Academic literature on the topic 'Protesi di arto superiore'

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Journal articles on the topic "Protesi di arto superiore"

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Mobilio, N., and S. Catapano. "Riabilitazione dell’arcata superiore con protesi parziale rimovibile e sistemi di ritenzione adesivi: un caso clinico." Italian Oral Surgery 11, no. 5 (December 2012): 255–59. http://dx.doi.org/10.1016/j.ios.2011.10.001.

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Lee, J. M., J. H. Jeon, I. S. Moon, and J. Y. Choi. "Benefits of active middle ear implants over hearing aids in patients with sloping high tone hearing loss: comparison with hearing aids." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 3 (June 2017): 218–23. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1146.

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Abstract:
In questo studio retrospettivo, abbiamo confrontato i benefici oggettivi e soggettivi degli impianti attivi dell’orecchio medio (AMEI) rispetto alle tradizionali protesi acustiche (HA) nei pazienti con perdita dell’udito per le frequenze acute. Trentaquattro pazienti con ipoacusia neurosensoriale sono stati trattati con l’impianto di AMEI. Tra questi, sei avevano un audiogramma “in discesa” con perdita dell’udito per le frequenze acute, ed avevano usato per più di sei mesi HA. È stata quindi eseguita una valutazione oggettiva, tramite l’audiometria tonale e il test di riconoscimento delle parole, una versione coreana del “Hearing in Noise Test” (K-HINT), ed una valutazione soggettiva tramite il seguente questionario: Abbreviated Profile of Hearing Aid Benefit (APHAB). I pazienti sono stati sottoposti ai suddetti test in tre occasioni distinte: 1) prima della chirurgia, senza protesi; 2) prima della chirurgia, con HA; 3) tre mesi dopo l’impianto di AMEI. Il guadagno medio per le alte frequenze (≥ 2 kHz) si è rivelato migliore con AMEI che con HA. Sebbene il risultato non ha raggiunto un livello di significatività statistica, gli impianti attivi dell’orecchio medio hanno mostrato un punteggio di riconoscimento delle parole superiore rispetto a HA. Ad ogni modo, il livello di comoda udibilità al quale il punteggio di riconoscimento delle parole è stato testato si è rivelato significativamente più basso con AMEI rispetto ad HA. Al K-HINT i pazienti con AMEI hanno mostrato un migliore riconoscimento rispetto ai risultati ottenuti con HA, sia in condizione di quiete sia di rumore. Gli score APAHB hanno rivelato che i pazienti erano più soddisfatti con AMEI. L’uso degli impianti attivi dell’orecchio medio in pazienti con perdita dell’udito per le frequenze acute ha permesso di ottenere risultati migliori rispetto all’utilizzo delle protesi tradizionali. Basandoci su questi dati, gli AMEI hanno offerto risultati oggettivi e soggettivi migliori, e pertanto, potrebbero rappresentare una valida alternativa per il trattamento delle ipoacusie con audiogramma in discesa.
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Gombi, Diego, Massimo Improta, and Rinaldo Sacchetti. "Le tecnologie che consentono ad una persona diversamente abile la gestione di un personal computer e l'ambiente domestico: l'esperienza del Centro Protesi Inail." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 92 (February 2011): 12–29. http://dx.doi.org/10.3280/sur2010-092002.

