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Journal articles on the topic 'Ragazzi di vita'

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Bernardini, Aurora Fornoni. "O mortuário na ficção de Pier Paolo Pasolini." Revista de Italianística 1, no. 1 (1993): 83. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v1i1p83-90.

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Abstract:
O presente texto visa levantar biográfica e psicanaliticamente possíveis fontes do mortuário na ficção de Pasolini e discuti-las partindo de exemplos retirados basicamente de Ragazzi di vita e Una vita violenta.
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Spensieri, Simone, and Claudia Sbarboro. "L'Escuelita: presa in carico di gruppo di giovani immigrati al Ser.T." GRUPPI, no. 3 (December 2012): 119–31. http://dx.doi.org/10.3280/gru2011-003009.

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Abstract:
Il lavoro descrive l'esperienza della presa in carico di gruppo di ragazzi immigrati al Ser.T., per lo piů ecuadoriani, di etŕ compresa tra 20 e 35 anni, con problematiche di tossicodipendenza. Nel raccontare lo sviluppo di tale percorso terapeutico, cerchiamo di mettere in evidenza i significati che assumono il consumo e lo spaccio di stupefacenti per questi ragazzi, a partire dalle difficili condizioni di vita dei migranti nella nostra societŕ. Un'analisi che ci porta a valutare con un occhio politicamente attento le difficoltŕ psicopatologiche, cercando di articolarle anche alle dimensioni sociali e politico economiche che costruiscono gli spazi esistenziali in cui questi giovani tentano, annaspando, di costruire la propria vita.
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3

Comini, Debora. "Essere adolescenti in Indonesia." MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (January 2021): 75–82. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-003008.

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Abstract:
A partire dall'adolescenza, norme culturali e sociali basate sul genere cominciano a generare differenze sostanziali nella vita delle ragazze e dei ragazzi indonesiani. Le adolescenti appaiono in generale avvantaggiate dal punto di vista nutrizionale ed educativo. Appaiono però svantaggiate nella sfera più intima, inlcuso nel livello di conoscenza di temi di salute sessuale e riproduttiva e violenza sessuale. L'Indonesia è il paese del sud-est asiatico con il più alto numero di matrimoni infantili nonostante la legge stabilisca un'età minima di 19 anni per il matrimonio, aggirata con la pratica della dispensa o di cerimonie tradizionali. Ogni nove donne indonesiane fra i 20 ed i 24 anni, una si è sposata prima dei 18. Il governo indonesiano, in collaborazione con l'Unicef, si è impegnato a eradicare il matrimonio infantile. Durante l'adolescenza il sistema scolastico, le famiglie, i mezzi di comunicazione, i servizi sociali, devono impegnarsi in particolar modo perché l'uguaglianza di diritti ed opportunità abbia basi solide.
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Boyd,, Padre Ian. "I ragazzi della Karis a scuola di vita con Chesterton." Chesterton Review in Italiano 1, no. 1 (2011): 174–76. http://dx.doi.org/10.5840/chesterton-italiano20111135.

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5

Como, Maria Rosaria, Giovanna Manna, and Palmira Faraci. "Il ruolo dello stile di attaccamento materno sull'autostima in etŕ adolescenziale." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (March 2012): 575–90. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-004006.

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Abstract:
Lo studio intende verificare l'incidenza dello stile relazionale materno sulla stima di se degli adolescenti. Alla ricerca hanno partecipato 285 coppie madre-figlio. Agli adolescenti (122 ragazzi,163 ragazze), di eta compresa tra i 13 e i 19 anni (eta media = 16.23 anni, ds = 1.64), e stata somministrata la versione ridotta del Test Multidimensionale dell'Autostima (Manna, Mirisola e Boca, 2005); alle madri e stata somministrata la versione italiana dell'Attachment Style Questionnaire (Fossati, Feeney, Donati, Donini, Novella, Bagnato, Acquarini e Maffei, 2003). I risultati, ottenuti attraverso l'analisi della regressione multipla, mostrano che uno stile materno sicuro influenza positivamente lo stile relazionale degli adolescenti; al contrario, uno stile materno insicuro incide negativamente sull'immagine che l'adolescente possiede di se stesso e della propria vita.
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Canzi, Elena, Miriam Parise, Laura Ferrari, and Maria Giulia Olivari. "Conoscenze e comportamenti degli adolescenti in ambito affettivo-sessuale: una ricerca esplorativa." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (September 2020): 575–98. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-002006.

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Abstract:
Il presente contributo propone i risultati di uno studio esplorativo circa le conoscenze, le fonti di informazioni e i comportamenti degli adolescenti in tema di affettività e sessualità, considerando le esperienze a rischio compiute sia nella vita reale che virtuale. I partecipanti sono 1522 adolescenti di nazionalità italiana, tra i 12 e i 18 anni d'età (44% maschi e 56% femmine), a cui è stato somministrato un questionario on-line. I risultati hanno messo in evidenza che, diversamente dalla loro percezione, la conoscenza dei ragazzi circa i temi in oggetto è molto scarsa; i loro interlocutori privilegiati sono i genitori, gli amici e, in percentuale rilevante, internet. Altrettanto significativa la percentuale di ragazzi sessualmente attivi che mettono in atto condotte a rischio, specialmente tra i più piccoli (12-14 anni), così come la percentuale di chi riceve o invia in internet proprie foto provocanti e a sua volta riceve richieste di fornire materiale personale, specialmente tra le femmine.
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Gragnani, Cristina. "Avanti il divorzio e La mia vita." Mnemosyne, no. 1 (September 1, 2008): 12. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i1.11583.

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Abstract:
Avanti il divorzio (1902) di Anna Franchi narra della vita di Anna Mirello dall’infanzia ‘libera e gagliarda’ (per dirla con le parole, più tarde, della Aleramo3), attraverso il suo matrimonio – sedicenne – con il musicista Ettore Streno, fino alla partenza del marito per gli Stati Uniti insieme ai figli. Romanziera, drammaturga, biografa, critica e storica d’arte, Anna Franchi nasce a Livorno nel 1867 e muore a Milano nel 1954. Gravitando attorno al Partito Socialista, si impegna per la campagna a favore di una legge sul divorzio con articoli e conferenze (oltre al romanzo Avanti il divorzio di cui mi occupo qui). Porta avanti su vari giornali un’azione di sensibilizzazione delle donne riguardo alla loro condizione e ruolo in società, con particola-re attenzione alla lotta per il suffragio La narrazione ripercorre le violenze inflitte ad Anna da Ettore (assalti sessuali, gravidanze indesiderate, aggressioni verbali, tradimenti, malattie veneree, false accuse, abusi sui figli e infine la sottrazione dei figli) e si ferma proprio nel 1902 – anno di pubblicazione del libro – con la rinuncia da parte di Anna alla lotta per la tutela dei ragazzi che rimangono, per legge, al marito depravato.
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Polinesio, Julia Marchetti. "A ciranda da malandragem em Ragazzi di Vita de Pasolini e "Malagueta, Perus e Bacanaço" de João Antônio." Revista de Italianística 1, no. 1 (1993): 75. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v1i1p75-81.

