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1

Grigio, Monica. "L'esperienza di psicologia clinica perinatale in una maternitŕ ospedaliera." INTERAZIONI, no. 1 (July 2012): 100–118. http://dx.doi.org/10.3280/int2012-001008.

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Abstract:
Verrŕ illustrata la casistica del lavoro clinico svolto dal Servizio di Psicologia Clinica dell'U.O. di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale V. Buzzi'. L'attivitŕ del Servizio prevede interventi sia a livello preventivo che di presa in carico psicoterapeutica in caso di psicopatologia e si articola in diversi ambiti (conduzione dei Corsi di accompagnamento alla nascita e al puerperio, assistenza psicologica nei reparti, attivitŕ psicoterapeutica ambulatoriale, assistenza psicologica in Diagnosi Prenatale, formazione psicologica per gli operatori che operano in ambito perinatale, attivitŕ di ricerca, ecc). L'intervento terapeutico in ambito perinatale in ospedale richiede un contatto emotivo molto intenso e una tecnica che sia in grado di sostenere anche le situazioni piů acute o in emergenza. La psicologa perinatale deve saper modulare in maniera flessibile il classico setting terapeutico: alla consuetudine di uno studio chiuso deve saper contrapporre il colloquio al letto della donna o in piedi davanti all'incubatrice del bambino, deve poter favorire e accompagnare cambiamenti rapidi, alternare occasioni di sostegno psicologico ad interventi di clinica classica, prestarsi ad un ascolto analitico come anche a momenti di semplice informazione, confrontarsi da sola con la donna o con il futuro padre, o dover intervenire in una dinamica di coppia o, ancora, nella relazione della madre con il neonato che magari richiede di essere allattato o cambiato durante la seduta.
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2

Forabosco, Giovannantonio. "Psicologia dell'umorismo. Un excursus." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (May 2021): 289–302. http://dx.doi.org/10.3280/rip1-2021oa11641.

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Abstract:
L'attenzione della psicologia per l'umorismo si è andata intensificando a partire dagli anni '70. Da oggetto di ricerca occasionale e periferico ha acquistato una sensibile rilevanza documentata da pubblicazioni e convegni di numero e  qualità crescente.L'umorismo può essere utilmente inquadrato come un fenomeno processuale in cui a uno stimolo viene data una reazione di divertimento in funzione delle caratteristiche dello stimolo e delle variabili di personalità intervenienti. Gran parte dell'approccio psicologico mira ad analizzare e descrivere i termini di questo processo e le loro interazioni. L'umorismo si presenta come un'entità multidimensionale, in cui un ruolo chiave è svolto dalla dimensione cognitiva, insieme a quella dinamica e a quella relazionale. In questa prospettiva vengono anche riposizionate le cosidette "teorie tradizionali", tra cui quelle dell'incongruità, del sollievo e della superiorità. Vengono inoltre delineati alcuni tra gli aspetti di cui l'indagine psicologica si è occupata, come il "senso dell'umorismo" e le funzioni dell'umorismo.
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3

Allais, Maurice. "The Empirical Approaches of the Hereditary and Relativistic Theory of the Demand for Money: Results, Interpretation, Criticisms, and Rejoinders." Journal of Public Finance and Public Choice 4, no. 1 (April 1, 1986): 3–83. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907117318.

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Abstract:
Abstract La teoria ereditaria e relativistica della dinamica monetaria è basata su alcuni nuovi principî-guida: la fondamentale analogia tra oblio e interesse, la considerazione del tempo psicologico, il condizionamento ereditario della psicologia dell’operatore.Questi principî sono applicabili a numerosi campi, come l’economia, la psicologia, la sociologia, la scienza politica.Dopo una breve esposizione della struttura fondamentale della teoria ereditaria e relativistica della domanda di moneta, viene effettuato un confronto, sulla base di due diverse impostazioni, tra le ipotesi della teoria ed i dati empirici.I risultati conseguiti dimostrano che nessun’altra teoria spiega con altrettanto rigore l’iper-inflazione tedesca e l’andamento dell’economia statunitense durante la «grande depressione».Se, quindi, si accetta come fondamentale criterio di validità di una teoria la sua verifica empirica, la teoria ereditaria e relativistica appare di gran lunga superiore alle teorie monetarie alternative.
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4

Marion, Paola, and Adam Elgar. "Psicologia Dinamica, by G. Amadei, D. Cavanna, and G.C. Zavattini." International Journal of Psychoanalysis 99, no. 6 (August 2, 2018): 1499–502. http://dx.doi.org/10.1080/00207578.2018.1483728.

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5

Marraffa, Massimo. "Jervis sul naturalismo darwiniano, la psicologia dinamica e i giochi di ultimatum." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 3 (September 2010): 335–44. http://dx.doi.org/10.3280/pu2010-003004.

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Abstract:
In questo commento viene criticata l'interpretazione che Cavallaro (2010) propone del libro di Jervis (2002) Individualismo e cooperazione. Psicologia della politica, sostenendo tre tesi. Primo, il naturalismo darwiniano č un complesso orientamento metodologico di cui la sociobiologia e la psicologia evoluzionistica rappresentano solo due incarnazioni parziali e controverse. Secondo, la distinzione fra il sistema motivazionale cooperativo e quello competitivo va collocata entro la cornice di un'antropologia che afferma la natura intrinsecamente sociale dell'individuo. Terzo, Jervis ritiene che la comprensione della dialettica fra cooperazione e competizione richieda spiegazioni su piů livelli, che tengano conto dell'inestricabile intreccio fra predisposizioni innate, invarianti relazionali formali e convenzioni culturali.
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6

BERTINI, SILVIA. "PSICOLOGIA A. Lis, S. STELLA, G. C. ZAVATTINI, Manuale di psicologia dinamica, Bologna, Il Mulino, 1999, 536 pp." Nuncius 16, no. 1 (January 1, 2001): 452–53. http://dx.doi.org/10.1163/221058701x00338.

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Barbetta, Pietro. "Dentro il virus." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 33 (September 2020): 37–45. http://dx.doi.org/10.3280/eds2020-033007.

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Abstract:
L'autore, professore di Psicologia Dinamica presso l'Università di Bergamo, si è ammalato per coronavirus ed è stato ospedalizzato per due settimane. Ancora in quarantena a casa sua scrive questa testimonianza e ce la invia, mentre viene prontamente pubblicata online da Eu-ropean Journal of Psychoanalysis . La testimonianza dell'autore muove verso eclettiche ri-flessioni che mettono in connessione virus e inconscio. L'autore rileva in presa diretta quanto l'esperienza d'impotenza catastrofica includa ed imponga la sottrazione del sistema inconscio dal dominio del controllo umano.
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8

Salvatore, Sergio. "Una critica alla definizione in positivo della salute." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (October 2021): 35–39. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-003007.

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Abstract:
Il contributo discute criticamente la capacità dell'interpretazione in positivo del concetto di salute, di porsi a fondamento scientifico della psicologia della salute. La critica si poggia su tre argomenti: il carattere ideale e asintotico della definizione in positivo, la sua dipendenza dalle contingenze storico-culturali, la mancanza di riferimento ad una classe specifica di fenomeni. Due alternative sono richiamate: il recupero della concezione in negativo ? la salute come as-senza di malattia ? e la concezione metodologica: la salute come dinamica istituzionale che sostanzia l'agire sanitario.
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9

Pavone, Liberiana. "La funzione compensatrice dell'inconscio nella pratica clinica: un ponte tra realtŕ e trasformazione psichica." STUDI JUNGHIANI, no. 33 (September 2011): 67–81. http://dx.doi.org/10.3280/jun2011-033006.

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Abstract:
In questo lavoro si sottolinea la funzione compensatrice dell'inconscio come elemento distintivo e qualificante della pratica terapeutica nella psicologia analitica. La soggettivitŕ di ognuno č spinta al confronto con la realtŕ autonoma delle manifestazioni inconsce, in una relazione dinamica e trasformativa che si istituisce tra la posizione personale, mondo interno e realtŕ esterna e collettiva. Un legame profondo, vitale, in grado di rimettere in moto l'equilibrio, quell'energia psichica che ci permette di assecondare le trasformazioni del tempo presente. Le contraddizioni, il rischio e la scelta conseguente se improntati dalla relazione con questa funzione compensatrice, favoriranno una presa di coscienza eticamente responsabile, la modificazione del proprio orizzonte di coscienza non sarŕ soltanto nei termini di un adattamento riuscito.
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10

Onnis, Luigi. "Se la psiche č il riflesso del corpo. Una nuova alleanza tra neuroscienza e psicoterapia." PSICOBIETTIVO, no. 2 (March 2010): 51–73. http://dx.doi.org/10.3280/psob2009-002004.

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Abstract:
L'Autore sottolinea come i recenti importanti scviluppi delle neuroscienze permettano, oggi, una piena reintegrazione della unitŕ mentecorpo, proponendo la mente come collegata non solo al substrato neurale del cervello, ma all'intero corpo, quale mediatore degli scambi e delle connessioni col mondo esterno. Inoltre alcune significative scoperte delle neuroscienze, quali la natura essenzialmente "relazionale" della mente, la "memoria implicita", e, in particolare, i "neuroni-specchio", danno supporti neurofisiologici e conferme a molte acquisizioni sperimentali e cliniche della psicologia dello sviluppo e della psicoterapia, relative all'importanza della "conoscenza relazionale implicita" e dei linguaggi analogici e metaforici, all'empatia nella relazione terapeutica, alla dinamica del cambiamento terapeutico. L'Autore prende in considerazione queste implicazioni con particolare riferimento alla psicoterapia sistemica e sottolinea come, alla luce di queste considerazioni, si possa parlare oggi di "nuova alleanza" tra neuroscienze e psicoterapia.
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Andolfi, Maurizio, and Lorena Cavaleri. "Famiglie immigrate e psicoterapia transculturale." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 31 (October 2010): 11–28. http://dx.doi.org/10.3280/pr2010-031002.

