduzionismo), in quanto irriducibili (secondo il realismo critico archeriano).
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Graci, Giuseppe. "La complessitŕ: nuove metriche per l'analisi e la gestione dei progetti." PROJECT MANAGER (IL), no. 4 (December 2010): 10–16. http://dx.doi.org/10.3280/pm2010-004005.

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Cavalieri, Lorena, Cinzia Cimmino, and Ruggiero Daniele Russo. "Costruire progetti terapeutici con le famiglie immigrate: la complessa ricomposizione di un puzzle." TERAPIA FAMILIARE, no. 116 (March 2018): 75–97. http://dx.doi.org/10.3280/tf2018-001005.

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Volpi, Irene. "Il Corpus Rhythmorum Musicum Opportunità e prospettive di una edizione critica digitale." Revista de Poética Medieval 33 (December 31, 2019): 99–120. http://dx.doi.org/10.37536/rpm.2019.33.0.69092.

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Abstract:
Il Corpus Rhythmorm Musicum (CRM) è un progetto ideato da Francesco Stella, che dà edizione critica dei rhytmhi – poesie latine medievali basate su un principio sillabico e accentuativo – che siano prodotti dal quarto al nono secolo e provvisti di almeno una melodia attestata nella tradizione manoscritta. A seguito della pubblicazione del primo volume e del CD-ROM (Firenze, SISMEL, Edizioni Del Galluzzo, 2007), contenenti canti di tradizione non liturgica, Luigi Tessarolo ha riprogrammato il database per il web nel 2011. Nel database, liberamente accessibile online (<http://www.corimu.unisi.it/>), per ogni rhythmus, oltre all’edizione digitale di poesie e musiche (curate da S. Barrett), è possibile visualizzare: tutti i manoscritti collazionati e le loro descrizioni; le trascrizioni di poesie e melodie nei diversi testimoni (insieme a quelle alfanumeriche e alle esecuzioni musicali dirette da G. Baroffio, curatore del reperimento delle trascrizioni moderne); le schede con il profilo storico, letterario ed ecdotico, quelle su versi e lingua. Da esse derivano le tavole linguistiche di C. Cenni, F. Sivo, P. Stoppacci e le statistiche lessicali, un repertorio delle forme ritmiche curato da E. D’Angelo e C. Pérez González e un menù di ricerca che permette di porre domande complesse al database. Si presentano in questa sede le possibilità d’analisi offerte dal CRM e si indaga sul ruolo svolto dall’elemento melodico nella formazione di questi componimenti. S’indicano, infine, alcuni studi sorti grazie al database, nonché i progetti in corso: l’edizione dei rhythmi computistici – su calendario, astronomia e metodo per calcolare la data della Pasqua – e gli inni ritmici.
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Pertot, Gianfranco, and Gian Paolo Treccani. "Mentalità stratigrafica e progetti per la conoscenza e per la conservazione." Arqueología de la Arquitectura, no. 1 (December 30, 2002): 131. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2002.11.

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Abstract:
Gli autori presentano i risultati più significativi di una ricerca svolta presso le Università di Milano e di Brescia, nell’ambito dei corsi di Restauro architettonico. Fra i principali obiettivi dello studio e delle esperienze didattiche correlate vi è il tentativo non solo di utilizzare le procedure dell’archeologia stratigrafica, per quanto utile e possibile, nella complessa serie di operazioni che segna la redazione di un progetto di conservazione e di riuso, ma di trasferirvi anche quella che si può definire come “mentalità stratigrafica”. In particolare considerando nuovi codici, quali le Interfacce di Fase e le Unità Stratigrafiche Associate. A corredo di queste argomentazioni vengono anche svolte alcune considerazioni in merito al cosiddetto “Restauro archeologico”
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Barbara, Sibilio Parri. "Uno strumento di gestione del patrimonio culturale: il caso dei siti UNESCO." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (January 2012): 307–33. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-002006.