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Abstract:
O artigo analisa os pontos de contato entre Ragazzi di vita, de Pasolini, e "Malagueta, Perus e Bacanaço", de João Antônio, que têm como tema a representação de personagens extraídos das camadas marginalizadas da população de grandes cidades, como Roma e São Paulo. Além da identidade tem-atica - a carência (de domicílio fixo, dinheiro, estabilidade e afeto)-, são apontados outro pontos de aproximação: o foco narrativo; a linguagem, carregada de gíria, de formas populares ou dialetos; os temas recorrentes no ambiente do submundo, como a morte, o medo, a crueldade.
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Ciccotti, Anna. "I "bisogni speciali" dei siblings: il vissuto psicologico dei fratelli di ragazzi autistici nel contesto familiare." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 53 (June 2021): 48–74. http://dx.doi.org/10.3280/pr2021-053004.

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Abstract:
La nascita di un figlio è il momento in cui si concretizza il più straordinario progetto d'amore e si sperimenta una condivisione di vi-ta, un'apertura al mondo. È altresì un evento "critico" perché porta la coppia ad affrontare una serie di situazioni nuove, alcune delle quali richiedono una ri-strutturazione del rapporto di coppia, delle consuete routines familiari: il piccolo sistema familiare da diadico diventa triadico (Larcan, 2016). Ma cosa succede quando alla criticità insita nella nascita di un figlio si aggiungono altri e ben più critici elementi, come una disabilità? Si susseguono nei genitori tante forti emozioni come tristezza e dolore, senso di colpa, ansia e paura, rabbia e invidia, che inizialmente sembrano sopraffare i genitori e viene richiesta loro un'enorme quan-tità di risorse per fronteggiare la situazione. Il momento dell'impatto con la diagnosi viene attraversato e percepito da ogni famiglia in maniera diversa in base alle esperienze personali di ognuno, ai valori sociali, al background culturale, ma anche in base alle modalità con cui la diagnosi viene formulata, alla disponibi-lità di adeguati supporti familiari e alle informazioni di cui si dispone. Un peso rilevante è dato infine dalla possibilità di usufruire di un adeguato sostegno sociale in termini di servizi di supporto sanitario e psicologico al bambino e alla famiglia (Cuzzocrea, Larcan, 2011). Non da molto tempo la letteratura ha iniziato a indagare su una tematica molto interessante e complessa che riguarda i fratelli "sani" di ragazzi affetti da problematiche fisiche o mentali: questo filone di ricerca si è dedicato allo studio dei cosiddetti siblings, termine che nel mondo anglosassone indica semplicemente un legame di fraternità, mentre nel panorama italiano, fa riferimento nello specifico a fratelli e sorelle di bambini con disabilità. Se per i genitori l'accudimento verso i figli è un processo naturale, che può diventare più difficoltoso per il disturbo di cui è affetto il figlio, per un fratello non è così scontato pensare di doversi fare carico della patologia e della vita del proprio caro, una volta che i genitori non ci saranno più. I fratelli degli autistici spesso si somigliano: sono silenziosi, pro-fondi, sognatori e diffidenti; per loro è difficile adeguarsi al modo di vivere, di scherzare, di comportarsi dei coetanei. Questo lavoro prende in considerazione il mondo emotivo, spesso ancora poco esplorato di chi vive come "fratello di" - per tutta la vita, analizzando le conseguenze della presenza del bambino con autismo sulla vita del fratello con sviluppo tipico.
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Toti, Anna Maria Paola. "Le forme istituzionali del potere. Pier Paolo Pasolini e il linguaggio della praxis." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (March 2012): 131–49. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-001006.

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Abstract:
Il documentario come testimonianza del sociale, come dispositivo realistico, č fonte di studio e di analisi per il sociologo; infatti, il materiale visuale rappresenta un documento essenziale per comprendere come ogni cultura rappresenti se stessa e le proprie alternative. L'idea che il cinema sia per sua natura riflesso e continuazione del reale, costituisce la base di alcuni importanti contributi, tra i quali vi č quello di Pier Paolo Pasolini che fornisce un'interpretazione critica dell'individuo e della storia. Il proletariato, i "ragazzi di vita", la periferia romana, una condizione subumana di esistenza, diventano i contenuti privilegiati di un cinema che, avendo fatta propria la lezione del neorealismo, pur trasfigurandola, ma avendola anche superata criticamente, tende a trasporre i dati immediati dell'esperienza in una dimensione artistica fortemente caratterizzata.
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Gianluca Cepollaro and Luca Mori. "Paesaggi alla finestra: percezione delle trasformazioni e immaginazione delle alternative durante e dopo il lockdown." Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no. 1 (2021): 34–49. http://dx.doi.org/10.36253/rv-10138.

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Abstract:
La Convenzione europea del paesaggio (CEP), siglata a Firenze il 19 luglio 2000, promuove un’idea di paesaggio non come semplice sfondo delle attività umane, come un luogo di eccezionale bellezza da contemplare “dalla finestra”, ma come “spazio di vita” delle popolazioni. Proprio nell’anno in cui si celebra il ventennale della sua ratifica, milioni di persone in tutto il mondo sono state costrette per diverse settimane, durante il periodo di lockdown dovuto all’emergenza pandemica, a non vivere i luoghi esterni alla propria abitazione e quindi, per così dire, a osservare i paesaggi “là fuori”, a guardarli da “finestre” reali o virtuali come gli schermi dei dispositivi digitali. In un progetto educativo svolto con i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado, il paesaggio diviene “uno specchio di mondi possibili”: esso non è solo l’occasione per rispecchiare lo stato d’animo che accompagna gli studenti durante l’isolamento, un oggetto “fuori dalla finestra” sul quale si posa lo sguardo, ma è soprattutto occasione per riflettere sulla trasformazione delle percezioni e sull’immaginazione del futuro.
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Ricucci, Roberta. "Seconde e altre generazioni. Peculiarità al femminile?" MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (January 2021): 33–42. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-003004.

