Academic literature on the topic 'Questionario di rilevazione'

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Journal articles on the topic "Questionario di rilevazione"

1

Aloisio, Donatella, Sabrina Bonichini, Marta Tremolada, Marta Pillon, and Modesto Carli. "Analisi longitudinale della sintomatologia post-traumatica su 61 genitori di bambini malati di leucemia dalla diagnosi allo stop terapia." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (December 2011): 53–69. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-001004.

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Abstract:
L'obiettivo dello studio e di indagare l'eventuale presenza di sintomatologia post-traumatica, nei genitori dei bambini malati di leucemia, nel periodo che va dalla comunicazione della diagnosi al momento dello stop terapia (+2anni dalla diagnosi), fin ora poco indagato. A tal fine e stato realizzato un disegno di ricerca longitudinale con 4 momenti di rilevazione, corrispondenti a tappe critiche del protocollo terapeutico. Lo strumento utilizzato e un questionario self-report (PTSD Symptom Inventory), che e stato somministrato a 61 genitori di bambini leucemici in cura presso la Clinica di Onco-ematologia Pediatrica di Padova. I risultati ci indicano la presenza di livelli moderati della sintomatologia ed un andamento costante della stessa nel corso del tempo.
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2

Felisatti, Ettore, Emilia Restiglian, Evelina Scaglia, Franca Zuccoli, Federica Gaetano, and Roberta Bonelli. "La progettazione del Questionario di Valutazione dei Laboratori (QVL) del Corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no. 1 (June 2021): 25–55. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2021oa12064.

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Abstract:
Un gruppo di lavoro, costituitosi all'interno del Coordinamento dei Presidenti dei CdS in Scienze della Formazione Primaria e composto da docenti, ricercatori e tutor provenienti da alcuni atenei italiani, ha costruito, seguendo una metodologia di lavoro partecipativa, un Questionario per la Valutazione dei Laboratori (QVL) di Scienze della Formazione Primaria (SFP). Lo strumento è stato progettato a partire dalle informazioni ricavate da un'indagine somministrata ai Coordinatori dei Corsi di studio in SFP del Paese, dalle esperienze pregresse e dagli studi sui fondamenti del laboratorio dal punto di vista storico e culturale, e consente agli studenti di valutare anonimamente i laboratori ordinamentali secondo quanto delineato dal decreto 249/2010[1]. Il questionario si articola in sezioni che contemplano la rilevazione di molteplici aspetti dell'esperienza laboratoriale: oltre ai dati identificativi e di profilazione, permette agli studenti di esprimersi rispetto a dinamiche relative all'organizzazione, realizzazione, valutazione e conduzione del laboratorio considerato. Sono stati somministrati due pre-test che hanno permesso di migliorare lo strumento, soprattutto nella chiarezza e nella fruibilità, confermando nel complesso la sua struttura ipotizzata in prima stesura. Il contributo qui presentato si sofferma, nello specifico, sul processo di costruzione condivisa dello strumento e sul ruolo che la student voice ha avuto nella verifica della coerenza del questionario con l'esperienza laboratoriale realizzata.   [1] D.M. 10/09/2010, n. 249. Recuperato da: http://www.miur.it/documenti/universita/offerta_formativa/formazione_iniziale_insegnanti_corsi_uni/dm_10_092010_n.249.pdf.
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3

Guglielmi, Dina, Silvia Simbula, Marco Depolo, and Francesco Saverio Violante. "La rilevazione dei fattori di rischio psicosociale alla luce del job demands-resources model." RISORSA UOMO, no. 1 (May 2011): 19–32. http://dx.doi.org/10.3280/ru2011-001003.

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Abstract:
Questo studio verifica il Job Demands-Resources (JD-R) Model, il quale assume che le domande e le risorse lavorative evocano due processi paralleli e differenti: un processo energetico e un processo motivazionale. 159 infermieri hanno compilato un questionario che misura le domande (iniquitŕ e dissonanza emotiva) e le risorse lavorative (controllo e supporto sociale), burnout, engagement, intenzione di turnover e soddisfazione lavorativa. I risultati supportano la validitŕ del JD-R model e confermano l'esistenza di entrambi i processi. Nello specifico: l'esaurimento emotivo media l'effetto delle domande sul turnover, l'engagement media l'effetto delle risorse sulla soddisfazione. Allo stesso tempo anche le risorse lavorative sono associate all'esaurimento emotivo. Complessivamente i risultati suggeriscono implicazioni pratiche per la valutazione dello stress lavorativo.
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Seddone, Antonella, and Marco Valbruzzi. "Le primarie comunali di Firenze del 15 febbraio 2009: partecipazione e partecipanti." Quaderni dell Osservatorio elettorale QOE - IJES 63, no. 1 (June 30, 2010): 5–42. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-9716.