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Abstract:
I siti inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale posti sotto la tutela dell'UNESCO sono caratterizzati dalla presenza di un ricco patrimonio culturale immerso in un ambiente naturale e/o in localizzazioni urbane di alta qualitŕ. In ognuno di essi gli operatori sono impegnati nella progettazione, prima, e nella realizzazione, poi, di un processo di valorizzazione, processo particolarmente complesso per piů motivi. Per affrontare questa complessitŕ e superare le difficoltŕ che ne derivano puň risultare efficace l'attivazione di un processo di pianificazione, programmazione e controllo. In questa direzione si č mosso il nostro Paese - ma non solo - rendendo obbligatorio, con la legge 77 del 20 febbraio 2006, la redazione del Piano di Gestione il cui obiettivo primario č quello di "garantire l'identificazione, la tutela, la conservazione, la valorizzazione e la trasmissione alle generazioni future del patrimonio". In sostanza, il Piano di gestione č proposto come uno strumento di governo politico ed economico nel medio-lungo termine del sito, strumento che puň agevolare e guidare l'ideazione, la progettazione, l'attuazione e il controllo di progetti di tutela e valorizzazione del patrimonio. Il suo impiego si č tradotto prevalentemente nella programmazione di iniziative culturali di tutela e conservazione affiancate da azioni di valorizzazione, per lo piů a breve termine, con un apprezzabile impatto economico sul territorio. La sensazione che si ricava dall'osservazione della realtŕ č che ancora manca la capacitŕ e la sensibilitŕ di utilizzare il Piano di gestione in modo adeguato: non č stata formulata una pianificazione che coniughi nel lungo termine le tante dimensioni interessate e non č compresa la sua natura di meccanismo operativo. Sembra che la sua redazione sia effettuata soprattutto per adempiere ad un obbligo normativo.
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Dezio, Catherine, and Antonio Longo. "Bioregione come spazio di ricerca e progetto." TERRITORIO, no. 93 (January 2021): 13–20. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093002.

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Abstract:
Il servizio propone una riflessione sulla natura esplorativa e progettuale del termine ‘bioregione'. Il campo d'indagine è la metropoli milanese, centro di un sistema di luoghi e paesaggi, relazioni tra produzioni e consumi, gestione di scarti ed energia. La prospettiva bioregionale, spesso legata a nuove ideologie e scuole, affinché non risulti una semplice modalità di identificazione accademica, richiede approcci pragmatici basati su azioni concrete; qui si parla di azioni rivolte al miglioramento della qualità agronomica e ambientale e della relazione tra produzioni, consumi e scarti. La lettura territoriale e paesaggistica del sistema bioregionale si offre come una prospettiva di lavoro e di ricerca imperfetta, ma utile alla comprensione di relazioni complesse, che permette di affrontare sfide ambientali e paesaggistiche riguardanti i territori contemporanei, nella valorizzazione delle risorse locali.
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Castorina, Maria Grazia. "Donne e violenza di genere. Apprendimenti da un'esperienza di teatro.. in formazione." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 2 (June 2010): 87–95. http://dx.doi.org/10.3280/mal2010-002007.

Full text
Abstract:
L'articolo riporta l'esperienza formativa di una rappresentazione teatrale utilizzata come strumento di apprendimento sulla violenza di genere e sugli esiti del trauma. La rappresentazione, creata ad hoc, viene proposta alla fine di un lungo e complesso percorso di formazione destinato a operatori sociali, psicologi, avvocati e a operatori della Giustizia Minorile. Il percorso di formazione fa parte di un piů ampio progetto, che mira a consolidare le realtŕ dei centri anti-violenza a supporto di minori e donne vittime di violenza e maltrattamento familiare.
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Annalinda Neglia, Giulia. "Progetti per il recupero culturale. Strategie per il paesaggio urbano storico della città antica di Aleppo." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 130 (April 2021): 105–22. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-130-s1007.

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Abstract:
Le distruzioni traumatiche che continuano a interessare i centri storici delle regioni mediorientali, ne hanno danneggiato la coerenza morfologica e sociale. Focalizzandosi sul recupero del paesaggio urbano nel suo complesso, questo scritto intende prospettare strategie progettuali per la rigenerazione della Citta antica di Aleppo basate su metodologie che coinvolgono la comunita locale nei processi di ricostruzione corale della societa urbana, delle case e del recupero degli spazi aperti.
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Sondel, Janusz. "PRAWO RZYMSKIE JAKO PODSTAWA PROJEKTÓW KODYFIKACYJNYCH W DAWNEJ POLSCE." Zeszyty Prawnicze 1 (January 27, 2017): 47. http://dx.doi.org/10.21697/zp.2001.1.03.