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Abstract:
Il contributo presenta una riflessione sui figli dell'immigrazione, con una particolare attenzione alla componente femminile. Il tema delle seconde e altre generazioni è da tempo al centro dell'attenzione di studiosi e policy-makers, anche se spesso è trattato da alcuni privilegiati punti di vista (la scuola, il rapporto con le origini o l'appartenenza religiosa), talora tralasciando il confronto fra bambini e bambine, ragazzi e ragazze, giovani, nella definizione e nelle dinamiche dei percorsi d'inclusione. Su tale confronto, che spesso non evidenzia peculiari e specifici tratti distintivi per sesso, si concentra il presente saggio.
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Maluccelli, Lorenza. "Clienti e prostitute: oltre lo scambio sessuo-economico? Studio di caso su La ragazza di Benin City." MONDI MIGRANTI, no. 1 (September 2010): 103–34. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-001005.

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Abstract:
La responsabilitŕ dei clienti di servizi sessuali a pagamento č emersa recentemente come questione centrale nel dibattito sulla prostituzione e sulle trasformazioni del mercato del sesso commerciale. Lo studio sulla rete informale La Ragazza di Benin City illumina la scena delle relazioni personali tra uomini bianchi e giovani donne nigeriane che prendono vita nella cosiddetta border land della prostituzione di strada. Oltre che unico nel panorama italiano, l'eccezionalitŕ del "caso" sta nell'aver creato un luogo di emersione di esperienze ma-schili che comprendono, senza esaurirsi in essa, anche l'essere (o l'essere stati) clienti o fruitori di servizi sessuali a pagamento. L'obiettivo che li unisce č quello di rendere i clienti consapevoli delle condizioni in cui vivono le donne, spesso appena ragazze, da cui comprano sesso e di aiutare queste ultime ad uscire dalla prostituzione, spesso, attraverso il matrimonio
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Caselli, Marco, Federica de Cordova, Eleonora Riva, and Nicoletta Vittadini. "Nuove pratiche comunicative e adolescenti figli di immigrati: premesse e strumenti di ricerca." IKON, no. 58 (March 2011): 11–31. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058002.

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Abstract:
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Riva, Eleonora, and Federica de Cordova. "Nuove pratiche di comunicazione e processi psico-sociali di costruzione dell'identità negli adolescenti transculturali." IKON, no. 58 (March 2011): 77–101. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058005.

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Abstract:
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Vittadini, Nicoletta. "Adolescenti o migranti? Pratiche di comunicazione digitale." IKON, no. 58 (March 2011): 33–55. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058003.

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Abstract:
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Caselli, Marco, Federica de Cordova, Eleonora Riva, and Nicoletta Vittadini. "Tecnologie digitali e pratiche identitarie tra gli adolescenti figli di genitori immigrati. Introduzione." IKON, no. 58 (March 2011): 5–9. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058001.

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Abstract:
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Caselli, Marco. "Tra due mondi e tra due culture: l'esperienza degli adolescenti figli di immigrati a Milano." IKON, no. 58 (March 2011): 57–75. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058004.

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Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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de Cordova, Federica, and Eleonora Riva. "Adolescenti digital natives: l'esperienza soggettiva tra pratiche e appartenenze." IKON, no. 58 (March 2011): 103–29. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058006.

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Abstract:
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Zanon, Vittorio. "Ubuntu, io sono perché noi siamo. Empowerment di gruppo per giovani nigeriane vittime di tratta." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (January 2021): 98–112. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-002008.

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Abstract:
Dal 2016 in Veneto ed in particolare a Verona si è registrato un enorme aumento di nigeria-ne vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale. Come servizio sociale del Comune di Verona, all'interno delle azioni del Progetto NAVe Network Antitratta per il Veneto è emersa l'esigenza di essere più efficaci negli interventi dei vari attori coinvolti nel progetto di aiuto alle ragazze per molte difficoltà nella creazione di relazioni interpersonali di fiducia, con conseguenti esiti fallimentari dei percorsi di assistenza, dovuti sia a limiti dei dispositivi di intervento sia alle sempre più complesse problematiche rilevate (scarsa motivazione, com-portamenti adolescenziali, esiti da traumi, aborti, atti autolesivi, tentati suicidi, ricoveri ospe-dalieri, allontanamenti, comportamenti a rischio e devianti, uso inconsapevole dei social net-work, ecc.). C'era l'esigenza di mettersi in discussione e modificare approcci e modalità di intervento, al fine di essere più efficaci nei percorsi di inclusione individuali, cambiare pro-spettiva e rimettere al centro le vere protagoniste dei percorsi di inclusione. Si è quindi scelto di fare un lavoro di gruppo tra minorenni e neomaggiorenni in carico al servizio sociale. Puntando su accettazione incondizionata e autodeterminazione delle perso-ne, si è avviato un percorso di empowerment di gruppo per accompagnare le giovani nige-riane vittime di tratta seguite in un percorso pedagogico antioppressivo di liberazione. Le attività sono condotte e facilitate da tre assistenti sociali, una mediatrice linguistico cultu-rale nigeriana e da una ragazza nigeriana con funzione di peer educator. Da settembre 2018 si sono organizzati incontri di 4-5 ore ogni sei settimane. Come scelta di conduzione delle attività si è scelto di non dare eccessiva strutturazione agli incontri e di utilizzare delle tecniche di animazione per facilitare un clima informale che age-volasse le relazioni e la libera espressione. L'obiettivo principale non è quello di trasmettere contenuti, ma di stimolare un processo di maturazione e consapevolezza del sé. Il messaggio esplicitato da subito era molto chiaro: «come sistema pubblico di assistenza siamo molto in difficoltà: abbiamo bisogno che siate voi stesse a farci capire come aiutarvi meglio». Le ra-gazze hanno così compreso il ruolo di partecipazione attiva richiesto; contemporaneamente la sfida per il servizio sociale ed i sistemi di accoglienza è stata quella di mettersi maggior-mente in gioco, per ridare fiducia alle ragazze e riconoscere loro competenze e capacità nell'autodeterminarsi. Da loro è inizialmente emersa una propensione a concentrarsi su temi legati al presente ed al futuro (la vita in comunità, la stabilizzazione nel territorio italiano, il lavoro, ecc.) ed una tendenza ad evitare tematiche più dolorose (il passato, il viaggio e l'esperienza di tratta, il rapporto con la Nigeria, ma anche in qualche modo il riconoscimento/consapevolezza di uno status di vittima che necessita di protezione). Si sono coinvolti negli incontri vari soggetti esterni soggetti della rete dei servizi, anche di tipo istituzionali (Questura, servizi specialistici sociosanitari, ecc.), affrontando alcune tematiche scelte dalle ragazze (le regole delle comunità, i documenti, la salute, le emozioni, le relazioni interpersonali, ecc.). Dopo un anno e mezzo, si individuano alcuni iniziali indicatori di esito: continuità della pre-senza e partecipazione attiva agli incontri, clima del gruppo, interazioni tra le ragazze all'interno e fuori dal gruppo, creazione di vicinanza e fiducia verso le istituzioni, tenuta dei percorsi di inclusione, maggiore attenzione, consapevolezza e disponibilità a mettersi mag-giormente in gioco, oltre ad un allargamento e coinvolgimento attivo da parte di servizi so-ciosanitari pubblici.
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Frisina, Annalisa. "Autorappresentazioni pubbliche di giovani musulmane. La ricerca di legittimitŕ di una nuova generazione di italiane." MONDI MIGRANTI, no. 2 (January 2011): 131–49. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-002007.