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Abstract:
Le interviste su cui si basa questo lavoro sono state rese possibili dalla disponibilità e cortesia di numerose persone. L’Ufficio Elettorale della Regione Toscana ha garantito un insostituibile supporto logistico. Antonio Floridia, dirigente del medesimo Ufficio, e Osvaldo Miraglia, responsabile organizzativo del Partito Democratico di Firenze, ci hanno orientato con la loro conoscenza del territorio comunale. Mimmo Talò ha contribuito in maniera incisiva al reclutamento e all’addestramento dei rilevatori. Maria Carla Italia ha agevolato la rilevazione pubblicizzando l’iniziativa presso gli organi di stampa. Per aver somministrato il questionario, intendiamo ringraziare Laura Baroncelli, Elisabetta Berlincioni, Luca Bernardi, Andrea Bussoletti, Virginia Calvani, Stefano Etzi, Simona Ferrari, Asia Fiorini, Francesco Iannello, Maximiliano Lorenzi, Francesco Portolani, Andrea Ranalli, Alina Stanciulescu, Teresa Tranchina e Federico Viotti. Stefano Rombi non ha potuto esserci, ma è come se ci fosse stato, perché la ricerca ha bisogno anche di amicizia e sostegno. Infine, per aver discusso con noi alcune parti di questo lavoro intendiamo ringraziare Marco Almagisti, Gianfranco Pasquino e Fulvio Venturino.
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Grassi, Aldrigo, and Maria Cristina Falzoni. "Employment/unemployment and psychological discomfort. A survey among young people living in an Italian industrial area." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no. 2 (August 1996): 136–46. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00004085.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Mettere a confronto la prevalenza di stati di disagio psichico in quattro gruppi di giovani di diversa condizione sociale (operai metalmeccanici esposti e non esposti a rischi occupazionali per la salute mentale, disoccupati o in cerca di prima occupazione e studenti a tempo pieno); lo studio inoltre valuta tra gli stessi gruppi, a distanza di sei anni, i cambiamenti di stato e le variazioni del disagio psichico. Disegno – I soggetti, selezionati attraverso accurate procedure di randomizzazione, sono maschi, in età compresa tra 20 e 29 anni, residenti da almeno 10 anni nella stessa area geografica e ancora conviventi con il nucleo famigliare originario. Sono stati reclutati 157 giovani, suddivisi nei seguenti gruppi: metalmeccanici esposti a rischi occupazionali specifici per la salute mentale (n° = 30); metalmeccanici non esposti (n° = 57); disoccupati (n° = 40); studenti a tempo pieno (n° = 30).La prevalenza degli stati di disagio psichico è stata confrontata nei quattro gruppi; a distanza di sei anni, sono stati valutati, nei 116 soggetti che hanno partecipato allo studio di follow-up, i cambiamenti di status e i livelli di disagio psichico.Setting – L'indagine è stata condotta a Cento (Ferrara), una zona economicamente ricca e con tassi di disoccupazione molto bassi. Le interviste sono state effettuate nel 1987 e nel 1993; i giovani, dopo essere stati contattati telefonicamente, sono stati intervistati nella propria abitazione, sempre dallo stesso psicologo. Principali misure utilizzate – Nel 1987 a ciascun soggetto sono stati somministrati una scheda «Posizione sociale e salute» (PSS) e un questionario, precedentemente validato, per la determinazione dell'indice di disagio psichico (IDP).Inoltre gli operai metalmeccanici, mediante il «Questionario di rischio lavorativo» (QRL), sono stati suddivisi nei due gruppi «a rischio» e «non a rischio» occupazionale per la salute mentale.Nel 1993, nello studio di follow-up, è stato nuovamente somministrato il questionario per la rilevazione dell'IDP ed è stata fatta compilare una scheda (Scheda per la posizione sociale e occupazionale) per raccogliere dettagliate informazioni sui cambiamenti lavorativi o di stato sociale intervenuti nei sei anni precedenti.Risultati – Nel 1987 si sono riscontrate situazioni di disagio psichico significativamente più frequenti e di maggior rilevanza negli operai metalmeccanici esposti a rischi occupazionali per la salute mentale (mentre nulla di significativo è emerso negli altri gruppi, in quello dei disoccupati in particolare). Dallo studio di follow-up si sono potuti rilevare miglioramenti significativi, per quanto riguarda il disagio psichico, negli operai metalmeccanici che sono passati dal lavoro manuale ad un altro tipo di impiego; si è inoltre riscontrata la tendenza, nei giovani disoccupati che hanno trovato, nei corso dei sei anni, un lavoro fisso, ad un peggioramento del grado di disagio psichico.Conclusioni – L'aspetto piu interessante della nostra ricerca sembra essere rappresentato dall'analisi delle relazioni tra prospettive occupazionali e salute mentale di giovani che vivono in un'area economicamente forte. Ulteriori ricerche dovranno tuttavia approfondire le problematiche specifiche connesse con le possibili prospettive occupazionali di studenti e giovani disoccupati e/o in cerca di prima occupazione.
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6

