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Journal articles on the topic 'Qualità immagine'

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1

Elefante, R., S. Cirillo, L. Simonetti, G. La Tessa, and F. Smaltino. "La Risonanza Magnetica in età pediatrica." Rivista di Neuroradiologia 1, no. 1_suppl (April 1988): 27–33. http://dx.doi.org/10.1177/19714009880010s104.

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Abstract:
La Risonanza Magnetica (RM) ha trovato un campo di applicazione ideale nello studio neuroradiologico della patologia del Sistema Nervoso Centrale in età pediatrica. Essa, infatti, presenta potenzialmente chiari vantaggi rispetto alle altre tecniche disponibili, prima tra tutte la Tomografia Computerizzata. Questi vantaggi sono rappresentati dalla assenza di invasività radiobiologica e farmacologica e dalla alta efficacia diagnostica nella maggior parte dei capitoli della patologia neurologica del bambino. Nella sua applicazione in età pediatrica la RM presenta anche alcuni problemi. Si tratta principalmente dello scadimento della qualità di immagine per la necessità di usare scansioni sottili e campi di vista ridotti, della necessità di procedere, nei bambini più piccoli alla narcosi e della difficile accessibilità dell'esame. Risolti tali problemi, la RM si propone quale metodica di prima scelta in neuroradiologia pediatrica.
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2

Leonardi, M., and T. Penco. "Indicazioni attuali dell'angiografia diagnostica. Considerazioni tecnico-metodologiche: Angiografia tradizionale e digitale." Rivista di Neuroradiologia 1, no. 3 (December 1988): 251–55. http://dx.doi.org/10.1177/197140098800100307.

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Abstract:
L'angiografia digitale sottratta (ADS) si è confrontata fin dal suo primo apparire con i due problemi tecnici caratteristici della radiologia: risoluzione di contrasto e risoluzione spaziale, suscitando entusiasmi per la prima e perplessità per la seconda. II problema è stato più volte affrontato in questi anni, certo esaurientemente, ma per il continuo aggiornamento delle apparecchiature è necessario rivedere periodicamente le attuali possibilità e limiti, indispensabili per la corretta formulazione di protocolli di studio e di indicazione. Il confronto può essere fatto utilmente solo tra angiografia tradizionale (AT) e ADS arteriosa, in quanto presentano livelli di risoluzione spaziale vicini tra loro. La ADS venosa, che pure presenta vantaggi notevoli di ordine pratico e metodologico ha limiti di risoluzione spaziale notevoli rispetto alla AT; essa presenta un campo di impiego diverso, in quanto sfrutta al massimo le possibilità di risoluzione di contrasto del sistema ed un confronto con la AT è difficilmente proponibile in tema di pura qualità di immagine. La perdita di risoluzione spaziale (qualificabile intorno al 50% per condizioni operative standard) viene largamente compensata dalla possibilità di visualizzare strutture che presentano basse differenze di assorbimento Rx rispetto all'ambiente circostante. Va inoltre notato che per le condizioni operative ottimizzate la perdita di risoluzione spaziale della ADS è sicuramente piú evidente, ma bisogna tener conto dell'attuale utilizzo dell'indagine angiografica perché se la visualizzazione di vasi da 200/300 micron poteva essere importante nella diagnostica angiografica di neoplasia in epoca pre-TAC, attualmente ha perso gran parte della sua importanza. Una angiografia digitale è in grado di risolvere tutti i quesiti angiografici posti dopo la dimostrazione di massa fatta con TC o RMN.
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3

Sharples, M., and B. du Boulay. "Cuore e testa: Il «tutore radiologico» e oltre." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 4 (November 1992): 465–71. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500410.

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Abstract:
Il presente lavoro tratta dell'insegnamento dell'interpretazione delle immagini mediche basato sul computer. Esso indica i vantaggi dell'assistenza del computer come metodo per fornire una consulenza sistematica accessibile per l'interpretazione delle immagini mediche, nonchè i problemi dati dalla sostituzione o dall'integrazione della figura dell'insegnante. Esso descrive il prototipo di un sistema di insegnamento relativo alle radiografie al torace ed illustra un progetto attualmente in corso per estendere il sistema alle immagini neurologiche della risonanza magnetica. Insegnare ad interpretare le immagini mediche è molto simile all'insegnamento in altre discipline, come la meteorologia, la botanica e la geologia, nelle quali le informazioni si presentano principalmente come immagini visive. Testi di psicologia dell'insegnamento forniscono chiare indicazioni su come insegnare le immagini visive e molte possono essere applicate all'insegnamento riferito alle immagini mediche. Ma le immagini mediche presentano problemi particolari: la qualità dell'immagine è fortemente influenzata da fattori tecnici come il tempo di esposizione; l'immagine è un'astrazione degradata della struttura fisica; le strutture tridimensionali sono ridotte a modulazioni dell'intensità dell'immagine; caratteristiche anatomiche cruciali possono essere nascoste da altre caratteristiche; e le caratteristiche possono assumere un'ampia gamma di valori in pazienti normali e in quelli con anomalie. Nonostante queste difficoltà non esiste un metodo affermato per insegnare ad esaminare le immagini mediche. Generalmente gli studenti imparano sui libri di testo e la loro esperienza di studio di casi è limitata a brevi incontri con un insegnante e un set di immagini scelte ad hoc. I sistemi di insegnamento basato sul computer offrono una soluzione al problema di fornire una consulenza sistematica accessibile. Essi sono stati sviluppati per altri settori della formazione professionale, come l'elettronica, la diagnosi di malattie infettive ed il controllo di processi industriali. Sono in grado di utilizzare varie strategie di insegnamento e di apprendimento, compresi lo sfogliare rapidamente il testo, l'esplorazione guidata, l'assistenza nello studio di casi e l'insegnamento diretto. Un computer può immagazzinare migliaia di immagini interrelate e collegate ad informazioni relative alle loro caratteristiche e alle patologie ad esse associate. Questo database può essere consultato per tenere una «lezione» costituita da una sequenza studiata di immagini esemplificatrici o per correggere le concezioni errate di uno studente mostrandogli immagini comparate.
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4

Marina, R., A. Landi, E. Sganzerla, L. Nosetto, C. De Grandi, R. Keim, and S. M. Gaini. "Verifica di qualità nell'applicazione diretta della RM in Neurochirurgia stereotassica." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 4 (August 1996): 433–38. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900414.