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Abstract:
Dalla stabilizzazione delle famiglie immigrate č nata in Italia una nuova generazione di musulmani che si sentono italiani anche se spesso non lo sono dal punto di vista formale. Questo articolo si focalizza sulle ragazze in quanto principali attori di cambiamento sociale e culturale. Attraverso l'analisi di diversi tipi di auto rappresentazioni pubbliche, analizzeremo come queste nuove soggettivitŕ islamiche cerchino di legittimare la propria presenza, mostrando sia la strada compiuta finora, sia quella che resta ancora da percorrere per potersi sentire a casa in Italia.
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Fiume, Valentina. "«Ἂρρητος Κόρη». Le soglie dell'indicibile tra mito e mistero". Anuário de Literatura 22, № 2 (2017): 97–106. http://dx.doi.org/10.5007/2175-7917.2017v22n2p97.

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Abstract:
Il saggio «Ἂρρητος Κόρη». Le soglie dell'indicibile tra mito e mistero ha come oggetto l’analisi condotta da Giorgio Agamben sulla figura mitica di Kore, partendo dal suo saggio critico La ragazza indicibile. Mito e mistero di Kore (Milano, Electa, 2010). Attraverso la comparazione tra la dissertazione filosofica di Agamben e l’indagine pittorica di Monica Ferrando, richiamando le fonti antiche dei miti eleusini e orfici, il saggio procede nell’approfondimento del mito di Kore e Demetra, uno dei più importanti della tradizione occidentale. Il mito in questione suggerisce molteplici strade di indagine: il rapporto tra visibile e invisibile, tra il vedere e la vista per citare un esempio. In Kore e Demetra gli antichi avevano individuato la soglia tra maschile e femminile che rispecchia un’altra dualità ovvero quella primordiale tra vita e morte, luce e tenebre. Il mistero di Kore perdura nella sua indicibilità, in quella condizione liminare che il pensiero di Agamben e la mano pittorica di Ferrando tracciano così limpidamente.
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Pierini, Federica, Paola Gremigni, Paola Gualandi, Emilio Franzoni, and Bitti Pio Enrico Ricci. "Qualitŕ di vita e strategie di coping in adolescenti con Disturbi del Comportamento Alimentare." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (September 2010): 71–87. http://dx.doi.org/10.3280/psd2010-001004.

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Abstract:
Introduzione: I pazienti con Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) presentano una ridotta qualitŕ di vita connessa alla salute (HRQoL). Studi sul coping indicano inoltre una tendenza delle donne con DCA a usare strategie di evitamento piů delle persone sane, ma sono rare le ricerche che valutano l'impatto del coping sulla HRQoL in adolescenti con DCA, perciň questo studio ha lo scopo di indagare questa relazione.Metodo: 30 ragazze di 12-18 anni (etŕ media 15.52 ±1.70 anni) con DCA (Anoressia Nervosa e Bulimia Nervosa) in trattamento ambulatoriale o intensivo in ricovero ospedaliero, hanno completato alcuni questionari su sintomi del DCA, stili di coping e HRQoL.Risultati: Le pazienti non differiscono significativamente sul coping e sulla HRQoL in relazione ai due tipi di trattamento, pertanto č stato formato un unico gruppo a partire dai due iniziali. L'analisi della regressione multipla indica che strategie di coping centrate sull'accettazione e la ristrutturazione degli eventi stressanti e la scarsa ricerca di sostegno sociale sono associate con una piů scarsa HRQoL.Discussione: I risultati sottolineano un importante ruolo del coping in relazione alla HRQoL in adolescenti con DCA e suggeriscono l'insegnamento di strategie di coping efficaci come componente del trattamento specifico di queste pazienti.
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Buccini, Francesca. "L'educazione di genere tra teoria e prassi: itinerari di ricerca per l'infanzia." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 355–66. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9485.

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Abstract:
Il superamento del gender gap nei percorsi di studio, in particolare in quelli scientifici, necessita di una formazione attenta alle differenze fin dai primi gradi dell'istruzione. L'interesse verso le differenti discipline presenti nel curricolo scolastico tende a manifestarsi proprio durante le prime fasi di scolarizzazione influenzando, in modo determinante, le scelte formative e professionali future. È fondamentale considerare l'influenza che la famiglia e la scuola esercitano nell'indirizzare, seppur in modo implicito, le bambine/ragazze verso un determinato percorso di studio e quindi poi professionale e riconoscere l'importanza dell'educazione soprattutto nella prima fase di vita. In questa prospettiva, alla luce delle recenti evidenze neuroscientifiche, il contributo intende riflettere sul ruolo che la scuola di base e i relativi ambienti di apprendimento possono svolgere nella decostruzione di stereotipi e pregiudizi attraverso gli stimoli offerti dai docenti che, grazie alle loro capacità relazionali, saranno in grado di orientare le pratiche educative e cogliere in ogni alunna/alunno l'unicità, il suo essere irripetibile e portatore della propria diversità
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Rinaldi, Laura. "La Malattia Del Rene Policistico." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 29, no. 1 (2017): 72–77. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2017.626.

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Abstract:
Laura Rinaldi affronta la sua condizione guardandola dritta negli occhi, cercando di conoscerla a fondo, identificandola come una presenza costante, fisica. Sa che la malattia sarà parte della sua vita, una compagna non desiderata ma che bisogna sopportare a testa alta. La chiama Lei, le dà un nome, non vuole ignorarla, la vuole mettere davanti a sé, farle sapere che ce la metterà tutta per metterla in difficoltà. Quella che segue è la tesi con cui Laura porta a compimento il suo ciclo di studi e che ha scelto di dedicare alla Malattia del Rene Policistico. È il suo modo per dire al mondo che questa patologia esiste, che colpisce tante persone e che va conosciuta e studiata perché un giorno, forse, possa essere sconfitta. Una straordinaria dimostrazione di coraggio e determinazione che una ragazza di 18 anni regala a tutti noi.
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Caso, Daniela. "L'accettabilitŕ del vaccino contro il Papilloma Virus (HPV): fattori psicosociali che incidono sulla scelta delle madri." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (May 2011): 83–99. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-001007.