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Abstract:
Gli Autori descrivono elementi sostanziali del processo migratorio, soffermandosi soprattutto su tagli emotivi, sradicamenti familiari subiti da tanti individui costretti a lasciare il proprio Paese d'origine per migliorare il proprio livello di vita o per sfuggire a situazioni di povertŕ o di guerra. In particolare illustrano l'impatto delle diversitŕ culturali all'interno del movimento della terapia familiare e presentano il loro lavoro clinico con le famiglie immigrate che si rivolgono presso il Servizio di Consulenza alle Famiglie straniere del Dipartimento di Psicologia dinamica e clinica dell'Universitŕ La Sapienza di Roma. Attraverso alcune esemplificazioni cliniche descrivono l'importanza di restituire competenza alle famiglie immigrate utilizzando risorse culturali, valori tradizionali e la "memoria storica" delle famiglie stesse ed entrando nel loro mondo valoriale attraverso genogrammi familiari, visite domiciliari, presenza in seduta del sistema amicale ed altre modalitŕ volte a restituire centralitŕ e potere a gruppi familiari, spesso spezzati o emarginati nel nuovo contesto sociale.
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Lama, Antonella. "Prendersi cura dei curanti: i gruppi di psicodinamica per operatori sanitari." GRUPPI, no. 3 (May 2010): 97–111. http://dx.doi.org/10.3280/gru2009-003006.

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Abstract:
Lo sviluppo e il mantenimento del benessere degli operatori č una chiave strategica di ogni struttura sanitaria orientata alla promozione della salute negli ospedali. Ciň malgrado sono in costante aumento segnali di sofferenza, situazioni conflittuali e manifestazioni di disagio da parte degli operatori sanitari dei reparti ospedalieri. Negli ultimi anni l'UO 1 di Psicologia dell'APSS di Trento ha introdotto i gruppi di psicodinamica, adattando il dispositivo della psicoterapia dinamica di gruppo ai bisogni delle équipe e affidandone la conduzione a personale esperto. Si tratta di esperienze a termine della durata di 12-18 mesi con incontri ad intervalli regolari (due volte al mese). Il personale focalizza le tematiche legate alle difficoltŕ della relazione con i colleghi e coi pazienti, e ha la possibilitŕ di elaborare le esperienze traumatiche. Tra i principali benefici riferiti dagli operatori vengono citati il miglioramento del clima emotivo e l'individuazione di sistemi difensivi piů evoluti per far fronte alla compassion fatigue.
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Fassino, Secondo. "Aspetti specifici del supporto psicologico nella relazione medico-paziente terminale." Medicina e Morale 46, no. 5 (October 31, 1997): 923–37. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.868.

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Abstract:
Le comunicazioni medico – paziente, anche non verbali, attivano trasformazioni emotive e poi biologiche, che agiscono sui sistemi di reazione dell’organismo specie nelle fasi terminali della malattia. La reazione psicologica del malato è il risultato di difese regressive e anche progressive fruibili per processi più avanzati di adattamento e di “senso”. Le reazioni psicologiche del medico sono condizionate da difese dall’angoscia e motivazioni inconsce alla professione, tra sentimenti di impotenza e di onnipotenza. La condanna alla sconfitta induce una riformulazione costante del progetto di cura: la morte come oggetto di cura, non solo fine della cura. È richiesto un supporto psicologico specifico al paziente terminale. La strategia è quella dell’accompagnamento del paziente attraverso le fasi della malattia verso la morte, piuttosto che dell’esplorazione dei vissuti profondi di colpa, indegnità, aggressività. Questi aspetti vengono proposti soltanto se il paziente segnala di volerli e poterli affrontare; in genere, occorre favorire un impiego ottimale dei meccanismi di negazione, di scissione e dei bisogni di trascendenza. L’accompagnamento è una “presenza significativa” che considera il transfert di conoscenza, il contratto di non abbandono, i bisogni di significato e di trascendenza, le dinamiche della separazione, la compromissione di identità, ecc. Tali interventi sono attuabili oltre che da psichiatri o psicologi clinici, anche da medici oncologi e infettivologi, purché formati alla “relazione terapeutica”. Il training deve considerare non solo gli aspetti cognitivi, ma soprattutto quelli emotivi e personali, anche in considerazione dei rischi elevati di burn out che ripetuti interventi di questo tipo comportano. Le competenze sui bisogni psicologici del morente sono parte dei metodi della buona pratica clinica: tra i suoi obiettivi c’è anche la qualità della morte.
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Vanni, Fabio. "La consultazione psicologica in adolescenza." RICERCA PSICOANALITICA, no. 1 (March 2011): 79–101. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-001006.

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Abstract:
Il testo traccia le linee generali di un modello di consultazione psicologica con l'adolescente che si rifŕ alla teoria del soggetto relazionale elaborata all'interno della Societŕ Italiana di Psicoanalisi della Relazione. Una volta richiamati i punti principali del pensiero teorico sull'etŕ adolescenziale che fa da retroterra alla clinica, viene declinata l'impostazione della consultazione a partire dalla concezione sistemica degli attori in campo, sia per la parte clinica che per quella dell'adolescente, il contesto, gli obiettivi. La consultazione viene assunta come momento centrale della clinica psicologica dell'etŕ adolescenziale e descritta in tutta la sua complessitŕ conoscitiva, decisionale, interattiva e dinamica. Viene proposta come un processo diagnostico e terapeutico che puň concludersi in sé o fare da premessa a sviluppi terapeutici diversificati co-costruiti sulle esigenze specifiche di quel sistema che ha al centro l'adolescente. Numerose esemplificazioni cliniche aiutano a comprendere le proposte tecniche.
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M. Crittenden, Patricia, Susan J. Spieker, Andrea Landini, and Giuliana Florit. "L'attaccamento adulto nella valutazione del rischio per il minore. Teoria e dati sull'uso della DMM-Adult Attachment Interview in contesti forensi." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 50 (August 2022): 98–114. http://dx.doi.org/10.3280/qpc50-2022oa14083.

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Abstract:
Al fine di valutare il rischio per il minore è fondamentale comprendere le strategie d'attaccamento dei genitori. L'articolo approfondisce i motivi per i quali la comprensione dell'attaccamento dei genitori che mettono a rischio i propri figli può chiarire i processi psicologici sottesi ai comportamenti pregiudizievoli e migliorare la valutazione del rischio per il minore e l'individuazione degli interventi necessari. Viene proposta la valutazione dell'attaccamento dei genitori tramite l'Adult Attachment Interview (AAI) classificata con il metodo del Modello Dinamico Maturativo dell'Attaccamento e Adattamento (DMM). Le DMM-AAI, classificate da professionisti formati e certificati e integrate con i dati provenienti da altre fonti in modo da elaborare delle formulazioni familiari individualizzate, soddisfano i requisiti di attendibilità e guidano l'individuazione degli interventi più efficaci. Viene presentata una meta-analisi relativa al metodo Berkeley che mette in discussione l'uso di tale metodo nel contesto forense. Ulteriori dati descritti nell'articolo riguardano il funzionamento psicologico di un gruppo di genitori a rischio valutati attraverso le DMM-AAI.
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Masahiro, Nishikawa. "Supervisione e gestione della crisi in una classe elementare pubblica." GRUPPI, no. 1 (October 2010): 35–47. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-001004.

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Abstract:
Questo studio č basato su una tecnica psicodinamica, l'asse della matrice mosaica (MMA), che si pone l'obiettivo di promuovere il consolidamento del Sé soggettivo individuale. Questo processo č permesso da una specifica sequenza psicodinamica: lo stabilirsi della repressione primaria individuale, della differenziazione tra sé e non sé e del vincolo dinamico tra Ego e autoidentitŕ. Un caso di intervento su una classe ingestibile di bambini in etŕ di latenza serve per illustrare la tecnica. L'autore ha condotto la supervisione di una consulente al quarto anno di un master di psicologia clinica. Le fasi dinamiche che hanno permesso il superamento della crisi sono state: 1) mostrando la propria "presenza" ai bambini, l'adulto cattura la libido nel corpo-Ego-identitŕ di ciascun bambino; 2) catturando sia la libido sia l'aggressivitŕ del bambino, l'adulto rafforza la funzione dell'Ego del bambino nel dialogo; 3) creando una configurazione edipica intergenerazionale, che viene rappresentata dal gruppo normativo, l'adulto consente la collocazione del bambino nella configurazione. La strategia di base č stata formulata sulla base della Teoria della fluttuazione dell'equilibrio (Kotani) e si propone la gestione della fluttuazione di ogni bambino come una molecola utile a governare la macro-fluttuazione di una scuola, come organizzazione e come gruppo allargato.
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Pecoraro Scanio, Francesca. "Tra psicologia e giustizia: il mobbing genitoriale e la Parental Alienation Syndrome." GROUNDING, no. 2 (January 2013): 65–76. http://dx.doi.org/10.3280/gro2012-002005.