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Abstract:
Ił DIRITTO ROMANO QUALE BASE NEI PROGETTI DI CODIFICAZIONE NELL’ANTICA POLONIATra i diversi settori, ove si puó constatare l’influsso del diritto Romano sul diritto dell’antica Polonia, e necessario ricordare inanzi tutto l’utilizzo di questo diritto quale materia prima nei tentativi di codificazione del diritto polacco. Questi tentativi non diedero tuttavia grandi risultati, il che fece si che praticamente 1’unica codificazione compredente il complesso del diritto in Polonia, prima della sua spartizione, fossero costituiti dagli Statuti di Casimiro il Grande, risalenti alla metà del XIV secolo. Altre raccolte uffîciali erano solo un semplice riordino cronologico delle normative oppure comprendevano solamente un determinato settore del diritto o ad uno specifico territorio.In questa situazione, data la mancanza di codificazione uffîciali si diede importanza ai progetti elaborati, i quali venivano applicati nella prassi giuridica. In gran parte i loro autori erano persone con istruzione giuridica, lo si desume dalfinflusso del diritto romano sui loro elaborati. Questi influssi sono anche evidenti negli Statuti di Casimiro il Grande pur essendo molto più numerosi nei progetti di codificazione corne lus Polonicum Sigismundinum (I metà del XVI secolo) di Maciej Sliwnicki, il quale fondô il suo elaborato sul diritto romano, nonché nella raccolta posteriore, la cosidetta Correctura iurium. Numerosi elementi romanistici, li rilevano anche le opere di Bartlomiej Groicki, risalenti alla metà del XVI secolo, che vennero applicate nelle prassi delle città polacche, locate sul diritto di Magdeburgo nonché i progetti delle codificazioni délia Prussia. Tra questi ultimi mérita particolare attenzione Jus Culmense Revisum (1594), la quaîe è costituita da una raccolta di leggi dal ricco contenuto romanistico. Molti altri esempi dell’applicazione del diritto romano, compendenti le citazioni testuali délia Codificazione di Giustiniano, li possiamo trovare nel Codice di Anrzej Zamojski del 1778.
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Biasin, Chiara. "La costruzione di partnership scuola-università per facilitare la transizione degli studenti." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (July 2021): 63–78. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-2021oa12116.

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Abstract:
Questo contributo si propone di indagare modelli e forme relativi alla continuit&agrave; tra scuola superiore e accademia a partire dal concetto di transizione, tematizzato non come il semplice iter che lo studente compie dalla secondaria all'universit&agrave;, n&eacute; come quella serie di attivit&agrave; di preparazione, che iniziano l'ultimo anno della scuola secondaria e che terminano con l'inizio della prima annualit&agrave; universitaria. A partire dall'esperienza del progetto SUPER - Piani di Orientamento e Tutorato, questo contributo evidenzia l'importanza della partnership scuola-universit&agrave; nella co-progettazione e realizzazione di attivit&agrave; di orientamento e di programmi di tutorato learner-centred rivolti agli studenti superiori e universitari. A partire dalla lesson learned del progetto POT, la transizione scuola-universit&agrave; &egrave; qui inquadrata come processo complesso e multiforme di sviluppo e trasformazione che riguarda la vita e l'identit&agrave; dello studente ma pure le dimensioni istituzionali e pedagogiche che concernono le istituzioni scolastiche e accademiche.
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Besio, Mariolina. "Abitare in campagna. Un progetto normativo per il territorio, l'ambiente e il paesaggio." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 97 (February 2011): 48–60. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-097005.

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Abstract:
L'autore considera le forme abitative che si stanno diffondendo nei territori rurali. Rileva le emergenze ambientali che vi si sono manifestate negli ultimi decenni e il rinnovato interesse per il paesaggio. Prende atto che in urbanistica il territorio extraurbano č stato un tema di scarsa importanza e che gli strumenti disponibili non sono adeguati. Conclude, mettendo a fuoco principi, criteri e categorie di un progetto normativo in grado di governare i nuovi processi abitativi in modo complessivo e organico.
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Downes, Sophy. "Head of an athlete from Falerii Novi." Papers of the British School at Rome 73 (November 2005): 265–72. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003044.

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Abstract:
RELAZIONE DI SCAVO: TESTA DI UN ATLETA DA FALERII NOVIL'articolo presenta una testa scultorea di marmo trovata nel 1997 durante le ricognizione eifettuate a Falerii Novi nell'ambito del Progetto Valle del Tevere. La testa viene collocata nel genere delle sculture romane idealizzanti, e datata al I secolo a.C. grazie al confronto con altre statue ellenizzanti coeve. Si considera anche la scultura nel contesto storico di Falerii Novi e Veteres, in particolare le possibili origini falische della nuova città e si esaminano i dati degli scavi condotti nel sito nel XIX secolo per suggerire una possibile punto di ritrovamento e di esposizione nel teatro e nel complesso termale della città.
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Bonfantini, Bertrando. "Gli scarti possibili e necessari: il Rue come progetto strategico." TERRITORIO, no. 57 (June 2011): 70–75. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057009.