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Abstract:
L'Italia č stato il primo paese europeo a pianificare una strategia di vaccinazione pubblica contro l'HPV, l'agente virale responsabile del carcinoma della cervice uterina, primo tumore riconosciuto dall'OMS come totalmente riconducibile ad una infezione, proponendo il vaccino alle ragazze nel dodicesimo anno di vita. Con l'avvio della somministrazione di tale vaccino sono sorti dubbi e perplessitŕ riguardo la sua efficacia, i suoi effetti e soprattutto sulla sua possibile accettazione. Pertanto questo studio, che ha coinvolto 507 madri napoletane con figlie dodicenni, si pone l'obiettivo di indagare il ruolo che alcune variabili psicosociali (conoscenze, aspettative di risultato, percezione del rischio, intenzioni, autoefficacia genitoriale ed efficacia familiare) hanno sull'accettazione del vaccino da parte delle madri. Dall'analisi dei dati, raccolti con un questionario self-report, sono emersi profili differenziati delle intervistate in funzione della loro scelta verso il vaccino HPV. Ciň potrebbe avere utili implicazioni nelle campagne di prevenzione in favore degli screening vaccinali, suggerendo di adottare strategie differenziate a seconda delle caratteristiche delle donne da contattare.
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Cerbara, Loredana, and Maria Girolama Caruso. "Fragilità e rischio di povertà educativa negli adolescenti in Italia. I dati delle indagini del CNR-IRPPS." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 119–27. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001011.

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Abstract:
Se attraverso i dati ufficiali (ISTAT, MIUR e altre Istituzioni) si può analizzare dal punto di vista statistico il fenomeno della povertà educativa, costruendo graduatorie territoriali, na-zionali e internazionali, sono le indagini direttamente rivolte ai ragazzi, o anche agli educa-tori, a dare completezza al quadro complessivo del rischio di marginalizzazione a cui sono esposti i minori. Dal 2014 il CNR-IRPPS ha svolto una serie di indagini rivolte ai giovani delle scuole secondarie, sia inferiori che superiori, per approfondire la conoscenza sulla condizione giovanile. Si tratta di esperienze pratiche derivanti dalle attività di ricerca di due progetti del CNR-IRPPS, uno dedicato alla pratica dello sport come veicolo di integrazione sociale (IRPPS WPs n. 106 e 108), che è stato realizzato attraverso quattro survey distinte, e l'altro più specificamente dedicato allo studio della condizione giovanile (IRPPS WPs n. 107; Tintori e Cerbara, 2016) sia in contesti territoriali limitati che a livello nazionale. In entram-bi i progetti un team di ricercatori si è recato nelle scuole per effettuare, durante l'indagine, l'osservazione diretta del comportamento degli studenti ammessi nel campione, rivelando una serie di elementi importanti, in primo luogo per la scuola che è chiamata ad intervenire anche sulla povertà educativa, ma anche a livello di ricerca sociale più allargata. Partendo dal presupposto che la povertà educativa solo in parte coincide con la povertà eco-nomica, i dati raccolti dimostrano che, anche quando le condizioni economiche sono accetta-bili, può verificarsi la presenza di fattori di rischio di esclusione sociale che spesso si so-vrappongono, fino a determinare una vera e propria barriera che impedisce ai ragazzi di vedersi nello stesso modo dei propri pari. Vivere in una famiglia con background migratorio oppure con uno status culturale non elevato, ma anche essere donna, costituiscono elementi sufficienti perché i giovani rimangano vittime di condizionamenti sociali che impediscono lo-ro di scegliere il proprio futuro. E anche i comportamenti devianti (uso di sostanze pericolo-se, atti di violenza verbale o fisica, ecc.) possono essere determinati da situazioni di disagio correlabili con una povertà culturale che è più difficile da determinare ma che è altrettanto importante delle altre declinazioni di povertà. Alla voce degli studenti si aggiunge poi quella dei docenti che, attraverso le due indagini con-dotte dal CNR-IRPPS, hanno potuto esprimere il proprio parere sulla situazione dei giovani da un punto di osservazione particolare ed hanno dato alcune indicazioni su come la scuola potrebbe intervenire per limitare le situazioni di difficoltà nell'integrazione tra i giovani.
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Mahendra, I. Made Agus. "PENGARUH ELEMEN-ELEMEN RANCANG KOTA DI KAWASAN JALAN GAJAH MADA DENPASAR BALI." Sustainable, Planning and Culture (SPACE) : Jurnal Perencanaan Wilayah dan Kota 1, no. 1 (2019): 16–25. http://dx.doi.org/10.32795/space.v1i1.260.

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Abstract:
Elemen-elemen rancang kota merupakan bagian-bagian yang membentuk karakteristik kawasan. Elemenelemenrancangkotadapatdikategorokanberdasarkanjenis,bentuk,ukuran,sifat,hinggapadapenggunannya.Elemen
 rancang
 kota pada umumnya dibagi berdasarkan sifatnya yaitu elemen rancang kota bersifat fisik maupun elemenrancang kota bersifat aktivitas. Elemen fisik rancang kota cenderung bersifat ragawi (tangible) dan elemen aktivitascenderung bersiat non-ragawi (intangible) Kawasan Jalan Gajah Mada di Denpasar merupakan kawasan pusat kota yang padat dalam kapasitas penghunidan pengguna jalan. Sehingga menimbulkan berbagai masalah berupa kemacetan dan tingkat polusi yang tinggi.Ditambah dengan kurang tertatanya tata hijau dalam kawasan dan peraturan bangunan setempat yang dilanggar.Sehingga ruang jalan dalam kawasan perlu dihijaukan karena fungsi ruang jalan sangat vital dan tidak dapat berubahmaka penataan tata hijau perlu ditinjau kembali. Tujuan dari penelitian ini adalah mengetahui dan menemukan pengaruh elemen fisik terhadap elemen aktivitaspada “kehidupan” fungsi kawasan Jalan Gajah Mada Denpasar serta memberikan arahan penataan pada elemen fisikdan aktivitas yang dapat menghidupkan kawasan Penelitian ini menggunakan pendekatan rasionalistik dengan data yang diolah secara kualitatif. Data berupaliteratur dan peta dikumpulkan untuk melihat tanda-tanda dan temuan di lapangan. Kemudian menyusun konsepsualisasiteoritik berdasarkan teori-¬teori yang ada dari variabel penelitian.Dalam penelitian ini juga dilakukan proses MetodeAnalisa deduksi yaitu usaha menjelaskan atau meramalkan tentang adanya fakta/ kejadian di lokasi penelitian menurutlandasan teori yang sudah diperoleh. Temuan penelitian menunjukkan bahwa pada penggal amatan pertama dan ketiga sudah memiliki tata vegetasiyang baik pada sisi sebelah timur, terlihat dari jenis, fungsi, tajuk dan ketinggian, serta ketersediaan lahan yang baikserta memenuhi peraturan bangunan setempat. Dan pada penggal amatan kedua memiliki tata vegetasi yang kurang,dikarenakan tidak adanya ketersediaan lahan yang baik pada kedua sisi, serta tata vegetasi kurang terlihat dari jenis,fungsi, tajuk dan ketinggiannya.
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TURCHETTI, SIMONE. "VALERIA DEL GAMBA, Il Ragazzo di Via Panisperna. L'avventurosa vita del fisico Franco Rasetti. Torino: Bollati Boringhieri, 2007. 167 pp., ISBN 978-88-339-1746-7." Nuncius 23, no. 1 (2008): 174–75. http://dx.doi.org/10.1163/182539108x00427.