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Abstract:
Si descrive la procedura d'installazione ed il controllo di qualità di un sistema per neurochirurgia stereotassica, che utilizza la risonanza magnetica per il calcolo diretto delle coordinate dei «bersagli». L'applicazione clinica del sistema conferma la fattibilità degli interventi in condizioni di sicurezza, e la validità del metodo adottato per l'eliminazione degli artefatti di distorsione spaziale nelle immagini.
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5

Ruffinengo, U., S. Calia, G. Macchia, F. Romanzi, and G. Grossi. "La TC spirale in neuroradiologia pediatrica." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 6 (December 1996): 669–74. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900607.

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Abstract:
La TC spirale si è rivelata di particolare utilità in neuroradiologia pediatrica principalmente per la riduzione del tempo di acquisizione, e quindi del numero di anestesie, e per l'elevata qualità delle immagini ricostruite.
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6

D'Aprile, P., G. R. Grande, C. F. Andreula, G. Tripoli, and A. Carella. "Angiomi venosi: Studio Angio-RM con tecnica 2D TOF." Rivista di Neuroradiologia 6, no. 2 (May 1993): 173–79. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600207.

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Abstract:
Gli autori descrivono, otto casi di angioma venoso (AV) esaminati con RM ed angiografia a risonanza magnetica con tecnica 2D TOF, sequenze FISP. La buona qualità delle immagini ottenute, ha permesso di definire sempre i caratteri anatomo-patologici della anomalia (sede, estensione, configurazione, ecc.) e si conviene sull'utilità di completare lo studio RM di base con lo studio Angio-RM del circolo venoso: in quattro casi è stato somministrato. Gadolinio-DTPA che ha migliorato sensibilmente la qualità delle immagini. È stata inoltre eseguita una correlazione clinico-radiologica, rilevatasi positiva solo in un caso, a dimostrazione che tale anomalia del circolo venoso, pur essendo congenita, raramente appare sintomatica e generalmente non necessita di alcun approccio terapeutico. In conclusione lo studio del circolo venoso cerebrale con Angio-RM è considerato dagli autori opportuno in tutti i casi in cui l'esame di base RM sia diagnostico o dia il sospetto di anomalia vascolare venosa, per una maggiore accuratezza diagnostica al fine di evitare lo studio con angiografia tradizionale.
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7

Pirjevec, Marija. "La situazione politica e culturale nella Slovenia napoleonica e Charles Nodier." Acta Neophilologica 21 (December 15, 1988): 11–16. http://dx.doi.org/10.4312/an.21.0.11-16.

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Abstract:
Nel 1813 in qualità di direttore del Télégraphe Officiel, il foglio ufficiale dell'amministrazione delle Provincie Illiriche, stampato a Lubiana, Charles Nodier cominciò a pubblicare una serie di articoli dedicati ai diversi aspetti dell'Illiria. In essi egli esprime un grande entusiasmo per la scoperta della regione slovena concludendo le sue osservazioni, secondo la moda neoclassica del tempo, con immagini tratte dalla mitologia greca.
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Pirjevec, Marija. "La situazione politica e culturale nella Slovenia napoleonica e Charles Nodier." Acta Neophilologica 21 (December 15, 1988): 11–16. http://dx.doi.org/10.4312/an.21.1.11-16.

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Abstract:
Nel 1813 in qualità di direttore del Télégraphe Officiel, il foglio ufficiale dell'amministrazione delle Provincie Illiriche, stampato a Lubiana, Charles Nodier cominciò a pubblicare una serie di articoli dedicati ai diversi aspetti dell'Illiria. In essi egli esprime un grande entusiasmo per la scoperta della regione slovena concludendo le sue osservazioni, secondo la moda neoclassica del tempo, con immagini tratte dalla mitologia greca.
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Cartolari, R., S. Boni, L. Perugini, L. Vocino, and G. B. Scarfò. "La Tomografia Computerizzata Tridimensionale (3D-TC) nella patologia vascolare intracranica." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 5 (October 1994): 745–57. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700504.

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Abstract:
È stata valutata l'utilità diagnostica del rendering tridimensionale di esami TC (3D-TC) nelle malformazioni artero-venose e negli aneurismi del poligono di Willis. Particolare attenzione è stata posta sulla scelta dei valori di soglia di campionamento delle tessere, da cui dipendono sia la qualità che il significato diagnostico dell'imagine 3D ottenuta. Il rendering 3D concentra in poche immagini significative una considerevole quantità di informazioni con passaggio di un elevato flusso informativo dal radiologo al clinico. In particolari situazioni di diagnostica differenziale la scelta di corretti valori di soglia («segno dell a soglia») può fornire informazioni diagnostiche originali.
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De Giorgio, Teodoro. "LE STORIE DELLA PASSIONE DI CRISTO DELLA CAPPELLA «DEGLI ILLUSTRISSIMI» NEL DUOMO DI NAPOLI. RIFLESSIONI SUL TRIANGOLO NAPOLI, SIENA E AVIGNONE." Papers of the British School at Rome 87 (March 15, 2019): 207–44. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246218000417.

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Abstract:
Il saggio analizza in dettaglio, con immagini inedite e di alta qualità (frutto di apposita campagna fotografica), le trecentesche Storie della Passione di Cristo della cappella «degli Illustrissimi», posta all'estremità del braccio settentrionale del transetto del duomo di Napoli. L'opera, realizzata a monocromo, si compone di quattro scene maggiori, leggibili da sinistra a destra, Cristo schernito e spogliato delle vesti, Flagellazione, Andata al Calvario e Deposizione, e di una scena minore, un'Annunciazione con probabile offerente. A dispetto dell'alta qualità esecutiva e del raffinato livello d'invenzione, l'opera è scarsamente conosciuta, e spesso ignorata, da parte della critica moderna. Scopo del contributo è di presentare in dettaglio le Storie della Passione per fornire una corretta e approfondita lettura iconografica dei singoli episodi e per individuare le fonti visive alla base della rappresentazione.
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Paoli, Marco. "Digitalizzazione e ricerca umanistica." DigItalia 15, no. 1 (June 2020): 13–25. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00001.