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Abstract:
Da oltre dieci anni il Centro Protesi INAIL (di seguito CPI), uno dei maggiori poli italiani per la progettazione, la realizzazione e l'applicazione di protesi, ortesi e ausili, ha inserito tra i suoi servizi quello della consulenza e della fornitura di ausili informatici e domotici. Questo servizio, nato da una sperimentazione in Emilia Romagna poi espanso a tutto il territorio Italiano attraverso l'area Ausili Informatici e domotici (AID), č rivolto principalmente a quegli utenti cui un infortunio sul lavoro ha causato gravi menomazioni fisiche, ed ha lo scopo di consentire all'utenza diversamente abile un completo controllo di un ambiente informatico e dell'ambiente domestico, sopperendo alle limitazioni imposte dall'infortunio con apparecchiature ad elevato contenuto tecnologico, o con l'utilizzo "speciale" di apparecchiature standard. La maggioranza dei casi trattati dall'AID riguarda utenti con limitata o assente mobilitŕ degli arti superiori (lesioni midollari alte parziali o complete, traumi da schiacciamento, lesioni neurologiche, esiti di amputazioni, ecc.); piů di recente la casistica si č arricchita di lesioni sensoriali (principalmente problemi a carico della vista), disturbi post traumatici del linguaggio (afasia, ecc.) e problematiche cognitive (solitamente unite a problematiche motorie in esiti di trauma cranico). Dopo una panoramica dei principali sistemi in commercio e delle procedure utilizzate dall'Inail per la fornitura degli ausili informatici e domotici saranno presentati alcuni casi studio ad esempio delle diverse tipologie di soluzioni per accrescere le potenzialitŕ di comunicazione e di autonomia dei diversi utenti disabili.
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Dissertations / Theses on the topic "Protesi di arto superiore"

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Pastore, Angela. "Progetto e sviluppo di una nuova unità di controllo per protesi di arto superiore a comando mioelettrico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13026/.

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Abstract:
Il seguente elaborato, che descrive il lavoro svolto nell’Area Ricerca e Formazione del Centro Protesi, illustra le varie fasi svolte per la progettazione e lo sviluppo di una nuova unità di controllo per protesi di arto superiore a comando mioelettrico. La trattazione è stata suddivisa in tre capitoli come di seguito riportato. Nel primo capitolo si fornisce un’introduzione sulle protesi di arto superiore e sulle loro possibili classificazioni, si approfondiscono le protesi a comando mioelettrico descrivendone singolarmente gli elementi strutturali e architetturali, e si descrivono le strategie di controllo alla base del funzionamento di questa tipologia di protesi. Nel secondo capitolo vengono trattati i materiali e i metodi utilizzati per lo sviluppo del progetto dell’unità di controllo protesica. Si analizzano le varie fasi del lavoro partendo dalla scelta dei componenti, passando alla realizzazione dello schema elettrico e del layout, attraverso Altium Designer, e giungendo infine alla programmazione della scheda, tramite Code Composer Studio, per testarne le periferiche ed il funzionamento complessivo. Il terzo capitolo espone i risultati ottenuti, con alcune considerazioni sugli sviluppi futuri del lavoro, e le conclusioni.
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Pirani, Matteo. "Studio e sviluppo di un prototipo di un meccanismo per l'azionamento di una mano protesica cinematica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6955/.

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Abstract:
Lo studio si prefigge di verificare la fattibilità di un nuovo meccanismo per l'azionamento di una mano protesica e inoltre di costruirne un prototipo. Questo nuovo meccanismo andrebbe a sostituire le molle azionate da tiranti delle attuali protesi cinematiche, evitando all'amputato vistosi movimenti del corpo atti ad azionare la mano protesica. Tramite confronto tra le forze calcolate tramite modellazione del meccanismo e quelle realmente fornite dal paziente, si può dichiarare che il meccanismo funziona correttamente. Il prototipo costruito inoltre rispetta i vincoli dimensionali che deve avere una protesi per arto superiore.
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Marasco, Rita. "Progettazione e sviluppo di una scheda elettronica per il controllo evoluto di protesi di arto superiore mioelettriche." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17542/.