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Abstract:
Il Regolamento urbanistico edilizio non č il luogo della regola banale, ma concorre alla costruzione del progetto strategico per la cittŕ. La sua natura ‘statutaria' lo rende particolarmente sensibile alla consuetudine localmente radicata, e questo crea una tensione tra inerzia ed innovazione in un processo dagli esiti incerti, ben oltre la mera approvazione formale. L'articolo propone quattro passaggi: evidenzia il ruolo di snodo assunto dal Rue in rapporto al Psc e al Poc, ma soprattutto con i regolamenti di settore e complementi normativi di cui tenta il coordinamento; sottolinea come il Rue configuri un ‘palinsesto', nel complesso equilibrio tra regole che restano e regole nuove; si sofferma sui principali scostamenti che marcano lo scarto rispetto al passato; sostiene l'urgenza di una rinnovata efficacia del regolamento anche a costo di una temporanea minore efficienza.
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Purcell, Nicholas. "Atrium Libertatis." Papers of the British School at Rome 61 (November 1993): 125–55. http://dx.doi.org/10.1017/s006824620000996x.

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Abstract:
ATRIUM LIBERTATISLa tesi sostenuta in questo lavoro e' che il progetto del luglio del 54 a.C. per il quale Cicerone (Att. IV 16) usa l'Atrium Libertatiscome punto di riferimento non ha nulla a che fare con il Forum Iulium, e che il nome ‘Tabularium’ è un termine improprio per il grande complesso repubblicano al di sotto del Palazzo Senatorio. Conseguenza di tale problema è che un edificio estremamente importante resta senza conosciuta localizzazione, e uno dei principali monumenti della Roma repubblicana senza un nome. Alcuni indizi portano ad ipotizzare che il Palazzo Senatorio possa in realtà essere identificato con l'Atrium Libertatis. Le conseguenze di questa ipotesi sulla topografia storica dei centri del governo romano vengono esaminate.
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Simioli, Maria, and Michelangelo Russo. "Due tagli nella sostanza del mondo. Il Reno di Hölderlin e altri paesaggi contemporanei." Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no. 1 (July 26, 2021): 282–87. http://dx.doi.org/10.36253/rv-11390.

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Abstract:
Due tagli nella sostanza del mondo, Libria 2021, collana Paesaggio, è un agile pamphlet di 68 pagine di Roberto Pasini con note di Rahul Mehrotra e Peter Rowe. Il volume ricostruisce attraverso una sofisticata, attenta e mai scontata lettura critica del paradigma spaziale proposto da Walter Benjamin e delle sue molteplici interpretazioni, la trama di un discorso denso e complesso sul paesaggio, nel suo duplice valore estetico ed ecosistemico, e nella sua capacità di incidere sulla produzione dello spazio contemporaneo. Si sottolinea e si riafferma la centralità per il progetto, della costruzione di un modello spaziale per l’esplorazione, la descrizione e l’interpretazione della realtà, una lente interpretativa da cui traguardare il paesaggio.
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Gianecchini, Martina, Nicoletta Masiero, and Enrico Miatto. "Formazione professionale ed esiti occupazionali: un modello di valutazione e un'applicazione al Veneto." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 2 (November 2011): 111–33. http://dx.doi.org/10.3280/es2011-002011.

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Abstract:
L'articolo affronta il tema dell'inserimento occupazionale dei giovani in possesso di una qualifica professionale. Viene proposto un modello di valutazione della formazione professionale che considera tre prospettive: quella del mercato del lavoro (focalizzata sulla "qualitÀ" dell'inserimento occupazionale post-qualifica), quella del sistema formativo (centrata sull'efficacia e l'efficienza dell'ingresso) e quella dell'individuo (relativa alla percezione di utilitÀ delle competenze apprese e al livello di soddisfazione rispetto all'esperienza formativa nel suo complesso). Il modello č stato elaborato all'interno del progetto di ricerca nazionale biennale "Valutazione degli esiti e dell'impatto delle Politiche formative nell'ambito della formazione professionale" finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e coordinato da Ires, del quale vengono presentati una sintesi dei risultati con riferimento al Veneto.
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Lonardi, Giulia, Giovanni Bertin, Stefano Campostrini, Alberto Arlotti, Pirous Fateh Moghadam, and Francesca Russo. "La valutazione nella promozione dell'attivitŕ motoria." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 50 (December 2012): 73–107. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-050006.