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Abstract:
L’articolo si propone di verificare sinteticamente il rapporto tra il recente sviluppo delle biblioteche digitali e la ricerca umanistica, valorizzando il punto di vista dell’utente finale, lo studioso. È stata presa ad esempio una ricerca nell’ambito della storia della miniatura. Essa può oggi giovarsi di numerosi database dedicati alle collezioni digitali di manoscritti miniati medievali, e servirsi di avanzate funzioni di ricerca iconografica. La digitalizzazione ha permesso di superare la fase in cui l’alternativa alla consultazione diretta del manoscritto di pregio era il microfilm. La qualità delle immagini digitali permette spesso uno studio più agevole ed efficace di quello offerto dalla visione diretta dell’originale.
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Piccolo, Michele S. "Il fraseggio del corpo in psicoterapia. Alcune riflessioni a partire dalla teoria delle emozioni di William James." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 4 (December 2011): 499–522. http://dx.doi.org/10.3280/pu2011-004009.

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Abstract:
L'Autore prende in esame la teoria delle emozioni di James-Lange per riscoprirne elementi di modernitŕ estensibili alle scienze psicologico-cliniche. L'emergere dell'emozione dal (1) contatto diretto tra corpo e mondo reale e (2) dalle reminiscenze dei contatti precedenti evidenzia la permeabilitŕ della persona nei confronti dell'ambiente circostante. Il realismo di James induce a riflettere sull'importanza dell'ascolto degli "eventi reali" riferiti dal paziente e sull'impatto reale della figura del terapeuta ("qualitŕ personali") nella situazione psicoterapeutica. L'Autore si focalizza quindi sulla relazione tra la narrativa e il corpo del paziente durante il trattamento e sottolinea come il terapeuta possa cogliere nelle comunicazioni per "immagini" del paziente riferimenti alla sfera somatica. L'Autore traccia dei collegamenti tra la concezione jamesiana delle emozioni, il "feeling di quel che accade" concettualizzato da Antonio Damasio e le riflessioni sulla dimensione subsimbolica avanzate da Wilma Bucci.
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Razavi, I. Shariat, F. Piovesana, Z. Tarjan, F. Pozzi Mucelli, S. Magnaldi, and R. Pozzi Mucelli. "Ricostruzione tridimensionale dei vasi del collo." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 2_suppl (November 1996): 131–38. http://dx.doi.org/10.1177/19714009960090s217.

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Abstract:
L'obiettivo di questo lavoro è stato quello di valutare l'efficacia della Angiografia tridimensionale TC (3D-TCA) in pazienti con patologia a carico del distretto carotideo extracranico. Sono stati esaminati 15 pazienti con stenosi di natura arteriosclerotica (14 casi) o arteritica (1 caso) a livello della biforcazione carotidea. Tutti i casi erano stati precedentemente indagati con arteriografia che è stata considerata il test di confronto. Le immagini tridimensionali, presentano una qualità molto valida e sono paragonabili a quelle angiografiche nella maggioranza dei casi. La tecnica 3D-TCA presenta a suo favore alcuni vantaggi: scarsa invasività; semplicità e rapidità di esecuzione; buona dimostrazione delle placche calcifiche che possono essere rimosse mediante software. I limiti attuali sono rappresentati da: necessità di una adeguata concentrazione di mezzo di contrasto nei vasi: possibili artefatti da calcificazioni e strutture ossee: mancanza di informazioni sul flusso dei vasi; difficile separazione tra arterie e vene in alcuni distretti; scarsa panoramicità rispetto alla angiografia.
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Manfrè, L., C. Sarno, M. Laconi, A. Mangiameli, and R. Lagalla. "Fast Spin Echo e Spin-Echo." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 4 (August 1994): 579–93. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700404.

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Abstract:
Uno dei maggiori problemi connessi alio studio del SNC di pazienti in età pediatrica con RM è indubbiamente costituito dalla durata dell'esame stesso, che impone sovente la necessità di una sedazione farmacologica del paziente e limita allo stretto indispensabile il numero delle acquisizioni effettuate. Appare pertanto facilmente intuibile l'entusiasmo rivolto verso nuovi tipi di sequenze che presentino quale caratteristica principale una drastica riduzione dei tempi di acquisizione pur mantenendo un'affidabile qualità diagnostica. Le sequenze di tipo Fast-Spin-Echo (FSE) costituiscono il successivo sviluppo delle sequenze denominate RARE (Rapid Acquisition Relaxation Enhanced) descritte da Henning nel 1986, abbinando la semeiotica di segnale RM delle convenzionali sequenze in Spin-Echo (Conventional Spin-Echo o CSE), largamente più diffuse, al vantaggio di un rapido tempo di acquisizione (figure 1, 2). La sequenza FSE, tuttavia, per le caratteristiche tecniche che la contraddistinguono, non può essere considerata semplicisticamente come una sequenza Spin-Echo veloce: la sua applicazione nella pratica quotidiana merita pertanto — al pari di quanto già fatto per sequenze ormai diffusamente utilizzate quali la Spin-Echo e la Gradient-Echo — una approfondita analisi delle capacità intrinseche e delle potenzialità diagnostiche. Il nostro scopo è stato quello di esaminare comparativamente le immagini ottenute, mediante sequenze FSE e CSE, in 78 pazienti in età pediatrica, valutando non solo la qualità diagnostica delle Stesse (nel normale e nel patologico), ma effettuando anche una analisi quantitativa del segnale rilevato e del contrasto relativo esistente tra le diverse componenti tissutali visualizzate.
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Cimino, C., L. Chiapparini, M. G. Bruzzone, E. Ciceri, M. R. Carriero, and B. Lombardi. "Analisi della tecnica Angio-TC-3D nello studio delle steno-occlusioni carotidee." Rivista di Neuroradiologia 10, no. 2_suppl (October 1997): 115. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s245.