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Abstract:
L’assenza congenita o la perdita traumatica dell’arto superiore implicano l’incapacità di compiere una vasta gamma di movimenti essenziali per lo svolgimento di attività quotidiane, lavorative e sportive e, per questa ragione, costituiscono le principali cause per cui si ricorre alla protesizzazione. Tra quelle attualmente disponibili, le protesi mioelettriche permettono un controllo più naturale e immediato: servendosi di sensori superficiali attivi per rilevare i segnali elettromiografici e sfruttando come strategia di controllo la Pattern Recognition, è possibile riprodurre un maggior numero di movimenti rispetto alle altre protesi. L’utilizzo di questa tecnologia nelle protesi allestite per pazienti amputati a livello prossimale di braccio, che si sono sottoposti all’intervento di Targeted Muscle Reinnervation (TMR), mostra un ulteriore miglioramento nel controllo del dispositivo, dal momento che vengono utilizzati i segnali provenienti da muscoli reinnervati con nervi che in origine controllavano i movimenti del braccio amputato. In questo contesto, il presente lavoro di tesi, svolto presso il Centro Protesi INAIL di Vigorso di Budrio, si pone l’obiettivo di realizzare una scheda elettronica, chiamata EMG Master, che costituisce l’unità di controllo di un’architettura elettronica distribuita, composta da 5 unità slave (mano, polso, gomito, spalla e gestione dell’alimentazione), e di sviluppare il firmware con cui programmare il microcontrollore dell’EMG Master, che gestisce i segnali provenienti dai sensori sEMG e comunica con le schede per l’azionamento delle articolazioni protesiche.
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Caminati, Raffaele <1982&gt. "Studio Concettuale, Progettazione e Realizzazione di un Nuovo Rotatore Omerale per Protesi Mioelettriche di Arto Superiore." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2788/.

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Abstract:
L’attività della tesi riguarda le protesi mioelettriche, gli arti protesici maggiormente diffusi, le quali sono descrivibili come arti robotici in cui i segmenti artificiali sono attuati da giunti elettromeccanici alimentati da batterie ricaricabili ed attivati mediante segnali elettromiografici (segnali elettrici generati dalla contrazione dei muscoli). Tali protesi di arto superiore attualmente disponibili in commercio potrebbero essere inadeguate per una riabilitazione soddisfacente di alcuni pazienti con una amputazione di alto livello che richiedono una elevata funzionalità nella vita quotidiana. In questo contesto si inserisce l’attività di ricerca del Centro Protesi INAIL di Budrio di Vigorso, Bologna, e dell’Università di Bologna i quali stanno sviluppando nuovi arti protesici con il progetto a lungo termine di rendere disponibili svariate soluzioni di protesi di arto superiore in grado di soddisfare la maggior parte delle richieste degli amputati. Lo scopo di questa tesi è l’introduzione di un nuovo rotatore omerale attivo da integrare alla protesi di arto superiore disponibile presso i nostri laboratori. Per ottenere questo risultato è stata utilizzata una procedura di progettazione già consolidata in attività precedenti per lo sviluppo di una protesi di spalla a due gradi di libertà. Differenti modelli cinematici sono stati studiati tramite analisi cinematiche per determinare l’incremento delle prestazioni a seguito dell’introduzione del nuovo rotatore omerale attivo. Sono state inoltre condotte analisi cinetostatiche per definire le specifiche tecniche di riferimento (in termini di carichi agenti sul rotatore omerale) e per guidare il dimensionamento della catena di trasmissione di potenza del nuovo dispositivo protesico. Ulteriori specifiche tecniche sono state considerate per garantire l’irreversibilità spontanea del moto sotto carichi esterni (quando i giunti attivi della protesi non sono alimentati), per salvaguardare l’incolumità del paziente in caso di caduta, per misurare la posizione angolare del rotatore omerale (in modo da implementare strategie di controllo in retroazione) e per limitare i consumi e la rumorosità del dispositivo. Uno studio di fattibilità ha permesso la selezione della architettura ottimale della catena di trasmissione di potenza per il nuovo rotatore omerale. I criteri di scelta sono stati principalmente la limitazione del peso e dell’ingombro del nuovo dispositivo protesico. Si è quindi proceduto con la progettazione di dettaglio alla quale è seguita la costruzione di un prototipo del nuovo rotatore omerale presso i nostri laboratori. La tesi tratta infine una attività preliminare di sperimentazione che ha permesso di fare considerazioni sulle prestazioni del prototipo ed osservazioni importanti per le successive attività di revisione ed ottimizzazione del progetto del rotatore omerale.
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Ferrari, Rubens. "Studio di fattibilità di un gomito protesico attivo a struttura mono-assiale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20255/.