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Abstract:
L'autrice illustra come attraverso l'analisi del contesto della formazione dei legami familiari e l'osservazione delle dinamiche che possono determinarne la rottura e la nascita di una separazione conflittuale si č arrivati a delineare il quadro del Mobbing Genitoriale e la Sindrome di Alienazione Genitoriale o PAS (Parental Alienation Syndrome). Si tratta di un problema che ha una certa incidenza e che vede i figli manipolati nella lotta tra i genitori.
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Antonietta Guida, Maria. "La specializzazione del giudice della famiglia tra diritto e psicologia." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (July 2021): 42–50. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-001005.

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Abstract:
L'autrice esamina la relazione tra sapere giuridico e sapere psicologico, e tra i rispettivi linguaggi, nell'esercizio della giurisdizione in materia familiare. Sottolinea la rilevanza di una specializzazione del giudice che lo renda consapevole delle dinamiche affettive nel processo e capace di decisioni che sollecitino nei destinatari l'elaborazione dei propri vissuti, presupposto per una possibile attenuazione dei conflitti anche nell'interesse preminente dei figli minorenni. Sulla base della pluriennale esperienza di giudice tutelare nei procedimenti di vigilanza previsti dall'art. 337 c.c., evidenzia come la collaborazione sinergica tra interventi giudiziari e interventi di cura, possa favorire una presa di coscienza da parte dei destinatari dei propri bisogni di vita e una assunzione di responsabilità necessaria per una possibile soluzione esistenziale dei problemi sottostanti alla domanda di giustizia.
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Dell'Amico, Shady. "Il male in Dio. Il processo di individuazione del divino nella Risposta a Giobbe di Carl Gustav Jung Doi: 10.3280/jun1-2021oa10483 Il male in Dio. Il processo di individuazione del divino nella Risposta a Giobbe di Carl Gustav Jung." STUDI JUNGHIANI, no. 53 (July 2021): 75–92. http://dx.doi.org/10.3280/jun1-2021oa10483.

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Abstract:
Nel presente articolo mi propongo di studiare la Risposta a Giobbe di Carl Gustav Jung. Com'è noto, il padre della psicologia analitica concepiva l'immaginario religioso come espressione delle dinamiche psicologiche di un uomo in continua evoluzione. La lettura qui adottata, in linea con questa posizione, vede nella Risposta a Giobbe la rappresentazione della divinità come soggetta a un processo di individuazione analogo a quello che il paziente compie durante il trattamento analitico.
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Pozzi, Maura, and Silvio Carlo Ripamonti. "Le imprese di famiglia: una road map psicologica come strumento di lettura delle dinamiche intergenerazionali." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (August 2019): 285–311. http://dx.doi.org/10.3280/rip2019-002004.

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Alfani, Fabrizio. "Il panico e l'orrore istintivo del cambiamento." PSICOBIETTIVO, no. 3 (November 2011): 17–35. http://dx.doi.org/10.3280/psob2011-003002.

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Abstract:
In questo articolo l'autore considera gli attacchi di panico come espressione del terrore di un cambiamento psicologico avvertito come una minaccia per la stabilitŕ e la coerenza del Sé, ma allo stesso tempo percepito come necessario e ineluttabile. Tale cambiamento psicologico concerne soprattutto un irrisolto conflitto tra autonomia e dipendenza, che ostacola l'elaborazione e l'integrazione degli affetti, sia di quelli negativi, quali rabbia e paura, sia di quelli positivi, come l'amore, il piacere e l'eccitazione erotica. Viene sottolineata la differenza tra angoscia panica e angoscia anticipatoria, e vengono descritti due brevi esempi clinici. Vengono inoltre posti in evidenza alcuni aspetti del mito di Pan strettamente correlati con le dinamiche psichiche considerate.
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Guerrera, Anna. "La "musica" di Mishima: il sentire come esperienza integrativa e relazionale." IPNOSI, no. 2 (January 2023): 67–72. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2022-002005.

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Abstract:
"Musica" è la trascrizione di un caso clinico, delle dinamiche relazionali che emergono tra i vari attori, di tecniche e strategie d'intervento e della risonanza emotiva con la quale deve fare i conti lo psicologo protagonista del romanzo. È la storia di un caso di anorgasmia, dei traumi che l'hanno generata e del complesso mondo psichico che ne deriva.
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Tortorelli, Daniela. "Voglio stare solo, ma connesso Hikikomori, famiglie e dinamiche relazionali." PSICOBIETTIVO, no. 2 (June 2022): 48–67. http://dx.doi.org/10.3280/psob2022-002005.

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Abstract:
L'hikikomori e un disturbo nato in Giappone che si sta diffondendo sempre di piu anche nella societa occidentale. Seppur non sia stato ancora inquadrato in una sindrome definita dall'Organizzazione Mondiale della Sanita (OMS), presenta caratteristiche peculiari, sia sul piano individuale, che familiare, che sociale, tanto da configurarsi come una nuova forma di disagio psicologico e sociale sempre piu diffusa e preoccupante; e inoltre connessa con la diffusione dell'uso di Internet e video giochi. Nonostante l'individuo persegua l'isolamento, il disturbo veicola dinamiche relazionali relativamente specifiche e peculiari. Il lavoro illustra tali caratteristiche ponendo l'accento sulle dinamiche familiari e sociali connesse a tale disturbo, tracciando un confronto con la societa giapponese. Viene inoltre descritto un caso clinico e una riflessione rispetto al trattamento di tipo sistemico-relazionale.
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Paneque, Oliva Virgen Figueredo, and Elena Lopez Espinosa. "Retos en la formación y superación de jueces para su desempeño profesional." Revista do CEJUR/TJSC: Prestação Jurisdicional 9, no. 1 (September 6, 2021): e0377. http://dx.doi.org/10.37497/revistacejur.v9i1.377.

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Abstract:
La presente investigación responde a la necesidad de perfeccionar uno de los campos de actuación del juez en la formación permanente y superación profesional en correspondencia con la solución de conflictos civiles por tanto resulta necesario considerar el carácter integrado de saberes como categoría esencial que dinamice el proceso que se modela en la solución de problemas profesionales en virtud de la innovación articulando dos ciencias que armonizan la toma de decisiones con sus aportes en la actuación del juez, (Ciencias Pedagógicas y Ciencias Jurídicas). Los objetivos del mismo están encaminados a exponer los referentes teóricos que entrañan: la filosofía, sociología, psicología y pedagogía por las que han de transitar la superación profesional de este sujeto de Derecho específicamente para fortalecer el posgrado.
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Pace, Ugo, Marco Cacioppo, Carla Zappulla, Giulio D’Urso, and Vincenzo Caretti. "Fattori psicologici che procrastinano la richiesta d'aiuto nella violenza domestica: il ruolo delle dinamiche familiari." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 3 (November 2018): 73–91. http://dx.doi.org/10.3280/mal2018-003005.

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Mazzoni, Silvia. "La voce dei figli in tribunale: dall'equidistanza nel conflitto alla dinamica di resistenza e rifiuto verso un genitore." TERAPIA FAMILIARE, no. 124 (February 2021): 194–216. http://dx.doi.org/10.3280/tf2020-124010.

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Abstract:
L'articolo descrive l'esperienza dell'ascolto dei figli da parte del giudice - affiancato dallo psicologo - nei procedimenti giudiziali di separazione e divorzio. Si tratta di una procedura coerente con le convenzioni internazionali per i diritti dei bambini e degli adolescenti, ma essa può essere considerata come un'occasione importante affinché tutti gli adulti - genitori, avvocati e giudici - tengano conto della voce dei figli per convergere verso i loro obiettivi evolutivi. Dopo aver passato in rassegna alcuni principi teorici che consentono di comprendere la posizione dei figli rispetto al conflitto genitoriale, l'articolo descrive i risultati di un'indagine empirica che ha permesso di rilevare un'alta percentuale di ragazzi che - nonostante le controversie legali dei genitori - esprimono l'esigenza di mantenere un rapporto equidistante che garantisca la loro sicurezza emotiva e sociale. Ciò nonostante, gli esempi che vengono descritti propongono una riflessione sul rischio che i figli del divorzio si trovino a lungo a dover proporre un'inversione di ruolo rispetto agli adulti che non trovano una via d'uscita dal conflitto.
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Carugati, Felice, and Patrizia Selleri. "Guardando al futuro: sviluppo, educazione, apprendimento." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (October 2021): 243–57. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12610.

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Abstract:
Fin dagli anni '50 Renzo Canestrari si è interessato a tematiche riguardanti lo sviluppo infantile nei suoi aspetti clinici, con una particolare attenzione alle riforme del sistema scolastico italiano, soprattutto al prolungamento dell'obbligo scolastico, alle conseguenze organizzative e alla necessità di una formazione adeguata degli insegnanti. In parallelo, il dibattitto sulla deistituzionalizzazione dell'assistenza ai minori orfani e con difficoltà sensoriali, fisiche e psichiche, ha promosso progetti di interventi alternativi, in collaborazione con gli Enti Locali della Regione Emilia-Romagna.Questa attenzione alle tematiche concernenti lo sviluppo, l'educazione e la socializzazione in età evolutiva, con uno sguardo che collega aspetti individuali e dinamiche sociali, ha alimentato ricerche empiriche da parte di membri dell'Istituto di Psicologia, che hanno progressivamente ampliato i campi di indagine. Si tratta di ricerche su: relazioni causali fra interazioni sociali e sviluppo cognitivo; caratteristiche della comunicazione nelle classi e delle routine organizzative e discorsive nella vita quotidiana a scuola; rappresentazioni che insegnanti e genitori costruiscono e condividono sui processi di sviluppo, apprendimento e educazione; dinamiche socio-cognitive che le prove di valutazione delle competenze indicate nelle indagini internazionali, attivano negli studenti. Si tratta di dinamiche presenti durante le prove di assessment ma che sfuggono alla lettura prevalente dei risultati di performance. Esse attivano rappresentazioni di routine scolastiche, attraverso le quali soprattutto gli studenti con basse performance cercano di dare significato alle prove stesse. Analoghe dinamiche sono presenti nelle rappresentazioni delle discipline scientifiche, a conferma dell'influenza che le rappresentazioni del sistema scolastico svolgono nella costruzione degli apprendimenti.Considerate nel loro complesso, in queste linee di indagine è possibile individuare aspetti significativi dell'eredità che Renzo Canestrari ha consegnato nei suoi lavori sullo sviluppo e l'educazione. 
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Deriu, Marco. "Immaginare l'impensato. Sguardi incrociati sulla democrazia." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 36 (January 2010): 11–28. http://dx.doi.org/10.3280/las2009-036002.