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Fiume, Valentina. ""Ἂρρητος Κόρη". Os limiares indizíveis entre mito e mistério". Anuário de Literatura 22, № 2 (2017): 86–96. http://dx.doi.org/10.5007/2175-7917.2017v22n2p86.

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Abstract:
O ensaio "Ἂρρητος Κόρη". Os limiares indizíveis entre mito e mistério tem como objeto a análise conduzida por Giorgio Agamben sobre a figura mítica de Kore, a partir de seu ensaio crítico La ragazza indicibile. Mito e mistero di Kore (Milão, Electa, 2010). Através da comparação entre a dissertação filosófica de Agamben e a investigação pictórica de Monica Ferrando, relembrando as fontes antigas de mitos eleusinos e órficos, o ensaio prossegue no aprofundamento do mito de Kore e Demetra, um dos mais importantes na tradição ocidental. O mito em questão sugere múltiplos caminhos de investigação: a relação entre visível e invisível, entre o ver e a visão, para citar um exemplo. Em Kore e Demetra, os antigos identificaram o limiar entre masculino e feminino que reflete uma outra dualidade ou àquela primordial entre vida e morte, luz e trevas. O mistério de Kore perdura no seu indizível, naquela condição limiar que o pensamento de Agamben e a mão pictórica de Ferrando traçam tão limpidamente.
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Messina, Nunziata. "IL SAPERE GEOGRAFICO E LE TEORIE PEDAGOGICO – DIDATTICHE PER L’INSEGNAMENTO DELLA GEOGRAFIA." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 2, no. 1 (2016): 413. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n1.v2.307.

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Abstract:
Anticamente, il sapere geografico era imperniato soprattutto sulla dimensione della Terra, vista prioritariamente come corpo celeste e collegata all’attività cartografica. Nel Rinascimento il rinnovamento culturale ebbe ripercussioni anche sul livello educativo, gli umanisti consideravano l’uomo all’inizio di un’era nuova. Le grandi scoperte geografiche aprirono nuovi orizzonti verso la conoscenza del mondo e verso le diverse applicazioni didattiche. Michel Eyquem de Montaigne sosteneva che l’insegnamento della geografia doveva basarsi sull’osservazione diretta, collegando la geografia alla storia. Il filosofo John Locke vide nella geografia una disciplina particolarmente proficua per lo sviluppo dello spirito di osservazione, in quanto, attraverso le passeggiate scientifiche, le gite ed i viaggi, l’allievo poteva riuscire ad avere una conoscenza diretta delle cose. Nel ‘700 si sviluppò l’Illuminismo ispirato ai principi razionali; Jean – Jacques Rousseau nella sua opera, “Emilio”, evidenziò la grande forza e il valore educativo dell’ambiente, egli ribadiva che nel passaggio dalla fanciullezza all’adolescenza si sviluppa nel ragazzo la curiosità di conosce il mondo, in questo la geografia diviene un importante alleato anche per lo studio delle scienze. Dopo la seconda metà dell’ottocento si affermarono il naturalismo e il positivismo, in questo periodo anche nelle Università Italiane venne introdotta la geografia e un impulso positivo per l’insegnamento geografico nella scuola elementare fu dato da Filippo Porena che propose una nuova metodologia basata sull’utilizzo di diversi metodi: metodo oggettivo (immagini); metodo naturale; geografia locale e lettura e disegno delle carte geografiche. L’uso del disegno divenne una metodologia importante in tutte le scienze ma soprattutto nelle geografia.
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TURCHETTI, SIMONE. "VALERIA DEL GAMBA, Il Ragazzo di Via Panisperna. L'avventurosa vita del fisico Franco Rasetti. Torino: Bollati Boringhieri, 2007. 167 pp., ISBN 978-88-339-1746-7." Nuncius 23, no. 1 (2008): 174–75. http://dx.doi.org/10.1163/221058708x00421.

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Ezzat, Gehad Mohammed. "Narrare l’esperienza ne La città dei ragazzi, Peregrin d’amore e Vita di Vita di Eraldo Affinati." JOURNAL OF FOREIGN LANGUAGES, CULTURES & CIVILIZATIONS 7, no. 2 (2019). http://dx.doi.org/10.15640/jflcc.v7n2a2.

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"Il ruolo delle relazioni tra pari nella costruzione della qualità di vita nei ragazzi con diagnosi di tumore." Medico e Bambino pagine elettroniche 24, no. 6 (2021): 159–65. http://dx.doi.org/10.53126/mebxxiv159.