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Abstract:
L'inattivitŕ fisica č associata ad una serie di malattie croniche, che interessano la popolazione. I dati sono allarmanti e numerosi Stati hanno attivato politiche di promozione alla salute concernenti l'attivitŕ motoria, usufruendo di un approccio di tipo interdisciplinare. La ricerca valutativa, a questo proposito, sta sviluppando metodologie per intervenire in situazioni di complessitŕ e multi-settorialitŕ. Il presente contributo descrive un progetto di valutazione di programmi di promozione dell'attivitŕ motoria attivi in tre realtŕ regionali italiane: Veneto, Emilia-Romagna e Provincia Autonoma di Trento. Il processo valutativo attivato in ciascun caso regionale, rappresenta una particolare strategia valutativa che ha tenuto in considerazione gli obiettivi e il contesto territoriale di ogni programma di promozione, coinvolgendo gli stakeholders e impostando un lavoro nell'ottica della sostenibilitŕ futura. Il progetto valutativo proposto si presenta come un contributo allo sviluppo di modalitŕ e strumenti operativi efficienti e sostenibili nel campo della valutazione di programmi di promozione della salute.
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Salizzoni, Emma. "Paesaggi della strada in pandemia: progetti per l’emergenza e oltre." Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no. 1 (July 26, 2021): 218–41. http://dx.doi.org/10.36253/rv-10157.

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Abstract:
Sin dai primi mesi della pandemia è risultato chiaro come, per far fronte all’emergenza sanitaria, i futuri scenari urbani avrebbero dovuto prevedere significative innovazioni in tema di mobilità e di progetto del paesaggio stradale. L’emergere delle istanze connesse al distanziamento sociale e al contingentamento dei mezzi pubblici hanno portato diverse città a prevedere sistemi di mobilità sostenibile in grado di contrastare una incontrollata crescita nell’uso del mezzo privato. Al contempo, si è guardato con rinnovato interesse alla strada come spazio in grado di supplire alla carenza di aree aperte pubbliche di prossimità, emersa in diversi contesti urbani a seguito delle misure di limitazione agli spostamenti. L’interpretazione della strada come paesaggio complesso, in grado, soprattutto all’interno di tessuti urbani densi, di assolvere a funzioni non solo di mobilità, ma anche sociali ed ecologiche è stata pertanto posta alla base di diverse sperimentazioni progettuali, in Italia e all’estero. Questo articolo riporta e discute alcune iniziative di ridisegno del paesaggio stradale urbano, innescate dalla contingenza pandemica, attualmente in corso a Torino, città tra le più colpite dalla prima come dalla seconda “ondata”. La lettura di queste esperienze, oltre a gettare luce su una realtà locale in fieri e non scontata in una città tradizionalmente “auto-centrica”, apre a riflessioni più generali sul ruolo della crisi, non solo sanitaria, come effettivo motore di innovazione urbana e su obiettivi e modi del progetto di paesaggio per la strada nella contingenza pandemica e oltre.
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Acanfora, Paolo. "Aldo Moro «politico dossettiano». Problemi storiografici e percorsi di ricerca." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (December 2010): 81–104. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-002005.

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Abstract:
Il saggio analizza lo stato della produzione storiografica su Aldo Moro nei primi anni della sua attivitŕ politica all'interno della Democrazia cristiana. Evidenziandone i limiti e valutando contemporaneamente la documentazione d'archivio esistente, l'autore individua e suggerisce nuovi possibili percorsi di ricerca finalizzati alla comprensione della personalitŕ religiosa, intellettuale e politica dello statista democristiano. Indagando l'articolato e complesso rapporto instauratosi con il gruppo legato alla figura di Giuseppe Dossetti č possibile ricostruire il processo che ha portato Moro verso la piena accettazione delle ragioni profonde della politica degasperiana e a presentarsi come l'espressione di una sintesi di idee, progetti e culture politiche diverse. La peculiaritŕ della formazione morotea, la problematica «appartenenza dossettiana» iniziata con la comune ed intensa esperienza costituente, il superamento della frattura tra dossettismo e degasperismo costituiscono le tappe di un percorso solo parzialmente analizzato sul quale č necessario aprire una nuova stagione di studi.
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Romanelli, Donatella. "Quadri clinici di interesse oculistico correlati alla disabilitŕ." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 101–6. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003017.