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Abstract:
- L'autore propone una mappa delle rappresentazioni della democrazia che non ricalca le suddivisioni delle scuole politiche tradizionali ma che cerca piuttosto di cogliere al di lÀ dei fondamenti ideologici la specifica posizione epistemologica e psicologica assunta dall'osservatore nei confronti della democrazia e dei regimi esistenti. Emergono dunque dieci possibili rappresentazioni della democrazia che possiamo suddividere in tre macroapprocci: un approccio statico che comprende un filone apologetico e un filone di disincanto; un approccio conflittuale che comprende un filone spirituale, un filone critico e un filone agonistico; un approccio dinamico che comprende un filone evolutivo, un filone involutivo, un filone di radicalizzazione, un filone di trasformazione, un filone di oltrepassamento. La proposta č dunque quella di incrociare gli sguardi e integrare, soppesandoli uno per uno, questi diversi punti di vista, piuttosto che assumere unilateralmente uno di essi.
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Minelli, Andrea, and Michael Di Palma. "La funzione vagale: un link fra psiche, cervello e corpo." PNEI REVIEW, no. 1 (April 2022): 20–37. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2022-001003.

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Abstract:
Il nervo vago influenza i nostri stati psicologici e la flessibilità delle risposte adattative alle sollecitazioni ambientali e modula la regolazione dinamica dei sistemi biologici coinvolti nell'allostasi. L'output vagale è modulato dall'attività coordinata di strutture cerebrali fra loro interconnesse a formare una rete gerarchica multi-livello, il central autonomic network (CAN), che realizza l'integrazione neuroviscerale tramite anelli multipli di retroazione iterativa centro-periferia (cervello-corpo) operanti a vari livelli di complessità nel nevrasse; ogni livello gerarchico della rete elabora e integra nuovi tipi di informazione rispetto al livello precedente, e contribuisce in maniera più flessibile e contesto-specifica alla modulazione del tono vagale. L'output vagale si associa ad una varietà di processi neuropsichici, come gli stati affettivi, la regolazione delle emozioni, le funzioni esecutive. La compromissione della funzione vagale, associata a bassi indici di variabilità della frequenza cardiaca (HRV), si accompagna a rigidità delle risposte psicofisiologiche, disregolazione dei processi allostatici e all'incremento del rischio per patologie mediche e neuropsichiatriche.
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Spalletta, Maria. "IN UN MONDO NEL MONDO." Revista ComSertões 8, no. 1 (August 3, 2020): 168. http://dx.doi.org/10.36943/comsertoes.v8i1.8677.

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Abstract:
In questo articolo presento la mia personale esperienza di Service Learning Internazionale, sviluppata attraverso il progetto INTEREURISLAND come tirocinio prelaurea del corso in Psicologia dello Sviluppo, della Personalità e delle Differenze Individuali presso l’Università degli studi di Padova. Nello specifico riporto le esperienze formative realizzate attraverso: le diverse attività con gli adolescenti in conflitto con la legge accolti presso il CASE Gey Espinheira, struttura rieducativa di semilibertà della città di Juazeiro-BA (BR); la frequentazione del corso di “Dinamiche di Gruppo e Relazioni Interpersonali” al Dipartimento di Scienze Umane, Campus III / dell’Università dello Stato della Bahia / UNEB; la partecipazione a due eventi all’insegna del dialogo interculturale quali il I Colóquio Brasil Itália e l’ENINEPE. Questo articolo ha come obiettivo il favorire e promuovere la mobilità studentesca e giovanile attraverso esperienze formative interculturali che si dimostrano essere fonti di grandi ricchezze e occasioni di riscoperta.
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Lucarelli, Daniela, and Gabriela Tavazza. "Maternitŕ, soggettivazione, violenza." INTERAZIONI, no. 2 (July 2010): 53–65. http://dx.doi.org/10.3280/int2010-002006.

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Abstract:
Gli autori, a partire da alcune considerazioni circa i cambiamenti sociali e culturali che hanno portato, negli ultimi decenni, a significative trasformazioni del tessuto familiare, vogliono porre l'attenzione su quelle forme di violenza che, innescandosi nella dinamica della coppia, trovano la loro espressione, piů specificatamente, nella relazione madre-figlio, pur consapevoli che alle situazioni di violenza non č ascrivibile un unico significato in quanto sempre plurideterminate. A partire dall'esperienza clinica, riportata con alcune vignette, si considera l'emergere della violenza agita dalla madre come riferita a "falle" della sua soggettivazione, con una parziale e/o temporanea disorganizzazione della realtŕ psichica. La violenza sembra, infatti, emergere da un senso di grave minaccia al proprio assetto interno per il soggetto e rappresenta un tentativo di ripristino della soggettivitŕ minacciata. Verranno prese in considerazione la qualitŕ della relazione di coppia e la funzione del partner /padre. Si cercherŕ di differenziare il contesto psicologico propizio alla violenza dalle condizioni in cui essa emerge, oltre a distinguere queste condizioni di emergenza dalle modalitŕ di organizzazione dell'espressione della violenza (Jeammet, 2006).
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Santoro, Elena. "L'adattamento resiliente nei bambini vittime di abuso e maltrattamento: un'analisi dei fattori protettivi e dei meccanismi di mediazione." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 3 (December 2011): 33–52. http://dx.doi.org/10.3280/mal2011-003003.

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Abstract:
L'articolo offre una rassegna degli studi piů attuali centrati sulla resilienza in bambini vittime di abuso e maltrattamento. Le evidenze empiriche riportano una percentuale piuttosto bassa (0-22%) di adattamento resiliente: alcuni bambini maltrattati manifestano risorse di resilienza, ma la maggior parte di loro incontra difficoltŕ nell'adattamento in diversi ambiti del funzionamento psicosociale e nel corso del tempo. La resilienza intesa come processo dinamico dipende da fattori biologici e psicologici, che interagiscono con fattori familiari e contestuali in grado di potenziare o indebolire le risorse dell'individuo, facilitando e promuovendo un percorso di adattamento positivo per alcuni o, di contro, diventando elementi di crisi e di disadattamento per altri. Ampio spazio viene dato alla letteratura sui fattori di protezione che, a livello individuale, familiare e sociale sono in grado di promuovere ed attivare i meccanismi di recupero e l'adattamento resiliente nei bambini vittime di abuso e maltrattamento.
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Agostinelli, Valeria. "L'incontro del minore con il contesto giudiziario e il suo ascolto." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (July 2021): 104–14. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-001011.

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Abstract:
Il presente contributo vuole esplorare le complesse dinamiche che regolano il sistema giudiziario quando incontra il minore, le potenzialità e possibilità che apre l'ascolto dello stesso in termini riparativi e i rischi che può determinare l'esame condotto in modo non idoneo: dalla reiterazione del trauma già subito e le sue possibili ripercussioni sulla salute del minore a situazioni psicologiche che estendono i loro effetti alla testimonianza e quindi all'attendibilità ai fini processuali. Affinché l'ascolto avvenga in un contesto tutelante e di protezione, che possa configurarsi anche come uno degli elementi riparativi che concorrono a un processo elaborativo, è necessario un ampio dialogo tra cultura giuridica e psicologica, al fine di permettere la convergenza degli obiettivi di ciascuna disciplina all'interno di un terreno fertile comune in cui è la figura del minore che deve sempre rimanere centrale.
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De Col, Alessandra, and Ilaria Picchio. "Figlio solo, solo un figlio, figlio unico? Quando la lealtŕ al ricordo del fratello e al dolore dei genitori č figlia di un trauma da lutto." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 36 (December 2012): 85–98. http://dx.doi.org/10.3280/pr2012-036006.

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Abstract:
In questo lavoro le autrici hanno voluto presentare un caso clinico in cui il concetto di lealtŕ al ricordo di chi č venuto a mancare e al dolore di tale trauma puň dar luogo a una sintomatologia che preannuncia una scissione psicologica, una difficoltŕ a definirsi all'interno della famiglia. L'etica e la fedeltŕ alla famiglia, la lealtŕ ad essa per proteggerla dal dolore, portano a sacrificare a volte il proprio sé. La lettura relazionale delle dinamiche della famiglia aiuta a mettere in luce la funzione della difficoltŕ a definirsi del piccolo M. In questa famiglia, come spesso accade in famiglie con bambini, M. č stato il filo di Arianna per entrare nel labirinto della sua dolorosa storia familiare e dipanarne la matassa. Tale famiglia ha aiutato anche le coterapeute a superare il loro "lutto" da separazione come coppia di terapia.
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Hansen, Lars, and John W. McDonald. "Diferencias significativas en conocimiento entre psiquiatras ingleses y daneses." European psychiatry (Ed. Española) 12, no. 7 (October 2005): 385–88. http://dx.doi.org/10.1017/s1134066500008961.