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Abstract:
L'angio-TC e le tecniche di ricostruzione tridimensionale su work-station sono strumenti che permettono di studiare la patologia steno-occlusiva dei vasi al collo, ottenendo informazioni sulla morfologia, sull'estensione delle placche ateromasiche e sull'entità delle stenosi. Mentre appare sempre più emergente il ruolo dell'angio-TC come esame di screening per tale patologia, in letteratura non vi è unanimità di giudizio sulla possibilità che questa tecnica, da sola o in associazione con altre non invasive, possa sostituire l'angiografia in previsione di un intervento chirurgico. Scopo di questo lavoro è analizzare la sensibilità, la specificità e l'accuratezza diagnostica di questa tecnica, comprensiva delle successive elaborazioni con programmi di ricostruzione tridimensionale, rispetto a metodiche più tradizionali quali l'angio-RM, l'eco-color-doppler, l'angiografia digitale. Dato il prevedibile aumento di richiesta di esecuzione di questo esame saranno inoltre presi in considerazione altri parametri. In primo luogo sarà considerato il rapporto tra il tempo complessivo dedicato sia all'esecuzione dell'esame (impostazione dei protocolli di acquisizione, scelta della regione di interesse, scelta dei corretti parametri di somministrazione del bolo) sia l'elaborazione delle immagini (scelta del programma di ricostruzione, del target, eventuale segmentazione) e la qualità e l'affidabilità del risultato rispetto ad altre tecniche. Verrà infine considerato il costo biologico dell'esame in termini di dose somministrata al paziente. Data la recente installazione presso il nostro servizio di un'apparecchiatura TC spirale e di work-station per elaborazioni 3D, MIP, MPR, etc., ci proponiamo di utilizzare per questo studio un campione di 20 pazienti con TIA o minor stroke. Tutti questi pazienti saranno sottoposti ad eco-color-doppler, angio-TC, angio-RM e angiografia digitale.
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Di Raimondo, F., G. A. Palumbo, P. Fiumara, G. Amato, D. Buglio, and R. Giustolisi. "Emangioma, plasmocitoma e mieloma multiplo del rachide." Rivista di Neuroradiologia 15, no. 4 (August 2002): 445–50. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500414.

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Abstract:
Nel mieloma multiplo (MM) le lesioni osteolitiche interessano prevalentemente lo scheletro assiale e la colonna vertebrale è la sede più frequente. Tipicamente la lesione erode l'osso spugnoso lasciando relativamente intatta la corticale. Alle immagini RM sono stati descritti tre pattern che in ordine decrescente sono: focale, diffuso e variegato. La patogenesi delle lesioni osteolitiche è legata ad una azione locale delle plasmacellule e delle cellule midollari non neoplastiche, le quali producono una vasta gamma di citochine che in ultima analisi stimolano gli osteoclasti. Recenti ricerche hanno dimostrato che il rapporto RANKL/OPG è critico per l'attivazione osteoclastica mentre un altro importante fattore osteoclastogenico, il MIP-1α, sembra agire attraverso una via differente. La modalità migliore per valutare le lesioni osteolitiche rimane la semplice radiografia, anche se la RM ha mostrato una maggiore sensibilità e viene usualmente impiegata nei pazienti asintomatici per predire la possibilità di fratture o di progressione di malattia. Sul piano terapeutico, la chirurgia classica non riveste un ruolo importante, mentre la nuova metodica della vertebroplastica si sta facendo strada in tutte le istituzioni. La radioterapia è confinata ad alcuni casi particolari. Il presidio medico più impiegato è costituito dai bisfosfonati, sopratutto quelli di ultima generazione che hanno dato un contributo significativo alla terapia di supporto ed hanno sicuramente migliorato la qualità di vita di questi pazienti. Esistono inoltre rari tumori costituiti da vasi sanguigni aberranti che vanno sotto il nome di emangiomi o emangioteliomi. Sono per la maggior parte benigni, ma se ne conoscono anche di diversi gradi di malignità con tendenza a recidivare. Spesso sono asintomatici e costituiscono un reperto occasionale. Presentano un aspetto radiologico abbastanza tipico. Sono sensibili alla radioterapia e possono anch'essi giovarsi della vertebroplastica.
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Andreula, C. F., and A. Carella. "Malattie metastatiche dell'encefalo." Rivista di Neuroradiologia 4, no. 3_suppl (December 1991): 101–13. http://dx.doi.org/10.1177/19714009910040s320.

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Abstract:
La ricerca di metastasi cerebrali in pazienti con anamnesi oncologica positiva avviene mediante l'utilizzo di metodiche avanzate quali la TC e la RM. Il confronto tra le due metodiche si impone per la scelta dell'esame da eseguire, per la valutazione di eventuali falsi negativi preferendo una tecnica, per le considerazioni economiche del rapporto costi- benefici. Tale confronto però dev'essere eseguito ottimizzando al massimo le tecniche per evitare dati tendenziosi e facilmente correggibili. L'utilizzo della tecnica speciale TC con doppia dose di mezzo di contrasto e scansioni ritardate permette un'incremento del 67% di sensibilità della tecnica e il rilievo di circa il 12% di falsi negativi al confronto con la abituale tecnica TC. La RM di base ha una sensibilità sovrapponibile alla TC con tecnica speciale, mediante lo sfruttamento diagnostico della elevata sensibilità delle sequenze a lungo TR e TE per immagini appesantite in T2. L'avvento dei mdc paramagnetici (Gadolinio DTPA) ha permesso un ulteriore incremento di sensibilità della metodica ottenendo un aumento percentuale del 37% su dati di metastasi unica o dubbio di metastasi svelate dalla TC con tecnica speciale. Tali dati apparsi in letteratura concordano con la nostra esperienza personale, con minime variazioni percentuali. In conclusione è nostra opinione prospettare la necessità di adottare nel protocollo diagnostico della ricerca di metastasi la RM con mezzo di contrasto per le sue maggiori percentuali di sensibilità ed anche di specificità. Solo nei casi di difficile accesso agli impianti di RM si farà ricordo alla TC con tecnica speciale di doppia dose di mdc e scansioni ritardata; a sospetto molto fondato di presenza di metastasi e quadro TC negativo bisognerà ricorrere comunque alla RM con gadolinio DTPA. Tale ricerca meticolosa di un numero di metastasi diverso da uno risiede nella differente possibilità terapeutica chirurgica delle metastasi solitarie, con incremento della qualità e della quantità di vita.
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Visocchi, M., M. Meglio, D. Cabezas Cuevas, B. Cioni, P. Carducci, G. Mastroianni, T. Tartaglione, G. Di Lella, and C. Colosimo. "Sensibilità e specificità della RM in un nuovo modello di ictus ischemico acuto sperimentale «collaterale»." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 1 (February 1996): 21–23. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900102.