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Abstract:
L'ipovisione nel contesto di disabilitŕ cognitiva o di pluriminorazione, che rappresenta un serio ostacolo al recupero e alla realizzazione delle potenzialitŕ del bambino, si osserva frequentemente nei casi di paralisi cerebrale infantile e di ritardo mentale. Le cause piů frequenti di ipovisione in questa tipologia di soggetti sono la leucomalacia periventricolare, la retinopatia del pretermine, l'atrofia ottica, la cataratta congenita nelle patologie cromosomiche o sistemiche, le distrofie retiniche ereditarie, le maculopatie. I trattamenti riabilitativi sono, in questi casi, particolarmente complessi perché richiedono sia interventi di natura propriamente visiva sia apporti destinati ad evitare che il deficit visivo impedisca la maturazione di altre funzioni, con particolare riguardo a quelle cognitive. Occorre quindi una stretta e costante collaborazione tra le strutture sanitarie che si occupano degli esami specialistici e degli eventuali interventi chirurgici, i servizi di riabilitazione e l'équipe che redige e controlla il progetto riabilitativo.
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Bianchi, Giovanna. "Tecniche costruttive e forme di potere nella Toscana sud-occidentale (secc. VIII-XIV)." Arqueología de la Arquitectura, no. 4 (December 30, 2005): 47. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2005.75.

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Abstract:
Nell’articolo si tratta l’analisi delle tecniche murarie desunta da dati provenienti da ampi progetti di indagine archeologica svolti in ambito rurale nella Toscana occidentale dalla metà degli anni Novanta dello scorso secolo ad oggi. Nel testo si esaminano i cambiamenti dei modi di edificare a partire dall’edilizia in legno dei primi abitati di altura di VII-VIII secolo, sino agli insediamenti più strutturati di seconda metà VIII e IX secolo, caratterizzati da un primo uso della pietra e dalla presenza di maestranze specializzate. In seguito si analizza la più complessa organizzazione del cantiere propria della costruzione dei castelli di XI e XII secolo in rapporto ai poteri politici ed economici delle nascenti signorie territoriali. Un differente uso delle tecniche costruttive caratterizza la successiva formazione di nuovi borghi tra XIII e XIV secolo, spesso impiantati sui preesistenti castelli, legati ai locali organismi comunali, soggetti all’influenza politica ed economica di Pisa in questo territorio.
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Carbonai, Davide. "Valutare il networking. Note di studio sul partenariato sociale." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 43 (February 2010): 15–26. http://dx.doi.org/10.3280/riv2009-043003.

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Abstract:
Le pratiche di partenariato si definiscono anche nell'insieme delle relazioni che intercorrono tra attori sociali, nella condivisione di strategie di governance e nella collaborazione all'interno di uno o piů gruppi di lavoro; č anche attraverso le molte tecniche in uso nell'analisi delle reti sociali che questa intensa attivitŕ relazionale - networking - č osservabile, misurabile, oggetto di valutazione. L'utilizzo di queste tecniche contribuisce, nel suo complesso, a migliorare gli strumenti di valutazione delle pratiche di networking, monitorare le attivitŕ di un gruppo di lavoro (in itinere), la creazione e l'estensione delle reti del partenariato, la loro sostenibilitŕ nel tempo (ex post). Si discutono cosě i principali risultati di una serie di esperimenti condotti su cinque distinti gruppi di lavoro (per cinque diversi progetti di partenariato Equal). L'obiettivo di questo studio č quello di fornire ai partenariati sociali alcuni spunti di riflessione, strumenti di monitoraggio e valutazione, soluzioni ed esperienze utili ad indirizzare la discussione sugli aspetti piů concreti ed operativi (e, quindi, su soluzioni innovative).
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De Pasquale, Andrea. "I-Tal-Ya books: il censimento digitale dei libri ebraici d’Italia. Un progetto di cooperazione dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, della Biblioteca nazionale centrale di Roma e della Biblioteca nazionale di Israele." DigItalia 15, no. 2 (December 2020): 106–16. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00018.

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Abstract:
Si presenta il progetto recentemente denominato I-Tal-Ya books, iniziato nel 2018, realizzato dall’Unione delle Comunità ebraiche italiane (UCEI) come capofila, con la partnership della Biblioteca nazionale centrale di Roma (BNCR), della Biblioteca nazionale di Israele (NLI) e della Rothschild Foundation Hanadiv Europe (RFHE) che ha garantito il supporto finanziario. L’obiettivo è la realizzazione di un censimento, in un database bilingue, di tutti i volumi presenti nelle biblioteche italiane, dalle origini della stampa ebraica fino al 1960, utilizzando come riferimento il catalogo della NLI per la trascrizione ebraica e il sito Worldcat della Library of Congress, per la traslitterazione in caratteri latini. Ai dati bibliografici si aggiungono anche quelli di esemplare (segnalazioni di marginalia, censure, note di possesso, legature di pregio) e la localizzazione. I volumi inoltre sono digitalizzati nelle pagine principali e più significative. Tutte le informazioni sono allocate nella teca digitale della Biblioteca nazionale centrale di Roma, opportunamente adattata. Si prevede che l’intero progetto includerà un numero complessivo di 35.000 volumi di 14 comunità ebraiche e 25 istituzioni statali.
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Soavi, Gloria. "Le vittime di abuso sessuale online: percorsi di presa in carico." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 3 (February 2013): 31–51. http://dx.doi.org/10.3280/mal2012-003003.