Magliano, Lorenza, Andrea Fiorillo, Claudio Malangone, Manuela Guarneri, Cecilia Marasco, Mario Maja, and Gruppo Di Lavoro. "Causes and psychosocial consequences of schizophrenia: the opinions of patients' relatives." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 9, no. 2 (June 2000): 113–25. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008307.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Descrizione delle opinioni sulla schizofrenia e le sue conseguenze psicosociali in un campione di familiari di pazienti con questa patologia reclutati in 30 Centri di Salute Mentale (CSM) stratificati per area geografica e densità di popolazione. Disegno – Studio trasversale di familiari-chiave di pazienti con diagnosi DSM-IV di schizofrenia, in fase di compenso clinico. Valutazione delle opinioni dei familiari sulla malattia mentale e gli svantaggi sociali ad essa conseguenti in relazione a: a) variabili cliniche del paziente e sociodemografiche del nucleo familiare; b) zona geografica e densità di popolazione. Setting – Lo studio è stato condotto in 30 CSM randomizzati e stratificati per area geografica (Nord, Centro, Sud) e densità di popolazione (> 100000 abitanti; tra 100000 e 25000 abitanti; < 25000 abitanti) sull'intero territorio nazionale. Principali misure utilizzate – a) stato clinico e funzionamento sociale del paziente: Brief Psychiatric Rating Scale (BPRS) e intervista per l'Accertamento della Disabilità (AD); b) interventi ricevuti: Scheda di Rilevazione degli Interventi (SRI); c) opinioni dei familiari sulla schizofrenia e le sue conseguenze psicosociali: questionario sulle Opinioni dei Familiari (QOF). Risultati – So-no stati raccolti i dati relativi a 709 pazienti e altrettanti familiari-chiave. Opinioni pessimistiche da parte dei familiari rispetto alia competenza sociale dei pazienti con schizofrenia sono risultate associate a: alti livelli di disabilità, sintomi negativi e ostilita nel congiunto malato, conoscenza della diagnosi di schizofrenia da parte del familiare, residenza in zone a bassa o media densita di popolazione, bassi livelli di scolarità del familiare. Opinioni pessimistiche da parte dei familiari rispetto alle limitazioni sociali imposte dalla malattia sono risultate associate a: alti livelli di disabilità ed elevato numero di ricoveri del congiunto malato, maggiore età del familiare. Conclusioni – I risultati di questo studio sottolineano la necessità di: a) fornire interventi informativi alle famiglie i quali prendano in esame non solo gli aspetti clinici della schizofrenia, ma anche quelli relativi alia disabilità e agli svantaggi sociali conseguenti a tale patologia; b) pianificare campagne di sensibilizzazione sulle malattie mentali che tengano conto del contesto socio-culturale delle fasce di popolazione a cui sono dirette.
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Buseti, Simone, and Bruno Dente. "L'introduzione del performance management nelle Universitŕ italiane." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 121–41. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002005.