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Abstract:
In questo elaborato si descrive l’attività di design di un’articolazione di gomito ad azionamento mioelettrico, progetto nato da una collaborazione con IIT. L’obiettivo è stato quello di creare un meccanismo in cui tutti le parti d’assieme fossero disposte lungo l’asse di rotazione così da ridurre gli ingombri e il peso rispetto alle altre soluzioni attualmente disponibili, fattori che aumentano il bacino dei pazienti potenzialmente trattabili. L’attività si è concentrata sull’ideazione di un prototipo funzionale completo di tutti i componenti per valutare le criticità e i punti di forza del sistema e aprire la strada a un futuro lavoro di ottimizzazione. Nel primo capitolo si introduce il concetto di protesica dell’arto superiore, descrivendo prima l’anatomia e la biomeccanica dell’arto sano per poi focalizzarsi sulla classificazione delle protesi, e in particolare di quelle mioelettriche. Nel secondo capitolo vengono spiegati i metodi utilizzati in fase di progettazione dell’articolazione protesica di gomito, si analizzano i razionali dello studio di fattibilità iniziale, vengono definite le specifiche tecniche da ottenere e si descrivono le parti progettate per completare l’assieme del meccanismo. Nel terzo capitolo vengono illustrati i risultati della progettazione tramite un’analisi del funzionamento del gomito assemblato. Nel quarto capitolo trovano spazio le conclusioni e i possibili sviluppi futuri.
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Maltoni, Stefano. "Ottimizzazione di un'unita di controllo per protesi mioelettrica di arto superiore e confronto prestazionale tramite programmable automation controller e motion capture." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8931/.