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Abstract:
Il rischio di vittimizzazione connesso a internet e ai new media impone ai professionisti della cura di interrogarsi sulle strategie di trattamento delle vittime. Si tratta di adolescenti che, anche precocemente, usano attivamente il mezzo telematico e vengono adescati da predatori online e di bambini che vengono abusati, filmati o fotografati e messi in rete. L'abuso online, nelle sue varie forme, puň provocare le stesse conseguenze post-traumatiche della vittimizzazione sessuale, con l'aggravante che le immagini delle violenze, cristallizzate nel web, hanno un effetto dirompente sui vissuti posttraumatici. Scarse sono attualmente le esperienze che indichino percorsi di cura adeguati alla complessitŕ e diversitŕ delle situazioni; una sfida possibile č quella di adattare a questo fenomeno terapie consolidate per il trattamento del trauma, con progetti di ricerca che ne valutino l'efficacia.
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Dini, Roberto. "Nuovi sguardi sulla montagna. Elementi per il progetto alla grande scala." TERRITORIO, no. 56 (March 2011): 158–63. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056024.

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Abstract:
In quanto spazio ‘altro' le Alpi costituiscono un terreno di sperimentazione privilegiato per tentare di rispondere ad alcune domande centrali nel dibattito sulla pianificazione e sul progetto d'area vasta: dalle problematiche connesse alla patrimonializzazione del paesaggio, all'intreccio tra dato fisico e sociale, alla sostenibilitŕ ambientale, alla tutela del patrimonio storico e ambientale. Č fondamentale ragionare su modalitŕ di trasformazione in grado di tenere assieme immagini, progettualitŕ, dinamiche di natura differente, al fi ne di generare ‘territori abitati' nella complessitŕ dei loro valori. Anche nel contesto alpino emerge la necessitŕ di una riflessione intorno al tema dell'architettura alla grande scala, nell'incrocio tra strutturazioni insediative, morfologie del substrato territoriale con l'insieme delle pratiche dell'abitare e delle politiche di sviluppo locale.
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van Meerhaeghe, Marcel A. G. "Protection of Competition in Belgium*." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 93–101. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345036.