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Abstract:
L'ipotesi centrale del saggio č che gli strumenti di misurazione della performance possono essere un modo efficace per promuovere la professionalizzazione del management delle universitŕ, ma soltanto nel rispetto di due condizioni, entrambe necessarie: che l'introduzione di nuovi sistemi sia parte di una piů ampia azione di sviluppo, e che le strategie di cambiamento rispettino l'eterogeneitŕ delle amministrazioni e siano quindi incrementali e differenziate. Si tratta di due condizioni che il decreto 150/2009 sembra sottovalutare, implicando una semplicitŕ doppiamente erronea: l'omogeneitŕ delle amministrazioni target e la sufficienza di valutazione e misurazione ai fini del miglioramento delle performance. Il saggio presenta una ricerca sui sistemi di management e valutazione, attraverso l'analisi dei risultati di un questionario somministrato a circa un terzo degli atenei italiani. La ricerca ha sostanzialmente smentito tali premesse e ha restituito due risultati: un'analisi dello stato dei sistemi che fotografa il posizionamento degli atenei e un modello di relazione tra le diverse variabili oggetto d'indagine. Per quanto riguarda il primo risultato, il panorama complessivo mostra alcuni elementi generalmente solidi e diffusi (come il quadro organizzativo), elementi diffusi ma solo raramente considerati adeguati (ad esempio il controllo di gestione), elementi sostanzialmente assenti (tra tutti il sistema di gestione dei rischi). D'altra parte, il posizionamento degli atenei rivela uno scenario - oltre che generalmente poco soddisfacente - anche fortemente eterogeneo. Non solo quindi non č possibile immaginare una riforma basata sul principio "one size fits all", ma č necessario tutto al contrario sviluppare diversi approcci al cambiamento. Il saggio presenta tre possibili strategie di implementazione della riforma, che partendo dallo stato di sviluppo dell'amministrazione suggeriscono percorsi di cambiamento differenziato. Infine, l'ultima parte del saggio utilizza i dati della rilevazione per costruire un modello di relazione che conferma il rapporto ipotizzato tra i sistemi di valutazione e alcune precondizioni, individuate nel quadro organizzativo, nei sistemi di supporto e (in minor misura) nei sistemi di gestione del rischio e di presidio della qualitŕ. Il modello non propone un rapporto di stretta causalitŕ tra variabili (il che implicherebbe una sequenza cronologica stretta nei programmi di riforma), ma piuttosto di guardare al management come oggetto complesso, il cui miglioramento necessita di sviluppo armonico e forte integrazione tra le sue diverse parti.
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Della, Vedova A. M., B. Ducceschi, A. Lojacono, M. Guana, A. Imbasciati, and C. Cristini. "Variabili psicologiche materne e andamento del parto: rilevazione in un campione di donne italiane alla prima esperienza di parto." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (June 2012): 191–219. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-002003.

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Abstract:
Le ricerche recenti documentano l'influenza dei fattori psicosociali sull'andamento della gravidanza e sulla salute materno-fetale. Il presente lavoro si propone di indagare l'eventuale relazione tra caratteristiche psicologiche e di contesto della gestante e andamento clinico del parto. Attraverso questionari di autovalutazione, applicati ad un campione di 114 gestanti italiane, nullipare e con gravidanza a basso rischio, sono state rilevate variabili psicologiche (ansia, depressione, alessitimia) e psicosociali (supporto sociale, legame parentale, aspetti intergenerazionali incluse caratteristiche del parto della madre della gestante), considerando anche la presenza di eventi stressanti e variabili relative alla gravidanza. L'ipotesi della ricerca riguarda la possibilitŕ che tali fattori possano influire sull'andamento clinico del parto valutato attraverso una griglia di rilevazione che permette di classificare il processo di parto in base agli eventi biologici e medico-assistenziali registrati nella cartella clinica ospedaliera. Lo studio ha previsto due fasi: a) rilevazione delle variabili materne al terzo trimestre di gravidanza; b) valutazione dell'andamento clinico del parto tramite dati della cartella clinica ospedaliera. I risultati di questo studio supportano l'ipotesi che gli aspetti della struttura psichica materna possano influire sull'andamento clinico del parto: maggiori punteggi alla scala di rilevazione della depressione e dell'alessitimia si associano rispettivamente a travaglio piů lungo e parto operativo. Ansia e depressione si associano inoltre ad un aumento eccessivo di peso durante la gravidanza. Infine sembra emergere un ruolo significativo degli aspetti intergenerazionali: il parto operativo risulta associato alla presenza di complicazioni del parto della madre della gestante. L'interpretazione di questi risultati invita alla prudenza, considerata la ridotta estensione del campione e la complessitŕ delle variabili in gioco, tuttavia lo studio offre spunti di riflessione sulla psicosomatica del parto e sottolinea l'importanza delle variabili psicosociali nell'ambito dell'assistenza perinatale.
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Magliano, Lorenza, Claudio Malangone, Manuela Guarneri, Cecilia Marasco, Andrea Fiorillo, Mario Maj, and Gruppo Di Lavoro. "The condition of the families of patients with schizophrenia in Italy: burden, social network and professional support." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no. 2 (June 2001): 96–106. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005170.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Questo studio ha inteso documentare: a) gli interventi che i pazienti con schizofrenia ricevono nei Servizi di Salute Mentale (SSM); b) il carico e la rete sociale dei familiari nonché il sostegno professionale che essi ricevono dai servizi. Disegno – Lo studio è stato condotto in 30 CSM selezionati in maniera randomizzata e stratificati per area geografica e densita di popolazione sull'intero territorio nazionale. In ciascun CSM selezionato, sono stati consecutivamente reclutati 25 pazienti con diagnosi DSM-IV di schizofrenia in fase di compenso clinico e altrettanti familiari-chiave. Il carico dei familiari è stato esplorato in relazione alia zona geografica, agli interventi ricevuti dai pazienti e al sostegno professionale e sociale prestato ai loro familiari. Principal misure utilizzate – a) paziente: Brief Psychiatric Rating Scale (BPRS) e intervista per 1'Accertamento delta Disabilita (AD); b) familiare-chiave: Questionari auto-compilati sui Problemi Familiari (QPF) e sulla Rete Sociale (QRS); c) interventi: Scheda di Rilevazione degli Interventi (SRI). Risultati – Sono stati raccolti dati relativi a 709 pazienti e altrettanti familiari-chiave. Nei due mesi precedenti la rilevazione dei dati, il 35% dei pazienti aveva partecipato a programmi riabilitativi, l'80% dei familiari era stato in contatto regolare con i CSM e P8% aveva ricevuto un intervento psicoeducativo familiare. I livelli di carico familiare erano maggiori al Sud. Tale differenza veniva meno quando la presa in ca-rico comprendeva interventi psico-riabilitativi e di sostegno familiare. Conclusioni – Questo studio mette in evidenza che la situazione delle famiglie dei pazienti con schizofrenia è attualmente più difficile al Sud, ed è sensibilmente influenzata dai tipo di presa in carico.
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Clerici, Renata, Anna Serbati, and Lorenza Da Re. "Strumenti e dispositivi di analisi e valorizzazione della professionalità docente in Università." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, January 2021, 31–43. http://dx.doi.org/10.3280/exioa0-2021oa11126.