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Abstract:
Con il passare degli anni le tecnologie nel campo delle protesi mioelettriche di arto superiore stanno compiendo sempre più passi in avanti. In questo elaborato di tesi si darà un iniziale introduzione sulla protesica di arto superiore cercando di coprire tutte le possibili tipologie di protesi, prestando particolare attenzione agli arti artificiali mioelettrici. Gli scopi di questo studio sono in prima analisi una miglioria dell'unità di controllo di una protesi comandata da segnali elettromiografici di superficie, tramite l'utilizzo del nuovo IDE della Microchip (MPLAB X). In seconda analisi, invece, si attuerà un confronto prestazionale a livello di consumo in corrente di un prototipo di protesi mioelettrica nata dalla sinergia tra l'azienda "Selex ES" e il "Centro Protesi INAIL di Vigorso di Budrio". Per questo studio ci si è serviti di stereofotogrammetrica per la determinazione delle grandezze meccaniche, mentre tramite un sistema PAC si è riusciti ad ottenere specifiche grandezze elettriche. Lo studio ha portato, a livello di Firmware, l'inserimento del giusto comando di attuazione di un servofreno comandato in corrente e l'introduzione di una particolare modalità a basso consumo che consente un risparmio energetico di circa il 60% rispetto alla vecchia modalità. Discorso diverso per i risultati del confronto prestazionale che non ha portato ai risultati sperati in fase di progetto.
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Pierantoni, Luca. "Sviluppo di un protocollo di comunicazione su modulo wireless finalizzato alla realizzazione delle funzioni di monitoraggio e parametrizzazione per strategie di controllo standard e avanzate in protesi di arto superiore attive." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Abstract Il presente elaborato descrive il lavoro di tesi svolto presso il Centro Protesi INAIL di Vigorso di Budrio, che si è sviluppato all’interno di un progetto per la prototipazione di una protesi attiva di arto superiore con strategie di controllo standard e avanzate. Per facilitare le operazioni di modifica dei parametri della protesi, l’Area Ricerca del Centro ha ideato un protocollo per la comunicazione su modulo wireless, con l’intento di semplificare le operazioni più usate nell’ambito della prototipazione dei pazienti. Gli obiettivi di questo lavoro di tesi sono stati l’implementazione e la verifica del corretto funzionamento del protocollo attraverso la programmazione di un software in grado di utilizzare un dispositivo Bluetooth collegato al PC (o direttamente integrato in esso, come spesso accade) per comunicare con la protesi. Pensato anche per la gestione di diverse strategie di controllo, il protocollo Emtop è specifico per la trasmissione dati tra un dispositivo dotato di un’elettronica a microcontrollore e il PC, ed è stato implementato per un prototipo in fase di sviluppo comprendente quattro giunti: spalla – gomito – polso – mano. La struttura dell’elettronica che gestisce la protesi è di tipo distribuito e, in particolare, l’implementazione del protocollo è stata realizzata per il master, poiché è questa la scheda prevista per potersi interfacciare con altri dispositivi. Il lavoro di tesi è stato così suddiviso: per primo si è implementato il protocollo in una libreria che è stata poi usata per realizzare il codice sorgente del firmware da caricare sul master. Si è poi verificato il corretto funzionamento del firmware con un modulo Bluetooth 2.0 e un software sviluppato in ambiente LabView™ in grado di poter inviare e ricevere dati interpretabili secondo il protocollo Emtop.
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Zanchini, Lorenzo. "Sviluppo di un meccanismo di irreversibilità del moto per articolazioni protesiche." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Le protesi di arto superiore necessitano di un sistema frenante che consenta di impedire movimenti indesiderati dell’articolazione, originati da forze esterne. Infatti, il freno consente di interrompere il movimento retrogrado dell’apparato, permettendo all’arto di mantenere la posizione imposta dal gruppo motore in maniera passiva ed automatica, senza sprecare inutilmente energia elettrica per tenere l’albero motore in posizione di stallo. Questi dispositivi frenanti, definiti come NBDM (Non Back Drivable Mechanism), sono in grado di trasmettere il moto in maniera unidirezionale secondo la catena cinematica (motore-utilizzatore). Nonostante gli evidenti vantaggi generati dall’applicazione dei meccanismi NBDM alle protesi ortopediche, tali dispositivi frenanti sono caratterizzati da un basso rendimento. Il presente elaborato di tesi si pone l’obiettivo di superare questo limite. A tal fine, ho preso parte ad un progetto ideato insieme all’equipe dell’Area Ricerca e Sviluppo del Centro Protesi INAIL, volto alla progettazione e alla successiva realizzazione di un sistema di trasmissione irreversibile ad alta efficienza, che consenta di non ridurre significativamente la potenza utile in uscita, ottimizzando il consumo energetico. Alla base dell’innovativo sistema vi è la necessità di soddisfare i seguenti requisiti fondamentali: - irreversibilità del moto (da cedente a movente); - assenza di elementi attivi; - alto rendimento (nel moto diretto movente-cedente); - peso contenuto; - semplicità del meccanismo; - adattabilità; - scalabilità in relazione a carichi in gioco.
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Ghidorsi, Serena. "Metodologie di caratterizzazione della smoothness di movimenti volontari di arto superiore." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7001/.