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Abstract:
Introduction - The optimization of cancer care in adolescent or young adult patients (AYA) requires the contribution of the patients themselves, as they are builders and custodians of the experience that concerns them. A more multidimensional listening to these patients guarantees a better quality of life, in response to their specific needs. The present article describes how a congress between doctors, psychologists, nurses and AYA patients can be the context of exploration and collection of this important contribution. By offering these patients the opportunity to express thoughts, emotions and needs in terms of quality of life verbally and freely, such a congress becomes a privileged place for observation and analysis even of macro-group dynamics that otherwise would not have the possibility of making themselves visible. Methods - Through a qualitative research design, 35 Italian cancer patients (in active treatment or follow-up) aged between 18 and 24 years were involved in a plenary discussion during a congress (Rome, 11 November 2019). The structured interview asked them to express themselves on the issue of quality of life connected to the relationship dynamics with peers. The 55 responses collected were then subjected to thematic analysis. Results - The young people who attended expressed precise and extensive considerations regarding friendships and the value of interactions with patients of the same age. What emerged enabled to highlight the need of these patients to keep active the social group of reference and in particular the identity of each within it. This is significantly connected to the self-perceived quality of life, both during active treatments and afterwards (a phase described as complex and tiring). Discussion - The described experience underlines the importance for AYA cancer patients to express their reflections on health and quality of life issues. The relational dimension, especially regarding peers, is significantly connected to this, to one’s perception of identity and to the configuration of the “disease” reality, so health personnel are required to protect and attend to this aspect as one of the priorities of the treatment path. The setting offered by the congress also allowed personal expression even in the face of a group recognition that moves the subject from the Ego to the Us.
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Eijk, Willem J. "Nata come conseguenza di un errore professionale." Medicina e Morale 54, no. 3 (2005). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2005.392.

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Abstract:
Secondo una sentenza recente della Corte di Cassazione dei Paesi Bassi un ospedale universitario e un’ostetrica devono pagare risarcimenti dei danni materiali e immateriali di una ragazza portatice di handicap e dei suoi genitori per aver omesso di compiere un esame prenatale, nonostante l’avvertimento della madre durante la gravidanza che la ragazza potesse avere delle anomalie genetiche presenti nella famiglia. La Corte di Cassazione qualifica l’omissione della diagnostica prenatale come un errore professionale, visto che la scoperta tempestiva dell’anomalia avrebbe potuto prevenire l’esistenza della ragazza disabile: non perché esiste una terapia, ma perché i genitori avrebbero scelto un aborto procurato se avessero saputo che la ragazza era handicappata. Perciò l’ospedale e l’ostetrica, non avendo fatto un esame prenatale, avrebbero violato il diritto all’autodeterminazione dei genitori di scegliere un aborto procurato. Dal punto di vista etico è difficile parlare di un diritto all’autodeterminazione, poiché nei fatti i genitori, nel caso di un aborto procurato, determinano non la propria vita bensì quella del figlio non ancora nato, cioè di un altro essere umano. La Corte Suprema stessa evita esplicitamente di esprimere un giudizio sul valore della vita della ragazza handicappata, ma in base alla legge e alla giurisprudenza attribuisce ai genitori il diritto di valutare il valore della sua vita dal punto di vista fisico e psico-sociale, a prescindere dal valore intrinseco della vita umana. A parte questo problema fondamentale possiamo chiederci quali siano le eventuali conseguenze della sentenza: al di là dei quadri giuridici, è escluso che l’accettazione sociale, abbastanza ampia nei riguardi dell’aborto selettivo, sia portata ad esercitare una certa pressione sociali sui genitori di un figlio handicappato non ancora nato? Se l’omissione della diagnostica prenatale può essere qualificata come un errore professionale nel caso in cui un figlio handicappato è nato, ospedali, medici e ostetriche non cercano di tutelarsi il più possibile contro eventuali richieste, effettuando per ogni minima cosa un esame prenatale e, forse, raccomandando un aborto procurato? ---------- According to a recent verdict of the Supreme Court of The Netherlands, a teaching hospital and a midwife have to pay material and immaterial damages to a handicapped girl and her parents for having omitted prenatal diagnostics, notwithstanding the warning of the mother during pregnancy that the girl might suffer of genetic anomalies, occurring in the family. The Supreme Court qualifies the omission of prenatal diagnostics as a medical malpractice, as the timely discovery of the anomaly could have prevented the handicapped existence of the girl: non because a therapy exists, but because the parents would have chosen a procured abortion, knowing that the girl was handicapped. Therefore, through the omission of prenatal diagnostics the hospital and the midwife would have violated the right of selfdetermination of the parents to choose for a procured abortion. From the ethical of view it is, however, difficult to speak of a right of self-determination, because in a case of procured abortion the parents do not determine their own lives, but that of the unborn child, i.e. of another human being. The Supreme Court itself explicitly avoids to express a judgment on the value of the life of the handicapped girl, but attributes on the basis of Dutch law and jurisprudence to the parents the right to assess the value of the life of the unborn child from the physical or psychosocial view, without regard to the intrinsic value of human life. Apart from the fundamental problem, we could wonder which are the possible consequences of the sentence: beyond legal frameworks, is it excluded that the social acceptation of selective abortion may lead do a certain social pressure on parents of an unborn handicapped child to choose for that? When the omission of prenatal diagnostics could be qualified as medical practice in case a handicapped child is born, will hospitals, physicians and midwives not try to protect themselves against possible claims by performing prenatal examinations for minimal reasons and, perhaps, by recommending a procured abortion?
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Di Rienzo, Paolo, Aline Sommerhalder, Massimo Margottini, and Concetta La Rocca. "Apprendimento permanente, saperi e competenze strategiche: approcci concettuali nel contesto di collaborazione scientifica tra Brasile e Italia (Lifelong learning, knowledge and Strategic Competence: conceptual approaches in the context of scientific collaboration between Brazil and Italy)." Revista Eletrônica de Educação 12, no. 3 (2019). http://dx.doi.org/10.14244/198271993584.