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Abstract:
ResumenPropósitoEl propósito del estudio era investigar si existían diferencias en los niveles de conocimiento entre psiquiatras en formación y especialistas daneses e ingleses. Esto es importante en el contexto del movimiento libre (y creciente) de mano de obra médica a través de las fronteras de los países de la Unión Europea (EU).MétodosSe utilizó un diseño de estudio factorial de dos factores balanceado completo. Se seleccionó a diez psiquiatras en formación y diez psiquiatras especialistas en cada país procedentes de hospitales universitarios reputados. Estos psiquiatras respondieron 50 preguntas de elección múltiple (PEM), traducidas a la lengua apropiada, que constaban de cuatro subcategorias de preguntas: psicología (15 PEM), psicofarmacología (10 PEM), neurociencia (5 PEM) y psicopatología (20 PEM). No se permitieron ayudas de memoria o de otro tipo en la prueba de conocimiento. Se usó un análisis de varianza de dos factores para analizar la puntuación total de conocimientos (el nümero de respuestas correctas) y las subpuntuaciones componentes. Se utilizó la prueba de Levene de igualdad de las varianzas de error para comprobar la homogeneidad de la varianza.ResultadosHubo diferencias significativas en el conocimiento total y el conocimiento de psicología según los países y los niveles de formación. Los médicos del Reino Unido puntuaron 3,10 puntos más alto que los daneses, con un intervalo de confianza (IC) del 95% de 0,97-5,23. El conocimiento de los especialistas fue también significativamente superior al de los psiquiatras en formación con una calificación 2,30 puntos más alta y un IC del 95% de 0,17-4,43. En las subcategorías, sólo las puntuaciones en la sectión de psicología fueron significativamente diferentes. Los médicos del Reino Unido obtuvieron 2,30 puntos más que los daneses, con un IC del 95% de 1,15-3,45. Los especialistas sacaron 1,20 puntos más que los no especialistas, con un IC del 95% de 0,05-2,35.ConclusionLos resultados indican que hay una diferencia significativa en el nivel de conocimiento entre los psiquiatras en estos dos países de la UE: Inglaterra y Dinamarca. Esta diferencia parecía derivar principalmente del conocimiento diferente de psicología. La disparidad podría ser resultado del sistema de formación para graduados en psiquiatría fundamentalmente diferente en los dos países. De modo sorprendente, las diferencias en el conocimiento total y de psicología entre los países fueron mayores que entre los niveles de formación. La diferencia en conocimiento es preocupante, teniendo en cuenta que hay libertad de movimiento de la mano de obra, incluidos los meédicos, a través de la UE. Los resultados obtenidos aquí necesitan confirmatión adicional en estudios futuros con cantidades mayores, implicatión de más países y, quizá, medidas adicionales a las PEM.
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Atkinson, P. A., J. M. Atkinson, C. R. Martin, and J. Rankin. "Prospettive storiche sulla resilienza e alcuni concetti di rilievo per la salute mentale correlati alla resilienza." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2010): 21–40. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-001003.

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Abstract:
La resilienza psicologica consiste nella capacitŕ di fare fronte alle conseguenze di eventi gravemente stressanti o di riprendersi con successo da esse. Tale concetto, che sta suscitando un interesse crescente nell'ambito degli approcci alla salute basati sulle risorse degli individui, ha un'interessante vicenda storica e un'origine legata a differenti campi accademici e clinici. Alcuni studi sono stati infl uenzati dalla particolare caratterizzazione che nel corso della storia č stata attribuita a gruppi o a singoli che sembravano capaci di resilienza. Ci sono vantaggi e inconvenienti nel ricorrere al patrimonio storico per fare luce sui costrutti teorici attuali; infatti, gli studi sui singoli casi storici possono offrire utili squarci di comprensione, ma č indispensabile essere molto cauti nel fare ipotesi retrospettive. L'approccio piů promettente č forse la ricerca su gruppi di persone che abbiano vissuto durante determinati eventi, anche se possono sorgere problemi relativi a pregiudizi nel reclutamento del campione e al lasso di tempo trascorso. L'analisi dell'andamento della ricerca sulla resilienza indica che il concetto č stato prima associato alla malattia, mentre ora č sempre piů spesso riferito alla promozione della salute. Ciň potrebbe essere il rifl esso di un cambiamento culturale e politico. Il concetto di resilienza č rilevante per gli operatori della salute mentale; tuttavia, la sua utilitŕ č circoscritta alla diagnosi e alla terapia, poiché esistono molte domande di fondo rimaste senza risposta. Ci sono tre principali aree di dibattito: la defi nizione di resilienza; il suo statuto di categoria psicologica (un tratto di personalitŕ o una risorsa dinamica da sviluppare); la sua misurazione con suffi ciente affi dabilitŕ e costanza. L'analisi concettuale per scoprire il modello teorico sottostante alla resilienza č ancora ad una fase iniziale. Modelli provenienti da altre scienze sociali e dalle biotecnologie, in particolare l'Ecologia Umana, la teoria salutogenica, i modelli animali, la genetica e le bioscienze potrebbero dimostrarsi i percorsi piů promettenti per il futuro.
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Mihaljevic, Nikica. "L'eutanasia, la morte e l'importanza della corporeità in Accabadora di Michela Murgia." Revista Internacional de Culturas y Literaturas, no. 20 (2017): 188–202. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2017.i20.14.

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Abstract:
In questo articolo esaminiamo, nel romanzo di Michela Murgia, l’omicidio che avviene in seguito all’atto di eutanasia, intesa come la cessazione di vita di una persona dalla parte di un’altra però senza classificare questo atto come un crimine ma concentrandosi principalmente sulle dinamiche e sugli aspetti ineludibili dell’atto. Murgia mette in contrasto la vita alla morte usando il personaggio di Accabadora, la quale, da un lato, termina la vita di personaggi, cambiando, allo stesso tempo, il corso naturale degli eventi, mentre, d’altra parte, prende in affidamento una bambina allo scopo di darle condizioni di vita migliori. Altrettanto importante, in questa analisi, è l’atteggiamento psicologico dei personaggi di Murgia, fortemente connesso con l’aspetto etico dell’atto, il quale inevitabilmente e contemporaneamente incoraggia le reazioni di altri personaggi.
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Betti, Matilde. "Maternitŕ e infanticidio: lo sguardo del diritto penale." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (December 2012): 97–106. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-003006.

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Abstract:
Il neonaticidio č presente sin dall'antichitŕ, quando veniva praticato al fine del controllo demografico o per evitare l'infamia conseguente ad una maternitŕ in nubilato o illegittima. Tale fenomeno purtroppo non č andato scomparendo con la civilizzazione e, anzi, si pensa che la sua frequenza sia attualmente sottostimata per la maggior facilitŕ di occultare il cadavere o di far passare tale delitto per una morte infantile improvvisa. La criminologia clinica distingue in base a criteri cronologici, psicologici, sociali e statistici il neonaticidio dal figlicidio: mentre in quest'ultimo la vittima ha piů di un anno, il neonaticidio č commesso in epoca piů vicina al parto che avviene solitamente senza assistenza, generalmente da madri giovani, immature, disoccupate o studentesse, con sentimenti di ostilitŕ ed estraneitŕ verso il neonato. Entrambi i crimini sono spiegati solo in una minoranza dei casi dalla malattia mentale, poiché possono essere dovuti anche ad eccesso di mezzi disciplinari, a motivi di convenienza o pressione sociale, ideologici, a trascuratezza, a rivalsa nei confronti del partner. Fra le motivazioni patologiche si hanno le forme di psicopatologia puerperale. Vi sono poi dinamiche particolari, e appare chiaro come il primo passo in una prospettiva tesa a prevenire questi reati consista nella conoscenza di tali dinamiche e, in particolare, di tutte quelle situazioni considerate "a rischio".
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Quattrociocchi, Bernardino, Irene Fulco, Antonio La Sala, Francesca Iandolo, and Mario Calabrese. "La teoria dei tipi psicologici e la consonanza nel processo di selezione delle risorse umane." ESPERIENZE D'IMPRESA, no. 1 (November 2020): 85–107. http://dx.doi.org/10.3280/ei2018-001005.

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Abstract:
Obiettivi. Il presente studio si propone di esplorare ed approfondire un diverso metodo di selezione delle Risorse Umane, basato sul principio di consonanza, che possa ridurre il conflitto ed avere un impatto positivo sulla performance. Metodologia. Dopo aver avviato una review della letteratura esistente sui pilastri già consolidati della gestione strategica delle Risorse Umane (motivazione e composizione di team di lavoro in particolare), l'indagine, tramite la lente interpretativa dell'Approccio Sistemico Vitale, si è indirizzata verso le categorie valoriali, caratterizzanti ogni sistema in modo distintivo e punto di partenza per la generazione di risonanza. Risultati. Il lavoro perviene all'esposizione di una diversa prospettiva d'indagine nell'analisi dei gruppi basata sulla consonanza e volta a realizzare un Person - Organization fit in grado di restituire maggior valore di quello assorbito. Limiti della ricerca. Il principale limite della ricerca risiede nella mancanza di una verifica empirica circa l'effettiva risonanza generata. Implicazioni pratiche. Lo studio fornisce al management una diversa chiave di lettura per la creazione di team composti da individui il cui legame, basato su compatibilità valoriali, risulta essere più profondo, conducendo, così, ad una maggiore creazione di valore. Originalità del lavoro. Il lavoro integra l'approccio manageriale con una prospettiva di indagine di tipo psicologico, consentendo di isolare dinamiche del processo di selezione delle Risorse Umane normalmente "sommerse".
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Missonnier, Sylvain. "Gli aspetti psicologici della diagnosi prenatale: uno spazio comune di prevenzione tra il somatico e lo psichico." SETTING, no. 29 (March 2011): 61–77. http://dx.doi.org/10.3280/set2010-029002.