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Abstract:
Al fine di valutare la precocità e la sensibilità diagnostica della RM, unitamente alla eventuale ripetibilità degli eventi, abbiamo voluto sperimentare un nuovo modello di ischemia, che abbiamo definito «collaterale», poichè secondaria ad occlusione di due o più vasi pre - Willisiani. Per l'analogia con il circolo cerebrale umano sono stati studiati 12 conigli albini New Zealand (4–5 Kg) che venivano sottoposti ad anestesia generale. Per tutta la durata dell'esperimento si procedeva al monito-raggio della pressione arteriosa sistemica media, della frequenza cardiaca del pH e dell'emogas. L'ischemia veniva indotta con tecnica microchirurgica in 8 animali mediante chiusura di entrambe le carotidi comuni al collo (durata da un minimo di 2 h ad un massimo di 24 h) ed in altri 4 mediante chiusura dei vasi epiaor-tici a livello dell'arco aortico (durata da un minimo di 2 h ad un massimo di 4h). L'animale veniva sacrifi-cato senza previa riperfusione. Veniva quindi eseguito in tutti gli animali uno studio RM. In un caso (#12) il danno non è stato valutabile per la scarsa qualità iconografica. In otto casi sono state chiaramente iden-tificate incostanti e sfumate immagini lesionali lineari e/o puntiformi, prevalentemente monolaterali e a sede variabile. In analogia con quanto dimostrato in alcuni modelli di ischemia «terminale» studiati con RM, nel nostro gruppo di animali il danno ischemico «collaterale» è già evidente entro le prime due ore sia con chiusure di entrambe le carotidi che dell'arco aortico. La povertà dei reperti ottenuti, la aspecificità degli stessi, forse legata ad una vulnerabilità selettiva al-Pipossia di alcune strutture cerebrali mesiali e la scarsa ripetibilità degli stessi, scoraggia l'impiego del modello in oggetto per uno studio sistematico sperimentale dell'ischemia e quindi dell'efficacia di trials tera-peutici, sebbene la stessa negatività dello studio RM non possa escludere completamente un danno ischemico neuronale.
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Rigante, M., G. La Rocca, L. Lauretti, G. Q. D’Alessandris, A. Mangiola, C. Anile, A. Olivi, and G. Paludetti. "Preliminary experience with 4K ultra-high definition endoscope: analysis of pros and cons in skull base surgery." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 3 (June 2017): 237–41. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1684.

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Abstract:
Negli ultimi venti anni la chirurgia endoscopica del basicranio ha osservato continui sviluppi tecnici e tecnologici. L’endoscopia 3D e l’ alta definizione (HD) 4K hanno fornito grandi vantaggi in termini di visualizzazione e di risoluzione spaziale. L’ ultra HD 4K, recentemente introdotta nella pratica clinica, determinerà i prossimi passi soprattutto nella chirurgica endoscopica del basicranio. I pazienti sono stati operati attraverso un approccio transnasale transfenoidale endoscopico, utilizzando un endoscopio Olympus NBI 4K UHD con ottica 4 mm 0 ° Ultra Telescope, lampada allo xeno 300 W (CLV-S400) predisposto per la tecnologia narrow band imaging (NBI) collegato con una videocamera ad un alta qualità unità di controllo (OTV-S400 - VISERA 4K UHD) (Olympus, Tokyo, Giappone). Due schermi, un 31 “Monitor - (LMD-X310S) e quello principale ultra-HD 55” a pollici ottimizzati per la riproduzione immagini UHD (LMD-X550S). In casi selezionati abbiamo usato un sistema di navigazione (Stealthstation S7, Medtronic, Minneapolis, MN, Stati Uniti). Abbiamo valutato 22 adenomi ipofisari (86,3% macroadenomi; 13,7% microadenomi). Il 50% non erano secernenti (NS), 22,8% GH, 18,2% ACTH, 9% PRLsecernenti. 3/22 erano recidive. Nel 91% dei casi abbiamo raggiunto la rimozione totale, mentre nel 9% la resezione subtotale. Un followup medio di 187 giorni, durata media del ricovero era 3,09 ± 0,61 giorni. Tempo chirurgico 128,18 ± 30,74 minuti. Abbiamo avuto solo 1 caso di fistola intraoperatoria a basso flusso senza ulteriori complicazioni nel follow up. Il 100% dei casi non ha richiesto emotrasfusione. La visualizzazione e l’alta risoluzione del campo operatorio hanno fornito una vista dettagliata di tutte le strutture anatomiche e patologie e permesso il miglioramento della sicurezza e l’efficacia della procedura chirurgica. Il tempo operatorio è stato simile a quello dell’endoscopio HD standard 2D e 3D, come la fatica fisica era paragonabile ad altri in termini di ergonomicità e peso.
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Beltramello, A., G. Viola, A. Borsato, G. Tassinari, D. Campara, R. Cerini, M. Pregarz, G. Puppini, and A. G. Bricolo. "Risonanza magnetica funzionale encefalica Razionale della metodica ed esperienze applicative su magnete per uso clinico." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 3 (June 1995): 345–70. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800303.