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Abstract:
This essay aims to show some approaches in the understanding of the lifelong learning concepts, knowledge, competence, from a literature review with the contributions of Dewey, Bruner, Freire, Schon and Tardif among others. Coming from theoretical studies carried out by Italian researchers and a Brazilian researcher, through their Research Centers/Laboratories and international collaborative partnership between Brazilian and Italian Universities, this text addresses from the undertake scientific literature, key terms which support the held studies. From the considerations, it is highlighted the regular understanding around lifelong learning concept, which considers the human condition for the permanent learning and valuing experiences from different contexts, such as family and school (basic and higher education). In view of this, the approximation between the concepts of competence and knowledge was also highlighted, recognized and valued as fundamental elements for the learning process and for the development of critical and reflexive thinking, and consequently transforming daily problems and challenges. The task reinforces the research network, pursuing the improving theoretical knowledge to subsidize the scientific research production in the educational field, besides Brazilian or Italian academic walls.SommarioQuesto saggio ha l’obiettivo di presentare gli approcci sulla definizione dei concetti di apprendimento permanente, saperi e competenze, partendo da una revisione della letteratura, con i contributi,tra gli altri, di Dewey, Bruner, Freire, Schon e Tardif. A partire dall’analisi teorica condotta da ricercatori italiani e una ricercatrice brasiliana, mediante i loro centri di ricerca/laboratório, e l’accordo di collaborazione internazionale tra l’università brasiliana e italiana, questo testo affronta, in base alla letteratura scientifica, i termini chiave che supportano gli studi realizzati. Dalle argomentazioni espresse, emerge la posizione comune sul concetto di apprendimento permanente o per tutta la vita, che considera l’approccio umanistico e la valorizzazione delle esperienze provenienti da diversi contesti come la famiglia e la scuola (in particolare di base e superiore). In questa prospettiva, si mette in evidenzia anche l'approssimazione semantica tra i concetti di competenza e saperi, riconosciuti e valorizzati come elementi fondamentali per il processo di apprendimento e per lo sviluppo del pensiero critico e riflessivo, e di conseguenza trasformatore rispetto ai problemi e alle sfide quotidiane della vita. Il presente contributo rafforza la rete di ricerca congiunta, con l'obiettivo di migliorare le conoscenze teoriche per supportare lo sviluppo di ricerche in campo educativo, al di là delle mura accademiche brasiliane o italiane.Keywords: Lifelong learning, Knowledge, Strategic competence, Reflexive competence.Parole chiave: Apprendimento permanente, Saperi, Competenze strategiche, Competenze di riflessione.Palavras-chave: Aprendizagem permanente, Conhecimento, Competência estratégica, Competência reflexiva.ReferencesALBERICI, A. La possibilità di cambiare. Apprendere ad apprendere come risorsa strategica per la vita. Milano: Franco Angeli, 2008.ALBERICI, A.; DI RIENZO, P. Learning to learn for individual and society. In: R. Deakin CRICK, C. S.; K. REN (Eds), Learning to Learn. International perspectives from theory and practice. New York: Routledge, 2014, p. 87-104.BALDACCI M. Trattato di pedagogia generale, Roma: Carocci Editore, 2002.BANDURA A. 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Spera, Lucinda. "Educare al molteplice: la letteratura per l’insegnamento della lingua italiana agli stranieri." Versants. Revista suiza de literaturas románicas 2, no. 67 (2020). http://dx.doi.org/10.22015/v.rslr/67.2.3.

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Abstract:
L’articolo affronta il tema dell’utilizzo della letteratura nell’insegnamento della lingua italiana, degli scopi e dei valori propri del testo letterario nella classe di lingua sia dal punto di vista di chi forma docenti, sia di chi progetta percorsi didattici indirizzati agli apprendenti. In questo secondo ambito, la riflessione intende rispondere a una duplice sollecitazione didattica: quella di quanti insegnano ad apprendenti stranieri che studiano l’italiano per inserirsi nel mondo del lavoro o perché avvertono il fascino esercitato dalla nostra cultura, ma anche dei docenti della scuola italiana che si trovano a rispondere alle esigenze di ragazzi stranieri inseriti nei percorsi curricolari di formazione scolastica che necessitano di una particolare attenzione sotto il profilo linguistico.
 Keywords: molteplicità, lingua, letteratura, progettazione, unità didattiche
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Nardi, Guest Editors: R., P. Gnerre, A. Salsi, A. Fontanella, and D. Manfellotto. "I diritti negati agli anziani: quali implicazioni per la salute?" Italian Journal of Medicine, May 10, 2019, 1–78. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2019.4.

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Abstract:

 Perchè gli internisti devono occuparsi dei diritti negati agli anziani?M. Campanini, P. Gnerre, A. Fontanella
 Diritti negati, abusi, maltrattamenti e neglect nell’anziano: macrofenomeno mondiale sommerso, sostanzialmente misconosciuto o trascuratoP. Calogero, A. Salsi
 Il diritto al coordinamento delle cure e alla continuità assistenziale nella gestione delle malattie croniche: strumenti disponibili oggi e quali potenzialmente fruibili in futuro?F. Orlandini
 La mancata pianificazione dei fabbisogni di medici e di specialisti in Italia nel Servizio Sanitario pubblico. Quali conseguenze in rapporto all’invecchiamento della popolazione?D. Montemurro, M. D’Arienzo, C. Rivetti, E. Marcante, F. Ragazzo, P. Di Silverio, A. Rossi, C. Palermo
 I rischi di un eccesso di cure negli anziani: fare di più non significa fare meglio anche nell’anzianoM. Bobbio
 Pensionamento: ritirarsi dal lavoro, non dalla vita né da un futuro di buona saluteR. Nardi, D. Borioni, D. Tirotta, F. Berti, G. Pinna¸ S. Ehrlich, G. Pentella, P. Cosma, R. Rapetti, A. Fontanella
 Gestione della depressione, inevitabile compagna del paziente anzianoE. Pecoraro, S. La Carrubba
 La sessualità nell’anzianoV. Duretto, G. Pinna
 Gli ostacoli metodologici nella comunicazione con il paziente anzianoM. Felici, A. Tufi, A. Pulerà, S. Lenti
 L’importanza della capacità di educare all’autogestione delle malattie croniche (self-management) per prevenire l’aggravamento e i ricoveri ripetuti non programmatiM. La Regina, A. Greco
 Le cure di fine vita negli anziani: il diritto di morire beneL. Lusiani, C. Santini
 Il programma delle otto R: utopia o possibile realtà per migliorare l’assistenza agli anziani?F. D’Amore
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Massi Albanese, Carolina. "UNA IMPOSTAZIONE DELL'OPERA DI ELSA MORANTE." Revista Letras 32 (October 13, 2010). http://dx.doi.org/10.5380/rel.v32i0.19329.

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Abstract:
Il presente studio abbraccia tutta l'opera di Elsa Moranteincludendo il romanzo Aracceli pubblicato da pochi "mesi. Sono messi in rilievo i nuclei caratterizzanti dell'opera morantiana: la collocazione dell'uomo in una dimensione condizionante, la sensazione del mistero della vita e del nostro inutile interrogarla, il conseguente disorientamento angoscioso dell'uomo e la dilatazione fiabesca.Nelle prime opere la narrativa si produce in una sperequazione tra stupefatto irismo consonante con un'atmosfera surreale, ma questa reinvenzione della realtà scaturisce da una lucida lettura "a rovescio" della realtà le cuiimmagini sono voluntamente distorte. A partire da II mondosalvato dai ragazzini, le illusioni e le visioni de L'isola diArturo, così come la "menzogna" e il "sortilegio" del romanzoomonimo, sono sostituiti dalla rivelazione impietosa del mondo: è smantellato il "grande carnevale" della storia.Tuttavia, se nel penultimo romanzo: La Storia, gli anticonformisti e gli umili, quasi relitti di naufragio, ci insegnano a riconoscere la verità e la bontà della natura, nella recente produzione: Aracoeli non si ammette più nulla. Il romanzo si riduce ad essere un monologo sregolato.
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