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Abstract:
Ormai da diversi anni vengono utilizzate tecnologie più o meno sofisticate in ambito riabilitativo, grazie alle conoscenze sviluppate nel campo della medicina riabilitativa e in altri ambiti tra i quali le neuroscienze, la neurofiiologia, la biomeccanica e l'imaging. La ricerca tecnologica più avanzata in questo settore coinvolge dispositivi robotici e realtà virtuale con lo scopo di arrivare ad ottenere tecniche sempre migliori. Questo approccio è anche la base di studi del movimento e l'interesse che si ha riguardo al modo in cui avvengono la pianificazione e l'esecuzione dell'atto motorio. Di particolare rilevanza sono i submovimenti, ovvero le frammentazioni che compongono un movimento continuo umano, i quali forniscono un'analisi compatta di codifica del moto e si rivelano i principali responsabili della caratteristica di smoothness delle traiettorie risultanti. Sotto l'ipotesi che esistano tali unità discrete, la capacità di isolarle e caratterizzarle accuratamente fornisce una descrizione dell'atto motorio, dunque un'analisi che può portare a nuove scoperte negli studi delle performance motorie, della riabilitazione e del sistema di controllo motorio nell'uomo. Il presente elaborato mostra una panoramica all'approccio dello studio del movimento e della sua decomposizione, partendo dal modo in cui viene generato e controllato all'interno del nostro organismo, fino alle tecniche computazionali sfruttate per modellare ciò che avviene nel sistema motorio. Il primo capitolo centra il problema nel suo contesto di utilizzo, ovvero quello della riabilitazione neuromotoria con la quale si cerca di sfruttare le tecniche più innovative per ottenere risultati più efficienti e soddisfacenti e sempre meno soggettivi. Il capitolo successivo fornisce la visione anatomo-fisiologica del problema, infatti si cerca di spiegare il funzionamento generale di produzione dei comandi motori a cui seguono la vera e propria attuazione e l'eventuale correzione; alla base di questo meccanismo sta anche la possibilità di rendere efficaci le suddette tecniche riabilitative. Sono, poi, introdotti i submovimenti e le conclusioni a cui si è arrivati nel corso degli anni grazie a varie ricerche di caratterizzazione della smoothness che mettono in relazione tale caratteristica con i submovimenti stessi. Nella terza parte si ha una visione d'insieme del modo in cui le tecnologie più recenti possono essere applicate nell'ambito di studio della tesi: la realtà virtuale, così come la robotica, giocano un ruolo fondamentale per la misurazione e la rilevazione della cinematica del corpo umano (nel caso specifico, la cinematica dell'arto superiore). Nel quarto capitolo vengono descritti alcuni modelli con cui si cerca di estrarre le proprietà del movimento per poterne comprendere al meglio la natura ed il modo in cui viene generato. Si conclude il lavoro spiegando come l'elaborato possa essere sfruttato quale base per costruire prove sperimentali e di come le tecniche presentate possano essere utilizzate in contesti ancora più innovativi.
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Genestreti, Sara. "Impiego di una rete neurale convoluzionale per la decodifica di movimenti di arto superiore tramite segnali elettroencefalografici." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21807/.

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Abstract:
La possibilità di decodificare i movimenti delle varie parti del corpo a partire dai segnali elettroencefalografici (EEG) sta assumendo sempre più importanza: infatti, tale decodifica può consentire di comprendere meglio i correlati neurali alla base del movimento (e le loro alterazioni nelle patologie) e può contribuire alla realizzazione di Brain-Computer Interface. Tra le tecniche di intelligenza artificiale che appaiono più promettenti in questo ambito vi sono le reti neurali convoluzionali (CNN). In questo elaborato di tesi, è stata impiegata una CNN, già proposta in letteratura, per un nuovo compito di decodifica di segnali EEG, consistente nella decodifica di tre classi di movimento: apertura-chiusura della mano, prono-supinazione dell’avambraccio, flesso-estensione del gomito. Il dataset utilizzato (segnali EEG e di movimento registrati su 13 soggetti sani) è stato acquisito presso la Graz University of Technology e reso disponibile pubblicamente. Inizialmente, i segnali EEG del dataset sono stati elaborati così da verificare la presenza del Movement Related Cortical Potential (MRCP), ovvero un potenziale EEG negativo che ha inizio prima dell’onset del movimento e per analizzare differenze spazio-temporali nell’MRCP con il tipo di movimento. Successivamente, la rete è stata addestrata al riconoscimento delle tre classi di movimento e le prestazioni di decodifica valutate su un test set. Inoltre, è stato applicato un metodo che quantifica l’importanza delle feature spazio-temporali dell’input dato alla rete per la discriminazione delle tre classi, in modo da identificare quali elettrodi e quali intervalli temporali dell’input siano più rilevanti per la decodifica di ciascuna classe. In questo modo, viene fornita un’interpretazione delle feature rilevanti apprese dalla rete, e tali feature possono essere confrontate con gli MRCP, per evidenziare se la rete impara caratteristiche diverse (non visibili negli MRCP) utili alla discriminazione.
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