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Abstract:
La Risonanza Magnetica funzionale (fMRI) si sta di recente affermando come nuova metodica di indagine del «cervello al lavoro», occupando progressivamente un suo spazio nell'armamentario strumentale a disposizione dei Neurofisiologi per poter investigare la localizzazione e le inter-connessioni di differenti aree encefaliche funzionalmente coinvolte nella esecuzione di varie performance. L'fMRI indaga le modificazioni di segnale del tessuto encefalico indotte dalle variazioni perfusionali e di ossigenazione che si verificano nella sostanza grigia durante differenti stati funzionali (riposo/attività). Tali modificazioni sono rivelate con RM grazie alle variazioni che il transito nel letto vascolare encefalico di una sostanza para-magnetica è in grado di indurre sul rilassamento trasversale T2 degli spin protonici tissutali in prossimità dei capillari e mediante l'impiego di sequenze GE T2*-pesate. Due principali tecniche di studio sono state utilizzate: la prima, più complessa, richiede l'iniezione di un bolo di Gadolinio ed il monitoraggio, mediante sequenze eco-planari, del suo primo passaggio nel letto capillare encefalico; la seconda, realizzabile anche con magneti per uso clinico, utilizza come mdc para-magnetico endogeno la desossi-emoglobina e registra le variazioni di ossigenazione ematica correlate allo stato di attività corticale (tecnica BOLDc — Blood Oxygenation Level Dependent contrast). La nostra esperienza è stata effettuata con un magnete superconduttivo da 1,5 T, adottando la tecnica BOLDc e sequenze GE FLASH con TE lungo. Sono stati sottoposti ad indagine 19 volontari ed effettuati 11 studi di attivazione della corteccia motoria e 13 studi di attivazione della corteccia visiva. In 10 studi di attivazione motoria e 10 studi di attivazione visiva è stata osservata una buona o sod-disfacente variazione areale del segnale, localizzata nella regione corticale coinvolta dal paradigma di attivazione. Uno studio di attivazione motoria e 3 studi di attivazione visiva sono invece risultati insoddisfacenti, non essendosi riscontrata alcuna variazione di segnale o, quando presente, non essendo stato possibile attribuirla ad alcuna regione corticale di interesse. La RM, metodica che attualmente fornisce al Neuroradiologo le migliori informazioni anatomo-strutturali sul SNC, sta estendendo il suo campo di indagine, prima esclusivo appannaggio della Medicina Nucleare, ad alcuni aspetti delle funzioni cerebrali, avvantaggiandosi, rispetto alla SPET ed alla PET, in qualità delle sue prerogative di più elevata risoluzione spaziale e temporale, di assoluta innocuità, di rapida integrazione delle immagini funzionali con quelle anatomiche e di minori costi.
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Buseti, Simone, and Bruno Dente. "L'introduzione del performance management nelle Universitŕ italiane." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 121–41. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002005.

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Abstract:
L'ipotesi centrale del saggio č che gli strumenti di misurazione della performance possono essere un modo efficace per promuovere la professionalizzazione del management delle universitŕ, ma soltanto nel rispetto di due condizioni, entrambe necessarie: che l'introduzione di nuovi sistemi sia parte di una piů ampia azione di sviluppo, e che le strategie di cambiamento rispettino l'eterogeneitŕ delle amministrazioni e siano quindi incrementali e differenziate. Si tratta di due condizioni che il decreto 150/2009 sembra sottovalutare, implicando una semplicitŕ doppiamente erronea: l'omogeneitŕ delle amministrazioni target e la sufficienza di valutazione e misurazione ai fini del miglioramento delle performance. Il saggio presenta una ricerca sui sistemi di management e valutazione, attraverso l'analisi dei risultati di un questionario somministrato a circa un terzo degli atenei italiani. La ricerca ha sostanzialmente smentito tali premesse e ha restituito due risultati: un'analisi dello stato dei sistemi che fotografa il posizionamento degli atenei e un modello di relazione tra le diverse variabili oggetto d'indagine. Per quanto riguarda il primo risultato, il panorama complessivo mostra alcuni elementi generalmente solidi e diffusi (come il quadro organizzativo), elementi diffusi ma solo raramente considerati adeguati (ad esempio il controllo di gestione), elementi sostanzialmente assenti (tra tutti il sistema di gestione dei rischi). D'altra parte, il posizionamento degli atenei rivela uno scenario - oltre che generalmente poco soddisfacente - anche fortemente eterogeneo. Non solo quindi non č possibile immaginare una riforma basata sul principio "one size fits all", ma č necessario tutto al contrario sviluppare diversi approcci al cambiamento. Il saggio presenta tre possibili strategie di implementazione della riforma, che partendo dallo stato di sviluppo dell'amministrazione suggeriscono percorsi di cambiamento differenziato. Infine, l'ultima parte del saggio utilizza i dati della rilevazione per costruire un modello di relazione che conferma il rapporto ipotizzato tra i sistemi di valutazione e alcune precondizioni, individuate nel quadro organizzativo, nei sistemi di supporto e (in minor misura) nei sistemi di gestione del rischio e di presidio della qualitŕ. Il modello non propone un rapporto di stretta causalitŕ tra variabili (il che implicherebbe una sequenza cronologica stretta nei programmi di riforma), ma piuttosto di guardare al management come oggetto complesso, il cui miglioramento necessita di sviluppo armonico e forte integrazione tra le sue diverse parti.
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Roncallo, F., I. Turtulici, A. Bartolini, R. Corvò, G. Sanguineti, V. Vitale, G. Margarino, M. Scala, P. Mereu, and F. Badellino. "Tomografia computerizzata e risonanza magnetica nella patologia del distretto testa collo." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 4 (August 1996): 471–91. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900421.