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Abstract:
Sylvain Missonnier sottolinea il carattere "estremo" della diagnosi prenatale, fatto ormai di routine nei Reparti di Maternitŕ. Se un neonato colpisce i fondamenti enigmatici del nostro essere, l'embrione e il feto inducono ad assumere posizioni difensive ancora piů forti, attingendo all'area del "perturbante". In particolare, l'incontro ecografico del feto produce nei genitori e negli operatori una vasta gamma di forti reazioni psichiche paradossali, che comportano incertezze inevitabili e i processi dell'anticipazione. L'autore illustra i suoi interventi di consultazioni terapeutiche individuali, coniugali e familiari, le attivitŕ di gruppo di preparazione alla nascita, i gruppi Balint con il personale medico, infermieristico e gli ecografisti del Reparto maternitŕ, che consentono la costruzione di ciň che René Kaës ha chiamato "l'apparato psichico del gruppo" che "svolge un lavoro psichico particolare: produrre e trattare la realtŕ psichica del e nel gruppo". L'attenzione č qui foca- lizzata sulla clinica del dare ai genitori la notizia di una disabilitŕ nel feto/neonato, sulla programmazione del parto (parto su appuntamento) e sul contesto ecografico. Lo psicoanalista parte dall'analisi dello scambio triangolare tra le immagini del feto, i genitori e l'ecografista, per individuare le dinamiche del processo di genitorialitŕ: il ruolo potenziale dell'incontro ecografico č quello di organizzatore psichico della genitorialitŕ e di punto di riferimento di una collaborazione multidisciplinare a favore dell'accettazione della diagnosi e delle sue ripercussioni sul processo di elaborazione individuale e sociale dell'incertezza tremenda del concepimento, che si apre la strada al limite tra la morte, l'informe e il mostruoso.
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Gualtieri, Elena, Roberta De Filippis, and Silvia Vayr. "I modelli teorici di matrice cognitivista nella consulenza tecnica in ambito civile nei casi di separazione divorzio: riflessioni ed esemplificazioni cliniche." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 50 (August 2022): 115–31. http://dx.doi.org/10.3280/qpc50-2022oa14084.

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Abstract:
L'articolo valuta il ruolo dell'esperto impegnato nelle consulenze tecniche, nell'ambito delle vicende separative. Vengono analizzati gli strumenti a supporto del lavoro clinico forense e i modelli tecnico-teorici dei terapeuti cognitivisti che lavorano in questo ambito. Le autrici propongono il tema della valutazione della genitorialità, con particolare attenzione alla teoria dell'attaccamento, al modello dinamico-maturativo e al primario interesse del minore. Seguendo il modello cognitivista evoluzionista e quello post-razionalista, viene poi sottolineato il ruolo della relazione e del processo conoscitivo narrativo. Vengono messe in luce altresì le principali criticità che lo psicologo forense può dover affrontare in un contesto denso di conflittualità, come quello delle separazioni. Vengono affrontati i temi centrali da esplorare in CTU e gli interventi che si possono attuare durante l'iter peritale, al fine di promuovere il riconoscimento e la condivisione della sofferenza, oltre che la cooperazione, ritenuti elementi centrali del buon esito della consulenza. Vengono affrontati due casi clinici-forensi, rileggendoli alla luce dei modelli proposti. Le autrici auspicano inoltre che i professionisti in ambito forense acquisiscano competenze e riflessività sulle ricadute del proprio agire professionale, sufficienti a perseguire lo scopo, ovvero il benessere del minore e della famiglia.
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Nuzzaci, Valentina. "Il gruppo di lavoro e la comunicazione della diagnosi. Riflessioni a partire dalla lettura del libro: "La diagnosi genetica: un dialogo per la cura. Storie cliniche negli Alberi della vita"." GRUPPI, no. 2 (October 2021): 194–200. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa2-2020oa12591.

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Abstract:
L'équipe può funzionare come un gruppo clinico "fondativo", dentro cui circolano idee, valutazioni e riflessioni, per poter giungere alla formulazione di un pensiero condiviso, metabolizzato e comprensibile anche dal paziente. La diagnosi è una costruzione e un dialogo, che deve includere tutte le parti e proseguire seguendo gli sviluppi dell'altro. Nel Test dell'Albero c'è la persona del paziente, le sue radici e i suoi frutti, nei percorsi della genia sindromica. Questi disegni sono una delle parti del modello di Consulenza Genetica Integrata (CGI) ideato dell'équipe multidisciplinare formata da neurologi, biologi, genetisti, che operano con psichiatri e psicologi, presso il Servizio di diagnosi e cura dell'IRCCS "Carlo Besta" di Milano. L'esperienza del modello della CGI è un esemplare modello di lavoro, espressione della potenza del gruppo di lavoro generato dall'équipe e dei gruppi che abitano il paziente e la stanza dei clinici. Lo strumento del gruppo di consultazione svolge la funzione di contenitore dinamico plurale vivente delle angosce di impotenza e di inutilità che le malattie genetiche suscitano nei curanti, che non possiedono cure efficaci. Il lavoro messo a punto da quest'équipe mostra come l'approccio gruppale consenta di evitare il burn out degli specialisti, ma anche di lavorare con maggior profondità, spessore scientifico e umano.
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Ferla, Lara. "Provvedimenti de potestate, sindrome di alienazione genitoriale e best interest of the child." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 2 (August 2022): 87–102. http://dx.doi.org/10.3280/mal2022-002006.

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Abstract:
Nella pronuncia del 26 gennaio 2022, n. 9691, la Corte di cassazione ha affrontato alcuni de-gli snodi tematici più rilevanti inerenti ai provvedimenti sulla responsabilità genitoriale. Pur muovendo da una singola vicenda giudiziaria e dalle sue specificità, la Corte ha sviluppato argomentazioni di ampio respiro, che coinvolgono non soltanto i presupposti normativi dei provvedimenti finalizzati alla tutela del minore in contesti familiari ad elevata conflittualità, ma anche le esigenze di cooperazione interdisciplinare tra operatori giuridici ed esperti delle scienze psicologiche, al fine di conferire a tali provvedimenti un rigoroso fondamento giusti-ficativo. Nella decisione è dedicata attenzione al dibattito inerente alla PAS (Parental Aliena-tion Syndrome), categoria psicologica controversa e nondimeno frequentemente richiamata nei procedimenti giudiziari inerenti all'affidamento dei minori. Da questa recente pronuncia della Corte di legittimità, che si esprime in termini critici circa l'attendibilità scientifica di tale sindrome, proviene una sollecitazione ad una riflessione comune circa le argomentazioni scientifiche fornite nel processo e recepite a giustificazione delle decisioni che riguardano mi-nori; dalla medesima decisione emerge, altresì, un richiamo ad una valutazione concreta del migliore interesse del minore coinvolto in dinamiche familiari conflittuali, attuabile attraverso il suo ascolto.
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Wazlawick, Patrícia. "Pensiero filosofico della Cultura Umanistica come pressupposto alla Pedagogia Ontopsicologica: resultati del percorso formativo dei giovani nell’educazione universitariaPhilosophical thought of Humanistic Culture as a prerequisite to Ontopsychological Pedagogy: the training of young people in higher education results you." Saber Humano: Revista Científica da Faculdade Antonio Meneghetti 6, no. 8 (August 4, 2016): 29. http://dx.doi.org/10.18815/sh.2016v6n8.133.

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Abstract:
Ricerca esplorattiva ed empirica, approccio quantitativo-qualitativo, nell’interfaccia tra filosofia (pensiero filosofico della cultura umanistica), pedagogia ontopsicologica e educazione universitaria. L’obbiettivo generale è investigare come la pedagogia ontopsicologica contribuisce alla formazione personale/professionale dei giovani. Fondamentasi teoreticamente, in modo storico e pratico, nell’educazione, pedagogia ontopsicologica e formazione dei giovani nella contemporaneità. Il campione è stato formato con 49 giovani, studenti dei corsi di laurea in Amministrazione, Diritto e Sistemi Informativi, in una facoltà privata, localizzata in municipio al sud del Brasile. Questi giovani, età media di 25 anni, hanno risposto a tre test quantitativi di ricerca in due momenti diverse: quando si sono ingressati nei corsi di laurea, e di nuove mesi ad un anno dopo, caratterizando la seconda applicazione. I test utilizzati sono stati: a) Inventario dei Cinque Grandi Fattori della Personalità (Big Five); b) Scala Esistenziale di Längle; c) Test Forma Mentis. Dopo è stato applicato un questionario qualitativo con questione aperte, per raccogliere informazione di significati/sensi dei partecipanti che hanno avuto un maggior risultato di significanza statistica nell’applicazione dei test quantitativi. Lo studio ha realizzato analisi statistici e analisi del contenuto e del discorso. Con l’analisi e discussione dei risultati il problema di ricerca è stato risposto, siccome l’obbiettivo generale e gli obbiettivi specifici, producendo tre conclusioni principali. Si conclude che la pedagogia ontopsicologica contribuisce con resultati efficienti nell’aspetto psicologico dei giovani, una volta che la dinamica di sviluppo della personalità mentre il periodo studiato realmente esiste, e ausilia nello sviluppo sano personale, esistenziale e professionale degli studenti.
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Zaccaro, Antonella, and Maria Francesca Freda. "Domanda di consulenza genetica e progetto riproduttivo." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (December 2012): 49–74. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-003004.