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Abstract:
Il contributo presenta tre strumenti progettati e messi a disposizione con finalit&agrave; e funzioni diverse per valorizzare la professionalit&agrave; docente.1) L'indagine "Didattica e Insegnamento in Universit&agrave;" (Felisatti &amp;amp; Serbati, 2017; Felisatti &amp;amp; Clerici, 2020) si &egrave; proposta di sviluppare e sperimentare a livello nazionale un protocollo di rilevazione che, integrando dati "oggettivi", disponibili negli archivi amministrativi delle Universit&agrave; partecipanti, con dati "soggettivi", direttamente rilevati presso i docenti attraverso una survey di tipo Cawi, delineasse un quadro delle pratiche didattiche in uso e definisse una classificazione di expertise, bisogni e interesse rispetto alle attivit&agrave; di insegnamento svolte nelle aule universitarie.2) Il Teaching Perspectives Inventory (Pratt et al., 1998; Pratt &amp;amp; Collins, 2000) &egrave; un questionario self-reported validato che permette di rilevare le prospettive di insegnamento; lo strumento ha l'obiettivo di promuovere una riflessione personale e/o collettiva sulle proprie prospettive di insegnamento e sul loro equilibrio o sulle eventuali differenze, identificando possibili inconsistenze interne (tra credenze, intenzioni e azioni) ed esterne, tra le prospettive.3) Il Teaching Practices Inventory (Wieman &amp;amp; Gilbert, 2014) &egrave; uno strumento self-reported ampiamente testato, costruito per mappare le pratiche che caratterizzano la didattica, indagando le metodologie adottate dai docenti nell'attivit&agrave; di insegnamento, attraverso una lista di quelle rinvenute in letteratura. Il questionario offre utili informazioni per comparare diverse azioni didattiche compiute dai docenti in diversi contesti e per un confronto e un apprendimento reciproco tra colleghi.
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Dissertations / Theses on the topic "Questionario di rilevazione"

1

Vignoli, Mirco. "Analisi del sistema di raccolta differenziata con metodologia a calotta nella provincia di Rimini." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8481/.

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Abstract:
Elaborato relativo alle abitudini dei cittadini del riminese sulla raccolta differenziata, con particolare riferimento all'utilizzo del sistema di raccolta eGate con calotta sul cassonetto dell'indifferenziato.
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Books on the topic "Questionario di rilevazione"

1

M, Grignoli, and Istituto superiore di sanità (Italy), eds. Questionario per la rilevazione dei dati dello studio epidemiologico sul rischio oncogeno associato all'uso di fitofarmaci. Roma: Istituto superiore di sanità, 1990.

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