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Abstract:
Scopo del lavoro è quello di delineare le indicazioni generali alla radioterapia, definitiva o in associazione alla chirurgia, nei pazienti affetti da carcinoma del distretto testa-collo, anche sulla base delle informazioni TC ed RM, e di descrivere le alterazioni morfologiche radiologiche che emergono, differenziando quelle suggestive di persistenza o recidiva neoplastica, da quelle indotte dalla radioterapia. Sono stati selezionati 95 pazienti che hanno praticato radioterapia come unico trattamento o in associazione alla chirurgia. Il primo controllo radiologico è stato effettuato di norma in un periodo di tempo compreso tra i 3 e i 4, 5 mesi dal termine della radioterapia. I pazienti sono stati seguiti nel tempo con esami seriati rispettivamente a 6, 9 e 12 mesi a distanza dal termine della radioterapia, a seconda dei rilievi emersi al primo controllo a ciclo terapeutico ultimato. Per quanto concerne la valutazione della risposta del tumore primitivo alla radioterapia sono stati distinti tre gruppi di pazienti. Il primo gruppo comprende soggetti nei quali il tumore primitivo, valutato alla TC e/o RM prima del trattamento radioterapico, ha dimostrato una regressione volumetrica superiore al 75% nei controlli tra i 3 ed i 12 mesi dalla fine del ciclo terapeutico (31 pazienti). Il secondo gruppo comprende soggetti nei quali il volume tissutale residuo dopo radioterapia, nei controlli a tre mesi, ha dimostrato una regressione inferiore al 50%, una persistenza o addirittura una progressione (44 pazienti). Un terzo gruppo è costituito da soggetti nei quali la regressione volumetrica del tessuto neoplastico nel controllo a tre mesi dal termine del ciclo terapeutico radioterapico è compresa tra il 50 ed il 75%. Quest'ultimo gruppo è quello che pone i maggiori problemi diagnostici e che viene seguito con controlli seriati ogni tre mesi, anche in presenza di negatività degli esami clinici ed endoscopici (20 pazienti). Le alterazioni tissutali post-radioterapiche sono state distinte in transitorie e permanenti. Quelle transitorie hanno raggiunto il massimo della loro espressività al termine del ciclo di trattamento, con visualizzazione di una massa conglomerata più estesa del tumore primitivo. Quelle permanenti si sono verificate a carico dei tessuti superficiali (ispessimenti della cute e del platisma, addensamenti nel tessuto adiposo sottocutaneo), nei piani fasciali profondi periviscerali (fibrosi del connettivo lasso adiposo parafaringeo, cervicale anteriore e posteriore, pericarotideo), nelle logge salivari (scialoadenite reattiva e degenerazione grassa), a livello degli spazi mucosi profondi (ispessimento simmetrico e infiltrazione delle pliche ariepiglottiche e delle corde vocali false, obliterazione dei piani adiposi pre- e paraglottici). La difficoltà di interpretazione delle immagini, con particolare riguardo ai possibili falsi positivi e falsi negativi, rappresenta soltanto una delle diverse facce della complessa problematica in corso di carcinoma del distretto testa-collo. Infatti i quesiti da risolvere coinvolgono anche il clinico, il chirurgo, il radioterapista oltre che il radiologo, il cui sforzo comune deve essere quello di garantire al paziente la migliore terapia possibile a fronte di una qualità di vita accettabile.
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Carbone, Mauro. "La surface obscure." Chiasmi International 21 (2019): 103–15. http://dx.doi.org/10.5840/chiasmi20192114.

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Abstract:
Tout le trajet de la pensée de Merleau-Ponty est traversé – en certains cas de manière plus évidente que d’autres – par ce que je propose de définir comme une idée de la littérature et de la philosophie en tant que dispositifs de vision, pour utiliser une expression qui est née – et ce n’est pas un hasard – dans le domaine des études cinématographiques. Plus précisément, je voudrais montrer que Merleau-Ponty voit la littérature et la philosophie de son époque opérer comme des dispositifs de vision convergents, vision qui est à considérer, à son tour, comme une pratique corporelle et pas seulement oculaire. Cela dit, il faut souligner que de tels dispositifs visuels convergents ont la particularité de fonctionner avec les mots, et que Merleau-Ponty met l’accent sur leur différente efficacité à exprimer son époque. De plus, je pense que l’idée implicite de la philosophie en tant que dispositif de vision opérant par des mots « comme toute la littérature » a une place importante, mais pour l’instant pas assez développée, dans la dernière période de la pensée de Merleau-Ponty. En outre, je voudrais souligner qu’une telle perspective est cruciale aussi pour notre époque, bien que je crois qu’elle soit différente de celle de Merleau-Ponty. En effet, je pense que notre époque et celle de Merleau-Ponty sont toutes deux caractérisées par une tension entre l’importance croissante des images et la centralité traditionnelle du concept dans notre culture.The whole path of Merleau-Ponty’s thought is crossed – some times more evidently than others – by what I propose to qualify as the idea of literature and philosophy as visual apparatuses (dispositifs), to use an expression that was born – and not by chance – in the field of Film Studies. More precisely, I aim at asserting that Merleau-Ponty sees literature and philosophy working in his epoch as convergent apparatuses of vision, in turn understood as a bodily and not merely ocular practice. Immediately after that, I should specify that such convergent visual apparatuses peculiarly function by words, and that Merleau-Ponty stresses their different efficiency in expressing his epoch.Moreover, I think that the implicit idea of philosophy as a visual apparatus working by words “like all literature” has a particularly relevant but so far not consequently developed place in in the last period of Merleau-Ponty’s thought. Also, I would like to stress that such a perspective is crucial in our own time too, even though I consider it to be different from Merleau-Ponty’s. Indeed, I think that both our time and Merleau-Ponty’s are characterized by a tension between the increasing importance of images and the traditional centrality of the concept in our culture.L’intero percorso del pensiero di Merleau-Ponty è attraversato, in certi casi in modo più evidente, da quella che propongo di definire come un’idea di letteratura e di filosofia come dispositivi di visione, per usare un’espressione nata, non a caso, nell’ambito dei Film Studies. Più precisamente, vorrei mostrare come Merleau-Ponty concepisca la letteratura e la filosofia della sua epoca come dispositivi di visione convergenti, intesi come una pratica corporea e non già meramente ottica. Specificherò, poi, che tali dispositivi di visione convergenti operano attraverso la parola e che Merleau-Ponty sottolinea la loro diversa efficacia nell’esprimere la sua epoca. Ritengo inoltre che l’idea implicita di filosofia come dispositivo di visione che agisce tramite la parola, “come tutta la letteratura”, occupi un posto particolarmente decisivo, anche se non del tutto esplicitato, nell’ultimo periodo del pensiero di Merleau-Ponty. Vorrei poi mostrare come tale prospettiva si riveli cruciale anche nel nostro tempo, per quanto diverso rispetto a quello di Merleau-Ponty. Infatti, penso che tanto la nostra epoca quanto quella di Merleau-Ponty siano caratterizzate da una tensione tra l’importanza sempre crescente delle immagini e la tradizionale centralità riservata al concetto nella nostra cultura.
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Stillers, Rainer. "Das Unvorstellbare und die Vorstellung. Zur Imagination in Dantes Purgatorio (Canti IX–XVII)." Deutsches Dante-Jahrbuch 91, no. 1 (January 8, 2016). http://dx.doi.org/10.1515/dante-2016-0006.