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Abstract:
La domanda di consulenza genetica prenatale o riproduttiva puo rappresentare, come evidenziato dalla letteratura di riferimento, un passaggio fondamentale nel gestire scelte riproduttive consapevoli in situazioni di rischio genetico. Il presente contributo intende esplorare i processi di significazione che orientano la domanda di consulenza genetica prenatale e riproduttiva, nell'ambito di un piu ampio studio svolto presso il Servizio di Cardiomiologia e Genetica Medica di Napoli e volto ad indagare ed integrare le dinamiche psicologiche entro il processo di consulenza genetica. Il materiale testuale di 17 interviste semi-strutturate, condotte con clienti in fase di pre-consulenza genetica e stato analizzato attraverso la metodologia dell'Interpretative Phenomenological Analysis (IPA) messa a punto da Smith e colleghi. Dalla discussione dei risultati, emerge come i processi di accesso alla consulenza e le vicissitudini della conoscenza siano collegati alle conseguenze che la sola scelta di richiedere una consulenza puo avere sul piano familiare e dei legami inter-/intra-generazionali. Il momento pre-consulenza sembra rappresentare uno spazio in cui i clienti e le loro famiglie iniziano ad esplorare una serie di possibilita di uso della relazione sanitaria in funzione di complicati processi informativi e decisionali condivisi. E nella gestione di tali compiti che assume un ruolo centrale la funzione psicologica collocata in una prospettiva di integrazione a quella medica e che, fin dalla fase pre-consulenza contribuisce al raggiungimento di obiettivi di tutela e di promozione della salute.
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Colepicolo, Eliane. "Análise bibliométrica sobre a produção científica no campo das habilidades sociais." Biblios: Journal of Librarianship and Information Science, no. 57 (May 7, 2015): 12–21. http://dx.doi.org/10.5195/biblios.2014.191.

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Abstract:
Objetivo. Contribuir con la sistematización del campo teórico-práctico de las Habilidades Sociales, aquí denominado Campo de las Habilidades Sociales (CHS). Método. Fue realizado el levantamiento de una muestra significativa de metadados de publicaciones del CHS extraídos de 15 bases de datos de literatura técnico-científica en Psicología, disponibles en el Portal de Periódicos de la CAPES. Después de su tratamiento y refinamiento, esta muestra resultó en un corpus de 25.409 metadados de artículos científicos, que es un conjunto de datos de las publicaciones, provenientes de campos como autor, título, asunto, resumen, entre otros. Los metadados del corpus, almacenados en un banco de datos, posibilitaron la elaboración de una serie de cruces de datos, obteniendo así indicadores bibliométricos. Resultados. Se encontraron: el Corpus HS, publicado en internet, que posibilita la inclusión de nuevos metadados y la recuperación de la casi totalidad de artículos científicos del campo; 2) los indicadores bibliométricos en CHS, que pueden ofrecer subsidios al desarrollo y expansión del campo. Conclusiones. Los indicadores bibliométricos del CHS muestran un crecimiento representativo de la producción sobre habilidades sociales en la década de 1970. La investigación sobre HS es conducida principalmente por investigadores de Estados Unidos, Brasil, Reino Unido y Dinamarca. Los principales asuntos estudiados son “social skills”, “interpersonal relations”, “social competence”, “empathy”, “assertividade”, “assertiveness”, “children”, “adulto”, “college students”; y las principales revistas son: Journal of Personality and Social Psychology; Psychological Reports; Journal of Autism and Developmental Disorders y Child Development.
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Gallina, Annita. "Note a margine di uno scritto. William Ronald Dodds Fairbairn: "La rimozione e il ritorno degli oggetti cattivi (con particolare riferimento alle ‘nevrosi di guerra')"." PSICOANALISI, no. 2 (December 2021): 37–53. http://dx.doi.org/10.3280/psi2021-002003.

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Abstract:
L'autrice commenta, in chiave storico-critica, il lavoro di William Ronald Dodds Fairbairn, scritto dopo l'esperienza avuta con pazienti affetti da disturbi psichici, conseguenti ai traumi subiti nel corso del secondo conflitto mondiale. Attraverso l'analisi del lavoro condotto da Fairbairn, con pazienti traumatizzati, viene mostrato come lo stesso giunse a formulare impor-tanti osservazioni intorno alla patologia schizoide e alla psicologia delle relazioni oggettuali. Quest'ultima innovativa concezione condusse alla stesura di un modello del funzionamento mentale organizzato intorno a strutture dinamiche operanti all'interno dell'Io/Sé. Attraverso l'attuarsi di processi di incorporazione, scissione e rimozione dell'oggetto materno, secondo la concezione di Fairbairn, si andava costituendo un Io frammentato impegnato in un proliferare di relazioni interne con oggetti compensatori. Metafora clinica che, a tutt'oggi, ben si presta a fornire un'interpretazione della patologia schizoide e che condusse alla creazione di un modello strutturale delle relazioni a fianco del preesistente modello pulsionale. La considerazione che la psicopatologia fosse un riflesso delle interferenze e difficoltà delle relazioni con gli altri e non la risultante di un conflitto inconscio tra impulsi tesi alla ricerca di piacere, apriva inoltre a nuove reinterpretazioni. Allo stesso modo la concezione di un Io, fornito di energia propria che persegue l'oggetto e non il piacere, conduceva a un modello di sviluppo che considerasse le vicissitudini della relazione materno infantile; sino a giungere alla concezione di Fairbairn, se-condo la quale, le esperienze traumatiche, avvenute durante l'infanzia, inducendo privazione esiterebbero in una condizione dove il non riuscire a sentirsi amati come persone condurreb-be a un sovrainvestimento in un mondo interno a discapito di relazioni di dipendenza, senza le quali non è possibile alcuno sviluppo
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Silva, Ana Rita da, and Beatriz Aparecida Zanatta. "Teoria histórico-cultural e suas contribuições para o ensino de artes visuais (Historical-cultural theory and its contributions to visual arts teaching)." Revista Eletrônica de Educação 14 (March 3, 2020): 3500063. http://dx.doi.org/10.14244/198271993500.