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Abstract:
Abstract Le recenti leggi sulla concorrenza introdotte in alcuni Paesi europei sono basate sulle norme comunitarie. È questo il caso della legge italiana del 10 ottobre 1990 e del progetto di legge belga del 10 settembre 1990.In Belgio è in vigore la legge 27 maggio 1960 contro l’abuso di posizione dominante, mentre non hanno concluso l’iter parlamentare altri progetti di legge sulla politica della concorrenza elaborati successivamente.Pertanto, il testo da esaminare (confrontandolo con la legge italiana e anche con quella comunitaria) è il progetto di legge del settembre 1990.Un primo problema è dato dal fatto che il Trattato di Roma non definisce il concetto di «concorrenza». Questa lacuna caratterizza anche molte leggi nazionali, inclusa quella belga del 1960, che contiene definizioni alquanto approssimative di «abuso» e di «posizione dominante». Il progetto di legge definisce solo tre concetti: «undertaking», «posizione dominante” e «ministro». Neppure la legge italiana fornisce definizioni.Il progetto di legge propone l’istituzione di un «Consiglio della concorrenza», con compiti sia di decisione circa attività anti-concorrenziali, sia di consultazione, di sua iniziativa o su richiesta del Ministro degli affari economici.Il consiglio è composto di dodici membri, di cui sei (compreso il presidente ed il vice-presidente) appartenenti alla magistratura ed altri sei designati sulla base della loro specifica competenza. Dodici membri supplenti sono designati sulla stessa base. Le nomine durano sei mesi e sono effettuate su deliberazione del Consiglio dei ministri. È facile immaginare che la Commissione sulla concorrenza sarà sottoposta a notevoli pressioni politiche. Inoltre, si prevede una commissione di consiglieri, rappresentanti le parti sociali, la cui consultazione ritarderà certamente le procedure.Il sistema previsto dalla legge italiana sembra preferibile, sia perché assicura una maggiore indipendenza dal potere politico, sia perché è più agile.Per quanto riguarda le operazioni di concentrazione, il progetto belga richiede una percentuale della quota di mercato (il 20%) che è inferiore a quella prevista dalla regolamentazione CEE (il 25%) ed inoltre il fatturato minimo richiesto, pari ad un miliardo di franchi belgi, appare eccessivamente basso, anche confrontato con quello della legge italiana, che è circa 15 volte più elevato e da commisurare ad un prodotto interno lordo cinque volte maggiore.Le procedure previste dal progetto belga (come, peraltro, anche quelle comunitarie) sembrano richiedere un eccessivo lavoro burocratico, anche a danno della riservatezza.Uno dei timori suscitati dalla regolamentazione comunitaria, attraverso le deroghe ai divieti di comportamento anticoncorrenziale, è quello di voler dar luogo a politiche industriali o sociali, piuttosto che ad una politica della concorrenza. In una parola, vi è il rischio che prevalga la «politica” vera e propria.Per quanto riguarda i rapporti tra normativa comunitaria e leggi nazionali, è possibile che ambedue siano applicate, purché non venga pregiudicata l’applicazione uniforme delle norme comunitarie.Le autorità nazionali possono vietare accordi rispetto ai quali la Commissione abbia dichiarato di non intervenire. Oltre a svolgere un ruolo di consulenza nei riguardi della Comunità, gli Stati possono inserirsi nel procedimento comunitario. Di fatto, per gli attori puo essere preferibile ricorrere alla magistratura, la quale può decidere il pagamento dei danni, anziché limitarsi ad imporre multe, come fa la Commissione.Con riferimento al sistema belga, si può dubitare che un Paese con un territorio così limitato possa regolamentare le concentrazioni, le quali sono già oggetto di normative comunitarie.Appare inoltre sorprendente, sia nel rapporto belga che nella legge italiana, l’assenza di norme che sopprimano il controllo dei prezzi.Poiché sia la legge italiana che il progetto belga si basano sulla normativa comunitaria, per fame una valutazione complessiva bisogna fare riferimento a quest’ultima, la quale si fonda sulla legislazione anti-trust statunitense che, tuttavia, negli ultimi anni e stata sottoposta a numerose critiche.Appare sempre piu di frequente che monopoli ed oligopoli non siano cosl preoccupanti come si pensava in passato. In particolare, un sistema oligopolistico può essere nella sua essenza concorrenziale.Non sembra quindi opportuno che, di fronte ad una revisione sostanziale di molte idee tradizionali in tema di funzionamento dei mercati, la Commissione e gli Stati membri accentuino il controllo delle concentrazioni.La politica comunitaria non sembra aver avuto un’evoluzione logica e coerente. In passato le concentrazioni mediante fusione venivano incoraggiate; dopo le si è considerate con diffidenza.Gli stessi concetti di «mercato rilevante», «pratiche concertate» e «posizione dominante” sono cambiati nel corso del tempo.Data l’ispirazione liberale del Trattato di Roma, la determinazione del «valore economico” dovrebbe essere lasciata al mercato, senza porsi il problema di identificare prezzi che siano «eccessivi». Anche per quanto riguarda gli accordi di distribuzione esclusiva, non sono chiari i danni che potrebbero conseguirne.In conclusione, le autorità nazionali farebbero meglio se cercassero d’influire sulla politica comunitaria della concorrenza piuttosto che adottarla senza i necessari approfondimenti.
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de Girolamo, Giovanni, Angelo Picardi, Giovanni Santone, Domenico Semisa, and Pierluigi Morosini. "8. Conclusioni." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 13, S7 (September 2004): 87–88. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000125.

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Abstract:
Non è semplice riassumere in poche conclusioni un complesso progetto di ricerca come il PROGRES, che ha consentito di raccogliere una gran mole di informazioni. Qui si cercherà solo di riassumere alcune osservazioni di carattere generale.Non esiste alcun semplice e chiaro metodo in grado di valutare in maniera affidabile il bisogno residenziale tra le popolazioni di pazienti con disturbi gravi in trattamento presso i DSM; questo fatto è una delle ragioni che sono all'origine della dimostrata marcata variabilità nei tassi di posti-letto in SR tra regioni, o aree diverse; questi tassi sono poi a loro volta largamente determinati e condizionati da pattern storici di sviluppo (Macpherson et al., 2004).Per risolvere questo problema, dovrebbe essere adottata una prospettiva di ‘sistema’ che consenta di mettere a punto un sistema ben coordinato, chiaramente finalizzato ed efficiente, volto a erogare soluzioni residenziali appropriate (Shepherd, 1998).
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