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Abstract:
RiassuntoNella Commedia Dante cerca di rendere immaginabile una realtà che in fondo è inimmaginabile perché i viventi non possono avervi accesso. Se un progetto poetico talmente ardito riuscirà a suscitare l’effetto voluto nei suoi lettori, dunque, dipende essenzialmente dall’immaginazione. In un primo momento il contributo traccerà la posizione che spetta a tale facoltà nel sistema dell’antropologia dantesca. La parte principale, poi, analizzerà Purgatorio IX- XVII, dove Dante mette in scena il ruolo dell’immaginazione. Vi si può constatare da un lato un significativo distanziamento delle immagini mentali (interiori) dalle immagini mediali e dall’altro una sempre maggiore tematizzazione del testo stesso (e delle sue qualità mediali). La sequenza dei canti analizzati culmina in una sorta di fenomenologia dell’immaginazione.
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Coudène, Pascal, Benjamin Marson, Stéphanie Badiou, Sébastien Flavier, Sébastien Anelli, Jean Paul Cristol, and Anne Marie Dupuy. "Evaluation of the ABX Pentra 400: a newly available clinical chemistry analyser." Clinical Chemistry and Laboratory Medicine (CCLM) 43, no. 7 (January 1, 2005). http://dx.doi.org/10.1515/cclm.2005.133.

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Abstract:
AbstractThe performance of the ABX Pentra 400, a new multiparametric analyser available for routine and specialised clinical chemistry analyses, was evaluated according to the National Committee for Clinical Laboratory Standards (NCCLS) and Valtec protocols. Substrate concentrations and enzyme activities were determined by spectrophotometric measurement after coloured reaction or UV detection-based reactions; electrolyte concentrations were determined with ion-selective electrodes, and specific protein concentrations were assayed by immunoturbidimetry. In total, 32 of the most common clinical chemistry parameters were evaluated under simulated routine conditions. The analytical performance of the system and the quality of the ABX Pentra reagent line were both examined in a single-site study. The ABX Pentra 400 was compared with the Olympus AU640, Konelab-Konepro, Beckman Coulter-Immage and Beckman Coulter-Access 2, depending on the tests available on these analysers. The coefficient of variation (CV) values were within expected values. Coefficients of correlation showed high correlation between the analysers compared. The influence of interfering substances was moderate. The practicability of the system was good. We conclude that good reliability and practicability make the ABX Pentra 400 system suitable for laboratories with various needs.
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Ferioli, Elena, and Mario Picozzi. "La declinazione del fenomeno doping secondo i Codici deontologici dell’Unione Europea: analisi comparativa." Medicina e Morale 62, no. 4 (August 30, 2013). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2013.92.

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Abstract:
Con il termine doping ci si riferisce all’uso di qualsiasi intervento esogeno (farmacologico, endocrinologico, ematologico, etc…) o manipolazione clinica, che in assenza di precise indicazioni terapeutiche, sia finalizzato al miglioramento delle prestazioni, al di fuori degli adattamenti indotti dall’allenamento. È un fenomeno molto complesso che coinvolge aspetti sportivi, medici, farmacologici, giuridici, sociali, etici, ed è quindi un argomento di attualità per atleti, istituzioni sportive, mondo della Sanità e Governi. Oggi le istituzioni nazionali e internazionali continuano a considerare il ricorso al doping come un’infrazione sia all’etica dello sport, sia a quella della scienza medica. Leggi e ricerca scientifica sono necessari, ma non sufficienti a contrastarne la marcia. Come per la lotta contro la mafia e ogni forma di organizzazione criminale serve lo sviluppo della cultura della legalità e la sua diffusione a partire dagli atleti stessi, dalle loro organizzazioni e, visti i risvolti sulla salute, dal mondo medico. Attraverso questo studio si è voluto indagare il ruolo della deontologia medica nei confronti del fenomeno doping mediante un’analisi comparativa dei Codici deontologici dei Paesi Membri dell’Unione Europea. A seguito di questa analisi è risultato evidente come da parte dei Codici che toccano la problematica del doping ci sia una generale posizione condivisa secondo cui il medico deve limitare le sue prescrizioni ed i suoi atti a ciò che è necessario alla qualità, alla sicurezza e all’efficacia delle cure. Risulta interessante poter immaginare un Codice deontologico europeo che in tema di doping possa rappresentare un efficace punto di incontro tra l’ordinamento sportivo e l’ordinamento statale al fine di poter definire in modo armonico e uniforme i ruoli e le responsabilità professionali del medico proprio nell’ambito delle pratiche di doping, anche a fronte della rilevanza sempre più internazionale degli avvenimenti sportivi. Si è posto infine una specifica attenzione nei confronti delle più recenti frontiere del doping. ---------- The term doping refers to the use of any exogenous intervention (pharmacological, endocrinology, hematology, etc...) or clinical manipulation, that in the absence of precise therapeutic indications, it is aimed at performance improvement, outside of the adaptations induced by training. It is a very complex phenomenon that involves sports medicine, pharmacology, and legal, social, ethical aspects and is therefore a topical issue for athletes, sports institutions, World Health Organization and Governments. Today the national and international institutions continue to consider the use of doping as a violation to the ethics of sport, and to that of medical science. Laws and scientific research are necessary, but not sufficient to counteract the march. As to fight against all forms of criminal organization, it is necessary to develop a culture of legality and its spreading from the athletes themselves, their organizations and, considering the implications on health, the medical world. Through this study we aimed at investigate the role of medical deontology against doping through a comparative analysis of the deontological Codes of the European Union Member States. Following this analysis is evident that the Codes, that argue the issue of doping, have the common view that the physician must limit its requirements and its acts to that which is necessary to the quality, safety and effectiveness of care. It is interesting to imagine an European deontological Code that, on the subject of doping, can be an effective meeting point between sports and state laws, in order to define harmonious and uniform roles and professional responsibilities in the context of the doctor’s own doping practices, even considering the international relevance of the actual sport competitions. It was finally placed a specific focus on the latest frontiers of doping.
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