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Abstract:
The content of this article accrues from a master's research in Education, whose subject matter was the organization of art education in the historical-cultural perspective for the formation of aesthetic reading ability of elementary school students. The aim of this paper is to present some basic concepts of historical-cultural theory in order to explain the formation and development of psychological functions of the human being, emphasizing the role of social relations and cultural mediations, especially teaching-learning interactions, specifically in art. It is based on the premise that art occupies a place of relevance in human development by providing mediation with the higher forms of thought and sensibility, boosting the development of personality. The ability to metaphorize the world broadens perception beyond the appearance of objects and imagination to build new ways and ways of seeing the world. In this perspective, the methodology adopted in this study was the bibliographic research focusing on the historical-cultural theory, discussing its contributions to the organization of the teaching-learning process of visual arts. The conclusions of the work point to the pertinence of the historical-cultural theory for the teaching of art, in the sense of helping to understand how the symbolic elements, historically produced, propel the integral psychological development of Students.ResumoO conteúdo deste artigo decorre de uma pesquisa de mestrado em Educação, que teve como objeto de investigação a organização do ensino de arte na perspectiva histórico-cultural para a formação da capacidade de leitura estética dos estudantes do ensino fundamental. O objetivo do artigo é apresentar alguns conceitos básicos da teoria histórico-cultural que explicam a formação e o desenvolvimento das funções psicológicas do ser humano, dando ênfase ao papel das relações sociais e das mediações culturais nas interações de ensino-aprendizagem, especificamente em arte. Parte-se da premissa que a arte ocupa lugar de relevância no desenvolvimento humano por proporcionar a mediação com as formas superiores de pensamento e sensibilidade, impulsionando o desenvolvimento da personalidade. A capacidade de metaforizar o mundo amplia a percepção para além da aparência dos objetos e instiga a imaginação a construir novas formas e modos de ver o mundo. Nesta perspectiva, a metodologia adotada neste trabalho foi a pesquisa bibliográfica com foco na teoria histórico-cultural, discutindo as suas contribuições para a organização do processo de ensino-aprendizagem de artes visuais. As conclusões do trabalho apontam para a pertinência da teoria histórico-cultural para o ensino da arte, no sentido de ajudar a compreender como os elementos simbólicos, historicamente produzidos, impulsionam o desenvolvimento psicológico integral dos estudantes.Palavras-chave: Teoria Histórico-Cultural, Ensino de arte, Desenvolvimento psicológico.Keywords: Historical and Cultural Theory, Teaching art.ReferencesDAVYDOV, V.V. Problemas do ensino desenvolvimental: a experiência da pesquisa teórica e experimental na Psicologia. In: DAVÍDOV, V. V. La enseñanza escolar y el desarrollo psíquico. Revista Soviet Education, Moscú Vol XXX, N° 8, 273 p., August/1988.DAVYDOV. V. Uma nova abordagem para a interpretação da estrutura e do conteúdo da atividade. Tradução de José Carlos Libâneo a partir do texto: “A new approach to the interpretation of activity structure an content”. In: Hedegard, Mariane e Jensen Uffe Juul. Activity theory and social practice: cultural-historical approaches. Aarhus (Dinamarca), Aarthus University Press, 2009.FICHTNER, B. Introdução na abordagem histórico-cultural de Vygotsky e seus Colaboradores. Apostila para curso ministrado para o Programa de Pós-Graduação em Educação da Pontifícia Universidade Católica de Goiás. 2010. 102 p.FITTIPALDI, C. B. Conceitos centrais de Vygostky: Implicações pedagógicas. Revista Educação, I(2), 2006. p. 50-54.FREITAS, R. A. M. da Madeira. Pesquisa em Didática: o experimento didático formativo. In: ENCONTRO DE PESQUISA EM EDUCAÇÃO DA ANPED CENTRO-OESTE: DESAFIOS DA PRODUÇÃO E DIVULGAÇÃO DO CONHECIMENTO, 10., 2010, Uberlândia. Anais... Uberlândia, 2010. P. 1-11.LIMA, M. G. A psicologia da arte e os fundamentos da teoria histórico-cultural do desenvolvimento humano. Revista Interações, Vol. 5, n. 9, pp. 73-81 jan/jun 2000.OLIVEIRA, M. K. Vygotsky, aprendizado e desenvolvimento: um processo sócio-histórico. São Paulo: Scipione, 1998. 111 p.PRESTES, Zoia Ribeiro. Quando não é quase a mesma coisa: análise de traduções de Lev Seminovitch Vigotsky no Brasil - repercussões no campo educacional. 2010. 295 f. (Doutorado em Educação) - Faculdade de Educação, Universidade de Brasília, 2010.ROSA, E. Z.; ADRIANI, A. G. Psicologia sócio-histórica: uma tentativa de sistematização epistemológica e metodológica. In: KAHHALE, Edna M. Peters (Org.). A diversidade da pedagogia. 2. Ed. São Paulo: Cortez, 2006.SCHLICHTA, C. A. B. D. Ensino da arte, formação dos sentidos e leitura da imagem: reflexões sobre o que parece explicado. In: 18º ENCONTRO DA ASSOCIAÇÃO NACIONAL DE PESQUISADORES EM ARTES PLÁSTICAS TRANSVERSALIDADES NAS ARTES VISUAIS. Anais... pp. 3212-3225, Salvador, set/2009.SMOLKA, A. L. Comentários. VYGOTSKI, L. S. Imaginação e criação na infância: ensaio psicológico. Tradução Zóia Prestes. São Paulo-SP: Ática, 2010. 120 p.SILVA, F. G. da S. Conceitos de Vigotski no Brasil: produção divulgada nos cadernos de pesquisa. Cadernos de Pesquisa, v. 34, n. 123, p. 633-661, set./dez. 2004.VIGOTSKI. L. S. A formação social da mente. São Paulo: Martins Fontes, 1984. 191 p.VIGOTSKI, L. S. A formação social da mente. São Paulo: Martins Fontes, 1991, 168 p.VIGOTSKI. L. S. Pensamento e linguagem. 2. ed. São Paulo: Martins Fontes, 1989. 520 p.VIGOTSKI, L. S. Psicología del arte. Traducción: Carles Roche. Barcelona. Paidós, 2006. 364 p.VIGOTSKI. L. S. Pensamiento y habla. Trad. Alejandro Ariel González. Buenos Aires: Colihue, 2007. 672 p.VIGOTSKI. L. S. Imaginação e criação na infância: ensaio psicológico: livro para professores/Lev Semionovich Vigotski; apresentação e comentários Ana Luiza Smolka; tradução Zoia Prestes. São Paulo: Ática, 2010.120 p.e3500063
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van der Hart, Onno. "Amnesia dissociativa e trauma: una prospettiva secondo la teoria della dissociazione strutturale." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (July 2012): 121–35. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-002007.

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Abstract:
Nel DSM-IV l'amnesia dissociativa č considerata un'entitŕ clinica distinta che puň prendere le seguenti forme: amnesia localizzata, amnesia continua, amnesia sistematizzata, amnesia generalizzata e amnesia selettiva. In ambito clinico, tuttavia, essa č piů comunemente presente come espressione sintomatica di disturbi piů complessi ed estesi, soprattutto i disturbi dissociativi complessi (e spesso in pazienti che hanno subito traumi acuti e cronici). La dissociazione č il risultato di un'integrazione difettosa, che di solito si produce in occasione di esperienze traumatiche, di quei sistemi neuro-bio-psicologici dalla struttura estremamente complessa costituita dalla personalitŕ. Questo difetto comporta una dissociazione della personalitŕ in due o piů parti scisse - sottosistemi dinamici e attivi, ma rigidi e relativamente chiusi. In base a questo approccio concettuale, alcune di queste parti dissociate possono contenere ricordi traumatici che, se riattivati, riscatenano certi vissuti e certe messe in atto; nel contempo, il resto della personalitŕ rimane relativamente intatto, preso dalla vita quotidiana, in un atteggiamento fobico nei confronti delle parti implicate nei ricordi traumatici. Quindi, la dissociazione č mantenuta da una serie di fobie che nel corso del trattamento necessitano di una particolare attenzione. La cura prevista č un trattamento mirato alla fase, preceduto da un'indagine neurologica completa e dall'impiego di procedure diagnostiche standardizzate, nonché dalle scale per i disturbi dissociativi. Il difficile processo di esplorazione dei ricordi traumatici e della loro integrazione con gli altri aspetti della personalitŕ richiede una sufficiente capacitŕ integrativa nel paziente. Quindi, lo scopo iniziale non č la risoluzione rapida (e forzata) dell'amnesia, ma viceversa l'instaurarsi di una senso di sicurezza e di stabilitŕ nella vita quotidiana e nella terapia.
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Cargnello, G. "Ricerche volte a definire il paradigma e un prontuario “completo” di descrittori materiali, immateriali, …(ora oltre 150000) base della “Carta della Sostenibilità Universale Olistica MetaEtica 4.1C.17.18”: Descrittori che vanno oltre l'immaginabile, oltre “la terra, i cieli e gli universi”." BIO Web of Conferences 12 (2019): 01006. http://dx.doi.org/10.1051/bioconf/20191201006.

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Abstract:
Relativamente alla “sostenibilità” facendo seguito alle ricerche pregresse, ultimamente abbiamo coinvolto oltre 3500 signori italiani e non italiani che vanno dai ricercatori ai semplici, umili ma colti, illuminati ed illuminanti cittadini, nonché teologi, filosofi, psicologi, sociologi, moralisti, umanisti, ambientalisti, economisti, politici, amministratori, imprenditori, tecnici, …. Queste attività e ricerche hanno definito un paradigma sulla sostenibilità e reso possibile scrivere un prontuario “completo” di descrittori (ora oltre 150000: compresi quelli materiali ed immateriali, “fisici” e “metafisici”, spirituali e non spirituali, dei credenti e dei non credenti, degli atei, dei “credenti atei”, dell' “humanae sàpere” compresi, …, “MetaEtici 4.1C”) prima, mai visti i quali, pure, vanno oltre l'immaginabile, oltre “la terra, i cieli, gli universi, i multiversi, …”. Paradigma e prontuario che hanno pure attinto, come dovevano attingere da: “Dichiazione di Stoccolma”, “Rapporto di Brundtland”, ONU, UNESCO, CE, OIV, SQNPI, VIVA, EQUALITAS, GiESCO 2015, GiESCO 2017, Tergeo, Magis, SOStain, Prowine, ECO-Prowine, Ita.Ca/Gea.Vite, Vino Naturale, Dinamic wine, Vino Libero, New Green Revolution, Organic wine, VinNatur …e dai vari progetti, programmi, protocolli, regolamenti, associazioni, norme sulle “sostenibilità”, nonché, ed in particolare, dall' “humanae sàpere”. Queste attività e queste ricerche sono risultate fondamentali per scrivere, come è stata scritta, la “Carta della Sostenibilità Universale Olistica.MetaEtica 4.1.18 Liberi ma nel Condizionamento Democratico Naturale Universale Olistico.MetaEtico 4.1C” secondo la così detta “Grande Filiera Metaetica 4.1C” del Conegliano Campus 5.1C, la quale carta è risultata rappresentare, pure, un' importante opportunità spirituale, culturale, relazionale e di sensibilizzazione per ulteriori riflessioni e approfondimenti dell'anima, culturali, “di vita”, “Politici”, terminologici, concettuali, relazionali, metodologici teorici di base ed applicativi in generale e in particolare, ad esempio, per chi opera: 1-sulla “sostenibilità” intesa come “Sostenibilità Universale Olistica.MetaEtica 4.1.18 Liberi ma nel Condizionamento Democratico Naturale Universale Olistico. MetaEtico 4.1C”, 2-sulla fondamentale indispensabile urgente: 2.1-massima sburocratizzazione, totale alla fine, sburocratizzazione già in corso, 2.2-per eliminare il conflitto di interessi, eliminazione, già in atto, 3-sulle auto-dichiarazioni 4.1C, auto-certificazioni 4.1C e auto-garanzie 4.1C sburocratizzanti, responsabili, veritiere, facilmente controllabili, garantite “MetaEticamente 4.1C” già in fase applicativa le quali non escludono innovativi, rivoluzionari, originali interventi di terzi “MetaEtici 4.1C”, 4- e non per ultimo, ma in primis, attività e ricerche condotte per contribuire a rendere tutto, ogni sistema “Libero nel Condizionamento Democratico Naturale Universale Olistico.MetaEtico Sostenibile 4.1C”.
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